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La ribellione di Esh Kin Ya e la chiusura della riserva Chiricahua

A cura di Gian Maria Tolu

Cochise
Nel 1872, nel famoso incontro tra il generale Howard e il capo Chiricahua Cochise, era stata istituita la riserva destinata agli Apache Chiricahua, che comprendeva il territorio della banda di Cochise, i Chiricahua Chokonen (le montagne Chiricahua, Dos Cabezas e Dragoon). Tuttavia, nel periodo immediatamente successivo alla stipulazione del trattato, i Chiricahua si erano impegnati in un’intensa attività di saccheggio nei confronti degli stati messicani del Sonora e del Chihuahua. I Chiricahua non pensavano di violare il trattato, perché esso riguardava i loro rapporti con gli Americani, non avevano fatto pace con i loro storici nemici, i Nakayè (messicani). Cochise, sebbene non incoraggiasse queste incursioni, non vi si opponeva, ma , in seguito alle proteste messicane e americane, capendo che le cose potevano mettersi male per la sua gente, si decise a proibire le incursioni.
Un capo Apache non era mai un monarca assoluto, ma la grande autorità e il carisma personale di Cochise fecero sì che il suo ordine venisse rispettato. Le cose proseguirono tranquillamente fino alla morte del capo, avvenuta il 7 giugno 1874.
Cochise aveva designato come suo successore il figlio Taza, ma la carica di capo tra gli Apache non era ereditaria, ed egli aveva quindi bisogno del sostegno del consiglio dei guerrieri: secondo Asa Daklugie, Cochise avrebbe parlato anche con il capo Juh dei Chiricahua Ndè Ndà ì perché appoggiasse l’elezione di Taza alla carica di capo dei Chokonen. Vi fu quindi un certo lavorio diplomatico a questo proposito, posto che Juh in teoria, essendo il capo di un’altra banda, non avrebbe avuto voce in capitolo sulla faccenda.
Taza, figlio di Cochise
In realtà, vi erano altri due importanti guerrieri che aspiravano alla successione: uno era Nahilzay, cognato (secondo altri nipote) di Cochise e il più valoroso guerriero del vecchio capo; l’altro era Esh Kin Ya, un bellicoso guerriero che era il principale medicine man di guerra della banda. Tuttavia, Cochise la spuntò, a succedergli fu proprio Taza: il vecchio capo, prima di morire fece giurare ai suoi figli Taza e Naiche che sarebbero rimasti sempre in pace con i bianchi. Nahilzay rimase fedele, per il resto della sua vita, a Taza prima e al fratello Naiche poi, ma Esh Kin Ya in seguito avrebbe causato non pochi problemi. Taza divenne dunque il capo, mentre agente della riserva rimase Tom Jeffords, vecchio amico di Cochise e artefice dell’incontro tra il defunto capo e il generale Howard. Taza, sebbene intenzionato a mantenere la pace, non aveva il carisma e l’autorità del padre e Jeffords aveva metodi distanti dalle disposizioni ufficiali (alcuni lo accusavano di esercitare il contrabbando con i suoi amici Apache).
La riserva divenne in breve tempo rifugio dei gruppi più bellicosi della nazione Apache: i Ndè Ndà ì del Messico, Mescalero e Chiricahua Tci he ndè del New Mexico, gruppi di western Apache che non avevano accettato le scelte dei loro capi a favore della pace con gli statunitensi. Questi gruppi usavano la riserva come base per compiere incursioni in Messico e cedevano i proventi delle loro razzie a trafficanti bianchi nei dintorni della riserva. In quel periodo, in seno al governo di Washington, era ormai tramontata l’era delle colombe, favorevoli alla pace con gli Indiani, ed era stata concepita la “politica del concentramento”che mirava a rinchiudere in un’unica riserva vari gruppi di nativi senza curarsi molto del fatto che spesso fossero nemici tra loro, che dovessero essere sradicati dalle terre ancestrali e che, racchiusi in così tanti in poco spazio, non avrebbero avuto abbastanza risorse per vivere.
Nahilzay
