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Yavapai, alleati e nemici

A cura di Gianni Albertoli

Ahoochy Kamah
Le tradizioni orali degli indiani Yavapais parlano spesso dei loro rapporti storici con le popolazioni vicine. Gli Yavapais sarebbero emersi da “Ahagaskiaywa” per poi diffondersi nel territorio; la loro creazione sarebbe allora nata da un grande buco che dal sottosuolo portava ad un paese di roccia rossa, il grande buco era “Ahagaskiaywa”, oggi identificato nel Montezuma Well, posto nei pressi dell’attuale città di Sedona e nelle vicinanze della Verde Valley (Arizona). Altre tradizioni ricordano che gli Yavapais si sarebbero separati dai loro affini Upland Yumans, rappresentati dalle genti chiamate “Pais” e a noi note come Walapai (Hualapai) ed Havasupai (Supai). Nel corso del XVIII secolo le genti di lingua Yuman avevano stabilito sparsi insediamenti nella bassa pianura e nelle valli dei fiumi Gila e Colorado. I Cocopas controllavano il delta del Colorado River, posti più a nord vi erano altri gruppi noti come Halyikwamas e Kohuanas. La grande nazione Quechans occupava le aree intorno alla confluenza dei fiumi Gila e Colorado; nelle vicinanze – a volte a nord e a volte a est – vi erano anche i numerosi Halchidhomas.
Più a nord erano stanziati i Mohaves, il cui epicentro era rappresentato dalla Mohave Valley sul fiume Colorado. I Maricopas, i Kaveltcadomas, e altri piccoli gruppi Yuman, avevano villaggi sul fiume Gila, a ovest del Salt River Fork. Il termine “Maricopa” indicava le genti Yuman stanziate sul basso corso del Gila intorno al 1770, i quali, incontrati dal Juan de Anza, dal Garcés, e da altri cronisti spagnoli, venivano menzionati come “Opas” o “Cocomaricopas”; gli studiosi preferivano comunque chiamarli “Maricopas” e “Kaveltcadomas”, questa ultima era in effetti una banda degli indiani Halchidhomas. Nel corso del XVIII, e nella prima parte del secolo successivo, l’alleanza tra i Quechans e i Mohaves avrebbe indiscutibilmente dominato gran parte dei conflitti che si svolsero nelle zone fluviali del Colorado River. Difficile dare una valutazione numerica di queste popolazioni. Le stime del Kroeber parlavano di circa 3 mila Mohaves, 2.500 Quechans e circa un migliaio di Halchidhomas intorno al 1770; nel 1776 il Garcés parlava di circa 3 mila Quechans, 3 mila Mohaves e circa 2.500 Halchidhomas.


La mappa delle terre in cui vivevano gli Yavapai

Secondo il Forbes, al tempo del primo contatto con i bianchi, vi potevano essere circa 4 mila indiani Quechans, la cui popolazione sarebbe poi visibilmente diminuita a causa delle nuove malattie e dell’opera schiavistica operata su grande scala dagli spagnoli. L’offensiva operata dalla potente alleanza Quechan-Mohave avrebbe poi costretto sulla difensiva l’alleanza dei gruppi Halchidhomas, Kohuanas e Halyikwamas; la storia successiva avrebbe provocato lo spostamento di questi ultimi sul fiume Gila. I Chemehuevis, una popolazione di lingua Uto-Azteca appartenente al gruppo dei Paiutes meridionali, si sarebbe poi spostata, dalle terre a ovest del deserto del Mohave, sul fiume Colorado, per sostituire gli Halchidhomas e stanziarsi tra le terre dei Quechans e quelle dei Mohaves. In generale, prima della metà del XIX secolo, vi era due principali schieramenti antagonisti fra loro, i quali avevano anche interconnessioni con tribù dell’Arizona occidentale e della California meridionale.


