Hyde Park Gunfight: una terribile sparatoria a Newton

A cura di Sergio Mura

Tra le moltissime sparatorie che hanno caratterizzato il west violento delle cittadine di frontiera senza legge né ordine, alcune hanno colpito la fantasia degli studiosi e degli appassionati, almeno quanto hanno ferito la collettività nel momento stesso in cui i fatti si sono verificati. Tra questi scontri a fuoco, dal mazzo estraiamo quell’incredibile sparatoria che è stata successivamente chiamata “Hyde Park Gunfight” o “Massacro di Newton”.
I fatti si svolsero il 20 agosto del 1871 a Newton, una cittadina del Kansas che tutto si sarebbe aspettato, meno che un caos come quello che si sarebbe svolto in quella data, con un prezzo di sangue molto più alto di altri scontri assai famosi quali la “Dalton Gang gunfight at Coffeyville” in Kansas o la “Gunfight at the O.K. Corral” a Tombstone in Arizona.
La storia inizia in maniera quasi casuale, quando proprio nel 1871 la linea ferroviaria, la Santa Fe Railroad, estese le sue propaggini fino a Newton (fino ad allora un piccolo villaggio del Kansas) che subito dopo sostituì Abilene come coda della notissima Chisholm Trail, la pista del bestiame.
Dall’arrivo delle prime traversine agli sbuffi fumanti della prima locomotiva c’è in mezzo un brulicante formicolio di saloon che nascono dal nulla, dentro semplici tende un po’ robuste, di bordelli e di sale da gioco con tutto l’incredibile corollario di astuzie, truffe, minacce e violenze trasportate come bagaglio dai soliti fuorilegge e pistoleri.
Ebbene, in una luminosa giornata, l’11 agosto del 1871, a Newton due uomini di legge, Billy Bailey e Mike McCluskie, stavano discutendo di politica locale di fronte al Red Front Saloon. Mike McCluskie era un ruvido frutto della verde Irlanda ed era arrivato fino a Newton al seguito della ferrovia “Santa Fe Railroad”, per la quale aveva lavorato come poliziotto notturno. Al suo arrivo a Newton, McCluskie legò con un giovanotto diciottenne tubercolotico di nome James Riley che avrebbe avuto un ruolo significativo di lì a poco.
Bill Bailey era invece un cowboy texano che aveva finito per trovarsi a Newton alla fine della lunga pista con cui il suo gruppo aveva condotto fin lì qualche mandria di vitelli.
Entrambi erano stati assunti dalle autorità municipali di Newton come “poliziotti speciali” per mantenere l’ordine in città durante le bollenti elezioni di quell’agosto.
A quel tempo la cittadina provava a trasformarsi in contea autonoma e intorno a quest’idea vi era un gran dibattito tra gli abitanti del posto.


Il treno sbuffa al terminale di Newton

Nonostante gli fosse stato esplicitamente richiesto di lavorare in tandem, McCluskie e Bailey non legavano molto e la loro differente personalità li portò rapidamente ad una sorta di rivalità che sfociò in antipatia e impossibilità ad andare d’accordo. Da lì alla rissa il passo fu molto breve. Un giorno, era l’11 agosto, i due stavano litigando di fronte al Red Front Saloon e dopo una parola di troppo scoppiò la rissa. Tra i colpi che volarono tra i due, uno piuttosto violentò sbattè a terra Bailey, facendolo rotolare nella polvere. Ancora fuori di sé e non pago di aver atterrato il suo avversario, McCluskie lo seguì tirando fuori la sua pistola con fare minaccioso. Presa rapidamente e sommariamente la mira, sparò due colpi al petto del povero Bailey che, ferito mortalmente, morì il giorno successivo.
La tragedia non poteva passare inosservata, anche in una violenta cittadina di frontiera come Newton. Perciò McCluskie non esitò un istante e ben indirizzato dagli amici fuggì dal paese, lasciando la sua difesa ai suoi compari che, infatti, dissero molto opportunamente che quella di McCluskie doveva essere trattata come una semplice autodifesa, dato che si era sentito in pericolo di vita. Se era vero – ebbero a dire gli amici di McCluskie – che Bailey non aveva nemmeno estratto la sua Colt, era altrettanto vero che Bailey era famoso come pistolero, avendo preso parte a 3 sparatorie alla fine delle quali aveva accoppato 2 uomini.
I cittadini diedero l’impressione di voler accettare questa spiegazione e questo fu sufficiente perché il violento McCluskie facesse rientro a Newton appena pochi giorni dopo aver ucciso Bailey.
Nel frattempo, la tragica notizia della morte violenta di Bailey era circolata di bocca in bocca fino a raggiungere i suoi amici, un forte gruppo di cowboy texani che la presero molto a male, fino a giurare vendetta per il loro amico.
L’uccisione di Bailey
Nella tarda serata del 19 agosto 1871 Mike McCluskie fece il suo ingresso nella Tuttle’s Dance Hall, in una zona di Newton che tutti chiamavano”Hyde Park”. Accompagnato da un amico di nome Jim Martin, un cowboy del Texas, i due si sedettero a giocare Faro. Nel salone si trovava anche James Riley, il giovane amico del defunto Bailey. Ma poco dopo mezzanotte entrarono nella sala anche altri cowboy texani amici di Bailey… Erano Billy Garrett, Henry Kearnes e Jim Wilkerson, gente di rispetto che non temeva nulla. In particolare, Billy Garrett aveva partecipato a 2 sparatorie e aveva ucciso 2 uomini, per cui non era tipo con cui scherzare.
I tre si mescolarono tra la folla e intanto aspettavano e tenevano d’occhio McCluskie mentre giocava al tavolo del Faro. Dopo un po’ fece il suo ingresso l’ennesimo cowboy texano, un certo Hugh Anderson, che si diresse senza esitazione verso McCluskie. “Tu! Sei un codardo figlio di una cagna!” – gli urlò in faccia – “Ti staccherò la testa dal collo!”
Al sentire quelle parole e vedendo che la mano di Anderson era rapidamente scivolata fino ad impugnare la pistola, Jim Martin provò a frapporsi tra i due contendenti in un drammatico tentativo di mettere pace. Non basto! Un attimo dopo Anderson sparò a McCluskie nella nuca mentre questi, colpito, tentava disperatamente di sparare per difendersi, ottenendo solo di ritrovarsi tra le mani una pistola inceppata. A questo punto Anderson si trovava in piedi su McCluskie che era caduto a terra ferito e da quella posizione gli sparò sulla schiena parecchie pallottole.
Nel caos che si era scatenato e nella confusione del fuggi fuggi generale, gli altri cowboy, Kearns, Garrett e Wilkerson, avevano iniziato a sparare in tutte le direzioni, forse per tenere alla larga la folla.


