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Il trasporto del bestiame

A cura di Sergio Mura

Il trasporto del bestiame, intorno al quale è ruotata una parte dell’epopea del vecchio west, è stato un vero perno dell’economia dei giovani Stati Uniti, specialmente a cavallo di una ventina d’anni, tra il 1866 ed il 1886, anni in cui perlomeno 20 milioni di capi di bestiame furono trasferiti dal Texas verso il capolinea nel Kansas per essere poi avviati verso i recinti di Chicago e altri mercati a Est. La necessità costante punti di ristoro per i cow-boys, di erba per i cavalli e per il bestiame, unita alle lunghe distanze percorse, favorirono facilmente la nascita impetuosa delle cosiddette cow-towns, le città del bestiame, attraverso una buona parte del west.
L’uso che è stato fatto nel cinema di episodi legati al trasporto del bestiame, hanno indotto a fama imperitura i cow-boys e tutto il mondo che intorno a loro ruotava.
Il trasporto del bestiame non ha chiaramente origine nelle attività dei cow-boys americani, ma nasce nella vecchia Europa quando gli ungheresi trasportavano annualmente il loro bestiame verso i mercati della carne degli stati più occidentali utilizzando il Danubio.
Nel XVI secolo furono gli svizzeri a distinguersi per il trasporto del bestiame attraverso il Passo del Gottardo verso i mercati di Lugano e Bellinzona e persino della Lombardia e di altre zone dell’Italia settentrionale.
I trasporti si conclusero intorno al 1700, quando il settore lattiero-caseario dimostrò di essere più profittevole.

Ritornando sul suolo americano, dobbiamo sottolineare che trasporti di bestiame su piste lunghissime e difficoltose erano una cosa abbastanza comune in Messico, California e in Texas. E per bestiame, almeno in questo caso, non intendiamo fare esclusivo riferimento ai bovini, ma anche ad immense mandrie di cavalli.
Fin dal 1540 gli spagnoli avevano avviato nel Nuovo Mondo numerosi ranch per l’allevamento del bestiame che dal Messico veniva poi trasferito a nord.
Durante la maggior parte dei secoli XIX e persino XX, una fitta serie di piccoli insediamenti di spagnoli in Texas ricavava la gran parte del loro reddito dal trasporto di cavalli e bovini verso i mercati della Louisiana, anche se quel commercio era di solito assolutamente illegale.
Trasporti di bestiame lungo distanze veramente imponenti hanno avuto luogo anche negli Stati Uniti, ma più di rado. Relativamente alle lunghe distanze, ci piace ricordare che persino i maiali viaggiavano! Anche quella tipologia di allevamento era abbastanza redditizia. Nel 1815, Timothy Flint raccontò il suo incontro con “…un branco di oltre 1.000 tra bovini e suini” in viaggio dal centro dell’Ohio a Philadelphia. Le soste, anche quando venivano effettuate in aree abitate, erano sempre tranquille e il viaggio si compiva talvolta parzialmente a piedi.
I lunghi viaggi con il bestiame dovevano fare i conti principalmente con alcune variabili strettamente connesse l’un l’altra. Una era la velocità di spostamento e l’altra era il peso dei manzi. Infatti, se è vero che una mandria si poteva far viaggiare a circa 25 miglia al giorno (40 Km), è altrettanto vero che a quella velocità il bestiame avrebbe perso gran parte del suo peso, riducendo e di molto i possibili guadagni della vendita finale. Perciò, in presenza di erba per far rifocillare i capi, una mandria veniva spinta in avanti per circa 15 miglia al giorno, ossia circa 24 Km.

