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Kaniache e gli Ute Mohuache

A cura di Marco Aurilio

I Mohuache sono uno dei gruppi meridionali degli Ute. In tempi antichi vagavano ad est dei Monti Sangre De Cristo e Culebra fino al nord New Mexico. In tempi più recenti si spostarono nella San Luis Valley e nei pressi di Taos.
Alla fine del diciassettesimo secolo ed all’inizio del diciottesimo si allearono con le bande meridionali Comanche che migravano verso sud, andando a rappresentare un grave pericolo per gli Apache Jicarilla, i Pueblos e gli Spagnoli.
Alla fine del primo quarto del diciottesimo secolo gli spagnoli avevano già rotto tale alleanza e l’amicizia tra le due tribù si era trasformata in rivalità. Dal 1726 al 1786 le relazioni furono molto tese ed i Mohuache e gli spagnoli fecero fronte comune contro i Comanche. Quando, nel 1786, questi ultimi conclusero la pace con gli spagnoli, gli Ute si allearono agli Jicarilla per continuare a combatterli. Dal 1820 un nuovo pericolo si presentò per Mohuache e Jicarilla: Cheyennes e Arapaho apparvero lungo ed a sud dell’Arkansas, nei territori dove le due tribù alleate facevano le loro cacce al bisonte. I nuovi arrivati dal nord, dopo un periodo di guerre, raggiunsero la pace con le tribù già presenti nelle pianure, Kiowa e Comanche, ma non con gli indiani delle montagne, Jicarilla e Mohuache. La conflittualità durerà fino al periodo delle riserve. E’ all’inizio del 1849 che fa la sua comparsa nella storia il capo Kaniache (“Quello che è stato abbandonato”), aveva all’incirca 31 anni. Era uno degli uomini più autorevoli della tribù, agli occhi dell’Esercito Americano il più autorevole, dato che ci sono riferimenti a lui come capo principale.
Gli insediamenti di Abiquiu, sul fiume Chama, furono  per lungo tempo un punto di raduno per le bande Ute. Qui nel 1849 era stanziata una compagnia di Volontari del New Mexico sotto il comando del Capitano William Chapman. Le relazioni con gli Americani erano piuttosto tese ed in quel periodo I Dragoni del Tenente Joseph H. Whittlesey furono istruiti per una campagna militare contro sia gli Ute Mohache che i Capote. Chapman, nell’unico tentativo di pace fatto, chiese a Kaniache di poter incontrare anche gli altri capi ute. In venti giorni, rispose il capo Mohuache, li avrebbe condotti ad Abiquiu. Così fu infatti, ma quando arrivarono lì, la presenza dei Dragoni fece infuriare gli altri capi che se ne andarono. Kaniache si presentò quindi da solo. Di certo non si aspettava una ricompensa per i suoi sforzi, ma neanche ciò che accadde dopo, quando Chapman lo fece arrestare. Fu gettato in una cella dove vi erano già tre prigionieri messicani, sospettati di complicità nell’ assassinio del trapper Bill Williams e del Dottor Benjamin Kern. Questi, sopravvissuti alla disastrosa spedizione Fremont nei Monti San Juan, all’inizio del1849 tornarono con i tre aiutanti messicani al loro vecchio campo sull’Embargo Creek dove furono attaccati e uccisi dagli Ute. I tre messicani furono trovati con indosso gli indumenti delle due vittime. Non vi erano prove che Kaniache fosse coinvolto, ma secondo i militari l’arresto di un capo Ute poteva risultar loro comunque utile. In seguito Kaniache avrebbe detto che il terzo giorno di prigionia sentì una sentinella dire che il giorno seguente sarebbe stato impiccato. Preparò così la fuga. Si spogliò quasi del tutto, tenendo indosso solo i mocassini e una coperta. Al momento giusto riuscì ad uscire dalla cella, la sentinella sparò ma lui gli gettò addosso la coperta e scappò solo con due lievi ferite. Nel corso dell’anno l’episodio sembrò dimenticato da entrambe le parti. Gli Ute firmarono un trattato il 30 Dicembre 1849 e acconsentirono allo stabilimento di postazioni militari.

