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La nascita del mito Western nell’Ottocento: Eroine nelle dime Novels – 12

A cura di Noemi Sammarco
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.


Eroine nelle dime Novels
Quando pensiamo agli eroi del west, la nostra mente corre quasi esclusivamente a personaggi maschili.
Non è pertanto sorprendente che in nessuno dei testi della letteratura “classica” americana sia possibile ritrovare un’eroina della frontiera capace di sparare e combattere come Natty Bumppo. Solamente a partire dalla seconda metà dell’Ottocento in alcune dime novel si affacciarono personaggi come Hurricane Nell e Calamity Jane, eroine dalla mira infallibile, provette cavallerizze, esperte lanciatrici di “lazo”.
Entrambe erano protagoniste delle dime novel di Wheeler, e avevano storie molto simili: alla famiglia avevano preferito il fucile, vivevano lavorando come guide e grazie alle loro capacità salvarono la vita a più di un uomo (1).
Con loro entrano finalmente in scena le cowgirl. Se queste figure si presentano immediatamente con tratti esagerati e fiabeschi, si deve comunque sottolineare che la loro comparsa avviene sull’onda di un quadro storico-culturale profondamente mutato rispetto a quello degli inizi della colonizzazione americana. Nella seconda metà dell’Ottocento le donne della frontiera acquistano uno stile di vita, coraggio e determinazione che non le rende poi così distanti dalle cowgirl della letteratura popolare.
Con l’avvento della cattle frontier, molte donne si trovarono a condividere con mariti, padri, fratelli e compagni compiti ritenuti un tempo adatti esclusivamente agli uomini. Saper cavalcare, anche per distanze enormi, riuscire a tenere assieme le mandrie, ricorrere alle armi da fuoco per difendersi dai ladri di bestiame divennero necessità pratiche cui molte donne seppero fare fronte con grande abilità e presenza di spirito. Come ha scritto Shelley Armitage:

“in una certa misura queste cowgirl condivisero la violenza, le varie attività e i valori della prateria e, in proporzione all’indipendenza che questa vita permetteva, furono capaci di dar forma alle proprie vite.” (2)

La comparsa di figure di Amazzoni nella letteratura di consumo va dunque vista come una risposta alla esistenza di modelli reali, donne che si sentivano a proprio agio tra i cavalli, le pistole e persino la violenza. Il fatto che tanto nel circo di Buffalo Bill, il celebre Wild West Show, quanto nei film western degli inizi, già a partire dal cinema muto, non mancassero intrepide cowgirl conferma che vi fu una fase in cui, nella realtà come nella finzione dello spettacolo, la cultura della frontiera assegnò alle donne un ruolo magari secondario, ma non necessariamente e totalmente subalterno agli uomini.


Un’immagine tratta da L’ultimo dei Moicani

Grazie al modificarsi della vita delle donne alla frontiera, andavano modificandosi anche i personaggi femminili delle storie western trasformandosi da donzelle in pericolo bisognose di essere salvate degli indiani, a eroine dalla forza e dal coraggio pari agli uomini.
Nell’Ultimo dei Mohicani, come afferma Lawrence, per la prima volta ci imbattiamo in donne vere (3): la bella e bruna Cora, e Alice la bionda e fragile sorella. In questo testo troviamo la classica contrapposizione tra la donna bruna e sensuale, e la bionda remissiva e dipendente. Cora è una donna forte e passionale, m non perde i tratti tipici delle donne borghesi del suo tempo.
Pur non essendo solamente un mero oggetto sessuale che subisce le vicende passivamente, come è invece Alice, non è ancora una donna indipendente come quelle che troveremo nelle dime novel.
Rebecca Boone
Nel 1784 John Filson pubblicò The Adventures of Col. Daniel Boone e raccontò la storia del primo eroe del West. Daniel Boone è stato un esploratore statunitense, famoso per le sue esplorazioni nel Kentucky, dove, nonostante la resistenza indiana, fondò l’insediamento di Boonesborough al di là dei monti Appalachi.
Boone fece parte della milizia come ufficiale durante la Guerra di indipendenza americana. John Filson nel libro descrisse due donne. La prima, anche se le vengono riservate poche righe, era Rebecca, la moglie di Boone che viene descritta come una donna forte e molto coraggiosa che fu costretta ad affrontare un periodo di solitudine a seguito del rapimento del marito, ma che una volta sola tirò fuori una forza pari a quella degli uomini:

