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I “gemelli” dell’Upper Mississippi: Sauk e Fox (1)

A cura di Pietro Costantini

Speciale a puntate: 1) I “gemelli” dell’Upper Mississippi: Sauk e Fox (1), 2) I “gemelli” dell’Upper Mississippi: Sauk e Fox (2)

Sauk e Fox – dipinto di Karl Bodmer
I Fox e i Sauk sono due tribù strettamente correlate, ma distinte, che nel 1600 occuparono la metà orientale del Michigan inferiore tra Saginaw Bay e Detroit. Entrambe le loro storie orali raccontano di un tempo remoto, quando erano migrate dalla costa atlantica seguendo il fiume San Lorenzo. Quando questo accadde non è chiaro. I Sauk vissero intorno Saginaw Bay (che prende il nome da loro), mentre i Fox erano appena a sud e ad ovest. Spinti fuori dalla loro patria nel corso del 1640 da tribù algonchine alleate dei Francesi, i Fox si insediarono nel centro del Wisconsin. I Sauk attraversarono la penisola vicino allo Stretto di Mackinac e si portarono alle sorgenti del fiume Wisconsin a ovest di Green Bay. Fatta eccezione per i due anni dal 1710 al 1712, i Fox vissero vicino a Detroit, e la tribù non tornò mai nel Michigan.
Rimasero nel Wisconsin fino al 1734, quando entrambe le tribù furono spinte dai Francesi al di là del fiume Mississippi, nello Iowa orientale.
Successivamente i Fox vissero lungo il Mississippi superiore nel nord-est dello Iowa ad eccezione del periodo 1765-1783, quando mantennero alcuni villaggi nel Wisconsin occidentale. I Sauk si trovavano anche lungo il corso superiore del Mississippi dopo 1734, appena a sud dei Fox, ma, essendo più numerosi, occupavano una zona più ampia. Dopo le guerre con la Confederazione degli Illinois, i Missouria, e gli Osage, i Sauk estesero la loro presenza verso sud. Nel 1800 controllavano il Mississippi superiore tra St. Louis e Dubuque, Iowa. Queste terre furono cedute agli Americani con un trattato firmato nel 1804. Disaccordi interni circa l’accettazione di questo trattato causarono la separazione di un gruppo Sauk dagli altri e il suo conseguente spostamento a sud verso il fiume Missouri. Conosciuti come la Banda Missouri, rimasero lì fino al 1824, quando furono spostati verso l’angolo nord-ovest dello stato. Nel 1836 scambiarono le loro ultime terre in Missouri per una riserva ad ovest del fiume Missouri, al confine Kansas-Nebraska.


Posizione originaria dei Sauk – Fox nel Michigan e stati teatro dei primi spostamenti

La pressione degli insediamenti dei bianchi dopo il 1825 costrinse i Sauk del fiume Mississippi a lasciare l’Illinois occidentale e a stanziarsi nel sud est dello Iowa. Unica eccezione fu la banda di Falco Nero, che occupava Rock Island, e che non si spostò se non dopo la fine della “Guerra di Falco Nero” nel 1832. Come conseguenza della guerra, i Sauk furono costretti a cedere una grande superficie dello Iowa orientale.
I Sauk e Fox restarono nello Iowa fino al 1842, quando cedettero le loro terre per una riserva nel Kansas, appena a sud dell’odierna città di Topeka. Comunque molti di loro rifiutarono di lasciare lo Iowa, e costrinsero l’esercito ad un grosso impegno nel tentativo di trovarli per farli spostare. Una volta in Kansas, si svilupparono grandi disaccordi tra i Fox e i Sauk. Alcuni dei Fox si riunirono ai Kickapoo e poi partirono con loro per il Messico settentrionale. Nel 1859 la maggior parte dei Fox lasciò il Kansas e tornò nello Iowa, dove avevano acquistato terreni nelle vicinanze di Tama. I restanti Fox e Sauk vendettero la loro terra in Kansas e si trasferirono in Oklahoma nel 1869, dove venne loro assegnata una riserva di 750.000 acri nelle contee di Potawatomi, Lincoln, e Payne, a est di Oklahoma City. Dopo lo stanziamento delle tribù in queste zone, la maggior parte del territorio tornò comunque ai bianchi nel 1891. Attualmente, la Sac e Fox Nation of Oklahoma, con sede a Stroud, ha conservato meno di 1.000 ettari.


Delegazione dei Sauk e Fox a Washington – 1867

D’altra parte, nello Iowa i Fox hanno usato il proprio denaro per l’acquisto di terreni, e i loro possedimenti tribali sono cresciuti di quasi 5.000 ettari. Essendo l’unica tribù federale riconosciuta in Iowa, i Fox preferiscono essere chiamati Insediamento Mesquaki, ma a causa di trattati firmati congiuntamente con i Sauk, il loro nome ufficiale è Sac e Fox del Mississippi in Iowa.

Popolazione

Al momento del loro primo contatto con i francesi nel 1666, sia i Fox che i Sauk vivevano in Wisconsin. Le stime francesi dell’epoca stimavano in 5.000 unità la popolazione dei Fox e in 6.500 quella dei Sauk. Dal momento che entrambe le tribù avevano appena sopportato 30 anni di guerra, un trasferimento in Wisconsin, e numerose epidemie, sembra che il loro numero originario dovesse essere almeno due volte questo – circa 10.000 per ogni tribù. Nel 1712 i Fox erano scesi a 3500; metà di questi perirono nella prima guerra con i Francesi (1712 – 1714). Nel 1728 iniziò la seconda guerra Fox, con circa 1.500 persone in totale, solo 500 delle quali sopravvissero al tentativo francese di eliminarli dalla faccia della terra. I rapporti dei Sauk con i Francesi furono amichevoli finché essi, nel 1734, presero a proteggere i Fox; in quel momento il loro numero era vicino ai 4000. Le stime successive sono confuse, perché i Sauk e Fox vennero considerati come un’unica tribù. La popolazione di entrambe le tribù aumentò di numero dopo il 1737. Zebulon Pike nel 1806 stimò i Fox in 1750 e i Sauk in 2850, numero che viene ritenuto inesatto per difetto. Documenti governativi del 1829 segnalano 5000 Sauk e 1600 Fox, con altri 500 Sauk nel Missouri.
Dopo la loro rimozione dallo Iowa, nel 1846, la popolazione di entrambe le tribù subì un drastico calo. Nel 1845 l’Agenzia degli Affari Indiani dichiarò che 1300 Fox e 2500 Sauk avevano lasciato lo Iowa, ma nel Kansas arrivarono solo 700 Fox e 1900 Sauk. La Banda del Missouri a quel tempo contava meno di 200 elementi. Dopo una terribile epidemia di vaiolo, 300 Fox e 1300 Sauk erano tutto ciò che restava della riserva del Kansas nel 1852, ma almento 300 Fox e un numero imprecisato di Sauk erano rimasti nascosti nello Iowa. Altri erano nella riserva dei Kickapoo o in luoghi dove nessuno poteva contarli. La maggior parte dei Fox poco dopo era tornata nello Iowa. Dopo la Guerra Civile, 600 Sauk e 100 Fox vennero trasferiti in Oklahoma. Solo il gruppo del Missouri riuscì a rimanere nel Kansas. Il censimento del 1910 elencava 343 Fox nello Iowa, 630 Sauk e Fox in Oklahoma e 90 Sauk nel Kansas.
Le attuali risultanze dei tre gruppi Sauk e Fox riconosciti federalmente sono: 1100 della “Tribù Sauk e Fox del Mississippi” in Iowa; 400 della “Tribù Sauk e Fox del Missouri” in Kansas e Nebraska; 2200 della “Tribù di Indiani Sauk e Fox” in Oklahoma.

Denominazioni

Sebbene il nome “Fox” venga universalmente usato per designare questa tribù, questo è solo il suo nome storico.
Delegazione dei Sauk e Fox a Washington – 1867
I Fox chiamavano sé stessi Mesquakie (Meshkwahkihaki, Meskwaki, Meskwakihuk, Meskwakihugi), che significa “gente della terra rossa.” I primi esploratori francesi fraintesero il nome di un clan (Wagosh, che significa “volpe”), con quello di tutta la tribù e cominciò a riferirsi a loro come “Renard” (in francese “volpe”), e gli Inglesi e gli Americani continuarono l’errore nella propria lingua. I nomi con cui erano noti alle altre tribù sono: Asakiwaki (Sauk), Outagamie o Odugameeg (in lingua Ojibwa “gente del all’altra sponda”), Beshdeke (Dakota), Skenchioe (Irochesi), Skaxshurunu (Wyandot), Skenchiohronon (Huron), Mshkwa’kitha (Shawnee), Squawkies (Inglesi), Tochewahcoo (Arikara), Wacereke (Winnebago), e Wakusheg (Potawatomi).
Sia la dizione Sac che Sauk sono corrette. Varianti di questo nome sono: Osawkee, Saki, Saque e Sawkee. Il nome deriva dalla loro stessa lingua – Osakiwuk o Asakiwaki, che significa “gente dello sbocco” e si riferisce alla loro patria originale allo sbocco del fiume Saginaw, a Saginaw Bay nel Michigan, che prende il nome da loro – Saginaw che significa “luogo dei Sauk.” Dal momento che i Fox erano il “popolo della terra rossa,” Sauk è stato spesso impropriamente reso col significato di “gente della terra gialla.” Nomi alternativi per il Sauk furono: Hotinestakon (Onondaga), Osaugee (Ojibwa), Quatokeronon (Huron), Satoeronnon (Huron), Zake (Dakota), e Zagi (Winnebago).