Prospettive uniche, nella terra degli Yavapai

Quechans, Mohaves, Yavapais e Chemehuevis costituivano il nucleo forte dell’alleanza predominante, i loro rapporti andavano anche molto a occidente, fino a raggiungere le coste occidentali della California e le terre degli indiani Chumash. La seconda alleanza comprendeva i Cocopas, Maricopas, Halchidhomas, Kohuanas, Halyikwamas e Pimas, ed aveva il suo epicentro nella regione del Colorado-Gila, con vari gruppi alleati nella California meridionale. Queste alleanze erano basate principalmente sui bisogni economici ed eventualmente anche sui reciproci interessi; i partner commerciali frequentemente collaboravano nelle spedizioni di guerra contro i nemici comuni. Anche se non erano potenti e organizzati come gli insediamenti fluviali, i campi degli Yavapais avrebbero spesso partecipato a queste catene di alleanze. Numerose famiglie dei Tolkepayas mantenevano relazioni amichevoli con i Quechans e i Mohaves e, per estensione, potevano anche contare sui Chemehuevis, i Kamias e, addirittura, anche con qualche gruppo occidentale del gruppo Pimas, per lo meno come non nemici. Entro la fine del XVIII secolo, l’alleanza dei Tolkepayas, ma anche degli Yavapais in generale, con i Quechan era completamente stabilita. Nei primi mesi del 1776, mentre Francisco Garcés si trovava in un insediamento dei Quechans, il principale leader della tribù era Olleyquotequiebe, noto agli spagnoli come “Salvador Palma”. Il potente capo si vantava della sua amicizia e alleanza con gli Yavapais e i Kamias, dichiarandosi acerrimo nemico dei Cocomaricopas e degli Halchidhomas. Quando il grande fiume Colorado esondava – in inverno e in primavera – i Quechans si dedicavano allora alla caccia dei cervi e delle pecore di montagna nelle terre occidentali degli Yavapais, ed anche alla raccolta di radici selvatiche. L’influenza dei Quechans sui Tolkepayas fu sicuramente notevole, tanto che, nel XIX secolo, gli americani avrebbero identificato in modo errato gli Yavapais occidentali, definendoli “Yuma-Apaches” o “Apache-Yumas”. Nelle terre orientali della nazione Yavapais, le relazioni esterne erano dominate dai rapporti tra i Kwevkepayas e i Wipukepas con i Western Apaches. Pur parlando lingue completamente diverse, le due etnie avevano modi di vita ed organizzazione sociale molto simili; come gli Yavapais, anche i Western Apaches si organizzavano costituendo campi invernali ed estivi, tutti strutturati attorno a famiglie allargate.


Foto di gruppo di indiani Maricopa

Anche i Western Apaches avevano bande tipicamente regionali e oggi gli studiosi li classificano come aventi quattro divisioni principali: White Mountains, Cibecue, San Carlos e Tonto Apaches. Il Goodwin suddivideva i Tontos nelle divisioni settentrionali e meridionali, ma essi stessi si sono sempre considerati una sola entità. Le famiglie Kwevkepayas e Wipukepas avevano stretti rapporti con due dei quattro gruppi degli Apaches occidentali, i quali sarebbero migrati in Arizona provenienti da nord. Gli Apaches avrebbero occupato vaste aree che si estendevano a sud fino al Gila River; trovarono gruppi Yavapais nella Verde Valley e sulle Mazatzatl Mountains, furono subito ben accolti e allora nacque la grande amicizia. I Tontos si stabilirono a est del Verde River, tra il San Francisco Peak, a nord, e il Salt River a sud; il loro territorio si sovrapponeva a quello dei Wipukepas e dei Kwevkepayas. Il gruppo San Carlos si stabilì nella regione che si estendeva a sud del Salt River e sulle Santa Catalina Mountains, proprio sul confine con le terre dei Kwevkepayas e vicino alle moderne città di Miami e Globe. I Kwevkepayas avevano terreni di caccia e di raccolta in comune con gli Apaches di San Carlos e con i Tontos; scambiavano e commerciavano alimenti con i loro vicini orientali; infine, sposarono donne San Carlos e Tontos, così le famiglie assunsero tradizioni e tratti tipici degli Apaches occidentali.
I Wipukepas e i Tontos avevano legami ancora più stretti; non solo i primi condividevano le risorse alimentari lungo il corso superiore della Verde Valley, dell’Oak Creek Canyon e del Fossil Creek, ma giungevano ormai a creare dei veri e propri accampamenti misti dove i matrimoni erano molto frequenti.


