Algonquins
A cura di Gianni Albertoli
Gli Algonkin erano gli abitanti originari della Ottawa Valley, occupavano le terre sulle due rive dell’Ottawa, nelle attuali province canadesi dell’Ontario e del Quebec. Il 31 maggio 1613, remando sul Two Mountains Lake, il Champlain e i suoi attraversarono le rapide che gli indiani chiamavano “Quenechouan”, i francesi entravano nei domini degli Algonkins che, prima dell’arrivo degli europei, si estendevano dall’attuale Montreal fino al Lake Nipissing, e dai Rideau Lakes fino all’alto corso dell’Ottawa.
Prima del decennio 1650-60 il fiume era chiamato “Kichesippi” (“Kije-sibi”) dagli Algonkin e “Grand Rivière des Algoumequins” dai francesi. Con l’arrivo dei bianchi, le continue guerre, le vaste epidemie e i liquori introdotti da commercianti senza scrupoli avrebbero portato alla quasi disintegrazione di questi indiani che, alla fine del XIX secolo erano ormai ridotti a circa 1.300 anime. Il termine “Algonkin” è stato spesso confuso, da alcuni studiosi, con il termine “Algonkian”.
In effetti, gli Algonkin erano effettivamente popolazioni di lingua algonchina, ma il loro nome, per ragioni non chiare, sarebbe stato usato dai primi francesi per indicarli nell’anno 1603, anno che vide l’entrata nelle loro terre di Samuel de Champlain. Comunque, il Champlain li definiva “Algoumequin” e fu il primo ad indicarli come tribù e a ricordarli nelle sue “Relazioni”. Il 27 maggio 1603 il Champlain menzionava un gruppo indigeno di Montagnais (una popolazione stanziata sulle rive settentrionali del Saguenay), sotto la guida del capo Anadabijou, nelle vicinanze del “trading-post” di Tadoussac. Il francese ricordava che erano rientrati da una vittoriosa spedizione contro i nemici Irochesi; inoltre, elencava i loro alleati negli “Etchemins” (Malecite) e negli “Algoumequins”. Il 9 giugno il Champlain localizzava gli Algonkin nelle zone di Tadoussac, dove gli indiani erano impegnati in una grande festa per onorare la loro vittoria; in questo frangente gli Algonkin sembra avessero un ruolo maggiore rispetto agli alleati Etchemins e Montagnais. Infatti, il Champlain ricordava che Anadabijou, capo dei Montagnais, offrì agli Algonkin parecchi doni ritenuti di grande valore.
L’origine del termine “Algonkin” è ancora incerta, molti testi e fonti storiche farebbero riferimento al J.N.B. Hewitt, il quale riferisce che avrebbe una origine Micmac. L’Hewitt ha basato la sua tesi sul termine micmac “alkoome”, significante qualcosa come “Quelli che stanno sulle Canoe per pescare con le Lance”. Ma il Champlain, da chi e dove ha sentito questo termine “Algoumequin”, che più tardi sarebbe diventato “Algonquin/Algonkin”? E’ probabile che l’abbia sentito per la prima volta a Tadoussac, interpretandola quasi sicuramente alla francese, vista la scarsa conoscenza delle lingue native. Probabilmente il francese sentì gli Etchemins riferirsi a Besouat, e ai “suoi ballerini” che stavano facendo una cerimonia tribale, come “a’llegon kin” (“parenti”), per poi registrare il suono della frase come “Algomequin”. La conclusione logica sembrerebbe essere che la parola “Algonquin/Algonkin” – dal francese “Algoumequin” (pronunciato “algoume’kin”) derivasse proprio dal dialetto dei Malecite e, in ogni caso, questa ipotesi sembra essere la più probabile. Comunque, in un articolo del Benjamin Sulte si parlava degli Algonkins del “Grand river” (Ottawa). < < Tutta la valle del Grand River apparteneva agli Algonkins… essi formavano tre gruppi distinti, o nazioni >>. Estremamente interessante sono le tesi portate avanti dal Morrison, il quale ricordava. Nella loro lingua, gli Algonkin della “Kichisipi Valley” si definivano “Anishinabeg” come i Chippewa, un termine avente un significato generale di “Essere Umano” ma, più specificatamente. “Gente Vera”. Storicamente, i dialetti “Anishinabewowin” erano ampiamente parlati nel territorio del Grandi Laghi; vari dialetti sono ancor oggi diffusi e, non soltanto fra gli Algonkin, ma anche