During (4) my captivity with the Indians, my wife, who despaired of ever seeing me again, expecting the Indians had put a period to my life, oppressed whit the distresses of the country, and bereaved of me, her only happiness, had, before I returned, transported my family and goods, on horses, through the wilderness, amidst a multitude of dangers, of her father’s house, in North-Carolina. (5)

La seconda donna che incontriamo avrà un ruolo importantissimo per lo sviluppo delle eroine western nella letteratura. All’ interno del libro di Filson non vi sono scene di violenza, tranne una che viene perpetrata da una donna.
La donna è la padrona di casa di Crab Orchard e si trova nella sua abitazione insieme alla figlia e ad un uomo di colore quando la casa viene attaccata dagli indiani. L’uomo non riesce a difendere la donna e la bambina, mentre la donna armata di un’ascia e decapita l’indiano. Con l’aiuto della figlia sbarra la porta e poi con un trucco scaccia gli indiani che si trovano fuori dall’abitazione. La donna infatti mostra agli indiani la canna di un fucile non funzionante e li minaccia. Gli indiani credendola armata scappano. (6)
Crab Orchard diventerà uno stereotipo della letteratura western: una casa di frontiera in costante pericolo di essere attaccate dagli indiani e una famiglia che non è mai al sicuro. Una donna sola e vulnerabile che è costretta ad imparare a difendersi a ad usare la violenza per difendere se stessa e i suoi figli. Quando la casa viene invasa la donna fa ricorso a tutte le sue forze per proteggerla, usando armi maschili come asce e pistole.
Entrambe le donne usano la forza quando l’uomo è assente. Infatti l’uomo è ancora colui a cui spetta il compito di difendere la casa e la sua famiglia, e le donne possono ricorrere alla violenza solo quando l’uomo non è presente e non può svolgere il suo compito. Queste eroine western pur usando la violenza non perdono i tratti propri delle donne. Vestono come donne, sono mogli e sono madri.
Per trovare un’eroina della frontiera che inizia a travestirsi da uomo dobbiamo aspettare il 1860 quando lo scrittore Frederick Whittaker pubblica The Mustang-Hunters; or, The Beautiful Amazon of the Hidden Valley. Eulalie Moreau è l’intrepida protagonista, di origini francesi, che durante la sua storia alterna abiti femminili a quelli maschili. Eulalie è una donna intrepida e coraggiosa, capace di catturare a mani nude cavalli selvaggi, ma che non prende parte a scontri violenti. E’ un perfetto connubio tra fermezza mascolina e gentilezza femminile Eulalie, pur essendo una donna indipendente alla fine del romanzo si sposa con il cacciatore Pete Wilkins diventando una perfetta padrona di casa, rendendola così una donna rispettabile.
La prima eroina della frontiera in abiti maschili a commettere atti di violenza nelle dime novels è Kate Robinette (7), la protagonista di Silverspur, or, The mountain heroine: a tale of the Arapaho country, pubblicato nel 1870 e scritto da Willett, Edward. Kate è figlia di un matrimonio misto, sua madre è una donna bianca mentre il padre è un indiano. Si comporta in tutto e per tutto come un uomo, cavalca come un uomo portando con sè un’ascia con il quale lotta contro altri uomini. Pur vestendosi e comportandosi come un uomo non è del tutto immune a sentimenti femminili, infatti si innamora di Fred Wilder. Il padre di Fred, il colonnello Wilder, si oppone al matrimonio per due ragioni: Kate è una mezzosangue e il suo comportamento mascolino non è adatto per poter vivere in società. Il colonnello si ravvederà solamente quando Kate lo salverà da un attacco indiano. Per la prima volta in una dime novel vi è un’eroina che salva la vita ad un uomo.
Il Colonnello, pur acconsentendo al matrimonio cerca di convincere Kate ad andare ad un seminario per Lady, in modo che si possa trasformare in una perfetta donna di casa. Il giovane Fred però si oppone dicendo:

“Do (8) you think I could allow the ducks and turkeys of the settlements to laugh at my wild bird? Do you think I could be separated from her a few years, or a few months? She is sufficiently polished, and no one can educate her better than her husband.” (9)

