Ipotesi su Custer e uniformi al Little Bighorn

A cura di Andrea Carlucci
L’immagine popolare della cavalleria americana nel West è stata fortemente condizionata prima dalla stampa popolare, poi dal circo ed infine sopratutto dal cinema, di cui il fumetto e la televisione ne rappresentano una sintesi. La settima arte, da sempre, ha amato rappresentare i soldati cavallo in un’iconografica uniforme mutuata dal ricordo della Guerra Ispano-Americana, assai più vicina a se nel tempo rispetto alle guerre indiane, piuttosto che agli omaggi artistici di Remington.
Questo forse, perché il cinema cominciò ad essere popolare, proprio nell’epoca di Teddy Roosevelt, già comandante dei Rough Riders appunto, la cui uniforme guarda caso somigliava molto a quella dei futuri cavalleggeri in celluloide e non. Un politico e un capo di stato che, più di altri (forse l’unico), seppe incarnare in se lo spirito della frontiera giunta ormai al tramonto. Del resto il pubblico, da sempre, ha bisogno di riconoscere gli eroi e se i “Nostri” fossero arrivati a fine pellicola abbigliati più da guerriglieri, che da soldati tutti avrebbero pensato solo a dei cowboys con tromba e bandiera.
Eppure nelle prime campagne, successive alla guerra civile, per lungo tempo, le più disparate tenute furono assai popolari. Parlare dunque dell’immagine reale dei soldati attraverso tutte le guerre indiane (1862-1890), non sarebbe cosa facile, piuttosto possiamo scegliere come esempio caratteristico (per la guerra nelle grandi pianure) la campagna del 1876, che culminò con la battaglia del Little Bighorn. Infatti quest’ultimo episodio anche in tema uniformologico ha una sua peculiarità, sia per il reparto che venne coinvolto, il Settimo Cavalleria, sia perché attraverso la mole di testimonianze e delle ricerche, rivela il reale aspetto dei soldati sul campo. Infatti, come ci mostrano anche le fotografie d’epoca ed i reperti di scavo, sappiamo che la dotazione era costituita da materiali obsoleti, che l’Unione doveva ancora finire di smaltire dalla guerra civile: giacche, giubbotti, kepì, ecc.
Replica di una camicia alla Custer
Trattandosi di effetti e corredi nati dalle ristrettezze del conflitto, nonché dalle speculazioni sulle forniture, risultavano in generale di qualità inferiore allo standard previsto, non funzionali alla vita sulla frontiera, ne all’usura a cui venivano sottoposti per cui necessariamente dovevano essere spesso sostituiti da materiali eterogenei (solo dal 1877 dopo l’introduzione a Fort Lincoln, Nebraska, dei nuovi regolamenti, fu bandito nel Settimo Cavalleria l’uso di abiti civili, fino ad allora ammesso).
Curiosamente il fatto che le dotazioni fossero lasciate spesso all’iniziativa del singolo e che i regolamenti venissero presi alla assai alla leggera, per poter soddisfare le dure condizioni operative, è divenuto anche la base di uno dei principali punti di domanda su dove e quando sia morto Custer al LBH. Dunque un resoconto il più accurato possibile delle uniformi del Settimo Cavalleria nel 1876, è utile per rivalutare le testimonianze oculari, cercare di ricostruire gli eventi e sfatare miti e congetture, di quella che fu la più drammatica battaglia delle pianure occidentali.
Molti racconti dei guerrieri Sioux, Cheyenne ed Arapaho, che furono al LBH, parlano della morte di un ufficiale con una giacca di daino, che alla maggior parte di essi parve essere proprio Custer. In particolare un racconto di fonte Cheyenne indica questo ufficiale in buckskins colpito sul guado che attraversa il fiume presso il Medicine Tail Coulee. Alcuni studiosi, ben intenzionati ad accogliere questa nuova e sensazionale versione dei fatti, hanno supposto che ufficiale fosse proprio il comandante del Settimo Cavalleria. Sappiamo con certezza che Custer quel giorno avesse con se una giacca di daino. Ma resta il fatto, che nella tragica circostanza almeno altri sei o sette ufficiali caduti con le cinque compagnie sulla Greasy Grass Ridge, tra cui suo fratello il capitano Tom Custer, il capitano Keogh, comandante della 1th company, e l’aiutante del reggimento primo tenente Cooke, ne fossero in possesso.
Per cui voler cercare di individuare la posizione di Custer nel corso degli eventi, solo attraverso il suo abbigliamento diviene cosa difficile, sopratutto rispetto alla testimonianza del trombettiere Martini, che raccontò alla corte di Reno, sede della commissione d’inchiesta, di come Custer si fosse tolto la giacca per poi legarla alla sella. Ne deduciamo dunque che il comandante (salvo non l’avesse di nuovo indossata prima della carica) rimanesse solo con la sua camicia blu. Anche in questo caso non sappiamo quale: se quella “stile pompiere”, quella con pettorina e taschino, o piuttosto un altro modello civile.