A quei ritmi, un classico trasferimento di bestiame poteva durare fino a due mesi prima che dal ranch di partenza venisse raggiunto un capolinea ferroviario su cui imbarcare i manzi. La Chisholm trail, per esempio, era una pista lunga circa 1.000 miglia (1.600 Km)!
In media una mandria di quelle che si spostavano sui lunghi percorsi, come quello tra il Texas e il Kansas, era composta di circa 3.000 capi di bestiame che venivano accuditi da almeno una decina di cow-boys; ognuno di questi necessitava di tre cavalli.
Ai cow-boy spettava vigilare sulla mandria durante l’intero arco del giorno, dividendosi in turni, in moda da guidare le bestie lungo la pista di giorno e controllarle e rasserenarle durante la notte affinché non scappassero in tutte le direzioni per un qualunque rumore molesto. Naturalmente, la vigilanza era dovuta anche per evitare che i ladri si facessero troppo coraggiosi…
Dell’equipaggio faceva parte la caratteristica ed immancabile figura del cuoco che si occupava di condurre e… utilizzare il carro-cucina. Questo speciale carro era trainato di solito da muli, ma ad esso venivano sovente agganciati anche i cavalli di ricambio dei cow-boys. Il cuoco era una figura assai rispettata da tutto l’equipaggio e non solo perché cucinava per tutti, ma anche perché spesso era l’unico capace di piccoli e grandi interventi medici, frutto più di esperienza che di studi.
I cow-boys erano generalmente persone molto semplici, provenienti da classi sociali molto umili.
I texani trasformarono rapidamente il trasporto del bestiame in un mestiere come tanti altri, iniziando fin dal 1836 a trasferire manzi lungo la “Beef Trail” (Pista del Manzo) che portava a New Orleans. A quel tempo il Texas era ancora parte integrante del Messico.
Già a partire dal 1840 i mercati in cui i texani piazzavano i loro manzi erano cresciuti fino a toccare il Missouri e le cittadine di Sedalia, Baxter Springs, Springfield e St. Louis erano diventate centri importantissimi di smercio.

Durante gli anni ’50 l’emigrazione di massa e il perfezionamento dei sistemi di trasporto causarono un notevole incremento della domanda di carne.
Nel 1858, l’allevamento di proprietà di certi Russell, Majors e Waddell vendette circa 40.000 buoi. Mandrie intere di “longhorns” furono condotte al macello di Chicago e almeno in un caso una mandria raggiunse persino New York!
Il boom dell’oro in California, nel 1850, fece aumentare a dismisura la richiesta di carni bovine per nutrire le migliaia di cercatori d’oro che passavano la loro giornata con il piccone ed il setaccio tra le mani. Per fortuna quelle stesse persone erano in genere in condizioni di pagare la carne che arrivava da alcuni allevamenti locali, ma sopratutto dal Messico. In verità, una parte arrivava anche da allevamenti veramente distanti…
Tanto per capirci, nel mercato delle carni entrarono persino alcuni allevatori australiani alquanto intraprendenti che avevano organizzato un sistema di trasporti e di congelamento delle bistecche assai innovativi per quel tempo e che in qualche modo riuscivano a raggiungere il porto di San Francisco, numerose località interne e persino la Gran Bretagna!
Nel 1853 un aristocratico italiano aristocratico, Leonetto Cipriani, organizzò e condusse in porto un grande trasporto di bestiame da St. Louis a San Francisco, lungo il sentiero della California, realizzando enormi profitti che portò con sé al suo ritorno a casa.
Durante la guerra civile americana, prima che le truppe dell’Unione prendessero possesso del fiume Mississippi nel 1863 i texani riuscirono a condurre in porto un grosso trasporto di manzi per conto dell’esercito confederato.

Nel mese di ottobre 1862, invece, il trasporto non andò bene… Una pattuglia navale dell’Unione, in servizio sul fiume Mississippi intercettò un gruppo di cow-boys alla guida di 1.500 capi di razza Longhorn destinati ai militari confederati di stanza nella Louisiana. La perdita permanente delle vie di comunicazione lungo le quali viaggiava il bestiame fu, dopo il 1863, un duro colpo per l’esercito confederato.
Da segnalare, nel 1865, alla fine della guerra civile, è che un certo Philip Armour Danforth inaugurò un impianto di confezionamento di carne a Chicago. Era una grande novità! L’azienda venne chiamata “Armour and Company” e si arricchì notevolmente intuendo in largo anticipo che quel particolare segmento di mercato – l’imballaggio delle carni – avrebbe avuto un’enorme espansione. Con esso, ci fu un incremento davvero notevole della richiesta di carne bovina. Nel 1866 il bestiame poteva essere venduto ai mercati del nord al costo di circa $ 40 per ogni capo, rendendo potenzialmente redditizio il trasporto del bestiame, in particolare dal Texas, su lunghe e lunghissime distanze.
Lo Shawnee Trail, noto anche come il sentiero del Texas, ha svolto un ruolo significativo nel Texas già a partire dal 1840. Ma nel 1853 successe un fattaccio. Accadde infatti che una mandria di oltre 3.000 capi venne bloccata nel suo attraversamento del Missouri Occidentale dagli allevatori e fattori locali che chiusero ogni passaggio, protestando vivacemente contro la diffusione delle zecche che dal Texas portavano le malattie fin nelle loro terre. I bovini texani, infatti, erano immuni alle febbri causate dalle punture delle zecche, ma quelli del Missouri non lo erano. A seguito di quelle proteste, i cow-boys furono costretti a fare dietrofront.
Dal 1855 in poi gli agricoltori e gli allevatori di quelle zone si organizzarono in comitati di vigilanza che impedivano regolarmente il passaggio delle mandrie texane nelle loro contee e in quello stesso anno venne approvata una legge che vietava il trasporto di capi di bestiame malati attraverso qualsiasi pista del Missouri.

