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La guerra in Acadia e le deportazioni

A cura di Pietro Costantini

La guerra franco-indiana. Speciale a puntate: 1) Venti di guerra: Fort Necessity 2) La battaglia di Monongahela 3) La battaglia di Lake George 4) La battaglia di Sideling Hill 5) La battaglia di Fort Oswego 6) La conquista di Fort William Henry 7) Le due battaglie delle “Snowshoes” 8) La guerra in Acadia e le deportazioni 9) La spedizione di Forbes 10) Le due battaglie di Fort Carillon 11) La battaglia di Fort Niagara 12) La presa di Quebec 13) Il raid contro St Francis 14) La battaglia di Sainte-Foy 15) La caduta di Montreal e la pace di Parigi

Deportazione degli Acadiani
L’Acadia è un territorio ubicato nel Canada nord-orientale, appena al disotto della penisola di Terranova. E’ composto dalla Penisola Acadiana (ora Nuova Scozia), dall’Acadia continentale (ora New Brunswick), e dalle isole Royal (Cap Breton) e Saint Jean (Prine Edward). Era stato occupato da coloni francesi fin dal 1604, ma quasi subito anche gli Inglesi cominciarono ad accampare diritti sulla regione, sebbene i primi veri tentativi di conquista dell’Acadia da parte degli Inglesi cominciassero nel 1710. Lungo tutti i seguenti cinquantacinque anni gli Acadiani rifiutarono sempre di siglare un giuramento di fedeltà agli Inglesi. Anzi, in questo periodo gli Acadiani parteciparono a varie operazioni condotte dalla milizia francese contro i Britannici, e difesero le vitali strade di rifornimento ai forti francesi di Louisbourg e Beausejour.

Quando, il 21 giugno 1749, Edward Cornwallis era sbarcato ad Halifax con 13 navi per stabilirvi un insediamento, aveva violato i precedenti trattati con gli Indiani Mi’kmaq risalenti al 1726. Allora era cominciata la cosiddetta “Guerra di Padre Le Loutre”. Gli Inglesi si erano affrettati a installare nuovi insediamenti. Per difendersi dagli attacchi di Mi’kmaq, Acadiani e Francesi che avversavano la colonizzazione protestante, furono costruite fortificazioni in Halifax (1749), Dartmouth (1750), Bedford (Fort Sackville) (1751), Lunenburg (1753) e Lawrencetown (1754). Per contrastare lo sviluppo di questi insediamenti, Maliseet, Mi’kmaq e Acadiani condussero numerose incursioni, come a Dartmouth (1751). Nel corso di questi attacchi, l’esercito francese pagava i Mi’kmaq per gli scalpi inglesi che essi riuscivano a prendere. In risposta, gli Inglesi pagavano i Rangers per gli scalpi di Mi’kmaq e Maliseet.

Prima deportazione acadiana: campagna della Baia di Foundy – anno 1755
La battaglia di Petitcodiac

Nella Guerra Franco-Indiana gli Inglesi tentarono di neutralizzare ogni minaccia militare acadiana e di interrompere le linee di rifornimento verso Louisbourg deportando gli Acadiani dalla loro terra.
La prima ondata di espulsioni dall’Acadia cominciò nella regione di Chignecto. Il 10 agosto 1755, sotto la direzione del colonnello Monckton, il tenente colonnello John Winslow arrestò quattrocento uomini insospettabili che si trovavano a Fort Cumberland (nuovo nome di Fort Beausejour). Egli imprigionò anche 86 Acadiani dentro Fort Lawrence. Il numero dei prigionieri era un terzo degli uomini della regione; molti degli altri abbandonarono la zona. I prigionieri vennero tenuti nel forte finché arrivarono i carri per deportarli, mentre le mogli e i figli vennero uniti a loro al momento della partenza.
Quasi un mese dopo l’inizio dell’espulsione, il 2 settembre, Charles Deschamps de Boishebert, comandante della milizia francese, organizzò nella regione la resistenza dei Mi’kmaq e degli Acadiani e ottenne una netta vittoria sugli Inglesi nella battaglia di Petitcodiac.


Il bacino del fiume Petitcodiac

Quando Boishebert ricevette notizia che gli Inglesi stavano organizzando una spedizione verso il fiume Petitcodiac, si affrettò verso Chipoudy, dove organizzò 120 Acadiani, Maliseets e Mi’kmaq in un gruppo di guerriglia combattente.
Durante la campagna della Baia di Foundy, il 28 agosto 1755 Monckton mandò da Fort Cumberland il maggiore Joseph Frye con una spedizione di 200 uomini della Milizia provinciale, con istruzioni di distruggere gli insediamenti degli Acadiani sul fiume Petitcodiac. Dopo aver dato alle fiamme le costruzioni di Shepody, nel New Brunswick, la spedizione cominciò a risalire il fiume, incendiando edifici e prendendo prigionieri lungo la strada. Il 2 settembre, la spedizione cominciò a condurre queste operazioni di “bonifica” su insediamenti posti nelle vicinanze del villaggio di Blanchard. Mentre il corpo principale lavorava sul lato est del fiume, un distaccamento di 50 o 60 unità al comando di John Indicot fu mandato sulla riva occidentale. Quando essi diedero fuoco alla chiesa del villaggio, Boishebert attaccò con trecento uomini. Gli Inglesi ripararono dietro una diga ed erano vicini al panico quando Frye sbarcò con il resto degli armati e prese il comando. Dopo tre ore di accesi combattimenti, Frye alla fine si ritirò sulle imbarcazioni con i suoi armati. Ventidue Inglesi rimasero uccisi e altri sei vennero feriti, tra i quali il ranger Joseph Gorham.
La battaglia fu il primo chiaro successo per gli Acadiani e una dolorosa sconfitta per gli Inglesi. Per molti dei combattenti provinciali inglesi fu la prima esperienza di combattimento e oltre il 50% di essi rimasero feriti o uccisi.
di Joseph Broussard (Beausoleil)
Boishebert riuscì a salvare trenta famiglie e ad effettuare il raccolto in parecchi dei campi coltivati. Creò anche un campo per rifugiati Acadiani noto come il “campo della speranza” sull’isola di Beaubears, vicino all’attuale Miramichi, nel New Brunswick. Alcuni Acadiani riuscirono a raggiungere i campi della Baia di Chaleurs e il Restigouche River. Su questo fiume il campo dei rifugiati di Boishebert era sorto a Petit-Rochelle.
Il 1 ottobre 1755, quasi un mese dopo la battaglia di Petitcodiac, i prigionieri Acadiani rinchiusi a Fort Lawrence riuscirono a fuggire. Fra di loro vi era Joseph Broussard (Beausoleil). Il 13 ottobre, un convoglio di otto imbarcazioni, che trasportavano 1782 prigionieri, lasciò il bacino di Chignecto scortato da tre navi da guerra inglesi. Gli Acadiani di Chignecto erano considerati i più riottosi. Per questo essi vennero deportati più lontano possibile dall’Acadia, in Georgia e South Carolina. Dopo lo svuotamento dei villaggi acadiani, Monckton cominciò a incendiarli per prevenire il ritorno dei loro abitanti.
Il 15 novembre 1755, l’ufficiale inglese John Thomas diede fuoco al villaggio di Tentemar (l’attuale Sackville), distruggendo anche la chiesa, oltre 97 edifici.

