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Storia dei popoli del Nord-America – 4

A cura di Claudio Ursella
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 (ultima).


LE LINGUE, I POPOLI

Assumendo come lecita e non totalmente infondata l’ipotesi fin qui esposta, circa le vie seguite da popoli linguisticamente affini, nel processo di migrazione in Nord America, è possibile accendere una tenue luce sul passato più remoto dei popoli nativi storici, individuando intorno alle principali famiglie linguistiche, i diversi gruppi che alla fine del Pleistocene diedero vita al processo di colonizzazione del Nord america. Un passo ulteriore potrebbe essere quello di avanzare altre ipotesi sulla successione con cui questi popoli si sono avvicendati nel corso di questa migrazione.
Per avanzare tali ipotesi è possibile affidarsi a tre criteri già precedentemente accennati, quello del maggiore o minore grado di differenziazione all’interno di una stessa grande famiglia linguistica, quello della maggiore o minore unità territoriale, dei gruppi appartenenti ad una stessa grande famiglia linguistica, e quello di un posizionamento geografico più o meno settentrionale. Postulando che un maggior grado di differenziazione linguistica e frammentazione territoriale, siano conseguenza di una più remota divisione di gruppi umani affini, e che un loro posizionamento geografico settentrionale, sia conseguenza di un arrivo più recente, è possibile immaginare una successione di ondate migratorie, senza per questo tentare di definire le date certe con cui questa successione è avvenuta.


Una mappa linguistica degli indiani americani – clicca per INGRANDIRE

Seguendo questa ipotesi possiamo passare in esame i diversi grandi aggregati linguistici, a partire da quelli più divisi e frammentati, e il cui riconoscimento è più discusso, prendendo in considerazione in primo luogo l’area di popolamento occidentale.

La famiglia linguistica Hoka

Tra le intuizioni più rilevanti e più discusse di Sapir, c’è quella riguardante la costituzione del gruppo linguistico Hoka, che raccoglie gli idiomi parlati da tribù stanziate nelle zone marginali della valle californiana (Palahinihan, Yana, Shasta, Karok, Chimarico, Washo, Pomo, Esselen, Salinan), della bassa valle del fiume Colorado e del sud della Califonia (Yuman), della Baja California settentrionale (Cochimi), del Messico settentrionale (Seri) e centrale (Chontal); pur con alcuni distinguo, riguardante in particolare la lingua dei Seri, l’esistenza di un gruppo linguistico Hoka è ormai considerato un dato acquisito. Non condivisa e non provata, è l’appartenenza al gruppo Hoka dei dialetti genericamente definiti Coahuiltechi (Cotoname, Comecrudo ecc.), oggi estinti, ma parlati un tempo in una vasta regione compresa tra il Texas meridionale e le zone settentrionali delle province messicane di Coahuilla, Nueva Leon, Tamaulipas; oggi non è nemmeno certo che quest popoli parlasssero lingue affini, ma volendo accettare una loro relazione con le lingue Hoka, tutto l’insieme è stato definito sotto l’unica denominazione di Hokalteco, anche se tale definizione è al momento incerta e discutibile. Le lingue Coahuiltec, seppur esse possono essere considerate collettivamente, rimangono un mistero, così come la lingua dei Karankawa, che vivevano sulle coste del Texas e che forse ha una relazione con le lingue Coahuiltec.


Indiani della California

Considerate un tempo gruppi isolate, le lingue oggi ricondotte al gruppo Hoka, sono fortemente differenziate, e l’individuazione di una comune origine, rimanda ad un epoca molto lontana, certo alcune migliaia di anni prima dell’era cristiana, mentre la distribuzione piuttosto frammentata, può far pensare che in tempi remoti gli antenati dei popoli Hoka, si siano diffusi dalla California fino al Messico centrale e settentrionale, e che successive immigrazioni di altri popoli, li abbiano spinti ai margini di tale regione, isolandoli l’uno dall’altro e favorendo i processi di differenziazione. Per queste e altre considerazioni, molti studiosi ipotizzano che gli Hoka siano gli eredi dei primi gruppi che alla fine del pleistocene, si spinsero in America attraverso la via occidentale, che si snodava dalle sorgenti dello Yukon al bacino del Columbia.
Ancor più antica potrebbe essere la presenza di alcuni popoli e lingue, che si è tentato di collegare al al gruppo Hoka (Yuki, Waicuru, Pericu, Chumash), la cui collocazione geografica, particolarmente periferica nel caso dei Waicuri e Pericu, e la cui mancanza di relazioni con altri gruppi, possono indurre l’ipotesi che si tratti di gruppi residui dei più antichi stanziamenti nel continente, precedenti all’arrivo delle genti di lingua Hoka.
Nel complesso è possibile ipotizzare che le genti Hoka, e i gruppi ad esso collegati, siano forse i più antichi abitanti della California e delle regioni sud occidentali, anche se è impossibile datare con precisione l’epoca del loro stanziamento.
In epoca storica tutti questio gruppi vivevano in piccole comunità, con un modello di sussistenza basato su caccia pesca e raccolta, forse non troppo diverso da quello dei loro antenati.

La famiglia linguistica Macropenutian

Analogamente alla grande famiglia Hoka, anche le lingue Penutian, sono state considerate per lungo tempo come gruppi isolati, anche se ormai è da tutti accertata l’esistenza di un gruppo linguistico Penutian, mancando l’accordo solo sulla sua effettiva estensione.
Il primo riconoscimento di una relazione linguistica ha riguardato quattro lingue e relativi dialetti, parlati nella valle della California, nei bacini dei fiumi Sacramento e San Joaquin (Utian, Wintuan, Maiduan. Yokutian); successivamente a questo primo nucleo sono state aggiunte tre lingue parlate lungo le coste dell’Oregon (Yakonan, Siuslaw, Koosan) e le diverse lingue del Plateau (Shahaptian, Cayuse, Molala, Lutuam), diffuse sull’alto corso del Klamat river, nell’angolo nord orientale della California e nella zone di confine tra gli attuali stati di Washington, Oregon, Idaho; più incerta l’attrbuzione a questa grande famiglia del Takelma parlato nell’Oregon meridionale e del Kalapooya, sempre in Oregon nella valle del Willamete, lingue a volte considerate tra loro collegate; c’è poi il Chinook, lungo il basso corso del Columbia e infine il gruppo geograficamente isolato degli Tsimshian, la cui lingua era parlato nel bacino del fiume Skeena, nella British Columbia. Alcuni studiosi avanzano anche l’ipotesi di un collegamento con lo Zuni del New Mexico, ipotesi che però al momento non ha trovato ne riscontri obbiettivi, ne molti sostenitori.
Rispetto alle genti parlanti le lingue Macropenutian è abbastanza condivisa l’ipotesi che il gruppo californiano, considerato il più omogeneo, abbia raggiunto le sue sedi storiche in tempi relativamente recenti, e sicuramente successivi allo stanziamento Hoka, probabilmente intorno al 2.000 a.C. Forse portatori di una più avanzata tecnologia, i popoli Penutian occuparono le terre migliori, le valli fluviali e la baia di San Fancisco, spingendo ai margini gli Hoka e favorendo così il loro successivo isolamento e frazionamento. Se come è probabile i gruppi californiani provenivano da nord, dalle regioni del Columbia e dell’Oregon, questo fu probabilmente il centro di diffusione delle lingue Macropenutian, e in questa regione è possibile ipotizzare uno stanziamento degli antenati delle genti Penutian, in epoca poco successiva all’occupazione della California da parte dei popoli di lingua Hoka.


