La storia di Harry Tracy nel west che tramonta

A cura di Gualtiero Fabbri

“Io sono Tracy e non voglio guai con nessuno, ma se mi attraversi la strada e ti dico mani in alto, tu alzale!”
A dire queste parole è stato un ex fuorilegge del “Buco nel Muro” che aveva fatto parte, un tempo, del “Mucchio selvaggio” di Butch Cassidy. Il mattino del 9 giugno 1902, nel carcere di Salem, in Oregon, iniziò una fuga che avrebbe avuto dell’inverosimile, se non fosse che è stata ampiamente documentata dai corpi senza vita delle vittime, dai rapporti di polizia e dagli articoli di giornalisti presenti che a volte rischiarono la vita in prima persona.
A confronto, la fuga di Harvey Logan, altro ex componente del “Wild Bunch”, fu una gita fuori porta.

La biografia

Come fuorilegge non fu tra i più celebri, ma il meglio di sè lo dava nelle fughe.
Alla nascita si chiamava (forse) Henry Severn, era nato a Pittfield (Wisconsin) nel 1874 oppure 1875 o anche 1877, a seconda della fonte che si consulta.
Era di media statura, robusto, con occhi grigio-azzurri; tutti gli riconoscevano un grande amore verso la madre ed una grandissima attenzione e rispetto verso tutte le donne.
Allontanatosi presto da casa, andò prima a Chicago a lavorare nei depositi portuali, poi si trasferì in Colorado a lavorare nelle miniere d’oro. Chiusa questa parentesi lavorativa, si recò in Montana a fare il cowboy e lì cominciò a cercare di arricchirsi più velocemente possibile col bestiame altrui, ma dovette lasciare precipitosamente lo stato dopo aver ucciso il vice-sceriffo Grimes, che lo voleva arrestare.
Andò poi ad utilizzare l’esperienza di lavoro, accumulata nella banda di Butch Cassidy, in Wyoming al tempo dei furti di bestiame, poi nel 1897 si mise in proprio e finì subito in galera a Salt Lake City, da dove, comunque, evase.


Le foto segnaletiche di Harry Tracy

Durante una rapina uccise il giovane W. Strong e, inseguito, si rifugiò allo ”Hole in the wall” dove venne raggiunto da una “posse”; nello scontro che ne seguì uccise l’agente V. Hoy. Una volta catturato, sfuggì al linciaggio (sorte che invece toccò ai suoi complici) e venne rinchiuso nel carcere di Aspen, da dove riescì ad evadere ferendo gravemente una delle guardie per poi rifugiarsi nel Nord-ovest.
A Portland si associò con Merril con il quale per un paio di anni compì furti e rapine, nel frattempo sembra che si sposasse con la sorella del socio.
Quando Merril venne catturato, in cambio di uno sconto di pena tradì Tracy – sicuramente questo episodio sarà poi la causa della sua morte – indicando tempo e luogo dove avrebbero potuto trovarlo; nel tentativo di cattura che seguì Tracy reagì fulmineamente, alla maniera che gli diverrà abituale durante la sua più celebre fuga e nello scontro a fuoco che ne risultò riuscì a sganciarsi dagli inseguitori, ma durante la fuga venne riconosciuto dal figlio quattordicenne di un macellaio che era stato vittima di una delle sue rapine il quale gli sparò con un fucile da caccia colpendolo dietro l’orecchio sinistro e ferendolo in modo grave.
Al processo Tracy subì una condanna a vent’anni e Merril a tredici e insieme furono rinchiusi nel penitenziario di Stato di Salem.
La caccia all’uomo si svolse tra gli stati di Oregon e Washington e si concluse nei dintorni di una fattoria di quest’ultimo stato; durò dal 9 maggio 1902 al 5 agosto dello stesso anno.
La caccia, nonostante avesse coinvolto praticamente gli sceriffi di tutte le contee interessate, la guardia nazionale di due stati, e i molti comuni cittadini che cercavano di riscuotere la cospicua taglia, e fosse condotta col supporto di cani da “traccia” e ritrovati moderni come il telefono e la rete ferroviaria, rimase infruttuosa per quasi tre mesi. In questo caso il fuorilegge non aveva nemmeno il supporto della popolazione, a lui totalmente ostile.
La fuga di Harry Tracy
A vantaggio del fuggiasco vi era la follia con cui sceglieva i suoi itinerari, coi quali spiazzava gli inseguitori, il territorio, uno tra i più ricchi di boschi e macchie, ma soprattutto la sua determinazione ed il suo sangue freddo che gli consentirono sempre di aspettare e riconoscere l’attimo giusto per le sue mosse, fino all’ultimo scontro dove fu ferito ad una gamba e non ebbe più modo di dileguarsi come aveva sempre fatto.
In quasi tre mesi, costantemente braccato, percorse circa 400 miglia, riuscendo sempre, con sangue freddo, a liberarsi dalla morsa degli inseguitori proprio quando pensavano di tenerlo in pugno.
Quando morì aveva, forse, 27 anni.