Tutto questo era ovviamente finalizzato a lasciare più terre possibili libere per la colonizzazione. Per gli Apache del Sud Ovest era stata scelta la riserva di San Carlos in Arizona, dove erano già stati confinati i vari gruppi di western Apache, oltre che i Tonto e gli Yavapai. A premere per la chiusura delle altre riserve Apache dell’Arizona e del New Mexico vi era un gruppo di faccendieri con base a Tucson (per questo il gruppo era chiamato Tucson ring), che lucravano dai contratti di forniture di viveri e beni vari con l’esercito. Essi sapevano che avrebbero avuto accesso agli appalti governativi per le forniture alla riserva, inoltre era loro interesse che le guerre nel Sud Ovest proseguissero il più a lungo possibile(proprio perché avevano guadagni enormi dalle forniture al grande numero di soldati che doveva esservi impegnato). Sapevano che la politica del concentramento avrebbe portato alla ribellione di vasti gruppi apache e questo avrebbe garantito loro le guerre tanto attese. Sembra che questi manigoldi avessero buoni agganci a Washington: da parte sua, il governo aspettava l’occasione propizia per poter chiudere la riserva Chiricahua e trasferirvi gli occupanti a San Carlos.
L’occasione arrivò quando Tom Jeffords, che non disponeva di abbastanza razioni per nutrire tutti gli indiani della riserva( il governo lo aveva informato che per quell’anno le forniture di carne di manzo sarebbero state sospese), autorizzò nel febbraio 1876 un gruppo di Apache a trasferirsi a ovest dell’agenzia, sulle Dragoon Mountains, per cacciare. Essi si trovavano a 21 Km dalla stazione postale di Sulphur Spring. Tra gli Apache sulle Dragoon sorse una disputa: Esh Kin Ya contestò la leadership di Taza. Ne nacque una zuffa in cui tre Apache, tra cui un nipote di Cochise, rimasero uccisi.
Tom Jeffords
Esh Kin Ya e i suoi seguaci furono banditi dal resto della tribù; mentre Taza riportava la sua gente nei pressi dell’agenzia, Esh KIn Ya, con una dozzina di seguaci e le loro famiglie rimase sulle Dragoon, da cui vennero compiute diverse razzie in Messico. Il principale fiancheggiatore di Esh Kin Ya era il fratello Pionsenay, un incallito razziatore, molto temuto tra la sua stessa gente per il temperamento brutale che lo caratterizzava. Si dice che persino capi del valore di Loco e Victorio “lo temessero come il demonio”. Sono stati tramandati solo alcuni dei nomi degli altri membri del gruppo: si sa che con lui vi era un uomo di nome Nasakee e tre Western Apache che avevano abbandonato la riserva di San Carlos per vivere secondo le antiche usanze con i Chiricahua. Come scritto più sopra, il gruppo di Esh Kin Ya era vicino alla stazione postale di Sulphur Spring, gestita da un certo N. M. Rogers, con l’aiuto di un assistente, A. O. Spence. Costoro arrotondavano i guadagni contrabbandando whiskey agli indiani in cambio del bottino delle scorrerie nel Messico. Nel frattempo, Pionsenay , con tre Chokonen e i tre Western Apache, aveva compiuto una scorreria in Sonora, da cui tornò con della polvere d’oro e d’argento per un valore complessivo di un centinaio di dollari. Jeffords aveva informato Rogers che l’avrebbe incriminato e allontanato dalla riserva se avesse venduto del whiskey agli indiani, ma egli disse ai razziatori che poteva dar loro del whiskey in cambio dell’oro e dell’argento. Il 6 aprile diede del whiskey di pessima qualità a Pionsenay. Il giorno seguente egli tornò e ne acquistò dell’altro; e nel pomeriggio, accompagnato da un nipote, ne chiese dell’altro. Rogers rifiutò, probabilmente per la paura di essere circondato da guerrieri Apache ubriachi. Pionsenay ammazzò lui e Spence, e dopo aver preso whiskey, armi, munizioni e cavalli tornò sulle Dragoon dove con il suo gruppo si prese una colossale sbronza. Il giorno dopo altri Apache ubriachi uccisero un altro bianco, un uomo di nome Lewis, sul fiume San Pedro e rubarono quattro cavalli.