Indiani di ceppo linguistico Penutian

In questa regione i diversi gruppi Penutian dovettero vivere in relativo isolamento, divisi in quattro zone, ognuna economicamente autosufficiente, al punto da non obbligare a grandi spostamenti per la sopravvivenza. La geografia della regione ci indica una zona costiera (Koosan, Siuslaw, Yakonan), la valle del Willamete (Kalapooyan, Takelma), il basso corso del Columbia fino a The Dalles (Chinook), e il corso del Columbia e dei suoi affluenti ad est di questa località (Plateau); va segnalato che queste due ultime aree lungo il fiume Columbia, costituirono per lungo tempo due zone diverse, caratterizzate da diverse opportunità economiche, in particolare dalla risalita o meno dei salmoni in primavera. Tale fenomeno fondamentale per l’economia dei popoli che vivevano lungo il fiume, pare si sia interrotto intorno al 6.000 a.C., quando in seguito ad un abbassamento del livello delle acque, dovuto forse a cambiamenti climatici, nella zona di Celillo falls si produsse un tale dislivello da impedire ai salmoni di risalire il fiume; fu così che nel corso del tempo i popoli a valle, di lingua Chinook, continuarono in uno stile di vita sedentario incentrato sul fiume, mentre a monte, gli antenati dei gruppi del Plateau, furono obbligati a modificare i loro usi verso uno stile di vita seminomade ed una maggiore dipendenza dalla caccia e dalla raccolta. Intorno al 1.260 d.C. una frana permise una riduzione del dislivello, riaprendo la via ai salmoni e offrendo anche agli abitanti dell’interno le ricche risorse della pesca, ma nel frattempo i due gruppi che vivevano lungo il Columbia avevano da tempo cessato di mantenere relazioni, e preso strade diverse, anche nell’evoluzione della lingua. Forse questo stesso apocalittico evento può spiegare la presenza a nord del gruppo Tsimshian, di cui si sa solo che intorno al 1.000 a.C. era giunto nel bacino del fiume Skeena in British Columbia, ma di cui non conosciamo in alcun modo le vicende. Più difficile è spiegare in questo schema l’eventuale appartenenza dello Zuni alla famiglia Macropenutian, a meno di ipotizzare una separazione di questo gruppo in tempi ancor più remoti e un suo lungo e lento cammino verso le terre del New Mexico, dove sicuramente gli Zuni risiedevano da tempi antichissimi.
Dal punto di vista culturale, i popoli di questo gruppo diedero vita a diversi adattamenti culturali, tanti quanti erano gli ambienti da essi occupati, dalle fertili terre californiane, alle fredde costa della Columbia Britannica, dalla ricca foce del Columbia, alle vallate delle Rocky Mountains, dimostrando una grande capacità di adattamento, e di utilizzo delle risorse disponibili, vegetali selvatici, mammiferi marini o il salmone che risaliva i fiumi, fino al bisonte, che una volta ottenuto il cavallo, alcuni di questi gruppi cacciavano spingendosi fin nelle lontane Grandi Praterie. Così se alcuni gruppi, come quelli della California rimasero ad un livello di cultura e sussistenza piuttosto semplice, altri, come i Chinook e gli Tsimshian, lungo la costa del Pacifico diedero vita a complesse società basate sulla sedentarietà, la pesca e il commercio, mentre altri ancora, come i Cayuse e i Palouse, eccelsero nell’allevamento dei cavalli e assunsero molti elementi culturali caratteristici dei nomadi delle Grandi Pianure, compreso il valore bellico, di cui i Nez Percè diedero ampia dimostrazione, sotto la guida di capo Giuseppe.

La famiglia linguistica Uto Azteco Tano

A differenza delle grandi famiglie linguistiche Hoka e Macropenutian, la cui esistenza ed estensione è ancora oggetto di discussione da parte di molti studiosi, molto minori sono i dubbi circa le effettive relazioni tra le lingue riconducibili alla grande famiglia Uto Azteco Tanoan, diffusa in gran parte dell’ovest del Nord America e del nord del Messico.
Già alla metà dell’800 fu riconosciuta la relazione tra le lingue native parlate in una vasta regione, con centro nella zona del Great Basin, ed estesa dalle Rocky Mountains alla California meridonale. All’inizio del ‘900 gli studi di Kroeber, poi quelli di Sapir, dimostrarono incontestabilmente che questo gruppo di lingue, definito Shoshonean, dal nome della principale tribù del gruppo, era chiaramente collegato ad un altro gruppo di lingue e dialetti, parlato in Sonora e nel nord ovest del Messico, a sua volta collegato alla lingua ampiamente documentata degli Aztechi, i dominatori del Messico centrale, vinti e sottomessi nella drammatica impresa di Luis Cortez.
In tempi storici quindi, il gruppo Uto Azteco era suddiviso in due grandi aree, ognuna rappresentata da molte lingue e dialetti: l’area Shoshonean del nord, con le lingue Hopi (nord dell’Arizona), Tubatulabal (valle del fiume Kern, California meridionale), Numic centrale (dalla Death valley e Owens valley in California, attraverso il Nevada centrale e il sud dell’Idaho, fino alle pianure del Wyoming e con un gruppo distaccato nel Texas), Numic meridionale (dal sud della California fino alle Montagne Rocciose del Colorado), Numic occidentale (dalla zona del lago Tahoe in California fino all’Oregon e all’Idaho meridionale), e infine il Takic e il Cupan (Califonia medionale).