Lingua e cultura

I Fox e Sauk linguisticamente sono praticamente identici e strettamente legati ai Kickapoo, Mascouten e Shawnee.
Anche se uniti in strettissima alleanza dopo il 1734, i Sauk e Fox mantennero tradizioni e capi separati. Questo fu molto evidente quando i capi Sauk e Fox su insistenza degli Stati Uniti furono costretti a firmare lo stesso trattato. Tuttavia, le firme appaiono sempre in due raggruppamenti distinti, uno per i Fox e l’altro per i Sauk. Entrambe le tribù sono state descritte come estremamente individualiste e bellicose, anche se la parola “bellicoso” potrebbe essere una sorpresa per i bianchi dello Iowa, che hanno vissuto in pace accanto ai Fox per gli ultimi 130 anni. Ma la definizione “individualista” di questa descrizione è dovuta al fatto che sia i Fox che i Sauk avevano un forte senso di identità tribale e non furono mai riluttanti a scegliere un percorso proprio.
Shining River – 1890
I Francesi trovarono entrambe le tribù indipendenti e molto difficili da controllare. Per il resto, nella maggior parte degli altri aspetti, i Sauk e Fox sono molto simili alle altre tribù Algonchine dei Grandi Laghi. Politicamente, i Sauk e Fox avevano un’organizzazione più centralizzata rispetto ad altri Algonchini, il che probabilmente era un riflesso delle tante guerre che avevano combattuto. I consigli tribali dei loro capi esercitavano notevole autorità. I capi Fox e Sauk erano di tre categorie: civili, di guerra, e cerimoniali. Solo la posizione di capo civile era ereditaria, le altre essendo determinate da una provata capacità o da un potere spirituale. L’agricoltura forniva la maggior parte della loro alimentazione: mais, fagioli, zucche e tabacco, e le donne erano considerate le proprietarie dei loro campi. Una differenza importante tra i Sauk e Fox e le tribù vicine era che di solito essi abitavano grandi villaggi durante l’inverno.
Jim Thorpe
Per il resto le loro abitazioni erano quelle tipiche per la regione, cioè i wigwam, costruiti a cupola con una copertura di rami, scorza d’albero (in genere betulla) e stuoie, legati assieme con ramettu flesibili. Grandi cacce tribali al bisonte, soprattutto dopo che furono acquisiti i cavalli nel 1760, venivano condotte in autunno e fornivano gran parte della carne per l’inverno, ma come gli altri Algonchini dei Grandi Laghi, quando i Sauk e Fox volevano tenere una vera e propria festa per un ospite d’onore, il piatto principale era carne di cane.
E’ degno di nota il fatto che i Fox fossero l’unica tribù Algonchina a combattere una guerra contro i Francesi (in realtà, due guerre). I Francesi intrattenevano buoni rapporti con tutte le altre tribù Algonchine dei Grandi Laghi (compresi i Sauk), ma i Fox furono ostili fin dal momento del loro primo incontro con i Francesi. Sembra probabile che i Fox avessero il peso maggiore nei combattimenti nel Michigan contro i partners commerciali dei Francesi tra il 1630 e il 1640, essendo ben consapevoli della provenienza delle armi d’acciaio usate contro di loro. Famosi capi Sauk furono Keokuk, Wapello, e Blackhawk. Una città dello Iowa porta il nome di Keokuk ed egli è l’unico nativo americano mai celebrato con un busto di bronzo in Campidoglio a Washington. Il famoso campione olimpico Jim Thorpe (Wathohuck o Bright Star) era un Sauk / Potawatomi: si aggiudicò due medaglie d’oro (pentathlon e decathlon) alle Olimpiadi di Londra del 1912, e fu un acclamato campione professionista nel baseball e nel football.

STORIA

Le guerre commerciali del XVII secolo

Quando I Sauk e Fox migrarono da est, vissero nel sud est del Michigan per molti anni prima che i Francesi giungessero ai Grandi Laghi, e quella che un tempo era stata una regione pacifica fosse messa in subbuglio dal loro commercio di pellicce.
I Francesi raggiunsero i villaggi Uroni all’estremità merdionale del Lago Huron nel 1615. Dopo il lungo e pericoloso viaggio da Quebec, pochi di loro erano disposti ad andare oltre, e al di là di questo punto la maggior parte del commercio di pellicce veniva effettuata condotta da Ottawa e Huron. Per giungere così lontano, i Francesi nel 1609 erano stati costretti, per guadagnarsi la fiducia degli Algonchini e dei Montagnais, ad aiutarli nello scacciare i Mohawk dal corso superiore del San Lorenzo.
Purtroppo, questo costò anche ai Francesi la pervicace ostilità degli Irochesi, e per evitare le loro spedizioni di guerra, i commercianti francesi furono costretti deviare lungo il fiume Ottawa per raggiungere il lago Huron.
Questa precauzione si rivelò abbastanza adeguata fino a che gli Inglesi catturarono Quebec nel 1629, impedendo al commercio di merci francesi di raggiungere i loro alleati indigeni e i loro partner scommerciali. La sconfitta Irochese fu solo temporanea. Nel 1610 gli Irochesi avevano iniziato il commercio con gli Olandesi lungo l’Hudson e, dopo aver sconfitto i Mahican nel 1628, divennero completi padroni di questo commercio. Approfittando della interruzione del commercio francese ad opera degli inglesi, nel 1629 i Mohawk attaccarono Algonchini e Montagnais per reinstallarsi nella parte superiore del San Lorenzo. I 70 anni di continue guerre intertribali che seguirono sono conosciuti come le Guerre del Castoro (1628-1700).
Il Quebec ritornò in mani francesi nel 1632, mentre i loro alleati nativi stavano ritirando, e gli Irochesi minacciavano di tagliare la via commerciale verso i Grandi Laghi.
Per ripristinare i precedenti equilibri di potere, i Francesi iniziarono a fornire armi da fuoco ai loro alleati, ma gli Olandesi neutralizzarono rapidamente la mossa con la vendita di armi agli Irochesi. Nel frattempo, il commercio di pellicce aveva completamente sterminato il castoro nella patria degli Uroni, così come quelli dei loro partners commerciali Ottawa, Neutrals, e Tionontati (o Petun).


Attacco a forte irochese – antica stampa

Avendo bisogno di nuovi territori di caccia, li trovarono nel basso Michigan e, utilizzando le armi da fuoco e armi bianche acquisite dai Francesi, attaccarono le tribù di lingua Algonchina che vi abitavano. I Francesi erano a conoscenza di questo, ma, con l’eccezione del viaggio a Green Bay (Wisconsin) di Jean Nicollet, per organizzare la pace tra Winnebago, Ottawa e Huron nel 1634, fecero poco per fermarli. Quello che accadde esattamente è incerto, poiché i Francesi ricevettero solo pochi rapporti dagli Uroni. Oltre ai Sauk e Fox, altre tre tribù Algonchine occupavano al momento la zona del basso Michigan: Mascouten, Potawatomi, e Kickapoo. Purtroppo, gli Huron facevano poca distinzione tra loro e, forse, prendendo a prestito la denominazione Ottawa per i Potawatomi, solitamente li indicavano collettivamente come Assistaeronon (Nazione del Fuoco). Stanziati nel sud-est del Michigan, i Fox sostennero il peso maggiore dei primi combattimenti, e nei confronti iniziali si difesero bene.
Nel 1635 i Francesi appresero che gli Erie avevano abbandonato alcuni dei loro villaggi sul lato ovest del lago Erie a causa di una guerra con un nemico sconosciuto Algonchino. Questo “sconosciuto nemico Algonchino” molto probabilmente era costituito da Fox oppure da Kickapoo, ma nel corso del decennio successivo l’ovvio vantaggio di acciaio e armi da fuoco europeo sulle armi tradizionali prese il sopravvento. Incursioni costanti da parte di grandi gruppi misti di guerrieri Neutrals, Nipissing, Ottawa, Huron, e Tionontati cominciarono sloggiare le tribù residenti. I Potawatomi furono i primi a partire, con i primi gruppi che arrivarono a nord di Green Bay nel 1641, ma l’accoglienza molto ostile ricevuta dai Winnebago li costrinse a cercare rifugio a nord, vicino a Sault Sainte Marie, presso gli Ojibwa. I Sauk e Fox resistettero agli assalti un po’ più a lungo, ma nel corso del 1642, 2.000 guerrieri fra Neutrals e Ottawa distrussero un grande villaggio fortificato Mascouten nel centro-sud del Michigan, e la resistenza cominciò a crollare. I Fox, i Kickapoo e i Mascouten si ritirarono ad ovest intorno all’estremità meridionale del lago Michigan, dove Kickapoo e Mascouten finalmente si fermarono nel sud-ovest del Wisconsin. I Sauk a quanto pare andarono a nord e, lasciando il Michigan all’altezza di Mackinac, andarono a stabilirsi sul corso superiore del fiume Wisconsin a ovest di Green Bay. Dopo alcuni scontri con gli Illinois, i Fox si stanziarono lungo il fiume Fox, tra il fiume Wisconsin e il lago Winnebago.


Guerriero Sauk – dipinto di G. Catlin

L’accoglienza che essi ricevettero dai Winnebago fu altrettanto poco amichevole di quella data ai Potawatomi pochi anni prima, ma questa volta la fortuna voltò le spalle alla tribù stanziata in quei luoghi. I Winnebago organizzarono una grande spedizione di guerra per attaccare un villaggio Fox sul lago Winnebago, ma mentre erano sulla rotta con le loro canoe, incapparono in una tempesta sul lago, e più di 500 guerrieri furono inghiottiti dalle acque. Seriamente indeboliti da questa battuta d’arresto, i Winnebago si raccolsero in un unico grande villaggio per una migliore difesa: condizione ideale per un’epidemia devastante, che li colpì. Senza alzare una mano contro di loro, i Fox avevano intrappolato i Winnebago sopravvissuti all’interno della loro fortezza, non in grado di raccogliere il loro mais e di sfamarsi.
A questo punto, gli Illinois, nemici tradizionali dei Winnebago, intravvidero la possibilità di un’alleanza per combattere l’ondata di profughi che si riversava su di loro dal Michigan e inviarono 500 guerrieri con provviste per aiutare i loro vecchi nemici. I Winnebago allestirono un banchetto in loro onore, ma purtroppo prevalsero i vecchi odi e diffidenze: nel bel mezzo della festa, i Winnebago attaccarono i loro ospiti e li uccisero tutti. Quando gli Illinois appresero ciò che era accaduto ai loro guerrieri, iniziarono una guerra di sterminio che eliminò quasi del tutto i Winnebago. Dopo di ciò i Fox e gli altri profughi dal Michigan incontrarono poca resistenza al loro trasferimento nel Wisconsin. In definitiva, quasi 5.000 Fox si stabilirono nel centro del Wisconsin e la loro divenne una delle più potenti tribù della zona.
Gli alleati dei Francesi avevano sì, potuto avviare il processo di scacciare le tribù residenti dal basso Michigan, ma non ebbero mai modo di completarlo. Con ancor meno castori nel loro territorio di quelli che potevano catturare gli Uroni, gli Irochesi presto scambiarono tutto quello che avevano con gli Olandesi. Avevano quindi anche bisogno di un nuovo territorio di caccia, ma erano circondati da nemici potenti, tra cui gli Uroni, armati dai Francesi, a nord. Le richieste inviate agli Uroni per ottenere il permesso di cacciare sul loro territorio o di passare per andare a caccia altrove furono negati.

Dopo che gli Uroni uccisero i componenti di una spedizione di caccia irochese, scoppiò la guerra. Nel 1640 i commercianti inglesi del New England tentarono di allontanare i Mohawk dagli Olandesi, attirandoli dalla loro parte con la vendita di armi da fuoco, in violazione della legge inglese. Gli Olandesi risposero fornendo armi e munizioni in qualsiasi quantità gli Irochesi chiedessero, ed improvvisamente gli Irochesi divennero la forza militare più armata nel Nord America. Seguì una drammatica escalation di violenza nelle Guerre del Castoro. Nel giro di pochi anni, gli Irochesi avevano scacciato gli Algonchini dal corso inferiore del fiume Ottawa e avevano tagliato la rotta del commercio verso l’occidente. I Francesi stabilirono una nuova postazione a Montreal per accorciare la distanza verso i Grandi Laghi, ma con le incursioni irochesi nella Ottawa Valley, solo grandi convogli di canoe erano in grado di rispondere agli attacchi. Con 1645 i Francesi erano stati costretti a firmare una pace con i Mohawk, che imponeva loro di rimanere neutrali nelle future guerre tra Uroni e Irochesi. Anche se isolati, gli Uroni continuarono a commerciare con i Francesi e negare il permesso di entrare nel loro territorio agli Irochesi. Dopo che due anni di sforzi diplomatici non riuscirono a risolvere questo problema, gli Irochesi attaccarono il territorio degli Uroni. Il colpo di grazia venne nel mese di marzo del 1649 quando, in una serie di attacchi coordinati, 2000 guerrieri irochesi invasero e distrussero Huronia, e con essa la Confederazione degli Uroni. Nel giro di un anno Tionontati e Algonchini subirono un destino simile. I Neutrals caddero nel 1651, seguiti dagli Erie (1653-1656). Pochissimi sfuggirono alla morte o alla cattura da parte degli Irochesi. Alcuni Tionontati e Uroni fuggirono a ovest verso i villaggi degli Ottawa a Mackinac, e poi a Green Bay. Col tempo questi rifugiati di lingua irochese si sarebbero fusi per diventare i Wyandot e rilanciare il commercio di pellicce francese ma, per il momento, tutto era perduto.
La sconfitta degli alleati dei Francesi non portò alcun sollievo alle tribù del basso Michigan. Gli Irochesi imperversavano nella penisola e portarono a termine la missione di scacciarle dalle loro case. Prima del 1660, 20.000 rifugiati malconci e disorganizzati si erano affollati nel Wisconsin del Nord e stavano distruggendo tutte le sue risorse. Molte tribù agricole trovavano difficoltà a coltivare il mais così a nord e, di fronte alla fame, erano in lotta tra di loro per il territorio di caccia.


