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Tra i “Serpenti” del Weiser

A cura di Armando Morganti
I “Weiser Indians” erano una banda dei “Northern Mountain Shoshoni”, comunemente conosciuta come “Sheepeaters”. Le terre di questi indiani erano localizzate nelle isolate vallate dei fiumi Weiser e Payette, nell’Idaho centro-occidentale, in prossimità del confine con l’Oregon. Nel 1867, all’epoca del primo contatto con i bianchi, nel territorio dell’Idaho centrale, vi erano due gruppi nativi importanti, uno era rappresentato dai Nasi Forati, stanziati a nord e nell’Hells Canyon, l’altro era quello degli Shoshoni, localizzati a sud e nelle zone del fiume Salmon. Nelle pianure dello Snake vagavano bande di Bannock, con nelle vicinanze piccoli gruppi di indiani Kootenai, localizzati nelle terre poste più a nord.
I Kalispell erano stanziati a nord del lago Pend d’Oreille e, più a sud vi erano i Coeur d’Alene. Questi tre gruppi si spostavano spesso nell’Idaho centrale e meridionale, ma avevano ben pochi contatti con gli Shoshoni.
Nell’Idaho sud-occidentale vivevano i gruppi dei Northern Paiutes i quali, solo occasionalmente, si spostavano a nord dello Snake River; gli Sheepeaters, un isolato gruppo dei Mountain Shoshoni, vagavano sulle montagne a sud del fiume Salmon e sull’alto corso dello Snake River.
Le origini dei Northern Paiutes e degli Shoshoni sono poco conosciute, anche se le loro similitudini culturali sono ben note; appartenenti al ceppo linguistico Uto-Aztecan, gli Shoshone parlavano dialetti simili e, stando allo Sven Liljeblad, anche il dialetto dei Weiser non era diverso da quello degli altri Shoshone. Quando questi indiani migrarono nelle terre dello Snake River, continuarono tranquillamente il loro tradizionale stile di vita, come cacciatori e raccoglitori, muovendosi principalmente lungo i corsi dei fiumi alla ricerca di piante alimentari e selvaggina. Nel XIX secolo la migrazione degli Shoshoni era ormai completata ed aveva raggiunto sia il Nevada che il Wyoming. I Northern Shoshoni occuparono le terre del fiume Snake, mentre i gruppi Sheepeaters occupavano le montagne del fiume Salmon – nell’Idaho meridionale – per poi spostarsi a est fin nello Yellowstone e sulle montagne del Wind River.


La zona del Weiser River

I gruppi meridionali si sarebbero invece spinti a sud della Death Valley e dello Utah Lake, con i Comanches che avrebbero raggiunto le pianure del Texas e del Nuovo Messico. Quindi, possiamo affermare con sicurezza che i Northern Shoshoni, i Nasi Forati e i Northern Paiutes hanno rappresentato i popoli storici delle aree del Weiser e del Payette. L’area dello Snake River, presso la confluenza dei fiumi Boise, Payette e Weiser, era occupata dal folto gruppo Shoshonean dei Boise, il quale poteva disporre anche di qualche cavallo. Gli indiani Bannock, cacciatori di bisonti, erano un gruppo dei Paiutes settentrionali che stava mischiandosi con genti Shoshonean, le quali spesso li invitavano a pescare salmoni nei fiumi del territorio. Le aree meridionali di Payette erano spesso visitate da gruppi Paiutes settentrionali che vi entravano seguendo il corso dello Snake River; queste bande vagavano incessantemente nelle aree desertiche alla ricerca di cibo, ma spesso salivano a nord per raggiungere le montagne. Rispetto ai loro cugini del Nevada e dell’Oregon, questi Paiutes potevano ritenersi fortunati vista la grande possibilità di accedere a radici, salmoni e selvaggina del territorio; essi interagivano pacificamente con le varie bande Shoshonis, e spesso si accampavano con loro. Sull’alto corso del Weiser e del Payette vi erano altri gruppi Shoshonean chiamati “Weiser Indians”. Questo gruppo si muoveva principalmente nelle alte vallate del Weiser River, fino a raggiungere l’area del basso Hells Canyon, a est del Middle Fork; i loro campi era possibile trovarli nelle aree del Payette e nelle zone attorno al South Fork del fiume Salmon. I Weiser mantenevano contatti amichevoli con le bande Paiutes del sud, ma non sempre avevano rapporti pacifici con i Nasi Forati. Quando altri gruppi Shoshonean cercavano di stabilire accampamenti nell’Hells Canyon e nelle zone di Battle Creek, i Nasi Forati furono spesso impegnati a distruggerli. Comunque sia, non dobbiamo esagerare lo stato di guerra esistente tra i Nasi Forati e gli Shoshoni, infatti, i Weiser furono conosciuti anche per dar vita a matrimoni misti con varie bande dei Nasi Forati, le quali visitavano frequentemente le loro terre.


Un dipinto di Richard Hook sui Nez Percé

I Weiser Shoshoni avevano ben poche attitudini alla guerra e, solitamente, le loro vallate erano il regno della pace e dei commerci per tutte le popolazioni del Grande Bacino e del Plateau, ma anche per altri gruppi provenienti dall’ovest. Il significato del termine “Shoshoni” è andato perduto, ma noi sappiamo che venivano chiamati “Serpenti” dai nativi delle Grandi Pianure perché, stando ad alcune fonti, dipingevano serpenti su dei bastoni con l’intento di spaventare i loro nemici. I primi esploratori bianchi, non sapendo distinguere i vari popoli che incontravano, avrebbero infine utilizzato il termine “Snakes” per indicare gli indiani Shoshoni e Paiutes. I vari gruppi Shoshoni venivano genericamente chiamati “mangiatori di…”, in riferimento al cibo che per loro rappresentava la base della loro sussistenza alimentare. I gruppi che si dedicavano alla pesca dei salmoni, erano chiamati “mangiatori di salmoni” (“aqaideka”), mentre quelli ormai dediti alla caccia ai bisonti, erano conosciuti come “mangiatori di bisonti” (“kutsundeka”). Questo stato di confusione era principalmente dovuto all’elevata mobilità dei vari gruppi e famiglie che si muovevano alla ricerca di cibo nell’Idaho. I Weiser erano conosciuti come “mangiatori di pecore di montagna” (“Sheepeaters”) (“tukedeka”), in quanto cacciavano principalmente questa selvaggina nell’Hells Canyon, oppure quando visitavano, e cacciavano, con gli Sheepeaters di altre regioni poste nelle terre del Middle Fork. Spesso però, questi indiani venivano conosciuti come “mangiatori di salmoni”, ma il termine era diverso ed era “wobiaqvideka”, esso derivava dalla consuetudine dei salmoni di stabilirsi sotto i legnami che si potevano trovare in piccoli ruscelli. Un altro, e forse più utile modo – per i bianchi – per distinguere i vari gruppi, era quello di basarsi sulla loro posizione geografica. I “Tossawihi” (“Coltelli Bianchi”, “White Knives”) vivevano nelle terre del Bruneau e prendevano il nome dai coltelli di pietra bianca che portavano con loro; mentre i “Sage Brush Knoll People” (“Puhugwe”) vivevano nelle vicinanze di Fort Hall. “Seewoki”, era invece il nome di un territorio con cui i primi trappers designavano la grande ansa del fiume Snake, in epoche successive il termine venne applicato alle popolazioni di lingua Shoshonean stanziate sul basso corso dei fiumi Boise, Owyhee, Malheur, Weiser e Payette.
Gruppo di guerrieri Paiute
Il termine “Seewoki” era sicuramente Shoshonean, e indicava una terra ricca di boschi e, in particolare, indicava le bande del fiume Weiser. In generale, le origini dei nomi nativi sono andati perduti e, in molti casi, sono stati sostituiti da terminologie applicate dai bianchi. Tale fu il caso degli Sheepeaters dell’Idaho orientale, e dei Lemhi, una popolazione che costruiva campi invernali nella Lemhi Valley. I Weiser erano indiscutibilmente un altro gruppo degli Sheepeaters (Mountain Shoshoni), ma il loro nome venne applicato dai primi bianchi che li incontrarono lungo il corso del fiume Weiser, dove costruivano i loro accampamenti invernali. Il termine “Weiser” non era un nome indigeno, ma venne preso da Peter Weiser (Wizer o Wiser), un membro della spedizione di Lewis e Clark, e venne usato dai trappers a partire dal 1812; anche se in seguito sarebbero apparsi altri nomi di persona simili, come Jacob Weiser, che fu al seguito di Donald Mackenzie nel 1818, o di un cercatore d’oro che apparve a Florence durante il “Gold Rush”.Trascrizione foneticaDizionario – Visualizza dizionario dettagliato Storicamente, il termine “Weiser”, si riferiva ai gruppi dei Mountain Shoshoni e alle varie bande che vagavano l’area dell’alto corso del fiume Weiser, in vicinanza dell’attuale città di Council e nella Indian Valley. Le più antiche annotazioni ricordavano che erano gruppi misti noti come “Weiser Indians”, i quali, come gran parte degli Shoshonis, si definivano “il popolo”. Originariamente i Weiser furono sovente confusi con gli altri gruppi degli Sheepeaters delle Salmon River Mountains. Per quanto sappiamo, i due gruppi parlavano lo stesso dialetto, senza alcuna differenza linguistica. I Weiser, come i loro affini, vivevano una nomadica esistenza sulle montagne e nelle alte vallate dei fiumi, mancavano di qualsiasi unità territoriale e politica, e si spostavano in piccole famiglie o gruppi poco consistenti. In alcune zone il salmone rappresentava la principale fonte di sostentamento per parecchi gruppi di questi indiani ma, dobbiamo ricordare, che tutti gli Sheepeaters si dedicavano alla pesca in diversi periodi dell’anno. Al contrario, i bisonti erano piuttosto rari nell’Idaho occidentale, e furono anche visti dai primi bianchi che entrarono nel territorio, soprattutto nell’area di Boise; l’estinzione di questo animale sarebbe avvenuta intorno all’anno 1840. I Weiser erano comunque diversi dalla maggior parte degli Shoshoni, muovendosi continuamente seguendo le vallate dei fiumi vennero in contatto con le tipiche culture del Plateau, in particolare con i Nez Percé sul basso fiume Salmon. I loro vicini vivevano in villaggi invernali permanenti e il loro nomadismo era limitato ai periodi estivi; la convivenza fra i due gruppi fu piuttosto pacifica e scambi culturali ne sarebbero seguiti; indiscutibilmente i Nez Percé hanno fortemente influenzato gli indiani del Weiser.


Un dipinto di Mort Kunstler sui Paiute

D’altronde, anche la “Plateau Culture” era basata sulla pesca dei salmoni e sulla raccolta delle radici “camas”. I Weiser stabilivano i loro accampamenti semipermanenti invernali nelle vallate dell’alto corso del Weiser, dove gli inverni erano più miti; in questi insediamenti costruivano abitazioni coniche con coperture di stuoie ed erbe intrecciate; i loro villaggi potevano ospitare dalle 15 alle 20 famiglie. Nei mesi primaverili ed estivi le singole famiglie, o i piccoli gruppi, lasciavano l’insediamento invernale e raggiungevano terre dove costruivano degli accampamenti provvisori; alcuni gruppi si spostavano sulle alte montagne per cacciare, mentre altri raggiungevano i fiumi ricchi di pesci, iniziava così un ciclo migratorio annuale che stava alla base della loro sussistenza. I Weiser, e i loro vicini Paiutes settentrionali dell’Oregon orientale, pescavano i salmoni nei fiumi Weiser, Boise, Payette e Snake. Come molti altri gruppi Shoshoni, la vera unità politica dei Weiser era il villaggio, abitato da un piccolo gruppo molto variabile numericamente, dove la famiglia rappresentava la massima unità economica; una famiglia, o un gruppo di famiglie imparentate rappresentavano l’entità di base socio-politica e ciò presupponeva un controllo sociale e politico limitato ad un piccolo gruppo di soci. Ogni raggruppamento più ampio, per scopi sociali ed economici, era temporaneo e mutevole. Un gruppo di famiglie allargate, sotto la guida dei capi famiglia, praticava una forma di leadership molto democratica. L’appartenenza al gruppo del villaggio non fu mai stabile, gli indiani andavano e venivano come e quando volevano; poiché i Weiser non avevano alcun capo autoritario, erano notoriamente molto tolleranti e la cooperazione fra i vari leader era all’ordine del giorno, fra questi molto importante erano i “tegwani”, uomini di grande esperienza, e non necessariamente anziani, il cui compito principale era quello di tenere informato il gruppo sulle migliori zone di caccia o di raccolta. L’apporto dei “tegwani” era importante grazie alla loro oratoria, il che permetteva di tenere unite le famiglie che volevano cooperare; pur non avendo alcuna autorità, non potevano impedire ad alcune famiglie di seguire un loro corso indipendente in qualsiasi momento. In genere, questi leader erano uomini di buon senso e la loro autorità era limitata alla “leadership nella caccia e nella guerra e, in seguito, anche nei rapporti con l’uomo bianco”. Il cavallo ebbe un forte impatto anche sui Weiser. Notoriamente, una organizzazione sociale di “banda”, in senso classico e antropologico, mancava tra queste genti, ma il cavallo permise loro una nuova forma di sviluppo sociale. Grandi gruppi potevano ora più facilmente incontrarsi per commerciare i loro prodotti in un determinato territorio. I Weiser avrebbero trovato nelle vallate del Payette superiore e della Weiser Valley il territorio adatto per i loro cavalli; le colline erano abbondantemente coperte di erba e gli splendidi avvallamenti erano un ottimo rifugio durante i mesi invernali, anche quando la neve era molto alta. Diventando sempre più mobili nei loro spostamenti stagionali, i Weiser potevano spostarsi liberamente, anche se preferivano ancora la loro vita ancestrale.


Un dipinto di Richard Hook sui Paiutes

I gruppi familiari si univano spesso con altri gruppi a cavallo, ma i Weiser non avevano alcun bisogno o desiderio di lasciare i loro paesi di montagna; comunque, il cavallo avrebbe permesso loro di cacciare animali di grossa taglia e di recarsi in luoghi anche molto distanti, come per esempio lo Stanley Basin, le Seven Devils Mountains e le terre del Salmon River, dove potevano cacciare, pescare, o raccogliere “camas”. L’adozione delle tipiche logge delle Pianure, permetteva loro di spostare facilmente gli accampamenti e, di conseguenza, anche i Weiser cominciarono ad abbandonare le loro tradizionali abitazioni d’erba, le quali sarebbero riapparse soltanto nei momenti di emergenza, o per campi temporanei quando gli indiani erano lontani dal villaggio principale. Anche se altri gruppi indipendenti degli Sheepeater, in quello che oggi è l’Idaho centrale, sarebbero rimasti isolati fino a tempi recenti, i Weiser avrebbero continuato ad avere frequenti contatti con i loro vicini. L’antico “Nez Percé Trails” – che conduceva gli indiani nelle terre dello Snake River attraverso le montagne – divenne importante per le Seven Devils Mountains e per il corso del fiume Weiser. Il cavallo permetteva ora l’arrivo di bande, non solo quelle dei Nez Percé, ma anche quelle degli Spokanes, dei Flatheads, dei Cayuse e di altre tribù del nord-ovest. Lo spazio commerciale si espanse automaticamente per le eccedenze di salmoni e l’abbondanza di radici “camas” delle zone del Salmon River; le vallate dei fiumi Boise, Owhyee, Malheur, Payette e Weiser sarebbero diventate le “Peace Valley” degli indiani “Serpente”. Le grandi Fiere commerciali dei salmoni divennero un luogo d’incontro annuale per diverse nazioni, molte delle quali provenivano dall’Ovest e dalle coste del Pacifico. I Bannock barattavano i salmoni, i Nez Percé portavano splendidi cavalli, gli Umatilla e i Cayuse fungevano da intermediari con la “Pacific Coast” e barattavano conchiglie ornamentali; mentre spesso gli Cheyenne e gli Arapaho portavano i pali di cedro del Colorado per costruire “tepee”. Gli Sheepeaters commerciavano pelli di ottima qualità e, soprattutto, già conciate, mentre i Paiutes settentrionali commerciavano punte di freccia di ossidiana già intagliate. Soltanto altre due località in tutto il Nord-ovest potevano confrontarsi con questo centro commerciale: The Dalles sul Columbia River (Oregon) e i villaggi Mandan sul fiume Missouri (North Dakota). La successiva storia dell’Idaho viene datata all’anno 1805, quando giunse nel territorio la famosa spedizione di Lewis e Clark, la quale raggiunse le terre degli indiani Lemhi; infatti, dopo aver esplorato la parte orientale dello Stato, si sarebbe spostata a ovest attraverso le aree settentrionali dell’Idaho. Quando i primi esploratori incontrarono i Lemhi, il Lewis ebbe modo di parlare anche con un indiano appartenente al gruppo dei Boise Shoshoni, il quale gli consigliava di visitare la vallata del fiume Snake. Dopo il loro incontro con i Lemhi, gli esploratori hanno sempre cercato di trovare il modo più semplice per attraversare il canyon del fiume Salmon, ma sono sempre stati costretti a tornare indietro e ad imboccare il sentiero del nord che attraversava il territorio dei Nez Percé.


Un campo dei Weiser

Mentre la spedizione si trovava con i Nez Percé, un piccolo gruppo, comprendente Peter Weiser, venne inviato a sud, in direzione dell’Hells Canyon. Il gruppo trovò un “territorio di alte montagne e con grandi quantità di legname… con abbondanza di cervi e di altri animali bighorn”, i bianchi si trovavano a circa quaranta miglia dal fiume Weiser. La prima spedizione ad attraversare l’Idaho meridionale e a raggiungere il Weiser fu comunque quella di Wilson Price Hunt, (1811). Questa sfortunata avventura, durata undici mesi, rappresenta sicuramente un caposaldo della storia del Nord-ovest. Nel “Paese degli Snakes” i bianchi sopportarono incredibili momenti di panico, di stenti e di fame prima di poter raggiungere Astoria sul fiume Columbia. Nel 1813, un gruppo di trappers, guidati da John Reid, si sarebbero stabiliti presso la foce del Boise e passarono l’inverno nella zona dopo aver costruito una abitazione. Il Reid e i suoi uomini sarebbero stati massacrati nei primi mesi dell’anno successivo, gli autori erano una banda di indiani “Dog-rib”, uno dei gruppi che successivamente sarebbe stato identificato come Bannock. Gli unici sopravvissuti furono una donna indiana, sposata ad un cacciatore, e i suoi due figli; questi avrebbero fatto un eroico viaggio che li avrebbe condotti alla postazione dell’Astoria Company con le tragiche notizie. Durante i primi anni dell’avanzata bianca nelle terre degli Shoshoni, gli esploratori e i trappers tendevano ad entrarvi da est o da nord, ora però i piani venivano da ovest e il Mackenzie vi ritornò nell’autunno del 1818, portandovi la prima “Snake River Expedition” della North West Company, una rivale canadese della Hudson Bay Company. La spedizione consisteva in 55 uomini, 195 cavalli e circa 300 trappole di castori, oltre ad un notevole stock di merci; gli uomini erano tutti trappers veterani, erano franco-canadesi, indiani Irochesi e un certo numero di mezzosangue, al loro seguito vi erano cani, donne, bambini e diversi “tepee”. A differenza degli americani, gli inglesi preferivano muoversi numerosi onde evitare pericoli di ogni genere. Gli indiani dell’Idaho meridionale, a differenza di quelli del nord e dell’est, non si dedicavano assolutamente alla cattura dei castori, lo ritenevano un “lavoro da donne”, per cui le Compagnie dovevano procurarsi da sole le pellicce. Un altro problema era rappresentato dalle guerre intertribali, e il Mackenzie ne era perfettamente a conoscenza; l’inglese ben sapeva che gli indiani Blackfoot penetravano spesso in profondità nelle terre degli Shoshoni in cerca di cavalli e di bottino. A peggiorare la situazione, i Nez Percé ed altri gruppi Sahaptin, da nord e da ovest, entravano spesso in collisione con le “bande Snakes”. Il pericolo e gli attacchi portati da entrambe le parti potevano mettere a rischio le spedizioni della Compagnia. Prima di lasciare il fiume Columbia, il Mackenzie aveva incontrato i capi dei Nez Percé e li aveva convinti a concordare la pace con vari gruppi Shoshoni. Quando la spedizione entrò nella Boise Valley, il Mackenzie decise di lasciare nel territorio i suoi Irochesi per iniziare a mettere trappole lungo i corsi dei fiumi Boise, Payette e Weiser; quando però vi ritornò si rese conto che gli Irochesi non si erano impegnati e vivevano ormai con gli indiani. Disgustato, il Mackenzie ritornò al suo quartier generale sul Columbia. L’anno seguente (1819) sarebbe però ritornato nella Boise Valley con una seconda spedizione, avrebbe iniziato la costruzione di un avamposto permanente nelle vicinanze del luogo del “massacro John Reid” ma, quando due dei suoi uomini vennero uccisi, abbandonò velocemente l’idea.