fra gli Ojibway (Chippewa e Salteuaux o Salteurs), fra gli Odawa (Ottawa) e i Potawatomi. I primi francesi generalmente confinavano il termine “Algommequin” – o “Algonquin” – per indicare varie bande stanziate lungo il basso drenaggio del fiume Ottawa, i cui discendenti appartengono ora ai gruppi di “Pikwakanagan” (sul Golden Lake) e a quelli di “Kitigan Zibi” (sul Desert River). Gli “Anishnabeg” dell’alta valle dell’Ottawa e, in direzione nord-est, verso le sorgenti del fiume, erano conosciuti con diversi nomi tribali come “Nipissing, Timiskaming, Abitibi, Tête de Boules e Gens des Terres”. Verso la fine del XVII secolo, tuttavia, come i francesi iniziarono a spostarsi verso l’interno, il termine “Algonquin” venne affibbiato a tutti i gruppi incontrati e parlanti la stessa lingua. L’esploratore Nicholas Perrot (1644-1717) registrava storie particolari presso i Nipissing e gli Amikwa, popolazioni stanziate più a ovest rispetto al gruppo “Kichesipirini”. Gli indiani parlavano di un “castoro gigante” – da cui gli Amikwa discendevano – che era entrato nel French River dall’Huron Lake; il castoro avrebbe costruito una lunga serie di dighe mentre viaggiava verso est, attraversando il Nipissing Lake e lungo il corso dell’Ottawa. Alla fine, stando alle leggende, le dighe si trasformarono in “rapids and portages”, una di queste divenne il “Calumet Rapids”, e questo fu il punto dove il “castoro gigante” morì per essere poi sepolto a nord del Calumet Lake, “in una montagna a forma di castoro”. Il Champlain, e i primi francesi, identificavano la banda che occupava le zone dei laghi Allumette e del “Calumet Portage”, con un villaggio estivo posto sulla Morrison Island – visitato dal Champlain nel 1613 -, come “Kichesipirini” (“Kichi sipi irini”), letteralmente “Popolo del grande Fiume”. Esattamente tre secoli dopo, allo Speck veniva detto che le bande ancora stanziate sull’Ottawa River erano ancora conosciute come “Kichi sipi anishnabeg” (“Gente del grande Fiume”). I termini “irini” (ora noto come “inini”) e “anishnabeg” sono indiscutibilmente dei sinonimi, ed entrambi sono ancor oggi in uso.
I Timiskaming si definiscono “Saugeen Anishnabeg”, mentre gli Algonkins del Barriere Lake si chiamano “Mitcikinabik inik”. Nel giugno 1613 il Champlain si imbatté in un ampio bacino d’acqua molto profondo, “l’acqua gira intorno a tal punto che nel mezzo crea grandi vortici”, che gli indiani chiamano “asticou”; questo ultimo termine poteva essere un errore di trascrizione del testo originale. Il nome significava “caldaia” e, in lingua algonchina, il termine era invece “akikok” (“piccola caldaia”); il missionario J.A. Cuoq affermava che il termine completo per le “Chaudière Falls” era “Akikodjiwan”, significante “Luogo in cui l’acqua cade in vasche di pietra, la cui forma arrotondata ricorda una caldaia”. Da allora venne chiamata “Sault de la Chaudière”, un nome ancor oggi applicato alle rapide poste tra le città di Ottawa e di Gatineau. Poco prima di arrivare al villaggio dei “Kichi Sipi” Algonkins, i francesi superarono una serie di rapide “molto pericolose” che, nella sua mappa, vennero identificate come “Sault de Calumets” e descritte come “le rapide di pietra di Calumet simili all’alabastro”. Era questa la traduzione del termine nativo “Opwagani pawatik” (“rapide di pietra”). Il Pierre Esprit Radisson avrebbe poi fatto la stessa affermazione nell’estate del 1660, il francese ricordava che le Calumet Rapids erano così chiamate perché quelle “pietre erano adatte per costruire le pipe da tabacco”. Il Champlain avrebbe poi partecipato ad un’altra cerimonia quando raggiunse la Morrison Island, nel villaggio dei Kichesipirini del capo Tessouat. Gli indiani usavano il “calumet” anche per la misurazione del tempo e delle distanze, una consuetudine che sarebbe poi passata anche ai “voyageurs” e ai coloni franco-canadesi. La parola “Nijopwagan” (“deux pipes”) infatti significava che ci volevano due fumate di pipa per un ora di