Una famiglia di Atzechi

Il secondo gruppo, meridionale, era diffuso principalmente in Messico con il Tepiman (dal fiume Gila in Arizona verso sud nel Messico nord occidentale), il Taracahitic (Messico nord occidentale), il Cora Azteco (Messico centrale). In tempi storici i due sottogruppi Uto Aztechi erano geograficamente divisi dagli stanziamenti recenti di genti Atapaskan, ma è molto probabile che prima che questi giungessero a sud nel XV secolo, tutta la regione che si estende dal Grande Bacino, fino al Messico centrale, fosse abitato da genti Uto Azteche. A queste lingue storicamente documentate vanno probabilmente aggiunte le lingue sconosciute di popoli del Messico settentrionale ormai estinti. e di cui ci sono rimasti solo i nomi (Toboso, Gocoyome, Lagunero ecc…) e poche e scarne notizie, e che oggi gli studiosi credono appartenere alla famiglia Uto Azteca
Il collegamento alla grande famiglia Uto Azteca, delle lingue Tanoan e Kiowa, individuato dal Sapir, è oggi sostanzialmente accettato, anche se tale collegamento è certo più remoto. In tempi storici Tanoan e Kiowa, vivevano come gruppi separati, il primo nella alta valle del Rio Grande, il secondo nelle Grandi Pianure meridionali, ognuno con culture completamente diverse e senza alcuna relazione tra loro, nemmeno nel passato più recente: i gruppi Tanoan infatti prima di stanziarsi nella valle del Rio Grande, risiedevano nella regione dei Four Corners (Utah, Colorado, Arizona, New Mexico), mentre i Kiowa prma di migrare nelle pianure meridionali, vivevano molto più a nord, alle sorgenti del Missouri. Anche per questa mancanza di rapporti recenti, le lingue dei due gruppi divergono assai più di quanto accade fra le diverse lingue Uto Azteche. Al gruppo Tanoan è forse possibile riferire anche alcuni popoli della media valle del Rio Grande e i misteriosi Jumano del Pecos, scomparsi alla fine del ‘600, ma la cui lingua forse era affine a quella dei popoli dell’alto Rio Grande.
In generale è possibile affermare che la grande famiglia linguistica Uto Azteco Tanoan, rispetto a quelle Hoka e Macropenutian, si presenta come una realtà più uniforme e omogenea, anche dal punto di vista della distribuzione territoriale, cosa che può far ritenere più recente l’inizio del processo di differenziazione da una unità linguistica originaria.
Probabilmente gli antenati delle genti Uto Azteca e Tano Kiowa, giunsero nell’ovest del Nord America in epoca successiva agli Hoka e ai Penutian, quando questi erano già insediati nella valle californiana, regione dalla quale gli Uto Aztechi sono totalmente assenti. E’ quindi possibile ipotizzare che gruppi umani giunti nel nuovo continente attraverso la Cordigliera e il corridoio occidentale, abbiano poi proseguito verso sud lungo le pendici orientali della Sierra Nevada, stanziandosi in tutta la vasta regione oggi semidesertica del Grwat Basin, ma che un tempo era occupata dai resti da un gran numero di piccoli bacini, residui dei grandi laghi di epoca glaciale, e in cui quindi acqua e risorse alimentari erano più abbondanti.
Gli antenati dei Kiowa Tanoan, furono probabilmente l’avanguardia di tale colonizzazione dell’area, ma certamente essi divisero ad un certo punto in seguito al progressivo modificarsi delle condizioni climatiche, al ritrarsi dei grandi laghi e al ridursi delle risorse idriche. La divisione del gruppo Kiowa Tanoan, avvenne quasi certamente migliaia di anni fa, in una qualche zona del Great Basin, tra l’Utah e il Nevada, accompagnando forse i cambiamenti climatici che lentamente trasformavano le foreste e le praterie della fine del Pleistocene, nelle zone desertiche di oggi. E’ probabile che gli antenati dei Kiowa si siano spostati verso nord, fino alle terre dell’alto Missouri, alla ricerca di ambienti in cui perpetuare lo stile di vita arcaico, basato sulla caccia di grandi mammiferi, mentre gli antenati dei Tanoan, si adattarono alle nuove condizioni climatiche, contribuendo al formarsi di quella “cultura del deserto”, da cui si sviluppò la cultura agricola degli Anasazi, di cui i gruppi Tanoan storici furono gli eredi. Dopo la crisi di della cultura Anasazi, tra il XIV e il XV secolo, i Tanoan si spostarono a sud, lungo il corso del Rio Grande, portandovi il loro modello di vita sedentario e agricolo, che in qualche modo ancora sopravvive negli attuali Pueblo del New Mexico.
Gli Uto Aztechi, la cui venuta nella regione fu probabilmente di poco successiva, vissero nella stessa area a est della Sierra Nevada fino ai tempi storici, ma si espansero verso sud fino al Messico settentrionale e centrale, a ovest raggiungendo le Rocky Mountains e le pianure del Wyoming e dell’alto Missouri, a est la California meridionale e la costa del Pacifico. Durante la loro espansione, modificarono il loro stile di vita in relazione all’ambiente, dando vita a modelli culturali diversi, dai poveri raccoglitori del Grande Bacino, alle culture agricole del Messico settentrionale, fino ai bellicosi Comanche delle pianure, e agli Aztechi, i guerrieri mercenari che si imposero come dominatori del Centro America. Tali migrazioni sembrano relativamente recenti, e sembra che dal Messico settentrionale i popoli di lingua Uto Azteca si spinsero a sud nei primi secoli dell’era cristiana; degli Aztechi, sappiamo che solo alla metà del XII secolo giunsero nelle terre che più tardi avrebbero dominato, e mentre da secoli il Messico era sede di culture avanzate e complesse, essi all’epoca erano un popolo nomade, con una predisposizione alla guerra e alla attività predatoria che poi li avrebbe portati ad imporsi su tutti i popoli del Messico centrale. Questo ulteriore elemento non può che confermare l’ipotesi che le genti di lingua Uto Azteca fossero ancora coinvolte in un costante movimento migratorio verso sud, solo poco prima della scoperta dell’America da parte degli Europei.
In tempi relativamente recenti, tra il XIII e il XV secolo d.C, l’unità geografica dei popoli di lingua Uto Azteca, che andava dal Great Basin al Messico, fu spezzata dall’arrivo delle popolazioni di lingua Atapaskan, che si insediarono nel sud ovest degli attuali Stati Uniti, dividendo il gruppo settentrionale da quello messicano. Altri cambiamenti avvennero in epoca storica, quando in seguito all’acquisizione del cavallo i Kiowa si spostarono dalle loro sedi alle sorgenti del Missouri alle praterie meridionali, così come fecero gruppi di Shoshone, poi conosciuti come Comanche, che dal Wyoming e dall’alto Missouri, raggiunsero il Texas. Kiowa e Comanche divennero così nomadi cacciatori di bisonti, rappresentanti della cultura delle Grandi Pianure.

L’area linguistica Mosan

Per completare il quadro delle famiglie linguistiche presenti nell’area di popolamento occidentale, non rimangono che alcuni gruppi che è difficile considerare linguisticamente affini, anche se la contiguità territoriale e i frequenti contatti hanno forse prodotto una qualche contaminazione linguistica. Il principale tra questi gruppi è quello Salishan, il cui cuore geografico è nella vasta area compresa tra Puget Sound (stato di Washington) e le Rocky Mountains, ma è diffuso lungo tutta la costa, dalla British Columbia fino a sud della foce del fiume Columbia; i dialetti Salishan sono divisi in due gruppi, della Costa e dell’Interno, con poche differenze. Come gli Uto Aztechi, i Salishan occuparono un area geograficamente omogenea e le loro lingue sono evidentemente affini, elementi questi che inducono a pensare ad un loro stanziamento nella regione relativamente recente. Marginale è invece la diffusione delle lingue Wakashan, lungo la costa occidentale dell’isola di Vancouver, nella zona di capo Flattery (Washington) e sulla coste meridionale della British Columbia. Addirittura residuali possono essere definite le lingue del gruppo Chemakuan, parlate in due piccole aree della Olimpic Peninsula nello stato di Wahington. Sapir ed altri studiosi hanno ipotizzato che questi tre gruppi fossero collegati in una grande famiglia linguistica Mosan, ma oggi questa ipotesi ha poco credito, e più che di grande famiglia si preferisce parlare di area linguistica, sottolineando il fattore della contiguità geografica e culturale come spiegazione delle eventuali affinità.
Sempre secondo Sapir, il gruppo Mosan era remotamente collegato al gruppo linguistico Algonchino, attraverso la lingua dei Kootenay, parlata su entrambi i versanti delle Montagne Rocciose, nella zona di confine tra British Columbia, Alberta, Montana, Idaho e Washington; anche l’ipotesi di una connessione tra lingue Mosan e Algonchine è ormai tramontata, anche se rimane forte la possibilità di lontane relazioni tra il Salishan e il Kootenay. Rinunciando alla teoria di una grande famiglia Mosan, non rimane che ipotizzare che gli antenati dei Chemakuan, Wakashan, Salishan e Kootenay, giunsero nella regione in epoche diverse, forse seguendo itinerari diversi e che non fecero parte di uno stesso flusso migratorio. Ciò che è certo è che il cuore della diffusione dei Salishan fu nelle regioni dell’interno, da cui essi avrebbero raggiunto la costa discendendo il corso dei fiumi, inserendosi tra le popolazioni Wakashan e Chemakuan di precedente stanziamento.