Mappa della diaspora urone a seguito dell’invasione irochese

Nel fermento che venne a determinarsi, i Sauk si integrarono in una libera alleanza con i villaggi vicino a Green Bay, con le popolazioni miste di Fox, Potawatomi, Menominee, Ottawa, Huron, Winnebago, Noquet, Miami , e Mascouten. Le spedizioni di guerra irochesi avevano seguito i Wyandot ad ovest e stavano minacciando tutti, ma ci furono anche frequenti schermaglie tra le tribù di Green Bay e gli Ojibwa a nord e i Dakota (Sioux Santee o “dei Boschi”) a ovest.
La “Guerra dello Storione” scoppiò nella zona dopo il 1660, dopo che un villaggio Menominee che sorgeva alla foce di un fiume eresse una serie di sbarramenti per la cattura del pesce che impedirono allo storione di raggiungere i villaggi Ojibwa a monte. Dopo che i Menominee si rifiutarono di rimuoverle, gli Ojibwa attaccarono e distrussero sia le dighe e che il villaggio. I superstiti fuggirono presso i loro parenti a Green Bay, che si rivolsero a Sauk, Fox, Potawatomi, e altri per aiutarli contro gli Ojibwa, e i combattimenti si allargarono ben oltre gli antagonisti originali. I Fox parteciparono a questa guerra, ma in generale rimasero appartati rispetto alle altre tribù. I loro legami più forti in quel momento erano con i Kickapoo e i Mascouten in guerra con gli Illinois a sud, ma nel nord del Wisconsin essi furono coinvolti nella lotta a tre con gli Ojibwa e i Dakota per il controllo della S. Croix River Valley.
La distruzione della Confederazione Urone nel 1649 aveva lasciato il commercio di pellicce francese nel caos. Anche a rischio di essere sopraffatti essi stessi, i Francesi non erano intervenuti, e quando gli Irochesi occidentali offrirono la pace nel 1653, in modo da poter attaccare gli Erie, i Francesi colsero al volo questa opportunità. Per proteggere questa fragile tregua, i Francesi cessarono i loro viaggi verso i Grandi Laghi, ma per mantenere vivo il loro commercio di pellicce, continuarono ad invitare i loro vecchi partner commerciali a portare le loro pellicce a Montreal.


Indiani Uroni

Con le incursioni irochesi che infestavano l’intera valle del fiume Ottawa, questa era un’impresa estremamente pericolosa, ma Ottawa e Wyandot (Huron-Tionontati) erano disposti a provare e reclutarono guerrieri Ojibwa perché li aiutassero a raggiungere Montreal. Gli Irochesi cercarono di fermare questi tentativi andando alla radice: le loro spedizioni militari partivano dal Wisconsin e attaccavano chiunque recasse forniture di pellicce per i Francesi per mezzo degli Ottawa e dei Wyandot. Sotto attacco costante e con i castori che diminuivano di numero vicino a Green Bay, nel 1658 i Wyandot lasciarono la zona e si trasferirono nell’entroterra del Lago Pipin, sul fiume Mississippi. Anche gli Ottawa in gran parte si allontanarono, ma si diressero verso la riva sud del Lago Superiore, a Keweenaw e Chequamegon (attuale Ashland, Wisconsin), che consentiva loro un migliore accesso per il commercio con i Cree, a nord.
Nello stesso anno, la pace francese con gli Irochesi ebbe termine, per l’omicidio di un ambasciatore gesuita. Vedendo questo come un’opportunità per rinnovare il commercio nei grandi laghi, Pierre Radisson, Medart Chouart des Groseilliers, e Padre René Ménard ignorarono il divieto ufficiale di viaggi e accompagnarono i Wyandot nel loro viaggio di ritorno da Montreal. Radisson e Groseilliers raggiunsero l’estremità occidentale del Lago Superiore e poi viaggiarono via terra per commerciare con i Dakota. Il governo francese dimostrò la sua gratitudine per il loro impegno arrestandoli al loro ritorno a Quebec nel 1660, ma i Dakota nel frattempo erano diventati consapevoli del valore del castoro e non avrebbero tollerato più a lungo la presenza Wyandot sul lago di Pipin; le loro minacce durante il 1661 costrinsero i Wyandot a trasferirsi a nord di Lago Superiore vicino agli Ottawa a Chequamegon. Questa concentrazione di rifugiati cacciatori di castoro non piaceva ai Dakota e, con un altro concorrente aggiunto al contesto, la lotta nel Wisconsin occidentale divenne sempre più violenta.


Gesuiti uccisi dagli Irochesi – stampa dell’epoca

Nel frattempo, i Francesi si erano stancati di vivere sotto la costante minaccia di annientamento dagli Irochesi, e il re assunse il controllo del Canada, inviando nel 1664 un reggimento di soldati a Quebec per trattare con loro. L’anno seguente, Nicolas Perot, Padre Claude-Jean Allouez, e altri sei Francesi accompagnarono 400 Ottawa e Wyandot nel loro ritorno a Green Bay. Anche se i gesuiti avevano appreso della presenza dei Fox e Sauk già nel 1640, il contatto reale non si verificò finché Allouez li incontrò nel Wisconsin nel 1666. In un primo momento, i Sauk erano diffidenti nei confronti dei “blackrobe”, che sospettavano di stregoneria, ma i rapporti in seguito migliorarono. Ma i Fox furono ostili fin dal primo momento, e così rimasero. I Francesi e il loro commercio di pellicce finora non avevano portato altro che dolore e, l’inverno precedente, i Seneca (Irochesi) avevano attaccato un villaggio Fox uccidendo 70 donne e bambini e trascinando via 30 prigionieri verso un destino incerto. I Fox non volevano i Francesi nel Wisconsin e, avendo cessato di ricevere armi dai Francesi, soprattutto non volevano che quelli commerciassero con Dakota e Ojibwa (Chippewa). Dal 1667 gli attacchi dei soldati francesi ai villaggi della madrepatria irochese avevano prodotto una pace che si estendeva agli alleati dei Francesi e ai partner commerciali nei Grandi Laghi occidentali. Essa durò fino al 1680 e apportò un sollievo molto necessario per le tribù dei rifugiati. Le condizioni che i Francesi scoprirono quando arrivarono nel Wisconsin erano spaventose: guerra, epidemie, e fame incombente… nessuna delle quali era favorevole per il commercio o le conversioni religiose. Sebbene intendessero rifornirsi le tasche e riempire le loro chiese, i Francesi usarono il loro controllo sul commercio delle merci per svolgere assistenza alle tribù del Wisconsin ed iniziarono ad agire in qualità di mediatori per risolvere le controversie intertribali e porre fine allo stato di guerra.
Raffigurazione di un guerriero Ottawa
Alcuni dei loro più grandi successi sono attribuiti a Daniel DeLhut (Duluth) che si recò a Sault Ste Marie durante il 1678. Due anni più tardi DeLhut riuscì a ottenere una tregua tra i Saulteur Ojibwa e i Dakota, che durò per molti anni. Le tensioni lungo la riva sud del Lago Superiore si attenuarono dopo che padre Jacques Marquette convinse gli Ottawa e i Wyandot a partire e ad andare a est alla sua nuova missione di St. Ignace.
Purtroppo, l’accordo di DeLhut non aveva incluso i Fox o i Keweenaw Ojibwa, che continuarono a combattere i Dakota; in compenso produsse insolite alleanze: i Fox e i Keweenaw unirono le forze per sconfiggere una grande spedizione di guerra Dakota, mentre i Saulteur Ojibwa si allearono con i Dakota contro i Fox. I Francesi riuscirono a porre termine alla maggior parte delle lotte interne tra i rifugiati in Wisconsin ma, con l’eccezione dei Saulteur, quasi tutti ancora consideravano i Dakota come nemici. Gravi problemi si svilupparono quando i commercianti francesi cominciarono a visitare i villaggi Dakota per commerciare. I Sauk uccisero due gesuiti francesi e aderirono a una iniziativa dei Potawatomi a Green Bay per formare un’alleanza anti-francese. Nel frattempo, i Menominee e gli Ojibwa del capo Achiganaga derubarono e uccisero due commercianti francesi in viaggio verso i Dakota. DeLhut decise di tenere un processo in stile europeo per Achiganaga e gli altri assalitori, ma avrebbe dovuto affrontare una rivolta di diverse tribù importanti se la punizione fosse stata troppo severa. Alla fine DeLhut fu in grado di giustiziare un solo Menominee, che in ogni caso era una piccola tribù.
Le Guerre del Castoro erano riprese nel 1680, con attacchi irochesi contro gli Illinois, e i Francesi non potevano permettersi di offendere un alleato importante come gli Ojibwa. Con l’eccezione di un attacco a Mackinac nel 1683, i combattimenti nel corso dei successivi quattro anni si svolsero soprattutto a sud. Gli Illinois subirono una terribile sconfitta, ma nel 1684 gli Irochesi fallirono nel loro tentativo di prendere Fort St. Louis, a Starved Rock sul fiume Illinois superiore, una sconfitta che venne considerata il punto di svolta delle Guerre del Castoro. I Francesi poi tentarono di organizzare un’alleanza degli Algonchini dei Grandi Laghi contro gli Irochesi, ma la loro prima offensiva fu una tale catastrofe che Joseph La Barre, il governatore del Canada, firmò un trattato con gli Irochesi concedendo loro la maggior parte dell’Illinois.