A firmare il trattato come capo principale per gli Ute fu “Quixiacigate”. Secondo il Dottor Omer Stewart, un autorità in materia di Ute e professore di antropologia all’Università del Colorado, Kaniache e Quixiacigate potrebbero essere la stessa persona. Infatti la lettere “x” in realtà potrebbe essere una “n”. Una foto della copia originale scritta a mano posseduta dal Professore, lascia pochi dubbi sul fatto che la “n” fu cambiata in “x”, quando ne fu fatta una copia stampata. Un’altra versione dello stesso nome è Quix(n)iachi.
Quando Kaniache salì nella gerarchia della tribù, i Mohuache stavano perdendo potere: continue guerre con gli indiani delle pianure, crescente pressione dei banchi e scarsità di selvaggina. Tutto ciò li portò, sempre con gli alleati Jicarilla, a spingersi con più frequenza in territorio nemico, nelle pianure a nord dei Ratons ed a est dei Monti Sangre de Cristo. Nel 1850 i Mohuache razziarono gli insediamenti sul St.Charles, un tributario dell’Arkansans in Colorado. Gli Ute sostenevano che il territorio che abbraccia i tributari dell Arkansans al di sopra di Bent’s Fort, rappresentava motivo di scontro con Cheyenne e Araphao.  Entrambe le parti erano ben armate, ma per un po’ sembrò che gli indiani delle pianure stessero avendo la meglio. Gli Ute smisero di addentrarsi nelle pianure a caccia di bisonti, mentre i loro avversari misero a segno vittoriose incursioni nelle loro montagne, spingendo i Mohuache a razziare i mormoni e quando pressati intensamente, anche a mangiare i proprio cavalli a causa della grave assenza di cibo. La situazione per gli Ute era talmente critica nell’estate del 1852, che non si opposero alla costruzione di un forte nella San Luis Valley, sperando che potesse essere un deterrente per i bellicosi vicini delle pianure. Il risultato fu la costruzione di Fort Massachssets sull’Utah Creek, ai piedi del Mount Blanca. Non si resero conto che lo scopo dei militari era proteggere i coloni ed il commercio nella loro territorio. Kaniache si recò al Pueblo di Taos nel 1852 e parlò con l’agente indiano Greiner; gli riferì che i Mohuache si erano accampati sulla strada per Conejos per controllare se i coloni avessero preso le loro terre e dato che non lo avevano fatto, Kaniahce pensò che era stato l’agente a proibirlo. Disse anche che si sarebbero ora divisi in due bande e sarebbero tornati tra quattro mesi per ricevere doni dall’ Agente. Greiner ebbe l’impressione che la presenza del Forte e l’assenza dei coloni facessero sentire gli Ute sotto la protezione del governo. In questo clima di calma si arrivò in estate, ma alla metà di Luglio, Greiner si recò da Santa Fè a Forte Massachussets per visitare Ute, jicarilla e Pueblos del rio Arriba e per mettere fine a difficoltà che si erano create in sua assenza. Il 19 Luglio 1852 inviò due scouts pueblo ad invitare gli Ute ad un incontro. Riteneva questa tribù facilmente pacificabile, se trattata bene. Durante il viaggio apprese che gli Ute erano tornati con molta carne di bisonte, avendo trovato gli animali ad un solo giorno ad est dei Sangre De Cristo, ma non vide mai la banda di Kaniache. Rimase al forte tutta la giornata del 22 Luglio, ma i suoi scout del Pueblo di Taos riferirono che i Mohuache erano partiti verso ovest. Greiner scrisse laconicamente: “nessun indiano si è visto al Forte, hanno paura di venire”. Un mese dopo, apprese che gli Ute erano in pace. Gli Jicarilla erano in quel periodo i più turbolenti tra gli indiani del nord New Mexico e nel 1854 fu attuata una campagna contro di loro. Il Tenente Cooke diede loro la caccia a est dei Sangre de Cristo, dei monti Huerfano e dei monti Raton. A volte i Mohuache erano con loro, ma non ci sono informazioni sulla presenza della banda di Kaniache. Parte dei Mohuache divenne molto ostile nell’estate del 1854, quando alcuni di loro furono colpiti dal vaiolo. Gli indiani pensarono che gli erano state regalate coperte infette proprio per tale scopo. Questo spiega in parte perché i Mohuache guidati da Blanco, con gli Jicarilla, scatenarono un attacco il giorno di Natale 1854, uccidendo i traders a Fort Pueblo, sull’Arkansas. Due campagne furono quindi attuate contro di loro, una dal Tenente Fauntleroy e l’altra da Ceren St. Vrein (Volontari del New Mexico), usando Fort Massachussets come quartier generale nell’estate 1855. Non si sa in che misura sia stato coinvolto Kaniache in questi avvenimenti.