Il giovane Fred si oppone al seminario perché è convinto di poter educare da solo la propria moglie ed è proprio l’autore ad assicurarci che “brains (10) and will soon made amends for the deficiencies of her education (11)” tantochè quando Kate e il marito arrivano a St. Louis “no (12) one who was not acquainted with her story would have supposed that the greater part of her life had been spent among savages”. Anche Kate per potersi sposare e diventare una brava padrona di casa è costretta a sottostare alle regole patriarcali della società e a dismettere i panni maschili per indossare quelli di moglie e madre.
La prima donna bianca americana a commettere atti di violenza in una dime novel è Aneola. Aneola è stata rapita quando era solo una bambina dagli indiani, ed è cresciuta con loro. Pur avendo il dna di una donna bianca, i suoi comportamenti sono più simili a quelli delle donne indiane che no a quelli delle colone americane. Quando Uriah Barham viene rapito dalla tribù di Aneola, all’uomo viene proposto per salvarsi la vita sposando una donna della tribù. Aneola, innamorata dell’uomo, si propone arrossendo. L’arrossire di Aneola è il segno del pudore che ogni brava colona deve avere, la ragazza pur essendo cresciuta come un’indiana nel profondo è ancora una donna bianca. Uriah la rifiuta perché innamorato di un’altra donna ma Aneola decide ugualmente di aiutarlo a scappare. Dopo la fuga di Uriah, Aneola decide di buttarsi da una scogliera. La donna si è resa conto, come le altre donne indiane, di essere inadatta al matrimonio con un uomo bianco, perché cresciuta con gli indiani ma lei non può neanche sposare un indiano per questo l’unica strada che si apre davanti a lei è la morte. (13)
Per Mountain Kate la protagonista di Mountain Kate, or, Love in the trapping-grounds: a tale of the Powder River country protagonista della 264 dime novel pubblicata nel 1872 il destino è ben diverso. Kate è una donna bianca, figlia di un cacciatore che si veste e si comporta come un uomo. Quando viene attaccata da un gruppo di banditi uccide tre uomini affermando che “the (14) stately thumb and forefinger worked like magic” (15) ma nonostante questa violenza lo scrittore le destina un lieto fino, si sposerà e avrà dei figli.
Dal 1870, le eroine travestite da uomo aumentano esponenzialmente, le loro storie attirano sia lettori uomini che lettrici. La vendetta diviene uno dei motivi principali per il quale le protagoniste delle dime novel decidono di indossare abiti maschili e ad impugnare armi. Queste donne non si armano più solamente per difendersi dagli attacchi indiani, ma mettono in atto vere e proprie azioni punitive contro chi le ha ferite. Questo cambiamento è molto importante poiché il “cattivo” che ferendo le donne sveglia la loro sete di vendetta non è più un indiano ma è un uomo americano. Un esempio è Pepita una delle protagoniste di A Hard Crowd; or, Gentleman Sam’s Sister di Philip S. Warne. Pepita impugna le armi per vendicarsi dell’uomo che l’ha ferita. Questa dime novel è un punto di svolta anche per un altro motivo: per la prima volta cadono i tabù sessuali che riguardano le donne. Iola, l’altra protagonista, è anche lei una donna che porta abiti maschili, e vedendo un uomo ferito decide di portarlo a casa sua per curarlo. Una volta rimasti soli Iola cederà alle avance dell’uomo:

Unconsciously (16) she yielded to the persuasive clasp of his arms, until she rested, almost fainting, on his breast, and felt the throbbing of his heart, and his warm breath on her cheek. Their love sought no expression in words. But, the woman, whose free heart had been little curbed by the conventionalities of artificial society, let her arms glide about his neck, as was most natural that she should, and clasped him closer and closer until their lips met. Thus, lip to lip they drank in the first incense of mutual love. (17)