La giacca di Custer conservata allo Smithsonian

Un indumento, qualunque esso fosse stato, che anche la maggior parte degli altri ufficiali del reggimento sfoggiava, se non altro per emulazione, più spesso decorato in vario modo a esaltarne il profilo del colletto, piuttosto che di uno o di tutti gli elementi. Fotografie di ufficiali, cowboys, scout o agenti di polizia delle riserve intorno agli anni ’70 rivelano quanto fosse divenuta popolare nel West questa moda. Con queste camicie dall’aspetto fantasia, Custer e molti dei suoi ufficiali portavano anche lunghe cravatte annodate, non dissimili da quello che già si indossava durante la guerra civile: uno stile comune di derivazione civile. Tutto questo rendeva Custer del tutto indistinguibile dagli altri ufficiali, se non dalla maggior parte, del suo staff.
Così diventa assai incerto, che fosse Custer l’ufficiale colpito al guado del fiume quel giorno.
Inoltre Come ricordava nel 1896, l’ex capitano Settimo Cavalleria, Edward S. Godfrey:
“La giornata era calda e pochi avevano addosso un qualsiasi tipo di camicia”.
Intendendo però per camicia, secondo l’interpretazione d’epoca vittoriana, un’indumento esterno, come la blusa o un altro abito pesante. Sempre a riguardo il cap. Godfrey citava il ritrovamento della blusa in daino del primo tenente James Porter nel villaggio indiano abbandonato alcuni giorni dopo: “dai fori di proiettile, che aveva ricevuto, doveva essere stato colpito dalla parte posteriore, lato sinistro, ed il proiettile uscendo era passato dal petto vicino al cuore”.
Durante il periodo vittoriano nessun ufficiale avrebbe tollerato di vedere le truppe in canottiera.


Completo che si suppone forse appartenuto al col. Samuel Sturgis del 7th Cavalleria

Ma dato il caldo, il ten. Porter avrebbe potuto indossare il suo capo in daino al posto della camicia sopra la canottiera di lana (un simile camisaccio leggero a pull-over privo di frange, appartenente a un ufficiale del Settimo Cavalleria durante la campagna contro i Nez Perce del 1877 è presente nella collezione del museo di Fort Leavenworth, Kansas).
Nonostante la tradizione di Hollywood, non esistono casi documentati, da immagini d’epoca, di ufficiali che abbiano portato i gradi sulle giacche in daino. Infatti, in campagna molti ufficiali non si preoccupavano nemmeno di avere le costose spalline sulle loro camice regolamentari.
Gli artisti al pari dei registi vedono però Custer come il più eccentrico ufficiale dell’esercito nelle grandi pianure degli anni ’70. Ma molti altri ufficiali del periodo lo furono, tra cui il capitano Charles King del Quinto Cavalleria ed il capitano del genio William Ludlow, che indossavano in campagna, abiti in daino con decorazioni floreali di perline abiti secondo l’uso indiano. Questi capi venivano realizzati solitamente dalle mogli degli scout indiani delle pianure orientali, come gli Arikara che servirono con l’esercito in varie campagne.
Le pellicole e quadri sul LBH raramente hanno raccontato l’immagine reale degli uomini quel giorno: indiani abbigliati come per un pow wow, che circondano correndo in cerchio attorno al reparto.