Commercio di pellicce – dipinto di Robert Griffing

La Barre venne sostituito da Jacques-Rene Denonville, che ripudiò il trattato di La Barre, costruì nuovi forti, rafforzò quelli vecchi, e fornì armi agli alleati Algonchini. In coincidenza con la “King William’s War” tra la Gran Bretagna e la Francia (1688-1697), la nuova alleanza di Denonville passò all’offensiva nel 1687 e respinse gli Irochesi dai Grandi Laghi verso New York. Sia i guerrieri Fox che i Sauk presero parte agli attacchi, ma la partecipazione dei Fox fu inferiore a quella che i Francesi si aspettavano. Invece di combattere gli Irochesi con le armi da fuoco che erano loro state date, i Fox le usarono nel Wisconsin occidentale contro i Dakota e gli Ojibwa. Anche se erano ben armati, i Fox erano fortemente pressati dal nemico, ed erano riusciti a sconfiggere un’incursione di guerrieri Dakota-Ojibwa nel 1683 solo subendo essi stessi pesanti perdite. I Francesi ed i Fox avevano commerciato fin dal 1667, ma i rapporti erano ancora tesi.
Guerriero dei Sauk e Fox
I Fox tolleravano i Francesi finché questi fornivano loro armi da fuoco, ma rimanevano ostili e distanti. I Francesi consideravano i Fox come procacciatori di guai e indolenti nella guerra contro gli Irochesi. Dal momento che i combattimenti lungo il St. Croix avevano bloccato i guerrieri Ojibwa, i Francesi organizzarono una tregua tra Fox e Ojibwa nel 1685. Questa durò per cinque anni, finché la guerra si riaccese sui territori di caccia lungo il corso superiore del Mississippi tra i Dakota e un’alleanza di Fox, Ojibwa, Potawatomi, Kickapoo e Mascouten. Gli Algonchini molestavano i commercianti francesi per impedire loro di rifornire i Dakota, ma i Fox passarono tutti i limiti quando iniziarono a richiedere pedaggi per transitare attraverso il loro territorio. Questa pratica esasperò Nicolas Perot, il comandante francese a La Baye (Green Bay), il quale chiese agli Ojibwa nel 1690 di fermare i Fox. Gli Ojibwa aspettavano solo questo. Alleati con i Dakota, essi scacciarono i Fox dal corso superiore del fiume St. Croix, mentre una spedizione Franco-Ojibwa attaccava il villaggio dei Fox al Portage Fox, ottenendo il suo abbandono.
Dopo il 1690 gli Irochesi erano sulla difensiva e vicini alla sconfitta. La guerra tra la Gran Bretagna e la Francia si era conclusa nel 1697 con il Trattato di Ryswick, ma i Francesi non furono in grado di convincere l’alleanza Algonchina a fare la pace con gli Irochesi fino al 1701. Nel frattempo, stavano perdendo la loro autorità sui loro alleati, perché, stranamente, il commercio di pellicce si era troppo sviluppato. Come vittoria seguiva vittoria, i Francesi e i loro alleati avanzavano attraverso i Grandi Laghi, sequestrando la maggior parte delle migliori aree di cattura del castoro. Il commercio delle pellicce fluiva ad est di Montreal in quantità senza precedenti, creando un eccesso di pellicce di castoro sul mercato europeo, ed i prezzi crollarono. Quando i profitti scesero, la monarchia francese decise che era giunto il momento di ascoltare le proteste dei Gesuiti sulla corruzione che il commercio di pellicce stava creando tra i Nativi Americani e nel 1696 sospese il commercio di pellicce nella regione dei Grandi Laghi.
Dal momento che il commercio era ciò che teneva insieme l’alleanza, l’autorità dei Francesi svanì di colpo. Questo divenne subito evidente nell’incapacità dei Francesi di ottenere una tregua lungo il corso superiore del Mississippi. Scarsità di beni commerciali e prezzi più elevati, insieme a un abnorme incremento del numero di coureurs de bois (commercianti senza licenza) si aggiunsero alla crisi. Commercianti francesi furono derubati e uccisi a un ritmo allarmante, e anche Nicola Perot si trovò legato a un palo di tortura Mascouten, pronto per essere arso vivo. Fu salvato dai Kickapoo, ma presto tornò a Quebec e non tornò mai più sui Grandi Laghi.
Oltre che proseguire la loro continua guerra con i Dakota, in questo periodo i Fox si allearono con i Winnebago, per scacciare i Kaskaskia (Illinois) dal sud del Wisconsin (1695-1700), e anche i Sauk riuscirono a uccidere un commerciante francese che viveva tra i Dakota. Nel frattempo, l’alleanza diventava sempre più preoccupata che i Francesi volessero abbandonarla per stipulare una pace separata con gli Irochesi. I Francesi non lo fecero mai, ma i loro alleati avevano buone ragioni per essere sospettosi.
Proprio mentre stavano precipitando nella sconfitta, gli Irochesi intuirono i problemi che la sospensione del commercio francese aveva creato e offrirono la pace agli Ottawa, con l’accesso ai commercianti britannici, se avessero rotto l’alleanza. Gli Ottawa rifiutarono, ma dopo la pace del 1701, il richiamo del commercio britannico (beni di maggiore qualità e più economici rispetto ai Francesi) si rivelò irresistibile. I commercianti Ottawa e Ojibwa cominciarono a portare le loro pellicce ad Albany, piuttosto che a Montreal. Altri alleati dei Francesi li seguirono, e gli Irochesi si avvicinarono a distruggere i Francesi più con la concorrenza economica di quanto fossero mai riusciti a fare con la guerra. Dopo varie suppliche a Parigi , i Francesi del Canada riuscirono finalmente a convincere il loro governo ad allestire un singolo “trading post” a Detroit, al fine di mantenere la fedeltà delle tribù dei Grandi Laghi. Il merito di ciò fu attribuito ad Antoine de la Mothe Cadillac.


Courier de bois

Cadillac costruì Fort Pontchartrain a Detroit nel mese di luglio 1701 e subito invitò Ottawa e Wyandot a stabilirsi nelle vicinanze. La “Queen Anne’s War” ( 1701-1713 ) tra la Gran Bretagna e la Francia iniziò in quell’ l’anno , ma ebbe scarso effetto sui Grandi Laghi. I commercianti Inglesi e Irochesi continuarono a fare incursioni; per impedire agli alleati francesi di commerciare con loro, Cadillac chiese ad altre tribù di stabilirsi a Detroit. Il risultato fu esattamente quello riscontrato 50 anni prima nel nord del Wisconsin: troppe tribù e troppo poche risorse. Anche gli Ottawa, gli Ojibwa e i Wyandot (amici di vecchia data) cominciarono a litigare per il territorio, e nel 1706 Ottawa e Miami combatterono una breve guerra per questo stesso problema. Invece di allarmarsi, Cadillac continuò ad invitare altre tribù. Alla fine, 6.000 Ojibwa, Wyandot, Ottawa, Potawatomi, Miami, Illinois, Osage e Missouria vivevano vicino a Detroit. L’unica cosa positiva nella situazione, fu che terminò sovraffollamento in Wisconsin quando se ne andarono molte delle tribù dei rifugiati. L’ ultima goccia aggiunta a questa situazione di tensione fu nel 1710, quando Cadillac invitò i Fox. Circa 1.000 Fox accettarono l’invito e andarono ad est portando con sé un gran numero di loro alleati Mascouten e Kickapoo.

Le “Guerre Fox”

Tornando nella loro patria d’origine, i Fox la trovarono invasa da altri alleati dei Francesi, che non furono contenti di vederli. I loro sentimenti su questo si possono soltanto immaginare, ma i Fox a quanto pare non furono riluttanti a rivendicare privilegi speciali o dire alle altre tribù che essi possedevano in origine la zona intorno a Detroit. Ottawa, Huron, Peoria, Potawatomi, e Miami non erano in vena di ascoltare queste rivendicazioni e cominciarono a pressare i Francesi perché re-inviassero i Fox e i loro alleati nel Wisconsin. Cadillac non diede ascolto alle loro richieste, e non fece alcun tentativo di assegnare territori a qualcuno. Come risultato, si verificarono molti scontri tra i Fox e le tribù alleate dei Francesi. Nel frattempo ai Francesi giunsero voci che i Fox stessero negoziando con gli Irochesi per avere il permesso di commerciare con gli Inglesi. Nel 1711 Cadillac venne richiamato a Quebec per una riunione e lasciò Giuseppe Dubuisson in carica a Fort Pontchartrain. In sua assenza, i Potawatomi e gli Ottawa decisero di risolvere il problema dei Fox per conto loro e, nella primavera del 1712, attaccarono un gruppo di cacciatori Mascouten vicino alle sorgenti del fiume San Giuseppe nel sud del Michigan. I Mascouten fuggirono a est verso i loro alleati Fox nei pressi di Detroit. Poiché i Fox erano pronti a vendicarsi, Dubuisson tentò di fermarli, e, a questo punto, i Fox ne ebbero abbastanza dei Francesi.
La prima guerra Fox (1712-1716) iniziò quando Fox, Kickapoo, e Mascouten attaccarono Fort Pontchartrain il 13 maggio. L’assalto iniziale non riuscì e fu seguito da un assedio. Con più di 300 guerrieri ben armati lanciati contro 20 soldati francesi all’interno di una fortezza con le mura diroccate, viene da chiedersi se i Fox intendessero uccidere i Francesi o solo spaventarli. In ogni caso, arrivò un rilevante contingente di Wyandot, Ottawa, Potawatomi e Mississauga Ojibwa che prese i Fox alle spalle. Nel massacro che ne seguì, più di 1.000 Fox, Kickapoo e Mascouten vennero uccisi. Solo 100 Fox riuscirono a fuggire per rifugiarsi presso gli Irochesi (commercianti inglesi li chiamavano “Squawkies”). In ogni caso, solo pochi Fox tornarono nel Wisconsin con Kickapoo e Mascouten. Si riunirono ai Fox che erano rimasti indietro e fecero pagare a caro prezzo il massacro di Detroit agli alleati dei Francesi.