Nell’estate 1856 era sull’ Arkansas con 27 dei suoi guerrieri.  Cavalcando su una collina dal lato sud del fiume videro una carovana. Trasportavano grano e farina, avevano anche cavalli e buoi. Camminando a piedi tra gli animali vi erano tre uomini, due ragazzi ed una donna.  E’ probabile che Kaniache sapesse che vi era il vecchio trader e scout, Charley Autobees, con amici e parenti compresa la sua squaw Sycamore e altri indiani araphao. E’ ancora più probabile che sapesse anche il grano e la farina erano destinati agli Araphao sul Bijou Basin. Gli Ute di fatto, erano alla ricerca proprio di Autobees e il suo gruppo; gli Arapaho erano i loro nemici. Autobees stava per andare a caccia, quando Sycamore gli indicò gli Ute su di una collina. Juan Chiquito, uno dei loro figli, saltò a cavallo in direzione Huerfano, per chiedere aiuto. Autobees e Sycamore iniziarono a radunare gli animali mentre gli Ute si avvicinavano velocemente.  Le donne ed i bambini accatastarono i sacchi di grano e farina per formare dei ripari. Gli Ute li avevano circondati e Kaniache si fece avanti chiedendo la consegna degli araphao. Al rifuiuto di Autobees, i Mohuache attaccarono, erano le dieci del mattino. Sycamore ricariva il fucile del marito, ferito al braccio destro. Al calar del sole, Kaniache fu ferito e gli Ute si ritirarono. In seguito Autobees dichiarò che 7 ute erano stati colpiti, dal suo fucile. La notte tornarono ad Huerfano. La ferita del capo ute non fu probabilmente grave. Nel Dicembre 1856 si recò a casa di Kit Carson, a Taos (Carson era agente per gli Ute).  Discussero sul territorio Mohuache ed il capo sostenne che si estendeva da nord di La Jara fino all’Arkansas, compresa l’intera San Luis Valley.  Carson riferì che era esattamente il territorio destinato a loro, dove avevano vissuto negli ultimi 30 anni. In una lettera al Governatore Meriwheter, Carson, notoriamente un pessimo scrittore, riporta il nome del capo come “Cany Attle” ed anche lui lo identifica come il capo principale dei Mohuache. Kaniache si recava spesso da Carson quando visitava Taos e i due erano in ottimi rapporti. Verso la fine del suo mandato di agente indiano, ci fu un episodio che rafforzò la loro amicizia. Un giorno il capo Mohuache Blanco, che nel 1855, era stato umiliato a Fort Massachussets, si recò da Carson con alcuni suoi seguaci. Chiamò Carson senza scendere da cavallo, a differenza dei suoi guerrieri che si avvicinavano a piedi. Lo strano comportamento di Blanco fu notato anche da Kaniache e quando Blanco estrasse la pistola puntandola verso Carson, gli si gettò addosso riuscendo a fermarlo. Il motivo di tale azione non fu chiaro, in ogni caso, Carson non prese provvedimenti contro Blanco.