Cobequid

Il 15 agosto 1755, dietro ordini di Monckton, il capitano Thomas Lewis, Abjiah Willard e 250 soldati regolari inglesi cominciarono a distruggere due villaggi della zona di Cobequid, nella Baia di Foundy: Tatamagouche e Remsheg (oggi Wallace). Gli Inglesi, nella loro azione di espulsione, scelsero di distruggere per primi questi villaggi perché essi erano i caposaldi da cui gli Acadiani partivano per rifornire Louisbourg di bestiame e prodotti vari. A questo scopo, Willard radunò gli uomini di Tatamagouche in un edificio. Egli si assicurò che tutte le armi presenti nel villaggio fossero state confiscate e quindi notificò agli Acadiani che sarebbero stati fatti prigionieri. Fece inoltre distruggere subito tutte le spedizioni di bestiame e provviste che si trovavano sui vascelli acadiani pronte per essere inviate a Louisbourg. Il 16 agosto, Lewis bruciò 12 abitazioni e la cappella, mentre nel primo mattino del giorno dopo Willard fece bruciare quattro case e parecchie stalle. Il capitano Lewis con 40 uomini si portò su Remsheg, dove catturò tre famiglie e diede fuoco a parecchie abitazioni. Il 26 agosto tornò a Fort Cumberland con i prigionieri Acadiani maschi; non si conosce la sorte di donne e bambini della regione.
L’11 settembre Lewis fu mandato da Fort Cumberland a distruggere quel che restava di Cobequid, scoprendo che le residenze superstiti erano vuote. Infatti la maggior parte degli abitanti della regione aveva già evacuato le proprie fattorie nel corso dei cinque anni precedenti, per stabilirsi nell’isola di Saint-Jean (ora Isola Prince Edward). Nei giorni dal 23 al 29 settembre, Lewis devastò col fuoco tutta la regione.

Grand Pré

Otto giorni dopo che gli Acadiani furono imprigionati a Chignecto, il tenente colonnello John Winslow arrivò a Grand-Pré con 315 uomini di truppa. Pose il suo quartier generale nella chiesa. Il 5 settembre 1755, 418 Acadiani di sesso maschile, dai 10 anni in su, di quella zona vennero rinchiusi nella chiesa di Saint-Charles-des-Mines, dove vennero tenuti prigionieri per cinque settimane. Winslow li informò che tutti i loro beni, tranne quelli strettamente personali, sarebbero stati requisiti dalla Corona, e che essi, con i loro familiari, sarebbero stati deportati non appena fossero giunte le navi per portarli via. Alle donne fu ordinato di provvedere al cibo e al vestiario sia per i prigionieri che per le truppe. Sei giorni dopo l’iniziale incarceramento, per paura di una ribellione degli Acadiani, Winslow spostò 230 prigionieri a bordo delle navi per attendervi la deportazione.


Un dipinto raffigurante le deportazioni di Grand-Pré

Il 13 ottobre, più di 2000 Acadiani erano stati caricati su cinque vascelli da trasporto. Dopo la loro partenza, Winslow diede fuoco ai villaggi degli Acadiani per prevenire il loro eventuale ritorno. Egli registrò di aver bruciato, nei villaggi intorno a Grand-Pré, 276 stalle, 255 abitazioni, 11 mulini e un magazzino.

Piziquid

Il 5 settembre, nello stesso momento in cui Winslow disponeva le espulsioni di Grand-Pré, il capitano Alexander Murray leggeva l’ordine di espulsione ai 183 Acadiani maschi che egli aveva imprigionati a Fort Edward. Il 20 ottobre, 920 Acadiani di Piziquid vennero caricati su quattro navi mercantili. Diversamente dalla vicina comunità di Grand-Pré, le costruzioni di Piziquid non vennero distrutte dal fuoco. Di conseguenza, quando arrivarono i coloni dal New England, trovarono molte case e stalle ancora in ordine.
Ancorché prigionieri, gli Acadiani dovettero assistere alla sistemazione dei coloni del New England nelle loro fattorie. Quando la guerra finì, piuttosto che restare e lavorare lì come subordinati, gli Acadiani andarono a stabilirsi con i loro compatrioti nelle attuali New Brunswick e Saint Pierre e Miquelon.

Annapolis Royal

Ad Annapolis Royal, il responsabile delle espulsioni degli Acadiani era il maggiore John Handfield. Le operazioni relative erano lente, in questa regione, Ma infine, l’8 dicembre 1755, Gli Acadiani vennero imbarcati su sette vascelli scortati da una nave da guerra. In questo frangente si registrò la fuga di circa 300 Acadiani.
Si verificò anche che 32 famiglie (225 persone in tutto) imbarcate sulla nave inglese “Pembroke”, diretta nel Noth Carolina, presero il controllo del vascello. L’8 febbraio 1756 gli Acadiani avevano risalito il corso del fiume Saint John finché avevano potuto, dopodiché erano sbarcati e avevano incendiato la nave. Incontrarono un gruppo di indiani Maliseet che li guidò ancora a monte, fino a che si unirono ad una comunità di altri Acadiani che si stava espandendo. Si trattava dei campi per rifugiati destinati agli Acadiani fuggitivi allestiti da Charles Deschamps de Boishébert a Beaubears Island. Alcune famiglie acadiane risalirono il fiume Annapolis, rifugiandosi nelle foreste vicino a Morden. Molti morirono nell’inverno che seguì, finché una banda di Mi’kmaq aiutò i sopravvissuti a fuggire, in primavera, attraverso la Baia di Fundy fino a Capo Chignecto, e da qui nell’interno del New Brunswick.