Ritratto di famiglia: gli Yuma

La banda dei Tontos, nota come “T’ùdù-tl’-ìjndè” (“Blue Water People”), viveva praticamente in simbiosi con la banda “Matkitwawipa” dei Wipukepas. Nel 1874, Walter Schuyler, un ufficiale americano di stanza alla Rio Verde Reservation, osservava la stretta simbiosi tra i gruppi Tontos e i Kwevkepayas e i Wipukepas. < < I Tontos sono una razza mista di Apache e Apache Mohaves, parlano entrambi i linguaggi e hanno lo stile di entrambe le popolazioni >>. Le relazioni degli Yavapais con le altre due divisioni occidentali degli Apaches erano comunque meno frequenti. Talvolta però gruppi Yavapais hanno collaborato con i Cibecue e i White Mountains in attacchi contro i Pimas e i Maricopas. A farne le spese furono soprattutto i Pimas e i Maricopas, ma dobbiamo ricordare che i gruppi incursori Yavapai-Tonto erano numericamente limitati e, quindi, non potevano impegnarsi in lunghi scontri con i numerosi nemici; molte incursioni erano portate avanti da guerrieri appiedati che entravano in territori nemici, razziavano bestiame, assalivano indiani che si erano allontanati dagli insediamenti, poi fuggivano velocemente. Dopo queste incursioni, gli accampamenti degli Yavapai-Tonto dovevano tenere gli occhi ben aperti per non farsi sorprendere dai guerrieri Pima-Maricopa in cerca di vendetta. In genere, i Pimas e i Maricopas entravano nelle terre dei Kwevkepayas e degli Yavapés, a nord del Salt River, per raccogliere radici alimentari, soprattutto in giugno, quando maturavano i frutti dei saguaro. Gli scontri allora potevano essere all’ordine del giorno, infatti, anche gli Yavapais ponevano i loro campi estivi a nord del Salt River, ed allora i cicli della violenza si moltiplicavano. Le tradizioni Yavapai ricordano l’estrema ferocia delle loro incursioni ed anche di quelle dei Pimas. Presso “Churikayalva”, a est del fiume Agua Fria, venne combattuta una cruenta battaglia; diversi gruppi Yavapais, provenienti dalle zone di Prescott e Jerome, erano accampati nel territorio per raccogliere piante selvatiche e “churika”. I Pimas, armati di archi e frecce, e mazze da guerra, sorpresero gli Yavapais e fu un massacro, soltanto un giovane, Mivasukorkoror, riuscì a fuggire e a dare l’allarme al grosso della tribù. Gli Yavapais tesero allora una trappola agli incursori nemici, li attesero in un ripido canalone e, al momento giusto, dai due lati del canyon i guerrieri spinsero nel baratro enormi massi poi, scesero velocemente e bastonarono a morte i feriti Pimas.


Capi Yavapai a San Carlos (1876-1877)