Dopo il 1880, le eroine vestono panni maschili, ricorrono alla violenza non solo per difendersi, usano armi e, a volte, si comportano come uomini, e iniziano anche a cedere alle passioni fisiche. Nonostante questo non perdono del tutto il loro lato femminile.
Edward Wheeler inventò numerose affascinanti eroine della frontiera tra cui Hurrcane Nell, Wild Ednae e Phantom Moll. Inoltre fu Wheeler che rese famosa Calamity Jane raccontando le sue gesta, se pur romanzate, in numerose dime novel.
Hurricane Nell, pubblicata per la prima volta nel 1878, all’inizio della storia è una donna in difficoltà, vittima della crudeltà di Bob Woolf che ha incendiato la sua casa uccidendo i suoi genitori. Nell giura vendetta, e riappare dopo anni indossando abiti da uomo nella città mineraria di Pike Peak. Nell è diventata una donna fortissima, e quando diviene la guida di un avvocato di Philadelphia, prima cattura un cavalo selvaggio per lui e poi lo salva dall’attacco di tre indiani uccidendoli con il suo fucile. Nonostante la sua incredibile forza Nell viene descritta come una donna bellissima e sensuale, con uno sguardo languido e pieno di passione.
In una altra dime novel di Edward Wheeler, Old Avalanche, The Great Annihilator; or Wild Edna, the Girl Brigand la protagonista è un’altra donna Edna. Edna è una donna forte al punto di diventerà il capo di una banda di banditi.
Hurricane Nell
Nonostante la sua forza non perde la sua fragilità femminile in lei vi è a (18) vacant spot in her pure virgin heart (19). Edna è un altro esempio di donna della frontiera in cui convivono sia il cuore di una donna, ma anche la forza di un uomo.
Le donne del West non solo potevano comportarsi come uomini, ma potevano anche fare affari come se fossero uomini. In Deadwood Dick compare il personaggio di Shian Sall una donna che è la proprietaria del Saloon Eureka. Shian confessa di bere, dire parolacce e scommettere. Il personaggio di Shian è frutto dell’immaginazione di Wheeler, ma nel west era frequente trovare donne che erano realmente a capo di saloon. Mattie Silks si vantava di non essere mai stata un a prostituta e di essere al tempo stesso la più giovane madame nel West. Alla tenera età di 19 anni, essa fu probabilmente la più giovane madame di successo che Denver avesse mai conosciuto. Ma Mattie non era sola nella sua professione. Un uomo di Denver descrisse la scena in Holladay Street, dove si trovavano la maggior parte delle donnine: “Gli uomini bevevano tranquillamente e le donne avevano ciò su cui essi potevano mettere le mani.” Una delle madames di Denver di maggior successo negli anni 1880 fu Jennie Rogers. Quando sorprese il suo amante, Jack Wood, tra le braccia di un’altra donna, Jennie gli sparò. Disse che gli aveva sparato perché lo amava, e quel che è certo quando Jack guarì, lei lo sposò (20). Le donne che fecero fortuna con i saloon e le case di piacere furono molto numerose, nel Wyoming erano molte e soprattutto talmente tanto ricche che riuscirono ad ottenere il diritto di voto nel 1869.
Nelle dime novel fu possibile creare personaggi femminili così spregiudicati perché nel West queste donne, se pur non romantiche o bellissime come quelle dei romanzi, esistevano realmente. Nell’Europa dell’Ottocento sarebbe stato impensabile scrivere, leggere, e permettere alle proprie figlie di leggere, di donne che bevevano, fumavano bestemmiavano e si comportavano in tutto e per tutto come uomini. La difficolta della vita alla frontiera aveva fatto si che le donne, per sopravvivere, dovettero adeguarsi alla durezza della vita alla frontiera. Alcune signore non eccellevano in moralità, ma virtualmente tutte dimostrarono grande coraggio e affrontarono i pericoli e le incertezze della vita della frontiera.
Sia che la si chiamasse Madame o Ma’am, Señorita o Squaw, una donna doveva avere fegato per sopravvivere nel West. Il “sesso debole” incontrò ostacoli selvaggi, brutali e sgradevoli. Nonostante queste avversità, o forse a causa di esse, la frontiera Americana attirò legioni di donne anticonformiste, fuori dal branco, solitarie, eccentriche e avventuriere. Sia tra i nativi che tra i coloni c’erano quantità di donne burbere che non avevano paura di mescolarsi con uomini o bestie. Furono queste donne ad ispirare la maggior parte delle protagoniste femminili delle dime novel.
Le dime novel portarono un cambiamento fondamentale nella visione degli eroi. Prima di queste gli eroi erano uomini puri e dai nobili principi, con le dime novel gli eroi iniziano a vivere ai limiti della legge, se non addirittura al di fuori da essa. Questo cambiamento avvenne a seguito del cambiamento dei “cattivi” delle storie. Infatti nelle dime novel molto spesso la legge era controllata da uomini malvagi e senza scrupoli, che invece di amministrarla nel migliore dei modi, la piegavano ai loro interessi. Per questo gli eroi non potevano essere dalla parte della legge, ma a volte erano costretti a combatterla. Gli “eroi fuorilegge” erano in grado di risolvere in modo fantasioso i conflitti che la nuova società che si stava sviluppando rendeva insolubili.
Per le protagoniste donne questo cambiamento fu ancora più drastico e visibile. L’eroina dei libri si trasformò da una donna fragile, pura, beneducata e in cerca di marito in una amazzone.