La deportazione degli Acadiani – dipinto di Lewis Parker

Pare che circa 50 o 60 Acadiani che erano fuggiti all’inizio della deportazione, si stabilissero nella regione di Cape Sable, nel sud ovest della Nuova Scozia. Da qui, essi parteciparono a numerose incursioni contro Lunenburg.
Alla fine della campagna, più di settemila Acadiani erano stati deportati negli stati del New England. Nei successivi quattro anni, Francesi, Nativi e Acadiani avrebbero condotto azioni di guerriglia contro gli Inglesi. Una seconda ondata di espulsioni si verificò nel 1758.

Raid di Lunenburg – 1756

Nel corso del conflitto tra Indiani e Acadiani da una parte, e gli Inglesi dall’altra, Fort Cumberland venne attaccato per due giorni tra il 26 e 27 aprile 1756, e nove soldati britannici furono uccisi e scalpati. Due settimane dopo si verificò il raid di Lunenburg.
Il Governatore Generale della Nuova Francia, Pierre François de Rigaud, incaricò il comandante militare in capo per l’Acadia, Charles Deschamps de Boishébert et de Raffetot, di mandare una milizia composta da nativi Mi’kmaq e Maliseet per un’incursione su Lunenburg. La guarnigione francese si trovava a Ste. Anne’s Point (vicino all’attuale Fredericton, New Brunswick), dove Boishébert aveva il suo comando. Questa località era anche vicina all’accampamento Aukpaque dei Maliseet.


La penisola di Acadia/Nuova Scozia, con la posizione di Lunenburg

I Maliseet lasciarono l’accampamento e giunsero nei dintorni del villaggio fortificato di Lunenburg l’8 maggio 1756. La forza combattente nativa attaccò due isole al margine settentrionale del villaggio, la Rous Island e la Payzant Island (oggi Covey Island). I rapporti francesi registrarono che la banda dei Maliseet uccise e scalpò 20 fra coloni, donne e bambini, e bruciò le loro case, sebbene fonti inglesi riportino che furono uccise solo cinque persone. Non ci fu quasi resistenza. I cinque residenti sopravvissuti, Marie Anne Payzant e i suoi quattro bambini, furono presi prigionieri; suo marito, Louis Payzant, fu tra i coloni che vennero uccisi e scalpati. La Confederazione Wabanaki prese prigionieri John e Lewis Payzant, entrambi autori di una delle poche narrazioni sui prigionieri presi in Nuova Scozia-Acadia esistenti.
Il tenente colonnello Patrick Sutherland, che era di stanza a Lunenburg, dispose immediatamente una compagnia di trenta fra ufficiali e soldati per respingere l’incursione. Al loro ritorno, il vice maresciallo Dettlieb Chistopher Jessen riferì che il numero degli uccisi era di cinque e che gli Indiani si erano dileguati con i prigionieri.
In risposta al raid su Lunenburg e alla precedente incursione su Fort Cumberland, il governatore Charles Lawrence aumentò l’importo della taglia offerta ai Rangers per gli scalpi dei Mi’kmaq e dei Maliseet.


Una stampa sul raid di Lunenburg

Dopo aver appreso che le vittime del raid su Lunenburg, sebbene protestanti, erano francesi, il 6 agosto 1756 il governatore della Nuova Francia considerò la possibilità di reclutare altri coloni francesi a Lunenburg per bruciare la città ed unirsi ai Francesi che occupavano i territori dell’Isola St. Jean o dell’Isola Royale. Mentre l’incendio di Lunenburg non ebbe mai luogo, un certo numero di protestanti di lingua tedesca e francese lasciarono il villaggio per unirsi alle comunità acadiane.
I Maliseet e Mi’kmaq portarono Marie Anne Payzant (che era in stato di gravidanza) e i suoi quattro figli via terra e per canoa a Quebec. Lungo la via si fermarono presso la guarnigione francese di Ste. Anne Point. I Maliseet tennero i figli di Marie Anne come ostaggi presso il loro villaggio Aukpaque, e la obbligarono ad andare a Quebec senza di loro. Marie Anne partorì in prigionia il 26 dicembre 1756. L’estate seguente venne pagato un riscatto e i figli poterono riunirsi alla madre a Quebec. In totale passarono in cattività quattro anni, dal 1756 al 1760, in quanto vennero liberati dopo la battaglia di Quebec. Più tardi, due dei ragazzi sopravvissuti scrissero i “Racconti della prigionia”.
Dopo l’incursione, il governatore Lawrence tentò di proteggere l’area costruendo dei fortini sul fiume La Have, a Mahone Bay e presso l’attuale Blockhouse (Nuova Scozia).


“I prigionieri del raid di Lunenburg” di Donald MacKay

Nonostante la protezione di queste fortificazioni, le incursioni di Indiani e Acadiani continuarono, con otto attacchi dello stesso tipo nei seguenti tre anni. In queste incursioni furono uccise un totale di trentadue abitanti di Lunenburg, e un numero maggiore venne fatto prigioniero. Gli Inglesi riportarono che la maggior parte di queste incursioni erano opera dei Mi’kmaq e degli Acadiani di Cape Sable.