I cow-boys tentarono di oltrepassare l’ostacolo spostandosi lungo piste del Kansas, ma neppure lì furono bene accolti… Nel 1859, pure il Kansas si dotò di una legge estremamente restrittiva che, accondiscendendo alle richieste degli allevatori e degli agricoltori locali, vietava di fatto il transito delle mandrie provenienti dal Texas.
Durante la Guerra Civile lo Shawnee Trail era praticamente inutilizzato. Così, dopo la guerra, il Texas era traboccante di bestiame in eccesso per il quale non c’era modo di essere assorbito nei mercati locali. Nel 1866 tra 200.000 e 260.000 bovini in eccesso furono radunati in mandrie per l’invio in altri mercati.
Il primo vero e grande tentativo di condurre il bestiame dal Texas alla più vicina stazione ferroviaria per la spedizione a Chicago fu nel 1866, quando molti piccoli, medi e grandi allevatori del Texas si unirono per trasportare il loro bestiame al punto più vicino che la ferrovia aveva raggiunto, che a quel tempo era Sedalia nel Missouri.
Ma non fu una cosa semplice. Gli agricoltori del Kansas orientale vedevano molto male l’attraversamento delle loro terre… Il bestiame calpestava i campi arati e trasmetteva spesso malattie agli animali locali. Perciò sorsero autentici comitati che si opposero anche in armi contro il passaggio delle grandi mandrie destinate ai mercati dell’est. E quella immensa mandria del 1866 non riuscì a raggiungere la ferrovia, finendo per essere venduta lungo la pista, ma a prezzi assolutamente bassi.
A partire dall’anno successivo, gli allevatori sperimentarono nuove rotte, specialmente a ovest delle terre degli agricoltori, cercando di ruotare intorno al polo ferroviario di Abilene, nel Kansas. E dobbiamo ammettere che il tentativo risultò particolarmente fruttuoso se si considera che in appena un anno di lavoro furono movimentati circa 36.000 capi di bestiame!
La via che dal Texas portava ad Abilene venne chiamata “Chisholm Trail” in onore di Jesse Chisholm che si occupò di tracciarne il percorso. Nonostante il sentiero attraversasse l’attuale Oklahoma – che era allora terra degli indiani – non vi furono grandi conflitti con le tribù che lì erano stanziate che, anzi, in qualche caso raggiunsero dei buoni accordi per consentire il passaggio del bestiame in cambio di 10 centesimi per ogni capo. In seguito, vennero tracciati ulteriori sentieri che si dipartivano dal “Chisholm Trail”, ma che puntavano ad altri centri di smistamento quali Dodge City e Wichita, sempre nel Kansas.
A partire dal 1877, il mercato di Dodge City divenne in assoluto il principale, arrivando a stoccare circa 500.000 bovini!

Alla fine della guerra civile americana, il Texas aveva molto probabilmente disponibilità di cinque milioni di bovini, ma non aveva un mercato adatto ad assorbirlo. Perciò verso la fine del 1865 alcuni allevatori si accordarono per tentare alcuni trasporti di bestiame alla ricerca di buoni posti in cui smerciare i capi. Così, nel 1866 furono organizzati numerosi viaggi verso mete del nord, ma non ebbero molto successo.
Altre mandrie di bovini furono condotte verso il vecchio e limitato mercato di New Orleans, attraverso piste sicure e ben consolidate che passavano per Shreveport e Jefferson, Texas.
Nel 1868, un certo David Morrill Poor, un ex ufficiale confederato di San Antonio, condusse ben 1.100 bovini provenienti da est di San Angelo fino in Messico, facendo uso del Chihuahua Trail.
Questo trasporto venne chiamato il “Great Chihuahua Cattle Drive” ed era effettivamente il più grande trasporto di bestiame tentato fino ad allora su quel sentiero, ma il mercato messicano non si dimostrò capace di accogliere così tanta carne, per cui moltissimi capi vennero dirottati verso il Kansas e verso altre zone a nord.
Nel 1867 Joseph G. McCoy riuscì ad avviare un regolare centro di scambio e vendita di bestiame ad Abilene in Kansas. I grandi sentieri per il trasporto dei bovini vennero sempre più orientati verso ovest dove avrebbero consentito il boom dello smercio delle carni.