viaggio. Nel territorio vennero anche incontrati gli Ottawa. Nel XVII secolo occupavano l’arco di terre comprese tra le aree orientali dell’Huron Lake, la Bruce Peninsula, la Manitoulin Island e lo stretto di Mackinac. Seguendo le fonti del Sagard, possiamo sostenere che il termine “Odawa” era una contrazione della parola huron “Ondatawwat”, significante “Cheveux Relevés” (“capelli alzati o sollevati”). Il Champlain avrebbe incontrato circa 300 indiani “Cheveux Relevés” durante il suo secondo viaggio verso l’interno (estate 1615); stavano “raccogliendo mirtilli nei pressi della foce del François”. Qualunque sia l’origine del loro nome, gli Ottawa vivevano allora sull’Huron Lake e non lungo il corso dell’Ottawa River; mantenevano però un ruolo primario nel commercio delle pellicce già nella seconda metà del XVII secolo. Il Champlain ebbe il suo primo incontro con gli “Algommequins” nel 1603 a Tadoussac, per questi indiani non era sicuramente il primo incontro con i bianchi che chiamavano “Wemitigojiwak” (“wooden ships”, “navi di legno”); alcuni traders avevano già raggiunto Tadoussac anni prima e, inoltre, sembra probabile che abbiano avuto incontri con i pescatori baschi e bretoni sull’estuario del San Lorenzo. Il Champlain, e i primi missionari, applicarono il termine a tutta una serie di bande o gruppi di “lingua Anishnabe” stanziate sulla bassa vallata dell’Ottawa; la banda più grande era rappresentata dai Kichesipirini, o “Gente del grande Fiume”, il cui villaggio principale era sito sulla Morrison Island. Altre bande affini erano i “Waweskarini” (letteralmente “Wawashkesh irini” o “Uomini Cervo”), conosciuti come la “Petite Nation des Algonquins”, le cui terre si estendevano lungo i corsi dei fiumi Rouge, Petite Nation e Lièvre, a ovest di Montreal. Un’altra banda era quella dei “Matouweskarini” (letteralmente “Madawaska people”), le cui terre erano site lungo il corso dell’omonimo fiume sfociante nell’Ottawa River nelle zone di Arnprior. Inoltre vi erano le bande “Kinopuchebiriiniouek” (“Kinozhe sipi iriniwag”, “Gente del picco del Fiume”), probabilmente stanziati presso Renfrew, sul fiume Bonnechere; infine gli indiani “Onontchataronon”, anche conosciuti come “Popolo di Iroquet”, dal nome di un capo e stanziati lungo il corso del South Nation River (Ontario orientale). Le terre di queste bande non si estendevano oltre Ottawa e il Deep River, i loro vicini occidentali erano i “Nipisiriniens” (“Nipising irini”), un gruppo di bande il cui villaggio estivo principale era posto sul lato settentrionale del Nipissing Lake, insediamento visitato dal Champlain nel 1615.
Indiano Micmac
Il territorio dei Nipissing era molto esteso su un’area che occupava tutte le direzioni del lago, comprese le zone a nord-est della Georgian Bay, i drenaggi del Mattawa River e le parti adiacenti del bacino dell’Ottawa. Gli accampamenti invernali della tribù, posti più a sud, erano vicini a quelli degli Huron, nella attuale Simcoe County; famosi “stregoni” – gli Huron li chiamavano “sorciers” -, anche i Nipissing avevano in mano una vasta rete commerciale e collaboravano con i vicini Huron; i gesuiti li classificavano come “Algonquins”, ma sembra che, fino al XVII secolo, non fossero in ottimi rapporti con le genti “anishnabe”. Altre bande vivevano sicuramente ben più a nord, i francesi poco conoscevano su di loro e, probabilmente, non facevano neppure parte dell’alleanza Algonchina in funzione anti-irochese. Il Champlain sentì parlare di una banda chiamata “Otaguotouemins”, o “Kotakoutouemi”, il cui territorio si estendeva dalla “costa del paese” tra i fiumi Deep e Mattawa, e sul Wolf Lake, ma raramente questo gruppo “si faceva vedere a sud”; il loro nome rimane comunque oscuro. Secondo alcuni studiosi, questi indiani sarebbero stati gli antenati dei moderni “Kitcisakik” (“Grand Lac”), ma la loro collocazione non sembra adattarsi alle descrizioni del Champlain. Una “Relazione” gesuita del 1640, che attingeva dalle memorie dei