CONTINUA

NOTE

  1. McLaird J. D., Calamity Jane: The Woman and the Legend, University of Oklahoma Press, Norman, 2005.
  2. Shelley Armitage, Rawhide Heroines: The Evolution of the Cowgirl and the Myth of America, in Sam B. Girgus (a cura di), The American Self. Myth, Ideology, and Popular Culture, Albuquerque, University of New Mexico Press, 1981, pp. 170-171
  3. D.H. Lawrence, Classici americani , Adelphi edizioni integrali, Milano, 2009
  4. Durante la mia cattività con gli indiani, mia moglie, disperata all’idea di non vedermi mai più, pensando che gli indiani mi avessero ammazzato, oppressa dalle sofferenze del paese, e in lutto per me, la sua unica fonte di felicità fu che prima del mio ritorno, aveva trasportato la mia famiglia e i miei beni, su dei cavali, attraverso la natura selvaggia e in mezzo a una moltitudine di pericoli, a casa di suo padre in Nord Carolina.
  5. S.W. Smith, Frontier Androgyny: An Archetypal Female Hero in The Adventures of Daniel Boone, Journal of American Studies ,Vol. 44, No. 2 ,Maggio 2010, p. 273
  6. S.W. Smith, Frontier Androgyny: An Archetypal Female Hero in The Adventures of Daniel Boone pp.274-275
  7. G. Duby, A History of Private Life: Passions of the Renaissance, Harvard University press, 2003, p.113
  8. Pensi che potrei permettere alle papere e ai tacchini dei coloni di prendere in giro il mio uccellino selvaggio? Pensi che potrei vivere separato da lei per qualche anno o per qualche mese? Lei è sufficientemente raffinata, e nessuno può educarla meglio di suo marito.
  9. H. Nash Smith, The Dime Novel Heroine, Southwest Review Vol. 34, No. 2 , 1949, p. 183
  10. Il suo cervello e la sua volontà fanno si che le sia perdonata la mancanza di educazione
  11. H. Nash Smith, The Dime Novel Heroine, p. 183
  12. Chiunque non fosse a conoscenza della sua storia, avrebbe potuto supporre che lei aesse passato tutta la sua vita in mezzo ai selvaggi.
  13. N. W. Yates, Gender and Genre: An Introduction to Women Writers of Formula Westerns, 1900-1950, Albuquerque: University of New Mexico Press, 1995,p. 9.
  14. Il pollice e l’indice maestosi, hanno funzionato come se fossero magici.
  15. H. Nash Smith, The Dime Novel Heroine, Southwest Review Vol. 34, No. 2 , 1949, p.184.
  16. Inconsciamente si lasciò andare tra le sue braccia, finchè quasi svenuta si appoggiò sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore e sentendo il suo respiro caldo sulla sua guancia, il loro amore non aveva bisogno di esprimersi a parole. Ma il cuore della donna che non er mai stato fermato dalle convenzioni di una società artificiale, lasciò che le sue mani scivolassero intorno al so collo, nel modo più natrale possibile. Lo strinse a se sempre più vicino finchè le loro labbra non si incontrarono. Così labbra contro labbra assaporarono il primo incenso del loro reciproco amore.
  17. H. Nash Smith, The Dime Novel Heroine, Southwest Review ,184-185
  18. Un punto vuoto nel suo puro e vergine cuore