Piccolo grande uomo (1970)

Un Custer, ma solo lui, che indossa sempre la sua giacca di daino tra i suoi soldati che di solito assomigliano a quelli della guerra ispano-americana con cappelli color tan e camicie a pull-over blu. Neanche con Piccolo grande uomo (1970) si era riusciti a dare un aspetto eterogeneo e veritiero alla truppa, vestendo inoltre Custer al pari di elegantissimo (con tanto di camicia bianca e sciarpa rossa) Bufalo Bill ai tempi del suo Wild West Show.
Solo con la miniserie Son of the Morning Star (1991), complice forse la grande campagna di scavi allora in corso, si è finalmente iniziato a rendere l’aspetto realistico del Settimo Cavalleria alla battaglia.

Stesso dicasi per l’accadimento dei fatti ed il carattere dei personaggi, finalmente sempre più svincolati da auree di leggenda o da revisionismo polical correct.
Quasi tutti gli ufficiali Settimo Cavalleria e gli uomini arruolati nella campagna del 1876, si erano vestiti privilegiando il comfort e non il regolamento. Cappelli, camicie e abiti civili erano evidenti, se non addirittura prevalenti in tutti i ranghi. I cappelli di paglia erano particolarmente popolari durante i mesi estivi, perché più freschi di quelli in feltro scuro regolamentari.
Sappiamo che il maggiore Reno, così come un certo numero di altri ufficiali e di soldati, avevano comprato cappelli di paglia all’inizio della campagna da un vivandiere a bordo del piroscafo Far West, al costo di 50 centesimi ciascuno.
Montgomery Ward catalog n°15 (1876)
Anche i cappelli di feltro di colore chiaro con foggia civile, venivano assai apprezzati, perché ugualmente adatti a proteggere dal calore solare, ma anche dalla pioggia. Nel 1874 uno dei primi cataloghi ditte di vendita per corrispondenza, della Montgomery Ward, proponeva un economicissimo cappello denominato “Panama felt” molto adatto all’uso militare.
Numerose sono le testimonianze al proposito. ll primo sergente John Ryan della M company descrisse così il Settimo Cavalleria che lasciava Fort Lincoln, il 17 maggio 1876:
“Tutte le compagnie indossavano cappelli, con ampie tese ciondolanti, alcuni neri ed altri grigi”.
Le foto intorno agli anni ’70, mostrano cappelli civili, neri o grigi, di feltro oppure di paglia, con tese non eccessive indossati dall’esercito nelle grandi pianure.
Sia Custer, che suo fratello Tom, che molti altri benestanti portavano cappelli di feltro di qualità, a tesa larga, grigio chiaro di foggia simile ai cappelli di paglia da piantagione. In particolare il cappello di Custer aveva una falda alzata sul lato in come quelli indossati dagli ufficiali britannici irregolari delle campagne africane. Questi cappelli come quelli di altri ufficiali, sono mostrati in una foto datata 1875 in occasione di un picnic.
Contrariamente alla sua popolarità tra i reenactors della cavalleria, il malfatto e floscio cappello da campagna, di colore nero, introdotto nel 1872, venne universalmente disprezzato anche dai soldati comuni a causa della sua goffaggine e della sua scarsa qualità, anche se alcuni ufficiali del Settimo Cavalleria, tra cui il capitano Benteen indossavano il giorno della battaglia la variante da ufficiale.
Si trattava di un copricapo che poteva essere adattato a “bicorno”, e che venne descritto da un ufficiale come “il più inutile, rozzo straccio mai messo sulla testa di un uomo”.
Dei lavori su Custer solo il citato Son of the Morning Star (1991) mostra questo copricapo, forse a causa della preponderanza di reenactors presenti, che qui hanno lavorato come comparse qualificate alla realizzazione della miniserie.
Invece, nonostante la simpatica e iconica immagine dei cavalleggeri soldati irlandesi dei film di John Ford, il kepì, offriva poca protezione al sole estivo, anche se alcuni vengono mostrati nelle foto di uomini del generale Crook durante la campagna 1876.
Non diversamente si può dire sul resto dell’uniforme.
Ad esempio, camicie blu di provenienza civili sembrano essere state indossate da quasi tutti gli ufficiali del Settimo Cavalleria, mentre sappiamo che la camicia regolamentare era a pull-over grigio chiaro larghi, con tre bottoni in metallo.
Solo durante la guerra ispano-americana del 1898, la camicia a pull-over blu, introdotta al tempo delle ultime guerre indiane, divenne l’uniforme regolamentare per la truppa, ma all’epoca dei fatti (1876) e anche dopo, era pratica comune, che un soldato potesse benissimo indossare invece una camicia a scacchi.