Jean Nicolet de Belleborne, il quale trascorse l’anno 1620 con i Nipissing, ricorda anche altri gruppi, tra i quali vi erano i “Timiscimi” (Timiskaming) e gli “Outimagami” (Temagami), mancano però altre notizie su questi indiani anche perché, oltre al Nicolet, i francesi esplorarono le terre a nord del Mattawa soltanto dopo il 1670. I nomi di alcune bande – “Big River People” o “Madawaska River People” – sembrano suggerire che l’organizzazione territoriale algonchina fosse basata sui bacini idrici, come d’altronde ancora duecento anni dopo, infatti, ancor oggi le varie bande hanno mantenuto i loro confini originari. Come il Champlain, e altri, hanno notato, i Kichesipirini imponevano pedaggi agli Huron, ai Nipissing, e agli altri gruppi che attraversavano le loro terre, ma così facevano anche i Nipissing nel loro territorio. Ogni banda aveva il proprio leader, che i francesi chiamavano “capitano”, un termine derivante dal parola “anishinabe” nota come “okima” e significante proprio “capo”. Questi leader venivano scelti in base alle loro capacità e, di solito, avevano anche poteri spirituali; le bande non avevano comunque una organizzazione gerarchica e i capi non potevano costringere i membri a certe sue decisioni, fermo restando che avevano un ruolo importante nel periodo della raccolta estiva, quando le varie famiglie si riunivano per prendere parte alle attività comuni. Anche se gli Algonkins sono stati spesso descritti come nomadi, era questo un rapporto inerente alle ben più sedentarie tribù degli Huron e degli Irochesi; in genere le famiglie si spostavano stagionalmente e durante i periodi invernali si stabilivano nelle zone boscose in gruppi allargati, cacciando alci e cervi, e catturando animali da pelliccia, in particolare i castori. La pesca si svolgeva invece tutto l’anno, ma era più produttiva nei mesi primaverili e autunnali. Il Champlain affermava che nel Muskrat Lake la pesca era molto praticata, specialmente dai Nipissing che pescavano storioni, lucci e carpe, alcune delle quali erano di grandi dimensioni, e abbondanti soprattutto sia nel lago che nello Sturgeon River.
Vediamo ora le bande “Algonkin” incontrate dai francesi nel XVII secolo. Il Day e il Trigger, nello “Handbook of North American Indians”, hanno preso in considerazione i gruppi Algonkin della Ottawa Valley nel periodo più antico. < < Le bande che abitavano la valle dell’Ottawa erano le seguenti: i Weskarini (Wescarini) o Petite Nation, nelle vicinanze dei fiumi Rouge, Petite Nation e Lièvre. I Matouweskarini nella valle del fiume Madawaska e i Keinouche (Pike) che, probabilmente, erano i Quenon-gebin, ovvero il popolo che il Champlain conosceva come “Popolo di Nibachis”, nella regione del Muskrat Lake. I Kichesipirini (Big River People), il cui principale villaggio era sulla Morrison Island, e gli Otaguottouemins (Kotakoutouemi) che vivevano nella parte alta della valle. Un altro gruppo era quello degli Onontchataronon, o “Popolo di Iroquet”, che sembra vivesse nella valle del South Nation River (Ontario orientale) e che, poteva anche essere un ramo dei Weskarini. Questa banda viene conosciuta soltanto con il nome irochese, sembra che abbia incorporato alcuni gruppi nativi di Hochelaga… >>. Il capo ricordato dal Champlain come “Besouat” portava lo stesso nome di quello che in seguito divenne noto come “Tessouat”. Gli Algonkins di Tadoussac (1603) appartenevano al gruppo “Kichesippirini” che viveva su una piccola isola situata tra le rapide dell’Upper Ottawa, isola chiamata “Morrison Island”. Sarebbe stata allora forgiata una grande alleanza, continuata per quasi 150 anni ma che, purtroppo, avrebbe portato alla rovina parecchie tribù native. Il 3 luglio 1603 i francesi e gli indiani si mossero nel territorio per esplorarlo e stilare una mappa delle terre poste più a ovest; per la prima volta il Champlain venne a conoscenza del “Grande Fiume degli Algonquin”, infatti, più a ovest, “oltre le rapide” (Lachine Rapids) vi erano le