Indiani delle foreste del Nord Est

Le Guerre Fox furono essenzialmente una guerra civile tra i membri della alleanza francese e diedero la misura di quanto la coalizione fosse caduta a pezzi dopo la restrizione del commercio francese. Gli Irochesi dovevano aver guardato con grande divertimento i loro nemici combattersi l’un l’altro. Fox, Kickapoo e Mascouten uccidevano commercianti francesi ed e attaccavano i loro alleati indigeni, ma i Francesi non erano in grado di assemblare una forza abbastanza grande per reagire. Per prima cosa era necessario rinsaldare le alleanze, e per questo occorsero quasi tre anni. Il compito più difficile per i Francesi del Canada, fu quello di convincere Parigi a rilanciare il commercio di pellicce nella regione dei Grandi Laghi , ma l’autorizzazione non fu ricevuta se non dopo la morte di Luigi XIV nel 1715. I Coureurs de Bois vennero legalizzati e furono rilasciati 25 permessi di commercio, e questo permise ai Francesi di mediare le controversie tra gli Ojibwa e le tribù di Green Bay e di organizzare la pace tra Illinois e Miami. Ciò compiuto, i Francesi erano pronti ad affrontare i Fox.
Una spedizione di Francesi e Potawatomi attaccò Kickapoo e Mascouten nel 1715 e li costrinse ad una pace separata. Anche senza alleati, i Fox rifiutarono di trattare e si raccolsero in un villaggio fortificato nel Wisconsin meridionale. Nel 1716 Louis de Louvigny giunse con un gran numero di Potawatomi, Ojibwa e guerrieri Ottawa e pose l’assedio (durante il quale i Sauk portavano cibo per i Fox), ma i Francesi e i loro alleati furonoi infine costretti a ritirarsi. Poco dopo, i frustrati Francesi offrirono la pace, e i Fox accettarono, ponendo termine ufficialmente alla prima guerra Fox. Tuttavia, questa era più una tregua temporanea che una pace, dal momento che entrambe le parti erano rimaste ostili e diffidenti l’una dell’altra.
Per contrastare la concorrenza inglese, i Francesi rioccuparono vecchie postazioni e ne aprirono di nuove. Le più significative includevano: Michilimackinac, La Baye, Miamis, Ouiatenon, Chequamegon (La Pointe), San Giuseppe, Pimitoui, Niagara, De Chartres e Vincennes (Au Post).
Ma il danno ormai era fatto. Nel 1727 gli Inglesi aprirono un’agenzia in territorio irochese, a Oswego, per accorciare la distanza che le tribù dei Grandi Laghi dovevano percorere per commerciare. L’anno seguente l’80% del castoro sul mercato di Albany proveniva dagli alleati dei Francesi sul Grandi Laghi. La pace tra i Fox e i Francesi nel 1716 non fermò i combattimenti tra Fox e Peoria (Illinois). I Peoria avevano torturato i prigionieri Fox che avevano catturato a Detroit nel 1712, e i Fox riservarono analogo trattamento ai prigionieri Peoria. Nel 1716 i Peoria rifiutarono di restituire i prigionieri Fox, e i tentativi francesi di mediazione non riuscirono. La guerra tra Fox e Peoria riprese vigore e venne complicata da invasioni di Fox, Kickapoo, Winnebago e Mascouten, quando cominciarono a calare a sud del Wisconsin a caccia di bisonti nelle praterie del nord dell’Illinois senza il permesso degli Illinois. Nel 1722 gli Illinois espressero il loro disappunto quando catturarono Minchilay, nipote del capo Fox Oushala, e lo bruciarono vivo. Questo attirò in guerra i Kickapoo, Mascouten e Winnebago come alleati dei Fox nel corso del 1724. I Peoria si rifugiarono nella loro fortezza di Starved Rock (attuale Utica, Illinois) e chiesero ai Francesi di intervenire. Una spedizione di soccorso venne inviata da Fort de Chartres, ma i Fox e i loro alleati si ritirarono prima che arrivasse lasciando dietro di sé oltre 100 morti.
Nello stesso tempo, ad ovest del Mississippi, i Fox si erano alleati con gli Iowa per combattere Osage, Otoe e Missouria che avevano interrotto il commercio di pellicce francese che si sviluppava lungo il fiume Missouri. Nel corso del 1723 Francesi tennero consigli con Kansa, Pawnee, Comanche, Nakota (Yankton Sioux), Osage, Missouria, Otoe, Iowa, Fox e Dakota. Questo portò un po’ di pace per le tribù del fiume Missouri, ma combattimenti scoppiarono lungo il fiume Des Moines, nel sud-est dello Iowa, tra Fox e Iowa da una parte e Osage e Missouria dall’altra. I consigli sortirono un risultato che i Francesi non avevano previsto. Per combattere tutti i loro nemici, i Fox avevano bisogno di più alleati, e li cercarono formando un’alleanza con i Dakota contro gli Illinois.
Nesouaquoit, capo Fox
Dopo quasi 70 anni di costante guerra tra Fox e Dakota, questa improvvisa alleanza era molto sospetta. I Francesi si stavano convincendo che i Fox non avrebbero potuto verosimilmente creare questi grossi problemi di loro iniziativa, ed erano probabilmente parte di un complotto inglese per dare vita ad un’allenza diretta contro di loro.
I Francesi decisero che misure drastiche sarebbero state necessarie per affrontare i Fox, e la maggior parte dei loro alleati era d’accordo. Oltre agli Illinois, essi avevano il sostegno dei Mackinac Ojibwa, che stavano impegnando scaramucce con i Fox nel nord del Wisconsin e nel Michigan superiore, e le tribù di Detroit (Wyandot, Ottawa, Saginaw Ojibwa, Mississauga e Potawatomi). Poiché i Francesi erano soliti riunire i loro alleati in preparazione di una guerra, tennero una serie di riunioni sul “problema Fox”. Un suggerimento fu quello di spostare i Fox a Detroit, dove la guarnigione francese avrebbe potuto tenerli d’occhio. Per ovvie ragioni, questo incontrò una fredda accoglienza da parte delle tribù di Detroit.
Nel frattempo, i Francesi in Illinois inviarono una spedizione con 20 soldati e 500 guerrieri Illini ad attaccare i Fox, ma i Fox li anticiparono e si ritirarono. L’anno seguente, il 1727, i Francesi presentarono le loro prime proposte di genocidio. A seguito di una guerra di sterminio, qualsiasi Fox sopravvissuto sarebbe stato venduto come schiavo nelle Indie Occidentali. Al momento non si prese nessuna decisione.
Anche se insicuri se effettuare uno sterminio (non fu una politica ufficiale fino a che non venne approvata dal re nel 1732), i Francesi avevano deciso la guerra. In primo luogo presero la precauzione di usare la diplomazia per isolare i Fox dai loro alleati. I Fox erano a conoscenza di questo tentativo, ma potevano fare poco. I Menominee rifiutarono la richiesta Fox per un’alleanza e dissero loro che in caso di guerra sarebbero stati dalla parte dei Francesi. Il potere di beni commerciali francesi fece sì che Dakota, Winnebago e Iowa ritirassero il loro sostegno, e inoltre i Francesi ottennero anche un accordo, riluttante, con i Sauk di Green Bay. All’inizio della seconda guerra Fox (1728-1737), solo i Kickapoo e i Mascouten stavano con i Fox. Nonostante questo, la spedizione francese inviata contro di loro al comando di Sieur de Lignery non ebbe successo, ma in seguito i Fox riuscirono a inimicarsi i pochi amici che avevano. A seguito di una discussione circa il rifiuto del Kickapoo e Mascouten di uccidere dei prigionieri francesi, i Fox lasciarono il consiglio e uccisero un Kickapoo e un Mascouten sulla via del ritorno. Furiosi , Kickapoo e Mascouten passarono ai Francesi nel 1729. Senza la protezione degli alleati, i Fox furono attaccati da tutti i lati. Durante l’inverno del 1729, una spedizione di guerra composta da Winnebago, Menominee e Ojibwa attaccò un villaggio di caccia Fox uccidendo almeno 80 guerrieri e catturando circa 70 donne e bambini. I Fox si vendicarono assediando la fortezza Winnebago sul fiume Fox, ma l’attacco venne abbandonato dopo l’arrivo di una forza di soccorso di soldati francesi e guerrieri Menominee da Green Bay. Entro l’estate del 1730, circa 1.000 Fox avevano deciso di lasciare il Wisconsin e di accettare un’offerta di rifugio ricevuta dai Seneca (Irochesi) di New York. Ma per arrivarci, si doveva passare attraverso il territorio controllato dagli Illinois. In un modo molto insolito per loro, i Fox effettivamente inviarono un messo agli Illinois per chiedere loro il permesso di passare, ma nacque un contrasto. Forse come loro modo di dire addio, i Fox catturarono il nipote di un capo Cahokia vicino Starved Rock e lo bruciarono sul rogo. Guerrieri Illinois arrabbiati inseguirono la colonna Fox e la raggiunsero in aperta prateria, ad est dell’attuale Bloomington, Illinois.
I Fox si ritirarono e costruirono una fortezza per proteggere donne e bambini. E probabilmente sarebbe stato meglio se avessero continuato a scappare. Gli Illinois li circondavano e mandarono a chiedere rinforzi: i Francesi e i loro alleati circondarono il forte dei Fox da tutte le direzioni. St. Ange arrivò nel mese di agosto da Fort de Chartres con 100 Francesi e 400 fra Cahokia, Peoria e Missouria. De Villiers portò con sé 200 guerrieri fra Kickapoo, Mascouten e Potawatomi, mentre Reaume venne da St. Joseph (Michigan) con 400 Sauk, Potawatomi e Miami. A settembre guerrieri Piankashaw e Wea, guidati da de Noyelle, arrivarono da un accampamento Miami con istruzioni dal Governatore del Canada che nessuna pace doveva essere fatta con i Fox. A quanto pare alcuni Sauk ignorarono l’ordine e rifornirono i Fox di cibarie, ma non fu sufficiente. Circondati da oltre 1.400 guerrieri, i Fox combatterono accanitamente, ma il cibo e l’acqua finirono. Essi iniziarono a lanciare i loro figli fuori del forte, dicendo ai loro nemici di mangiarli. Molti a quanto pare furono adottati da altre tribù, ma il destino dei loro genitori risultò di gran lunga peggiore. Dopo 23 giorni, un temporale scoppiò nella notte dell’ 8 settembre, e i Fox ne approfittarono per uscire e fuggire . Non ci riuscirono. I Francesi e i loro alleati ne catturarono e uccisero tra i 600 e gli 800. Non ci furono prigionieri. I 600 Fox che erano rimasti nel Wisconsin era tutto ciò che rimase della loro tribù dopo questi avvenimenti.
Fino a questo punto i Sauk avevano di solito mantenuto buoni rapporti con i Francesi e un profilo relativamente basso nella storia, ma questo cambiò. Circondati solo da nemici, i Fox si ricordarono che i Sauk li avevano riforniti di cibo nel 1716, e di nuovo durante l’assedio in Illinois. Si rivolsero allora ai Sauk per chiedere aiuto, e i Sauk non solo diedero loro rifugio, ma ma si appellarono ai Francesi nel 1733 perché stipulassero la pace con i Fox. La risposta arrivò nel 1734, quando una spedizione francese guidata da Sieur de Villiers e accompagnata da guerrieri Ojibwa e Menominee arrivò al villaggio Sauk, a ovest di Green Bay, per chiedere ai Sauk la resa dei Fox. I Sauk rifiutarono, e durante l’assalto che ne seguì, Villiers venne colpito a morte da un colpo di fucile. Nella confusione che seguì , i Francesi e i loro alleati si ritirarono per riorganizzarsi; i Sauk e Fox ne approfittarono per abbandonare il villaggio e fuggire ad ovest. Attraversarono il Mississippi e si stabilirono in Iowa orientale nel 1735.
I Francesi inviarono un’altra spedizione nel 1736 ma, da questo momento, i loro alleati cominciarono ad avere dubbi circa il loro impegnarsi per effettuare un genocidio. Gli Illinois diedero voce alla preoccupazione generale che se i Fox potevano essere distrutti completamente, chi sarebbe potuta essere la prossima vittima? Da come andarono le cose, gli Illinois avevano ragione di preoccuparsi. Anche gli Ottawa, i più fedeli e più anti – Fox degli alleati dei Francesi, dissero in consiglio che “non volevano più mangiare la volpe”.


Capo di Guerra Sauk – dipinto di G. Catlin

La spedizione di De Noyelle contro i Sauk e Fox in Iowa, nello stesso anno, finì in fallimento dopo che le sue guide Kickapoo lo portarono in tondo e attraverso ogni palude del Wisconsin occidentale. Nel corso di una riunione tenutasi a Montreal durante la primavera del 1737, i Menominee e Winnebago chiesero ai Francesi di mostrare misericordia verso i Fox, mentre i Potawatomi e gli Ottawa fecero una richiesta simile per conto dei Sauk. Così, per ironia della sorte, si verificò un’inversione di ruolo: alleati dei Francesi che mediavano una disputa “intertribale” tra Francesi e Fox. Afflitti da una nuova guerra tra gli Ojibwa e i Dakota nel Minnesota e un ancor più grande conflitto con i Natchez e i Chickasaw che aveva precluso loro il basso Mississippi, i Francesi si piegarono alle preoccupazioni dei loro alleati e accettarono con riluttanza.
Il tentativo francese di genocidio non era riuscito, ma era andato vicino allo scopo. Solo 500 Fox sopravvissero alle “Guerre Fox”.
Dopo la pace nel 1737, i Sauk (con il permesso degli Iowa) erano rimasti a ovest del Mississippi, e vi restarono fino al 1743, nonostante le assicurazioni francesi rivolte ad attirarli di nuovo indietro, ma i Fox non fecero ritorno nel Wisconsin fino al 1765, due anni dopo che i Francesi avevano lasciato il Nord America.
Anche se mantennero le loro tradizioni e leadership separate, le due tribù erano state tenute così vicine dalla loro comune esperienza, che gli Inglesi, e poi gli Americani, avevano difficoltà a distinguerle tra loro. I Fox erano stati colpiti duramente dalla guerra, così i più numerosi Sauk erano la tribù dominante. La stretta relazione fra loro durò per più di un secolo, fino a quando finalmente si sciolse nelle pianure del Kansas. I Sauk e Fox avevano perdonato la maggior parte delle tribù che li avevano combattuti, ma non gli Illinois, o i Menominee e Ojibwa che avevano attaccato il villaggio Sauk nel 1734.