Indiani Shoshone e Paiute

Alexander Ross, il cronista della spedizione, divise la “Grande Nazione Snake” in tre gruppi: i “Shirry-dikas” (“Mangiatori di Cani”), ovvero i cacciatori di bisonti delle grandi Pianure; i “War-are-ree-kas” (“Mangiatori di Pesci”) e i “Ban-at-tees” (Bannock), o “Snakes delle Montagne”; questi ultimi, stando agli studiosi, sarebbero anche stati conosciuti come “Boise”, “Fort Hall Shoshoni” e molte altre piccole bande del nord che si erano unite per meglio proteggersi dai loro nemici. Nella primavera del 1820 il Mackenzie riuniva un grande Consiglio sul Little Lost River, dove però riuscì ad accordarsi soltanto con i Boise, i quali gli permettevano di operare nel territorio. Peiem – il cui termine shoshonean significava “Big Jim” – e Amaketsa (un capo dei War-are-ree-kas), garantivano la pace con i bianchi, ma dichiararono di non poter controllare gli indiani Bannock, “una razza di predatori” che stava alla base “di tutti i guai degli Snakes con i Nez Percé”. Il Mackenzie continuò i suoi sforzi e quando lasciò il territorio – nel 1821 – era riuscito a far incontrare parecchi leader degli Shoshoni con quelli dei Nez Percé. Come previsto, la pace fu veramente utile per le parti coinvolte, i Nez Percé e gli Shoshoni dettero vita ad importanti scambi commerciali, questi ultimi iniziarono a dedicarsi alla caccia dei castori, poi le pellicce venivano date ai Nez Percé e portate sul Columbia. Ora la Hudson Bay Company, dopo la partenza del Mackenzie aveva preso il sopravvento. Alexander Ross, nel 1824, avrebbe poi raggiunto l’Idaho con l’intento di trovare nuovi corsi d’acqua ricchi di castori, specialmente nell’area del fiume Weiser. Sul Reid River (fiume Boise) avrebbe incontrato Peiem e la sua banda, gli indiani erano in viaggio per visitare gli accampamenti sul Weiser di Amaketsa, impegnato a tenere consiglio con una delegazione di capi Nez Percé. Dopo aver superato il Boise River, il Ross e i suoi uomini giunsero al fiume Payette (o Middle River) fino a raggiungere il Weiser, “un posto eccellente per la pesca sul fiume Wuzer (Weiser)”, dove i bianchi incontrarono la banda War-are-ree-kas di Amaketsa. L’arrivo della concorrenza americana nel commercio delle pellicce avrebbe creato nuovi problemi, sia per gli inglesi che per gli indiani; i nuovi arrivati non sarebbero stati ben accolti da entrambi. Gli Shoshoni trovarono allora il loro paese invaso dai “Lunghi Coltelli” della Rocky Mountain Fur Company. Entro la primavera del 1826 gli americani erano penetrati in profondità nel paese dei Weiser e avevano posto trappole anche sul Payette Lake (posto nelle vicinanze di McCall, Idaho). Le spedizioni britanniche (1825-30) nell’Idaho meridionale vennero allora portate avanti da Peter Skene Ogden, il quale lavorava per la Compagnia nata dalla fusione della North West Company e della Hudson Bay Company. L’Ogden mantenne sempre ottimi rapporti con gli Shoshoni ma fu, nel 1827, mentre era impegnato a porre trappole nel “Wayer’s River” (il Weiser), a notare l’intrusione di circa 40 cacciatori americani affiancati da una banda di Nez Percé. Spostandosi sul fiume Boise, l’Ogden disgustato affermava che “gli americani sono ovunque, ormai anche questo fiume, il Wazer e il Payette sono nelle loro mani”. Gli attacchi indiani si sarebbero allora intensificati contro i cacciatori americani, soprattutto per opera dei Bannock, l’Ogden ricordava che nell’arco di tre anni gli americani avevano perso non meno di 32 uomini “nel paese degli Snake”. Ma, né gli americani, né gli inglesi, né gli Shoshoni erano protetti dagli attacchi delle spedizioni di guerra dei Blackfoot; dalle terre a ovest della Camas Prairie alla Owyhee Valley i cacciatori inglesi segnalavano continui attacchi operati da questi razziatori del nord.


Indiani Bannock

John Work, il successore di Ogden nelle annuali spedizioni della Hudson Bay Company nelle terre degli Snake, nel settembre 1830 era sul Weiser, dove ebbe modo di trovare “un paio di indiani Snake” accampati. Da questi apprese che “il grande campo dei Serpente era nelle terre dei bisonti”, dove probabilmente avrebbero anche dovuto combattere “i nemici Blackfoot”. La spedizione preferì fermarsi per qualche tempo, ma il Work decise di inviare “sei uomini verso nord”. L’anno dopo (1831), un gruppo di trappers dell’American Fur Company entrava nello Stanley Basin e, dopo aver ingaggiato una guida indiana, raggiungeva la Bear Valley e, attraversando la parte superiore del South Fork del Salmon River, entrava nella Long Valley del Payette. Gli americani rimasero fortemente delusi in quanto videro ben pochi castori e soltanto grandi mandrie di alci, quando ritornarono alle loro sedi erano convinti dell’inutilità di ulteriori esplorazioni sulle montagne del Salmon River. Nel 1832 giunse nel territorio Benjamin L.E. Bonneville, il quale si rese subito conto che le terre del Weiser erano invece ricche di castori e che gli Shoshoni si spostavano nel territorio alla ricerca di cibo. Il Bonneville avrebbe notato parecchi spostamenti dei nativi. I Bannock agli inizi della primavera si trasferivano lungo lo Snake, tra le pianure del suo alto corso fino ai loro accampamenti sui fiumi Boise e Payette, dove i cavalli trovavano ricchi pascoli e la cacciagione era molto numerosa. Nelle zone del Weiser arrivavano anche i Nez Percé, i quali scambiavano cavalli con pellicce di castoro; alla foce del Little Weiser il Bonneville avrebbe incontrato alcuni Shoshoni che provenivano dalle pianure del Boise, avevano ottimi cavalli e vettovagliamenti ottenuti dai “lower Nez Percé”. L’esploratore venne subito informato dai suoi scouts che i pericolosi Bannock erano stati avvistati sulle montagne, allora decise di spostarsi nell’Oregon. Nel frattempo, nel 1834, la Hudson Bay Company aveva stabilito una nuova postazione sul basso corso dello Snake River; conosciuta come “Fort Snake”, due anni dopo sarebbe stata trasferita nelle vicinanze della foce del Boise sotto la guida di Francois Payette. Con il veloce declino del commercio delle pellicce, la postazione sarebbe diventata più importante come posto di scambio che come un vero e proprio centro di commercio delle pellicce; Fort Snake divenne l’unico centro di scambio tra il fiume Columbia e Fort Hall. I “Mountain Shoshoni” si sarebbero presentati numerosi volte per commerciare, ormai “le armi e le pentole dei bianchi erano diventati indispensabili anche per gli indiani”; il duraturo effetto del commercio delle pellicce fece sì che le bande Shoshonean divenissero dipendenti dai manufatti portati dall’uomo bianco. Questa nuova situazione avrebbe portato diversi gruppi degli Shoshoni settentrionali a perdere gran parte del loro potere e della loro potenza. Mentre le bande orientali e i Lemhi rimasero comunque in grandi gruppi per poter competere con i loro nemici nei “paesi dei bisonti”, le bande dei Boise, allora sotto la guida di Peiem, e i Bannock del capo “The Horse” – noto anche come “The Chief Horn” -, avrebbero iniziato a dividersi in piccoli gruppi indipendenti e poco propensi a qualsiasi tipo di unità politica. Questa situazione era stata facilitata anche dal diminuire della minaccia portata dai Blackfoot, la cui avanzata a sud era stata interrotta bruscamente dalle guerre e, soprattutto, dalle malattie; le spedizioni di guerra dei nemici del nord ben raramente ora si avventuravano nell’Idaho centrale e meridionale. Gli Shoshoni e le bande Bannock del basso Snake potevano ora svolgere tranquillamente il loro stile di vita e, anzi, potevano anche contare sull’amicizia dei gruppi meridionali dei Nez Percé e di altri indiani del Plateau, i quali commerciavano con loro nelle vallate dei fiumi. La richiesta di pellicce di castoro andò in declino agli inizi del decennio 1840-50, i trappers indipendenti e le piccole imprese avrebbero iniziato a ritirarsi così, con la partenza dei cacciatori di castori, le terre montuose a nord del fiume Snake ritornarono ad essere isolate al mondo intero.


Un guerriero Cayuse

Piccole bande indiane potevano vivere ora in pace nei loro domini; di tanto in tanto apparivano piccoli gruppi di cacciatori bianchi che lavoravano sotto la direzione di Francois Payette, ma per gli Shoshoni del Weiser, e delle zone limitrofe, la vita scorreva tranquillamente. Durante questo periodo gli indiani Weiser rimasero isolati nelle loro vallate montuose e, noi, purtroppo, non abbiamo alcuna notizia su di loro, possiamo soltanto supporre che, non essendo organizzati politicamente, gruppi di famiglie allargate continuavano la loro vita ancestrale cacciando e pescando lungo i corsi degli affluenti dei fiumi Weiser e Payette. Soprattutto i Weiser pescavano nei ricchi Payette Lakes e sul South Fork del fiume Salmon. I Mountain Shoshoni visitavano anche la Boise Valley per commerciare con gli amichevoli indiani della zona e, probabilmente, raggiungevano anche lo Snake Fork per commerciare con i franco-canadesi della zona. Comunque, è accertato che i Weiser raramente visitavano le postazioni dei bianchi. Con l’estinzione dei bisonti, nell’area dello Snake, molte delle piccole bande che avevano cavalli si unirono agli altri gruppi dell’est per cacciare nelle grandi Pianure. Nell’ottobre 1840 la Oregon Trail era ormai in piena attività e numerosi carriaggi di emigranti raggiungevano Fort Boise, per poi dirigersi in direzione del Columbia River seguendo una antica pista indiana. Era questo l’inequivocabile indizio che i bianchi avevano seria intenzione di stabilirsi nelle terre indiane dell’Oregon. Nel 1843 la grande emigrazione verso l’Oregon era ormai in pieno svolgimento, il passaggio dei carriaggi metteva in serio pericolo la vita degli stessi indiani, le terre venivano denudate e gli indiani venivano in contatto anche con gente senza scrupoli. I Weiser preferirono comunque isolarsi ulteriormente nelle loro terre, ricche di foraggio per i cavalli, sull’alto corso dei fiumi Weiser e Payette, dove non ebbero contatto con le carovane degli emigranti. I gruppi Shoshoni e Paiutes che non possedevano cavalli vennero chiamati “diggers” dagli emigranti e continuavano la loro vita nelle aride pianure dello Snake River, ma si trovarono comunque in seria difficoltà e dovettero unirsi per razziare cavalli e bestiame alle ormai numerose carovane che attraversavano le loro terre. I Rapporti dell’epoca sono sicuramente esagerati sulle razzie indiane e, la conseguenza logica fu che numerose bande native vennero massacrate senza alcuna ragione. Nel 1846 gli inglesi si dividevano il territorio dell’Oregon con gli americani, fu allora che il nuovo “Governatore Provvisorio dell’Oregon” decise di risolvere il problema indiano. Dopo il 1850, nelle zone di Boise si stava deteriorando la situazione; nel 1851 il Governatore John P. Gaines decise di arruolare nuove truppe per fronteggiare eventuali attacchi indiani. Nell’agosto 1854, una banda di Boise Shoshoni (“Win-nes-tahs”) venne spazzata via dalle truppe e soltanto due indiani riuscirono a sfuggire al massacro, poco dopo giungevano nel territorio le colonne del maggiore Granville Haller. Quattro indiani vennero catturati. Il capo Oete, e la sua banda di Bannock, che era in visita al forte, e che nulla aveva a che fare con il terribile massacro, venne accusato di avervi partecipato, soltanto l’intervento di emissari della Hudson Bay Company riuscì a salvare il capo dalla prigionia, “Oete era un indiano buono”. Qualche tempo dopo, comunque, due indiani, probabilmente Shoshoni sarebbero stati uccisi prima del ritorno delle truppe alla loro postazione di The Dalles. Il mese successivo, in aprile, venne inviato nel territorio ancora il maggiore Haller, doveva “punire duramente i colpevoli”.


Indiani Spokane

La spedizione non ebbe grande successo, vennero catturati quattro indiani che, presumibilmente, avevano partecipato al massacro, tre sarebbero stati impiccati sul luogo del massacro, mentre il quarto venne ucciso durante un tentativo di fuga. Dalle terre del Boise, le truppe si spinsero poi a est della Camas Prairie e delle Shoshone Falls, dove un piccolo distaccamento si spinse a nord per raggiungere l’area del fiume Salmon, altri quattro indiani perdettero la vita in uno scontro; infine, le esauste truppe si ritirarono. In quel periodo gli americani sarebbero giunti alla conclusione che le varie bande “Snakes” erano composte da almeno tre mila anime, di cui 300 sarebbero stati “indiani Too-koo-ree-keys” (Sheepeaters). Gli ufficiali dell’Oregon avevano allora seria intenzione di negoziare con gli indiani “Boonack, Snake and Mountain Snake tribes”. La creazione del “Washington Territory” avrebbe ulteriormente peggiorato la situazione. Inoltre, nel 1858, la pace nel Nord-ovest sarebbe stata ancor più minacciata dalla “Spokane War”, che avrebbe coinvolto anche gli indiani Coeur d’Alene e Palouse, e che ormai minacciava di sommergere l’intero Plateau. Nel frattempo le ostilità sarebbero continuate nella regione del Boise. Gli Shoshoni orientali, sotto “Gamblers Gourd” (Washakie), causarono ben pochi problemi, erano troppo impegnati a combattere i loro nemici storici delle Pianure. I capi “Foul Hand” (Quintanian) e “Snag” (Tio-van-du-ah) restarono tranquilli e guidarono i loro gruppi dei Mountain Shoshoni nella Lemhi Valley. Ma le bande nord-occidentali, sotto la guida dei capi “Bear Hunter” e Pocatello continuarono a terrorizzare e a depredare il territorio per tutto il 1859. Intorno a Boise e alla Camas Prairie vi erano anche le bande di “Buffalo-Meat-Under-the-Shoulder” (Amaroko) e alcuni gruppi dei Bannock di Fort Boise, sotto la guida di “Hairy Man” (Poemacheah), entrambi questi gruppi avevano un gran numero di cavalli. Le depredazioni lungo la “Pista dell’Oregon” si sarebbero intensificate e, a quanto sembra, tutte le bande ostili erano guidate ed influenzate dal bellicoso “Sego Lily” (Pasigo), un “Medicine Man” considerato come una sorta di “Profeta degli Snake”. Fu questo leader dei Bannock dell’Oregon ad ispirare l’attacco alla missione mormone del Salmon River; questi sarebbe presto diventato l’indiscusso capo di una alleanza composta da genti Shoshonean dell’Oregon, del Nevada e dello Utah. Il colonnello Albert Sidney Johnston, di stanza nelle zone del Salt Lake per condurre una campagna contro i Mormoni, dovette allora scortare i carri degli emigranti lungo la “Oregon Trail”, dalle terre dello Snake fino alle Blue Mountains. Nel luglio 1860 numerose spedizioni sarebbero partite da Fort Dalles per lanciare campagne contro gli ostili; uno squadrone di Dragoni, proveniente da Fort Walla Walla, avrebbe raggiunto le zone di Fort Boise, ma dei ribelli nessuna traccia, erano impegnati a raccogliere radici alle pendici delle montagne dello Snake. Quando le truppe abbandonarono il territorio si ebbero però alcuni attacchi, fra cui lo “Otter Massacre”, nelle vicinanze di Castle Rock, su una rotta alternativa della “Oregon Trail” posta più a sud. In una delle battaglie più disperate mai combattute sul fiume Snake, un gruppo di quarantaquattro emigranti venne attaccato e assediato per ben due giorni prima di essere costretto ad abbandonare i carriaggi e fuggire disperatamente a piedi. Con grandi peripezie, soltanto 15 superstiti riuscirono a mettersi in salvo. Secondo le autorità militari gli assalitori provenivano dalle regioni di Boise. Nel frattempo gruppi di ostili attraversavano lo Snake e raggiungevano il basso corso del Weiser con quattro prigionieri bianchi e cinque bambini; gli indiani si sarebbero poi incontrati con una banda di Nasi Forati guidata da “Eagle-from-the-Light”, un capo che non aveva stipulato alcun Trattato con gli americani.


Un gruppo di indiani Flathead

Questa banda viveva da tempo al fianco dei Weiser Shoshoni, e con loro aveva stretti rapporti. La notizia che “Eagle-from-the-Light” (Tipyahlanah Kaupu) veniva segnalato nella zona del Weiser causò grande apprensione fra i bianchi, il capo era uno dei grandi leader della nazione Nez Percé e, non soltanto si era opposto al Trattato di 1855, ma aveva esortato per anni la guerra contro i bianchi. Nella primavera del 1860, un gruppo di minatori avevano trovato l’oro sul Clearwater, ora i cercatori erano pronti ad invadere anche il cuore delle terre dei Nez Percé. Il risultato dello “Otter Massacre” fu che le bande Paiutes a sud del Columbia, avrebbero dovuto subire per anni le attività predatorie di immigrati senza scrupoli, e così si sarebbero uniti sotto la guida del capo Winnemucca. La frontiera era ormai in fiamme. I vari Dipartimenti Militari dello Utah, dell’Oregon e del Washington vennero invitati dalle autorità centrali a risolvere militarmente il problema degli “indiani Snake”, così varie spedizioni vennero inviate nell’anno 1861. Le autorità tentarono di recuperare i bambini in mano agli indiani dopo lo “Otter Massacre”, ma si temeva ormai che fossero morti di stenti nelle inaccessibili montagne del territorio. Comunque, nessuno sapeva quale banda aveva effettuato il devastante attacco. All’inizio dell’agosto 1861 gli americani riducevano drasticamente le truppe nel Nord-ovest, lo scoppio della “Civil War” richiedeva soldati sui campi di battaglia dell’Est. Nel frattempo, “Eagle-from-the-Light” lasciava i suoi amici Shoshoni per ritornare sul Salmon River dove scoprì ben presto che numerosi cercatori d’oro si erano spinti a sud attraversando il Clearwater, in diretta violazione di un Trattato che alcuni capi della sua tribù avevano stipulato il 4 aprile. Fu allora che il capo decise di organizzare un Consiglio con l’intento di invitare le bande ad unirsi ai ribelli Shoshoni. Uno dei capi, Red Owl (Koolkool Snehee) venne appoggiato da diversi capi della nazione ed allora, Eagle-from-the-Light, inferocito, “riunì la sua banda, abiurò la sua gente” e si spostò nelle terre degli Shoshoni dopo aver accusato i capi di essere “schiavi dei bianchi”.