vere e proprie terre degli Algonkin. Nel giugno 1609 avrebbe esplorato il territorio vicino a Quebec e, il 18 giugno, dai 200 ai 300 Huron e Algonkin furono al suo fianco. Gli Algonkins presenti appartenevano alla banda “Weskarini”, che il Champlain, in francese, pronunciava “Ouescharini”; il loro capo era chiamato “Iroquet”, forse pronunciato “Irokay”; in seguito questa banda venne conosciuta come “Iroquet’s band”, “le Petit Nation” (“la Piccola Nazione”) o, da un nome degli Huron, “Ononchateronon”, spesso scritto come “Quionontateronon”. Alcuni studiosi non concordano con questa ultima tesi, la “Iroquet’s band” era una banda diversa dai Weskarini; ma ciò poteva essere il risultato della confusione esistente tra i cronisti del XVII secolo, infatti, spesse volte il nome “Iroquet” serviva per indicare gli Irochesi. Alcuni studiosi, la maggioranza, ritengono che i Weskarini e la “banda Iroquet” fossero la stessa popolazione – o una parte di essa -, come i nomi Huron – “Ononchateronon” e “Quionontateronon” -. < < Risalendo il corso del fiume (Ottawa River) troviamo gli indiani Ouaoechkairini, che noi chiamiamo “Piccola Nazione” (“Petite Nation”) degli Algonquins… Gli Ononchateronon, o “banda Iroquet”, includono molti Algonquins… alcune di queste nazioni sono molto piccole e altre molto popolose come i Wawiechkariniwek e i Kichesipiriniwek, o selvaggi dell’isola >>.
Champlain a Port Royal, 1605
E’ quindi probabile che la “Piccola Nazione” e i Weskarini siano stati la stessa gente “scambiata per bande diverse”, inoltre, non possiamo escludere che grande confusione sia avvenuta proprio nella lettura delle forme ortografiche delle antiche fonti, infatti, chiaramente, gli indiani “Ouaouechkairini” e “Wawiechkariniwek” erano la stessa popolazione. Il territorio di caccia dei Weskarini era probabilmente nell’area del Little Nation River (“Rivière Petite Nation”), un fiume che entra nell’Ottawa River presso Papineauville (Quebec). Prima di visitare i Weskarini, il francese descrisse il suo incontro con i “Quenongebin”, trovati nelle zone di “un piccolo fiume e dopo aver superato un piccolo lago largo due leghe e lungo quattro”. Il fiume in questione era indiscutibilmente il Kinonge River, proprio a est dell’attuale città di Montebello (Quebec). La stessa “Relazione” ponendo i Weskarini a sud dell’isola, provocava un grossolano errore che avrebbe portato molta confusione e che può essere basato sul fatto che gli Huron chiamavano “Ountchatarounounga” i Weskarini, un termine significante “a sud dell’isola”. E’ anche possibile che gli Huron chiamassero tutte le bande Algonkin – quindi anche i Weskarini -, stanziate a sud dei “Kichesippirini”, “le Genti che vivono a sud dell’Isola”. Le fonti missionarie chiamavano i “Kinounchepirini” con il termine “Kinouchebiiriniwek”, ma non davano alcun suggerimento in merito alla loro posizione geografica. Nello “Handbook of Indians of Canada” l’Hodge (1913) correttamente equiparava i “Kinounchepirini” con i “Kinouche”. Ancor più complicato è il problema rappresentato dalla banda del Madawaska River. Quando il Champlain raggiunse le Chaudière Falls (5 giugno 1613), entrava nelle terre del Chats Lake (“Lac des Chats”); nelle zone dell’attuale Arnprior (Ontario), registrava che vi era, “… un lago di 6-7 leghe di lunghezza che sfocia in un fiume che scorre a sud. Qui, a cinque giorni di viaggio da un altro fiume (Ottawa River), vive una nazione chiamata Matoupouescarini”. Quindi, dalle descrizioni del Champlain, la banda viveva nelle zone comprese tra i laghi Calabogie e Norcan, proprio a ovest dell’attuale Matawachan. Altri studiosi collocano i “Mataouchkarini” a sud della Morrison Island e, generalmente, li definiscono “Mataouchkairiniwek”. Possiamo notare che da una fonte il capo di questo gruppo si chiamava “Makatewanakisitch” il quale, trascorse l’inverno 1645-46 a Montreal, dove si dedicò all’agricoltura con la banda di Tessouat. Indiscutibilmente, la somiglianza tra il nome e la