Indiani di ceppo Salishian

Altrettanto certo è che i Kootenay, stanziati immediatamente a est dei Salish, occuparono fino ai tempi storici, anche le pianure a est delle Montagne Rocciose; ammettendo una lontana relazione tra Salishan e Kootenay, possiamo ipotizzare che gli antenati di questi due gruppi si siano, spostati da una comune regione a nord, lungo vie diverse, i primi attraverso il corridoio della Cordigliera, i secondi a est lungo il corridoio del Mackenzie, fino a raggiungere le pianure dell’Alberta. I Salishan quindi colonizzarono la regione a ovest delle Rocky Mountains, man mano che la regione si liberava dai ghiacci, spostandosi lungo le valli dei fiumi Fraser e Columbia, fino a raggiungere le zone costiere. Tutta questa zona fu fin dai tempi più remoti la sede di una cultura differente rispetto ad altre aree, meno dipendente dai grandi mammiferi e più incentrata sulla pesca e la raccolta di frutti selvatici. Gli antenati dei Kootenay invece, probabilmente migrarono verso sud nelle Grandi Pianure appena liberate dal ghiaccio, vivendo come cacciatori di grande selvaggina, fin quando il progressivo ridursi della megafauna rese la sopravvivenza sempre più difficile, ed essi cominciarono a volgere il loro interesse verso le riparate valli montane e quindi verso le regioni a est delle Rocky Mountains, continuando comunque ancora, fino ai tempi storici, a visitare le Grandi Pianure, per cacciarvi il bisonte.
Differente è il caso dei Wakashan e dei Chemakuan, stanziati all’estremità meridionale di quella via della costa, che quasi certamente fu una della strade d’accesso per i popoli che giunsero in America in tempi remoti, prima della fine del Pleistocene; è certo è che quando i Salishan iniziarono a spostarsi nelle zone costiere, questi popoli già vi vivevano ed è molto probabile che essi fossero giunti nella regione in epoche ben più remote.
Come l’area di popolamento occidentale, anche quella orientale vede la presenza di un gran numero di lingue e dialetti, ma in questo caso essi sono quasi tutti riconducibili a due sole grandi famiglie linguistiche, Macroalgonchina e Macrosiouan, riconosciute dalla maggior parte degli studiosi.

La famiglia linguistica Macroalgonquian

La principale di queste grandi famiglie è quella Macroalgonquian, le cui lingue in tempi storici erano parlate in tutta la zona orientale del Nord America, dal Labrador al Golfo del Messico, e i cui gruppi più importanti sono l’Algonquian e il Muskogean; la relazione tra questi due gruppi è stata ipotizzata negli anni ‘60, del ‘900, e pur non accettata da tutti gli studiosi, ha ottenuo un buon riconoscimento; sulla base di questa ipotesi è stata abbandonata la precedente teoriae del Sapir, che considerava il Muskogean imparentato al Siouan.
Ad oggi si ritiene che gli antenati dei popoli Algonquian e Muskogean abbiano popolato le regioni orientali dalla fine del Pleistocene, dividendosi successivamente, quando gli antenati dei popoli Algonquian colonizzarono le terre a nord, nell’area dei Grandui Laghi.
Il gruppo linguistico Algonquian è, insieme all’Atapaskan, quello con la più vasta diffusione in Nord America, le cui lingue erano in uso fino al XVII secolo, lungo la costa Atlantica, dalla Nova Scotia alla North Carolina (Abnaki, Delaware, Powhatan ecc…) , in gran parte del Labrador (Innu), nella zona tra la Baia di Hudson e i Grandi Laghi (Ojibway, Cree, Algonchino ecc…) e a sud di quest’ultimi (Potawatomi, Miami, Kikapoo, Sauk ecc…).
Cuore dell’area Algonquian fu certamente la zona a nord dei Grandi Laghi, da dove essi si spostarono verso sud in tempi recenti, probabilmente a partire dal XIV secolo, durante quella che viene chiamata “piccola età del ghiaccio”, e che durò fino alla metà dell’800; in questo periodo un generale abbassamento della temperatura colpì l’emisfero settentrionale, e la zona a sud della Baia di Hudson, priva di barriere naturali, fu esposta ai rigori delle correnti artiche. Da quell’epoca gruppi Algonchini iniziarono a spostarsi verso sud lungo la costa Atlantica e oltre i Grandi Laghi, forse contribuendo al collasso, nel corso del XV secolo, della cultura dei popoli del Mississipi. Un ulteriore diffussione dei popoli di lingua Algonchina iniziò a partire dal XVII secolo, in conseguenza del generale sommovimento prodotto dall’arrivo dei bianchi e dall’introduzione del commercio di pellicce, cosicchè tribù Algonchine raggiunsero a sud il fiume Tennessee (Shawnee) e a ovest le Montagne Rocciose, dall’alto corso del Saskatchewan a quello dell’Arkansas (Blackfoot, Atsina, Cheyenne, Arapaho).