Sempre nello stesso anno, il 1867, venne aperto il Goodnight-Loving Trail per offrire uno sbocco in New Mexico e Colorado al bestiame proveniente dal Texas che, in effetti, venne sospinto lungo quelle piste in numeri di decine e decine di migliaia di capi. Il Texas si specializzò rapidamente nel bestiame bovino man mano che il gusto della nazione passava dalla preferenza per la carne di maiale a quella per i manzi.
Caldwell, Dodge City, Ogallala, Cheyenne e altre cittdine del vecchio west divennero famose perché erano capolinea o snodi dei percorsi delle mandrie verso i mercati.
Il Chisholm Trail è stato il sentiero più importante e famoso per il trasporto del bestiame dalla zona di Fort Worth, in Texas, su verso nord, attraverso il Territorio Indiano (Oklahoma), fino allo snodo ferroviario di Abilene. Il percorso si snodava attraverso circa 520 miglia e si appoggiava grosso modo al 98° meridiano terrestre, anche se la pista non era un unicum, quanto piuttosto una serie di tracciati molto prossimi l’uno all’altro con qualche leggera variazioni qui e lì.
Per via del fatto che ben sei stati avevano promulgato leggi nella prima metà del 1867 contro il trasporto del bestiame attraverso i loro territori, gli allevatori texani di bovini compresero l’importanza di creare dal nulla una pista che costeggiasse le terre degli agricoltori, senza recar loro disturbo. Non scordiamo – come abbiamo già evidenziato – che oltre al problema della devastazione delle terre e della distruzione dei raccolti, gli agricoltori temevano e denunciavano con forza la diffusione di una particolare malattia derivante dalle zecche al seguito del bestiame proveniente dal Texas.
Nel 1867 un giovane commerciante di bestiame dell’Illinois, Joseph G. McCoy, costruì strutture atte a commerciare il bestiame ad Abilene, nel Kansas, al capolinea del Chisholm Trail. Grazie alla sua intraprendenza, quasi tutte le altre piste persero rapidamente di importanza e in pochissimo tempo finirono per essere quasi del tutto abbandonate.
Una mandria era tipicamente composta di 1.500-2.000 capi, mentre il gruppo di lavoro consisteva di un capo, che era spesso il padrone dei bovini, tra 10 e 15 cow-boys, ciascuno dei quali disponeva di un numero di cavalli che oscillava tra 5 e 10; c’era anche una persona che si occupava della cura dei cavalli e infine un cuoco – che conduceva il famosissimo chuck-wagon, il carro cucina – al quale erano affidate varie mansioni, oltre alla cucina, tra cui anche la conservazione dei medicinali e, talvolta, un piccolo ruolo di medico di pronto intervento. Nel carro venivano anche stipate le coperte ed i ricoveri per la notte, dato che raramente si faceva uso di tende che venivano considerate un lusso inutile.

I cow-boys dovevano occuparsi del bestiame durante il trasferimento, mentre si nutriva al pascolo e nel delicato momento del riposo notturno.
Se in un giorno si riuscivano ad accumulare 10-12 miglia di percorso, quello era considerato un buon risultato, dal momento che una delle necessità del rancher era di fare ingrassare le bestie e non di vederle dimagrire per l’eccesso di sforzi.
Alle bestie era riservata la grassa erba dei pascoli, mentre il rancio degli uomini comprendeva quasi esclusivamente pane, carne, fagioli con pancetta e l’immancabile caffè.
Il salario dei cow-boy non era alto in proporzione all’immenso lavoro e all’impegno che veniva richiesto, infatti raramente superava i 40 $ al mese che, per giunta, venivano liquidati esclusivamente dopo che la mandria era stata venduta.
Le cosidette “cattle town”, le cittadine del bestiame, prosperarono ovunque lungo le piste tra il 1866 e il 1890, man mano che la ferrovia allungava le rotaie fino a raggiungerle, disponendo veri e propri scali per la spedizione dei bovini verso i mercati dell’est.
La prima cittadina a divenire famosa e florida per via del commercio delle mandrie fu Abilene, nel Kansas. Altre città del Kansas, tra cui Wichita e Dodge City, si affiancarono ad Abilene, tentando di conquistare sempre più rilevanza.
Negli anni ’80 Dodge City, che era diventata famosissima e assai turbolenta, si vantava di essere la “capitale del mondo dei cow-boy”.