I Sheepeaters, del Middle Fork del Salmon River, continuavano a vivere isolati sulle loro montagne, restavano ancora sconosciuti alla maggioranza dei bianchi e, come i Weiser Shoshoni, non percepivano ancora alcuna minaccia portata contro di loro. L’arrivo di Eagle-from-the-Light, e della sua banda di Nez Percé, nelle terre dei Weiser avrebbe probabilmente accentuato nuove forme di guerra, portate avanti dai Boise e dai Bannock di Pasigo. Nel luglio 1862 un gruppo di minatori sarebbe però entrato nelle terre dei Weiser, attraversarono il corso del fiume Salmon e scoprirono giacimenti d’oro nella parte settentrionale del territorio. Nel giro di un mese la notizia si sparse a macchia d’olio e centinaia di cercatori si riversarono nella vallata; qualche tempo dopo, nella parte sud-orientale delle terre della tribù, giunsero diversi minatori nel bacino del Boise, erano guidati da George Grimes. I Boise li assalirono, uccisero il Grimes e poi misero in fuga i suoi compagni, ormai, però, l’invasione bianca stava penetrando inesorabilmente anche nel Boise Basin. Nello stesso mese di luglio, una carovana guidata da scouts molto esperti, e dal ben noto pioniere Tim Goodale, attraversava il fiume Payette alla ricerca di un percorso più breve della “Oregon Trail”. Alcuni scouts seguirono una pista indiana che portava sull’alto corso del Weiser, dove vi erano gli accampamenti invernali della tribù (nelle vicinanze dell’attuale Cambridge, Idaho); non riuscendo a trovare un passaggio fino alle Seven Devils Mountains, i bianchi si misero a costruire una specie di mulattiera attraverso le montagne a partire da Brownlee Ferry fino all’Hells Canyon.


Una mappa disegnata da Clark nel 1805

Pasigo, il bellicoso capo dei Bannock, passò parola a tutti i gruppi Shoshonean, “quando le foglie diventano rosse” gli indiani dovevano riunirsi, poi, “quando le foglie ingialliscono e iniziano a cadere”, gli indiani avrebbero dovuto combattere per “distruggere gli invasori”. Le depredazioni sarebbero riprese, ma non abbiamo alcuna indicazione storica sulle attività dei Weiser. Il generale Benjamin Alvord, comandante degli U.S. Volunteers del Distretto dell’Oregon, era ben conscio dell’imminente pericolo, così decise di inviare forze, sotto il comando del colonnello Reuben F. Maury, per controllare la “Oregon Trail” tra Fort Boise e il fiume Salmon. Il suo compito era quello di punire gli ostili. Il 5 ottobre 1862, il generale Alvord scriveva: < < I Nez Percé possono entrare in guerra e incitare le tribù alla rivolta. Gli Snakes possono attaccare i campi minerari a sud del Salmon River. Gli indiani sono perennemente in guerra. Eagle-from-the-Light, un capo Nez Percé che ha sposato una donna Snake, ha con sé una piccola ma pericolosa banda, e si dice che sia in contatto con gli Snake >>. Il 24 ottobre 1862 il generale invitava i capi dei Nez Percé ad un nuovo Consiglio, vi si presentarono i capi Lawyer, Joseph, Big Thunder e tutti gli altri leader, ma non “Eagle-from-the-Light”. Si giunse alla stipulazione di un accordo che permetteva alle truppe di posizionarsi sul fiume Clearwater per “proteggere gli indiani”; proprio nel periodo in cui “il paese degli indiani” veniva invaso da “venditori di whiskey” ed era ormai “infestato di ladri e assassini”. Gli indiani lanciarono allora una lunga serie di attacchi sulle piste dell’Oregon e della California; racconti di aggressioni ed “omicidi” si moltiplicarono giornalmente negli insediamenti dei bianchi. La situazione, soprattutto nella parte orientale del territorio, restava disperata, e grande apprensione in tutto il West fece la notizia del “Massacre Rock”, operata dalle bande di Pocatello. Il colonnello Patrick Connor, con i suoi California Volunteers, giunse a Salt Lake City nel tardo 1862. Il 29 gennaio 1863 le sue truppe intercettavano la banda di Bear Hunter in un campo invernale sul Bear River. Fu uno spietato massacro che portò alla morte di circa 200 nativi. Dopo quattro ore di carneficina le perdite indiane furono calcolate in 224 morti e 160 donne e bambini catturati, le truppe avevano perso 14 uomini con 49 feriti. La battaglia del Bear River avrebbe scosso seriamente gli Shoshoni, la notizia si sarebbe diffusa velocemente e avrebbe raggiunto anche gli accampamenti dei Weiser.
L’invasione bianca del Boise Basin si sarebbe materializzata nel corso dell’autunno del 1862. Migliaia di minatori, faccendieri, giocatori d’azzardo (“gamblers”) e mercanti cominciarono ad arrivare ininterrottamente dall’est. L’itinerario principale era rappresentato dalla vecchia pista indiana “utilizzata dagli Umatilla e da altri indiani dell’Oregon” per raggiungere le terre dei Weiser. L’arrivo dei bianchi fu devastante, infatti organizzarono immediatamente una spedizione di 80 volontari, affiancati da alcuni mercanti e, il primo marzo 1863, si spinsero a sud sotto la guida del capitano Jeff Standifer. Seguendo il corso dello Snake entrarono nelle terre di Owyhee attaccando alcuni accampamenti indiani; i bianchi catturarono parecchi bambini indiani e poi tornarono trionfanti alle loro basi. Ormai, anche la pacifica vita dei Weiser era in serio pericolo. Una grande minaccia per gli indiani Weiser fu però rappresentata da una spedizione inviata a sud dall’Agenzia di Lapway. Tre Compagnie, sotto la guida del colonnello Robert F. Maury, entrarono in campo per punire i ribelli “Snakes”. Lo scopo della spedizione era quello di attaccare indiscriminatamente qualsiasi gruppo nativo. I Weiser, messi in guardia dal pericolo rappresentato dai soldati a cavallo, fuggirono e si dileguarono nelle zone più inaccessibili del loro territorio. Qualche tempo dopo il Maury entrò inutilmente nella Camas Prairie alla ricerca di bande ribelli appartenenti alle tribù Shoshoni e Bannock. Il distaccamento del Currey avrebbe incontrato una piccola banda di “12 tepee”, erano indiano pacifici e l’ufficiale “non poteva far fuoco su un nemico disarmato e supplicante, allora prese le loro scorte di cibo e fece catturare il capo”. Questa “eroica azione” rappresentò il risultato finale di circa 200 miglia di “duro viaggio”. Nello stesso periodo, il colonnello Connor, con i suoi “California Volunteers”, stava setacciando l’Idaho sud-orientale, ma non trovò alcuna resistenza da parte delle bande Shoshoni del territorio. Nel frattempo, James D. Doty siglava un Trattato di Pace (agli inizi luglio) con le bande di Washakie. Anche Pocatello inviava messaggeri per chiedere la pace per le bande del nord-ovest, così, il 30 luglio 1863, veniva firmato il Trattato di Box Elder. Il capo Pasigo venne informato da Winnemucca, leader dei Paiutes del Nevada, di una nuova conferenza di pace con i bianchi. Il “meeting” si tenne sul fiume Humboldt sotto la guida dell’Agente Indiano dell’Humboldt, John C. Burche; gli indiani promisero di sospendere gli attacchi se i bianchi avessero sospeso tutti i loro “atti aggressivi”. Nel 1863 vennero stipulati cinque separati Trattati con il Doty, vi avrebbero partecipato cinque bande Shoshoni, restavano però escluse le bande dell’Idaho sud-occidentale, fra i quali i Boise. Anche la costruzione di Fort Boise non avrebbe comunque posto fine alle incursioni nell’area, i problemi sarebbero continuati dopo la creazione dello “Idaho Territory”, specialmente nei confronti dei minatori che si inoltravano nelle Owyhee Mountains.


Mappa dell’Hell’s Canyon

Due Compagnie di minatori volontari presero le armi nell’estate del 1864 ed entrarono nella regione di Owyhee, ingaggiando una battaglia campale con i Paiutes della zona. Il governatore Caleb Lyon stava muovendo allora il suo “Processo di Pace”. Il 10 ottobre 1864 siglava un Trattato con gli indiani Boise, promettendo loro una Riserva. Il Trattato non venne però mai ratificato dal Governo centrale. Nella regione del Payette la situazione non era invece delle migliori. I bianchi provocavano continuamente, parecchi fuorilegge travestiti da indiani commettevano depredazioni di ogni genere e, come al solito, gli Shoshoni, i Bannock e i Paiutes del territorio venivano incolpati. William McConnell, un allevatore stabilitosi nella Jerusalem Valley, poco sopra l’Horseshoe Bend, nel 1864, dette vita ad un “Comitato di Vigilantes” così, entro l’anno successivo, la maggior parte dei fuorilegge venne cacciata dalle vallate del Weiser e del Payette. Nel frattempo, intorno al 1865, le bande Weiser dei Mountain Shoshoni erano sotto la direzione di alcuni leader, il cui capo principale era riconosciuto in Eagle Eye. Il capo, conosciuto con un nome inglese, era noto alla sua gente con un termine pronunciato “Igrai”, aveva ormai grandissima influenza e teneva sotto il suo controllo tutti i gruppi Weiser, mantenendo inoltre buoni rapporti con i bianchi. Il suo atteggiamento avrebbe aumentato la sua influenza anche su altri gruppi limitrofi che non effettuavano scorrerie contro gli insediamenti dei bianchi. Se i Boise Shoshoni erano stati decimati dalle guerre, alcune bande Shoshonean avevano preferito risalire il corso del Weiser per unirsi alla tribù di Eagle Eye. Più a sud il capo Egan (“Ehegante”, “Blanket-Owner”) portava i suoi Paiutes nelle terre del basso corso dei fiumi Weiser e Malheur, e lungo il corso dello Snake. Egan era di etnia Shoshoni ma, allevato dai Paiutes, divenne un grande leader avente forti legami familiari con Winnemucca, il potente capo dei Paiutes di Owyhee (Nevada). Di diverso parere era il generale Howard, il quale erroneamente affermava che Egan era “un mezzosangue Umatilla e Paiute”, ma il capo restava indiscutibilmente uno Shoshone, il cui nome shoshone “Ehegante” significava “Quello-che-Porta-la-Coperta”. Anche se Egan venne fortemente influenzato dagli ostili gruppi Paiute del sud e dell’ovest, il capo fu sempre amico di Eagle Eye e mantenne anche buoni rapporti con i bianchi delle terre del Weiser. Quando però decise di spostarsi sul fiume Malheur, Egan e i suoi Paiutes avevano deciso di appoggiare gli indiani ostili. Un altro piccolo gruppo, quello di Yaggety, che viveva sul basso corso del Payette, avrebbe deciso di deporre le armi ed accettare la supremazia americana; mentre i Bannock del Payette, guidati da Bannock Joe, restarono relativamente tranquilli. I Nez Percé di Eagle-from-the-Light occasionalmente scendevano dal nord, e pur non amando i bianchi, evitavano qualsiasi tipo di conflitto. Comunque, Eagle Eye non aveva alcun controllo sui gruppi ostili del sud e dell’ovest. Quando i minatori entrarono nella “Owyhee country” sarebbero scoppiati seri problemi con gli indiani Paiutes, anche se Winnemucca e, stranamente, Pasigo, si sarebbero adoperati per mantenere la pace. In un editoriale dell’Idaho Statesman (marzo 1866) veniva riportato che “almeno una dozzina di gruppi sono ben disposti verso i bianchi, ad eccezione della tribù Sheep Eaters”, questi gruppi “trattano i bianchi con gentilezza e cordialità”. Howluck, un “importante capo degli Snake”, la cui banda vagava dall’alto Weiser all’Oregon centrale, stava incoraggiando “i Klamath Lake, i Modoc e altre bande dell’Oregon” a compiere incursioni contro gli insediamenti coloniali. Le bande dell’Oregon – sotto la guida di Wewawewa, Paulina e Oytes – stavano inasprendo gli attacchi e così, nel corso del 1866, la frontiera era in fiamme. Questi gruppi dell’Oregon si spostavano dalla parte meridionale dello Stato alla Owyhee Valley (Idaho sud-occidentale), poi attraversavano lo Snake River per attaccare i ranch del basso Weiser. In giugno la “Malheur band of the Snakes” colpiva duramente il Buttermilk Ranch, per poi spostarsi nella Burn River Valley per colpire alcuni insediamenti.


Fila di esploratori nelle terre indiane

Vennero immediatamente poste delle taglie sugli indiani: 100 dollari lo scalpo di un uomo, 50 per quello di una “squaw” e 25 dollari per quello di un bimbo sotto i 10 anni. Ora, gli indiani Boise, Camas e Bruneau erano alla mercé dei cacciatori di taglie. La situazione stava ormai precipitando ed allora, l’11 dicembre 1866, il generale George Crook assumeva il comando delle operazioni a Fort Boise. Poche settimane dopo il suo arrivo giunsero notizie di depredazioni presso la foce del fiume Boise, allora decise di mettersi in movimento per una lunga campagna durata circa due anni. L’esercito non dette alcuna tregua alle bande ostili, incalzandole in profondità e distruggendo i loro campi invernali ed estivi, gli indiani si trovarono in seria difficoltà e non poterono raccogliere radici di “camas” e cacciare tranquillamente. La strategia di Crook era chiarissima, impedire agli indiani di raggrupparsi, riposare e rifornirsi di cibo; il suo assalto implacabile fu portato avanti con varie campagne invernali e con la creazione di postazioni temporanee site in posizioni strategiche all’interno del territorio degli ostili. Durante gli scontri e le campagne i Weiser di Eagle Eye sarebbero rimasti tranquillamente sulle loro montagne, evitando qualsiasi contatto con il mondo dei bianchi; la loro esistenza era ancora praticamente sconosciuta ai coloni dell’Idaho. Altri gruppi, forse influenzati dal leader, avrebbero preferito ritirarsi o estraniarsi dalla lotta per ritirarsi nelle terre del fiume Weiser. Nella primavera del 1867 altre depredazioni venivano segnalate a nord dello Snake; in marzo i ranch del basso Weiser furono nuovamente assaliti, circa quaranta cavalli sarebbero stati razziati e molti ammazzati. Qualche tempo dopo, però, le truppe di Crook sarebbero riuscite a sospingere i ribelli nelle terre dell’Oregon, i suoi metodi stavano evidentemente dando i primi frutti; nelle zone dell’Owyhee River e nell’area delle Steen Mountains vi furono parecchi scontri e gli indiani non ebbero certamente la meglio. Piccole bande sarebbero state distrutte o avrebbero deposto le armi per essere rimosse dal territorio. I coloni dell’Idaho erano inferociti ed avevano le proprie idee su come liberare il paese dalla minaccia indiana. Nell’aprile 1867 un gruppo di allevatori assalirono i guerrieri di Paulina nella John Day Country, il capo perdette la vita e ciò avrebbe aumentato il risentimento indiano. Le truppe continuavano le loro campagne e altre bande vennero distrutte e rintracciate nei mesi invernali nell’interno degli aspri deserti dell’Idaho, eppure gli ostili continuavano la lotta contro gli invasori bianchi. I problemi del basso Weiser erano ormai ben noti alle autorità, i coloni stavano all’erta ma, nel giugno 1867, un Rapporto presentato a Boise City, diceva che una banda di indiani si era stabilita sull’alto Weiser e che, questa banda, era in “procinto di compiere incursioni” contro i coloni della valle. Ora anche gli indiani Weiser erano stati scoperti dai coloni bianchi, ed allora alcuni scouts delle truppe risalirono il fiume, ma si astennero da qualsiasi scontro con i guerrieri della tribù. Tre mesi dopo, nel settembre 1867, Eagle Eye e la sua banda, però, venne ufficialmente riconosciuta come “ostile”. L’esercito fu allora costretto ad intervenire, sua intenzione era quella di “distruggere le bande di indiani ostili e di predoni che vivevano nelle vicinanze del Weiser”. Il 4 ottobre, il tenente Thomas Barker, “un esperto cacciatore di indiani”, si diresse sul fiume Weiser per ritirarsi poi a est, sul Salmon River. L’ufficiale aveva capito che gli autori delle depredazioni non erano gli indiani locali, ma guerrieri che avevano attraversato il Weiser provenendo dal fiume Snake per cacciare nel territorio. Gruppi di indiani si erano spinti in direzione del Farewell Bend per cacciare, ma non avevano partecipato ad alcun assalto contro gli insediamenti. Quando il Barker scoprì un accampamento della banda di Eagle Eye, concluse che il gruppo contava dai 75 agli 80 indiani. Nell’accampamento abbandonato furono trovate impronte di mocassini che misuravano 17 pollici e mezzo; la stampa prese subito atto di questa notizia e lo “Idaho Statesman” offrì subito “50 dollari per l’alluce di questo essere dei boschi”, il suo scalpo poteva valere anche 100 dollari. La leggenda del “Bigfoot” aveva ormai preso piede nel territorio e molte dicerie furono sentite durante tutta la campagna. Si diceva che furono gli stessi indiani Weiser a contribuire a diffondere la leggenda, utilizzando enormi mocassini per impaurire i bianchi. Non sappiamo dare spiegazioni plausibili ma, un vecchio detto dei Nez Percé diceva che “i piccoli Bannock hanno grandi piedi!”. Howluck, un capo Shoshonean delle zone dell’Owyhee, era ritenuto un indiano ostile e pericoloso, le leggende dicono che era oscuro, terrificante e simile al “Bigfoot”. La figura del “Bigfoot” venne rappresentata anche dalla stampa e si diffuse velocemente in tutto il Nord-ovest. Non tutti i bianchi consideravano i Weiser associati ai gruppi ostili. Il governatore David W. Ballard scriveva che, “nel centro del territorio, nelle vicinanze di Warren, vive una piccola banda di un centinaio di amichevoli indiani Shoshones”. Però ricordava che i gruppi non ostili dovevano essere rimossi immediatamente nella “Fort Hall Reservation” già in giugno, per staccarli completamente dagli che, “selvaggi, feroci e guerrieri vagavano per attaccare gli insediamenti”. Il Ballard avrebbe tentato di incontrare i fratelli Bannock John e Bannock Jim (“Pagwite”), leader importanti delle bande Bannock e Shoshoni dei Boise, dei Camas e dei Bruneau, ma i due capi preferirono astenersi causa l’assenza di Taghee, il leader indiscusso delle bande del territorio. Il 21 giugno 1867, Taghee fu presente al Consiglio, quando la maggior parte dei capi si dissero disposti a trattare con il Governatore; Taghee ricordava però che non poteva fermare i gruppi Sheepeaters che entravano nelle sue terre per assalire gli insediamenti.
John Jacob Astor
L’agente Luther Mann, di stanza a Fort Bridger, identificava gli indiani Sheepeaters come una banda poco conosciuta che viveva nelle Salmon River Mountains; il “Superintendent of Indian Affairs” dello Utah, F.H. Head, concludeva che gli Sheepeaters avevano firmato il Trattato di Soda Springs (1863). Comunque, anche il potente Taghee si rifiutò di prendere la parola a nome di questi indiani, mentre il Ballard doveva convenire sulla necessità assoluta di contattare questi Mountain Shoshoni, ed allora Bannock John si disse disponibile a tentare di convincere gli Sheepeaters a rispettare i patti di non aggressione. Anche Eagle Eye fece sentire la sua voce, dichiarando di non essere disposto a rimanere perennemente sull’alto corso del Weiser, dove la sua banda sarebbe stata sottoposta a periodi di fame e, probabilmente, anche ad attacchi di bianchi senza scrupoli. Con la “Snake War” il rischio per gli indiani non belligeranti era notevole, soprattutto se dovevano raccogliere radici nelle pianure dove vi erano gli insediamenti coloniali; Eagle Eye, onde evitare qualsiasi tipo di problema, decise di trascorrere l’inverno del 1867 sulle montagne. Nel maggio 1868 il generale C.C. Augur negoziava a Fort Bridger con gli “Snakes, Bannocks ed altri indiani”. Il generale venne accolto amichevolmente da Taghee e Washakie; durante l’incontro Taghee si disse contrario a portare la sua gente nella Riserva del Wind River, voleva soltanto stabilirsi “nel paese di Port Neuf e nella Camas Prairie”. Quando i gruppi orientali degli Sheepeaters – che avevano scelto di unirsi ai Lemhi di Tendoy (Un-ten-doip) – appresero che Taghee e la sua gente avevano ricevuto aiuti per 4 mila dollari, un gruppo – guidato da Captain Jim, figlio di Peiem, l’ex leader dei Boise – si presentò in luglio a Boise City per accusare Ballard di non aver invitato la sua gente al Consiglio. In effetti, stando ad alcuni bianchi, gli indiani di Tendoy vivevano “in miseria e nella sporcizia”, fu allora che l’agente Mann venne incaricato di indagare. Il 24 settembre 1868 venne concluso un Trattato con Tendoy a Virginia City (Montana), gli indiani cedevano tutte le loro terre e accettavano di ritirarsi nella Lemhi Valley; il Senato americano non avrebbe mai ratificato questo Trattato. La situazione si faceva ormai troppo complicata, gli indiani Boise, Camas, Bruneau e Sheepeaters non riuscivano a capire il perché i Bannock di Taghee avevano ricevuto parecchie merci di provenienza europea. Il Ballard e l’agente Charles Powell dovettero intervenire per affrettare la costituzione della riserva di Fort Hall. Il Powell riferiva che, “La situazione degli indiani sotto la mia giurisdizione mi ha costretto a limitarmi ad alcune azioni circoscritte. Da una parte vi sono gli ostili Serpenti e Piutes, dall’altra i bianchi i quali, nella maggior parte, intendono distruggere i nativi. I bianchi si sono stabiliti in terre appartenenti agli indiani, poi si sono sparsi anche sulle montagne alla ricerca di metalli preziosi; gli indiani diventano così degli uccelli da preda, costretti ad essere spennati e distrutti…”. Nel frattempo la “Snake War” continuava. Nel maggio 1868 le truppe catturavano il capo Egan e la sua banda, composta da sole 10 logge, sulla forcella settentrionale del Malheur River, nelle vicinanze di Castle Rock. Il mese successivo anche Howluck, con 61 indiani della sua banda, venivano colti di sorpresa e catturati nella parte orientale dell’Oregon. Gli indiani “Winnemuccas”, una banda Paiute guidata dall’omonimo capo Winnemucca, vennero catturati poco dopo e deportati a Fort Smith; questa situazione avrebbe costretto Wewawewa e altri leader ostili a chiedere immediatamente la pace. Gli indiani ostili si sarebbero arresi nel mese di luglio a Fort Harney, le campagne invernali di Crook avevano costretto gli ostili a deporre le armi; il generale richiese la restituzione di tutti i beni razziati, promettendo loro una vita migliore. La stampa dichiarò ufficialmente chiusa la “Snake War” proprio mentre Ballard e i suoi agenti stavano pianificando la rimozione dei Boise e dei Bruneau che non avevano trattato con le autorità; le bande erano ormai “indigenti” e la priorità era diventata quella di portarli a Fort Hall.


