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La battaglia di Fort Oswego

A cura di Pietro Costantini

La guerra franco-indiana. Speciale a puntate: 1) Venti di guerra: Fort Necessity 2) La battaglia di Monongahela 3) La battaglia di Lake George 4) La battaglia di Sideling Hill 5) La battaglia di Fort Oswego 6) La conquista di Fort William Henry 7) Le due battaglie delle “Snowshoes” 8) La guerra in Acadia e le deportazioni 9) La spedizione di Forbes 10) Le due battaglie di Fort Carillon 11) La battaglia di Fort Niagara 12) La presa di Quebec 13) Il raid contro St Francis 14) La battaglia di Sainte-Foy 15) La caduta di Montreal e la pace di Parigi

Ricostruzione di azione indiana a Oswego
Nell’aprile-maggio 1756 continuarono le incursioni franco-indiane contro villaggi e installazioni inglesi. In particolare il 18 aprile a Great Cacapon, attuale West Virginia, in un agguato vennero massacrati circa una quarantina di miliziani coloniali inglesi, mentre più a nord, in Nuova Scozia, si verificarono continue incursioni di Acadiani (Francesi dell’Acadia, cioè gli attuali Nuova Scozia, New Brunswick e isole adiacenti) assieme agli alleati indiani Mi’kmaq e Maaliset, culminate nel terribile raid di Lunenburg dell’8 maggio 1756.
La battaglia di Fort Oswego fa parte di una di una serie di vittorie riportate dai Francesi all’inizio della Guerra dei Sette Anni, nonostante l’inferiorità della Nuova Francia rispetto alle truppe più numerose e meglio equipaggiate della Gran Bretagna. Il 10 agosto del 1756 una forza composta di regolari, Milizia canadese e Indiani, al comando del Marchese di Montcalm, catturò e occupò Fort Oswego, oggi nei pressi della città di Oswego, stato di New York, vicino Syracuse.
Nella lotta che si era sviluppata tra le due potenze europee per il controllo delle terre dell’Ohio, dalla frontiera della colonia francese del Canada alla Provincia inglese di New York (un territorio allora largamente sotto controllo della Confederazione Irochese), i piani dei Britannici per il 1755 comprendevano una spedizione per la conquista di Fort Niagara, all’estremità occidentale del lago Ontario. Il percorso stabilito per questa spedizione seguiva il fiume Oswego fino al lago, attestando la base per le operazioni di attacco allo sbocco del fiume nel lago. Sotto la direzione di William Shirley, Governatore della Provincia del Massachusetts, fu rinforzato il piccolo forte Oswego, e vennero edificate altre due fortificazioni, Fort George e Fort Ontario, nel 1755. La prevista spedizione su Fort Niagara non ebbe mai luogo a causa di difficoltà logistiche, e le fortificazioni attorno ad Oswego vennero rinforzate con nuove truppe nell’inverno 1755-56. Nel 1755 i Francesi avevano la sola grande forza navale sul lago Ontario, e si muovevano liberamente su quelle acque, tra Fort Niagara, ad ovest, e Fort Frontenac, alla foce del fiume San Lorenzo.
Nel vittorioso attacco a Fort Bull del marzo 1756, i Francesi distrussero molte delle provviste destinate alla guarnigione di Fort Oswego, contribuendo grandemente al fallimento dei piani di Shirley di tentare un attacco a Fort Niagara nel 1756.

Quando, nel tardo mese di luglio, Loudoun arrivò ad Albany, annullò immediatamente il piano di Shirley per una spedizione che sarebbe dovuta partire da Oswego.
Il complesso delle difese di Oswego consisteva di tre fortezze separate. Sul lato orientale del fiume Oswego sorgeva Fort Ontario, una fortificazione di tronchi costruita nel 1755, ubicata sulla riva della foce del fiume. Era presidiata da 370 uomini del Reggimento Pepperell, ed era in luogo ben difeso. Fort Oswego si trovava sulla riva occidentale del fiume, aveva una struttura centrale in pietra e argilla circondata da terrapieni a sud e ovest, ma completamente esposta verso Fort Ontario, al di là del fiume. Il Fort George, costruito di recente, consisteva di un’incompleta palizzata in legno, mancante perfino delle feritoie attraverso le quali i difensori potessero sparare. Era occupato da 150 uomini della Milizia del New Jersey. Gli ultimi due forti non avevano molti ripari per le guarnigioni, e c’erano solo pochi cannoni per l’intero complesso difensivo. Numerosi componenti dei due reggimenti del Massachusetts, che erano sotto il comando del colonnello James Mercer del reggimento Pepperell, avevano svernato lì, soffrendo patimenti per la scarsità degli approvvigionamenti, specialmente di cibo. Molti uomini morirono durante l’inverno per malattie come lo scorbuto, e vi erano state aspre discussioni sulla necessità di abbandonare la posizione per andare alla ricerca di provviste. Mentre la guarnigione nominalmente raggiungeva i 2000 uomini, meno di 1200 erano in grado di essere utili.


