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Strade Rosse

Walter McClintock si recò nel Montana nel 1896 con una spedizione governativa che avrebbe dovuto gettare le basi per la creazione di un parco naturale.
Quando la spedizione si sciolse, lui e la sua guida indiana si recarono oltre le Montagne Rocciose a visitare la tribù dei Black Feet.
Ormai le tribù indiane erano state tutte rinchiuse nelle riserve ed era fortissimo il rischio (a causa delle pressioni in tal senso da parte del governo federale) di perdere completamente la memoria storica e culturale di centinaia di migliaia di pellerossa.
Il capo Lupo Pazzo adottò il giovane fotografo come figlio e lo ospitò negli anni a venire per lunghi periodi aiutandolo a trascrivere minuziosamente tutte le cerimonie e ogni altra cosa riguardasse la vita della tribù.
Il libro venne dato alle stampe nel 1926 impreziosito da molte fotografie dello stesso McClintock.
Walter McClintock, classe 1870, originario di Pittsburgh, viene incaricato da una commissione federale di svolgere una ricerca all’interno delle riserve indiane nella foresta nazionale del Montana. È il 1896 quando McClintock intraprende il viaggio che gli cambierà la vita. Un viaggio nel quale entrerà in contatto con la tribù dei Piedineri e con il suo capo carismatico: Lupo Pazzo, con il quale allaccerà un’amicizia profonda, una simbiosi che culminerà con la sua adozione proprio da parte di Lupo Pazzo. Ma non è solo un viaggio di persone, è anche un viaggio in un ambiente che ormai non esiste più, fatto di una natura straordinaria che sa sempre sorprendere le persone che come McClintock hanno i sensi vigili…
Spesso i libri che prendono spunto da un diario di viaggio risultano alla lunga noiosi e ripetitivi, ma McClintock organizza il suo resoconto unendo alla sua personale storia di integrazione nella tribù dei Piedineri il susseguirsi delle stagioni e dei ritmi che la vita all’aperto comporta. Un racconto che rende giustizia appieno ad una natura che oggi è solo un ricordo, quindi, ma c’è di più. Si può quasi dire che con questo libro, McClintock si cali in un ruolo profetico. Il libro si apre infatti con una frase emblematica: “Ero stanco del trambusto, della grigia schiavitù degli affari, da mattina a sera in un ufficio-prigione; […] Volevo scuotermi di dosso le convenzioni sociali per lasciare le preoccupazioni e lo stress della città moderna, dove gli affari e il denaro sono lo scopo principale dell’uomo”. Se pensiamo che questa frase è stata scritta alla fine dell’800, McClintock ci appare con un occhio diverso, quasi come il precursore di un sentimento di inadeguatezza assai diffuso oggi, quello di chi si sente stretto in una scatola forse troppo piccola. Il precursore di un nuovo modo di concepire il viaggio, inteso non come villeggiatura, ma come scoperta di culture diverse. È un libro questo che infonde un forte ottimismo – non nell’uomo ovviamente, ma nella Natura. Una Natura che ridimensiona – e ne abbiamo veramente bisogno – la nostra figura e il nostro ruolo in questo mondo.

Autore: Walter Mc Clintock

Editore: Frassinelli

Pregi: Tra i pochi libri in cui si parla dei Black Feet. Bellissime fotografie

Prezzo: Euro 9,29