La battaglia di Little Bighorn nei ricordi degli indiani

Scese giù dal suo pony, colpì il soldato e afferrò le sue armi e le munizioni. Nuovamente in groppa, vide un altro soldato isolato sopra un cavallo; lo raggiunse, lo strattonò per la giacca blu e lo buttò giù dalla sella per rubargli il cavallo. Subito dopo tentò l’assalto ad un militare che armeggiava con la sua carabina. L’uomo si accorse della manovra e sparò, ma la fretta gli impedì di prendere correttamente la mira e mancò il bersaglio. Non altrettanto fece White Bull che, con precisione, lo colpì con il manico della frusta. In tutto poté “contare” in pochi minuti, che giornata!
Alfine, il suo pony – per sua fortuna solo il pony – venne colpito e White Bull rimase a piedi, frastornato per la caduta e per il caos della battaglia che infuriava attorno a lui.


Crollano le posizioni sulla Calhoun Hill

La rottura dell’ultima linea di difesa dei soldati, lungo i tre quarti di miglio che separano la cima della Custer Hill dalla Calhoun Hill finì per condurre al crollo della posizione delle truppe sulla stessa Calhoun Hill. Yellow Nose, Contrary Bell e Comes In Sight fecero delle incursioni coraggiose tra i soldati isolati dal resto delle compagnie e terrorizzati dalle urla dei pellerossa. Naso Giallo si prese gioco dei soldati per ben tre volte ma non sortì alcun effetto. “Andiamo all’attacco tutti insieme!”, gridò infine. La forte incitazione scosse i suoi compagni, che si unirono a lui nell’ennesima carica durante la quale Yellow Nose colpì i soldati che fuggivano con l’asta della bandiera di cui si era impossessato in precedenza.
Fu a questo punto che arrivò Gall con i suoi bravi, turbinando tra i soldati, ma la maggior parte di questi ultimi era già scappata via. Non era rimasto nessuno da uccidere!
Lungo la cresta (15) la lotta si era ridotta ad una seconda grave disfatta per le truppe, dopo quella di Reno in fuga dalla valle in occasione del primo assalto all’accampamento. “Sembrava di assistere alla fuga precipitosa di un branco di bisonti” disse Runs The Enemy. Il Cheyenne Little Hawk disse che i soldati venivano cacciati come bisonti, sempre con la schiena rivolta verso gli indiani. White Bull era ancora lì in mezzo, inesausto. Ne uscì solamente quando Bear Lice galoppò verso lui per portargli un pony, ma anche in quel momento non rinunciò ad una ghiotta occasione. Si avvide di un soldato ferito che caricava la pistola. Lo raggiunse facendogli un giro intorno e gli saltò addosso. Ne vide un altro, alto e biondo, che sparava agli indiani.


White Bull in tarda età

White Bull gli si gettò addosso, ma l’uomo era molto forte, oppose una strenua resistenza e riuscì persino a ferirlo ad una guancia. Lo agguantò persino per le trecce e gli tirò la testa, tentando di mordergli il naso. “Hey! Hey!” – gridò White Bull – “Venite ad aiutarmi…” Arrivarono Bear Lice e Crow Boy menando pugni a destra e sinistra, al punto che colpirono tanto il soldato quanto l’amico a terra. White Bull approfittò di quest’occasione per sottrarre la pistola al “wasichu” e con quella lo colpì due, tre, quattro volte, poi gli sparò un colpo in testa (16). “Ho Hechetu!”, disse, “E’ stata una dura giornata di lotta. La battaglia ci ha dato gloria e io ne ho goduto appieno. Ho collezionato piume a destra e a sinistra del mio capo.” I soldati sopravvissuti si spinsero ancora più a nord verso l’estremità della cresta per unirsi a quel che restava della Compagnia del “cavallo Grigio”, la “I”.