parola “Weskarini” è degna di nota. Gli unici due riferimenti alla “banda Nibachis” si trovano nei testi del Champlain. Il 7 giugno 1613, il francese, con alcuni indiani, raggiunse il Muskrat Lake, nelle vicinanze dell’attuale cittadina di Cobden (Ontario). < < Vicino al lago vi è un insediamento di indiani che lavorano la terra e raccolgono il mais. Il loro capo, il cui nome è Nibachis, è venuto ad accoglierci con i suoi uomini, fu stupito di vederci e ci ha offerto del tabacco…>> Il Champlain disse al capo che era venuto per aiutare la sua gente, e i suoi alleati, contro i loro nemici Irochesi; poi, ricordava che Nibachis era orgoglioso di mostrargli i suoi campi coltivati, nonostante il terreno fosse piuttosto sabbioso. Quando risalì il fiume la seconda volta, nel 1615, sarebbe stato accolto dallo stesso Nibachis come “un vecchio amico” ma, purtroppo, anche questa volta le notizie del Champlain risultano essere piuttosto scarse e il nome della banda non compare più in nessun altro documento. Durante i suoi viaggi del 1615, il Champlain ebbe modo di incontrare un’altra banda Algonchina, gli “indiani Otaguottouemin” che, probabilmente, vivevano nelle vicinanze del fiume Mattawa, dove si dedicavano alla caccia e alla pesca, ma anche ad un certo tipo di agricoltura in una terra “robusta e abbondante di mirtilli e lamponi che vengono essiccati per l’inverno come noi, in Francia, facciamo con le prugne per la Quaresima”. Le “Relazioni” ricordano altre due bande “Algonquins”, i “Sagaigunini” e i “Sagnitaouigama”; ma altre “Relazioni” riportavano i “Sagahiganirini” e i “Sagnitaouigama” a sud della Morrison Island.
Inoltre, i “Sagachiganiriniwek e molti altri gruppi… i Sakahiganiriouik e altre bande Algonquins vivono sulle rive orientali e settentrionali del lago Huron”. Ciò sembra indicare che “la gente Sagaigun” non fosse di etnia Algonchina. Dagli scritti del Champlain e dalle “Relazioni” appare chiaramente l’importanza delle bande Algonkins note come “Kichesippirini” e “Weskarini”; tuttavia, non è accertato che questi due gruppi siano stati i numericamente più forti all’interno delle tribù Algonkins. I Kichesipirini erano, probabilmente, la più potente tribù Algonkin, sia in termini militari che economici e, certamente, la meglio documentata. Indiscutibilmente, sia i Nipissing che gli Algonkins erano coinvolti nel commercio intertribale, soprattutto, con gli Huron che, al loro volta, commerciavano il mais e altri prodotti della terra per ottenere in cambio pesce secco e conchiglie di vario genere. Inoltre, i Nipissing e gli Algonkins ottenevano splendide pellicce dai vari gruppi Chippewa, Cree e da altre popolazioni stanziate tra il Lago Superiore e la James Bay. Nell’ultima parte del secolo sarebbero sopraggiunti i commercianti francesi, i quali si accorsero ben presto che dovevano seguire le orme degli indiani, usare le loro piste e poi trattare con loro per alleanze militari e commerciali. Comunque, nel corso del XVII secolo, molte bande del territorio sarebbero state duramente colpite da nuove malattie portate dai bianchi, in particolare dal vaiolo; inoltre, si ebbe un intensificarsi delle guerre intertribali, soprattutto nei confronti degli Irochesi. Durante i mesi estivi numerose spedizioni irochesi, su canoe, si spingevano nelle terre algonchine delle zone del San Lorenzo e dell’Ottawa; gli Algonkins li conoscevano come “Matchi Nottaway” (“cattivi serpenti”). Di conseguenza, alcuni gruppi di “lower Algonquins”, in particolare i “Matouweskarini, gli Onontchataronons e i Kichesipirini”, i cui territori di caccia si trovavano lungo la pista usata dagli Irochesi, furono costretti a trascorrere le loro estati a Trois Rivières o a Ville Marie per motivi di sicurezza. L’alta valle dell’Ottawa si inseriva profondamente tra il fiume Deep e il Temiskaming Lake, ma anche queste terre divennero molto pericolose e furono spesso interessate dagli attacchi nemici. Nel 1650, quando gli Irochesi distrussero la