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Un’avventura di Tex veramente notevole!

A cura di Sergio Mura

Carissimi amici e divoratori di storia del west, degli indiani e della guerra civile americana… diciamocelo sinceramente: noi divoriamo anche carrettate di fumetti western.
A gente come noi non sfugge una sola uscita di Tex, non disdegniamo le edizioni di Zagor, non manchiamo ad un solo appuntamento di Ken Parker e cerchiamo di aggranfiare ogni numero di qualunque cosa che muova personaggi tra il 1840 ed il 1890 sul suolo americano.
Questi siamo noi! E Sergio Bonelli Editore, con l’accordo monstre stipulato con le Edizioni l’Espresso-Repubblica, dimostra di aver capito tutto e di conoscerci molto bene. Infatti, stanno uscendo una dopo l’altra ristampe articolate, colorate, riviste, arrangiate, tutto insomma purché noi siamo irresistibilmente attratti e disposti ad aprire il portafoglio.
E fin qui tutto va bene, non esistono problemi.
Diverso si fa il discorso quando si passa alla qualità delle storie delle serie western in edicola, alla loro capacità di trascinarci per il fazzoletto fin dentro la polvere di un inseguimento o tra gli spari di un agguato.
Quanto a questo, sappiamo bene che è ormai raro che accada.
Ma… [suono di trombe] stavolta pare stia cambiando qualcosa. Parliamo sempre di Sergio Bonelli Editore e parliamo ancora di Tex Willer l’inossidabile ranger più velenoso dei serpenti a sonagli. Dopo anni e anni di sbadigli intervallati da alcuni momenti alti, la storia in edicola in questi giorni (con la seconda e ultima parte), segna il punto di ciò che speriamo possa essere un cambio di passo.


Le copertine dei due episodi che compongono la storia
Senza rivelare a nuovi potenziali lettori i dettagli della trama, vogliamo almeno dirvi che con questa storia, dal titolo “Carovana di audaci” e “Ghost town”, veniamo catapultati in un’avventura in cui ci sembra di reggere le redini dei cavalli al galoppo e di spingere con l’indice sul grilletto della Colt di Tex, ma anche sentiamo il cuore che batte in gola in uno dei molti snodi in cui la tensione si taglia a fette e, per la prima volta dopo tanto tempo, ci dimentichiamo che l’eroe la spunta sempre e comunque!
Una roba davvero mitica. E’ il ritorno di Tex ad uno stile che ci lascia persino sorpresi e che ci auguriamo richiami urgentemente un po’ di lettori sfiatati e, possibilmente, un congruo gruppo di giovanotti disposti a farsi interessare dal west.
Amici, correte in edicola ad acquistare questa storia e poi – se riterrete che abbiamo ragione a parlarne in toni entusiastici – divulgate anche voi la notizia e l’entusiasmo nelle vostre pagine di Facebook o su Twitter, nei forum (magari anzitutto il nostro…).


Un momento che ci porta dentro una sparatoria
Grande team
Detto questo, passiamo al riconoscimento dei meriti.
La storia, anzitutto. E’ scritta a quattro mani. Due appartengono alla nostra “vecchia” conoscenza Luca Barbieri, un nuovo arrivo in casa texiana e, lo sottolineiamo, un grande acquisto, pieno di competenza e freschezza, nonché di capacità di ideare il nuovo pur in un contesto esploratissimo. Luca è sempre stato assai apprezzato per i suoi articoli fulminanti, irridenti, precisissimi e trascinanti, pubblicati in gran numero proprio sul nostro sito. Lo ricordiamo quando si è proposto con garbo e simpatia…
Le altre due mani appartengono a Tito Faraci, nome assai noto nel panorama fumettistico italiano (e non solo) per la sua capacità di articolare le storie e di riuscirci in un ambito in cui vige la ferrea legge del numero delle pagine disponibili e assegnate!
I disegni, poi, sono un altro contributo al capolavoro… sono opera del bravissimo e apprezzatissimo Maurizio Dotti, visto in altre serie e capacissimo di vivere e trionfare nel vecchio west.
Applausi per tutti!


Gli indiani!
Un appunto
Infine, due righe di critica costruttiva, scritte con sincero affetto.
Ci piace sottolineare che in un paio di momenti (entrambi nella seconda parte della storia) accadono delle cose che risultano “strane” per come si sviluppano. Non vogliamo rovinare la sorpresa a nessuno, perciò ci limitiamo a dire che sono piccoli episodi in cui sembra che manchi qualcosa o che si abbia fretta di concludere e la vicenda si sviluppa in maniera che disturba l’alto livello della narrazione.
In generale, però, ciò che ci sarebbe voluto è il maggior respiro. Ci sono storie, come questa, in cui non si deve temere di usare più pagine. Un tempo andare avanti per 3 o 4 mesi non era stranissimo. Questa storia meritava di sviluppare meglio una serie di passaggi, sempre nella seconda parte, quella conclusiva.
Ma sono cose da poco che non sciupano il clima di festa che noi stiamo respirando.
In conclusione
Chiudiamo con una piccola, ma importante segnalazione, sempre nell’idea che ci siamo fatti che sia importante parlare ai giovani; è stato appena ristampato un gran bel libro scritto proprio da Luca Barbieri, “Five Fingers”.


La nuova copertina di Five Fingers
Ne avevamo parlato ampiamenti qui: LINK alla recensione di FIVE FINGERS
Ebbene, ora il libro è approdato sulle edizioni Meridiano Zero. Ecco il link: FIVE FINGERS nuova edizione
E’ un gran bel libro che parla di west attraverso un linguaggio che sa interpretare certi gusti giovanili e potrebbe fare la sua parte per richiamare questi benedetti sbarbatelli verso la frontiera che noi tanto amiamo!