Gli Inglesi

I Sauk e Fox si dimostrarono altrettanto molesti per i Francesi nel corso degli ultimi 25 anni del loro dominio in Nord America, come lo erano stati prima delle Guerre Fox. A ovest del Mississippi, si spinsero nello Iowa meridionale per combattere gli Osage e i Missouria. Ad est del fiume, nel 1746 si unirono agli Ojibwa Mackinac per combattere le tribù di Detroit che erano guidate da un capo di guerra Ottawa nome Pontiac. Comunque, i principali nemici dei Sauk e Fox rimasero gli Illinois. L’influsso francese scemò durante la Guerra di Re Giorgio (1744-1748), dopo che un blocco britannico del San Lorenzo tagliò la fornitura di beni commerciali, e c’era poco che i Francesi potessero fare per proteggere gli Illinois. Dopo aver attraversato la riva est del Mississippi nel 1743, i Sauk iniziarono un’espansione aggressiva a sud e si impossessarono di territori degli Illinois. Mentre l’attenzione dei Francesi veniva dedicata ai commercianti inglesi nel paese dell’Ohio, 1000 guerrieri Sauk discesero il Mississippi nel mese di giugno 1752, e attaccarono il villaggio Michigamea appena a nord di Fort de Chartres. I Sauk attaccarono e bruciarono anche Cahokia. Tutto ciò che i Francesi potevano fare era chiedere loro di smettere. I Sauk si scusarono e tornarono all’alleanza con i Francesi nel 1753 , ma si tennero il territorio che avevano preso agli Illinois. Ad est, un tentativo francese di bloccare l’accesso alla valle dell’ Ohio ai Britannici con una linea di fortificazioni, e il susseguente tentativo britannico di rimuoverle portò allo scontro finale anglo- francese per il controllo del Nord America, la Guerra Franco-Indiana (1755-1763). Né i Fox né i Sauk avevano molto a che fare con questa lotta, anche se i Francesi continuarono a sospettarli di essere alleati degli Inglesi. Tuttavia, i Fox e Sauk vennero colpiti dal vaiolo che gli alleati dei Francesi portavano ai Grandi Laghi da New York durante l’inverno del 1757-1758. L’epidemia escluse molte delle tribù dei Grandi Laghi e dell’Ohio Valley dalla guerra e, dopo la caduta di Quebec, nel settembre 1757, i Francesi erano praticamente fuori dal Nord America. Montreal si arrese l’anno successivo, e i soldati britannici occuparono i forti francesi sui Grandi Laghi. Tuttavia, i Francesi mantennero il controllo di Fort de Chartes e del paese dell’Illinois fino al 1765.
Inutile dire che l’ autorità dei Francesi era pari a zero, anche se gli Illinois rimasero totalmente leali e rifiutarono di accettare la sconfitta francese. Dal 1761 i Sauk e Illinois erano stati ancora una volta sull’orlo della guerra, ma più a est c’era un’insoddisfazione crescente verso gli Inglesi. Non più costretto a competere con i Francesi, il comandante britannico in Nord America, Jeffrey Amherst, aveva sospeso la pratica dei regali annuali ai capi che avevano stipulato i trattati. Peggio ancora, aveva aumentato i prezzi sui beni commerciali e limitato gli approvvigionamenti, soprattutto di polvere da sparo e whisky.
Furono effettuati molti tentativi per organizzare una sollevazione generale, ma l’unità non venne trovata fino a quando sorse un nuovo movimento religioso con Neolin, il Profeta Delaware. Il leader di questo movimento era Pontiac, il capo Ottawa a Detroit e importante alleato francese durante la guerra. Pontiac organizzò segretamente una ribellione, che quando ebbe inizio, nel mese di maggio 1763, portò alla conquista di otto delle dodici (più una che venne abbandonata) fortezze britanniche ovest dei monti Appalachi. Gli Inglesi erano stati colti di sorpresa ma si ripresero, e non essendo riusciti a catturare i tre forti rimanenti,gli alleati che si erano ribellati crollarono.
Pontiac aveva sperato di ristabilire il dominio francese, qualcosa che i Sauk e Fox non volevano vedere. All’inizio della rivolta, sia i Fox che i Sauk si erano uniti agli Iowa, Menominee, Winnebago e Arbre Croche (gruppo Ottawa), concordi nell’ inviare cinture “wampum” agli Inglesi per proclamare la loro fedeltà. In novembre Amherst fu sostituito da Thomas Gage, che abbassò i prezzi e riportò le merci in commercio ai livelli di valore precedenti. I Britannici nel 1763 rilasciarono un proclama che arrestava i loro insediamenti ad ovest del crinale degli Appalachi.
Come risultato, nel luglio 1764 la maggior parte delle tribù stipulò la pace con gli Inglesi a Fort Niagara. Pontiac firmò un accordo separato con gli Inglesi nel 1766, ma la sua reputazione venne notevolmente sminuita da questo atto e dal fatto che non era riuscito a prendere Fort Detroit durante la rivolta. Lasciò Detroit e si trasferì a ovest, verso il nord dell’Illinois, dove ancora godeva di un notevole seguito. Anche se Pontiac aveva promesso di non combattere più gli Inglesi, sembra che cominciasse a organizzare una seconda rivolta in Illinois.
Stanziamenti delle tribù dell’Upper Mississippi 1700 – 1769
Durante una visita a Cahokia, nel mese di aprile 1769, Pontiac venne assassinato da un guerriero Peoria a seguito di un alterco tra ubriachi, nella postazione commerciale di un commerciante britannico di nome Williamson.
Il sospetto di aver organizzato l’omicidio cadde immediatamente sugli Inglesi, e Minavavana, il capo Ojibwa a Mackinac, andò a Cahokia il mese successivo e uccise due dei dipendenti di Williamson. Questo segnò l’inizio di una guerra generale contro gli Illinois per vendicare Pontiac. I Sauk e Fox nel 1766 avevano subito un’epidemia di vaiolo che ne aveva ucciso quasi la metà, e probabilmente aveva loro impedito di portare aiuti a Pontiac. Tuttavia, ciò non impedì loro di approfittare della situazione per unirsi a Ojibwa, Kickapoo, Ottawa, Winnebago e Potawatomi nell’attaccare gli Illinois. I Peoria si rifugiarono a Starved Rock , la loro ultima roccaforte nel nord dell’Illinois, ma vennero ridotti alla fame alla poi annientati. Una volta tanto potenti, gli Illinois furono quasi completamente distrutti durante questa guerra. Solo poche centinaia riuscirono a fuggire a sud, dove si stabilirono a Kaskaskia sotto la protezione dei Francesi. In seguito, i vincitori si divisero tra loro le terre degli Illinois, con i Sauk che presero la maggior parte dell’Illinois occidentale, tra i fiumi Illinois e Mississippi.
Piuttosto che vederlo cadere in mani britanniche, la Francia aveva dato il Territorio della Louisiana posto ad ovest del Mississippi alla Spagna nel 1763. Molti dei Francesi ad est del Mississippi abbandonarono le loro case e si trasferirono ad ovest, presso il nuovo insediamento di St. Louis. Gli Spagnoli furono in qualche modo sopraffatti dall’enorme lascito francese, e ci volle loro del tempo per stabilire un controllo amministrativo. E anche allora, trovarono conveniente lasciare ai Francesi gestire i commerci e le relazioni con le tribù native. Gli Inglesi arrivarono infine a Fort de Chartes (ribattezzata Fort Gage) nell’ottobre 1765 e presero il controllo del Territorio dell’Illinois. Da qui e da altre postazioni lungo il Mississippi, i commercianti inglesi si spingevano ad ovest, nella Louisiana, per scambi illegali con le tribù ad ovest del Mississippi – una questione fonte di grande preoccupazione per gli Spagnoli.
Ma per i Sauk e Fox, che vivevano su entrambe le sponde del Mississippi, la situazione era ideale. Le guarnigioni inglesi e spagnole trascorrevano la maggior parte del tempo a spiarsi a vicenda dalle opposte sponde del fiume. Non ci fu alcun tentativo di interferire né durante la guerra di sterminio contro gli Illinois, né nel successivo spostamento Sauk nell’Illinois occidentale. Inoltre gli Inglesi non ebbero nulla da obiettare quando Kickapoo e Potawatomi occuparono l’Illinois settentrionale e centrale, fornendo ai Sauk e Fox una preziosa alleanza contro gli Osage e i Missouria ad ovest del Mississippi.
Fin dall’inizio, i Sauk e Fox andarono d’accordo con i Britannici – di gran lunga maggiormente di quanto sperimentato con i Francesi – e questo fu un fattore importante nella loro decisione di non partecipare alla ribellione di Pontiac nel 1763. La situazione dei commerci era anche migliore di prima. I commercianti inglesi e francesi (operanti con licenza spagnola) erano in concorrenza fra loro e, di conseguenza, migliorarono i prezzi, l’offerta e la qualità delle merci. In quel periodo, i capi Sauk e Fox potevano visitare gli Spagnoli a St. Louis o gli Inglesi a Kaskaskia e Cahokia e aspettarsi di essere ben accolti e caricati di regali prima di tornare a casa.
Gli Osage erano aggressivi e, dopo che, nel 1700, ebbe inizio il commercio con i Francesi, ben armati. Combatterono quasi ogni tribù che viveva nelle loro vicinanze, di solito diverse nello stesso tempo. Ma, dopo il 1770, gli Osage avevano più nemici di quanti anche loro potevano gestire. La causa fu il movimento verso sud di Sauk, Fox, Iowa e Winnebago, nonché la delocalizzazione di grandi gruppi di Shawnee, Delaware e Cherokee a sud-est del Missouri e nell’ Arkansas settentrionale – un elenco impressionante anche senza far menzione delle guerre che gli Osage combattevano con Caddo, Wichita, Pawnee, Comanche, Quapaw, Chickasaw e Choctaw a sud e ovest. I commercianti francesi e britannici armavano tutti i contendenti, e gli Spagnoli non ebbero mai la forza militare per intervenire in Louisiana. Dopo il 1780 i Sauk e gli Iowa iniziarono a premere a sud del fiume Des Moines verso il nord del Missouri, e la guerra divenne più intensa.
Uno degli avversari più pericolosi che gli Osage dovettero affrontare in questo periodo fu un capo di guerra Sauk chiamato Makataimeshekia, o Falco Sparviero Nero. Più tardi gli Americani avrebbero abbreviato il suo nome in Falco Nero. Dal 1793 gli Osage erano anche riusciti ad infastidire gli Spagnoli, tanto che questi dichiararono loro guerra, e chiesero a Kickapoo e Potawatomi di attraversare il fiume in Illinois per unirsi a loro. Fu necessaria molta insistenza per far intervenire queste tribù e quando, l’anno seguente, gli Spagnoli fecero la pace con gli Osage, non furono in grado di fermare lo stato di guerra che avevano appena chiesto: gli Osage erano in pericolo di subire la stessa sorte che era toccata gli Illinois. Gli unici alleati che gli Osage avevano in questa lotta erano i Missouria, ma i Sauk e Fox li distrussero quasi completamente nel 1798 quando tesero un’imboscata alle loro canoe sul fiume Missouri mentre erano in navigazione per andare a commerciare a St. Louis. Con il 1800 gli Osage erano stati costretti ad abbandonare tutti i loro villaggi a nord del fiume Missouri.
Falco Nero
A nord, i Fox avevano rinnovato il loro interesse per la St. Croix Valley quando attraversarono di nuovo il Wisconsin nel 1765, e questo portò a nuova guerra con gli Ojibwa che avevano scacciato i Dakota dalla zona durante gli anni 40 del 1700. I Fox erano riusciti a uccidere l’importante capo Gran Saulteur durante un raid nel 1770, ma erano troppo pochi per combattere gli Ojibwa da soli. Nel 1780 formarono un’alleanza con i Dakota per riconquistare la St. Croix Valley. Nel corso dei tre anni successivi, avvennero combattimenti sul lago View Desert e sul lago di Flambeau, sul fiume Francis e sull’Upper Mississippi ma, dopo una grande vittoria a St. Croix Falls, gli Ojibwa distrussero sei villaggi Fox lungo il fiume Chippewa. I Fox avevano combattuto la loro ultima guerra contro gli Ojibwa. Con il 1783 si erano ritirati dal Wisconsin e avevano riattraversato il Mississippi nel nord-est dello Iowa. La loro alleanza di convenienza con i Dakota venne presto dimenticata, e Fox e Dakota divennero nuovamente nemici nella competizione per il territorio lungo il corso superiore del Mississippi.
Durante tutti questi anni i Sauk e Fox non avevano ancora incontrato gli Americani. I primi insediamenti ad ovest dei monti Appalachi si ebbero dopo che gli Irochesi avevano ceduto la Valle dell’Ohio agli Inglesi a Fort Stanwix nel 1768, ma i primi scontri si verificarono nel nord della Valle dell’Ohio, nella Pennsylvania occidentale e nel Kentuky, lontano dai Sauk e Fox. Anche se i Fox in generale rimasero diffidenti nei confronti dei Bianchi, essi seguirono la guida dei Sauk che avevano sviluppato stretti legami con gli Inglesi, un rapporto che durò fino al 1820. Per lo più gli Inglesi erano infastiditi dal fatto che gli Americani li avevano spinti ad aprire l’Ohio agli insediamenti, e quando cominciarono i combattimenti tra pionieri e tribù dell’Ohio, essi ritirarono la maggior parte delle guarnigioni per diventare osservatori neutrali. Questa situazione ebbe termine con lo scoppio della Rivoluzione Americana (1775-83), quando gli Inglesi cominciarono ad armare le tribù dell’Ohio e le spinsero ad attaccare gli Americani.
I Sauk e Fox rimasero ai margini di questi eventi, fino a quando nel 1778 George Rogers Clark condusse 200 miliziani del Kentucky e prese Kaskaskia, Cahokia e Vincennes. Dopo aver acquisito la fedeltà dei Francesi nella zona, egli reclamò per la Virginia il territorio dell’Illinois. Nel febbraio del 1779 Clark respinse un tentativo del colonnello Henry Hamilton, comandante britannico a Detroit (noto come “compratore di scalpi” in quanto pagava per gli scalpi degli Americani), di riconquistare la zona, per preparare la grande offensiva inglese dell’anno successivo tendente a conquistare l’intero bacino del Mississippi.
Da questo momento, la Spagna entrò in guerra contro la Gran Bretagna, anche se non necessariamente come alleato degli Americani. Mentre le forze britanniche attaccavano le postazioni spagnole lungo il Golfo del Messico, la colonna del capitano Henry Bird da Detroit mosse verso sud e, acquistando alleati nativi durante l’attraversamento dell’Ohio, devastò gli insediamenti americani nel Kentucky. Nel frattempo una terza spedizione, comandata dal capitano Emanuel Hesse, si spostò verso il basso il Mississippi per attaccare St. Louis.
Radunate insieme con gran fretta dagli Inglesi, le tribù alleate dei Britannici non erano in ottimi rapporti tra loro. I Winnebago, Menominee e Potawatomi non erano un problema, ma c’era odio aperto tra i contingenti Dakota e Ojibwa. Gli Inglesi non consideravano i Sauk e Fox come alleati affidabili, a causa dei loro rapporti di amicizia con i Francesi e gli Spagnoli di St. Louis.
Nonostante i suoi dubbi, Hesse capì di aver bisogno di un maggior numero di guerrieri e chiese ai Sauk e Fox di unirsi all’attacco. Ma St. Louis il 9 maggio 1780 ricevette un avvertimento ed ebbe tutto il tempo di prepararsi per la difesa. Quando, il 26 maggio, 950 Inglesi e alleati nativi attaccarono, furono respinti dal fuoco dei cannoni con pesanti perdite. Sulla sponda americana del fiume fallì anche un attacco contro Cahokia, e gli Inglesi si ritirarono senza risultati. In seguito i Sauk e Fox furono accusati di aver avvisato gli Spagnoli. Questo poteva essere vero, ma non li protesse dalla rappresaglia americana: nello stesso anno, una spedizione di 225 uomini, comandata dal colonnello John Montgomery attaccò e bruciò i villaggi Sauk sul fiume Rock.
La guerra di rivoluzione si concluse con il trattato firmato a Parigi nel 1783. Gli Inglesi informarono i loro alleati Nativi che la guerra era finita e li esortarono a smettere di attaccare gli insediamenti americani, ma ufficiosamente incoraggiarono un’alleanza per tenere gli Americani fuori dall’Ohio.


