In viaggio nelle terre del west

A cura di Omar Vicari

Innanzi tutto un ringraziamento particolare va a tutti gli amici della nostra comunità e del forum in specialissimo modo perché mi hanno fatto gli auguri per il compleanno mentre eravamo nel vecchio west.
Mi accingo ora a descrivere in modo più o meno dettagliato le giornate trascorse nei diversi Stati che abbiamo attraversato. Molti posti, a dire il vero li avevamo già visti nei precedenti viaggi (questo è il quinto), ma li abbiamo rivisitati volentieri per permettere anche agli altri amici di poterli vedere e toccare con mano.
E’ stata ancora una volta una bella avventura, a cavallo tra presente e passato, e di già, con la mente, sono al lavoro per ipotizzare il prossimo viaggio, per cui chi fosse interessato farà bene a farsi sotto fin d’ora!
Una specialissima raccomandazione: lasciate caricare le immagini un paio di minuti al fine di vederle ingrandire senza rallentamenti. Sono davvero moltissime!

Diario di viaggio

23/08
Puntuale alle ore 15.00 l’amico Rossano arriva a casa mia. Sistemiamo le valigie in macchina e partiamo verso Legnano dove ci aspetta Fernando. Gentilissimo, ci sistema per la notte in casa della figlia, un bellissimo appartamento che lasciamo il mattino dopo, accompagnati dalla pioggia, per raggiungere l’aeroporto di Malpensa.

24/8
Superato il cheek in, ci imbarchiamo in un mastodontico Boeing 777. Puntuale l’aereo decolla alle ore 10.40 e dopo nove ore di volo atterriamo all’aeroporto di Newark (New Jersey). Siamo stanchi, prendiamo possesso delle camere nel motel e ci concediamo un paio d’ore di sonno. Una rapida doccia e poi mettiamo qualcosa sotto i denti in un ristorante vicino. Chiamiamo per telefono il tassista che ci aveva prelevato all’aeroporto e lo preghiamo, se possibile, di arrivare puntuale il giorno successivo al nostro motel. Vogliamo arrivare a New York, nel Bronx, al “Woodlawn Cemetery” dove riposa quel grande sceriffo nonché cacciatore di bufali che risponde al nome di Bat Masterson.


Tomba di Bat Masterson (New York)

25/8
Facciamo una rapida colazione in attesa del taxi che arriva puntuale alle ore 9.00. Mezz’ora di strada tra il traffico pazzesco di New York e arriviamo al “Woodlawn Cemetery”, un cimitero enorme con più di 300.000 tombe costruito nel 1863. Facciamo fatica, ma alla fine, grazie alle indicazioni di più persone, arriviamo alla tomba del grande sceriffo. E’ per me una grande emozione stare sulla tomba di Bat Masterson, protagonista di primo piano di tante avventure nel vecchio west.


Omar Vicari alla tomba di Bat Masterson

Lasciato il cimitero, il taxi ci porta a Manhattan. Nel centro di New York regna il caos più completo. Il traffico è caotico, vivere qui è pazzesco. Ci permettiamo un giro di Manhattan con uno di quei bus attrezzati appositamente per i turisti.


New York

Ci sistemiamo al piano superiore, quello scoperto per intenderci. Non è una buona idea perché a parte il caldo asfissiante, ci becchiamo tutto lo smog delle macchine che intasano letteralmente New York. La quinta strada, frequentatissima, piena di negozi delle migliori firme di moda italiane, sarebbe, credo, il regno delle nostre mogli.


I negozi di lusso non si contano

Città interessantissima, ma per certi aspetti invivibile. Nel pomeriggio, stanchi, torniamo al motel.

26/8
Giornata di trasferimento da Newark a San Francisco. L’aereo parte in ritardo, ma arriviamo ugualmente in orario. In aeroporto ci consegnano una macchina impossibile, troppo piccola per noi, bagagli compresi. Protestiamo e dopo un po’ ci consegnano una “Kia” abbastanza capiente e confortevole. Prendiamo possesso del motel a Daly City (sobborgo di San Francisco), mangiamo qualcosa e poi ci ritiriamo con la promessa di visitare l’indomani a Colma (California) la tomba di Wyatt Earp.

27/8
Alle ore 9.00 siamo già davanti al cimitero di Colma, “Hills of Eternity” dove sono tumulate le ceneri di Wyatt Earp e quelle della moglie Josephine Sarah Marcus.


Il cimitero di Colma


La tomba di Wyatt Earp (Colma)


Sulla tomba di Wyatt Earp (Colma)

Non c’è bisogno di chiedere spiegazioni al box office tanto è conosciuto il personaggio. Si contano più di mille visitatori l’anno che arrivano presso la tomba del leggendario lawman. E’ di gran lunga il personaggio più visitato all’interno del cimitero. Non facciamo difficoltà a trovare la tomba. Anche qui, come per Bat Masterson, (i due erano amici) sono preso dall’emozione.

Scattiamo le foto di rito dopo di ché ci dirigiamo verso la downtown di San Francisco. Passiamo il mitico “Golden Gate” più volte in macchina e anche a piedi dopo aver parcheggiato la stessa.


Il Golden Gate


La baia con la nebbia

Ci dirigiamo verso la zona del porto da dove scattiamo alcune foto alla famigerata prigione di Alcatraz, un istituto di pena fortunatamente chiuso oggi. La zona è piena di negozi che vendono oggetti regalo per turisti.


Alcatraz nella nebbia (San Francisco)


La baia di san Francisco (California)


Alcatraz

C’è molta gente attirata anche dalle moltissime foche che stazionano lì.


Le foche

Dopo le foto di rito ci dirigiamo, su suggerimento di Rossano, verso molto famosa in San Francisco. Il locale è affollatissimo vista la qualità e l’abbondanza del gelato che viene offerto ai clienti.


La gelateria Ghirardelli

Non credevo ai miei occhi quando al tavolo è arrivato il cono gelato che avevo ordinato. Mezzo chilo abbondante, altro che il cono gelato in Italia. Roba da matti, negli States tutto è over misura, strade, palazzi, persone comprese.


La skyline di san Francisco

Dopo aver passato il pomeriggio a San Francisco e aver visto i mitici tram che vanno su e giù in salita e discesa per le strade della downtown (…proprio quelli che si vedono nei telefilm), torniamo alla macchina e riprendiamo la strada del motel. Domani visiteremo il parco delle Sequoie.


Un tipico tram

28/8
Ci alziamo presto e presto partiamo dopo una rapida colazione. La strada per il “Sequoia National Park” non è delle più facili. Tortuosa e impegnativa sembra volerci far pagare pegno per le meraviglie che stiamo per vedere. Una volta nel parco sgraniamo gli occhi di fronte alla maestosità delle sequoie.


Il Sequoia Park

Non esiste un aggettivo adeguato per descrivere la grandezza di questi alberi. Il più grande e importante di tutti è quello denominato “Generale Sherman”. E’ l’albero più vecchio e più grande del mondo. E’ enorme, ma non saprei quantificarne il diametro. Ci vogliono circa venti persone con le braccia allargate a contenerne il tronco.


Il Generale Sherman

Facciamo le foto come al solito, dopo di ché riprendiamo la strada altrettanto tortuosa che ci porterà fuori dal parco. Arriviamo a Bakersfield (California), una cittadina che sembra non avere motel. Facciamo fatica a trovarne uno. Lo troviamo, una rinfrescata e poi mangiamo qualcosa, dopo di ché ci ritiriamo in camera. Domani lasceremo la California ed entreremo in Arizona.

29/8
Giornata di trasferimento a Needles, ultima città della California prima di entrare in Arizona. Fa un caldo terrificante. La temperatura alle ore cinque del pomeriggio segna 111° gradi Farenaith, circa 45° Celsius. Lungo la Highway 15 ci fermiamo a “Calico” (California), una ghostown che richiama turisti da ogni parte degli Stati Uniti e non solo.


Calico, la famosissima ghost town

Abbiamo visto persino un pullman carico di turisti giapponesi. Entrare a Calico equivale a fare un salto all’indietro di 150 anni e tornare ai tempi del vecchio west quando nei dintorni si cercava l’argento. Più delle mie parole sono le fotografie a mostrarvi che cosa è oggi Calico e perché attrae una moltitudine di turisti. Sembra la consorella di Tombstone.


Facciamo molte fotografie, poi in un locale tipicamente western io e Rossano beviamo una birra circondati da alcuni cowboys vestiti alla moda del west per il piacere degli astanti. Ripartiamo nel primo pomeriggio alla volta di Needles. Lungo la strada facciamo una deviazione per percorrere la mitica Route 66, quella di Jack Kerouac per intenderci.


La mitica Route 66

Finalmente arriviamo a Needles, ma prima di prendere possesso del motel facciamo una capatina a Earp, una località sperduta nel deserto del Mojave (California) vicina al fiume Colorado che il Governo degli Stati Uniti ha voluto dedicare alla figura di Wyatt Earp, il leggendario Marshal di Tombstone. E’ qui che, dopo le vicende del west, Wyatt Earp si è ritirato per cercare l’oro o l’argento in qualche miniera del posto.


Earp (California), targa in onore di Wyatt Earp


Ufficio postale in ricordo di Wyatt Earp

Dopo le foto ritorniamo sui nostri passi verso Needles dove prendiamo possesso del motel. Mangiamo qualcosa (uno schifo, come d’altronde in gran parte dell’America), poi andiamo a riposare. Domani passeremo il fiume Colorado entrando in Arizona direzione Grand Canyon.

30/8
Partiamo da Needles per il Gran Canyon. Lungo la strada iniziamo a vedere grosse nubi minacciose in direzione nord. Il tempo non promette nulla di buono. Vedere il Grand Canyon in un giorno di pioggia non è sicuramente come ammirarlo con la luce del sole.


Il Grand Canyon

Le pareti a picco sul fiume Colorado quando il sole le illumina sono qualcosa di indescrivibile mentre diventano cupe in una giornata di pioggia. Quando arriviamo purtroppo piove a dirotto. Scattiamo comunque qualche foto nei momenti in cui la pioggia cessa per qualche istante. Credo che le foto non renderanno giustizia alla bellezza del Grand Canyon.

Dobbiamo purtroppo rinunciare, sempre causa pioggia, al tragitto in direzione est del South Rim. Riprendiamo la macchina e qualcosa riusciamo a vedere nel tratto ovest del South Rim. Anche con la pioggia, comunque, il Grand Canyon appare in tutta la sua maestosità. Ci si chiede come sia stato possibile che la natura abbia creato questa meraviglia se pure nell’arco di milioni di anni.


Grande pioggia al parcheggio del Grand Canyon

Scattiamo ancora foto, poi torniamo alla macchina non prima di aver visitato la torre, si dice costruita dagli indiani Anasazi, che troneggia sul bordo del Grand Canyon.

Lasciata questa meraviglia della natura, arriviamo a Page sul lago Powell ancora accompagnati dalla pioggia. Prendiamo il motel (un po’ caro, ma almeno confortevole), mangio un panino immangiabile, poi ci ritiriamo in camera.

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