Picnic (1875)

Altri tipi di manifattura civile in tessuto “calico” oppure “hickory”, piuttosto che a strisce o a scacchi, venivano portate, al pari della camicie regolamentari di flanella grigia o delle bianche residuate dalla guerra civile, anche se un paio di versioni sperimentali a pull-over blu da indossarsi sopra erano già state introdotte in piccole quantità. Ma su queste ultime, nonostante le rappresentazioni cinematografiche e non, galloni di sottufficiale e gradi da ufficiale non vennero mai cuciti fino alla guerra ispano-americana, ed anche in questo caso la pratica rimase non ufficializzata per un po’ tempo.
Comunque, a causa delle calde temperature di quel giugno del ’76, la maggior parte, se non tutti, i soldati semplici aveva probabilmente eluso il regolamento legando la giacca mod. 1874 alla sella, mentre alcuni ufficiali avevano scelto di indossare la giacca nera con alamari mod. 1872 assai simile a quella britannica dello stesso periodo.
Inoltre la maggior parte dei pantaloni blu cielo regolamentari dei soldati era stato rinforzato con tela bianca o pelle di daino. Questo rimedio aveva lo scopo di aumentarne la durata rendendo più sopportabile la permanenza in sella. Era una pratica che risaliva in Europa, almeno all’inizio del XIX secolo, quando era comune tra le armate a cavallo napoleniche. Anche in questo caso alcuni indistintamente dal grado, sceglievano di acquistare privatamente pantaloni in robusta tela oppure di velluto a coste. Il cap. Godfrey ci informa che il sottotenente Harry Harrington, che cadde con Custer, indossava un paio di pantaloni bianchi tela con frange in pelle cucite nella cucitura esterna. Inoltre sappiamo che Custer, suo fratello Thomas e forse anche l’aiutante Cooke indossavano invece pantaloni di daino quel giorno fatale.
Anche le bandane, di qualsiasi tipo o colore non furono in uso fino agli anni ’80, piuttosto si portavano sciarpe utilizzate come cravatte o foulard, annodate sotto il colletto della camicia come si possono vedere in numerose foto di soldati e ufficiali del tempo.


Cappelli civili, mod. 1872, e kepì

Bretelle sempre di provenienza privata in vari colori avrebbero potuto anche essere state indossate, infatti i pantaloni erano dotati di bottoni per il loro attacco, ma al tempo del LBH sembrano di solito rappresentare un’eccezione: l’esercito americano non ha cominciato ad adottare le bretelle fino al 1883, anche qui diversamente dall’immagine cinematografica classica che le fa indossare, al pari dei fazzoletti gialli, persino alle opposte cavallerie della guerra civile.
Stesso dicasi per i guanti in pelle bianca o gialla, così spesso presenti nei film, che erano un oggetto non regolamentare acquistato privatamente, e che molti non potevano permettersi. E comunque anche i guanti potevano essere in daino, anche con decorazioni floreali di perline e frange.
Infine molti ufficiali al LBH, secondo uno stile europeo, indossavano gambali robusta tela alti al ginocchio, allacciati con fibbie o abbottonati sul lato spesso sui cosiddetti stivaletti “stile Wellington”. Come per il cappello di Custer anche questi leggings erano popolari tra gli ufficiali britannici in Africa e successivamente anche tra i Rurales messicani.
Infine molti soldati portavano cartucciere “mills” in “web” ovvero in tessuto di canapa invece delle giberne in cuoio regolamentari.