Spedizione su Louisburg – 1757

Il piano di John Campbell, Quarto Conte di Loudoun, comandante in capo e governatore della Virginia, per la campagna del 1757, venne sottoposto al governo di Londra nel settembre 1756, e in esso si mise a fuoco una singola spedizione che mirasse al cuore della Nuova Francia, cioè alla città di Quebec. Venne richiesta l’edificazione di postazioni puramente difensive lungo le frontiere con la Nuova Francia, incluso il conteso corridoio fiume Hudson – lago Champlain, tra Albany, New York e Montreal. Il piano di Loudoun dipendeva dal tempestivo arrivo della spedizione a Montreal, in modo che le truppe francesi non potessero avere modo di muoversi contro obiettivi sulla frontiera, e dovessero invece avere la necessità di difendere il cuore della provincia del Canada lungo il fiume San Lorenzo. Comunque, tumulti che si verificarono a Londra sull’andamento sia in Europa che in Nord America della Guerra dei Sette Anni, portarono ad un cambiamento nel governo, con l’assegnazione a William Pitt (il Vecchio) del controllo sugli affari militari. Di conseguenza Loudoun non ricevette alcun riscontro da Londra fino al marzo 1757. Prima che gli arrivasse una risposta, egli sviluppò piani per la spedizione su Quebec, e collaborò con i governatori provinciali delle Tredici Colonie per sviluppare iniziative per una difesa coordinata della frontiera, compresa l’assegnazione di quote di effettivi da arruolare nella Milizia per ciascuna Provincia.
Quando le istruzioni di William Pitt finalmente raggiunsero Loudoun, esse ordinavano che la spedizione avesse come primo obiettivo Louisburg, sulla costa atlantica dell’Ile Royale (oggi Cape Breton Island). Loudoun doveva comandare le forze di terra, mentre una squadra navale agli ordini di Francis Holburne avrebbe trasportato le truppe e fronteggiato ogni minaccia francese sul mare.


Veduta di Louisburg – dipinto di Lewis Parker

Presto i capi militari francesi ricevettero rapporti che riferivano gli Inglesi stavano preparando una spedizione, e capirono che da lì a poco Louisburg sarebbe stata l’obiettivo. Tra il gennaio e l’aprile 1757 da Brest e Tolone salparono truppe, alcune delle quali andarono a rinforzare la guarnigione stanziata a Louisburg. A Louisburg, Dubois de la Motte comandava una flotta di 9 navi da trasporto e 2 fregate, che fu raggiunta sia da quella di Joseph de Bauffremont, proveniente da Santo Domingo con 5 vascelli e una fregata, sia da 4 navi e 2 fregate provenienti da Tolone al comando di Joseph-François de Noble Du Revest.
L’ammiraglio Holburne era allarmato per l’arrivo dei rinforzi francesi, ma la spedizione non era ancora pronta, e salpò solo ai primi di agosto. Per la metà del mese la sua flotta si trovava al largo di Louisburg, ma Dubois de la Motte scelse di rimanere entro l’ambito del porto. Col passare dei giorni, il tempo peggiorò. Infine, il 24 settembre 1757, la flotta inglese venne dispersa da una burrasca, ma i Francesi non poterono inseguirla in quanto era scoppiata un’epidemia di tifo. Il 30 ottobre Dubois de la Motte sarebbe ritornato a Brest con tutti i suoi uomini ammalati.


Veduta di Louisburg – dipinto di Lewis Parker

Ci furono conseguenze significative nella guerra di frontiera a causa del ritardo delle istruzioni per Loudoun e del re-indirizzamento della spedizione su Louisburg anziché su Quebec: dato che Quebec non era il bersaglio immediato, la autorità della Nuova Francia poterono usare le forze che sarebbero state necessarie alla difesa della città per condurre operazioni contro Fort William Henry, che Loudoun aveva lasciato con difese minime per poter allestire la sua spedizione.

Assedio di Louisbourg – 1758

Il governo inglese aveva capito che, con la fortezza di Louisbourg sotto il controllo dei Francesi, non v’era modo che la Marina Inglese potesse risalire il San Lorenzo per portare un attacco alla finora inviolata Quebec. Dopo che una spedizione contro Louisbourg nel 1757 guidata da Lord Loudon era stata costretta al ritiro per la preponderanza dello schieramento navale francese, gli Inglesi, sotto il comando supremo di William Pitt, decisero di provare di nuovo con la guida di nuovi comandanti. Pitt assegnò il compito di catturare la fortezza al maggior generale Jeffrey Amherst, che aveva come vice comandanti CHarles Lawrence, James Wolfe e Edward Whitmore; il comando delle operazioni navali fu affidato all’ammiraglio Edward Boscawen.
Come già avvenuto nel 1757, i Francesi pianificarono la difesa di Louisbourg predisponendo un gran numero di navi da guerra. Comunque, la flotta francese salpata da Tolone fu bloccata a Cartagena dalle navi inglesi, ed un altro gruppo di navi inviate in soccorso fu sconfitto proprio nella “Battaglia di Cartagena”. Dopo di ciò, i Francesi abbandonarono il tentativo di rinforzare Louisbourg con forze provenienti dal Mediterraneo: questo significava che vi sarebbero state poche navi disponibili per opporsi attivamente agli Inglesi al largo di Louisbourg.
L’armata inglese si radunò ad Halifax, in Nuova Scozia, dove esercito e marina passsarono la maggior parte del mese di maggio a mettere insieme una flotta d’invasione veramente imponente. Il 29 maggio, dopo essersi radunata a Great Pontak, la flotta salpò da Halifax per Louisbourg. La flotta consisteva di 150 navi da trasporto e 40 da guerra. Trasportati in queste imbarcazioni c’erano quasi 14.000 soldati, quasi tutti regolari, con l’eccezione di quattro compagnie di rangers americani. L’armata era divisa in tre divisioni: Rossa, comandata da James Wolfe, Blu, comandata da Charles Lawrence e Bianca, comandata da Edward Whitmore. Il 2 giugno la flotta si ancorò nella Gabarus Bay, a circa 5 km da Louisbourg.