Lungo la Boise Valley

Il Governatore richiese ripetutamente aiuti e fondi per prendersi cura dei “quasi seicento Shoshoni” che vagavano ancora sull’alto corso del fiume Boise. Eagle Eye e i suoi Weiser avevano invece trascorso l’inverno 1867-68 fuori dalla portata delle truppe di Crook. Quando la notizia della pace avvenuta li raggiunse, i Weiser si sentirono al sicuro e decisero di ritornare sull’alto corso del Weiser, ben sapendo che la parte occidentale del loro territorio era ormai invasa dai minatori, l’oro era stato scoperto sul Gold Fork del fiume Payette. I cercatori non soltanto avevano raggiunto l’alto Payette, ma ormai stavano esplorando anche il South Fork del Salmon River e progettavano di spingersi nelle inesplorate terre del Middle Fork, nel cuore del territorio dei Sheepeaters. Alcuni Rapporti del 1868 indicavano però che gli indiani stavano “in agguato”. Nei primi mesi del 1868 i primi coloni bianchi si sarebbero stabiliti nelle zone del fiume Weiser, per poi spingersi anche più a nord raggiungendo la disabitata Middle Valley. Nel frattempo giungevano notizie riguardanti una “banda di razziatori Snakes” che si era stabilita presso le sorgenti del Weiser. Un gruppo di esperti scouts, guidato dal colonnello James B. Sinclair, si mosse da Fort Boise il 16 luglio; la spedizione era composta da nove militari, dal capo degli scouts – Sinora Hicks – e da sette indiani Boise. Il gruppo si spinse nell’alta valle del fiume Weiser con razioni limitate a soli otto giorni, avvistato dagli indiani, Eagle Eye decise di evacuare il suo accampamento per fuggire sulle montagne. I Weiser vennero intercettati presso la confluenza del Little Salmon con il Salmon River; 41 indiani vennero catturati, tra questi Eagle Eye, dodici dei suoi uomini e 28 donne e bambini, la banda aveva con sé 21 cavalli e grandi quantità di salmoni secchi e di radici “camas”. Il colonnello, convinto che altri indiani della banda erano nella zona, trascorse altri 13 giorni alla loro ricerca, alla fine desistette e fu convinto del contrario. Ritornato a Fort Boise, il Sinclair si rese conto che i Weiser non erano gli indiani che avevano compiuto razzie nel territorio, i veri responsabili erano una piccola banda di Boise Shoshoni, separatasi dal grosso della tribù qualche tempo prima, e che ora temeva la ritorsione dei bianchi. Lo “Idaho Statesman” faceva notare che l’operato del Sinclair era riuscito a creare nuove relazioni amichevoli con gli indiani Weiser, i quali dovevano però essere rimossi a Fort Hall il più presto possibile. Qualche giorno dopo Eagle Eye incontrava il Ballard e gli alti ufficiali dell’esercito, i quali decisero di lasciarli liberi di ritornare nelle loro terre. Alcune settimane dopo vennero segnalati saccheggi e razzie nelle zone del basso Weiser, allora l’agente George Hough lasciava Boise (7 settembre 1868) per rintracciare Eagle Eye e la sua banda, gli indiani si erano stabiliti nei loro vecchi accampamenti sul Little Weiser River, un territorio che i bianchi avrebbero poi chiamato “Indian Valley”. Nel frattempo una dozzina di famiglie di coloni si stabilivano nella parte settentrionale della Weiser Valley, ma gli indiani del territorio non dettero loro alcun problema. I Weiser non avrebbero opposto alcuna resistenza anche grazie ai loro pacifici capi. Sinora Hicks e Walter Mason trascorsero l’inverno cacciando sulle montagne, decisero allora di visitare gli indiani Weiser. Vennero accolti amichevolmente da Eagle Eye, il quale disse loro che oltre le montagne, “a circa 20 miglia di distanza”, si erano stabiliti “indiani sconosciuti e selvaggi” che vivevano di caccia e di pesca. Il Mason trasse le solite conclusioni, erano “indiani ostili che quando vedevano un bianco cercavano di prendergli lo scalpo”. Nel febbraio del 1869 il Mason rientrava a Boise City e riportava che la banda Weiser, composta da una settantina di persone, doveva essere rifornita di cavalli e di armi, ma che non era disposta ad entrare nella riserva di Fort Hall. Il capo disse chiaramente al Mason che non aveva alcuna intenzione di spostare la sua gente per ridurli come gli indiani Boise, i quali, con i Bruneau, soffrivano la fame fuori dalla riserva. In dicembre, intanto, all’agenzia non era giunto neanche un soldo per aiutare gli indiani durante i mesi invernali, così si erano sparsi nel territorio alla disperata ricerca di cibo; alcuni giunsero persino a mendicare sulle strade di Boise City, o facendo qualche lavoretto per i bianchi della zona; altri, e questo era ancor più grave, avevano perso le loro coperte scommettendo con alcuni bianchi. Infine, la triste opera venne chiusa da una devastante epidemia di morbillo, mortale per parecchi indiani della riserva che si erano stabiliti poco a nord di Boise. Il Ballard dovette intervenire e, con i pochi fondi a disposizione, in primavera, iniziò a spostare una parte dei Boise a Fort Hall; gli indiani, fra i quali anche qualche banda di Bruneau, accettarono la nuova situazione, soltanto pochi gruppi preferirono restare nelle loro antiche terre. L’esodo ebbe luogo il 13 marzo 1869, circa 1.150 Boise e Bruneau, e circa 150 Bannock, vennero scortati dalle truppe nella riserva mentre erano alla ricerca di cibo lungo il fiume Snake. Gli Sheepeaters e i Weiser di Eagle Eye rifiutarono di muoversi e, questi ultimi, si ritirarono nell’alta vallata del fiume. In quel periodo i Weiser erano valutati dai bianchi in circa 150 anime, stanziate tra la foce del Weiser e il fiume Salmon; i coloni li descrivevano “molto cordiali e seriamente impegnati a convincere gli ostili a chiedere la pace”.


Fort Astoria nel 1813

Intanto, qualche gruppo di Sheepeaters dell’Idaho centrale stava unendosi ai Lemhi e ai Weiser proprio mentre nelle zone di Leesburg veniva scoperto l’oro, e migliaia di cercatori entrarono nel territorio, specialmente nelle zone di Loone Creek. Per gli indiani del territorio era una autentica disgrazia, il loro paese invaso dai bianchi poteva mettere a repentaglio il loro tipo di vita; qualche gruppo di Mountain Shoshoni sarebbe allora riuscito a recuperare qualche cavallo per poi poter cacciare i bisonti al fianco dei Lemhi. Fra questi vi furono gli “indiani Pasasigwana”, una banda Sheepeaters stanziata a nord della Camas Prairie, in vicinanza del Salmon River; questo gruppo avrebbe velocemente raggiunto la Lemhi Valley; altri gruppi Sheepeaters, che non possedevano cavalli, si sarebbero spostati a ovest per unirsi ai Weiser di Eagle Eye. Andy Johnson, un capo degli Sheepeaters del South Fork del Salmon River, che aveva sposato una donna della tribù Weiser, sarebbe stato uno dei primi ad unirsi ad Eagle Eye e la sua banda. Gli Sheepeaters del Middle Fork erano stati da sempre in stretto contatto con i Weiser nonostante fossero più affini ai Lemhi di Tendoy, con i quali spesso cacciavano e pescavano insieme. Le notizie sui Weiser erano comunque poco chiare, dopo una consistenza numerica di circa 150 anime, un’altra fonte parlava invece di “68 indiani Weiser Shoshones”, restava comunque difficile stabilire veramente la loro consistenza, in quanto la banda era spesso divisa in vari gruppi che si spostavano autonomamente nel territorio. Alcuni bianchi ritenevano però che nel villaggio vi fossero comunque sempre almeno un centinaio di indiani; inoltre, non dobbiamo dimenticare che i loro accampamenti erano spesso visitati da gruppi Paiutes, Bannocks e Nez Percé. I Weiser erano allora molto rispettati dalle altre popolazioni del territorio; Eagle Eye continuava a mantenere posizioni pacifiche nei confronti dei bianchi e così, nonostante la presenza di bande ostili, la pace era allora rispettata. La “Snake War” era terminata e numerosi gruppi raggiungevano le terre del Weiser per cacciare e raccogliere radici. Fu in questo periodo – nel decennio 1860-70 – che gli indiani Weiser erano in via di sviluppo, sia a livello sociale che politico, stavano allora diventando una vera e propria banda. I Weiser erano allora armati e possedevano anche un buon numero di cavalli. Verso la fine del decennio, però, numerose bande ostili entravano nella valle per unirsi agli altri gruppi che annualmente si radunavano per il “rendezvous”, è probabile che le grandi capacità oratorie e di leadership di Eagle Eye abbiano indotto questi gruppi a mantenere l’alta vallata del Weiser in un luogo di pace. Nell’estate del 1869 i primi coloni bianchi apparvero per stabilirsi permanentemente lungo il corso del Little Weiser River, i coloni si stabilivano proprio dove i Weiser avevano i loro campi invernali. Successivamente, all’indomani del “Gold Rush” nell’Idaho meridionale, le vallate dei fiumi Payette e Weiser iniziarono ad attrarre nuovi coloni. Il territorio cominciò ad essere costellato da case, stalle e fienili, da campi recintati e da autentiche distruzioni di terre ricche di approvvigionamenti per gli indiani. Probabilmente questi ultimi, i Weiser, guardavano i nuovi venuti con grande curiosità. La Council Valley, posta circa 10 miglia a nord della Indian Valley, era un’altra sede dell’annuale “rendezvous” nativo, questa restava ancora disabitata e non investita dall’immigrazione bianca. Intanto le autorità americane stavano progettando la rimozione dei Weiser a Fort Hall. Il Ballard riportava (29 aprile 1869) che vi erano ancora dei “renegades” Bannock, Sheepeaters e Boise che si opponevano alla rimozione. Il colonnello De Lancey Floyd-Jones arrivò a Boise City il 12 giugno 1869 e, il mese dopo, venne raggiunto dal tenente W.H. Danilson, che rimpiazzava il Powell a Fort Hall. Dopo aver conferito con il governatore Ballard, il Floyd-Jones decise la rimozione dei Weiser come la principale priorità d’azione. Verso la metà di agosto, affiancato dal colonnello Sinclair e da un piccolo distaccamento militare, il Floyd-Jones visitava il campo di Eagle Eye per accertarsi dell’esatto numero e delle condizioni della piccola banda.


I cavalli erano arrivati per merito dei Nez Perce

Quando il Sinclair visitò Fort Hall si rese però conto che il piano di rimozione doveva essere ritardato; lo sforzo degli agenti per sviluppare l’allevamento nella riserva era miseramente fallito. Nel frattempo i Weiser avevano stabilito tre campi invernali permanenti nella Indian Valley; due di questi videro la presenza di indiani Nez Percé guidati da un leader pacifico e noto ai bianchi come “Indian Charley”, questi aveva scelto di stabilirsi presso gli Shoshoni del Weiser. Un altro leader importante che si era stabilito nel territorio era Andy Johnson, capo di una banda Sheepeaters, il quale era cognato di Eagle Eye; la banda di questo capo vagava originariamente sul South Fork del Salmon River. Inoltre, sembra che nel territorio vi fosse anche la banda Bannock di Bear Skin, ed anche quelle di Big John, Captain John e Chuck, questo ultimo un capo importante dei Lemhi. Tutti questi leader riconoscevano Eagle Eye come “Hyas Tyhee”, il capo indiscusso e principale. I Weiser erano sicuramente una popolazione facilmente identificabile rispetto agli gruppi Shoshoni che frequentavano la zona, mentre invece l’influenza degli elementi culturali portati dai Nez Percé ed anche dai Bannock avevano lasciato un visibile segno sui gruppi più occidentali degli Sheepeaters; comunque, anche i loro vicini Paiutes avrebbero subito influenze culturali appartenenti ai gruppi del Plateau. Dalle fonti risulta che, nel 1870, i Weiser venivano riconosciuti facilmente dai bianchi, erano un gruppo ben distinto che stava però anche esso subendo forti influenze esterne e veniva ormai ritenuto una “banda mista”. Lo “Statesman” riferiva che gli indiani continuavano a raccogliere radici nella Camas Prairie, per poi ritornare nelle zone del Boise provocando “grande allarme fra i bianchi del territorio”.

I numerosi problemi avuti dagli indiani di Fort Hall ebbero un effetto diretto anche sui gruppi Weiser, i cui rapporti con i bianchi restavano comunque precari. Durante il mandato dell’agente High a Fort Hall, gli indiani dovettero spesso uscire dalla riserva per procurarsi il cibo. L’arrivo nella Boise Valley (giugno) di un grande gruppo di Shoshoni guidati da Captain Jim – o Jim Collins come veniva chiamato -, aveva suscitato grande scalpore e preoccupazione fra i coloni; la maggior parte degli indiani avevano posto i loro “tepee” nelle zone di Middleton, mentre altri si erano stabiliti a Warm Springs, a Government Island (presso Boise) e nelle zone limitrofe.


Un trapper al lavoro

Dopo aver visitato il forte e avvisato le autorità militari delle loro intenzioni pacifiche, il Collins, Little Jim e altri capi dei Bannock, cavalcarono verso la città per incontrare il segretario E.J. Curtis, in qualità di Governatore, e altri funzionari. Il Curtis, perentoriamente, informava gli indiani di non essere i benvenuti nella Boise Valley, fu allora che Captain Jim fece un drammatico discorso alle autorità: < < Tutta la mia gente viene qui in pace. Io sono nato in questa valle ed ora gli uomini bianchi ci cacciano dal nostro territorio. Mio padre e mia padre sono seppelliti qui, nelle vicinanze delle sorgenti calde. Tutti i miei coraggiosi indiani sono con me e tutti loro sanno che i nostri antenati sono qui seppelliti… Io dico addio, ed ora ritorno a casa ma nelle prossime dodici lune, quando cresce abbondante, ritorneremo a vedere i nostri morti. Né tu, né il Grande Padre, né i soldati ci potranno fermare! >>. Il ritorno degli indiani nell’Idaho occidentale venne notato anche dalla stampa, la quale si lamentava continuamente dei “diavoli rossi” e della riduzione di truppe a Fort Boise. I giornali riferivano che grosse “bande di fastidiosi indiani” richiedevano presuntuosamente “tabacco, whiskey e altri beni”, il loro “comportamento sul Payette, sul Weiser, sul Squaw Creek, sul Willow Creek e nella Camas Prairie aumentava i problemi”. Lo “Statesman” diceva che i bianchi dovevano difendersi e che l’unica risposta era una “guerra di sterminio”. Comunque, le cifre presentate dai bianchi erano esagerate, la presenza di indiani nel territorio non era così grande; la verità diceva che piccole bande di Shoshoni lasciavano la riserva per cacciare e pescare, ma non molestavano “né i bianchi, né i loro raccolti”. Nei primi mesi del 1871 moriva il capo Taghee ed allora la “nazione Bannock si era frammentata e disorganizzata”; la maggior parte delle bande aveva raggiunto le Pianure dei bisonti e ciò dette grande sollievo all’agente High che non aveva cibo a sufficienza per sfamarli. Nello stesso anno le fonti riportavano che nella Indian Valley vi erano soltanto 83 indiani Weiser, ma nel loro territorio giungevano spesso altri gruppi che condividevano i loro pascoli e le loro vallate. I bianchi restavano comunque in forte apprensione nonostante erano ben a conoscenza dell’amicizia di Eagle Eye.


Uno Shoshone in un dipinto di James Bama

Nel luglio dello stesso anno vennero segnalati indiani ostili nel territorio e, presso l’Horseshoe Bend si diceva che due bianchi erano stati uccisi e che circa 50 guerrieri avevano raggiunto il fiume Malheur. Eagle-from-the-Light e i suoi Nez Percé furono accusati dell’attacco soltanto perché si muovevano tranquillamente sul Weiser, sul Little Salmon e sullo Snake River, sotto la grande curva del fiume, da dove “negli ultimi dieci anni avevano rubato e ucciso furtivamente”. Secondo lo “Statesman” questa banda formava il nucleo principale degli “indiani cattivi”, e dovevano essere “soggiogati se non sterminati”; il giornale concludeva dicendo che il problema era quello di “permettere agli indiani di vagare lontano dalle Riserve”. Il generale Edward Canby sottolineava che uno dei principali problemi derivava dall’utilizzo della Camas Prairie da parte dei coloni bianchi. Gli Shoshoni avevano dovuto accettare di condividere questa terra con i bianchi, i quali pascolavano le greggi che distruggevano le radici alimentari che servivano per nutrire i nativi. Il capo Eagle Eye aveva grande influenza, ma non poteva limitare i comportamenti dei vari gruppi che visitavano la Weiser Valley durante il mese di luglio. I Weiser stavano adattandosi alla presenza dei coloni nella loro valle e, nel 1872, i loro rapporti con i bianchi furono molto amichevoli; diversi coloni riconoscevano la presenza del capo e della sua gente come grandi alleati. Descritti come “utili e amanti della pace”, alcuni Weiser aiutavano i coloni a raccogliere il fieno per i loro animali. Nel frattempo, nuovi Rapporti indicavano che “600 indiani Umatilla di La Grand, Oregon” stavano spostandosi verso il Weiser per unirsi agli Shoshoni e ai Bannock. Nonostante le esagerazioni, almeno 200 indiani avrebbero raggiunto la zona per commerciare, giocare, fare corse di cavalli e organizzare “un grande pow-wow”. Come al solito, lo “Statesman” affermava che non erano “indiani amichevoli”, erano pericolosi e si stabilivano presso “insediamenti indifesi” dei bianchi, che restavano “in balia di questi barbari selvaggi”. La colpa ricadde allora sugli Agenti Indiani che consentivano a queste “bande di saccheggiatori” di lasciare le Riserve. Quando giunse il Governatore, Thomas Bennett, venne subito informato che gli indiani avevano lasciato la Camas Prairie per dirigersi verso “il paese del Weiser” con “gruppi di cattivi Bannocks”.