La caccia

Durante l’appello, dopo colazione, due detenuti, Harry Tracy e David Merril, uscirono dalla fila e armati di due “Short Winchester” in cal 30-30 (mod.1894) – non si saprà mai chi li abbia loro procurati – e aprirono il fuoco sulle guardie, uccidendone tre (Ferrel, John e Ross) e ferendone un’altra, Tiffany. Un galeotto, un certo Ingram, ebbe una gamba rotta (sarà poi amputata) da una fucilata per aver cercato di disarmare uno dei fuggitivi.
I due, scavalcato il muro, scomparirono dentro Salem facendo perdere le proprie tracce.
All’alba derubarono un passante, tale Steward, dei suoi abiti, ed un altro, Welch, anche del carro e di due cavalli, con quel mezzo riescono a lasciare la città.
Lo sceriffo Durbin si diede subito da fare e organizzò immediatamente la prima “posse”. I cani-segugio non tardarono a trovare la pista giusta che li portò ,il giorno dopo, fino alla stazione di Brooks a 8 miglia da Salem, dove venne ritrovato il carro abbandonato.
Nel frattempo i due fuggiaschi incrociarono due agenti che su un calesse andavano ad unirsi alla loro caccia e li derubarono delle armi e del mezzo.
Con il calesse sequestrato attraversarono tranquillamente la cittadina di Gervais, dove vennero notati per i loro cenni di saluto e gli inchini alle signore.
Un altro ritratto di Tracy
Il giorno successivo i cani ritrovarono nuovamente la pista ed il calesse abbandonato lungo la ferrovia Shouth Pacific verso Portland. I due vennero intercettati da una cinquantina di poliziotti che li circondarono. In breve tempo gli inseguitori diventarono centinaia, con lo sceriffo e i suoi vice e persino la guardia nazionale dell’Oregon. Venne anche richiamato ogni cittadino che nel raggio di dieci miglia possedesse un’arma; in qualche modo però, con il favore del buio i due riuscirono a sgusciare dalla trappola e a far perdere le proprie tracce, non prima di aver catturato altri due agenti ai quali tolsero le armi…
Il giorno 14 trovarono rifugio nella fattoria Akers dove, secondo un copione che si ripeterà altre volte, si fecero preparare la colazione e poi si allontanarono con due cavalli.
Naturalmente i poveri agricoltori avvisarono appena possibile lo sceriffo Durbin che riprese la caccia con la posse e i cani, facendosi aiutare anche dallo sceriffo Cook al comando di tre compagnie della Clackmas County.
Arrivati sulla riva del fiume Columbia i fuggitivi obbligarono un pescatore a traghettarli verso la riva opposta nello stato di Washington ove si rifugiarono nella fattoria Peedy. Lì cenarono e dopo aver legato e imbavagliato i presenti ripresero il viaggio, inseguiti stavolta dallo sceriffo Marsh della Clark County, che riuscì ad impegnarli in uno scontro a fuoco. Per salvarsi Tracy e l’amico dovettero riattraversare il fiume a nuoto. Arrivati nei pressi di Ridgefield, in Oregon, si impossessarono di altri due cavalli e fuggirono.
Nei cinque giorni successivi i fuggitivi vengono in contatto con gli inseguitori almeno una dozzina di volte e in un’occasione vi è uno scontro a fuoco in cui viene ferito un vice sceriffo; in un’altra sequestrano alcuni uomini della “Marion Co. Posse” limitandosi fortunatamente a portar via loro gli abiti.
