L’esempio di Orso in Piedi

A cura di Luca Barbieri

Orso in Piedi, Ponca
Nel gennaio del 1879 un mesto corteo funebre marciò malinconicamente per circa cinquanta giorni attraverso le vaste pianure del Nebraska e del Kansas, affrontando ogni genere di intemperie che il clima statunitense aveva da offrire: piogge torrenziali, sole cocente e turbini di vento. Il corteo era composto da sessantasei indiani della tribù dei Ponca ed era guidato dal loro capo, Orso in Piedi. Dentro la cassa di legno che i pellerossa portavano con loro giaceva il corpo dell’ultimo figlio del capo tribù. Prima di morire il giovane indiano aveva espresso il desiderio di essere sepolto nell’antico cimitero della sua gente, vicino al corso del fiume Niobrara, insieme ai suoi antenati: erano state queste le sue ultime volontà. Orso in Piedi, con la morte nel cuore, le aveva rispettate; l’esercito americano, di fronte a un gesto tanto compassionevole di un padre nei confronti del figlio, aveva fatto quello che reputava giusto: arrestare il capo indiano e rinchiuderlo con la sua gente nelle prigioni di Fort Omaha. Non era certo la prima volta che i soldati americani mostravano un comportamento del tutto privo di comprensione umana nei confronti degli indiani, né sarebbe stata l’ultima. Leggi il resto

Robert Rogers

A cura di Pietro Costantini

Robert Rogers
Pochi momenti storici americani hanno catturato la fantasia del pubblico come la sezione del romanzo di Kenneth Roberts, Passaggio a Nordovest, poi reso nell’omonimo film con Spencer Tracy, in cui il maggiore Robert Rogers attacca il villaggio Abenaki di St. Francis nel 1759 e poi riesce a malapena a sfuggire all’inseguimento degli Indiani e dei Francesi.
Robert Rogers nasce nel Massachusetts da famiglia irlandese protestante e, come altri irlandesi, va a colonizzare la frontiera nella parte meridionale del New Hampshire: fin da ragazzo è quindi a contatto con la dura realtà dei boschi e con le terribili scorrerie indiane, in particolare di quelle degli indiani cattolici di Kahnawake e di St. Francis. Quest’ultimo era un villaggio Abenaki (oggi Odanak) in Quebec, fondato da profughi della Confederazione degli Abenaki occidentali scacciati dalle loro terre dalla Confederazione Irochese (i Mohawk in particolare si erano allargati nei loro territori di caccia) e, in seguito, dalla pressione dei coloni del Massachusetts. Leggi il resto

Le leggende non muoiono mai

A cura di Luca Barbieri

Jesse James
Il fatto che le leggende non muoiano mai è particolarmente vero per gli americani che neppure di fronte alla realtà dei fatti vogliono ammettere che i “loro” personaggi leggendari possano morire come qualsiasi altro essere umano (quale vero fan di Elvis Presley ammetterebbe mai che il “dio del rock’n’roll” è davvero defunto e non circola invece a piede libero sotto falsa identità?).
La storia del West è costellata di simili luoghi comuni; in questa sede vorrei dare un’occhiata alle voci riguardanti la “presunta” e chiacchieratissima morte di Jesse James.
Immediatamente dopo il suo omicidio cominciò a circolare la voce che l’uomo ucciso a tradimento il 13 Aprile 1882 da Bob Ford non fosse affatto il famoso fuorilegge, bensì un banditello da strapazzo, un tale Charlie Bigelow, che, sfruttando una vaga somiglianza con James, si spacciava spesso per lui per sfruttarne la fama. Leggi il resto

Sella d’argento, omaggio a Giuliano Gemma

A cura di Domenico Rizzi

Abbiamo scelto il titolo di uno dei suoi film più noti – appunto “Sella d’argento” – per ricordarlo, anche se per la maggior parte dei cinespettatori egli era sempre semplicemente Ringo. Giuliano Gemma, nato a Roma il 2 settembre 1938, vero protagonista della fortunata parentesi dei western italiani che un critico inglese ribattezzò “spaghetti-western”, ci ha lasciati improvvisamente il 1° ottobre scorso, a seguito di un incidente stradale. Aveva 75 anni compiuti da poco ed una invidiabile serie di pellicole alle spalle, nelle quali aveva recitato le parti più disparate. Aveva prestato servizio militare nei Vigili del Fuoco e possedeva un fisico atletico e possente, tant’è vero che fece anche lo stuntman.
Fra le sue passioni, quella della scultura, un hobby che gli diede anche delle belle soddisfazioni. Leggi il resto

Intervista a Domenico Rizzi

A cura di Antonia Migliaresi

Domenico Rizzi
Domenico Rizzi, pavese di nascita, abita da anni a Menaggio, sul Lago di Como, luogo originario dei suoi genitori. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Pavia, ha svolto fino alla pensione l’incarico di funzionario direttivo pressi vari enti pubblici. Domenico è una delle colonne portanti di Farwest.it da numerosi anni grazie ad una fitta serie di bellissimi articoli di storia e cinema; i suoi libri sono stati recensiti da molti giornali e periodici, compresi alcuni dei maggiori quotidiani nazionali (Corriere della Sera, Repubblica, Il Giornale). Rizzi è stato ospite parecchie volte di televisioni locali (TV Espansione Como, Telelombardia, Milano) rilasciando diverse interviste radiofoniche ad emittenti di Milano e Lugano (Svizzera) sulla materia trattata nei suoi libri. E’ stato anche indicato, in una rubrica letteraria di RAI 3, come uno dei massimi esperti italiani della storia e cultura western. Leggi il resto

Adios, Giuliano Gemma, que vayas con Dios!

Giuliano Gemma è Tex!
Il grande Giuliano Gemma, 75 anni, indimenticabile interprete di un’intera stagione di film western, ha perso ieri sera la vita in un gravissimo incidente stradale a Cerveteri, vicino a Roma, dove peraltro viveva.
Aveva compiuto 75 anni da poco più di un mese ed era stato festeggiato – come consuetudine da alcuni anni – da un folto gruppo di amici e appassionati in un poligono nei pressi di Roma con una serie di tiri western e bellissime simulazioni.
Giuliano Gemma è arrivato al cinema in giovanissima età, dapprima come stuntman (grazie alle sue doti atletiche), ma ben presto Dino Risi lo ha chiamato per un piccolo ruolo accanto ad Alberto Sordi in “Venezia, la luna e tu”. Non passa molto tempo che William Wyler lo nota favorevolmente a Cinecittà e lo sceglie per il ruolo di un centurione nel kolossal “Ben-Hur”; era poco più che una comparsata, ma essa gli servirà come trampolino di lancio per il grande cinema che a quei tempi era in pieno boom. Leggi il resto

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