Algonquinian

E’ ormai accertata la scoperta del Sapir di una remota connessione tra l’Algonquian e le lingue Ritwan, (Yurok, Wiyot) parlate da due piccole tribù della California settentrionale, gruppi probabilmente staccatisi dal corpo prncipale quando esso dimorava ancora nelle praterie del Canada, durante le migrazioni della fine del Pleistocene, e da li spostatosi a ovest, forse lungo la valle del Columbia. Più dubbia è la relazione con l’estinto Beothuk, un tempo parlato nell’isola di Terranova, e forse in tempi ancora più remoti, lungo la costa atlantica dal New England a Terranova, prima che questa regione fosse occupata dagli Algonquian; anche nel caso dei Beothuk, qualora non risultassero provate relazioni con l’Algonquian, rimane in piedi l’ipotesi che essi fossero un gruppo residuale di un più antico flusso migratorio. Algonquian, Ritwan e forse Beothuk, sono riuniti in una aggregazione di lingue nota come Algic.
L’altro importante gruppo linguistico di questa grande famiglia è quello Muskogean, le cui lingue sono parlate dai popoli stanziati a est del basso corso del Mississipi e a sud del fiume Tennessee, con l’esclusione della Florida e del sud della Georgia; diviso a sua volta in un gruppo di lingue orientali (Muskogge, Mikasuki, Alibamu) e in un gruppo occidentale (Choctaw, Chickasaw), il Muskogean costituisce il cuore del gruppo delle lingue del Golfo, di cui fa parte il Natchez (basso corso del Mississipi), e il Tunican (delta e basso corso del Mississipi, coste della Louisiana e del Texas orientale); molto più incerto è l’inserimento in questo gruppo del Golfo delle lingue Timucuan (Florida centrosettentrionale e sud della Georgia), con un gruppo distacato i Alabama (Tawasa), che alcuni studiosi hanno ipotizzato come anello di congiunzione tra Muskogean e Timucuan. Si è anche tentato di inserire nella grandefamiglia Macroalgonquian la lingua dei Tonkawa, del Texas centrale, ma in questo caso l’attribuzione non ha trovato riscontri sufficienti. Anche per i Tonkawa, come forse per i Timucuan, non si può escludere che questi popoli che siano giunti nella regione in epoca molto più remota.
Come già accennato è opinione largamente condivisa che gli antenati dei popoli parlanti lingue Macroalgonquian, siano i più antichi abitatori delle regioni boscose orientali, fin dal tempo in cui i ghiacci coprivano la regione dei Grandi Laghi. Giunti nella regione attravero il corridoio Yukon Mackenzie e le praterie del Canada, questi gruppi si diffusero nell’ambiente vergine delle foreste orientali, dividendosi progressivamente all’epoca del ritiro dei ghiacci, quando molti gruppi iniziarono a spostarsi verso nord, al seguito della selvaggina nei territori liberati dai ghiacci: Questa divisione iniziò probabilmente intorno al V mellennio a.C, e il successivo arrivo di popoli parlanti lingue Macrosiouan (I o II millennio a.C.), che risalendo il corso dell’Ohio si incunearono tra Algonquian e Muskogean, favorì sia la successiva differenziane linguistica, sia una ancor piu evidente differenziazione culturale, con gli Algonquian al nord, legati ad un modello di sussistenza arcaico, fortemente incentrato sulla caccia e parzialmente o totalmente nomade, e i Muskogee a sud, che forse subendo l’influenza dei nuovi venuti Macrosiouan, diedero vita a strutturate e complesse società agricole.
Sia gli uni che gli atri, sarebbero divenuti i protagonisti di una lunga fase della storia del conflitto con gli Europei, dall’inizio del ‘600, fin oltre la metà dell’800, e nel corso di tale periodo un’altra e più repentina migrazione fu imposta ai popoli Muskogean, fin nelle terre a ovest del Mississipi, dove oggi la maggior parte degli appartenenti a queste tribù vive.

La famiglia linguistica Macrosiouan

L’altra grande famiglia linguistica presente nelle regioni orientali è quella Macrosiouan, che raccoglie i gruppi linguistici Siouan, Caddoan, Iroquaian e Yuchian, con il Caddoan e l’Iroquaian tra loro più simili, al punto che taluni studiosi parlano di un unico gruppo Caddo Iroquaian. A questi gruppi linguistici appartengono alcuni tra i popoli che hanno fatto la storia dei conflitti tra bianchi e indiani, come i Dakota, i Cherokee e gli Iroquois, ma oltre che per questa storia recente, questo gruppo è interessante per le vicende del Nord America precolombiano. Stanziati fino al XVI secolo in una vasta zona ininterrotta, che comprendeva gli affluenti occidentali del Mississipi (Caddoan, Siouan), il medio e alto Mississipi (Siouan), il bacino dell’Ohio e il San Lorenzo (Sioua, Iroquaian), il medio corso del Tennessee (Yuchian), i monti Allegheni e il Piedmont della Virginia e della Carolina (Iroquaian e Siouan), i popoli di questa grande famiglia occuparono il cuore della grandi foreste dell’est, dove si svilupparono le prime grandi culture agricole e le prime società stratificate. Le culture Adena, Hopewell che ebbero il loro centro nella valle dell’Ohio, e in quella del Mississipi, che si susseguirono in queste regioni tra il 500 a.C e il 1.400 d.C, possono forse essere il frutto dell’avvicendarsi di questi popoli nella regione, in epoca certamente successiva a quello dei popoli di lingua Macroalgonchino; un arrivo forse relativamente recente, dopo un loro precedente stanziamento nelle zone a ovest del Mississipi, nelle Grandi Pianure. Questa ipotesi di una provenienza occidentale delle genti Macrosiouan, potrebbe sipportare l’ipotesi del Sapir e di altri studiosi, che collegano le lingue Macrosiouan, alla lingua Keresan, parlata da alcune tribù Pueblo dell’alto corso del Rio Grande, nel New Mexico; tale relazione comunque, non ha ancora trovato sufficienti conferme.
In questa famiglia il gruppo Siouan, è quello più importante ed esteso, suddiviso in vari sottogruppi: il gruppo delle lingue Catawba, che comprendeva le lingue parlate dalle tribù stanziate nell’attuale North Carolina, oggi sostanzialmente estinte, ma di cui ci è giunta una qualche documerntazione; un secondo gruppo tra l’alta valle dell’Ohio e il Piedmont della Virginia, lingue ad oggi totalmente estinte e scarsamente documentate (Tutelo, Moneton, Manhaoac ecc…); un terzo gruppo è il Dhegiha, parlato originariamente nella bassa e media valle dell’Ohio, da tribù che poi si spostarono a ovest del Missouri, dal basso corso del Niobrara fino a quello dell’Arkansas (Poncha, Omaha, Kansa, Osage, Quapaw); il quarto gruppo era il Chiwere, parlato originariamente nella regione tra il lago Michigan e il Mississipi, e in epoca storica suddiviso in diverse aree, nella zona di Green Bay sul lago Michigan (Winnebago), tra il Mississipi e il Missouri (Ioway), sul basso corso del Missouri (Oto, Missouri), sull’alto corso dello stesso fiume (Mandan); c’era quindi il Dakota Assiniboin, inizialmente parlato nella zona dell’alto corso del Mississipi dalle tribù della Confederazione Dakota, successivamente diffuso in tutte le praterie settentrionali, dal Platte al Saskatchewan; infine l’Upsaroka, il più occidentale, originario probabilmente della regione a ovest dell’alto Mississipi, e parlato in tempi storici sull’alto Missouri (Hidatsa) e nella valle dello Yellowstone (Crow); un gruppo Meridionale, costituito dall’Ofo e dal Biloxi e parlato nella zona del basso Mississipi e sulle sponde del Golfo Persico, si è costituito dopo il contatto con i bianchi e l’emigrazione e l’abbandono degli Ofo (o Mosopolea) e dei Biloxi, dell’alta valle dell’Ohio.