Una vista del Salmon River

Gli indiani vennero intercettati dal maggiore Downey sul Willow Creek, 45 miglia a est di Boise. Gli indiani di Fort Hall erano guidati da Bannock Jim, ma con loro vi erano anche i Lemhi di Tendoy; quando il maggiore ebbe modo di parlare con i capi si sarebbe accorto che erano “molto spaventati e non avevano alcuna intenzione di prendere le armi, volevano soltanto visitare i loro amici del Weiser River”. Gli indiani sapevano che gruppi di Umatilla avevano raggiunto l’alta valle del fiume Weiser, ma temevano soprattutto di attraversare le terre dei bianchi; la loro unica intenzione era quella di andare a ovest per partecipare al “rendezvous del fiume Weiser”. Anche lo “Owyhee Avalanche”, il giornale di Silver City, dichiarava che gli indiani erano pacifici e accusava l’editore di Boise di esagerare le sue relazioni. Il “rendezvous” del Weiser avvenne comunque nel luglio-agosto 1872, fu sicuramente uno dei più grandi degli ultimi anni. Circa 800 indiani Umatilla e Cayuse furono raggiunti da circa 500 Nez Percé, 75 Klikitats e 1.125 Shoshoni e Bannock, per un totale di circa 2.500 indiani stabilitisi in un grande accampamento sul Weiser. La presenza di un uomo bianco, di nome Bane, inviato nel territorio dall’Agente indiano di Lapway con i Nez Percé, avrebbe contribuito a prevenire possibili problemi. Gli Shoshoni e i Bannock avevano con loro un altro bianco, James Dempsey, sposato con una donna indiana e grande conoscitore di queste genti con cui aveva vissuto parecchi anni. L’influenza dei due bianchi sugli indiani non è comunque a noi conosciuta ma, a quanto risulta, furono molto contenti della partecipazione della banda di Tendoy, un “capo nobile di animo e ben conosciuto dai bianchi”. Le autorità americane avevano da tempo cercato di invitare i Lemhi ad entrare nella Riserva di Fort Hall per assumere la leadership delle tribù Shoshoni e Bannock. Tendoy, figlio di una donna Sheepeaters e di un Bannock, e sembrava perfetto per i piani delle autorità americane, anche se, negli ultimi tempi, abbondantemente rifornito di whiskey, il capo si prese “una grande ubriacatura” nelle zone del fiume Payette. Il capo sarebbe rimasto intossicato – almeno così riferiscono le fonti – e avrebbe “agito completamente fuori di testa”.


Indiani dell’Idaho

Sempre secondo le fonti, Tendoy avrebbe messo in giro la voce che gli indiani volevano uccidere tutti i bianchi, sia “uomini che donne”. Tutte queste notizie, messe in giro dai bianchi, cercavano soltanto di screditare il potente leader; l’intenzione era quella di iniziare la rimozione dei Weiser e la fine delle incursioni indiane. Comunque, nessuna incursione si ebbe in quel periodo e il grande “rendezvous” si concluse senza alcun problema. Intanto, nell’Oregon sud-orientale, le bande Paiutes e i gruppi sparsi degli Shoshoni, sopravvissuti alla “Snake War” di qualche anno prima, continuavano a vagare nel territorio alla ricerca di cibo. Il 12 settembre 1872, un “Ordine Esecutivo” istituiva la Riserva indiana di Malheur per “tutte le bande itineranti dell’Oregon orientale e centrale”. L’anno dopo sui 2.775 chilometri quadrati, posti sul North Fork del Malheur River, si stabilirono la banda Paiutes di Winnemucca, la “Quin River band” di Natchez – il nipote dei Winnemucca -, e la “Snake River band” del capo Egan, presto seguita dai gruppi che facevano capo a Leggins, Ochoco ed Oytes; con queste bande vi erano anche alcuni “indiani Serpenti” di Eagle Eye. Tuttavia, il grosso dei Weiser restava nelle loro antiche terre e manteneva sempre ottimi rapporti con i gruppi Paiutes settentrionali che non erano entrati nella nuova Riserva; inoltre, Eagle Eye restava un grande amico di Egan. Fu in quel periodo che gli studiosi iniziarono a chiamare “Shoshoni occidentali” i gruppi dell’Oregon sud-orientale, dell’Idaho sud-occidentale e del Nevada centrale. Gli indiani di queste terre avevano partecipato ad alcuni Trattati, soprattutto a quello della Ruby Valley del primo ottobre 1863, ma dalle autorità non avevano ricevuto alcuna rendita. Una speciale Commissione venne istituita dal Ministero dell’Interno per incontrare gli Shoshoni e i Bannock di Fort Hall, ma essa doveva anche interessarsi dei “gruppi sparsi e delle tribù erranti” della zona. Molti di questi indiani, in primavera, si erano già mossi per raggiungere la Camas Prairie, e allora vari giornali parlarono di una nuova rivolta indiana in corso.


Indiani Flathead

I Modoc, stanziati nelle terre di confine tra l’Oregon meridionale e la California settentrionale, avevano lasciato la riserva Klamath per tornare nelle loro antiche terre. Guidati da Captain Jack (Kientepoos), questo piccolo gruppo aveva preso le armi, ma era stato duramente sconfitto dalle truppe americane. Lo “Statesman” pubblicava le varie posizioni territoriali dei gruppi nativi dell’Idaho sud-occidentale, e riteneva che questi avrebbero potuto ribellarsi alle autorità; inoltre, chiedeva che i gruppi meridionali dei Nez Percé venissero definitivamente cacciati dalla vallata del Weiser. Il giornalista indicava Eagle Eye come un capo molto pericoloso alla guida di almeno una cinquantina di guerrieri e con un gruppo più limitato – circa 12 persone – presso la foce del Weiser. Nello stesso periodo “30-40 Sheepeaters” erano segnalati sul South Fork del Salmon River, a est delle terre dei Weiser; altri piccoli gruppi indiani vagavano lungo i fiumi Malheur, Boise, Bruneau e Owyhee. Lo “Statesman” chiedeva la rimozione forzata di questi indiani. L’editore di “Idaho World”, un giornale di Idaho City, concordava pienamente con le tesi dello “Statesman”, affermando che nelle vallate dei fiumi Weiser e Payette i coloni erano a disagio per la presenza di circa 300 indiani “insolenti e provocatori”. Gli editori annotavano la scarsità di truppe e sollecitavano la presenza di altri soldati a Boise. Le terre dei Weiser erano il bersaglio preferito dei giornalisti, quelle zone erano sovente luoghi di incontri intertribali. La tribù venne accusata dallo “Statesman” (in maggio) di essere “impertinente” e capace di mandare i propri cavalli nei campi coltivati dei coloni; gli indiani, non soltanto venivano accusati di bruciare l’erba, ma anche di aver dato fuoco a recinzioni e mucchi di fieno. La Indian Valley era diventata “la terra delle tribù nomadi”, ma anche il giornale dovette ricordare che gli indiani “non sono sul sentiero di guerra ma, sentendosi forti, tenevano i coloni nella paura e nel terrore”. Fu allora che nella capitale andò a formarsi una Milizia volontaria, il cui compito era quello di fronteggiare i guerrieri “carichi di scalpi dei bianchi”; 37 uomini fecero inizialmente parte di questa Milizia, che venne conosciuta come “Payette Valley Home Guards” e organizzata al Falk’s Store, nelle vicinanze di Emmettsville. Un’altra Milizia andò a formarsi a Warren e venne conosciuta come “Horse Guards”, essa comprendeva ben 120 uomini addestrati e nemici giurati degli indiani. I Weiser continuavano ad essere pacifici e parecchi indiani lavoravano nei ranch dei bianchi e “ci aiutano insegnandoci a conservare il salmone”, una importante fonte di cibo anche per i coloni.
Un’indiana Bannock
Nei mesi successivi Eagle Eye continuò a vivere in pace con i bianchi, riuscendo a controllare anche gli altri gruppi che raggiungevano le sue terre. I suoi indiani commerciavano pellicce e abiti con i bianchi e si presentavano spesso all’ufficio postale di Salubria per parlare con E.S. Jewell. Questa situazione aumentava la sua influenza, infatti qualche piccolo gruppo di Sheepeaters, Bannock e diversi membri dei Nez Percé contavano su di lui. Entro la fine del 1870 la banda Weiser aveva circa 170 anime che riconoscevano Eagle Eye come leader, inoltre molti coloni si fidavano del capo e gran parte del sentimento anti-indiano decrebbe nella vallata del Payette, dove però da tempo operavano una ventina di Bannock, guidati da Joe Bannock, e autori di qualche limitata razzia. Nel marzo 1874 l’agente Reed ordinava ad Eagle Eye di entrare nella Riserva di Fort Hall, il capo rifiutò perentoriamente. Il 13 aprile dello stesso anno un Commissario segnalava che “Una banda di Shoshoni e Bannock, sotto la guida di Eagle Eye, rimane tutto l’anno nella Weiser Valley, nel bel mezzo dei coloni bianchi, cacciando, pescando e dedicandosi al furto, tenendo così nel terrore i cittadini”. Altre “bande più subdole e più piccole sono disseminate lungo i fiumi Snake e Bruneau”; tutte queste bande di “nomadi” continuavano a “scorrazzare nel paese per poi riunirsi nelle vallate dei fiumi Boise, Payette e Weiser”. Il “nucleo centrale era rappresentato dalla banda di Eagle Eye”, la quale accoglieva anche i Nez Percé, gli Umatilla e “altri indiani del nord”. Nelle vicinanze vagavano anche i Lemhi di Tendoy, inclusi anche essi tra gli indiani ancora liberi ed indipendenti. Ancora in settembre sia i Weiser che i Lemhi rifiutarono di entrare a Fort Hall. Nella Riserva di Malheur, posta più a ovest, la situazione non era delle migliori. Quando l’agente Samuel B. Parrish vi giunse (agosto 1874) trovò ben poche famiglie indiane, il grosso ai era disperso nel territorio per cacciare e pescare; il Parrish cercò immediatamente di cooperare con i Paiutes di Egan e Leggins. Oytes, una sorta di “Profeta indiano”, con i suoi seguaci creava qualche piccolo problema, ma l’opera del nuovo agente sembrava dare qualche frutto. Più a est anche i Nez Percé erano in subbuglio, questi indiani, circa “900 vagabondi della Wallowa Valley e dei fiumi Salmon e Snake”, avevano vagato per generazioni in queste terre. La tribù non accettava alcuna Riserva e, in risposta alle azioni governative, Giuseppe (Hin-mah-too-yah-lat-kekht) convocò un Consiglio di capi. Vi parteciparono i leader dei gruppi dello Snake e del Salmon River; Eagle-from-the-Light venne sostenuto da White Bird (Pen-pen-hi-hi), e propose di opporsi all’avanzata dei bianchi anche combattendo.


Un gruppo di Shoshoni

Nonostante i due capi, la maggioranza dei leader si disse disposta alla pace. Eagle-from-the-Light, infuriato, raccolse la sua gente ed entrò nelle terre del Montana con i Flathead per cacciare i bisonti. Alla fine il bellicoso capo si sarebbe stabilito nella Riserva con suo nipote Duncan McDonald. Il 12 febbraio 1875 il Governo, con una Ordinanza Esecutiva, creava la nuova “Lemhi Valley Indian Reservation” per le “bande miste”. L’agente della nuovo Riserva riferì poco dopo che gli indiani erano stati colpiti da una epidemia di pertosse che provocò “un gran numero di morti”, così, in settembre, i Rapporti segnalavano che i Lemhi erano “molto fastidiosi e impertinenti, forse a causa dell’influenza mormone”. Anche nella “Malheur Reservation” la situazione non era delle migliori, nonostante “700 Paiutes, Bannocks e Snakes” vi avevano trascorso l’inverno. Nella Riserva di Fort Hall la situazione sembrava migliore, ma gli indiani Weiser e Lemhi continuavano ad evitarla. Nel gennaio 1875 l’agente Reed veniva sostituito da James Wright, proprio mentre nuovi coloni si insediavano nella Weiser Valley. Qualche mese dopo, il 25 giugno 1876, il territorio venne sconvolto dalla notizia della battaglia del Little Bighorn, fu allora che E.J. Curtis richiese nuove truppe per rinforzare Fort Boise, soprattutto chiedeva l’invio di soldati a cavallo da affiancare alla fanteria. Il pericolo sembrava ormai imminente, “bande indiane infestano” le terre del Weiser e dell’Owyhee. Il Curtis indicava parecchie bande che andavano da 25 ad oltre un centinaio di “guerrieri a cavallo ben armati”.
Un articolo su un massacro
Nello stesso periodo nelle zone del fiume Malheur i Paiutes di Egan mantenevano la pace e si confrontavano con l’agente Parrish; il primo luglio 1876 vi si contavano 762 indiani all’interno della Riserva. Winnemucca e la sua banda, pur restando amico dei bianchi, continuava ad opporsi all’entrata nella Riserva, in parte a causa della presenza di Oytes ma, soprattutto, per timore della fame. Molte bande si opponevano a causa dell’influenza del “Profeta Smoholla”, che viveva a Priest Rapids sul fiume Columbia. Mentre la maggior parte degli indiani del Nord-Ovest non fu direttamente influenzata da questo “Profeta”, più a sud vari capi non furono della stessa idea, fra questi, Oytes e Waltsac dei Paiutes, Toohool-hoolzote dei Nez Percé, Homily dei Walla-Walla e Talles degli Umatilla, tutti capi aventi grande influenza sulla loro gente. Nell’anno 1877 le autorità americane si impegnarono a cacciare i Nez Percé dalle loro terre più settentrionali, tutta la tribù doveva entrare nell’Agenzia di Lapway. Agli inizi di maggio il generale O.O. Howard, comandante militare del Dipartimento del Columbia, venne incaricato di procedere alla rimozione forzata incontrandosi con la banda Wallowa di Capo Giuseppe, la banda del Salmon River di White Bird e la banda di Looking Glass. Il vecchio leader Toohoohlzote fu il principale oratore della tribù. I negoziati non portarono a nulla di buono e il vecchio leader venne incarcerato, mentre la tribù Nez Percé venne avvisata che in 30 giorni doveva raccogliere le sue cose – bovini, cavalli e mercanzie – e trasferirsi nella Riserva. Lasciata la Wallowa Valley, la banda di capo Giuseppe (Joseph) attraversava lo Snake River e si accampava, con Uccello Bianco (White Bird), sul Tolo Lake, l’intenzione era quella di entrare nella Riserva. Qui, alcuni giovani guerrieri uscirono dal gruppo e assassinarono quattro uomini bianchi. Questa azione avrebbe obbligato i capi a scendere sul sentiero di guerra. Di fronte all’avanzata coloniale gli indiani dovettero reagire per difendere le loro terre e la loro libertà. Le notizie provenienti dal fiume Salmon avrebbero avuto un effetto devastante nelle terre del Weiser, dove i coloni furono presi dal panico e si prepararono a tempi peggiori ritenendo anche Eagle Eye un elemento sospetto. I coloni organizzarono nuove milizie territoriali e costruirono postazioni difensive nelle zone di Emmettsville e in altre comunità rurali, ma anche sull’alto corso del Weiser.


Paiute di Warm Spring

La comunità di Warren si aspettava un attacco indiano e aveva così iniziato la costruzione di trincee intorno alla città; spie native venivano riportate sull’alto Weiser e giungevano notizie sugli indiani Weiser alleati dei ribelli. Eagle Eye continuava però la sua opera di pacificazione, ma giungevano notizie che alcuni guerrieri della sua banda si erano uniti ai Nez Percé per preparare nuove azioni di guerra. Un privato cittadino era però convinto della loro amicizia, Milton Kelly scriveva al Governatore dicendo che tutti gli uomini della banda erano presenti nei loro accampamenti, ricordando che ne mancavano soltanto due impegnati nella caccia sulle montagne. “Indiani randagi” venivano segnalati nella zona e tre di questi furono rinchiusi nelle riserve, uno a Fort Hall e l’altro a Malheur, con altri sette catturati poco dopo. I coloni erano convinti che ormai gli ostili Nez Percé avrebbero raggiunto la vallata. John Hughes, un esperto pioniere dei tempi passati, scrisse al segretario territoriale E.J. Curtis, esprimeva i suoi timore per un attacco indiano imminente. < < In questo periodo dell’anno gli indiani si spostano sul Little Salmon per poi attraversare la Payette Valley; in estate, in questa valle vi si possono trovare dai mille ai mille e cinquecento indiani, di cui buona parte provengono dalle Agenzie di Lapway e del Salmon River, cui si aggiungono i Sheepeaters del South Salmon. La banda del Weiser è sotto la guida di Eagle Eye, essa domina la zona e viene raggiunta anche da indiani provenienti dalla Fort Hall Reservation, e da Cayuses e Umatillas provenienti dal territorio del Washington. La banda di Joseph (capo Giuseppe) raggiunge il Weiser provenendo dalla Walou Valley (Wallowa Valley) e altri indiani vengono dalle zone di Malheur e Owyhee. Solitamente passano da uno a tre mesi nella valle, cacciando, pescando e organizzando corse di cavalli o giochi d’azzardo, poi commerciano fra loro… >>. Comunque, Eagle Eye non aveva alcuna intenzione di unirsi agli ostili Nez Percé e, a quanto sembra, quando quattro indiani Nez Percé furono avvistati nell’alta valle del Weiser, i suoi indiani preferirono dileguarsi. Per sicurezza, e prevedendo guai, il capo avrebbe portato la sua gente a sud, sul fiume Payette, ma prima di partire il vecchio Captain John avrebbe pagato il suo debito alla famiglia di Ed Jewell. Gli indiani di Eagle Eye e di Captain John avrebbero evacuato la zona, in silenzio, durante la notte. Alcuni giorni dopo, “Rube” Orlando Robbins e i suoi 26 “indian fighters” si mossero da Boise per raggiungere l’alto corso del Weiser, era ansioso di combattere i Nez Percé in battaglia, pur non disdegnando di osservare i movimenti dei Weiser.


Una famiglia di Shoshoni

Il 25 giungo il Robbins riportava, al governatore Mason Brayman, che “gli indiani amichevoli avevano lasciato le terre del Weiser” e non avevano compiuto “alcun atto ostile”, inoltre ricordava che “la comunità della zona non sembrava particolarmente preoccupata”. I Weiser attraversarono il fiume Payette e posero il campo nelle vicinanze di quello del vecchio amico Egan, nelle zone di Emmettsville. Egan aveva da poco ricevuto un messaggio da parte di W.V. Rinehart – il nuovo agente della Malheur Agency -, il quale lo invitava a tornare subito nella Riserva, ma il capo, stando agli informatori, “sembra testardo”. Gli indiani non erano certamente i benvenuti sul fiume Payette e i volontari bianchi dovettero seguire i loro movimenti per tutto il mese di giugno, poi vennero raggiunti dal capitano Bendier e da una Compagnia di 48 soldati a cavallo, il loro compito era quello di intercettare gli ostili Nez Percé. Egan sarebbe ben presto ritornato alla sua Agenzia, riuscendo a convincere anche alcune famiglie di Weiser a seguirlo, ma “Eagle Eye e 20 logge della sua banda rifiutarono”. Il 28 luglio 1877 il Governatore, ben conoscendo la grande influenza di Egan, chiese vanamente al potente capo di convincere Eagle Eye ad entrare nelle Riserve con la sua gente. La posizione dei Weiser sul fiume Payette restava comunque precaria, anche perché, verso la fine di luglio, il generale Howard si metteva sulle tracce dei Nez Percé, allora Bannock Joe e il suo piccolo gruppo decise di entrare a Fort Hall. Eagle Eye e Bear Skin, un sottocapo dei Bannock che stava accrescendo la sua influenza, decisero di tenere a freno i loro indiani impedendogli di allontanarsi troppo dagli accampamenti. Gli indiani erano costantemente spiati e spesso accusati di ruberie inesistenti, uno di loro, accusato di furto sull’alto Payette, sarebbe stato arrestato e rinchiuso nella prigione di Boise. Alcune settimane erano passate dalla partenza di Egan, ma quando il capo tornò, affiancato dall’agente Turner, i Weiser erano affranti dalla nuova situazione, non potevano ritornare nelle loro terre natie.