Curacanto, fratello gemello di Kaniache

Secondo Carson i Mohuache erano composti da circa 350 uomini e 400 donne. Nell’estate 1849 li definì amichevoli e non portati ad assumere alcol. Tuttavia si temeva per la loro eccesiva vicinanza all’agenzia di Taos. Era preoccupato anche per la sempre minor selvaggina sia per loro che per gli Jicarilla, 600 dei quali erano affidati alla sua agenzia.  Richiese più rifornimenti per evitare che commettessero razzie. I suoi problemi aumentarono notevolmente quando la numerosa banda Tabaguache, che contava su 700 uomini, fu affidata all’agenzia di Taos. Erano il sottogruppo degli Ute del sud più numeroso. Il loro territorio andava da nord delle sorgenti del Rio Grande fino alle montagne dell’upper Arkansas.  Nel 1859, l’anno della corsa all’oro nella regione di Peak Pikes, la selvaggina fu quasi estinta ed i Tabaguache spinti via. Ci furono vari scontri con i minatori, molti dei quali uccisi, così come 8 o 9 Tabaguache. Un tentativo di pace con le tribù delle pianure fu fatto il 13 Settembre 1858. Dai 1200 ai 1300 Mohuache e Tabeguache Ute si riunirono sui monti Conejos, dove decisero di provare a far pace con i vicini delle pianure se Carson avesse accettato di fare da mediatore. Questa promettente situazione fu rovinata quando un messaggero inviato dal Capitano Duncan, da Fort Garland, portò la notizia che Kiowa e Cheyenne erano a caccia di Ute, che appresa la notizia, si infuriarono. Poco tempo dopo Carson segnalò a Washington come, specialmente tra i Mohuaache ed i Capote, “ si manifestasse stranamente un crescente spirito di ribellione , di cui si sarebbero dovuti occupare i militari”.
L’anno seguente, nel 1859, Carson notò una diminuzione del numero sia dei Tabeghuache che dei Mohuache, attribuendo ciò alle malattie e alla guerra con le altre tribù. La fame li perseguitava. Non era loro abitudine stare nei pressi dell’agenzia ed una volta ritirati regali e viveri si allontanavano finchè la fame non li faceva tornare. Nell’ autunno del 1861 la situazione per Mohuache e Jicarilla cambiò, quando l’agenzia fu spostata sul Cimarron. Tale rimozione sembra fu dovuta alla presenza dei trafficanti di alcol, tuttavia alcuni Jicarilla rimasero nei pressi della vecchia sede. Carson non era stato favorevole allo spostamento, ma il nuovo agente Arny la pensava diversamente. In totale nella valle del Cimarron vi erano circa 1500 Mohuache e Jicarilla e la selvaggina era molto scarsa. Arny fu felice di poter dire che le razzie si erano dimezzate da quando erano stati spostati. C’era stato solo un caso di ubriachezza ed il vaiolo era stato fermato dalle vaccinazioni. Il nuovo governatore del Colorado, Evans, provò ad organizzare un nuovo incontro di pace tra Ute e gli indiani delle pianure, ma questi ultimi lo considerarono un interferenza non gradita nei loro affari. Si suppone che anche gli ute condividessero questa posizione. In un raid erano arrivati ad un miglio da Fort Lyon rubando ottanta cavalli Cheyenne. I Mohuache non solo dovevano guardarsi da Cheyenne, Araphao e Kiowa ma anche dai Navajo.  