Il comandante francese (e governatore dell’Île Royale) Chevalier de Drucour aveva a sua disposizione circa 3500 soldati regolari nonché approssimativamente 3500 fanti di marina e marinai delle navi francesi ormeggiate in porto. In ogni caso, contrariamente all’anno precedente, la marina francese non era in grado di mettere insieme un numero significativo di navigli, tanto che la proporzione fra le navi francesi e la flotta inglese era di uno a cinque. Drucour ordinò che fossero preparate delle trincee da difendere con circa 2000 uomini di truppa, oltre ad altre difese costituite da una batteria di artiglieria posta a Kensington Cove.
Le condizioni meteorologiche nella prima settimana di giugno resero impossibile ogni tentativo di sbarco e gli Inglesi riuscirono solo ad effettuare un bombardamento da una fregata sulle difese allestite sulla spiaggia di Gabarus Bay. Ma le condizioni del tempo migliorarono, e al tramonto dell’8 giugno Amherst lanciò l’assalto usando una flottiglia di piccole imbarcazioni, organizzate in tre divisioni, ciascuna comandata da un generale di brigata. La difesa francese inizialmente ebbe successo e, dopo pesanti perdite, Wolfe ordinò la ritirata. All’ultimo momento, un battello carico di uomini della fanteria leggera trovò un’insenatura rocciosa al riparo dal fuoco francese e installò una testa di ponte. Wolfe re-indirizzò il resto della divisione nella postazione conquistata. Aggirati, i Francesi si ritirarono rapidamente nella loro fortezza. Le perduranti cattive condizioni del mare e le difficoltà di movimento degli armamenti su di un terreno acquitrinoso ritardarono l’inizio ufficiale dell’assedio.
Nel frattempo, Wolfe fu inviato con 1220 uomini scelti ad aggirare il porto per prendere Lighthouse Point, il faro che dominava l’entrata del porto. Era il 12 giugno.
Dopo undici giorni, il 19 giugno, le batterie inglesi erano in posizione e fu dato l’ordine di aprire il fuoco sui Francesi. L’artiglieria inglese consisteva di settanta fra cannoni e mortai di tutti i tipi. In poche ore, i tiri avevano distrutto le mura e danneggiato parecchi edifici.
L’assedio continuò per un mese. Il 21 luglio un colpo di mortaio sparato da una postazione inglese a Lighthouse Point colpì una nave francese da 74 cannoni, l’Entreprenant, che prese fuoco. L’Entreprenant esplose più tardi, privando i Francesi della nave più grande della flotta di Louisbourg.
Il colpo successivo al morale dei Francesi arrivò la sera del 23 luglio, alle 22. Un violento bombardamento inglese mandò a fuoco il “Bastione del Re”. Questo era il quartier generale della fortezza e il più grande edificio in Nord America nel 1758. La sua distruzione diede un grande colpo alla sicurezza dei Francesi, diminuì il morale delle loro truppe e spense la speranza di respingere l’assedio inglese. Approfittando di una fitta nebbia, che usò come copertura, l’ammiraglio Boscawen mandò una spedizione a distruggere le navi francesi nel porto. Gli incursori inglesi eliminarono le ultime due navi armate francesi, catturando la Bienfaisant e bruciando la Prudent, spianando così la strada all’entrata nel porto della Royal Navy. James Cook, che più tardi diventò famoso come esploratore, prese parte a questa operazione e la ricordò poi nel suo diario di bordo.


Gli Inglesi incendiano la Prudent e catturano la Bienfaisant

Il 26 luglio i Francesi si arresero. Avendo opposto una vigorosa difesa, essi si aspettavano che fossero loro riconosciuti gli “onori di guerra”, come era avvenuto nei confronti degli Inglesi arresisi dopo la battaglia di Minorca. In ogni caso, Amherst rifiutò, avendo ancora probabilmente fresco in mente il ricordo dei racconti delle atrocità compiute daglli alleati Indiani dei Francesi dopo la resa di Foert Oswego e Fort William Henry. Ai difensori di Louisbourg venne imposto di arrendersi consegnando tutte le armi, equipaggiamenti e bandiere. Queste azioni oltraggiarono Drucour ma, poiché la sicurezza degli abitanti non combattenti di Louisbourg dipendeva da lui, accettò con riluttanza i termini della resa. Il Reggimento Cambis rifiutò di onorare gli accordi della resa, distruggendo tutti i moschetti e bruciando le bandiere reggimentali piuttosto che consegnarle agli Inglesi vincitori.
Louisbourg aveva resistito abbastanza a lungo per prevenire un attacco contro Quebec entro il 1758. Comunque la caduta della fortezza condusse alla perdita per la Francia dei territori posti nel Canada atlantico. Da Louisbourg, l’esercito inglese impiegò il resto dell’anno a scacciare i Francesi e ad occuparne gli insediamenti in quello che è oggi il New Brunswick, l’Isola Principe Edoardo e Terranova. E cominciò la seconda ondata dell’espulsione degli Acadiani, con diverse apposite campagne: St. John River, Petitcodiac River, Île Saint-Jean e Golfo di San Lorenzo.
La caduta di Louisbourg privò Quebec e la Nuova Francia di ogni protezione navale, aprendo la via agli attacchi sul San Lorenzo.

Seconda deportazione acadiana 1758 – 1759

La prima ondata di deportazioni degli Acadiani era cominciata nel 1755, dopo la caduta di Fort Beausejour, con la Campagna della Baia di Fundy. Dopo la presa di Louisbourg sull’ Île Royal (l’attuale Cape Breton, Nuova Scozia) nel 1758, gli Inglesi cominciarono una nuova ondata di deportazioni. Moncton fu inviato alle Campagne di St. John River e Petitcodiac, il comandante Rollo fu incaricato della Campagna dell’Isola Saint-Jean, Wolfe venne mandato ad effettuare la Campagna del San Lorenzo.
Gli storici concordano nel riferire che queste operazioni furono più brutali e molto più devastanti di quelle effettuate nel 1755 con la Campagna della Baia di Fundy.

Campagna di Île Saint-Jean – autunno 1758

La campagna di Île Saint-Jean fu costituita da una serie di operazioni militari, nell’autunno 1758, volte a sgomberare gli Acadiani che vivevano nell’isola (che oggi si chiama Isola Principe Edoardo) o che vi avevano trovato rifugio dopo le deportazioni precedenti. Il comandante dell’Isola di Saint-Jean era Gabriel Russeau de Villejouin. Questi di tanto in tanto inviava guerrieri Mi’kmaq in Acadia a razziare e molestare gli Inglesi del luogo. Nell’estate del 1756, per esempio, Villejouin spedì una piccola spedizione di sette Mi’kmacq a Fort Edward, dove essi scalparono due Inglesi, portando al comandante i due scalpi e un prigioniero.
Il tenente colonnello Andrew Rollo aveva ricevuto ordini di condurre un’armata di 500 soldati inglesi per impossessarsi dell’isola di Saint-Jean, costrure Fort Amherst sul sito di Port-la-Joy (o Joye) e deportare gli Acadiani. Il 17 agosto Rollo approdò nel porto di Port-la-Joy con la nave da guerra Hind, quattro navi da trasporto e una goletta. Il comandante Villejouin si arrese immediatamente. Il 18 agosto gli uomini di Rollo portavano a Port-la-Joy parecchi prigionieri francesi e tre cannoni. Le operazioni di deportazione continuarono: il 14 ottobre arrivò a Port-la-Joy un goletta proveniente da Pointe-Prime, con a bordo Noel Doiron e altri 50 Acadiani. Il 20 ottobre Doiron e la sua famiglia si imbarcarono sullo sfortunato vascello Duke William. Delle tremila persone deportate, circa 600 erano già state imbarcate prima dall’ Île Royale e quindi mandate attraverso l’Atlantico con la nave Mary. Il 4 novembre, 12 navi da trasporto lasciarono Port-la-Joy. Una fece naufragio nello stretto di Canso (fra Île Royale-Cape Breton e Acadia-Nuova Scozia), una nelle Azzorre e due affondarono a Land’s End (Cornovaglia). Otto navi arrivarono in Francia, ma circa 1500 acadiani erano morti nel frattempo per malattie o annegamento.