I soldati entrano in un campo indiano

Il Turner, con l’aiuto di Egan – che aveva alcuni parenti tra i Weiser -, sottolineava che “il Governo si sarebbe preso cura di loro”; Egan esortò gli indiani ad “entrare nell’Agenzia e condividere la sua casa”, alla fine Eagle Eye cedette e la maggior parte delle bande decisero di seguirlo, fra queste anche quella di Bear Skin. Nella sua Relazione, al Commissario per gli Affari Indiani, il Turner riferì che dopo “sforzi congiunti 139 Weisers, sotto i capi Eagle Eye e Bear Skin, sono stati indotti ad entrare nella Malheur Reservation”. I Weiser entrarono nella Riserva di Malheur nell’agosto 1877, dove furono ben accolti dall’agente Rinehart. L’agente speciale Turner andò subito a visitare l’accampamento di Winnemucca sull’Owyhee, nell’Idaho sud-occidentale, inducendo il vecchio leader a ritornare all’Agenzia, ma Winnemucca e il suo sottocapo, Leggins, risposero di non aver alcuna intenzione di portare la loro gente nella Riserva, dove vi erano i seguaci di Oytes. I Paiutes di Winnemucca temevano gli “incantesimi maligni di Oytes”, un “Profeta” seguace di Smoholla che stava condizionando parecchi indiani di Malheur. Egan restava comunque l’indiscusso leader ed era rispettato anche dal generale Howard. Dopo aver parlato con Winnemucca, il Turner visitò il campo di Waltsac, capo di una banda di indiani della John Day Valley, il quale non aveva firmato il Trattato del Columbia.
Capo Winnemucca
L’agente riportava che, il 4 ottobre 1877, il capo professava la sua amicizia con i bianchi ma non intendeva portare il suo popolo nell’Agenzia, come pure la banda di Ochoco, della Surprise Valley (presso Camp Bidwell). Il 17 dicembre il Rinehart riferiva che il Turner era ormai in grado di classificare le bande vaganti della regione. L’Agente osservava che erano quelle di Waltsac che vagavano nelle zone di Priest Rapids, quella di Ochoco della ex-subagenzia di Yainax, quella di Eagle Eye proveniente dall’Idaho e quella di Winnemucca del Nevada. Il Rinehart citava anche i seri problemi finanziari, gli indiani dovevano vivere con “12 dollari l’anno per l’abbigliamento di ogni persona, 6 mila dollari l’anno per il legname, utensili, attrezzi e spese di trasporto, e 6 mila dollari l’anno per pagare i dipendenti dell’Agenzia”; inoltre ricordava che per un buon funzionamento della Riserva ci sarebbero voluti almeno 80 mila dollari, ma lo stanziamento del Congresso era stato di soli 15 mila dollari. Le forniture di cibo e vestiario invece di arrivare nel mese di marzo giunsero il 14 novembre 1877 e l’inverno sarebbe stato poi trascorso senza alcuna fornitura medica. I Weiser trovarono la Riserva “un sicuro, ma poco attraente rifugio”, essa era semplicemente un appezzamento di terra con “un paio di edifici dell’Agenzia” dove venivano “ammassati centinaia di Paiutes, Bannocks e Shoshonis”. Alla fine dell’inverno, verso la metà di marzo, “quasi tutti i Weiser” decisero di abbandonare l’Agenzia per tornare nelle loro terre. Il Rinehart non ne fu certamente sorpreso, sapeva benissimo che “in primavera gli indiani uscivano dalla Riserva per cacciare, pescare e raccogliere radici commestibili”. Comunque, quando la banda di Eagle Eye giunse sul Weiser trovò il territorio cosparso di nuove fattorie, ormai i bianchi stavano colonizzando anche la Council Valley, pochi chilometri a nord dei campi invernali della tribù posti nella Indian Valley. I problemi stavano accrescendosi grazie all’animosità dei guerrieri Bannock, i quali erano intenzionati ad entrare nella Camas Prairie per poi spostarsi nelle pianure dei bisonti. Il 14 aprile, nella Malheur Agency, il Rinehart riportava aspre discussioni tra lui e “tutti i capi tranne Winnemucca”, i quali sembravano intenzionati a creare problemi al fianco dei Bannock; i capi temevano di essere disarmati e di vedersi confiscare tutti i cavalli. Il Rinehart e il suo interprete vennero accusati di cospirare contro gli indiani. Il timore dei capi era comunque ben fondato, infatti, in gennaio, a Fort Hall, tre Compagnie di Cavalleria avevano sorpreso un villaggio dei Bannock e sequestrato loro tutte le armi e quasi 300 cavalli. L’arrivo dei Weiser creò sicuramente nuovi problemi, anche perché, stando al Rinehart, con loro vi erano altri 30 indiani non appartenenti al loro gruppo, quasi sicuramente dei Paiutes. Verso la fine di aprile, l’agente ricordava che nell’Agenzia vi erano 551 indiani. Il 5 marzo 1878 lo “Statesman” accusava gli indiani di entrare in Boise City per comperare armi e munizioni da gente senza scrupoli. Nel frattempo, nei primi giorni di maggio, circa 200 indiani si erano riuniti presso Payne’s Ferry, sullo Snake River, questi indiani venivano segnalati come “molto pericolosi”. Fra i Bannock stava mettendosi in mostra Buffalo Horn, un valoroso guerriero che aveva servito come scout nella campagna dell’anno precedente contro i Nez Percé. Verso la metà di maggio il leader visitava i Bannock delle zone di Boise, i quali avevano avuto il permesso – dal governatore Brayman – di acquistare in città munizioni per due dollari da usare nella caccia ai cervi. Buffalo Horn intanto riceveva il permesso di visitare l’agenzia degli Umatilla nell’Oregon; il capo si sarebbe fermato anche nella Malheur Reservation, dove avrebbe incitato i Paiutes ad unirsi ai suoi guerrieri. Egan, il potente leader della Riserva, accompagnò Buffalo Horn nella Riserva degli Umatilla, dove i due capi vi restarono per tre giorni.
Dal Nevada, l’agente A.J. Barnes riportava che vari emissari dei Bannock avevano raggiunto i gruppi Paiutes delle zone del Pyramid Lake cercandoli, vanamente, di convincerli ad unirsi a loro per combattere i bianchi.


Paiute di Warm Spring

Quando altri emissari interpellarono i capi Shoshoni della Duck Valley, i Bannock infuriati li accusarono di codardia e li avvertirono che dopo aver “distrutto le ferrovie e ucciso i bianchi avrebbero assalito anche gli indiani che si opponevano alla guerra”. Il 25 maggio, altri Rapporti, sicuramente migliori, riferivano che lungo il fiume Malheur la situazione era tranquilla anche se, lo stesso giorno, un gruppo di trenta guerrieri erano stati avvistati nel territorio, stavano “scortando donne e bambini”. Gli indiani erano accampati con una banda proveniente da Fort Hall e guidata da Jack Bannock. Molto preoccupati, gli agenti inviarono all’accampamento Sara Winnemucca, la figlia dell’influente capo dei Paiutes del Nevada, la quale riuscì a contattare Egan, il quale era furente per la condotta dell’agente Rinehart. Nel frattempo, il primo giugno, Eagle Eye, con 45 indiani Weiser, raggiungeva l’Agenzia per ritirare le proprie razioni, ma sarebbe poi ripartito velocemente in direzione est. Il giorno dopo le fonti riportavano che nella Camas Prairie erano iniziate le scorrerie, un bianco aveva perso la vita e altri erano stati feriti. Il Rinehart però sottolineava che i suoi indiani continuavano a mantenere relazioni pacifiche ma, il 5 giugno, alcuni gruppi abbandonarono la Riserva dopo il mancato arrivo delle razioni governative. Nella Camas Prairie la situazione stava degenerando e quando Buffalo Horn (Corno di Bisonte) incontrò le bande di Fort Hall e i Lemhi di Tendoy, era furente perché i maiali dei coloni stavano letteralmente distruggendo i campi di “camas”, ormai la pazienza era terminata. Il 30 maggio 1878 alcuni giovani guerrieri assalivano un accampamento di tre bianchi ferendone ben due. Buffalo Horn, affiancato da almeno 200 guerrieri, era ormai ben deciso ad aprire le ostilità, ma non trovò l’appoggio di Tendoy e dei Boise di Captain Jim. Gli ostili si spinsero a sud e a ovest, in direzione dell’Owyhee e dell’Oregon, Buffalo Horn sperava di rafforzarsi con altri guerrieri Paiutes ed, eventualmente, anche con guerrieri delle riserve. A sud-est della Camas Prairie, nelle zone di King Hill, i Bannock saccheggiarono alcuni carriaggi poi, raggiungevano il Ferry Glenn, attraversavano lo Snake con il barcone e poi tagliarono le funi mandandolo alla deriva; entrati nella Bruneau Valley avrebbero ucciso parecchi coloni ma si sarebbero fermati di fronte alle postazioni fortificate. Da Fort Boise si mossero le truppe del capitano R.F. Bernard, affiancate dagli scouts di Orlando Robbins, gli indiani, incalzati da vicino, dovettero spostarsi verso il Malheur dopo aver attraversato il Bruneau River. Nel frattempo la situazione stava deteriorandosi anche all’Agenzia Malheur, le varie bande stavano decidendo se entrare in guerra o mantenere ancora relazioni pacifiche. La maggior parte dei gruppi che riconoscevano Winnemucca come leader volevano la pace, ma la banda di Paddy Capp era decisa ad unirsi a Buffalo Horn, mentre Oytes profetizzava che era “giunto il momento di distruggere i bianchi e riprendere le terre natie”. Egan propendeva per la pace, ma sapeva che parecchi suoi guerrieri la pensavano diversamente. Anche Bear Skin e i suoi Bannock volevano unirsi a Buffalo Horn, come pure War Jack (Tamanmo), la cui banda era composta da Bannock e da alcuni Nez Percé; il capo aveva visitato la Riserva di Fort Hall, ma poi aveva preferito spostarsi a ovest per unirsi ai ribelli. Eagle Eye cercò con ogni mezzo di evitare nuovi conflitti, ma questa volta la sua abile attività diplomatica non dette alcun frutto, per molti gruppi nativi vi erano ben poche alternative alla guerra. A complicare la situazione giunsero le notizie dell’agente Ribehart, il quale riferiva che “250 guerrieri” della Riserva “stavano unendosi agli ostili” e che, molti capi avevano lasciato l’Agenzia per raggiungere il Juniper Lake ed incontrare Buffalo Horn. Quando giunsero i Bannock erano “in uno stato estremo di eccitazione”, avevano combattuto duramente l’8 giugno nelle zone di South Mountain (Idaho sud-occidentale). Buffalo Horn, con circa 60 guerrieri, era stato attaccato da un gruppo di volontari bianchi provenienti da Silver City; due bianchi avevano perso la vita e altri tre erano stati feriti, ma il capo dei Bannock era stato colpito mortalmente. Dopo alcuni giorni di viaggio Buffalo Horn chiese ai suoi uomini di “lasciarlo morire”. Sul Juniper Lake si erano stabiliti “450 guerrieri con più di 300 tende”, i Bannock erano furiosi e meditavano vendetta; quando Winnemucca rifiutò di unirsi a loro i guerrieri lo catturarono e bloccarono la sua gente ma, grazie alla figlia Sara, il vecchio leader e “circa 75 dei suoi seguaci” riuscirono a fuggire per poi raggiungere il campo militare sul fiume Owyhee, ed informare il Bernard che gli ostili erano intenzionati a spingersi a nord per contattare gli Umatilla e gli altri indiani del Columbia. Sara Winnemucca riferiva che gli ostili erano composti da “indiani Bannock, dalla banda di Eagle Eye e dai Piutes di Oit (Oytes)”. Dopo la morte di Buffalo Horn, il capo Egan venne tenuto prigioniero nella Riserva ma, pochi giorni dopo, il leader “aveva accettato di porsi alla testa dei gruppi ribelli dell’Agenzia Malheur”. Nel frattempo Natchez, capo di una banda Paiutes, fuggiva dagli accampamenti del Juniper Lake per rientrare nell’Agenzia riferendo che, in un primo momento, gli ostili potevano contare soltanto di “30 tende di Bannock e di indiani di Eagle Eye, con un gruppo di Serpenti, alcuni dei quali erano propensi a fuggire alla prima occasione”, poi ricordava che gruppi di guerrieri appartenenti a bande sparse stavano unendosi ai ribelli. Il grande accampamento indiano aveva accolto anche alcuni guerrieri Umatilla e Klamath, e così gli “ostili avanzavano verso nord aumentando il loro numero”; altri indiani sarebbero arrivati dal fiume Columbia, alcuni dei quali erano Sinkiuse del capo Moses (Que-tal-a-Ku). Il generale Howard riferiva che “il gruppo ostile dei Bannock era relativamente piccolo, ma si era rinforzato con tutte le bande della Malheur Agency”. Quando la notizia giunse a Portland, le autorità decisero di mobilitare le truppe, spesso affiancate da milizie di volontari.
Spostamento di Nez Perce
< < Gli indiani si spostavano continuamente saccheggiando e razziando, dirigendosi verso le terre degli Umatilla e dei Cayuse con alle calcagna le truppe del Bernard e i volontari del Robbins >>. La notizia che gli indiani Weiser si erano uniti agli ostili era stata anticipata da parecchi coloni dell’Idaho. Il 15 giugno 1878 lo “Statesman” riportava che gli obiettivi degli indiani erano soltanto quelli di “uccidere e rubare”, inoltre profetizzava che avrebbero organizzato incursioni nelle terre del Bruneau, del Malheur e del Weiser per vendicarsi dei coloni che “occupavano le loro regioni”. I coloni del fiume Payette stavano già preparandosi al peggio, gruppi di guerrieri erano stati avvistati e allora avevano costruito una fortificazione a Falk Store. Lo stesso esempio sarebbe stato seguito anche dai coloni del Weiser, i quali costruirono ben due postazioni, una sul fiume e l’altra sul Mann Creek. Dopo aver organizzato diversi gruppi di miliziani – circa 60 uomini – dieci scout vigilarono l’Old Ferry del fiume Snake. Il 21 giugno il Robbins e i suoi uomini individuarono gli indiani sul Silver Creek, a nord-ovest dell’Harney Lake; gli ostili vennero stimati in circa 2 mila anime, tra i quali molti erano guerrieri. Il 22 giugno 1878, in un audace attacco alla luce del sole, gli scouts del Robbins caricarono l’accampamento cercando di sorprendere gli ostili. Le truppe di Bernard erano intanto rimaste bloccate nella parte meridionale della zona, mentre il Robbins e i suoi, con “sei colpi di carabina” attaccarono per ben due volte, gli indiani fuggirono scalando le scogliere delle vicinanze, mentre donne e bambini si disperdevano. I capi delle bande, affiancati dai sottocapi, si spinsero a sud per incontrare le truppe, si sarebbe sviluppato un violento scontro corpo a corpo, tra i quali quello tra “Bear Skin, un capo Bannock, e il sergente Geo H. Richmond”, dove l’ufficiale colpì il capo indiano. Egan, valorosamente, “cavalcò coraggiosamente nella mischia per affrontare il Robbins”, “aveva un fucile a ripetizione e quando giunse a pochi passi dal colonnello Robbins gli sparò, poi si gettò sul lato opposto del suo cavallo risalendolo in fretta e sparando nuovamente”. Il Robbins reagì, “sparò contro il capo e gli spezzò un polso”, Egan cadde a terra dolorante e “mentre i suoi guerrieri lo portavano in salvo venne colpito nuovamente vicino all’inguine da un altro scout”. AscoltaTrascrizione foneticaIl ferimento del capo avrebbe intensificato gli scontri e le truppe furono costrette a ritirarsi, preferendo attendere l’arrivo del generale Howard. Gli americani avevano perso tre uomini e altri tre erano stati gravemente feriti, mentre le vittime indiane non furono accertate. Dopo questo scontro fu Oytes a prendere il comando delle operazioni, consigliando le bande di spostarsi ancora verso nord per raggiungere gli “alleati Umatilla e altri indiani”. Benché gravemente ferito, Egan convinse i guerrieri ad attraversare la John Day Valley, ma le truppe e gli scouts stavano alle loro calcagna. Una avanguardia indiana, il 29 giugno, ebbe uno scontro vittorioso con un gruppo di volontari presso il Murder Creek, mentre la retroguardia respingeva le truppe e poi tese un agguato sul North Fork del John Day River, furono gli scouts a scoprire la trappola e a sventare il colpo. Nel frattempo i ribelli si spostavano velocemente “uccidendo coloni, distruggendo ranch e uccidendo e macellando bestiame”, nonostante avessero le truppe alle spalle, gli americani non li poterono fermare. Una milizia di volontari di Pendleton impegnò seriamente un centinaio di Bannock ma, dopo aspri combattimenti, rischiò seriamente di venire annientata. Dopo questi tragici fatti, gli scouts localizzarono gli indiani sul Birch Creek dove, l’8 luglio, le truppe dell’Howard li avrebbero attaccati. Gli indiani erano decisi a raggiungere le terre degli Umatilla, così attraversarono le vaste pinete delle Blue Mountains; nel frattempo l’Howard agiva rapidamente con veloci movimenti di truppe e, inoltre, fece allestire di cannoni i barconi che solcavano i fiumi, queste cannoniere dovevano pattugliare lo Snake e il Columbia per impedire ai ribelli di unirsi agli Yakima e agli altri indiani del Washington. Il capitano Evan Miles, con circa 500 uomini, a marce forzate stava spostandosi verso l’Agenzia degli Umatilla, che venne raggiunta il 12 luglio 1878, mentre gli ostili erano ancora sul fiume Snake. Proprio quando le truppe stavano facendo colazione, alcuni guerrieri scesero dalle colline e attaccarono, erano probabilmente una piccola avanguardia.


Tendoy (Tin Doi), capo dei Lemhi Shoshoni

Gli Umatilla, guidati dal capo Umapine (Wa-kiu-kou-we-la-sou-mi), con i colori di guerra e ampi copricapi di piume, “si sedettero a guardare la battaglia dall’alto di un colle”. Lo scontro durò una intera giornata e poco prima del tramonto gli ostili si ritirarono, 5 soldati avevano perso la vita e alcuni erano stati feriti. L’11 luglio il capitano Harry Egbert, con un battaglione di soldati, dalla Indian Valley si spostava verso i Payette Lakes, il suo compito era quello di impedire il ritorno degli ostili nel territorio. Allarmante era la notizia che gli indiani si stavano spostando nuovamente verso l’Idaho e probabilmente avrebbero attraversato il fiume Snake per entrare nelle terre della Weiser Country. Il capitano A.J. Borland, della Milizia Territoriale, sarebbe giunto nella zona soltanto la seconda settimana di luglio e avrebbe riportato che, la popolazione era in “condizione deplorevole e molto eccitata”, e i coloni si erano fortificati nel centro della valle. Il capitano della Milizia locale, T.C. Galloway, confermava la pericolosa situazione nella Weiser Valley e rilevava che essa era “la casa dei due principali capi degli ostili”, chiaro riferimento ad Egan e ad Eagle Eye. I cittadini di Boise dettero allora vita ad un gruppo di volontari che, al primo segno di pericolo, si sarebbero spinti verso la Weiser Valley. Nello stesso periodo, dopo la battaglia del 14 luglio contro le truppe del capitano Miles, Egan guidava gli indiani nelle Blue Mountains per attendere l’arrivo dei guerrieri Umatillas. Alcuni giorni dopo, un grande gruppo di indiani Umatillas, guidati da Umapine, Five Crow (Pak-ut-ko-ko) e Yettinewitz, si sarebbero stabiliti nelle vicinanze del campo di Egan. Gli ostili non erano a conoscenza del fatto che gli Umatillas si erano accordati con gli ufficiali per uccidere o catturare Egan, in cambio del tradimento Umapine sarebbe stato “perdonato con tutta la sua gente”. I capi Umatillas finsero grande amicizia nella discussione con Egan, discussione che si svolse fuori dall’accampamento, su volere degli Umatilla stessi, il capo degli ostili aveva al suo fianco soltanto altri sette leader con qualche guerriero. Esistono comunque diverse versioni su ciò che sarebbe accaduto, però, ad un segnale convenuto, gli Umatilla aprirono il fuoco uccidendo il capo e tredici dei suoi seguaci, inoltre, alcuni “indiani di Malheur” vennero catturati.