I cittadini di Newton

James Riley non stette a guardare; lui era amico di McCluskie ed era impossibile pensare che potesse restare così, inerte, ad osservare il suo amico morire crivellato di pallottole! Prese in mano le sue due Colt e iniziò a sparare all’impazzata dentro la sala, nel tentativo di uccidere i texani. Riley non aveva mai preso parte ad alcuno scontro a fuoco e la sua abilità non era eccelsa. Nonostante questo e l’incredibile coltre di fumo che si era levata in seguito ai primi spari, qualcuno riuscì pure a colpirlo… ben 7 persone!
Ad essere colpito fu anche Jim Martin, quello che aveva provato inutilmente a impedire la sparatoria pochi istanti prima che esplodesse in tutta la sua violenza. Si beccò un colpo al collo mentre tentava di fuggire dal salone e stava morendo sui gradini della Krum’s Dance Hall che si trovava lì vicino. Ma fu colpito e morì poche ore dopo anche Billy Garrett, il cowboy texano, ferito mortalmente alla spalla e al petto. Fu atterrato da una pistolettata anche Henry Kearnes che ebbe anche la sfortuna di non morire subito e di dover passare altri 7 giorni di dolore prima del decesso.
Anche altri incolpevoli clienti della sala furono feriti dai proiettili impazziti di Riley. Ad esempio, venne ferito Patrick Lee, un fuochista della Santa Fe Railroad, colpito allo stomaco e deceduto 2 giorni dopo. Un altro dipendente della ferrovia, un certo Hickey, fu pizzicato poco sotto il ginocchio da una pallottola vagante, ma riuscì a sopravvivere alla ferita.
A fare le spese della “follia” di Riley furono anche gli altri due pard texani, Wilkerson e Anderson, feriti entrambi in maniera non grave. Il primo fu colpito al naso e in una gamba, il secondo fermò due pallottole con la gamba. Entrambi riuscirono a rimettersi in piedi dopo una lunga degenza.
La conta finale della terribile sparatoria vide ben 7 uomini colpiti! Una roba senza precedenti se si considera che lo sparatore principale fu James Riley che mai, prima di allora, aveva partecipato ad uno scontro a fuoco. Di lui, per giunta, nessuno seppe più nulla, dopo che con relativa tranquillità, uscì dalla sala immersa nel fumo degli spari e si dileguò nei vicoli di Newton.
Più tardi, quello stesso giorno, venne emesso un mandato di cattura a carico di Hugh Anderson per l’omicidio di McCluskie. Ma il potente padre, con l’aiuto di un po’ di fidati cowboy texani, riuscì a farlo salire su un treno diretto a Kansas City. Da lì, Anderson raggiunse il Texas dove era finalmente in salvo. E infatti non fu mai processato per la sparatoria e l’omicidio.


La sparatoria dentro la sala

Anche se la storia sembrava ormai destinata ad essere confinata nei violenti annali della frontiera, ci fu una coda. Il giovane fratello di McCluskie, Arthur, si mise in caccia di Hugh Anderson per punirlo e vendicare alfine il congiunto ucciso. Per due lunghi anni, con alcuni altri “vendicatori”, cercò in lungo e in largo Anderson che, nel frattempo, veniva accuratamente nascosto dalla famiglia e dagli amici, finché nel 1873 fu lo stesso Hugh Anderson a commettere un errore fatale, ritornando in Kansas. A Medicine Lodge fu pescato da Arthur McCluskie che nel frattempo lavorava da quelle parti come addetto al bancone di un saloon. McCluskie inviò da Anderson un compare per sfidarlo a duello, lasciandogli la scelta tra coltello o pistola. Anderson, sfidato pubblicamente non poté sfilarsi e scelse di confrontarsi con le Colt.
La sparatoria che seguì ebbe un esito incredibile! Entrambi i contendenti scaricarono l’uno contro l’altro i caricatori, ferendosi, ma non riuscendo ad uccidersi. