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Nord contro Sud

A cura di Emanuele Marazzini

Inchiostro di sangue. Tre spunti letterari sulla guerra di Secessione. Uno. Due. Tre.

Frontespizio della prima edizione
Esordiamo nel nostro breve excursus con un romanzo che, benché assai lineare nell’intreccio, ha tuttavia il respiro della grande epopea.
Pubblicato nel 1887 nella celeberrima collana Voyages extraordinaires dell’editore Pierre-Jules Hetzel, Nord contre Sud vede come sfondo la Florida. Siamo nel 1862, comincia il secondo anno di ostilità e James Burbank, latifondista inviso a molti per le sue ferme idee abolizioniste è sempre più inquieto per ciò che la guerra, in futuro, potrebbe riservare a lui e alla sua famiglia. Infatti, con un figlio, Gilbert, tra le file degli yankees, con la flotta nordista del commodoro Dupont ormai risoluta nell’abbattere le difese costiere del nemico per poi liberare l’entroterra della Florida e, infine, con l’aggravarsi della situazione sociale nella vicina Jacksonville (in cui criminali come il guerrigliero Texar incitano la folla ad una resistenza disperata, stilando intanto liste nere con i nomi dei filonordisti), la situazione si sta facendo decisamente esplosiva.
Ma il peggio deve ancora sopraggiungere: infatti, quando Castle House, la fiorente piantagione di Burbank, verrà attaccata e distrutta da Texar, il malvagio sudista non esiterà a rapire la figlioletta del proprietario, Dy, insieme alla schiava Zermah, per poi dileguarsi nelle labirintiche Everglades…
Nadar: ritratto fotografico di Jules Verne
Questi i presupposti di un’avventurosa vicenda in cui Verne non si lascia sfuggire l’occasione per esprimere la propria, intensa avversione per lo schiavismo (tematica già in parte sfiorata nelle di Un capitano di quindici anni), nonché le simpatie per la nazione e la società statunitensi, di cui aveva potuto avere solo un rapido assaggio durante un unico, rapidissimo viaggio a New York (risalente al 1866, un anno dopo la fine del conflitto): ma è nel primo capitolo di Dalla Terra alla Luna (1865, data rivelatrice) attraverso la descrizione del prestigioso Gun Club e dei suoi membri (tutti fervidi unionisti e abili ingegneri), che ritroviamo il più chiaro manifesto dell’“americafilia” verniana.
La stesura del romanzo (pubblicato in due volumi) fu di grande aiuto allo scrittore francese per superare la malinconia e la depressione provocate da tre dolorosi eventi, susseguitisi nel giro di pochi mesi l’uno dall’altro: il primo fu l’aggressione ai suoi danni da parte del nipote psicotico Gaston, che il 9 marzo 1886 lo ferì (non gravemente) alla caviglia sinistra con un colpo di pistola. Poiché risultò impossibile estrarre il proiettile, lo scrittore fu costretto ad un lungo e spiacevole periodo di stasi forzata; il secondo e il terzo furono rispettivamente la morte del già citato Hetzel, legato a Verne da una profonda amicizia professionale e le esequie della madre.

Bibliografia

– Herbert R. Lottman Jules Verne. Sognatore e profeta di fine millennio, Mondadori, Milano 1999.