Passaggio in città

Anche altre cittadine divennero piuttosto famose per via del commercio del bestiame e tra queste possiamo ricordare Ogallala nel Nebraska, Cheyenne nel Wyoming, Miles City nel Montana e Medora nel North Dakot. Amarillo, Fort Worth e Wichita Falls, tutti piccoli centri del Texas, Prescott in Arizona, Greeley nel Colorado e Las Vegas nel New Mexico erano divenute cittadine con una discreta importanza nelle loro regioni.
Le “città del bestiame” più famose del bestiame, come Abilene, erano importanti stazioni ferroviarie e da lì le mandrie venivano spedite al mercato di Chicago. Molti piccoli centri lungo il percorso della ferrovia servivano come snodo per le praterie.
Nelle cittadine del bestiame c’era notevole animazione a causa del continuo via vai dei cacciatori di bisonti, dei cow-boys, del personale addetto alla posa dei binari e di tutta la gente che viveva dell’indotto del mercato delle mucche. Gli allevatori resero queste città veri e propri quartieri generali delle loro attività di compravendita.


I manzi smarriti

I cow-boys, dopo mesi di lavoro monotono, di cibo monotono, di astinenza da qualsiasi divertimento, al termine del viaggio venivano pagati e lasciati in libertà. Al loro arrivo si facevano immediatamente riconoscere per via della loro esuberanza… Urlavano, si rasavano, si tagliavano i capelli, acquistavano vestiti nuovi e… bevevano smodatamente nei saloon, oltre a giocare a carte.
I saloon erano il luogo prediletto dai cow-boys, visto che in essi – che sorgevano ovunque come funghi – era possibile trovare tutti quegli svaghi che erano negati nel corso dei lunghi mesi di lavoro dietro alle mandrie. Le liti erano un evento ordinario e le morti erano frequenti. Ciò rese necessario dare l’incarico di ufficiale di legge ad un marshal. Wild Bill Hickok e Wyatt Earp furono forse i due più noti marshal delle città del bestiame. Il numero di omicidi fu comunque abbastanza contenuto, perlomeno rispetto a certi standard delle città dell’est.
L’espansione del mercato delle carni bovine mostrò subito che vi era necessità di grandissimi spazi aperti in cui allevare il bestiame. Così molti allevatori si spostarono nel nord-ovest, dove c’erano ancora grandi appezzamenti di pascolo non assegnato. Le mandrie provenienti dal Texas furono trasferite a nord, nella parte occidentale delle Montagne Rocciose e nel Dakota. Nel 1866, Nelson Story usò il Bozeman Trail per condurre con successo circa 1.000 capi di bestiame nella Gallatin Valley del Montana. I singoli “baroni del bestiame”, come Conrad Kohrs, costruirono enormi ranch nelle Montagne Rocciose del Nord e da lì spostavano le mandrie verso i mercati più ricchi senza difficoltà.


I cow-boys

Nel 1866, Kohrs acquistò un ranch nei pressi di Deer Lodge, nel Montana, da un ex-commerciante di pellicce canadese, Johnny Grant.
All’apice del successo, Kohrs era proprietario di oltre 50.000 capi di bestiame, possedeva pascoli per 10 milioni di acri (40.000 km²), estesi su quattro stati e due province canadesi e ogni anno spediva 10.000 capi di bestiame al mercato del bestiame di Chicago.
In seguito, tuttavia, le continue necessità di nuovi pascoli, la siccità e l’inverno eccezionalmente duro del periodo 1886-1887 spazzò via gran parte delle attività di allevamento del bestiame nel Montana e nelle Grandi Pianure settentrionali.
A seguito di questi eventi, gli allevatori iniziarono ad usare il filo spinato per chiudere i loro ranch e proteggere le loro terre da pascolo da intrusioni di animali altrui.
Da ciò derivarono profondi cambiamenti, anche se persino nel 1890 alcune mandrie venivano di tanto in tanto trasferite dal Panhandle Texano al Montana.
Le ferrovie si erano diffuse ormai ovunque, fino a coprire quasi tutta la nazione ed erano state inventate macchine capaci di inscatolare la carne bovina direttamente nei pressi degli allevamenti, rendendo abbastanza inutile e dispendioso il vecchio sistema dello spostamento delle mandrie.
Il tempo dei pascoli aperti era finito e con esso era andato via anche il tempo delle transumanze.