Kaniache era infatti a capo di una spedizione di ritorsione nei loro confronti con 30 suoi guerrieri e  60 tra Jicarilla e Mohuache guidati da Acostah, quando passò per Taos diretto verso sud ovest. Nella primavere 1863 lui ed i suoi guerrieri erano sui monti Cuchares, in Colorado.  Per motivi sconosciuti avevano assediato la costruzione del Colonnelo J.M.Francisco  che la difendeva con 17 o 18 uomini. La situazione era critica ma un messaggero riuscì ad arrivare a Fort Lyon per chiedere aiuto. Per la sua esperienza nel combattere i Navajo e per la conoscenza del territorio, Kaniache fu impiegato da Carson nella sua famosa campagna militare. Il capo Mohuache viene descritto come “il pezzo pregiato di Carson”, anche se Carson, lo menziona solo in un incidente. Carson e 70 uomini tra cavalleria, volontari e ute (numero non specificato) lasciarono Fort Defiance, direzione Pueblo Colorado, il 22 luglio 1863. Gli ute in testa alla colonna incontrarono un piccolo gruppo di navajo ed uccisero tre uomini. Tra i prigionieri che presero vi era una donna Paiute che riferì che un gruppo di navajo con molti animali si trovava presso una una sorgente 35 miglia ad ovest. Carson e gli ute  si affrettarono arrivando li verso le 5 del mattino, trovandolo però deserto. I navajo erano ripartiti la sera precedente e la caccia riprese. Dopo un paio di ore però i cavalli stavano già soffrendo molto la carenza di acqua, ma Carson era supportato dalla  ”straordinaria conoscenza del territorio di Kaniache” grazie al quale fu informato che davanti a loro vi erano 90 miglia senza acqua. Ordinò quindi di abbandonare l’inseguimento dei fuggitivi navajo. Gli ute lasciarono la campagna militare, perché nonostante avessero preso bottino e prigionieri, alcuni animali gli erano stati confiscati dall’esercito. Carson scrisse che gli ute fecero più delle aspettative che aveva nei loro confronti, cioè come spie efficienti. Dopo la loro partenza seguì un altro scontro con i navajo. Gli ute uccisero un nemico e recuperarono un certo numero di pecore e cavalli, tornando poi indietro verso il campo dei militari. Grazie all’uso di specchi fu segnalato il loro arrivo al campo da uno scout dell’esercito. Quando Kaniache fu informato che Carson aveva sequestrato 8 cavalli e 1000 pecore, si arrabbiò e se ne andò. Nell’estate 1863 gli ute subirono una serie di incursioni dalle pianure. Un gruppo di Cheyenne rubò i cavalli dei Mohuache all’agenzia del Cimaron, che li inseguirono riuscendo ad uccidere un nemico.  Qualche tempo dopo un grosso gruppo di araphao e cheyenne tornò in cerca di cavalli da rubare. Il 4 Settembre tra i 40-45 araphao circondarono l’agenzia chiedendo la consegna degli ute presenti. L’agente fu felice che in quel momento non ve ne erano nelle vicinanze e gli araphao si diressero verso il Red River.  Non passò molto che la notizia arrivò ai Mohuache, che con gli alleati Jicarilla, organizzarono un war party, che portò ad uno scontro in cui un araphao fu ucciso ed un ute ferito.