Gli Yavapais avevano avuto la loro vendetta, ma gli scontri sarebbero continuati. Quando i gesuiti entrarono nell’Arizona meridionale (XVIII secolo), trovarono i Pimas in eterno conflitto contro i nemici del nord. Prima di partire per una incursione, i giovani Yavapais ballavano e restavano a digiuno, si astenevano dal sonno e dal sesso, e si preparavano alla lotta. Uccidere i nemici era essenziale per vendicare precedenti sconfitte e perdite umane; nei campi dei Pimas vi erano cavalli e bestiame che potevano essere razziati, la carne dei bovini serviva per fornire carne fresca alle giovani donne e ai loro figli che dovevano crescere forti e robusti. La cooperazione fra i vari campi allargava costantemente le reti di amicizia. Attraverso i Tolkepayas, l’alleanza Quechan-Mohaves poteva contare anche sugli Yavapés, sui Kwevkepayas, sui Wipukepas e, attraverso loro, sui Western Apaches come potenziali alleati; inoltre, il legame diventava ancora più forte visto l’odio comune nei confronti dei Pimas e dei Maricopas. Generalmente, i Kwevkepayas, i Wipukepas e i Western Apaches assalivano gli insediamenti del fiume Gila senza l’assistenza dei gruppi alleati del fiume Colorado, ma alcune volte questa alleanza potenziale diventava effettiva. Nel territorio vi era comunque anche il problema rappresentato dagli indiani Pais, i cui periodi di conflitti con gli Yavapais rappresentavano comunque altri problemi. I due gruppi erano culturalmente simili, abitavano in terre contigue, e parlavano lingue e dialetti simili. Anche i Pais davano vita ad accampamenti stagionali che permettevano loro di seguire un ciclo annuale di caccia e di raccolta. Sembra che i Pais avessero 13 bande regionali, le quali, probabilmente, facevano parte di quattro suddivisioni di notevoli dimensioni. I gruppi orientali dei Pais avevano tradizioni molto simili a quelle degli Yavapais, ma è doveroso ricordare che il Dobyns e l’Euler individuano le 13 bande regionali con tre sottotribù, alla cui guida vi erano dei sotto capi. Se le tradizioni di entrambe le nazioni suggeriscono l’ampio stato di guerra esistente, i vecchi indiani mettono in risalto e forniscono i bilanci di numero incursioni a scopo di razzie o di vendetta. Emergeva il fatto che vi erano ben poche motivazioni economiche come causa dei conflitti Yavapai-Pai, anche se a partire dall’inizio del XVIII secolo i predoni Yavapais razziavano spesso cavalli negli insediamenti dei Pais.


Indiani di diverse tribù, Tonto, Tolkepai…

In genere, un esperto combattente reclutava amici e parenti per cercare vendetta in un campo nemico; i raids erano comunque contenuti numericamente, ma si poteva raggiungere anche la cifra di 50 guerrieri in casi piuttosto rari, inoltre, al fianco dei guerrieri andavano anche donne impegnate a cucinare per i combattenti. L’intenzione dei razziatori era quella di sorprendere i nemici, uccidere uomini, donne e bambini e poi fuggire velocemente rischiando ben poco; poteva però succedere che gli assalitori, dove aver attaccato il campo nemico, venissero a loro volta accerchiati e distrutti dal preponderante numero dei guerrieri nemici. Solitamente le battaglie favorivano sempre i difensori locali a scapito dei piccoli gruppi di assalitori. Se gli incursori riuscivano a sfuggire, allora dai vari campi si organizzavano incursioni a scopo vendicativo, in questo modo la violenza andò avanti per interi decenni. Nella maggior parte dei casi, gli scontri fra gli Yavapais e i Pais fuoriuscivano dall’ambito delle reti di alleanze delle zone del Colorado-Gila. Prima del 1840 le bande Pais mantenevano ottimi rapporti con gli Halchidhomas, i quali erano grandi nemici dei Quechans e dei Mohaves. Comunque, gli scontri tra gli Yavapais e i Pais non interessarono mai le tribù Quechans e Mohaves, al contrario si videro spesso impegnati i Western Apaches. Una tradizione Pais ricordava come alcune famiglie Yavapais furono accolte amichevolmente in un accampamento estivo sul Big Sandy River, dove poterono mangiare meloni e commerciare parecchi prodotti. Uno di questi visitatori avrebbe poi sposato una donna Pais, rimanendo con la sua gente per parecchi anni; questo Yavapais sarebbe poi stato ucciso dai Pais per futili motivi. Quando il gruppo Yavapais seppe della sua morte, la pace fra le due bande divenne un lontano ricordo.
Le tradizioni Yavapai e Pai, risalenti alla metà del XIX secolo, ricordano anche i tentativi di pace fra le due popolazioni. Nel 1860 un indiano Yavapai visitava le terre degli Havasupai del Cataract Canyon, il messaggero si sarebbe presentato e gli Havasupai divennero così amici di quella banda Yavapai, ma avrebbero respinto altre offerte di pace da parte di altre bande Yavapai.