L’attacco a St. Louis – pittura murale presso il Campidoglio dello Stato del Missouri

Inoltre continuarono (in violazione del trattato) ad occupare le loro fortezze in territorio americano fino a quando non vennero soddisfatte le richieste di pagamento dei lealisti britannici. Per facilitare un’alleanza, Simon De Peyster, l’agente britannico a Detroit, nel corso 1782 riconciliò diverse controversie tra Winnebago e Ojibwa, Menominee e Ojibwa, Fox e Sauk e Ojibwa, Potawatomi e Miami. Gli Inglesi non parteciparono alla conferenza presso Sandusky, dove nel 1783 venne costituita l’alleanza occidentale, ma inviò il Mohawk Joseph Brant a parlare per loro conto e fece sapere che avrebbero sostenuto l’alleanza in caso di guerra con gli Americani. In definitiva l’alleanza includeva: Mingo (Irochesi dell’Ohio), Wyandot, Miami, Delaware, Shawnee, Kickapoo, Ottawa, Ojibwa, Potawatomi e Chickamauga (Cherokee). Adirati per l’attacco americano ai loro villaggi nel 1780, aderirono anche i Sauk e Fox.
Gli Inglesi mantenevano il controllo dei Grandi Laghi e il suo commercio di pellicce, ma, nonostante gli sforzi di De Peyster nel 1782, la guerra tra tribù sulle sponde meridionali del Lago Superiore e la parte superiore del Mississippi stava creando problemi. Su richiesta della Società del Nord Ovest di Montreal, il governo britannico convocò un concilio a Mackinac, nell’ottobre 1786. Il trattato conclusivo pose fine allo stato di guerra nell’Upper Mississippi per i succesivi 20 anni, con una sola eccezione: la guerra tra Ojibwa e Dakota.

Gli Americani

Gli Stati Uniti tentarono di risolvere il problema del possesso dell’Ohio attraverso dei trattati. Poiché essi consideravano l’alleanza fra le tribù come un complotto inglese (cosa che in effetti era), gli Americani si rifiutarono di riconoscerla e trattarono con le singole tribù.
I confini stabiliti con gli accordi di Fort McIntosh (1785) e Fort Finney (1786) non avevano l’approvazione dell’alleanza, mentre i commissari americani non rappresentavano i cittadini della frontiera. I “Lunghi Coltelli” (i pionieri americani) volevano l’intera valle dell’Ohio, non solo una parte di esso, e nessun governo aveva intenzione di assecondarli.
Essi semplicemente ignoravano i confini, si trasferivano nelle terre dei Nativi e vi si installavano. Poiché i guerrieri dell’alleanza e i pionieri si scambiavano incursioni e atrocità reciproche, il governo fece un ultimo tentativo per salvare la situazione con un trattato. Nel dicembre del 1787 il governatore americano del Territorio del Nord-Ovest, Arthur St. Clair, chiese un incontro presso le cascate del fiume Muskingum, vicino a Fort Harmar. Il consiglio dell’alleanza si riunì per definire la sua posizione e decise di stabilire il Muskingum come confine dell’insediamento, ma ci furono seri contrasti. Il Mohawk Joseph Brant lascò la riunione disgustato e tornò nell’Ontario. Anche Miami, Kickapoo e Shawnee si tirarono fuori, ma le tribù Delaware, Wyandot e Detroit decisero di partecipare e, come supporto aggiunto, portarono con loro anche una delegazione in visita di quattro capi Sauk. Il trattato di Fort Harmar (1789) fu il primo firmato tra i Sauk e gli Stati Uniti. Purtroppo, fu inutile fin dal momento in cui venne firmato. Poiché i Sauk avevano poco interesse per l’esito delle decisioni sull’Ohio, le loro firme significavano poco. Le altre tribù che firmarono erano più importanti, ma dopo che la guerra riprese in quell’estate, i combattenti Shawnee e Miami dominavano l’alleanza, e gli Americani decisero di usare la forza. Le battaglie iniziali della Guerra di Piccola Tartaruga (1790-94) furono altrettanti disastri per gli Americani. Guidata dal capo di guerra Miami Piccola Tartaruga, l’alleanza inflisse le peggiori sconfitte mai subite da un esercito americano per mani dei Nativi: Harmar nel 1790 e St. Clair nel 1791.


Stampa rappresentante il massacro di St. Clair

In seguito il presidente George Washington inviò in Ohio Anthony Wayne per prendere il comando. Nel corso dei due anni successivi, Wayne preparò la sua “Legione”, una grande forza di regolari che sostituisse l’incostante milizia di frontiera, e fece accurati preparativi per attaccare i villaggi dell’alleanza nel nord est dell’Ohio. Nel frattempo, il logorio del continuo stato di guerra stava facendo pagare il suo pedaggio all’alleanza. Questa era forte di 2000 guerrieri, ma non riusciva a sfamarli tutti per lunghi periodi. Lamentando la mancanza di cibo, nel 1792 i Sauk e Fox lasciarono l’Ohio e ritornarono al Mississippi, per concentrarsi nella loro guerra contro gli Osage. Nello stesso tempo, la cattura di un gran numero di loro donne e bambini costrinsero le tribù Wabash (Wea, Piankashaw e Kickapoo) ad una pace separata con gli Americani e a diventare neutrali. Al momento di fronteggiare gli Americani a Fallen Timbers, nel 1794, l’alleanza poté radunare meno di 800 guerrieri. Sconfitti e in ritirata, essi videro gli Inglesi chiudere le porte delle loro fortezze piuttosto che rischiare una guerra con gli Americani. In novembre, i Britannici firmarono il Trattato di Jay per risolvere le loro divergenze con gli Stati Uniti, accettando di ritirarsi dai loro forti sul territorio americano. Nell’agosto seguente, i capi dell’alleanza si radunarono a Fort Greenville e firmarono un trattato che cedeva tutto il territorio dell’Ohio, eccetto la parte nord occidentale. Né i Sauk né i Fox erano presenti, essendo molto più a ovest, sul Mississippi, ai confini degli Stati Uniti.