Quando gli ostili si resero conto dell’accaduto era troppo tardi, gli Umatilla si erano ormai ritirati con parecchi scalpi, tra i quali vi era anche quello di Egan. Ora gli ostili dovevano combattere non soltanto le truppe e i volontari, ma anche l’intera nazione Umatillas, senza dimenticare che la cavalleria americana proveniente dal nord era affiancata da parecchi scouts dei Nez Percé. I seguaci di Egan erano ormai convinti che l’unità degli ostili si era basata soprattutto sul grande carisma del grande capo, e in effetti la situazione si rivolse contro di loro, i guerrieri Bannock accusarono Oytes di aver dato fiducia ai traditori Umatilla, così decisero di spostarsi nelle grandi Pianure per cacciare i bisonti.


Un trapper ferito viene accolto al forte

L’alleanza si sarebbe sfaldata velocemente e le diverse bande avrebbero tentato di ritornare nelle loro terre natie, tra queste anche i Weiser, i quali abbandonarono l’accampamento ben sapendo però che gli scouts Umatilla avrebbero segnalato il loro spostamento. Quando il colonnello Wheaton giunse al campo con il capitano Miles, nelle vicinanze dell’Agenzia, trovò gli Umatilla festanti che gli consegnarono lo scalpo di Egan. Il colonnello inviò allora 97 Umatillas sotto la guida di Umapine, e con tre scouts bianchi al seguito. Nel frattempo, il colonnello Forsyth prendeva il comando del battaglione del Bernard e si mise sulle tracce degli Umatilla. I Weiser intanto si dirigevano sul Birch Creek, ma la loro andatura era piuttosto lenta avendo con sé donne e bambini, sapevano che sulle loro tracce vi erano gli Umatilla. Il 17 luglio 1878, verso le due del pomeriggio, Umapine e i suoi guerrieri scoprirono i fuggitivi sull’East Fork del Birch Creek. Gli Umatillas sorpresero i Weiser e attaccarono furiosamente uccidendo 17 uomini e catturando 25 donne e bambini, fra i caduti vi era anche Eagle Eye. Quando le truppe del Forsyth giunsero sul Birch Creek si resero conto che i fuggitivi avevano subito una durissima sconfitta e si erano divisi in piccoli gruppi. Sottoposta ad interrogatorio, una donna confessò che la sua gente stava dirigendosi nella Weiser Country per unirsi ai Bannock nel “paese dei bisonti”. Distaccamenti militari vennero allora posizionati a Cayuse Station, Meacham e Pelican, poi il maggiore Sanford, con alcuni scouts Nez Percé, si mosse verso ovest per intercettare gruppi di ostili diretti sul Weiser. Il “Morning Oregonian” di Portland metteva intanto in prima pagina un articolo sulla morte del capo Eagle Eye. Una lettera spedita da Olive Creek, nell’Oregon orientale, datata 22 luglio 1878, informava i lettori che il colonnello Forsyth e il capitano Bernard avevano dato la notizia che “Eagle Eye è stato ucciso quattro giorni fa”; molti coloni erano comunque piuttosto scettici su queste notizie, ma altri tirarono grandi sospiri di sollievo. Nell’arco di qualche giorno le truppe avrebbero chiuso in una morsa i fuggitivi, ora lo “Statesman” poteva tranquillamente riportare che la Weiser Country era “ben custodita”.


Uno Shoshone del Weiser

Gli indiani erano in piena ritirata e, il 27 luglio 1878, l’Howard, dopo aver vagliato le informazioni, confermava la notizia e concludeva che gli ostili si erano divisi in piccoli gruppi muovendosi verso sud in direzione delle Stein Mountains, con gruppi che si spostavano verso il Weiser e l’Owyhee. Il generale era convinto che “i Piutes e i Weiser non andranno lontano dalle loro antiche terre, mentre i Bannock cercheranno di entrare a Fort Hall o a Lemhi”, per poi dar vita al loro “folle progetto di raggiungere Toro Seduto nel paese dei bisonti”. Le osservazioni dell’Howard non erano comunque del tutto errate. Pochi giorni dopo Ochoco, con i suoi sessanta guerrieri Paiutes, arrivò dalle Steel Mountains a Camp McDermitt; era seguito da Oytes e dalla sua banda che entrarono nella Malheur Agency, dove vennero messi in catene. I Bannock vennero segnalati sul fiume Owyhee durante la prima settimana di agosto, allora le truppe del Weiser si mossero per intercettarli; la tribù si sarebbe poi diretta a Fort Hall per unirsi agli altri gruppi affini. Nello stesso mese di agosto, i giornali di Boise City riportavano ancora la morte del capo Eagle Eye. Secondo le tradizioni orali dei suoi discendenti, e qualche anno dopo anche dagli amici bianchi del capo, con i pochi Weiser sopravvissuti vi erano i quattro figli di Eagle Eye con le loro famiglie; si sarebbero trasferiti nei deserti sud-occidentali dell’Idaho per trascorrervi l’inverno. L’intera banda si era ormai sfaldata in piccoli gruppi dopo l’attacco del Birch Creek, spingendosi poi verso est sotto la guida di importanti guerrieri. Ogni gruppo si sarebbe mosso indipendentemente dagli altri, avrebbero raggiunto la Powder Valley ed attraversato il fiume Snake per intravvedere la Weiser Valley. Andy Johnson, il capo di un gruppo Sheepeaters, si sarebbe diretto verso le terre del South Fork del Salmon River, mentre un gruppo di Weiser, guidato da Bouyer, si sarebbe unito alla banda Bannock di War Jack (Tamanmo) per spostarsi sul Middle Fork.


Scambi commerciali

Il generale Howard osservava che ben “pochi Weiser erano entrati nelle terre i fiumi Weiser e Snake”, il grosso si sarebbe spostato sulle Seven Devils Mountains e fra questi, probabilmente, vi era anche il gruppo dei discendenti di Eagle Eye. Indian Charley, il capo di un piccolo gruppo di Nez Percé, onde evitare di essere intercettato dalle truppe, si spinse a nord, mentre altri piccoli gruppi di Weiser tentarono di raggiungere i Lemhi. Il capitano dei volontari A.J. Borland sorprese un piccolo accampamento di “Weiser e Nez Percé”, catturando “una donna, sei cavalli, pellicce di bisonte e grandi quantità di carne di cervo”. Numerosi avvistamenti di indiani vennero segnalati nelle terre del Weiser, i coloni ne furono allarmati e temettero una nuova guerra indiana; gruppi sparsi furono avvistati nelle vicinanze della confluenza del Connor Creek con il Weiser River; sembrava che le “montagne fossero piene di indiani”. Quando il Borland ritornò a Boise City (7 agosto), dichiarò che diversi gruppi, “forse più di un centinaio di indiani”, vagavano ancora lungo il corso del fiume Weiser. La situazione restava comunque complicata anche perché “ladri e gente senza scrupoli” stavano approfittando delle guerre indiane, questi bianchi accusavano gli indiani di ruberie non commesse; però, parecchi coloni continuavano a mantenere ottimi rapporti con alcune bande. Bannock Joe e molte donne indiane furono infatti tenuti nascosti nel fienile di Albert Wilson, un colono di Emmettsville. In molti casi alcuni indiani pacifici sarebbe stati uccisi dai coloni, specialmente quando tentavano di varcare il fiume Payette.
Toro Giallo, Nez Percé
Mentre le truppe continuavano a perseguire i Bannock nell’Idaho orientale, le autorità militari di Fort Lapway appresero che il bellicoso capo White Bird (Uccello Bianco), della tribù Nez Percé, era stato avvistato sul fiume Clearwater. White Bird era riuscito a raggiungere il Canada per unirsi ai Sioux di Toro Seduto, ora stava rientrando in patria. L’intenzione del capo era quella di varcare il fiume Salmon per unirsi agli “indiani Snake”. Allarmato, il generale Howard ordinava al colonnello Wheaton di mettersi sulle tracce di White Bird; il colonnello inviò allora il capitano W.F. Drum, alla testa di un centinaio di uomini, nelle terre della Upper Weiser Country per contrastare l’avanzata del bellicoso leader. Intanto, più a sud, le truppe del Forsyth davano la caccia alle bande che vagavano nell’Idaho meridionale ed orientale; sfiancate, parecchie di queste bande sarebbero entrate nelle riserve di Fort Hall e di Lemhi. Entro la fine di agosto i Rapporti segnalavano alcune scaramucce con i Bannock nel Montana e nel Wyoming, ma comunque è accertato che numerosi accampamenti indiani furono distrutti, soltanto i gruppi Weiser se ne stavano in disparte fuggendo sulle più impervie montagne. Il 25 agosto 1878, “tre indiani Weiser sono stati catturati” nella Pahsimeroi Valley, il loro campo era stato sorpreso dagli scouts ma il grosso era fuggito velocemente; i prigionieri vennero portati a Fort Boise, dove si riunirono agli altri Weiser catturati sul Birch Creek. Le successive operazioni, sotto la guida del capitano Drum, si mossero sull’alto Weiser e nelle zone del Payette, ma sembra non abbiano dato grandi risultati.


Il Generale Edward Canby

Mentre gli scouts volontari annotavano avvistamenti occasionali di piccoli gruppi, la gente si sentiva ora più sicura e poteva rientrare nelle proprie case; ma un ranch sarebbe stato attaccato da alcuni guerrieri che fuggirono poi con qualche cavallo al seguito. L’incursione avvenne il 17 agosto 1878 nel ranch di William Munday; il Munday, con Jake Grosclose, Tom Healey e “Three-Fingered” (“Tre Dita”) Smith, si misero all’inseguimento dei razziatori, attraversarono il fiume Payette ma, alle Cascade Falls del Payette, caddero in una imboscata e il Munday venne colpito mortalmente, la stessa sorte toccò anche a due altri rancheros. Lo Smith, un uomo molto esperto, venne ferito, ma con suo compagno, l’Healey, riuscì a mettersi in salvo e a raggiungere la Cal White Station del Salmon Meadows, dove riferì che erano stati attaccati da “almeno 75 indiani”. A farne le spese furono comunque i Weiser, che vennero accusati della razzia e dell’omicidio del bianco e, addirittura, lo Smith sarebbe riuscito a “distinguere chiaramente il suono del fucile di Andy Johnson”. Le truppe si misero subito in movimento sotto la guida del Drums, giungendo alle Cascade Falls per dar sepoltura ai tre corpi senza vita poi, per circa otto miglia, seguirono il sentiero che portava a Diggins Pearsall dove trovarono altri due corpi di cercatori d’oro, erano Daniel Crooks e Brady Wilhelm. Nel suo Rapporto il Drums avrebbe riconosciuto che gli indiani non superavano le 15 unità e che probabilmente, non avevano più di 5-6 guerrieri.


Capitan Jack, del popolo Modoc

Il generale Howard, informato della tragedia, sembrava poco incline a dar la colpa ai Weiser, era propenso a credere che i razziatori appartenessero alla banda di White Bird. Nel frattempo, Sarah Winnemucca giunse a Fort Boise per contattare gli indiani tenuti prigionieri; le donne si rifiutarono di parlare, non si fidavano di lei, la quale, secondo una indiana prigioniera, avrebbe poi “riferito agli ufficiali dell’esercito”. Alla fine, Sarah poté soltanto constatare che gli indiani prigionieri non erano Paiutes ma, probabilmente, “Shoshone o Weiser”. Intanto i volontari del Borland stavano unendosi alle truppe del Drums sul fiume Payette, il loro compito era quello di intercettare e distruggere le piccole bande ancora in libertà. Durante la prima settimana di settembre la Milizia localizzò un accampamento sul Gold Fork del Payette River, i cinque indiani presenti si dettero alla fuga ma dovettero abbandonare tutti i loro averi, compreso i cavalli. Il Borland avrebbe identificato il campo come appartenente ad “indiani Sheepeaters” imparentati con i Weiser, e nutriva seri dubbi di riuscire a prenderli prima dell’inverno; inoltre osservava che uno degli indiani era probabilmente il ben noto capo Andy Johnson, il quale aveva sposato una donna della banda Weiser.


Milizia Volontaria; al centro della foto si vede Robbins

Il capitano Drum tenne il comando delle operazioni sull’alto Payette per tutto il mese di settembre ma, ancora il giorno 21, le sue pattuglie non avevano scovato indiani nella Long Valley, a nord dei Payette Lakes. I dispacci militari confermavano che “gli ostili Weiser” avevano abbandonato il territorio per trovare rifugio sulle montagne; le poche tracce indicavano che una cinquantina di indiani si erano raggruppati sul South Fork. Il Drum dovette abbandonare la caccia per mancanza di rifornimenti, così si mise in viaggio verso Camp Howard. Nel frattempo, piccoli gruppi di ostili si presentavano a Boise City per deporre le armi, ma si diceva che “indiani rinnegati” erano nelle zone dello Yankee Fork e di Cape Horn, dove avevano assalito un gruppo di carrettieri senza mietere vittime. Un altro Rapporto menzionava una piccola scaramuccia sullo Squaw Creek, a nord-ovest di Emmettsville, allora si pensò che gli indiani fossero localizzati tra lo Squaw Creek e il Payette River. Verso la fine di settembre la “Bannock War” era ufficialmente terminata; la guerra era stata molto costosa e 9 soldati e 31 cittadini avevano perso la vita con altri 18 feriti; le stime parlavano delle perdite indiane che ammontavano a 68 morti e 66 feriti ma, probabilmente, queste cifre dovevano essere almeno triplicate. Le spese sarebbero ammontate a più di mezzo milione di dollari.


Al centro in basso, Homily, Walla Walla chief

Per i Weiser la guerra fu devastante, qualsiasi tipo di organizzazione della banda era stata distrutta e, quelli che non erano stati uccisi o catturati, si ridussero a piccolissimi gruppi di fuggitivi nascosti nella selvaggia natura. Molti Weiser furono costretti ad abbandonare tutti i loro beni materiali e tutte le loro proprietà durante la precipitosa ritirata dall’Oregon, ormai vivevano in condizioni di indigenza nei piccoli campi sparsi delle Seven Devils Mountains, del Salmon River e dell’Idaho centrale. Verso la metà di ottobre vennero avvistati quattordici indiani a cavallo nella Indian Valley, allora alcuni volontari si misero sulle loro tracce ma, temendo un agguato alle Cascade Falls, preferirono ritirarsi portando la notizia dell’apertura di una nuova guerra. Il maggiore John Green, appena tornato da una spedizione nell’Idaho orientale, prese il comando di Fort Boise proprio quando alcuni Rapporti localizzavano gli indiani accampati presso lo Yankee Fork e Cape Horn; uno di questi gruppi era probabilmente quello del vecchio Eagle Eye, che altri Rapporti localizzavano a nord-ovest della Indian Valley, sulle Seven Devils Mountains.


Il Generale Howard

Diversi piccoli gruppi di Weiser si erano rifugiati nella profondità dei canyons del fiume Salmon, per unirsi alle poche famiglie di Sheepeaters che vivevano nella zona. Almeno tre famiglie dei Weiser vagavano ancora nella regione, quella di Eagle Eye, quella di Andy Johnson e dei suoi Sheepeaters e quella di Indian Charley e dei suoi figli Nez Percé. Nella primavera del 1879 sul Loon Creek, un affluente del Middle Fork del Salmon River posto a circa 100 miglia nord-est di Boise City, vennero uccisi cinque minatori cinesi. Furono sospettati gli Sheepeaters anche se era chiaro che gli assassini erano bianchi travestiti da indiani, una voce che circolò comunque nelle zone di Bonanza. In maggio, due bianchi, Hugh Johnson e Peter Dorsey, vennero trovati morti sul South Fork del Salmon River, come al solito vennero accusati gli indiani ma, dopo una indagine militare, un Rapporto concludeva dicendo che, “è molto comodo avere indiani nel territorio in caso di delitti commessi. Si può così scaricare la colpa su di loro”. Troppi faccendieri bianchi avevano grandi interessi finanziari per scatenare una nuova guerra indiana. Comunque, la morte di cinque cinesi e di due bianchi non poteva essere ignorata dal Dipartimento Militare del Columbia, allora l’Howard inviava un Distaccamento sul Loon Creek.


Indiani Bannock in una vecchia foto

Questa azione avrebbe aperto la “Campagna Sheepeaters” e l’ultima guerra indiana nell’Idaho. Anche alcuni Weiser vi avrebbero partecipato al fianco di War Jack, mentre altri – con il gruppo di Eagle Eye e quello di Indian Charley – preferirono nascondersi fra le montagne del Central Fork del Salmon River. Gli Sheepeaters del Middle Fork, con gruppi Weiser e qualche Bannock, restarono appartati e, stando ai Rapporti, non dovevano superare le 150 anime, ma erano noti per essere in grado di “sopportare grandi privazioni”, abitavano un paese inesplorato e conoscevano ogni angolo del territorio. Il 31 maggio 1879 il capitano Bernard lasciava Fort Boise per spingersi verso Challis e il Loon Creek, con lui vi era una Compagnia di cavalleria e 56 scouts del Robbins; un’altra Compagnia, ma di fanteria a cavallo, sotto la guida del tenente Henry Catley, lasciava Camp Howard per esplorare le terre di Warren. Una terza forza, costituita da 20 indiani Umatilla con sette soldati guidati dai tenenti E.S. Farrow e W.C. Brown, si spingeva sul Weiser (7 luglio) dalla Umatilla Agency.
La primavera successiva arrivò in forte ritardo e la campagna fu certamente difficile. Le forze del Bernard da Cape Horn arrivavano al Middle Fork e, ai primi di luglio, il comandante poteva dichiarare che per giungere al grande fiume si doveva costruire almeno una piccola strada; nel frattempo, il Farrow e i suoi scouts indiani entravano nella Indian Valley per accamparsi presso la Cal White Mail Station, a Salmon Meadows. Sulle montagne circostanti venivano segnalati grossi incendi boschivi, la colpa venne data agli indiani anche se nella zona non vi era stato alcun avvistamento.


Un giovane guerriero Bannock, armato di pistola

Il Farrow, comunque, stimava che circa 150 indiani si erano stabiliti presso la foce del fiume Secesh, nelle zone di Warren. Il 16 luglio, nella Council Valley, alcuni scouts riportavano tracce indiane presso il Wood Creek, ma non furono in grado di individuarli. Nel frattempo, il Catley attraversava le montagne sul Big Creek, un affluente del Middle Fork del Salmon River. Il 29 luglio le sue truppe distruggevano un campo indiano, di almeno 28 unità, evacuato circa due ore prima del loro arrivo. Le truppe, circa 70 uomini, seguirono un piccolo ruscello ed entrarono in un canyon dove almeno una decina di indiani erano in agguato; due soldati vennero feriti e così le truppe dovettero ritirarsi disordinatamente. Il Catley era piuttosto demoralizzato, intendeva ritirarsi il giorno successivo, poi però, durante la mattina, cercò di risalire nuovamente il canyon, ma venne nuovamente costretto ad indietreggiare dal fuoco dei “cecchini indiani” che sparavano dall’alto del canyon, mentre altri guerrieri davano fuoco alla base delle montagne, con il vento che spingeva le fiamme contro le truppe.