Il 29 giugno, i due evasi forzano un blocco stradale nei pressi di Chealis a colpi di fucile riuscendo anche a sganciarsi ed attraversando il Columbia per fare alfine ritorno nello stato di Washington.
Il 30 giugno vennero avvistati già nei pressi di Tenino, dove sappiamo che sequestrarono un paio di coltivatori i quali, una volta rilasciati testimoniarono di aver sentito chiaramente che Tracy e l’altro fuorilegge erano intenzionati a recarsi in visita a Seattle.
Harry Tracy armato
Poi di nuovo, per qualche tempo non si ebbero notizie dei due.
Nonostante l’impegno degli sceriffi, dell’esercito e anche dei civili – per non parlare della taglia che nel frattempo è raddoppiata da 4.000 $ a 8.000 $ ed è accompagnata dall’inequivocabile ordine “Sparare per uccidere” – per qualche giorno dei due si perde ogni traccia.
Una mattina un uomo armato entra in uno stabilimento per la pesca delle ostriche della Shout Bay ad Olimpia e con le armi spianate annuncia: “Sono Harry Tracy!” Questo basta per togliere ai presenti ogni idea di reazione. L’uomo si fa preparare dal cuoco la colazione e dopo aver legato gli ostaggi, ordina al capitano Clark, accompagnato dal figlioletto e da altri sei uomini di equipaggio, di trasportarlo a Seattle con la lancia della ditta.
Tracy aveva abitato là dal 1894 al 1898 e voleva andare a trovare parenti e conoscenti… Il viaggio durò 12 ore, durante le quali il fuorilegge chiacchierò amabilmente col capitano.
Ad un certo punto questi gli chiese dove fosse finito il suo compare Merril. “L’ho ucciso in un duello – disse Tracy – era un vigliacco, non aveva nervi e prima o poi mi avrebbe tradito o ammazzato.”
Effettivamente Merril fu trovato morto due settimane dopo sotto le foglie di un bosco nei dintorni di Napavine, ucciso con un colpo di pistola nella schiena.
A Seattle chiese al capitano di portarlo sotto le mura del carcere nell’isola McNeils. “Voglio vedere – disse – se mi riesce di tirare giù qualche guardia.” Il capitano provò a dire che le guardie avrebbero certamente risposto al fuoco mettendo a repentaglio la vita del figlio e degli altri. Questo bastò a Tracy per farlo desistere dal proposito.
Sbarcò quindi a Meadow Point, portandosi dietro un tale Guide come ostaggio. Si diresse poi a nord verso il lago Washington, ma lungo la strada, prima di arrivare a Bothell viene riconosciuto diverse volte.
A Seattle la notizia dell’avvistamento fece subito crescere l’eccitazione e la febbre della caccia all’uomo; ogni vagabondo rischiò la pelle, venendo scambiato per Tracy.
Lo sceriffo Cudihee, della contea di King, che si rivelerà poi il più tenace degli inseguitori, senza tener in alcun conto i confini della sua giurisdizione, organizzò una “posse” e si mise in caccia, indovinando le mosse del fuggitivo e intercettandolo nei pressi di un cantiere ferroviario verso Bothell. Qui si verificò uno scontro a fuoco in cui persero la vita i “deputy” Anderson e Still. Il reporter Sefrit, che accompagnava le guardie, sparò all’evaso con il suo revolver, beccandosi in risposta il piombo di Tracy e riuscendo a scamparla solo fingendosi morto. Aprendosi un varco per la fuga, Tracy ferì gravemente anche il deputy Williams che però riuscì a sopravvivere.