“Soldados, soldados, soldados, todos soldados”

Nel mese di Ottobre si tenne un nuovo consiglio con le bande ute sui Conejos. Fu convocato dal Governatore Evans, che voleva raggiungere un nuovo accordo con loro. Erano presenti Tabeguache, Weeminuches, Capote ed alcuni Mohuache, ma non Kaniache ed i suoi, che avevano declinato l’invito a causa dei recenti attacchi dalle pianure, ma il vero motivo con buone probabilità era un altro. All’inizio dell’anno Ouray era stato a Washington. La sua posizione nella tribù stava salendo sempre più di importanza e nel consiglio si chiedeva la cessione dei  territori della San Luis Valley. Solo Ouray ed i Tabeguache firmarono. Questi rappresentavano però il gruppo di Ute meridionali più numeroso. Kaniache perse il favore di Carson e rimase a capo della fazione della tribù che non accettava tale decisione e la loro amicizia finì. Una diretta conseguenza del rifiuto dei Mouhache a firmare fu l’ordine del Segretario deli Interni, nel Gennaio 1864, di trasferirli alla sopraintendenza del Colorado, unendoli di fatto ai Tabeghuache. Keniache e la sua banda ignorarono l’ordine. Il 1864 fu un pessimo anno per gli ute dell’agenzia del Cimarron. In compenso le malattie li avevano toccati poco, solo sei casi in  un anno ed avevano avuto una caccia abbondante che gli permise di ovviare ai propri bisogni ed anche di commerciare. La riduzione del numero era dovuto solo al continuo stato di guerra con le altre tribù. Kaniache tornò a combattere per Carson con i suoi Mohuache e Jicarilla contro Kiowa e Comanche. I due concordavano su questioni esterne come appunto la guerra alle altre tribù. Dopo Sand Creek si pensò anche di spostare Jicarilla e Mohuache in nuove agenzie sui Conejos ed a Bosque Redondo  ma le due tribù continuarono a resistere. Nell’estate 1865 ci furono razzie sulle quali indagò il Tenente Franck Murrel. I Mohuache negarono ogni responsabilità accusando gli Jicarilla, ma alcuni giorni dopo cinque coloni scrissero una lettera dal Ranch Gray chiedendo protezione dagli ute alle autorità militari di Denver. Le razzie proseguirono per tutta l’estate 1866. I coloni dell’area di Trinidad avevano più volte chiesto aiuto invano. Uno di loro, Isaac Van Brimmer, perse 23 capi di bestiame ed andò a protestare personalmente con Kaniache, che gli rispose di non scoraggiarsi, dato che avevano preso solo mucche e lasciato i vitelli, così la mandria si sarebbe in futuro ricreata. Per il capo ute era normale lavorare per i bianchi e contemporaneamente derubarli o combatterli. Cooperava con loro per far fronte ad un nemico comune (navajo, kiowa,araphao ecc)  ma doveva poi procurare cibo per la sua gente a scapito dei coloni. La situazione si fece seria quando fu trovato un giovane Tabeguache assassinato non lontano da Fort Garland.  Non molto tempo dopo, Agosto 1866, anche un figlio di Kaniache fu ucciso nei pressi del Cimarron. Secondo una versione il giovane era stato ucciso da un colono messicano. Aveva da poco dato due pecore ad un altro gruppo di indiani e disse al figlio del capo di uccidere una delle due. Questi invece ne voleva per forza un altro e armò l’arco verso il messicano, che rapidamente fece fuoco con la pistola. Il messicano scappò poi verso Fort Union, dove arrivò poi Kaniache ed i suoi guerrieri, compresi altri due suoi figli. Il capo venne descritto non come irragionevole, a differenza degli altri due suoi figli che volevano vendicarsi.  