Un indiano Walapai

Poco dopo il 1870 i Wipukepas delle Bill Williams Mountains avrebbero iniziato ad avere rapporti amichevoli con i Pais del Cataract Canyon, vennero però assaliti da altri gruppi Pais che fungevano da scouts per l’esercito americano. Qualche tempo dopo la morte del guerriero Watcimódama, alcuni gruppi Pais, appartenenti al ramo Hualapai, concordarono delle paci temporanee con gli Yavapais. La maggior parte dei Tolkepayas e dei Kwevkepayas, stanziati in terre lontane da quelle dei Pais, non avrebbero partecipato al ciclo dei vari raids contro quelle genti del nord; anche per questi gruppi è probabile che soltanto in casi rarissimi vi siano stati scontri con i Pais. Difficile tracciare le linee di confine tra le due genti. A est il confine iniziava nelle zone del San Francisco Peak, poi seguiva una direzione verso sud-ovest, per almeno un centinaio di miglia, fino alle Mohave Mountains, a est del fiume Colorado. Nel corso del tempo sarebbe stata creata una sorta di zona neutra, entrando nella quale ci si poteva imbattere in bande nemiche; nonostante queste zone cuscinetto, i campi vicini al territorio nemico erano sempre vulnerabili agli attacchi. Razziatori Pais invadevano spesso e volentieri le terre settentrionali degli Yavapés, dove i campi potevano essere trovati in ogni mese dell’anno; gli Yavapais attaccavano i campi dei Pais appena a nord delle Bill Williams Mountains e del fiume Santa Maria. I razziatori inviavano in avanscoperta esploratori, essi avevano il compito di individuare gli accampamenti nemici ma, essendo esperti, conoscevano il territorio e quindi erano in grado di ipotizzare dove i nemici stavano raccogliendo radici alimentari, more, noci o altri alimenti vegetali selvatici.


Le Bill Williams Mountains

Le bande Pais del Cataract Canyon erano uno dei bersagli preferiti dei predoni Yavapais, ma le guerre Yavapai-Pai assumevano troppo spesso un carattere personale, le piccole dimensioni dei gruppi incursori e dei campi portavano automaticamente alle successive vendette, ma la lingua e la cultura comune, avrebbe dato loro un certo livello di intimità fra gli opposti combattenti. Gli scontri Yavapai-Pai si svilupparono spesso fra guerrieri che ormai si conoscevano troppo bene fra loro, anche se combattevano in contrapposti schieramenti. Nei momenti di guerra, vista la grande rivalità tra famiglie o bande, prima dello scontro, gli insulti davano sempre il via alla lotta. I Tolkepayas ricordano di aver sorpreso un gruppo di razziatori Pais nel loro territorio, dopo una violenta imboscata, con successivo scontro, i Pais si dettero alla fuga. Un guerriero di nome Yomatakwana gridò ai guerrieri Pais in fuga che era ansioso di combattere e di “uccidere ancora i guerrieri Pais”. Gli Yavapais ricordavano il guerriero Watcimódama, il quale intimoriva gli accampamenti Yavapai. Attraverso questi colloqui in battaglia, le varie bande di razziatori avevano modo di conoscere i loro avversari, i quali non erano degli anonimi nemici; conoscevano le loro voci, le loro parole e i loro volti, imparavano anche i nomi dei loro nemici.