L’attacco a Keogh

Non vi era altro posto in cui scappare, ma nonostante la disfatta, come scoprì un giovane Cheyenne chiamato Big Beaver, erano ancora decisi a vendere cara la pelle.
Big Beaver strisciò non visto vicino a un Lakota appostato sulla collinetta. Arrivò appena in tempo per vederlo morire, centrato in mezzo alla fronte da una pallottola. A questo punto pensò bene di ritirarsi verso zone più tranquille. Sul sentiero verso valle vide due Cheyenne raggiungere un soldato e ucciderlo. Al morto fu quindi levato lo scalpo che finì ciondoloni su un cespuglio di salvia a guisa di un macabro trofeo di caccia. Big Beaver frugò nei vestiti del soldato morto e finì per trovare una pistola. La sollevò orgoglioso: era la prima pistola che avesse mai avuto tra le mani (17)!
Custer era vestito così quel giorno
Quando i soldati riuscirono alfine a raggrupparsi su quella che altri avrebbero chiamato “Custer Hill” (la collina di Custer) o “Last Stand Hill”, Two Moon chiamò a raccolta i suoi guerrieri per dare inizio ad un’altro attacco. L’attacco fu portato a nord della collina ma venne subito respinto dai soldati di Custer. Two Moon disse che “non era stato possibile spezzare in due la linea dei soldati”, quindi decise di riportarsi a valle, inseguito dal sibilare dei proiettili. “La Compagnia del ‘cavallo Bianco’ combatté con grande determinazione” – disse – “e se anche gli altri soldati avessero fatto altrettanto, penso che Custer avrebbe portato i soldati fin dentro il nostro accampamento.”
Erano là, dunque, gli ultimi soldati. Erano in piedi, rassegnati e ben decisi a dare battaglia con tutte le forze residue. “Stettero in piedi e combatterono bene”, confermarono Gall, Wooden Leg, Brave Wolf e Lone Bear. Fu quello il punto più critico per gli indiani, quel giorno. “Fu la cima della collinetta in cui si trovava Custer con i suoi”, disse Two Eagles. Della stessa opinione era anche Red Hawk: “Su quella cima combattemmo duramente!” Improvvisamente, in un ultimo, misero tentativo, i cavalleggeri fecero scappare via i cavalli che gli restavano, sperando di fare allontanare gli indiani appresso a loro.


Arriva Cavallo Pazzo coi suoi e la battaglia si conclude

In quest’ultima fase della battaglia il ruolo decisivo fu giocato da Cavallo Pazzo che guidò i suoi in un attacco ai soldati di Custer passandogli da dietro, dove non si aspettavano certo di essere attaccati. Con questo attacco che contribuì a chiudere i giochi rapidamente, Cavallo Pazzo ottenne un generale riconoscimento di ottime capacità tattiche e strategiche.
Standing Bear li vide correre; anche Little Hawk li vide. Sentirono l’urlo di qualche guerriero: “Stanno scappando!”, ma quelli che si allontanarono quando anche l’ultimo cavallo grigio della “Compagnia E” sparì nella polvere furono pochi; troppi altri rimasero al loro posto per dare l’assalto alle postazioni di Custer e dei suoi uomini. Pochi istanti dopo aver fatto scappare i cavalli, “una parte dei soldati abbandonò la postazione e, preda del terrore, prese a scendere lungo la collina attraverso le linee degli indiani” – disse Red Hawk, ma furono tutti uccisi prima che potessero infilarsi tra le rocce del fondo. L’Oglala Fears Nothing li vide correre giù inseguiti dagli indiani che, raggiuntili, li uccisero con le mazze da guerra.


I soldati nascosti nella Deep Ravine vengono uccisi dagli indiani

Rain In The Face vide altri soldati scappare (19) e riunirsi vicino al burrone per combattere duramente. “Anche questi furono raggiunti e fatti a pezzi”, disse. Rain In The Face aveva sempre pensato che gli uomini bianchi fossero codardi e non sapessero battersi, ma cambiò opinione: “Da quel giorno portai sempre un gran rispetto per loro.” Standing Bear si trovò proprio sul cammino dei soldati che scappavano precipitosamente verso fondo valle dalla Custer Hill. I nemici finirono per mischiarsi dando vita ad un furioso corpo a corpo, ma non ci fu storia: c’erano almeno tre o quattro guerrieri per ogni soldato! Un soldato tentò di schivare Standing Bear, che si trovava davanti a lui, ma l’indiano gli sbatté in testa il revolver e subito dopo lo finì con una pallottola mentre era a terra, stordito. Molti altri soldati tentarono il “tutto per tutto” nascondendosi in mezzo all’erba alta. Si trattava, chiaramente, di una manovra disperata di uomini che non avevano più scampo e che si rendevano conto di questo. I guerrieri si diressero prontamente verso loro. In quei pressi si trovava Iron Hawk che, ad appena 14 anni, stava combattendo la sua prima, vera battaglia. Quando vide un soldato dirigersi dalla sua parte, incoccò una freccia nell’arco e gliela scagliò addosso. Iron Hawk potè sentire distintamente il grido di dolore del soldato trafitto a morte. Altri soldati fecero la stessa fine tanto che Iron Hawk ebbe a dire: “Quegli uomini bianchi l’hanno voluto. Se l’hanno cercata e io gliela ho data (la morte, nda)!” Usò anche l’arco come una mazza, sbattendolo con forza ripetutamente sulle spalle di un soldato, ringhiando come un orso ogni volta che lo colpiva. Persino dopo che l’uomo cadde a terra, Iron Hawk continuò a colpirlo.