Ma proprio in quel momento arrivarono un unità di cavalleria e fanteria. Ciò scoraggiò Kaniache che fu sentito dire “ soldados, soldados,soldados, todos soldados”. Tempo dopo  ulteriori problemi con il capo Mouhache portarono all’intervento del Governatore Arny e del Generale Carleton. Kaniache aveva portato attacchi nei ressi di Trinidad, ancoro desideroso di vendicarsi. Due nuove compagnie di cavalleria furono inviate ed il Governatore incontrò il Tenente Colonnello  Albert Pfeiffer. Insieme cercarono di convincere il capo ad andare a stare a Fort Garland  finchè non si fosse radunata la corte della contea di Mora per punire il colpevole dell’omicidio del figlio. L’agenzia del Cimarron era in pessimo stato nell’estate 1866. Il Commissario Norton rimase scioccato dall’ assenza sia dell’agente che di viveri e fu costretto ad intervenire personalmente, nel mentre di ricevere direttive dall’alto. La paura per una rivolata generale era molta e così fu dato l’ordine di istituire un nuovo forte militare, Fort Stevens.  Ceren St. Vrain e Carson scelsero il posto su un altopiano ai piedi degli Spanish Peaks. Il Generale Sherman andò a visitare il posto decidendo che non vi era bisogno di un avamposto militare li e che si doveva invece organizzare un nuovo consiglio con gli ute. Kaniache arrivò il 23 Agosto, accompagnato da un ute di nome Sessaribi (forse un figlio). Carson fu scioccato dalle parole di Kaniache, che voleva assolutamente vendicarsi della morte del figlio e dall’odio feroce che avevano per i messicani, non volevano nessun pagamento in moneta.  Tornato però dai suoi, decise di partire con la tribù forse per cacciare i bisonti. Sembra che a causare la partenza del capo fu una lite con il Tenente Campbell che, ubriaco, gli puntò la pistola alla testa. I Mohuahce si diressero nella regione del fiume Purgatoire, dove  l’allerta tra i bianchi era già alta. Questo perché in Luglio circa 300 tende di ute e jicarilla si erano stabilite li per una caccia, che rivelata poi infruttuosa, li portò a razziare gli insediamenti. In particolare una razzia del capo Tabeguache Shavano,  nei pressi di Huerfano, causò molto allarme. Inoltre gli indiani delle pianure avevano colpito il ranch Doyle. Da Fort Stevens, fu mandato un messaggio a Carson a Fort Garland, che ordinò al Colonnello Alexander di pattugliare l’area dei monti Huerfano e se possibile, di arruolare guerrieri ute come scouts. La povertà, la presenza di messicani sui loro territori e la possibilità di dover entrare in una riserva stavano creando molto disappunto tra gli indiani e a tal proposito  Carson scrisse :”Dal Purgatoire alla Tierra Amarilla c’è un forte malcontento”. L’arrivo di Kaniache sul Purgatoire fu la ciliegina sulla torta per i nervi dei coloni. E’ possibile che lo stesso Kaniache non era del tutto consapevole del timore che incuteva e qualsiasi cosa avesse fatto, avrebbe potuto suscitare reazioni eccessive da parte bianca.

Quando “Justice of the Peace” William R. Walker, non riuscì a recuperare dei cavalli rubati ai coloni, inviò un messaggio a Fort Stevens. Agli occhi degli ute divenne il responsabile dell’arrivo dei soldati, ma egli negò di averlo fatto ed accusò tale Ramon Vigil. I Mohuache  andarono in cerca di Vigil, che in qualche modo riuscì a calmarli. I guai scoppiarono poco dopo invece con un uomo di nome Gutierrez che guidò la cavalleria del Colonnello Alexander al villaggio Mohuache dopo aver accusato un indiano di furto di mais ed aver sparato su di esso. Gli ute si ritirarono in un primo momento, per poi reagire e respingere i soldati, uccidendone uno e ferendone un  altro, prima di svanire sui monti Sangre De Cristo. Secondo la corrispondenza dei militari, Alexander aveva parlato con Kaniache il 1  o 2 Ottobre chiedendo perché permetteva al suo popolo di rubare o distruggere le proprietà dei coloni. Il capo rispose che la terra apparteneva agli ute e che quindi se avevano fame potevano prendere quello che volevano. Il 3 Ottobre Alexander ordinò alla cavalleria di mettersi in marcia da Trinidad verso il Purgatoire. Poco dopo videro da lontano quello che sembrava un attacco indiano. In realtà gli ute stavano reagendo all’attacco di Gutierrez e del figlio che accusavano i Mohuache di furto e senza farsi domande