Tutti gli abitanti del villaggio più grande, Havre Saint-Pierre, furono deportati. Si ebbero deportazioni di Acadiani da Bedec, La traverse, Riviere de Blonds e Riviere au Crapeau, come dalla parte orientale dell’isola, l’attuale Kings County.
Mentre la maggior parte degli Acadiani si erano arresi con Villejouin, circa 1250 di loro non lo fecero. Si trattava del 30% del totale degli abitanti dell’isola. Molti di questi abbandonarono Île Saint-Jean, allestendo a Malpec quattro golette per il loro viaggio, delle quali una armata con sei cannoni. Grazie alla distanza di Malpec da Port-la-Joye, si trovavano fuori dalla portata delle perlustrazioni inglesi. Gli Acadiani riuscirono ad abbandonare l’isola e a raggiungere l’accampamento-rifugio del comandante militare francese Charles Deschamps de Boishebért et de Raffetot, conosciuto come “Campo della Speranza”, situato a Beaubears Island, nell’Acadia continentale (ora New Brunswick). Un campo per rifugiati esisteva anche a Petit-Rochelle, sul fiume Restigouche, ed era diretto da Jean-François Bourdon de Dombourg; anche questo venne raggiunto dagli Acadiani di Île Saint-Jean. Anche i Mi’kmaq offrirono aiuto agli Acadiani in fuga.


Comunità acadiane prima della deportazione

Tutte le famiglie delle comunità di Malpec, Tracadie ed Etang des Berges sembra fossero scampate alla deportazione, come un certo numero di nuclei stanziati sulla costa di nord est, che pare avessero raggiunto Ristigouche. A metà anno 1759 rimanevano sull’isola circa 150 Acadiani. Benché le altre campagne militari condotte contro gli Acadiani nel corso della guerra includessero sempre l’incendio dei villaggi, questo non avvenne nel caso dell’Île Saint-Jean. Rollo aveva ricevuto istruzioni di salvaguardare le case per i coloni di origine britannica che avessero voluto stabilirvisi più tardi.

Campagna di Petitcodiac – novembre 1758

Il Petitcodiac è situato tra due fiumi più piccoli, il Shepody, proveniente dalla Shepody Bay,e il Memramcook (il bacino dei tre corsi d’acqua fu chiamato “Trois-Rivières” dai suoi abitanti. Dopo la campagna di espulsione del 1755, gli Acadiani ritornarono a questi villaggi, e anzi arrivarono anche ondate di profughi in seguito alle deportazioni da Nuova Scozia, isola St. Jean (Prince Edward) e Île Royale (Cape Breton).
Il 10 settembre 1757, il capitano John Knox del 43° Reggimento ricevette l’ordine di radunare un’armata di 800 uomini fra Regolari e Rangers e marciare contro Chipoudy, che si riteneva fosse il punto di partenza per le incursioni di Acadiani e Mi’kmaq contro Chignecto. Quasi sei mesi più tardi, il 28 marzo 1758, i Rangers di Gorham attaccarono Chimoudy e trovarono solo donne e bambini; gli uomini invece si erano diretti su Fort Cumberland, dove attaccarono una goletta. I Rangers rimasero stupiti di come la comunità avesse ricostruito in fretta le case dopo il raid precedente.
Nel giugno 1758 il tenente Meech della Compagnia dei Rangers di Benoni Danks avanzò con 55 uomini lungo il fiume Petitcodiac, sospettando che da lì partissero le incursioni di Acadiani e Mi’kmaq. Giunsero a contatto con un gruppo di 40 Acadiani ma non riuscirono a raggiungerli. Allora lo stesso Danks si mise in caccia degli Acadiani alla testa dei suoi uomini, ed il 1 luglio tese un’imboscata a circa trenta nemici, che erano condotti da Joseph Broussard (Beausoleil). Molti caddero nel fiume, tre furono uccisi e scalpati, ed altri vennero catturati. Lo stesso Broussard rimase seriamente ferito. Danks riferì che gli scalpi erano dei Mi’kmaq e ricevette la relativa taglia dalle autorità inglesi.


Rangers, truppe regolari e scouts indiani in marcia di avvicinamento al nemico

Il 12 novembre 1758, i Rangers di Danks risalirono il fiume e tornarono il giorno dopo con dei prigionieri: quattro uomini e dodici fra donne e bambini. I prigionieri furono costretti a rivelare a Danks il luogo dove sorgeva l’abitazione di Broussard (al giorno d’oggi Boundary Creek), e la compagnia di Rangers non perse tempo nel risalire il Petitcodiac per assalirla. Quando i Rangers arrivarono sul posto, la casa era vuota; quindi uccisero tutto il bestiame e incendiarono i campi e il villaggio, e ritornarono al fiume. Per due notti il capitano Silvanus Cobb continuò a condurre i Rangers su e giù per il fiume allo scopo di distruggere case e campi coltivati. Il 14 novermbre, alle prime luci del mattino, la resistenza acadiana si fece viva: due dei Rangers di Danks furono dati per dispersi, probabilmente uccisi. Ma gli Acadiani furono sovrastati quando ai Rangers arrivarono i rinforzi, costituiti da un plotone inviato da Danks. Questi presero in ostaggio una dozzina di donne e bambini. Joseph Gorham riferì di aver incendiato più di cento abitazioni, Danks riportò da parte sua di averne distrutto almeno ventitré.
Quindi i Rangers tornarono con i prigionieri a Fort Frederick, alla foce del St. John.
I profughi acadiani della campagna del Petitcodiac si raccolsero nella regione del fiume Penobscot.