Questa immagine datata 1874 di Custer rende bene l’idea di come apparisse al LBH

Uomini e cavalli al LBH dalle testimonianze del cap. Edward S. Godfrey, del soldato Peter Thompson e lo scout arikara Soldier.

1) Custer portava con se un fucile Remington Sporting a canna ottagonale; due revolver Webley Bulldog con impugnatura bianca munita di anello, un coltello da caccia con un fodero a frange decorato di perline, ed una cartucciera di tela. Indossava un cappello color bigio, con tesa larga e corona piuttosto bassa, di foggia molto simile ad uno da cowboy; un completo di pelle, con frange sulle cuciture esterne dei pantaloni, sul fondo e sulle maniche della giacca a doppio petto allacciata da bottoni militari.

2) Il capitano Tom Custer era vestito più o meno come il generale, come anche Boston, il fratello più giovane, ma di lui sappiamo che portava calze di cotone bianco.

3) Tutti gli ufficiali indossavano la camicia blu scuro con colletto piuttosto ampio e cadente; la maggior parte di loro portava i fregi con le sciabole incrociate ed il n° 7.

4) Normalmente anche altri ufficiali (Yates, Cooke, Smith, Porter e Calhoun, e, talvolta, Keogh) indossavano camicie di daino, e probabilmente nessuno di loro indossavano i pantaloni azzurri alla battaglia.


Sciabole, mantelle e cavalli neri

5) Diversamente Harrington indossava la blusa blu con i pantaloni di canapa bianca, con frange sulle cuciture esterne. Mentre il dr. Lord con i tenenti J. Sturgis (fratello del più noto Samuel) e Reilley vestivano l’uniforme regolamentare.

6) L’alfiere di Custer, il sgt. R. Hughes e quasi tutti gli altri uomini vicini al comandante avevano l’uniforme regolamentare. Molti, forse la maggior parte di loro, aveva pantaloni rinforzati con tela bianca sul sedere e sulle gambe. La giornata era molto calda e pochi indossavano la blusa. Quasi tutti avevano lo stivale basso, anche se alcuni degli ufficiali indossavano la calzatura “stile Wellington” con i gambali di tela bianca.

7) Come sappiamo l’unità era armata di carabine Springfield e revolver Colt, ma nessuno nel reparto aveva al seguito la sciabola a differenza di quasi ogni immagine di LBH o che della relativa campagna.

8) Custer cavalcava “Vic” un sauro, con quattro balzane bianchi ed una lista in fronte. Le unità F (effe), I e la L (elle) avevano cavalli bai; la C sauri chiari, e la E grigi. I trombettieri cavalcavano cavalli grigi; mentre Cooke un cavallo quasi bianco, ma di regola gli ufficiali cavalcavano cavalli dello stesso colore le truppe a cui appartenevano.


LBH cortometraggio (2010)

Sappiamo dunque che c’erano sei o più ufficiali vestiti con abiti in daino quel fatidico giorno, ma di essi Custer era l’unico a cavallo di un sauro con tali particolarità. Questo dettaglio è fondamentale se accettiamo la storia, che un giovane guerriero Sioux di nome Cow White Bull abbia colpito un ufficiale vestito di daino, con un grande cappello, su un cavallo simile. Se tale fosse, ragionevolmente questi potrebbe essere stato solo Custer, anche se ad onor del vero Cow White Bull non poteva saperlo quando il Settimo Cavalleria tentò di caricare il villaggio presso il Medicine Tail Coulee, ma solo dopo molto dopo e cioè quando testimonianze e leggende si erano ormai sovrapposte.

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