La fase finale su Custer Hill

White Bull, come sempre, era nel mezzo dell’azione. Gli passarono vicino due soldati e lui riuscì a “contare colpo” su uno di loro; era il settimo colpo andato a segno quel giorno. Arrivò il momento di gettarsi addosso a quelli che ancora erano vivi in cima alla Custer Hill. “Nessuno di loro fuggì, erano troppo esausti, Erano tutti bravi soldati”, disse il Brulé Lakota chiamato Hollow Horn Bear che si trovò in mezzo ai guerrieri che portarono a compimento l’ultimo assalto. Questo si svolse in un raggio d’azione molto ristretto, uno contro l’altro, nel caos delle frecce, delle pallottole, della polvere e del fumo che impedivano di avere una chiara visione di quanto stava accadendo. Qui fu ucciso il nipote di Turtle Rib e qui Waterman uccise l’unico soldato che gli riuscì di colpire. Gli saltò addosso e presto lo uccise, ma non gli tolse lo scalpo “perché gli Arapaho non prendono lo scalpo a chi tiene i capelli corti” – disse – “ma solo a chi li tiene lunghi!” Runs The Enemy notò che i soldati bianchi e i guerrieri indiani erano così avvinghiati l’uno all’altro, da rendere difficile persino distinguerli nella confusione. Quando anche l’ultimo soldato fu ucciso disse: “Il fumo aleggiava sopra le nostre teste e i soldati giacevano morti, accatastati l’uno sull’altro.”
Wooden Leg descrisse la scena finale: “Fu come se mille cani fossero stati scatenati uno contro l’altro. Ad un certo punto un soldato grassoccio con una gran barba nera sulle guance si sollevò appena da terra, poggiando su un gomito per guardarsi, stupito, intorno a sé. Alcuni indiani si spaventarono perché pensavano che fosse “ritornato” dalla morte. Un altro Lakota, invece, si avvicinò velocemente e gli sparò decisamente in testa (20). Penso che quello sia stato davvero l’ultimo a morire quel giorno di grandi battaglie.”


L’ultima difesa di Custer

Improvvisamente calò il silenzio, le raffiche di fucileria diventarono spari sporadici; non vi era più alcuno contro cui battersi. Nessun indiano seppe mai dire se tra i caduti in battaglia ci fu l’uomo chiamato Custer. Fu solo uno dei tanti wasichu uccisi. Black Elk riapparve sul luogo dell’ultimo assalto. Si era abituato a osservare la sofferenza, era un ragazzo diventato guerriero in un solo giorno. Incoccò la sua ultima freccia e la scagliò in mezzo alla fronte di un soldato ferito. In quei pressi vi erano suo padre e un altro uomo ed erano così arrabbiati per via delle ferite riportate dal figlio di quello che andarono addosso al soldato appena ucciso e lo fecero a pezzi. Era così grasso che “la carne sembrava persino buona da mangiare”, disse Black Elk. Wooden Leg ispezionò la cima del colle e altri punti in cui ci fu battaglia, finché trovò un soldato che aveva le basette enormi (era il tenente W. W. Cooke, attendente di Custer). “C’é un nuovo tipo di scalpo”, disse e iniziò a tagliare via le lunghe basette.
Quando Wooden Leg si mosse verso il basso finì per incappare nel corpo senza vita di Lame White Man.
Lame White Man (a destra)
Il Cheyenne aveva pagato il suo orgoglio e il suo coraggio con un buco di proiettile nel petto, numerose ferite di arma da taglio e lo scalpo. Evidentemente, realizzò subito Wooden Leg, era stato scambiato per uno degli scout indiani al servizio di Custer e per questo era stato ucciso. Antelope aveva insistito nella ricerca di suo nipote finché qualcuno le disse che il suo corpo si trovava in fondo al burrone, a valle, distante dalla Custer Hill. Due ore di ricerca potevano dirsi concluse. Noisy Walking era stato abbattuto da una fucilata e colpito con un pugnale ma era ancora vivo. Venne riportato, agonizzante, al villaggio. Quella stessa notte Wooden Leg lo visitò. “Ti sei comportato da grande guerriero”, gli disse. Il padre di Noisy Walking, un uomo di medicina che tanto aveva fatto e faceva per gli altri, quella notte non poté fare nulla per il suo unico figlio. Rimasero tutti svegli a controllarlo, ma Noisy Walking morì quella stessa notte.
Ci fu una grande festa al villaggio “perché era stata vinta una grande e importante battaglia”, spiegò Pretty White Buffalo. Tuttavia che gioia ci poteva essere tra chi aveva pagato un alto tributo di vite umane nella propria famiglia per ottenere quella vittoria? “Le donne” – disse – “non riuscivano a sentirsi confortate nel sapere che i loro uomini avevano raggiunto i grandi guerrieri morti, là nelle praterie del cielo.”
In troppi erano morti quel giorno. Moving Robe, al rientro al villaggio, pensò lungamente al suo piccolo fratello morto e, anni dopo, considerò che si era trattato di una vittoria duramente conquistata sul campo, non di un massacro come dicevano i bianchi. “Validi soldati spediti a punire gli indiani avevano combattuto con altrettanto eroici guerrieri e i primi erano stati battuti.” Ma tutto fu inutile. Un anno dopo quasi tutti gli indiani che avevano partecipato alla grande battaglia del Greasy Grass erano stati infine sconfitti e Moving Robe capì che, una volta ancora, avevano perso.

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