Un bel ritratto di Capitan Jim

Quella notte, coperto dalle tenebre, il Catley e i suoi soldati abbandonarono il territorio per raggiungere precipitosamente Warren, le truppe avevano perso tutti i loro rifornimenti e bagagli, ed ora intendevano ritornare a Camp Howard. War Jack e i suoi guerrieri avrebbero inseguito i soldati oltre il Big Creek e fino al South Fork, nelle zone di Warren; avrebbero poi assalito un ranch isolato uccidendo il proprietario, James Rains, e ferito un rancheros di nome Albert Webber, per poi dileguarsi sulle montagne, “nelle roccaforti degli Sheepeaters”. Il “disastro del tenente Catley” fu mal digerito dal furente Howard, soprattutto quando il Bernard lo informò che gli assalitori erano pochissimi. Venne allora inviato un drappello di 25 uomini al comando del capitano A.G. Forse, da Camp Howard si sarebbero mosse le truppe per intercettare i ribelli, mentre tutte le forze a disposizione dovettero convergere sul Big Creek. Gli scouts del Farrow furono i primi a giungere nel territorio e a mettersi all’inseguimento lungo il corso del Middle Fork; il Bernard, seguì gli scouts e al suo fianco vi erano anche il Forse e il Catley.


Capo Moses dei Sinkiuse

Le truppe trovarono vari wickiup abbandonati e, il 19 agosto, gli scouts ebbero una breve scaramuccia con gli indiani, poco dopo il Catley si imbatté in un altro campo abbandonato, gli indiani si erano dileguati lasciando nei wickiup tutti i loro averi. I ribelli si rifugiarono sulle colline circostanti e dettero nuovamente fuoco ai boschi per scoraggiare gli inseguitori; il giorno successivo attaccarono un carriaggio carico di mercanzie e provvigioni uccidendo un soldato, Harry Egan; questi fu l’unico soldato a perdere la vita durante la campagna contro gli Sheepeaters. Con gli indiani ormai ridotti a mangiare i muli, il Farrow continuava l’inseguimento lungo il Middle Fork, riferendo che “erano in piena ritirata e abbandonano tutte le loro proprietà lungo la pista”, mentre il Bernard dichiarava apertamente che gli ostili non avevano più di 30 guerrieri, ormai decisi a raggiungere il “paese dei Lemhi”. Il Bernard si diresse allora verso il Loon Creek, riteneva ormai che i cavalli erano troppo esausti per continuare la caccia, avevano bisogno di rifornimenti e di riposo. Prima di lasciare l’area il Farrow e il Brown decisero di compiere un ultimo tentativo per soggiogare gli ostili Sheepeaters. Il 17 settembre, un piccolo gruppo di scouts lasciava il South Fork e, ancora una volta, seguì la pista presa dal Catley che li portava sul Middle Fork del Salmon River. Il giorno dopo, verso mezzogiorno, gli scouts sorpresero e catturarono due donne indiane con un bambino e due giovani ragazzi, uno dei quali sarebbe però riuscito a fuggire poco dopo. A breve distanza vennero individuati alcuni accampamenti di caccia, ma gli indiani si erano dati alla fuga sulle montagne perdendo anche qualche cavallo.


Indiani Yakima

Molti altri campi furono scoperti durante la settimana, erano tutti abbandonati e sembrava che gli Sheepeaters fossero allo stremo. Il Farrow interrogò i prigionieri, i quali avevano dato notizie abbastanza precise sui movimenti della banda. Il 25 settembre, da una fitta boscaglia, comparve un guerriero solitario, il Brown e uno scout Umatilla, Wa-tis-kow-kow, gli andarono incontro proponendogli un colloquio; il guerriero era War Jack, il “successore di Eagle Eye”, disse che era “stanco di combattere e voleva vivere in pace”. Dopo aver accettato una resa incondizionata venne inviato alla ricerca della sua gente dispersa fra le montagne; riapparve il giorno dopo con un “indiano Weiser di nome Bouyer”, la cui famiglia era stata catturata la settimana precedente. I due dichiararono che gli indiani erano troppo dispersi nell’impervio territorio, erano divisi in piccoli gruppi sotto la loro guida e quella di un indiano Lemhi di nome Chuck. Il 1° ottobre si ripresentava War Jack, guidava “quattro logge composte da otto uomini, 24 squaw e papooses”, erano quasi tutti Sheepeaters “dipinti di vernice e con ampi piumaggi”. Qualche tempo dopo si arresero altri gruppi che portarono il totale degli indiani a 51, di cui “soltanto 15 potevano essere guerrieri”.


Grizzly Bear, Umatilla

I prigionieri, “demoralizzati e indigenti”, ammisero di essere stati gli autori dell’attacco al Rains Ranch, come rappresaglia contro le operazioni militari del tenente Catley lungo il Middle Fork, ma negarono qualsiasi responsabilità per il massacro del Loone Creek. Il Rapporto inviato ad Howard, il 9 ottobre, cambiò radicalmente l’umore del generale, la spedizione del Farrow era riuscita nell’intento di soggiogare gli ultimi indiani ribelli, “sconfitti in due scaramucce” e con la cattura dei loro campi; “tutta la banda si era arresa ed era in viaggio per Vancouver” come prigionieri di guerra. La “Sheepeaters Campaign” era ufficialmente terminata. I prigionieri, con “War Jack e gli altri capi”, erano 23 Sheepeaters del Salmon River, 13 indiani Weiser e 7 indiani Boise; ma queste cifre risalgono al marzo 1881, quindi due anni dopo, appena prima del loro trasferimento da Vancouver a Fort Hall. L’epilogo di questi coraggiosi indiani fu ben sintetizzato dallo Sven Liljeblad: < < L’armamento di questi formidabili nemici, inseguiti per tre mesi dalla Cavalleria, dalla Fanteria a cavallo e dagli scouts Umatillas, ammontava a sole quattro carabine, una a retrocarica e due fucili ad avancarica, e un fucile a doppia canna. Questo patetico affare rimase nella memoria degli storici dell’Idaho come la “Sheepeater War” >>.


Un campo di Nez Perce

Lo stato d’animo dell’Howard era sicuramente ottimistico, molti coloni continuavano a credere che meno della metà degli indiani Sheepeaters si erano arresi durante l’anno, altri gruppi vagavano ancora sulle montagne. Molte relazioni indicavano la presenza di indiani nel territorio, infatti, qualche sparuto gruppo si sarebbe poi presentato a Fort Boise. Alcuni cavalli vennero razziati nella Indian Valley e qualche problema si ebbe anche lungo il corso dello Squaw Creek, nelle vicinanze dell’Horseshoe Bend, quando un giovane bianco venne ferito in uno scontro con una banda di indiani “Bannock e Weiser”, la cui consistenza numerica sembrava essere dalle 40 alle 60 persone. Il Farrow dovette nuovamente intervenire e incaricò il Brown di individuare gli autori delle razzie, ma nei suoi Rapporti non escludeva assolutamente l’ipotesi che fossero dei bianchi con pochi scrupoli. La spedizione del Brown dovette essere sospesa dopo una settimana di stenti nella neve alta e in un clima invernale allucinante. Il Brown dovette far ritorno all’Agenzia Umantilla. Nella primavera del 1880 si ebbero altri avvistamenti nella Indian Valley, si parlava anche di un accampamento di Weiser alla foce del Crooked River; alcuni volontari a cavallo avrebbero avuto un piccolo scontro con una banda di “10-15 indiani” e due bianchi vennero feriti seriamente.


Un gruppo di Bannock

Le successive azioni dei volontari non sono note, ma sembra che due indiani siano stati inseguiti fin sulle loro montagne della Long Valley. Agli inizi dell’estate un colono della Indian Valley riusciva a catturare due donne indiane sulle montagne; le donne dichiararono di essere le “figlie di Eagle Eye”. Qualche giorno dopo altri indiani vennero avvistati sul Cottonwood, circa sei miglia a nord della valle. Il tenente P.S. Bomus, da Fort Boise, venne inviato nella Indian Valley, sarebbe ritornato ben presto alla base non essendo riuscito ad intercettare gli indiani che fuggivano velocemente nell’interno delle vallate. Venne allora richiamato il Farrow, ma anche i suoi scouts si trovarono in seria difficoltà e trascorsero il resto dell’estate impegnati in vane ricerche. Gli ordini erano chiari, bisognava catturare le piccole bande che facevano capo ad Andy Johnson, Big John e Old Chuck, anche se alcune dicerie parlavano della morte di Old Chuck in uno scontro sull’alto Payette, avvenuto nell’autunno del 1878. Le ricerche continuarono vanamente sia lungo il Payette che sulle Packer John Mountains. Agli inizi di ottobre il Farrow stava esplorando le terre del Crooked River, della Long Valley e del South Fork del Salmon River.
Guerriero Shoshone
Gli indiani avevano accuratamente evitato qualsiasi contatto anche se War Jack venne impiegato come scout; un piccolo accampamento, stimato per circa 40-50 indiani venne scoperto sul Middle Fork del Salmon, fu allora che il Farrow decise di sospendere le operazioni. Segnalazioni di indiani liberi continuavano a giungere a Boise, sia nell’autunno che durante l’inverno del 1880; alcuni minatori segnalavano un “gruppo di 20 indiani” sullo Squaw Creek, li avrebbero minacciati di morte se avessero detto la loro posizione alle truppe; gli indiani, comunque, stando ai bianchi, erano piuttosto “indigenti”. Alcuni piccoli gruppi andarono alla deriva nelle terre orientali, dove entrarono nelle Agenzie Lemhi e Fort Hall. Entro la primavera del 1881 sarebbero cessate le segnalazioni sugli indiani del fiume Weiser, anche se un Rapporto individuava alcuni ragazzi nella Long Valley, stavano cacciando volatili sul Payette River. Quando alcuni volontari si spinsero sul Little Salmon River scoprirono che gli indiani avevano lasciato la zona per spingersi sulle montagne circostanti della Indian Valley. La successiva segnalazione alle autorità era chiarissima, gli indiani “erano amichevoli e il gruppo era composto da tre uomini, due squaw qualche ragazzo e un bambino”; quando i volontari giunsero al loro campo si accorsero che erano “privi di munizioni, e avevano tolto la corteccia a parecchi alberi per usarla come giaciglio”. Questi indiani avrebbero potevano appartenere al “noto Andy Johnson”. Una Compagnia di Cavalleria si mosse immediatamente sotto la guida del capitano W.P. Parnell, il quale si spinse nella regione dei Payette Lakes durante l’estate del 1881; la spedizione non dette alcun risultato, i superstiti Weiser erano “scomparsi senza lasciare alcuna traccia” e i loro leaders sarebbero scomparsi dalla scena storica. Sui pochi indiani ancora liberi, tra cui i Weiser, i Bannock e gli Sheepeaters del Middle Fork, nulla si sapeva ma, comunque, gli restavano ben poche alternative: continuare a resistere, consegnarsi alle autorità o tentare di raggiungere una Riserva di loro gradimento. Il gruppo del vecchio Indian Charley, e di suo figlio, aveva ancora qualche seguito fra gli Shoshoni. La banda avrebbe trovato un nascondiglio ideale a sud della Long Valley, in una terra molto vicina ai loro antichi campi estivi, dove gli indiani cacciavano i cervi.
Indian Charley era comunque un indiano Nez Percé che, con i suoi pochi seguaci, si era unito alla banda di Eagle Eye. La banda veniva localizzata nella Buck Dry Valley, a sud della High Valley e nelle vicinanze di Timber Butte; era un territorio ideale per sfuggire alle truppe, sito a ovest, tra il profondo canyon del Payette River e lo Squaw Creek, l’area dimostrava veramente di essere l’ideale per indiani fuggiaschi. In queste terre i pochi superstiti riuscirono a riorganizzarsi e a fare il punto sulla loro situazione. Però, con la fine delle guerre indiane nell’Idaho, scomparvero anche le notizie su di loro.


Capitan Jack degli Yakima

La Riserva di Malheur venne ufficialmente chiusa con una ordinanza esecutiva del 21 maggio 1883, e tutti i prigionieri indiani, internati in varie postazioni militari, sarebbero stati inviati nelle Riserve. La maggior parte dei Weiser entrarono nella Riserva di Fort Hall ma, durante l’estate gli indiani di Fort Hall avrebbero continuato a cacciare e pescare lungo il corso del Weiser senza dar alcun problema ai coloni bianchi. Piccoli gruppi di indiani di Fort Hall avrebbero continuato a spingersi durante l’estate nel territorio almeno fino a dopo la fine del secolo, fra questi vi erano i resti dei Weiser, che spesso si univano agli Sheepeaters. Le notizie su Andy Johnson sono piuttosto scarse, ma tutte le indicazioni sembrano ritenere che il capo, con la sua famiglia, si sia avvicinato agli insediamenti bianchi sul fiume Weiser dove, a quanto sembra, venne ben accolto. Almeno fino alla metà del decennio 1880-90 il capo avrebbe vissuto con la sua famiglia, e i suoi cinque figli avrebbero frequentato regolarmente le scuole prima di essere spostati nella Riserva. Lungo il corso del Payette River, tra Emmett e l’Horseshoe Bend, si sarebbe anche diffusa la leggenda della “One-Eyed Tribe”, proprio in riferimento ad Indian Charley e a suo figlio, i quali divennero grandi amici di Jimmy Hoy (Hay, Hoey), un trapper irlandese che si stabilì presso la foce del Buck Dry Creek.
L’Hoy divenne grande amico degli indiani Weiser e sposò poi una donna indiana. Ormai gli indiani dovevano accettare la nuova situazione, accettare lo stile di vita dei bianchi per sopravvivere. I nuovi coloni indiani impararono a costruire capanne e case di legno da utilizzare come ricovero permanente, appresero l’orticoltura e iniziarono ad allevare polli e maiali, ma uno sguardo particolare lo dettero sempre agli alberi da frutta. Le famiglie indiane furono ben presto autosufficienti e, al loro lavoro quotidiano, le donne raccoglievano ancora radici e piante commestibili che andavano a completare la dieta della famiglie con le verdure coltivate nei giardini. La dieta veniva poi integrata con la caccia ai cervi, e con la pesca dei salmoni. Nel 1888 lo “Statesman” riportava che nella Dry Buck Valley, tra l’upper Squaw Creek e l’alta valle del Boise, vivevano gli ultimi resti di tribù “un tempo famose nell’Idaho”; il giornale ricordava che vi erano “17 donne, tre uomini e alcuni bambini”, di cui alcuni erano anche dipendenti di una segheria e di un mulino. Infatti, alcuni indiani lavorarono nelle segherie di Dry Buck e di Soldier Creek facendosi parecchi amici tra i coloni di Emmettsville. Diversa era sicuramente la vita nelle riserve di Lemhi e di Fort Hall dove, nel 1890, un agente indiano dichiarava apertamente che i nativi pensavano soltanto “a mangiare senza compiere sforzi”, gli indiani sono “inetti e stravaganti e non si interessano dell’agricoltura”.


Tendoy, tra passato e futuro

Nell’anno 1893 soltanto 130 famiglie si dedicavano all’agricoltura e il processo di acculturazione diventava sempre più fallimentare, specialmente con il gruppo del capo Tendoy; l’agente indiano affermava che, “Questi indiani non vogliono il progresso e ciò è anche dovuto alle loro religioni tribali e ai loro costumi”. Nel frattempo, le aree del Weiser si popolavano di bestiame, ovini e bovini solcavano le pianure e, nel 1894, sembra vi fossero circa 1.500 animali appartenenti ai coloni. La famiglia di Eagle Eye, ed anche quella di Indian Charley, continuava a vivere nelle zone di Timber Butte, e venivano considerati “civilizzati e innocui”, ma verso la fine del secolo alcuni tragici eventi segnarono una svolta per le colonie indiane. La domenica del 20 giugno 1897 moriva James Hoy e, verso la fine dell’anno, moriva anche Indian Charley, il capo dei Nez Percé. I coloni indiani si trovarono in difficoltà, ma vennero aiutati da George F. Cook e poterono continuare a vivere nel territorio. L’anno dopo il senatore George L. Shoup ricevette parecchie denunce di bianchi scontenti della presenza indiana sul Payette, ad aggravare la situazione era stata la scoperta di un altro gruppo di “Weiser Indians” nella Camas Prairie, nelle vicinanze di Bliss. I bianchi chiedevano la loro rimozione forzata a Fort Hall. L’ispettore William McConnell, ex governatore ed ex leader del gruppo di vigilantes della Payette Country, nell’aprile 1860 aveva avuto modo di visitare le terre dei Weiser lungo il Payette River, dove era stato ben accolto da Young Charley e dalla sua gente. I suoi Rapporti parlavano di circa 20 indiani che vivono lì “da 12 o 14 anni”, due di loro erano “Snake River Indians” e gli altri, “si suppone siano Nez Percé”, sembra che “il loro insediamento in quelle terre sia stato il risultato di qualche faida…”. Nel giugno 1898, il nuovo agente di Fort Hall, C.A. Wraner, incontrò due capi del gruppo, Old Tom e Captain Jack, avevano “un gran numero di cavalli, scavavano ancora radici e praticavano sia la caccia che la pesca”. Questi indiani sarebbero stati internati nella Riserva dopo un viaggio di ben cinque giorni. Il gruppo della Camas Prairie sarebbe rimasto nelle vicinanze della Riserva e, ufficialmente, conosciuto come la “banda di Camas Jim” almeno fino al 1899. A malincuore, e senza ragioni plausibili, alcune famiglie indiane avrebbero poi accettato di stabilirsi nell’Agenzia Lemhi, dove avevano alcuni parenti; questo gruppo avrebbe caricato le sue cose su alcuni carriaggi lasciando così le loro fattorie della Weiser Country e del fiume Payette; altre famiglie avrebbero invece raggiunto Challis, per poi entrare a Fort Hall. Il gruppo che raggiunse l’Agenzia Lemhi sarebbe ritornato indietro nel tempo, addirittura di circa 20 anni, poco dopo la fine delle guerre indiane. Ancora nel 1898, l’agente E.M. Yearian riferiva che i gruppi di Tendoy, quindi anche quelli Sheepeaters e Weiser, erano “ben lungi dall’essere civili”, continuavano a mantenere la loro vecchia cultura, con “due terzi dei maschi sopra i 18 anni che usavano ancora tipiche brache indiane, mocassini, coperte, piumaggi e pitture sul corpo e sul viso”. La situazione sarebbe ancora cambiata, nel 1880 Tandoy aveva firmato un Trattato in cui rinunciava alla sua Riserva Lemhi, l’atto venne ratificato dal Governo il 23 febbraio 1898; l’intera popolazione nativa doveva essere rimossa a Fort Hall. Parecchi gruppi Lemhi aveva però già volontariamente raggiunto la Riserva. Nel 1905 un censimento annotava la presenza di 288 Shoshoni, 97 Sheepeaters e 81 Bannock, per un totale di 466 indiani; cinque anni prima erano però stati conteggiati in 512 anime. Dopo la morte di Tendoy (1907), il gruppo Weiser di Eagle Eye entrava a Fort Hall con il resto dei Lemhi, furono tutti conosciuti come “Shoshoni-Bannock tribe”. Alcuni discendenti di Eagle Eye hanno ancor oggi il cognome “Eagle”. Lo Sven Liljeblad ricordava che John High Eagle – anche chiamato “John Eagle” – fu per molti anni una figura rispettata a Fort Hall, come pure Charles Eagle, cugino o fratello di John Eagle. Qualcuno avrebbe speculato che Charles poteva essere lo Young Charley, il mezzosangue Nez Percé ma, secondo il Liljeblad, questa notizia sarebbe infondata. Ancora oggi, comunque, le famiglie Hoy, Thorpe, Calico, Teton, Blackhawk, Tistibo e Kaiyou avrebbero delle origini Weiser. Con il passare degli anni, alcuni di loro sarebbero diventati allevatori sul Lincoln Creek. Jimmy Hoy Jr., il figlio del trapper e della donna indiana, sarebbe tornato a lavorare nei campi di fieno di Jerusalem per diversi anni. Tragicamente la sua vita venne distrutta dal proiettile di un uomo bianco durante una rissa in un saloon di Horseshoe Bend, quando il “progresso e la civiltà erano entrati con la ferrovia nella Payette Country”.