arrivarono allo scontro sopra citato. Carson apprese della battaglia il giorno dopo e scrisse: ”l’episodio porterà ad un guerra generale con gli ute”. Il capo Ouray però si presentò a Fort Garland con un centinaio di tepee e accampatosi a 9 miglia dal forte mandò un messaggero a Kaniache invitandolo a raggiungerlo e a smettere di combattere. Kaniache ed i suoi si erano rifugiati a nord tra i canyons, ma durante l’attacco subito avevano perso 13 cavalli. Il 6 Ottobre cercarono, senza successo, di rubare il gregge di Fort Stevens. I Mohuache continuarono a muoversi verso nord e poi a ovest dei monti Huerfano e presero prigioniera Mrs McClure ed i suoi quattro  figli, per servirsene come ostaggi, intanto c’erano anche voci di tre quattro coloni uccisi durante i loro spostamenti. Dopo aver rifornito le truppe di munizioni il Colonnello Alexander riprese l’inseguimento con 50 soldati e 75 civili dell’area di Trinidad. Carson non sperava che Kaniache potesse essere preso e temeva che potesse raggiungere la banda di Ouray, spingendo così Alexander ad attaccare erroneamente il campo, credendolo interamente composto da indiani ostili. I Mohuache raggiunsero infatti Ouray ma promisero di smettere le ostilità se i prigionieri ute dell’esercito fossero stati lasciati liberi. Quasi mille ute si accamparono, dopo la resa, nei pressi di Fort Garland. Carson era contrario al loro spostamento sull’agenzia del Cimarron, come alcuni volevano, ma soprattutto riteneva importante tenere Kaniache lontano dal versante orientale delle montagne (forse i monti Huerfano). Il Governatore del Colorado Cummings ed il Colonnello Norton cercarono di organizzare un incontro con gli indiani a Taos. Carson voleva anche la presenza di del Generale Carleton. Si può affermare che la guerra tra l’esercito ed i Mohuache fu una serie di dure schermaglie e i dibattiti sul reale svolgimento dei fatti continuarono per molto tempo. Kaniache negò di aver perso 13 uomini (come riferì Alexander), affermando che l’unica perdita da parte loro, fu l’uomo ucciso nello scontro con i Gutierrez. L’Agente Henderson, confermò la tesi del capo ute, sostenendo che il Colonnello Alexander non aveva mai fornito i cadaveri dei guerrieri ute che diceva di aver ucciso, inoltre, anni dopo, un colono di Trinidad ribadì la stessa tesi di Henderson. Lo stesso agente sostenne che l’episodio in cui il Tenente Campbell puntò la pistola alla testa del capo, fu uno scherzo dovuto alla forte amicizia tra i due. Da notare anche che Carson, nella sua corrispondenza, non scrisse mai di inesattezze nei resoconti di Kaniache e ne scrive che i Mohuache furono sconfitti o catturati , neanche dagli ute del capo Shavano (nel Maggio 1967 dopo alcune razzie, Ouray ordinò a Shavano di catturare Kaniache). Nell’incontro che seguì a Taos, Henderson si convinse che la responsabilità dello scontro sul Purgatoire era solo di Alexander e che i Mohuache non dovevano essere puniti e raccomandò di consegnar loro i viveri necessari. Nel mese di Dicembre visitò l’agenzia sul Cimarron e trovò tutto tranquillo. Nell’area di Trindidad però la popolazione bianca era ancora furiosa ed i cittadini promettevano di uccidere qualunque indiano trovassero sul Purgatoire.
A seguito della crescente richiesta di una nuova riserva per i Mohuache, Kaniache ed altri capi visitarono Washington. Il 2 Marzo 1868 firmò il trattato per la sua tribù, anche se in seguitò negò di averlo fatto o di aver capito bene il contenuto. Segnò in seguito un nuovo trattato i cui termini anche questa volta non gli furono chiari. Il 13 Settembre 1873 diede la disponibilità a firmarne un altro ancora, a patto di spostare la sua banda dall’area ovest della riserva, dove aveva un ruolo di secondo piano rispetto ad Ouray. Poco tempo dopo la morte di Ouray, nella tarda estate del 1880, Kaniache fu ucciso da un fulmine.