Il Cataract Canyon

Lo Spier, nei suoi studi sugli Havasupai, rimarcava i tradizionali “colloqui tra nemici” e li riteneva semplicemente delle spacconerie tra guerrieri; le tradizioni orali degli Yavapais e dei Pais sul guerriero Watcimódama dimostrano ampiamente che le rivalità erano prettamente individuali. Watcimódama era un guerriero Havasupai, aveva ucciso personalmente molti Yavapais e aveva attaccato parecchi campi dei nemici della sua gente, gli Yavapais lo temevano moltissimo. Tikumta, un capo Yavapés, dovette organizzare una grande spedizione di guerra per vendicare la morte di suo padre, ucciso da Watcimódama nella Skull Valley. I guerrieri entrarono nelle terre dei Pais e, quando avvistarono l’accampamento, attaccarono concentrandosi soprattutto sul grande guerriero, dovevano porre fine “al suo regno di terrore”. Il nome del grande guerriero era Watchimódama, ma un informatore nativo dello Spier lo chiamava “Wawjahmondema”, il cui termine significava “mangiatore di nemici”; l’altro nome, ovvero “Wachumorma”, significava “mangiare la carne strappata dalle ossa dei nemici”, o qualcosa di simile. L’informatore del Jim Stacey, uno Yavapé di nome Gifford, usava sempre il nome “Wachumorma” e, comunque, questi tre nomi sembrano riferirsi allo stesso capo dei Pais.


Uno Yavapai (o forse un Apache Tonto)

Per compiere la loro vendetta, gli Yavapais presero lo scalpo di Watchimódama, catturarono sua moglie e poi tornarono trionfanti al loro villaggio. La pratica dello scalping presso questi indiani era comunque infrequente e poco usata, rappresentava soltanto una espressione di vendetta e di odio. Secondo gli informatori Yavapé dello Stacey, gli Yavapais che attaccarono il campo di Watchimódama presero soltanto lo scalpo del leader, anche se altri Pais avevano perso la vita combattendo. In questo modo la pratica dello scalping rappresentava soltanto una vendetta personale, il rancore di Tikumta verso il grande leader nemico.
Al Sieber e gli Yavapai
Gli Yavapais e i Pais montavano poi gli scalpi su dei pali del villaggio, poi danzavano intorno a loro e celebravano il successo in guerra. In alcuni casi la vendetta poteva portare allo scalping di donne ed anche vecchi ma, sono accertati attacchi degli Yavapais che hanno portato alla morte di donne e bambini Pais, i loro corpi poi bruciati e ritualmente mangiati, questa orribile fine sarebbe toccata alla moglie del grande Watchimódama. La portata del cannibalismo presso le genti Yumans è difficile da determinare, sicuramente fu una pratica piuttosto rara anche nei tempi antichi; il Gifford ed altri informatori Yavapé e Kwevkepaya attribuivano forme di cannibalismo agli Yavapai, ai Pai e ai Maricopa in rare occasioni, soltanto gli informatori Tolkepayas negavano assolutamente tale pratica, ma accusavano i Pai di violentare e poi uccidere le donne catturate. Il tempo per le guerre e le incursioni era comunque molto limitato; è probabile che i guerrieri partecipassero al massimo a due spedizioni all’anno. La precarietà della vita degli Yavapais era un dato di fatto, le minacce di un attacco a sorpresa poteva sconvolgere anche un intero ciclo economico annuale e la susseguente fame poteva avere notevoli ripercussioni. La capacità di questi indiani di fronteggiare situazioni a prima vista disastrose, sarebbe stata molto utile quando apparvero sulla scena i primi bianchi; gli Yavapai erano abituati ad affrontare i cambiamenti, erano ben consci delle alleanze e delle rivalità fra le varie popolazioni, e non erano certamente abituati a fossilizzarsi in relazioni etniche poco costruttive. Quando i primi bianchi apparvero da oltre le regioni del Colorado-Gila, gli Yavapais seppero comportarsi con grande efficacia.