Il penitenziario di Salem

A meno di un miglio c’è l’incontro con un cavaliere al quale Tracy porta via la cavalcatura dicendogli che ne aveva urgente bisogno. Ma l’uomo reagisce al furto urlando e provando a recuperare il cavallo e in cambio si becca un colpo di calcio di revolver in testa e una ferita veramente seria.
Più tardi, lungo la strada, Tracy sequestra un agricoltore, un certo Johnson, dal quale si fa portare fino a Fremont, dove si rifugia nella casa della signora Van Horn. Legate le altre due persone presenti in casa, Tracy si fa preparare la cena dalla padrona di casa e nel frattempo si intrattiene a conversare amabilmente con lei, raccontandole del viaggio in vapore.
Finito il pasto le dice che non ha mai legato una donna e che non ha intenzione di iniziare in quel momento e perciò, se lei avesse evitato di dare l’allarme, almeno per un certo periodo, lui le sarebbe stato grato. Strappata la promessa del silenzio fino all’indomani, Tracy si siede a mangiare. Ma il destino è in agguato e così, poco dopo le venti e trenta si presenta a casa della signora il garzone del droghiere per le ordinazioni e la VanHorn trova la forza di sussurrargli nell’orecchio una semplice parola: “Tracy!”
Nemmeno un’ora dopo, Cudihee ha già circondato la casa con i suoi uomini. Tracy, che non sembra essersi accorto delle grandi manovre degli uomini di legge, saluta gentilmente la signora ed esce facendosi scudo dei suoi due ostaggi (Johnson e Butterfield). Nel buio della sera gli agenti esitano nel riconoscere il bandito e decidono di aspettare che si avvicini al carro dove si sono appostati, ma un frettoloso agente, Breece, quando il trio è ancora a dieci passi si alza ed intima la resa a Tracy. La risposta è immediata, sotto forma di una fucilata che lo fulmina. Dopo un rapido scambio di colpi anche Rawley cade sotto i proiettili del suo fucile e per ultimo muore anche il vice sceriffo William.


Breece e Rawley, uccisi da Tracy

I testimoni hanno riferito come Tracy per sparare si appoggi con un ginocchio a terra per prendere accuratamente la mira e questo la dice lunga sul suo sangue freddo.
Dopo la sparatoria, come in un terribile rituale, Tracy riesce a sganciarsi ed a sparire nel bosco inseguito dai colpi a vuoto degli altri poliziotti.
Si persero così, ancora una volta, le sue tracce. Sembra impossibile da credere, ma in un perimetro di sole venti miglia quadrate abitato da 120.000 persone, Tracy “agisce come un “apache” – come ebbero a dire i giornali dell’epoca – e riesce a farla franca.
Si sentì nuovamente parlare di Tracy dopo un po’ di tempo sulla strada di Seattle, a Port Madison, sempre con Anderson. In questo caso il bandito sequestra una vettura e la famiglia Jerrods che è a bordo e assieme agli ostaggi si avvia verso Renton. Lì, nei pressi del lago Washington dove incontra le signore Baker e McKinney alle quali si presenta con la consueta semplicità: “Salve, sono Harry Tracy.” Erano le parole che ormai gli abitanti del luogo temevano di sentirsi dire all’avvicinarsi di un forestiero. Tracy rassicura le donne sulla loro incolumità e si fa portare a casa di una di loro, lega poi gli ostaggi agli alberi attorno al cortile e manda il ragazzo della famiglia Jerrods, con degli orologi, in paese con l’incarico di acquistargli due Colt S.A. e una scatola di cartucce, minacciandolo di sterminargli la famiglia in caso di tradimento.
Partito il giovane, Tracy confessò alle donne che la minaccia era un semplice bluff e che nessuno aveva da temere guai. Chiese poi alle signore di preparare il pranzo ed uscì varie volte per trasportare l’acqua e la legna occorrente.
Naturalmente il giovane Jerrods, dotato di buon senso, avvisò immediatamente Cudihee che provvide a far circondare la casa, mettendo in grande agitazione le donne che erano dentro, ma lasciando apparentemente tranquillo Tracy che si trovò anche il tempo per sorridere ad un fotografo che tentava di scattare delle immagini dell’abitazione.
La signora Baker aveva manifestato l’intenzione di ritornare a casa sua prima che facesse buio… Ebbene, Tracy si offrì ironicamente di accompagnarla.
All’imbrunire, la polizia cominciò a stringere il cerchio attorno alla casa trovando finalmente gli ostaggi legati agli alberi. Ne seguì un breve trambusto che consentì al bandito di infilare la porta e sparire indisturbato nel buio, ancora una volta.