Confederazione Huron e lanciarono attacchi contro i Nipissing, questi indiani cercarono subito rifugio nell’interno del paese, alcuni gruppi si spinsero lungo le rotte commerciali che portavano al Lago Superiore. I gruppi che restarono nel territorio, da allora, non sarebbero più scesi sul basso Ottawa durante l’estate, preferendo spostarsi verso il Temiskaming Lake. Gli Irochesi, che usavano pesanti canoe adatte ai grandi corsi d’acqua e non quelle tipiche degli “anishnabeg” (canoe di cortecce leggere), si trovarono in difficoltà; inoltre, gli incursori ben raramente attaccavano le terre a nord del San Lorenzo e dell’Ottawa nei periodi invernali. Entro la metà del decennio 1660-70, i francesi, gli Algonkins, i Nipissing, gli Huron, affiancati da guerrieri Abenaki, portarono la guerra nei villaggi nemici dello Stato di New York; nel 1666, devastarono e bruciarono tutti gli insediamenti dei Mohawk e il successivo Trattato (1667) avrebbe limitato gli attacchi irochesi. Negli anni successivi gli Irochesi, approfittando dei periodi di pace, stabilirono una serie di villaggi sulla riva settentrionale dell’Ontario Lake, tra Toronto e Guananoque, ciò avrebbe reso loro più facile commerciare con i francesi del San Lorenzo. I nuovi arrivati, che gli Algonkins e i Nipissing chiamavano “niina Nottaway” (“nostri Serpenti”), come d’altronde gli Huron, si stabilirono presso la missione di “Kentake” (“La Prairie”), sulla riva meridionale del San Lorenzo. Negli anni seguenti furono i gruppi occidentali degli Irochesi a lanciare violenti attacchi contro le tribù alleate dei francesi. Come nel 1640-50, gli “anishnabeg” dell’Ottawa Valley adottarono diverse strategie per tenersi al di fuori della guerra. Nel 1682, circa 300 “Nipisiriniens” si stabilivano a Montreal, poi richiesero terra come rifugio temporaneo al Governatore francese, Febvre de la Barre. E’ possibile che questi Nipissing comprendessero anche gruppi di Timiskaming, perché nell’agosto 1684, 40 guerrieri Nipissing e Timiskaming, con altri 72 Algonkins, furono al fianco dei francesi in una spedizione contro gli Irochesi. A partire dal 1683 i commercianti di Montreal avevano ormai aperto una nuova via con i Nipissing e i Timiskaming, stabilendo una postazione a “Matabitchuan”, sul lato sud-occidentale del Timiskaming Lake. Il “Chevalier de Troyes”, nel giugno 1686, visitava la postazione mentre, con una Compagnia di soldati, aveva intenzione di attaccare i forti della Hudson Bay Company sulla James Bay. In settembre, al ritorno dalla infruttuosa spedizione, il capo dei Timiskaming li avrebbe accompagnati a Montreal. L’anno 1689 fu ricco di eventi tragici, gli Irochesi si lanciarono su Lachine e poi distrussero il “trading post” del Temiskaming Lake ma, tre anni dopo (1691), gli Irochesi alleati affiancarono i francesi per respingere un attacco anglo-irochese a Montreal. Stando al Charlevoix, uno dei capi alleati apparteneva alla tribù Timiskaming ed era noto come “La Routine”, era alla testa di “un grande gruppo di Algonquins”. Nel 1696, gli Ottawa, gli Algonkins e i Nipissing – tra i quali vi erano anche i Timiskaming -, accompagnarono il Governatore francese, Frontenac, in una spedizione di guerra a sud dell’Ontario Lake, contribuendo a distruggere alcuni villaggi degli Oneida e degli Onondaga. Gli Irochesi furono posti sulla difensiva, anche perché i Chippewa, gli Ottawa e i Potawatomi li attaccarono da ovest, entrando a sud dell’Ontario Lake. Nel marzo 1701, ambasciatori Onondaga richiedevano la pace a Quebec, si lamentavano che indiani Algonkin e Nipissing cacciavano nelle vicinanze di Fort Frontenac (Kingston), in terre considerate di loro proprietà. Comunque, gli Irochesi avrebbero accettato di cessare le ostilità durante il Trattato di Montreal, dove erano presenti anche gli alleati dei francesi. Le bande algonchine poterono allora riprendere possesso del bacino dell’Ottawa per più di un secolo, ma ormai un forte calo demografico era da tempo in atto, specialmente