Ceppo Siouan

Le lingue Iroquaian sono divise in tre gruppi, Settentrionale, Orientale e Meridionale; il gruppo Settentrionale, parlato dagli Iroquois, Huron ecc.., e quello Orientale, dei Tuscarora e altri gruppi minori, sono piuttosto simili, mentre il gruppo Meridionale, con la lingua parlata dai Cherokee, si diversifica notevolmente.
I popoli di lingua Caddoan un tempo occupavano tutte le praterie orientali a sud del medio corso del Missouri, sono divisi in due gruppi principalli, quello meridionale a sud del basso corso dell’Arkansas (Kaddohadache, Hasinay, Natchitoche), e uno originariamente posto nelle Grandi Pianure centrali, tra il Red River e il Platte. Successivamente all’emigrazione nelle Grandi Pianure di popoli Siouan i Caddo delle Grandio Pianure si divisero in più gruppi, le diverse tribù Wichita sul Red River, i Pawneee nella valle del Platte, dal fiume Loup a nord, fino al Republican a sud, e infine gli Arikare sull’alto Missouri; lalingua degli Arikaree era parlata anche dagli Skidi, un gruppo styoricamente legato ai Pawnee, mentre il gruppo dei Kikhay, che viveva tra il Trinity e il Red River, va considerato intermedio tra i Caddo meridinali e quelli delle Grandi Pianure. Per completare il quadro vanno ricordati gli Adai e gli Eyeish, che vivevano a sud dei Caddo meridionali e le cui poco documentate lingue, sono probabilmente riconducibili al Caddoan.
Lo Yuchian è oggi una lingua estinta, ma fino all’arrivo dei primi bianchi esso era parlato nella zona del medio corso del Tennessee e nella valle del Cumberland, prima che la tribù si dividesse in tre gruppi, che oltre che nella regione originaria, vissero lungo l’alto corso del Savannah e nella Florida settentrionale.
Quasi certamente i popoli parlanti lingue Macrosiouan, giunsero nelle regioni orientali in tempi relativamente recenti, forse poche migliaia di anni prima dell’era cristiana, ed è probabile che in tempi più remoti essi si siano spostati a sud, lungo il corridoio Yukon Mackenzie, fino a raggiungere le Grandi Pianure, occupandole nelle zone a nord del Red River. In questa area ai piedi delle Rocky Mountains, ed in particolare nella regione al confine tra New Mexico, Colorado, Texas, Kansas e Oklahoma, sono stati fatti i primi ritrovamenti di punte di lancia usate dai cacciatori arcaici di megafauna, circa 10.000 anni fa, testimonianze delle culture Clovis, Folsom e Plano; d’altra parte quest’area può aver rappresentato anche il punto di incontro tra diverse influenze culturali, quella autoctona dei cacciatori nomadi di grandi mammiferi, ma anche quella sempre più orientata verso la raccolta di vegetali, tipica delle zone aride occidentali, fino alle influenze messicane, da cui giunsero la conoscenza del mais e forti influssi culturali. E’ probabile che alcune migliaia di anni fa, diversi gruppi abitanti nelle praterie meridionali, verificate le sempre maggiori difficoltà di rifornirsi di selvaggina, abbia iniziato a sperimentare le prime rudimentali pratiche agricole colonizzando le valli degli affluenti occidentali del Mississipi, fino a raggiungere in varie ondate la regione di confluenza tra Mississipi, Missouri, Ohio e Tennessee, dove l’ambiente potrebbe aver favorito lo sviluppo di tali pratiche. Da questa regione potrebbe aver preso le mosse una lenta colonizzazione verso est, lungo le valli dell’Ohio e del Tennessee, incuneandosi tra popoli Algonchini e Muskogee.
Di questo movimento gli Iroquaian furono quasi certamente l’avanguardia, colonizzando le regioni orientali lungo la direttrice del fiume Ohio, fino alle sue sorgenti e ancora oltre, e più a sud lungo il Tennessee, fino ai monti Allegheni meridionali; secondo gli studi di alcuni linguisti, la divisione tra Cherokee, che vivevano alle sorgenti del Tennessee, e il gruppo principale degli Iroquaian, che viveva più a nord, risalirebbe a circa il 1.500 a.C., e a quella data possiamo ipotizzare l’inizio dello spostamento a est degli Iroquaian, da una sede comune nella zona di confluenza tra Mississipi e Ohio. E’ a partire dal 500 a.C. che la valle dell’Ohio diviene centro d’irradiazione della cultura Adena, la prima tra le culture agricole delle regioni orientali, e questo può far legittimamente pensare che furono gli antenati degli Iroquaian a esserne protagonisti; la presenza degli Iroquaian nelle loro sedi storiche è comunque considerata abbastanza recente, e non ci sono prove che essi occuparono le terre intorno ai laghi Ontario e Erie, prima del 1.000 a.C. Gli Iroquaian erano comunque linguisticamente imparentati con i Caddoan, da cui forse si separarono 4 5.000 anni fa, lasciandoli nelle pianure meridionali dove essi ancora vivevano in tempi storici; qui i Caddoan divennero i pionieri dell’agricoltura nelle terre dei bisonti, colonizzando le valli fluviali e costruendo un modello culturale rimasto quasi immutato fino a metà del XIX secolo, quando l’introduzione del cavallo fu il volano per lo sviluppo del nuovo modello culturale basato principalmente sulla caccia al bisonte e il nomadismo.
Diverse furono probabilmente le vicende degli antenati dei Siouan, che forse non raggiunsero mai le pianure meridionali, seguendo invece il corso del Missouri fino alla confluenza con il Mississipi, zona in cui si insediarono, spingendo a est gli Iroquaian lungo la via dell’Ohio; seguendo il corso del fiume gli antenati dei Siouan raggiunsero i monti Allegheni, e di li la costa Atlantica, negli attuali stati del North e South Carolina. Al loro arrivo più recente è forse collegato l’emergere della cultura Hopewell, che elaborò ed estese le innovazioni Adena, estendondone l’influenza fino a tutto il bacino del Mississipi, la costa Atlantica e il Golfo del Messico. La cultura Hopewell si sviluppò a partire dal I secolo a.C., avendo come centro le regioni abitate dai popoli di lingua Siouan, ed interessando anche i gruppi limitrofi, gli Iroquaian stanziati a est, i Muskogean a sud, e i Caddoan a ovest del Mississipi, venendo poi sostituita a partire dal X secolo dalla cultura del Mississipi, con forti analogie con le culture mesoamericane, che ebbe il suo centro fra i popoli Siouan stanziati sul medio Mississipi, ma si estese verso est fino ai monti Allegheni e a ovest fino alle praterie orientali.
Alla vigilia dell’incontro con i bianchi i popoli Siouan erano l’elemento predominante nelle terre boscose orientali, organizzati in confederazioni intorno ad importanti centri rituali, con una società complessa e stratificata, erano stati gli artefici di un modello che si era esteso anche ai loro vicini meridionali, ma che all’inizio del XV secolo giunse al collasso per ragioni ancora non totalmente chiarite. Della cultura dei popoli del Mississipi rimasero limitate testimonianze ancora fino all’inizio del XVIII secolo, fra Muskogean del sud est e soprattutto fra i Natchez del basso Mississipi, oltre che presso i gruppi meridionali Caddoan, mentre per i Siouan iniziava un nuovo periodo di migrazioni e della loro presenza nella valle dell’Ohio per più di due secoli non rimase traccia. A partire dalla fine del XV secolo, prima la crisi dei grandi centri rituali sul Mississipi, poi l’aggressività della Lega Iroquois scatenata nella competizione per il controllo del mercato delle pellicce, infine l’introduzione del cavallo che offriva nuove opportunità di sfruttamento delle vaste praterie occidentali, indussero i popoli Siouan a spostarsi a ovest, dando vita ad un nuovo processo migratorio che li avrebbe portati a colonizzare gran parte delle praterie, dal Saskatchewan all’Arkansas.
Quasi impossibile provare a fare ipotesi sulle vicende più antiche degli Yuchi, scomparsi già all’inizio del XVIII secolo, e di sappiamo solo che al tempo del contatto alla metà del ‘500, quando la spedizione di Hernando de Soto visitù le terre da loro abitate, erano un popolo potente, con una società complessa e forte propensione bellica; la stessa aggressività registrata in epoca successiva, quando gli Yuchi si divisero per raggiungere la Florida e il fiume Savannah, combattendo sia contro i colonizzatori europei che altri gruppi tribali, fino giungere all’estinzione.