Fort Oswego in una stampa londinese dell’epoca

Il 29 luglio del 1756 Montcalm arrivò a Fort Frontenac con l’intenzione di portare l’attacco a Fort Oswego. Egli aveva tuttavia alcune perplessità sulla capacità delle sue truppe irregolari di sostenere un assedio prolungato a questo avamposto. Nonostante tali dubbi l’attacco venne pianificato e lanciato. L’esercito di Montcalm, forte di tremila uomini, una metà dei quali irregolari della Milizia coloniale e circa duecentocinquanta alleati indiani, marciò di notte per approfittare dell’effetto sorpresa ed arrivò alla mezzanotte del 10 agosto alla foce del fiume Oswego. Immediatamente il generale diede ordine di piazzare l’artiglieria.
Montcalm fece venire l’ingegnere che aveva al suo seguito per esaminare le difese inglesi, ma uno degli Indiani, bramoso di scalpi, in distanza lo scambiò per un soldato inglese, e gli sparò causandone la morte. Montcalm chiese allora a Pierre Pouchot di continuare il lavoro di studio su come assediare le postazioni nemiche.
Nella notte fra l’11 e il 12 agosto i Francesi scavarono trincee per l’assedio, cominciando da Fort Ontario. I difensori del forte scambiarono colpi d’arma da fuoco e di cannone con i coloni francesi e gli Indiani fino alla sera del 13. A quel punto, pare per ordine di Mercer, abbandonarono il forte anche prima che le trincee francesi fossero completate.
Montcalm capitalizzò immediatamente questo successo, occupando il forte e cominciando l’installazione di batterie sul lato ovest, da dove avrebbero potuto raggiungere Fort Oswego, esposto ad est. Lavorando alacremente, alla mattina del 14 agosto i Francesi avevano nove cannoni operativi. Quando essi aprirono il fuoco contro le murate in pietra di Fort Oswego, queste si sgretolarono sotto il bombardamento. La guarnigione, i cui cannoni erano tutti puntati verso il fiume, li ruotò immediatamente, rispondendo con una certa efficacia al fuoco francese.
Intanto gli Indiani di Montcalm conducevano azioni di guerriglia alle spalle del forte assediato e sulla riva ovest del fiume, al fine di impedire che i difensori potessero chiedere rinforzi.


Ricostruzione dell’attacco francese a Fort Oswego

Comunque, Montcalm aveva ordinato a Rigaud di condurre alcuni uomini attraverso il fiume fin sotto le fortificazioni, e questi armati, che compirono il tragitto in condizioni piuttosto difficili, ma senza essere contrastati, apparvero sull’orlo del terrapieno all’esterno di Fort Oswego quasi nello stesso momento in cui in colonnello Mercer venne colpito e ucciso da una granata francese. Dopo un breve conciliabolo, il colonnello John Littlehales, che aveva assunto il comando, fece issare la bandiera bianca.
I Francesi fecero prigionieri circa millesettecento fra uomini, donne e bambini, catturarono oltre cento cannoni ed enormi quantità di munizioni, sei vascelli armati e molte barche pronte per essere utilizzate contro Fort Niagara e Fort Frontenac. Quando la Milizia canadese e gli Indiani penetrarono nel forte, si diedero al saccheggio, aprendo i barilotti di rum e ingollandone il contenuto. In mezzo alla confusione alcuni Inglesi tentarono di scappare, ma vennero uccisi a colpi di tomahawk da Indiani o Francesi ubriachi. Il colonnello Littlehales fu catturato da un gruppo di Abenaki e malamente percosso perché “era un codardo e aveva finto di essere malato”. Il generale Montcalm, scioccato dal comportamento dei suoi, riuscì infine a prevenire ulteriori uccisioni, e ordinò la distruzione di tutte le provviste che i Francesi non erano riusciti a prendere, come i battelli in costruzione. I forti inglesi vennero poi dati alle fiamme, dopo di che l’intera compagnia, compresi i prigionieri, si avviò verso Montreal.
Il 12 agosto finalmente Loudoun mandò verso Oswego rinforzi dal 44° Reggimento di Fanteria e i “battoemen” di Bradstreet. Quando queste truppe raggiunsero l’”Oneida Carry” appresero che Oswego era caduto; si ritirarono allora a German Flatts, dove per ordine di Loudoun si attestarono al fine di prevenire ulteriori avanzate dei Francesi. Nei mesi seguenti Loudoun fece notevoli sforzi per difendersi dall’accusa, portata da William Shirley, di aver perso il forte. Un’inchiesta lo scagionò da ogni accusa formale, tuttavia vennero alla luce numerose irregolarità. Gli appoggi politici a Londra di Shirley gli impedirono ulteriori avanzamenti nella carriera militare.
La caduta di Fort Oswego ebbe come conseguenza l’interruzione della navigazione anglo-americana sul lago Ontario e eliminò la minaccia britannica su Fort Frontenac. La battaglia dimostrò inoltre come le tradizionali tattiche di assedio europee erano valide anche nel Nord America quando le condizioni e il terreno lo permettevano.