tra i gruppi della bassa vallata. Comunque, altri gruppi visitavano saltuariamente Montreal, la maggioranza di questi erano noti come “Otickwagamik” (“last water people”), erano questi i gruppi chiamati “Nipissing”, strettamente collegati ai Timiskaming, allora noti come “Nopiming daje inini” (“inland people / gens de terres”) o “Machakandiby” (“round heads / Têtes de Boule”), “Teste Rotonde”. Questi nomi venivano spesso applicati anche a gruppi stanziati sull’alto corso dell’Ottawa. Nel 1690 i Nipissing e i Timiskaming avevano stabilito un villaggio estivo sulla “l’Ile aux Tourtes” (Pigeon Island) dove vi erano alcuni mercanti francesi appartenenti alle famiglie “d’Ailleboust and Guillet”, già operanti nell’alto Ottawa, specialmente a Fort Coulonge e “Fort des Français” sul Temiskaming Lake. Dopo l’attacco e il saccheggio irochese della postazione del Timiskaming Lake (1689), i francesi avrebbero rifiutato di riaprire la postazione a causa di altri mercanti di Montreal che si lamentavano del fatto che le flottiglie di canoe non scendevano più sul San Lorenzo per commerciare. A differenza degli “Omamiwininiwak”, i Nipissing e i Temiskaming continuavano a mantenere atteggiamenti contrari alla cristianizzazione; infatti, i registri parrocchiali ricordavano che, ancora nel 1720, ben pochi di questi indiani erano stati battezzati, e fra questi anche il capo “Routin”. Quindi, non era certamente la religione che li attraeva nelle zone di Montreal, era soltanto questione di benefici commerciali e militari, che comprendevano i grandi “regali” della Corona francese, i servizi dei fabbri e degli artigiani europei e l’accesso ai commerci. Su questi indiani sarebbe meglio soffermarci un attimo. Nel 1717 il re di Francia concedeva al “Seminary of Saint-Sulpice” una “nuova signoria sulla sponda settentrionale del lago delle Due Montagne”. A partire dal 1721 i missionari avevano convinto 150 Irochesi, Huron e Algonkins a stabilirsi a Sault-au-Récollet, mentre altri Algonkins si stabilirono a “St. Anne du bout de l’Isle”. Gli Algonkins dettero vita ad un insediamento separato da quello degli altri indiani; gli Irochesi chiamarono la nuova missione “Kanesatake” (“la Montagna”) in ricordo della missione originale dell’isola di Montreal; il villaggio degli Algonkins divenne noto come “Oka” (“pickerel” o “piccolo Luccio”), probabilmente perché era posta in una zona molto pescosa. I Nipissing e i Temiskaming si stabilirono alla “Ile aux Tourtes”, ma non si mischiarono mai con gli altri indiani. Nel 1720, il Governatore Vaudreuil riaprì il commercio con i Temiskaming, il suo scopo era quello di mantenere l’alleanza dei gruppi della zona i quali, da qualche tempo erano stati contattati da mercanti inglesi della Hudson Bay Company, ormai stabiliti nelle zone della James Bay da almeno 25 anni. La concessione venne data a Paul Guillet, un noto mercante di St. Anne, il quale poteva spingersi fino al Nipissing Lake e alla Manitoulin Island per commerciare mais e pellicce; il Guillet non poteva però operare sul basso Ottawa. Il mercante poteva commerciare con “gli indiani di Temiskaming”, ma anche con i gruppi – “della stessa nazione” – dei laghi Wanapitei, Temagami, Kipawa, Barriere e Abitibi. Tutti questi territori erano all’interno di una mappa risalente al 1725, la cui zone era denominata “quartiere delle pellicce di Timiskaming”, essa si estendeva a ovest dall’ingresso del French River al Nipissing Lake e, a est, al fiume Lièvre. Il Wanapitei Lake era posto a ovest del Sturgeon River – che sfocia nel Nipissing Lake – così come il Temagami Lake era sito verso est in direzione dell’Ottawa River; i laghi Kipawa e Barriere facevano parte dello spartiacque dell’Ottawa e oggi, diversi gruppi nativi sono ancora associati con questi laghi. Quando, nell’estate del 1760, gli inglesi attaccarono Montreal, i Nipissing e gli Algonkins furono gli ultimi ad abbandonare i francesi.
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