Con le ultime due grandi famiglie linguistiche del Nord America, la Na Dene e la Eskimo Aleutina, giungiamo all’ultima delle grandi aree di popolamento, quella settentrionale, comprensiva dell’Alaska e di gran parte del Canada, tra la Baia di Hudson e la costa del Pacifico, oltre che di tutte le terre artiche, compresa la Groellandia e le coste settentrionali del Labrador. Quasi totalmente coperta dai ghiacci fino alla fine del Pleistocene, questa regione è ancora oggi tra le più inospitali del continente, e tra i popoli che vi risiedono è forse possibile trovare usi, abitudini e tecnologie che forse rimandano ai tempi delle migrazioni originarie.
D’altra parte questi popoli sono certamente gli ultimi ad aver effettuato il passaggio dall’Asia all’America, e quindi i più lontani dal punto di vista genetico e linguistico, da quei primi colonizzatori da cui forse hanno ereditato alcuni elementi della loro cultura; è ormai quasi certo che questi popoli giunsero in America in due ondate migratorie diverse e successive, rispetto a quelle che popolarono inizialmente il nuovo continente, e tra questi popoli sono più evidenti le affinità linguistiche e somatiche con i popoli asiatici.

La famiglia linguistica Na Dene

In quest’area il gruppo più importante per quanto riguarda la sua diffusione in Nord America è quello che parla lingue e dialetti riconducibili alla famiglia linguistica Na Dene; questa famiglia linguistica, individuata sempre dal Sapir, è incentrata intorno al grande gruppo Atapaskan, diffuso dall’Alaska al Messico, a cui sono collegate in modo più o meno remoto le lingue Eyak e Tlingit, parlate lungo la costa settentrionale del Pacifico e le isole prospicienti. Secondo molti studiosi, le lingue Na Dene sono collegabili alle lingue parlata da alcune tribù ormai quasi estinte della regione del fiume Yennisei, nella Siberia centrale, e attraverso questo collegamento è possibile inserire le lingue Na Dene in una più vasta rete di relazioni che coinvolge le lingue Caucasiche e Sino Tibetane.
Giunti quasi certamente alla fine dell’era glaciale nel nuovo continente, tra gli 8.000 e i 6.000 anni prima dell’era cristiana, gli Atapaskan si diffusero attraverso le valli dello Yukon e del Mackenzie, approfittando del progressivo ritrarsi dei ghiacci dalle vaste pianure a est delle Rocky Mountains e dalle vallate montane a ovest della grande catena, fino ad occupare tutta l’area tra la Baia di Hudson e la catena costiera occidentale. Ad una tale omogeneità territoriale, rimasta sostanzialmente inalterata fino a tempi recenti, fa da contraltare una chiaramente individuabile affinità linguistica, che ha permesso l’immediato riconoscimento di una comune origine, tra popoli che in tempi storici vivevano ai limiti estremi del Nord America. Dalle regioni settenrionali, partire dal IX o X decimo secolo d.C., iniziò infatti un movimento migratorio che portò le genti Atapaskan a colonizzare le terre meridionali, fino al nord del Messico. La presenza di gruppi Atapaskan nel sud della British Columbia (Stuwiamuk), lungo il basso corso del Columbia (Kwalhoquia, Clatskanie), nella zona di confine tra Oregon e California (Tolowa, Umpqua ecc…), fino alla California settentrionale (Hoopa, Kato ecc…), testimoniano di una corrente migratoria occidentale, che dalle sorgenti dello Yukon, attraverso le valli montane e il corso del Columbia portò gli Atapaskan fino in California. Più difficile è trovare le tracce della migrazione che portò gli Atapaskan nelle terre del sud ovest, dal Texas all’Arizona, fino al Messico settentrionale; dalle differenze linguistiche tra le varie tribù che occupavano quest’area e possibile individuare due gruppi principali, uno occidentale (Navaho, Chiricahua, Mescalero ecc…) e uno orientale presente nelle pianure a est delle Rocky Mountains (Jicarilla, Lipan). E’ propabile che entrambi i gruppi originariamente vivessero nella regione del fiume Athabaska, viste le affinità linguistiche con le tribù di quell’area, e che si siano spostati a sud lungo le pendici orientali delle Rocky Mountanis, per poi dividersi una volta giunti nelle praterie del Wyoming.
I gruppi occidentali potrebbero aver valicato i monti, continuando a spostarsi a sud fino alla regione dei Four Corners (Coloradoi, Utah, New Mexico, Arizona), raggiunta forse nel XII e XIII secolo, dove in base alle testimonianze archeologiche della cultura Anasazi, a quell’epoca sembrano fare la loro comparsa bande di nomadi aggressivi e bellicosi. Il movimento migratorio degli Atapaskan, continuò verso sud fino a raggiungere gli stati messicani di Sonora e Chihuahua.


Apache Lipan

Più scarse sono le testimonianze della migrazione che si svolse a est delle Rocky Mountains, anche se è certo che questi gruppi Atapaskan furono gli abitanti delle Grandi Pianure occidentali prima che l’introduzione del cavallo permettesse lo sviluppo della cultura basata sulla caccia al bisonte. Dalle cronache dei primi esploratori Spagnoli e Francesi, sappiamo che gruppi Apache, riconducibili ai Lipan e ai Jicarilla storici, occupavano le pianure occidentali, dal corso del Platte fino al Rio Grande, fino a quando, all’inizio del ‘700, l’invasione dei Comanche non li obbligò a ritirarsi ai margini del loro territorio; un altro gruppo Atapaskan (Kiowa Apache), negli stessi anni era stanziato tra l’alto corso del Missouri e il Saskatchewan, da dove, alla fine del ‘700, insieme ai Kiowa si spostò a sud fino a raggiungere il fiume Canadian, nell’attuale Oklahoma; ancora in tempi recenti i Sarsee, abbandonarono le foreste settentrionali, per spostarsi nelle pianure lungo l’alto corso del North Saskatchewan, dove acqisirono la cultura dei cacciatori di bisonti e divennero alleati dei Blackfoot. Dalle fredde tundre sub artiche, agli aridi deserti del sud ovest, fino alle pianure dei bisonti e alle ricche coste della California, i popoli Atapaskan, tra gli ultimi colonizzatori del continente, sono probabilmente la testimonianza vivente di un processo di adattamento ai più diversi ambienti, simile a quello avvenuto in epoche più remote per tutti i popoli che li avevano preceduti.
Le altre lingue del gruppo Na dene non hanno la stessa diffusione dell’Atapaskan e sono parlate solo lungo la costa settentrionale del Pacifico; probabilmente gli antenati dei popoli Tlingit ed Eyak, giunsero nel nuovo continente nello stesso periodo degli Atapaskan, ma si separarono da essi subito, spostandosi a sud lungo la via costiera. Gli Eyak, un piccolo gruppo che viveva sulle coste dell’Alaska a sud della foce del fiume Copper, sono quelli la cui relazione con gli Atapaskan è più certa, i Tlingit che vivevano più a sud, lungo la costa meridionale dell’Alaska, sono anch’essi ritenuti quasi certamente imparentati con gli Atapaskan. Al gruppo Na Dene era un tempo attribuita anche la lingua degli Haida, parlata sull’arcipelago della Regina Carlotta, ma oggi è quasi certo che queste isole furono colonizzate in tempi molto più remoti, forse più di 10.000 anni fa, quando esse erano ancora collegate alla terraferma, e che quindi gli odierni Haida, pur avendo una cultura simile ai popoli limitrofi, siano etnicamente e linguisticamente diversi.