Il trattato del 1804

Si era ottenuta una pace difficile in tutta la valle dell’Ohio, ma gli insediamenti proseguirono la loro avanzata verso il Mississippi. Con l’acquisto della Louisiana nel 1803, i Sauk e Fox si ritrovarono non lontani dal confine occidentale degli Stati Uniti. I Sauk lo appresero la prima volta quando visitarono St. Louis, dove furono informati dal governatore spagnolo che adesso avevano un nuovo “padre”.


Battaglia di Fallen Timbers

Turbati da questa notizia, I Sauk e Fox tornarono a Saukenuk (Rock Island, Illinois), ma non fecero nulla finché un Sauk fu imprigionato a St. Louis per aver ucciso un bianco. Si decise di inviare una delegazione a St. Louis per incontrare gli Americani e di organizzare la sua liberazione. I Sauk arrivarono nel novembre 1804 e furono “bevuti vino e cenati” e poi “bevuti e bevuti” da William Henry Harrison, il governatore americano del territorio dell’Indiana (che all’epoca includeva anche l’Illinois) e facente funzione di Commissario per il territorio della Louisiana. Alla fine la delegazione Sauk aveva firmato per la cessione di di dieci milioni di ettari nel nord est del Missouri e dell’Illinois occidentale, in cambio di regali per $ 2500 e una rendita di $ 1000 annuali per 20 anni.
Dal punto di vista degli Americani, questo trattato era vincolante e legale. Esso era stato negoziato da William Henry Harrison, che era stato ufficialmente autorizzato per questo proposito. Una volta avallato dal Segretario della Guerra, Henry Dearborn (all’epoca responsabile di gabinetto per gli affari Indiani), aveva subito la stessa trafila di ogni altro trattato: fu sottoposto al Senato dal presidente Thomas Jefferson, approvato da almeno due terzi dei senatori, e dichiarato formalmente ratificato nel gennaio 1805.
I Sauk e Fox vedevano le cose in modo molto differente. Secondo loro, il trattato era stato negoziato e firmato da quattro uomini. Ma nessuno di loro era un capo importante; di più, nessuno di loro era stato autorizzato dai consigli tribali dei Sauk e Fox a negoziare una cessione di territorio.
Territorio Sauk e Fox ceduto con il trattato del 1804 (in giallo)
Essi erano andati a St. Louis semplicemente per incontrare Harrison allo scopo di sedare le tensioni che si erano create con i Bianchi. Dopo la firma del trattato, essi insistettero sul fatto di non aver ceduto intenzionalmente nessun territorio. Il consiglio tribale dei Sauk e Fox, d’altronde, informò gli Americani che i quattro negoziatori non erano in posizione da poter fare ciò. Quello che gli Americani vedevano come un trattato perfettamente valido, era considerato dalle due tribù come il risultato, privo di validità, di un possibile malinteso o di una frode deliberata.
Nel pensiero del Governatore Harrison, del Segretario Dearborn e del Presidente Jefferson, il trattato del 1804 con i Sauk e Fox rappresentava la felice conclusione di una politica che era stata avviata almeno due anni prima. All’inizio del 1803 Jefferson aveva scritto ad Harrison abbozzando una nuova politica per i Nativi Americani ad est del Mississippi. Egli pensava che i Francesi avrebbero preso possesso della Louisiana, la vasta provincia che si estendeva dalla riva occidentale del Mississippi alle Montagne Rocciose, e dal Golfo del Messico al Canada inglese.

La politica americana sul Mississippi

Jefferson sperava di vivere in pace sia con la Francia che con gli Indiani. Questo sembrava molto più facile da ottenere con questi ultimi che con la prima. Il Presidente era convinto che la pace con i Nativi ci sarebbe stata una volta che gli Indiani avessero cambiato stile di vita. Essi avrebbero dovuto smettere di cacciare, dedicare tutti i loro sforzi all’agricoltura, cominciare a lavorare i tessuti e indossare vestiti, e porre termine alle guerre con le altre tribù. Facendo queste cose, avrebbero potuto inserirsi fra gli altri Americani e diventare un solo popolo. Appena fatto questo cambiamento, d’altronde, avrebbero abbandonato molti dei territori che utilizzavano come suolo di caccia, ma di cui non avrebbero più avuto bisogno come agricoltori. Jefferson infine si aspettava che tutta questa terra disputata sarebbe diventata disponibile per i coloni americani. Comunque, all’inizio del 1803, egli voleva fortemente le terre dei Nativi sulla riva est del Mississippi. Insediando coloni americani lungo il fiume dalla sorgente alla foce, Jefferson sperava di avere, entro il termine di pochi anni, abbastanza truppe armate della milizia sulla frontiera da riuscire a proteggere gli Stati Uniti dalla Louisiana francese. Egli si rendeva conto che molti dei Nativi in questa striscia critica lungo il Mississippi potevano non essere pronti ad abbandonare la loro cultura; se essi avessero preferito continuare a cacciare, comunque, avrebbero dovuto accordarsi per spostarsi ad ovest del fiume.
Harrison era responsabile per la riva est del Mississippi dal fiume Ohio a sud fino al confine canadese a nord. In ogni caso, al momento della sigla del trattato del 1804, il contesto diplomatico era cambiato: erano gli Stati Uniti, e non la Francia, a possedere la Louisiana. Ma Harrison colse ugualmente la sua opportunità per portare avanti gli intenti originari della politica di Jefferson.
Il trattato del 1804 non portò all’immediata rimozione dei Sauk e Fox dalle terre ad est del Mississippi; secondo l’articolo 7, essi potevano restare nel territorio finché esso fosse in possesso del governo degli Stati Uniti. Ma questo cambiò le loro relazioni con molti dei loro vicini Americani, Nativi e Inglesi.

I Sauk e Fox non erano contenti quando, all’inizio del 1804, gli Americani avevano rimpiazzato gli Spagnoli in Louisiana. I loro interessi economici e commerciali avevano beneficiato del fatto di avere la scelta fra il commerciare con gli Spagnoli o con gli Americani. Quando Harrison e altri ufficiali degli Stati Uniti insistettero sulla validità del trattato del 1804, questo portò un pesante peggioramento nelle già tese relazioni reciproche. Date le circostanze, pochi Bianchi volevano sfidare i Sauk e Fox, così non vi su alcuna fretta di insediarsi nella zona contesa, ma gli Americani erano preoccupati per la presenza di commercianti britannici nel Wisconsin e nell’Upper Mississippi, e volevano affermare la loro autorità. Una spedizione diretta da Zebulon Pike fu inviata nel 1805 a “mostrare la bandiera” ed esplorare la parte superiore del Mississippi. Essa oltrepassò le rapide sopra la foce del fiume Des Moines e si fermò a Saukenuk. Dopo aver spiegato ai Sauk che erano sotto la giurisdizione americana, Pike ordinò loro di ammainare la bandiera inglese e di capovolgere le medaglie del trattato con gli Inglesi. I Sauk preferirono tenere le loro medaglie, ma ciò nonostante Pike consegnò loro una bandiera americana e poi procedette a monte verso il Minnesota. Dopo ordini e istruzioni similari dati a Ojibwa e Dakota, ottenne una tregua fra queste tribù e tornò a St. Louis. La tregua venne interrotta prima che egli raggiungesse il confine dello Iowa, ma Pike era riuscito a mettere in allarme le tribù dell’Alto Mississippi.
Più tardi, in quello stesso anno, i Dakota inviarono una cintura di wampum chiedendo alle tribù Sauk, Fox, Ottawa e Potawatomi di porre fine alla loro guerra con gli Osage e di unirsi a loro contro gli Americani. Nello stesso tempo, il capo Shawnee Giacca Blu tentò di far risorgere l’alleanza occidentale a Brownstown (Michigan), invitando i Sauk e Fox a partecipare. Quando, nel 1806, corsero voci di guerra nell’Indiana e nell’Illinois, i Sauk e Fox inviarono una delegazione a Fort Malden (oggi Amherstburg, Ontario), per chiedere l’aiuto degli Inglesi. A quel tempo, i Britannici volevano evitare un confronto con gli Americani, ma quest’attegiamento cambiò due anni più tardi con l’improvviso sorgere della figura di Tecumseh. I messaggi inviati da Tecumseh e suo fratello Tenskatawa (il profeta Shawnee) raggiunsero i Sauk e Fox nel corso del 1808. Alla luce del trattato del 1804, l’appello per l’unità e per la non ulteriore cessione di terre agli Americani aveva una grande attrazione, ma in assenza di un’azione diretta degli Americani per far rispettare il trattato, i Sauk e Fox restarono divisi nella loro risposta. Alcuni avevano accolto favorevolmente il commercio con St. Louis e, ricordando quello che era successo nel 1794, si chiesero quanto fossero affidabili gli Inglesi in un’altra guerra con gli Americani.
Ma i Sauk e Fox si trovarono presto nella stessa posizione di molti degli altri gruppi Nativi a nord dell’Ohio. La politica aggressiva per la stipula di trattati condotta da Harrison sotto la presidenza di Jefferson (1801-1809), si risolse in estese cessioni in tutta la regione che lasciarono scontente parecchie tribù.
I tentativi di due fratelli Shawnee – il capo di guerra Tecumseh e il profeta Tenskwatawa – contribuirono a trasformare questo risentimento in azione. I villaggi dei Sauk e Fox si trovavano lontani dal centro di potere di Tecumseh e Tenskwatawa nel nord est dell’Indiana. Al tempo in cui migliaia di uomini e donne appartenenti a dozzine di tribù si spostavano a “Prophetstown” o andavano solo a visitarla, la maggior parte dei Sauk e Fox restò nei propri villaggi e accolse solo parzialmente il messaggio degli Shawnee.


Battaglia di Tippecanoe – cromolitografia di Kurz e Allison – 1889

I Nativi Americani erano uniti dal risentimento verso le politiche degli Stati Uniti e la crescente affluenza di coloni; nello stesso tempo la relazioni fra Stati Uniti e Gran Bretagna divenivano più tese. Ne seguirono, naturalmente, legami più stretti fra gli Inglesi del Canada e i Nativi a nord dell’Ohio. In più, i funzionari inglesi e le guarniglione dei forti, in particolare Fort Malden, di fronte a Detroit, ricevevano visite regolari da guerrieri in cerca di notizie e di regali. Per i funzionari e coloni americani in Ohio, Michigan, Indiana e Kentucky questi sviluppi erano allarmanti. La Guerra del 1812 tra Stati Uniti e Gran Bretagna cominciò in giugno, ma i combattimenti fra Americani e Nativi del Nord Ovest erano cominciati sei mesi prima. Nel novembre 1811, il governatore Harrison aveva condotto le forze delle milizie dell’Indiana e del Kentucky alla distruzione di Prophetstown nella battaglia di Tippecanoe. Il risentimento degli Indiani contro gli Americani crebbe, e cinture di guerra circolavano tra le tribù nord occidentali anche prima che la Guerra del 1812 cominciasse formalmente.