- www.farwest.it - https://www.farwest.it -

Non solo Colt: le sei colpi fedeli compagne nel west

A cura di Sergio Mura da un lavoro di Marshall Trimble


Fedeli compagne di vita
Chi ha costruito la propria base di conoscenza dei fatti del vecchio e selvaggio west basandosi principalmente sui romanzi “pulp-western” o guardando i famosi “B-western-movies” potrebbe essere portato, accompagnato quasi per mano a ritenere e concludere che il revolver “Colt” fosse l’unica pistola disponibile e utilizzata nel turbolento Far-West.
Le cose, come noi appassionati di Farwest.it ben sappiamo, non stavano esattamente così. Ci sono state numerose e valide eccezioni e noi, qui, proviamo a parlarne.
L’armiere Remington costruì un’ottima “sei colpi” e così fecero altri produttori del calibro di Starr e di Smith & Wesson. E così, tanto per citare un validissimo esempio storico, a volte Wyatt Earp portava con sé una Smith & Wesson nella quale riponeva ampia fiducia.
Uno non propriamente sconosciuto, Frank James, circolava con una “model 1875” di Remington e per non farsi mancar nulla possedeva anche una Smith & Wesson “Schofield” e lo stesso si ricorda del suo esplosivo fratello Jesse James.
Anche il famosissimo Buffalo Bill Cody era un grande estimatore dei revolver e possedeva una Smith & Wesson. Tornando a Jesse James, si sa che oltre alla sua fedelissima Colt e la citata Smith & Wesson viaggiava talvolta con un revolver Starr .44.
L’esercito statunitense era ovviamente molto interessato alle sei colpi, e al tempo della conquista del west ha effettuato tantissime prove rigorose a cui ha sottoposto le diverse aziende produttrici di revolver. Da questi test emerse con chiarezza che c’erano marchi notevoli e prestanti, ma in generale, per robustezza, design, affidabilità e semplicità, nessuno riusciva a reggere il confronto con la Colt.


Una Colt Peacemaker

Il revolver è un’arma che è stata progettata per il combattimento ravvicinato. In tal senso, i produttori di revolver ritenevano che una persona potesse ritenersi “tiratore esperto” se fosse stato capace di colpire ciò a cui stava mirando ad una distanza di circa quindici metri.
Poiché la rigatura della canna volgeva a sinistra, il proiettile deviava la sua direzione anche di quasi un metro a circa 280 metri di distanza, a prescindere dalla qualità del tiratore. La gittata massima efficace, perciò, era considerata una sessantina di metri, tanto che a poco meno di cinquanta metri si riteneva un’ottima abilità quella di chi riusciva a mettere i colpi entro un cerchio di 15 centimetri. Dai test è emersa una precisione sostenibile anche a più lungo raggio.
L’esercito verificò, attraverso altre prove, che la Colt Peacemaker, data una certa traiettoria, con l’oggetto a 135 metri richiedeva di puntare a 1,20 mt sopra il bersaglio, mentre con l’oggetto fissato a 180 metri, la mira doveva essere presa a ben 2,4 mt sopra il bersaglio.
Nel 1878 ci fu la grande novità dell’introduzione del calibro .44 nella Colt. Era un modello che divenne popolare tra la gente del west perché molti avevano già il Winchester 1873, 44-40 nel loro fodero. Grazie a questa nuova Colt, una persona poteva comodamente confezionare un solo tipo di munizioni per pistola e fucile.
La polvere nera era in uso da sempre con le armi da fuoco e lo restò fin al 1890; era capace di riempire un intero saloon dopo alcuni spari per via dei suoi sbuffi di fumo bianchissimo.


Sbuffi di fumo di polvere nera

Questo basterebbe a spiegare il perché dell’andamento di certe sparatorie… Uno scontro a fuoco occorso all’interno del famoso Long Branch Saloon a Dodge City il 5 aprile 1879, è un buon esempio di quanto abbiamo appena affermato. Cockeye Frank Loving e un cacciatore di bufali che si chiamava Levi Richardson iniziarono a litigare finché dalle parole passarono alle pistolettate, inseguendosi intorno a un tavolo da gioco, sparando tutti i colpi di cui disponevano, con le canne delle pistole quasi appiccicate l’un l’altra. Richardson, aveva sparato cinque colpi mancando il suo avversario per cinque volte, riuscendo solo a far prendere fuoco al giubbetto di Cockeye Frank. Con i vestiti in fiamme, Cockeye venne colpito da Levi Richardson con un ultimo proiettile che gli risultò fatale.
Non sempre si poteva effettivamente fare affidamento sulle cartucce… ad esempio, quando Jack McCall sparò a Wild Bill Hickok a Deadwood il 2 agosto 1876, la pistola che usò aveva nel cilindro cartucce non funzionanti, tranne quella da cui partì il proiettile fatale.
Il pistolero dotato di due pistole è stato fondamentalmente un’invenzione del cinema holliwoodiano. Solo pochi potevano permettersi di rischiare di sprecare colpi con la mano che non gli era congeniale.


L’uso simultaneo di due sei-colpi era affare per pochi

Persino il terribile pistolero Wild Bill Hickok – che sappiamo bene che era ambidestro – non era bravissimo con la mano sinistra. Durante una prova di tiro in cui il risultato degli spari con la sua mano sinistra fu meno brillante di quelli con la mano destra, commentò che mai avrebbe sparato a un uomo con la sola mano sinistra. Il vero scopo di una seconda pistola era quello, fin troppo ovvio, di avere un’arma in riserva. Nei primi tempi, una seconda arma veniva portata anche per ovviare ai fastidiosi e lunghi tempi di ricarica. E quando non si portava un’arma di riserva, era facile che ci si dotasse di cilindri supplementari già caricati e pronti per l’innesto nella pistola.
Uno dei motivi che causò l’enorme popolarità popolarità delle Colt, anche lontano dal vecchio West, era che se una parte dell’arma si rompeva, era facile che la pistola continuasse a funzionare. Il capitano dei Texas Ranger John Ford ha scritto che durante la battaglia di Frio, in Texas nel 1866, il percussore della pistola del ranger Sam Walker Trimble si ruppe, ma lui fu ancora in grado di sparare con la sua arma, utilizzando un piccolo martello metallico tenuto in mano per colpire la capsula della pallottola.
In poco tempo altri produttori riuscirono a mettere in vendita ottimi revolver in grado di competere con la Colt.
Nel 1858, Remington produsse un revolver “single-action” con alcune interessanti innovazioni quanto a robustezza e capacità di mira. Cinque anni più tardi venne prodotto un nuovo modello uscito con parecchie migliorie che fece diventare popolare il calibro .44, il New Model Army.


Un duello con le pistole

Smith & Wesson svilupparono il loro revolver No. 3 “single-action” che rimase in produzione fino al 1898.
Nel 1870 il maggiore George Schofield, un ufficiale di cavalleria degli Stati Uniti, rielaborò la No. 3, migliorando quel revolver in diversi aspetti secondari ed in un aspetto principale che servì a renderlo adatto all’uso a cavallo. Era nata la versione “Schofield” che assicurò una fama duratura al revolver.
La S&W modello “1875 Schofield”, come ogni revolver “single-action”, aveva necessità che il cane venisse armato manualmente prima di poter sparare. Il vantaggio di questo nuovo disegno è che tutte le cartucce usate potevano essere rimosse contemporaneamente.
Starr entrò in competizione con un suo ottimo revolver durante la guerra, ma il calibro .44 Starr non riuscì a conquistare le simpatie della gente di frontiera.