La ricorrenza del centenario della grande fuga

Settimana dopo settimana la polizia continuava la caccia con caparbietà, ma inutilmente. Quando si cominciava a pensare che abbia lasciato il paese, una sera nella parte orientale dello stato Tracy fermò un cacciatore, un certo Shruer, il quale si beccò una fucilata di avvertimento che gli bruciacchiò le dita per aver disobbedito all’intimazione di mettere le mani in alto. Dopo aver sottratto la cena e un po’ di viveri al malcapitato, il bandito sparì.
L’epilogo della lunga fuga iniziò con una telefonata che Tracy fece allo sceriffo Cudihee per complimentarsi con lui, riconoscendogli il merito di essere il suo più tenace inseguitore e confidandogli l’intenzione di lasciare il paese e tornare verso il “Buco nel muro”.
Forse Tracy non era a conoscenza delle nuove tecnologie e non sapeva che si potesse individuare l’origine della sua telefonata, fatto sta che lo sceriffo lo localizzò ancora nella contea di King e riprese la caccia assieme agli sceriffi Gardner e Doust.
Dopo breve tempo Tracy si rifece vivo, ancora una volta tentando di entrare in una fattoria. Stavolta, però, i padroni di casa sono svelti a capire di chi si trattava e, impugnato il fucile, gli spararono addosso, ferendolo ad un’anca. Seguono numerosi episodi in cui Tracy viene riconosciuto perchè esce dal suo rifugio in una zona paludosa per procurarsi del cibo e in un’occasione trovò il tempo di lamentarsi con un passeggero della ferita alla gamba: “…Che mi dà una noia maledetta!”
Dopo questo episodio si seppe che Tracy si nascose nel territorio della riserva indiana di Colville.
Qualche giorno dopo, nella Lincoln County, un lavorante dell’Eddy Ranch, a pochi chilometri da Creston, avvisò lo sceriffo Gardner della presenza di Tracy nel ranch. L’uomo si era rifugiato nel ranch già da alcuni giorni, imponendo il silenzio con la minaccia di uccidere i padroni. Lo sceriffo ebbe cura di fare arrivare gli uomini di legge che da tempo erano dietro a Tracy, poi si diresse al ranch con le persone che aveva a disposizione, il vice Straub, il Dott. Lanther, il Procuratore Smith, il caposezione Morrison ed un tale Green.


Il corpo senza vita di Harry Tracy. Clicca per ingrandire!

Arrivati al ranch, si nascosero nel cortile, tenendo d’occhio i cowboys che continuavano i loro lavori, simulando indifferenza. Ad un certo punto, da una stalla uscì un uomo disarmato, che si guardò un poco attorno, poi con tranquillità rientrò in casa. Gli uomini di legge lo riconobbero subito. Era Harry Tracy, ma non ci fu neanche il tempo di predisporre alcun piano che il bandito uscì correndo dalla stalla e sparando all’impazzata contro tutti.
Fuggiva in direzione del bosco e, forse, ce l’avrebbe anche fatta anche stavolta, cogliendo tutti di sorpresa, ma un colpo lo raggiunge ad una gamba. Riuscì con fatica a trascinarsi dietro alcune rocce, ma la ferita gli impediva di scappare e Cudihee con la sua Posse si stavano avvicinando rapidamente per prenderlo… Un attimo di silenzio e poi uno sparo mise fine alla grande fuga. Tracy si era suicidato con un colpo in testa.


Harry Tracy poggiato su un’asse in attesa di sepoltura

La taglia di 8.000 dollari fu riscossa solo dai cinque tutori dell’ordine.

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