La campagna del Golfo di San Lorenzo – autunno 1758

Raid contro la baia di Gaspé – settembre 1758

Con la Campagna del Golfo di San Lorenzo, nota anche come Spedizione su Gaspé, gli Inglesi miravano a rimuovere tutti gli ostacoli che in quella zona potevano impedire o ritardare le operazioni di preparazione all’assedio di Quebec, che si sarebbe verificato nel 1759. Inoltre era necessario tagliare i vitali rifornimenti di pesce provenienti da Gaspé e Miramichi e diretti verso la capitale. Le truppe inglesi razziarono i villaggi dell’attuale New Brunswick, cioè l’Acadia continentale, e la costa della penisola di Gaspé, sul golfo di San Lorenzo. Sir Charles Hardy era al comando della squadra navale, mentre il brigadiere generale James Wolfe comandava le truppe di terra.
Dopo la presa di Louisbourg, Wolfe e Hardy condussero un’armata di 1500 uomini di truppa su nove vascelli nella baia di Gaspé, giungendovi il 5 settembre. Da qui essi spedirono truppe a Miramichi, Grande-Rivière e Mont-Louis. Nelle settimane seguenti, Sir Charles Hardy catturò quattro golette, distrusse circa 200 battelli da pesca e catturò 200 prigionieri.
Quando James Wolfe giunse alla Baia di Gaspé, a bordo della Royal William, gli abitanti della cittadina si erano ridotti a 60, da 300 che erano all’inizio della guerra; il “signore” della città era Pierre Revol. Hardy prese possesso della località, e gli abitanti fuggirono nei boschi.


La Baia di Gaspé nel 1758 –disegno di Peter Mazell

Il rapporto sintetico dell’incursione registra che furono distrutte 15 abitazioni, una segheria e un sito per la forgia dei metalli. Dei 60 coloni, 37 furono caricati sulle navi da trasporto inglesi e riportati in Francia (molti di loro erano originari di St. Malo), mentre sei fuggirono. Dei rimanenti non si conobbe mai la sorte.

Raid contro la baia di Miramichi

Il 15 settembre, inviato alla Baia di Gaspé da Wolfe, il comandante James Murray giunse nella baia di Miramichi, sotto la scorta della nave da guerra Giunone, con 800 uomini di truppa. Dapprima venne portato un attacco nella Bay du Vin, ove sorgeva un villaggio con 40 rifugiati Acadiani che avevano laciato la Nuova Scozia, comandati da Padre Bonaventure. Quindi i vascelli di Murray si dispiegarono nella baia di Miramichi davanti al villaggio che attualmente si chiama Burnt Church, che contava all’incirca trenta famiglie, ma fecero l’errore di tentare di entrare nella baia con la bassa marea, per cui dovettero attendere condizioni di mare più favorevoli. Questo ritardo diede agli Acadiani il tempo di abbandonare il sito. Le truppe di Murray distrussero le loro provviste, il bestiame, le case e incendiarono la chiesa in pietra, da cui il nome attale del villaggio.
Le truppe di Murray non riuscirono a risalire sul fiume le dieci leghe che le separavano dal campo per rifugiati di Boishebert, il “Campo della Speranza” a Beaubears Island, in quanto le loro imbarcazioni erano troppo grandi per la navigazione sul fiume. Murray tornò a Louisbourg il 24 settembre 1758.

Raid contro Grande-Rivière

Il 13 settembre il capitano Paulus Irving giunse con alcune piccole imbarcazioni cariche di armati, scortate dalla Kennington, a Grande-Rivière, un villaggio di circa 60 case con 80 battelli da pesca sotto la signoria del luogo era affidata a de Bellefeuille. All’arrivo del capitano Irving, però, i Gaspesiani erano già fuggiti. Gli Inglesi incendiarono le case e i battelli da pesca, e presero prigionieri un uomo e la sua famiglia, più cinque altre persone. Tre leghe ad ovest di Grande-Rivière sorgeva il borgo di pescatori di Pabos (ora Chandler). Quando arrivò Irving, i residenti erano già fuggiti nei boschi, per cui Irving incendiò le 27 case e altre 17 costruzioni, nonché 15 battelli, lasciando i residenti privi di ogni cosa. Il raid fu completato con l’attacco a Bay de Sauvage (6 case e 16 battelli incendiati) e Isle Bonaventure (6 case e 7 imbarcazioni incendiate).

Raid contro Mont-Louis

Il 14 settembre, Wolfe inviò il maggiore John Dalling, verso Mont-Louis, che venne raggiunta il 23 settembre dopo una marcia di 130 miglia risalendo le rive del San Lorenzo. Lungo la strada vennero presi quattro prigionieri. Quando le truppe inglesi entrarono nel villaggio, incendiarono 16 edifici e 5 battelli da pesca, oltre a catturare il signore della città, Michel Mahiet, sua moglie, con 22 uomini, 4 donne e 14 bambini.


Un’immagine dei campi coltivati d’Acadia, prima delle deportazioni

Gli Acadiani riuscivano sempre a trovare rifugio nella Baia di Chaleurs e sul fiume Restigouche.