La famiglia liguistica Eskimo Aleutina

L’ultima delle grandi famiglie linguistiche del Nord America è quella Eskimo Aleutina, il cui gruppo principale, quello Eschimese, comprendente i vari dialetti Inuit, parlati in tutta la zona artica del continente, dal Labrador, alle coste settentrionali dell’Alaska, fino alla Groellandia, e il gruppo minore dei dialetti Yupich, parlati dagli abitanti della costa occidentale dell’Alaska. L’altra lingua, quella Aleutina, era parlata da un piccolo gruppo di tribù che risiedeva sulle isole Aleutine e nella penisola di Alaska. Quasi tutti gli studiosi sono certi di una qualche relazione delle lingue Eskimo Aleutine con quelle Euroasiatiche, ma le opinioni sono divise rispetto all’individuazioni di relazioni precise, e in generale l’Eskimo Aleutino viene assimilato al gruppo Paleosiberiano, una famiglia linguistica che raccoglie alcuni gruppi dell’estremo oriente siberiano, della Manciuria, e del nord del Giappone (Ainu). Ciò che è certo è che i popoli Eschimesi e Aleutini, furono gli ultimi a raggiungere il nuovo continente, non oltre il 6.000, forse solo il 3.000 a.C., e alcuni gruppi eschimesi hanno continuato a mantenere rapporti con le terre asiatiche e a risiedervi stabilmente.


Eskimo

I popoli di lingua eschimese, hanno prodotto modelli culturali assolutamente originali rispetto agli altri popoli del Nord America, i loro contatti con i vicini Atapaskan e Algonquian furono scarsi e abitualmente ostili, quindi usualmente essi non vengono assimilati dal punto di vista etnologico agli altri popoli del continente. Anche le loro vicende storiche sono diverse, dato che la lontananza e soprattutto l’estrema inospitalità dei loro territori, li ha in buona misura salvaguardati dal traumatico impatto con il mondo dei bianchi; ciò purtroppo non è più vero ai giorni nostri, dato che gli interessi delle grandi imprese minerarie oggi non temono di misurarsi con gli ambienti estremi dell’Artico; le imprese minerarie dovranno comunque vedersela con i combattivi Inuit, il cui impergno a difesa della loro terra oggi li fa trovare al fianco dei loro vecchi nemici delle terre del sud.
Diverso il destino dei popoli Aleutini, che venuti a contatto con i mercanti di pelli russi nella seconda metà del ‘700, nel giro di pochi decenni furono decimati dalle malattie, poi dopo alcuni conflitti furono in gran numero impiegati nella Compagnia Russo Americana delle pelliccie, convertiti al cristianesimo ortodosso e costretti a rinunciare a molti aspetti della loro cultura tradizionale.

I popoli Caraibici della Florida meridionale

Un ultima notazione va fatta riguardo ad alcune lingue e dialetti tribali parlati da popoli ormai estinti della Florida meridionale: pur in mancanza di documentazione certa, dalle testimonianze dei primi missionari e colonizzatori Spagnoli pare accertato che questa regione fu abitata da tribù (Ais, Tekesta, Calusa, Mayuca ecc.) che culturalmente e probabilmente anche dal punto di vista linguistico, risultano affini agli abitanti delle vicine isole Caraibiche.


Calusa

Queste isole furono occupate da genti di lingua Taino, provenienti dalle coste del Sud America in tempi relativamente recenti, sicuramente successivi al manifestarsi delle prime culture caratteristiche della Florida meridionale; una eventuale connessione tra genti della Florida meridionale e popoli Caraibici, va quindi eventualmente cercata con quelle genti, come i Guajatebey che occupavano Cuba e le Antille prima dei Taino, e che al tempo di Colombo erano relegate nella parte occidentale dell’isola di Cuba, proprio di fronte alla costa della Florida. Stante l’estinzione sia del Guajatebey che delle genti della Florida, già due secoli dopo il contatto, ogni ipotesi risulta comunque difficile da dimostrare.

Da questa sommaria panoramica, possiamo dedurre che già in epoca remota, quasi certamente dal tempo della migrazione alla fine del Pleistocene, almeno cinque significativi raggruppamenti umani, mossero dalla Beringia, con tempi e modalità diverse, e che tali gruppi umani non avevano relazioni linguistiche con quelli che li avevano preceduti, e che alla fine del Pleistocene avevano già raggiunto le regioni del Sud America, forse lasciando dietro di se piccoli gruppi, alcuni dei quali potrebbero aver mantenuto una propria specificità linguistica, di cui il permanere fino ai tempi storici di lingue isolate e senza relazioni con le grandi famiglie, potrebbe essere testimonianza.
Possiamo quindi supporre che alla fine del Pleistocene il Nord America fosse già abitato da genti parlanti lingue e dialetti riconducibili a quelli storici, che le regioni occidentali, a ovest delle Rocky Mountais, avessero già visto l’arrivo di almeno tre gruppi di popolazioni: quelle di lingua Hoka, stanziatesi nella valle californiana e a sud lungo la costa del Pacifico, fino al Messico; a nord degli Hoka, nel bacino del fiume Columbia, con la tendenza a spingersi a sud nella valle Californiana, le popolazioni di lingua Penutian; a est di questi due gruppi, tra la Sierra Nevada e le Rocky Mountains, le popolazioni del gruppo Uto Azteco Tano, che progressivamente si sarebbero spinte a sud, fino a colonizzare gran parte del Messico. La regione orientale, nello stesso periodo era probabilmente occupata da due gruppi di popolazioni diverse, i Macroalgonchini, nelle regioni forestali a est del Mississipi e a sud dei Grandi Laghi, e i Macrosiouan, nelle pianure centrali, tra il Missouri e il Red River.
Le terre del nord, ancora in gran parte ricoperte dalla coltre glaciale, vedevano il primo apparire degli antenati dei popoli di lingua Na Dene, la cui presenza nel Nuovo Continente non data a prima dell’8.000 a.C.
Questa ricostruzione, certamente difficile da provare e documentare, ma coerente con i dati conosciuti, ci permette di tentare di ricostruire un percorso a ritroso dei popoli e delle tribù storiche, legando in percorso coerente le genti remote che ci hanno lasciato testimonianze della loro esistenza con i primi manufatti litici, ai popoli preistorici che costruirono le prime grandi culture del Nord America, fino alle tribù storiche il cui nome evoca la l’epopea del West.