Apache a San Carlos

Jeffords, informato dell’accaduto, partì alla volta delle Dragoon con un reparto di cavalleria di Fort Bowie. La rancheria degli ostili fu individuata il 10 aprile sulla cima di quelle montagne, ma i ribelli si erano asserragliati talmente bene che i soldati, consci del grande dispendio di vite che avrebbe causato il tentativo di espugnare le loro posizioni, tornarono a Fort Bowie.
Jeffords rientrò all’agenzia e disse a Taza e ai suoi guerrieri che non potevano accamparsi e cacciare a ovest dei monti Chiricahua, così che tutti gli Apache trovati a ovest di quei monti sarebbero stati considerati ostili. Jeffords informò di questa decisione anche gli ufficiali dell’esercito, ma gli scouts di Fort Bowie e Fort Grant non riuscirono a rintracciare Esh Kin Ya e i suoi.
Il 3 maggio, John P. Clum, agente della riserva Apache di San Carlos ricevette un telegramma che gli ordinava di recarsi presso la riserva Chiricahua, e, “se fattibile”, sospendere l’agente Jeffords e portare i Chiricahua a San Carlos. Egli fece piani per quasi un mese chiedendo l’intervento dell’esercito che mise l’intero reggimento del 6° Cavalleggeri in posizione strategica intorno alla riserva. Egli, con 200 scouts indiani arruolati nella riserva di San Carlos e un reparto selezionato di 54 agenti della polizia Apache di San Carlos, si diresse verso Apache Pass che raggiunse il 4 giugno. Lo stesso giorno, Esh Kin Ya, con i suoi guerrieri, si recò all’accampamento di Taza dove tentò di persuadere la banda ad abbandonare la riserva e a scendere sul sentiero di guerra. Taza rifiutò e ne nacque uno scontro: naiche uccise Esh Kin Ya con un colpo alla fronte e Taza ferì gravemente Pionsenay alla spalla.


Fort Bowie

Altri sei guerrieri del gruppo ribelle rimasero uccisi e due feriti. Taza quindi pose il campo nelle vicinanze dell’agenzia. Clum raggiunse il gruppo e, in un colloquio, convinse Taza a seguirlo nella riserva di San Carlos con i suoi Chiricahua Chokonen. L’8 giugno, un messaggero, inviati da Pionsenay portò la sua richiesta di poter tornare nella riserva per morire e Clum mandò un gruppo di scouts a prenderlo. Con Pionsenay c’erano anche le donne e i bambini della banda di Esh Kin Ya, mentre i guerrieri sopravvissuti erano fuggiti in messico. Nella riserva vi erano però altre bande che preferirono darsi alla fuga piuttosto che recarsi a San Carlos. I Ndè ndà ì e i Bedonkohe guidati dal feroce Juh, da Geronimo e da Nolgee scapparono in Messico, mentre una banda di Tci he ndè, guidati da Gordo, tornarono nel New Mexico. Altri Chokonen si nascosero nelle montagne della loro terra. Tutti questi indiani, infuriati perché avevano perduto la loro riserva, si diedero a uccisioni e saccheggi. Il 12 giugno, Clum lasciò Apache Pass con il gruppo di Taza, 325 uomini, donne e bambini. Si diresse verso Tucson per incontrare lo sceriffo della contea di Pima. Alle due del pomeriggio del 13 giugno, Clum consegnò Pionsenay allo sceriffo e ai suoi uomini; sette ore dopo Pionsenay riuscì a fuggire: avrebbe terrorizzato il Sud Ovest fino alla sua morte, avvenuta per mano dei messicani nei dintorni di Janos, nel Chihuahua, nel dicembre 1877 o nel gennaio 1878.


Apache Pass visto da Fort Bowie

Il 18 giugno Clum sistemò i Chiricahua nella riserva di San Carlos. C’erano solo 60 guerrieri in questo gruppo. I nuovi arrivati erano scontenti, perché la regione non gli piaceva ed era abitata da tribù ostili, e perché erano consapevoli di aver perso la loro terra ancestrale a causa delle azioni di una piccola fazione violenta e di un uomo bianco disonesto (Rogers).
Per finire, si può citare la relazione al commissario degli Affari indiani scritta il 3 ottobre da Jeffords: “Concludendo, ho l’onore di affermare che l’uccisione dei signori Rogers, Spence e Lewis non fu per un attacco degli indiani della riserva; fu il risultato della vendita di whiskey ad alcuni indiani già banditi dalla loro tribù e che tentavano di riunire altri indiani per tornare a combattere. Quando giungemmo al ranch di Sulphur Spring, il tenente Henely e il sottoscritto trovammo un barilotto di whiskey che conteneva, oltre all’alcol, tabacco e altre sostanze. Anche nelle nostre comunità si verificano omicidi commessi da ubriachi. L’aver dimenticato il trattato e l’aver deciso il trasferimento di 90 indiani (sic), a causa delle azioni di quei tre, è stato la causa di numerose incursioni indiane compiute dopo il 12 giugno”.