I Nativi sono stati i primi a popolare l’America

A cura di Franco Altariva

I primi veri conquistatori e scopritori dell’America furono gli antenati dei pellerossa. Ma da dove sono venuti gli indiani? Certamente non dall’india e quindi è improprio chiamarli indiani; sarebbe più corretto chiamarli con appellativi quali ‘nativi’, ‘tribù locali’, ’nativi americani’, indigeni’ o ‘pellerossa’, anche se onestamente dobbiamo riconoscere che siamo abituati talmente al termine indiani che ci sembrerebbe di snaturarli se cambiassimo il termine.
Si sono formulate diverse teorie sulla provenienza degli indiani in America; certamente è da scartare l’idea dei Mormoni vagheggiante il trasferimento di una tribù d’Israele (quella di Dan) sul suolo Americano…
Come pure quella di una seconda arca di Noè arenatasi nella zona delle Montagne Rocciose dopo il diluvio, entrambe non solo non hanno fondamenti storici ma porterebbero a domande senza risposta.
Lo storico Hubert Herring ci dice: “La storia dell’America degli indiani va scritta con gesso tenero, facilmente cancellabile e correggibile.” L’archeologo J. Eric Thompson scrive: “Siamo ancora all’oscuro sugli indiani, le occasionali scoperte su scavi archeologici ci consentono di gettare un debole spiraglio di luce su di un impenetrabile passato.”
Si comprende quindi come le origini degli indiani siano un mistero ancora da scoprire (che forse non sarà mai svelato) perché gli antenati dei pellerossa non possedevano una scrittura con cui lasciare una documentazione ai posteri.


Le principali tribù indiane. Clicca per ingrandire!

L’ ipotesi più attendibile sui veri scopritori del nuovo mondo cominciò ad essere formulata già nel 1590 dallo spagnolo José de Acosta, egli riteneva che in passato l’America fosse unita al resto del mondo tramite un ponte ghiacciato o una striscia di terra , la tesi fu avvalorata da Virtus Bering che navigò nello stretto che porta il suo nome e divide l’Asia dall’ America di appena sessanta miglia. Anche i tratti somatici degli indiani sembrano dare ragione ai fautori della teoria “beringheriana”, in quanto molto simili ai popoli Tartari dell’Asia orientale. Il perchè gli indiani abbiano il naso aquilino, assente negli asiatici, è spiegabile con l’ipotesi che essi sarebbero appartenuti ad una popolazione ben distinta scomparsa dall’Asia.
La teoria viene formulata in questo modo: “Nella tundra siberiana una piccola comunità o una tribù posta sulle rive settentrionali della penisola di Kamciatka, seguendo il migrare della selvaggina si spinge lungo un corridoio ghiacciato e raggiunge l’Alaska, sempre nelle migrazioni di caccia scende piano piano a sud e man mano che le famiglie diventano troppo numerose si dividono in vari nuclei per meglio sopravvivere, alcuni restano al nord, altri valicano le montagne rocciose e raggiungono le grandi pianure e vi si stabiliscono, altri continuano la loro migrazione e infine raggiungono e popolano vari territori fino al sud America.


Una cerimonia di indiani del nord-ovest

Questa migrazione sarebbe iniziata tra il 4.000 e il 3.500 a.C. Pertanto la conquista del territorio americano sarebbe durata circa 5.000 anni.”
Ripetiamo che questa è una teoria e non è possibile confermarla o smentirla, un fatto è certo che gli indiani e le molte specie animali devono avere trovato un modo per arrivare in quella terra.

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