CAMPAGNA DEL FIUME ST. JOHN 1758 – 1759

Gli Acadiani avevano vissuto nella valle del fiume St. John a cominciare dall’inizio del XVII° secolo, e altri si erano aggiunti dopo la migrazione dalla Nuova Scozia in seguito all’occupazione inglese.
Nell’autunno 1758 il colonnello Robert Monckton venne inviato a distruggere gli insediamenti Acadiani lungo le rive del fiume Saint John e fino al più grande villaggio di Sainte-Anne des Pays-Bas (oggi Frederictown, nel New Brunswick).
Nel periodo dell’espulsione, la valle del fiume St. John divenne il centro della Confederazione Acadiana e Wabanaki di resistenza alle truppe inglesi nella regione. Il capo della rivolta anti inglese era l’ufficiale della Milizia francese Charles Deschamps de Boishébert et de Raffetot. Dalla sua base di Sainte-Anne des Pays-Bas emanava ordini per varie incursioni, come lo scontro di Petitcodiac (1755) e il raid su Lunenburg (1756), e si occupava anche di trovare rifugi lungo il fiume St. John per gli Acadiani in fuga.
Il 13 settembre 1758 Monckton, con un’armata di 1150 uomini fra truppe regolari e Rangers lasciò Halifax e arrivò alla foce del fiume St. John una settimana dopo. Nel sito dove sorgeva Fort Menagoueche, distrutto dagli Inglesi nel 1755 subito dopo la distruzione di Fort Beauséjour, quando arrivarono gli Inglesi, alcuni componenti della Milizia fecero fuoco contro di loro e fuggirono con dei battelli risalendo la corrente. La corvetta Providence, nel tentativo di inseguire gli Acadiani, naufragò nel risalire le rapide delle “Reversing Falls”.
Monckton stabilì una nuova base operativa ricostruendo Fort Menagoueche, che venne rinominato Fort Frederick. La costruzione di questo forte permise agli Inglesi di tagliare fuori virtualmente le comunicazioni e i vettovagliamenti con i villaggi del fiume St. John. Monckton aveva con sé tre Compagnie dei Rangers del New England, comandate rispettivamente da Joseph Goreham, Benoni Danks e George Scott. Quando le truppe comandate da Monckton apparvero alla vista, Boishébert si ritirò, lasciando così senza protezione gli insediamenti di Grimrose (Grimmross), Jemseg e Sainte-Anne des Pays-Bas. Agli Acadiani lo stesso Boishébert consigliò di indirizzarsi verso Quebec.
Il primo ottobre Monckton salpò da Fort Frederick, imbarcando sui battelli soldati regolari e Rangers per risalire le Reversing Falls. Due giorni dopo gli Inglesi giunsero al villaggio di Grimrose, i cui abitanti – 50 famiglie che erano là emigrate nel 1755 – furono costretti ad abbandonare le loro case. Le truppe di Monckton incendiarono ogni edificio, diedero fuoco ai campi e uccisero tutto il bestiame.


La distruzione della città di Grimrose – disegno di Thomas Davies

Due giorni dopo Monckton arrivò al villaggio di Jemseg, e lo rase al suolo, senza proseguire per Sainte-Anne des Pays-Bas (oggi Frederickton) a causa dell’incombente stagione invernale. Quindi, temendo di rimanere intrappolato nel fiume ghiacciato, girò intorno a Maugerville e tornò a Fort Frederick. Poi salpò per Halifax portando trenta famiglie acadiane come prigioniere.
Quasi tre mesi dopo, nel febbraio 1759, Monckton inviò il capitano John McCurdy e i suoi Rangers, dotati di racchette da neve, in una spedizione contro Sainte-Anne. Il capitano McCurdy morì in un incidente lungo il percorso, e venne rimpiazzato dal tenente Moses Hazen. Quando gli Acadiani capirono che gli Inglesi stavano continuando la loro avanzata, si ritirarono al villaggio dei Maliseet, ad Aukpaque in cerca di protezione.
Il 18 febbraio 1759, il tenente Hazen con circa 15 uomini giunse a Sainte-Anne des Pays-Bas. Essi saccheggiarono e incendiarono il villaggio di 147 costruzioni, incluse fienili, e tutti i granai e le stalle. Incendiarono anche un grande magazzino, e con quello una grande quantità di fieno, grano, legumi, avena, uccidendo 212 cavalli, un gran numero di maiali, e così via. Infine diedero fuoco alla chiesa. I Rangers scalparono anche sei Acadiani e ne presero altri sei prigionieri. Dell’episodio esiste una cronaca scritta da uno degli Acadiani sopravvissuti, Joseph Godin-Bellefontaine, in cui egli afferma che i Rangers lo legarono e quindi massacrarono la sua famiglia davanti a lui. Questi racconti sono supportati anche da altre fonti. Come i regolari francesi istigavano i Nativi a prendere scalpi inglesi, così gli Inglesi incitavano i Rangers a prendere scalpi dei Nativi. L’aver preso scalpi di Acadiani in questa occasione fu un caso unico nella storia del New Brunswick e Nuova Scozia. Gli abitanti del New England avevano preso scalpi di Indiani per generazioni, ma diversamente dai Francesi di Île Royal, erano refrattari ad autorizzare la raccolta di scalpi da individui discendenti da famiglie europee.


La zona del St. John River

Il 18 maggio 1759 un gruppo di soldati si allontanò da Fort Frederick per andare a pescare. Furono attaccati da un gruppo di Nativi e fuggirono verso le mura del forte in cerca di protezione. Uno dei soldati non fuggì e venne brutalmente massacrato. Di nuovo, il 15 giugno, un altro gruppo di soldati stava pescando sul fiume, e subì un’imboscata da una banda formata da Nativi e Acadiani. I soldati sparavano da una scialuppa mentre altri aprirono il fuoco dal forte con i cannoni. Uno dei soldati fu ucciso e scalpato, mentre un altro venne gravemente ferito. Gli Inglesi inseguirono il nemico, ma non riuscirono a raggiungerlo. Questi episodi convinsero il comando di Fort frederick che il villaggio di Sainte-Anne non fosse stato completamente distrutto, ed inviarono almeno tre altre spedizioni su per il fiume St. John tra il luglio e il settembre 1759. Lungo il percorso i soldati catturarono alcuni Acadiani, ne incendiarono le case e i raccolti, e ne macellarono il bestiame. La spedizione del mese di settembre coinvolse più di 90 uomini. Sul fiume Oromocto, un affluente del St. John, incontrarono una furiosa resistenza degli Acadiani, che causò la morte di almeno sette Rangers.
Poiché la campagna degli Inglesi aveva distrutto i loro mezzi di sopravvivenza, i pochi Acadiani ancora residenti nella zona ebbero a soffrire la fame. Il governatore del Canada Vaudreuil riferì di 1600 acadiani immigrati in Quebec nel 1759. Nel corso dello stesso inverno, anche Quebec patì sofferenze a causa di un’epidemia di vaiolo, che uccise oltre 300 rifugiati Acadiani. Alcuni ritornarono a St. John, solo per essere imprigionati ad Halifax. Nella primavera del 1759, invece, ventinove profughi dal St. John proseguirono lungo il San Lorenzo per raggiungere la zona di Bécancour, dove riuscirono a stabilire una comunità.