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Matthew Arbuckle, un soldato nel Territorio Indiano

A cura di Sergio Mura

Matthew Arbuckle
Matthew Arbuckle era un soldato, un vero militare di carriera tutto di un pezzo, assegnato alla frontiera, nel Territorio Indiano, dal 1822 fino al giorno della sua morte, nel 1851. Il secondo dei quattro figli di Matthew e Frances Hunter Arbuckle nacque il 28 dicembre 1778 nella Greenbrier County, in Virginia. Suo padre aveva conquistato una certa notorietà per essersi distinto nella battaglia di Point Pleasant, nella guerra di Lord Dunmore (1774) e in seguito anche nella Rivoluzione Americana. Dell’infanzia di Matthew Arbuckle sappiamo veramente poco, ma dai registri dell’esercito apprendiamo che è stato inserito nei ranghi degli ufficiali come sottotenente nel 3° Reggimento Fanteria il 3 marzo 1799.
La prima parte della sua carriera militare è perlopiù ignota. Ciò che è noto è che divenne Tenente dopo appena otto mesi e che fu trasferito al 2° Reggimento di Fanteria nel 1802, per poi essere promosso capitano nel 1806 e restituito al 3° Reggimento Fanteria come uno degli ufficiali più noti nel 1812.
Dai documenti privati della famiglia sappiamo che Matthew si sposò nel 1813 con Maria Trolinger, ma nessun’altra fonte storiografica parla di questa relazione.
Il suo reggimento venne destinato alle postazioni meridionali durante la guerra del 1812. Nel 1814, promosso Tenente Colonnello, Arbuckle divenne l’ufficiale in seconda e, forse, persino aiutante del Maggior Generale Andrew Jackson durante la battaglia di New Orleans. Arbuckle e il 3° Reggimento di fanteria rimasero a sud, sotto il comando di Jackson, anche dopo la guerra.
Nel novembre del 1817, durante l’avvio della prima guerra di Jackson contro il popolo Seminole, Matthew Arbuckle condusse una “vittoriosa spedizione contro gli indiani Fowltown” nel sud della Georgia.


Un riconoscimento ufficiale

Nel 1820 arrivò la promozione a colonnello e il comando del 7° Reggimento di Fanteria e nel corso dell’anno seguente condusse quattro delle compagnie affidate al suo comando per rafforzare Fort Smith, sul fiume Arkansas. Nel 1824 trasferì il reggimento più a ovest, stabilendo due postazioni, poi divenute i forti Gibson e Towson che furono i primi avamposti militari statunitensi nell’attuale Oklahoma. Come comandante di Fort Gibson, Arbuckle fu responsabile del mantenimento della pace tra gli indiani e gli immigrati, nonché per la costruzione di impianti e strade e dopo dieci anni di “fedele servizio” col grado di colonnello, nel 1830 fu promosso Generale di Brigata.
Nel 1834, alla vigilia della Spedizione Dodge-Leavenworth nelle pianure meridionali, Arbuckle fu sostituito come comandante regionale dal Generale Henry Leavenworth e così, dopo dodici anni trascorsi in mezzo ai mille pericoli della frontiera, poté tornare a casa in Virginia. E pensò anche di poter finalmente godere del meritato riposo… almeno finché non gli arrivò la notizia della morte del Generale Leavenworth che aveva lasciato Fort Gibson senza un comandante. Serenamente accettò di rimettersi in ballo con un ritorno nella postazione di frontiera, per giunta senza poter beneficiare della presenza di tutti i soldati che aveva formato e lasciato di stanza laggiù. Infatti, lo scoppio della Rivoluzione del Texas aveva spinto molti soldati verso Fort Jesup.
Nonostante tutto questo, Arbuckle seppe distinguersi per capacità organizzative e militari, sostenendo il trasferimento di alcune tribù nei posti soggetti alla sua giurisdizione e riuscendo a mantenere la pace.


Una vista di Fort Gibson

Il suo impegno si protrasse fino al 1841. In tutto quel tempo, Arbuckle ed i suoi soldati furono impegnati sopratutto a gestire il trasferimento pressoché forzato delle tribù indiane del sud-est e non si trattò di un impegno da poco… Aver costretto migliaia di indiani ad abbandonare le proprie terre fece nascere sentimenti di odio e di rivalsa e persino delle faide interne alle bande di Nativi. Si arrivò quasi allo scoppio di una guerra civile tra gli indiani favorevoli al trasferimento e indiani che desideravano restare nelle terre d’origine.
Fort Randolph
La capacità di controllo di Arbuckle diede il suo meglio e garantì una buona e duratura pace fino, appunto, al 1841, quando l’ufficiale comandante abbandonò definitivamente Fort Gibson. “Ho mantenuto la pace su questa frontiera”, disse il Generale Arbuckle soddisfatto.
Arbuckle fu trasferito a Baton Rouge, dove diresse un dipartimento militare che prevedeva alcun incarico di prima linea. Anche se era uno dei più alti ufficiali in grado dell’esercito, Arbuckle non ebbe un ruolo significativo nella guerra contro il Messico.
Nel 1848 venne riassegnato a Fort Smith come comandante del Settimo Dipartimento Militare appena costituito.
L’anno seguente Arbuckle e le sue truppe furono incaricate di accompagnare e proteggere i cercatori d’oro diretti verso la California attraverso una pista proposta da lui stesso. Quello stesso anno Zachary Taylor, rivale di Arbuckle da una vita, divenne Presidente degli Stati Uniti e tra le prime cose che fece ci fu l’idea di abbandonare Fort Smith, una proposta che vide Arbuckle opporsi fieramente. Taylor morì prima di trasformare in atto il suo progetto, per cui Arbuckle salvò il suo comando.


Fort Arbuckle

Nel periodo successivo, il Generale si impegnò duramente intorno ad un progetto di massima tutela delle persone che viaggiavano verso la California, ma una terribile epidemia di colera spazzò via tantissime vite umane in tutta la regione, compresa quella dello stesso Arbuckle che morì l’11 giugno 1851.
Poco prima della sua morte, per proteggere le truppe sotto il suo comando sulla via della California, Arbuckle aveva stabilito un avamposto sul Wildhorse Creek, a quattro miglia di distanza dal fiume Washita nell’attuale Contea di Garvin, in Oklahoma.


La lapide che ricorda la morte di Arbuckle

Successivamente quella postazione fu chiamata Fort Arbuckle in onore del defunto generale. Il forte fu abbandonato nel 1870, ma il nome venneo trasferito alle colline vicine che sono ancora conosciute come le Arbuckle Mountains.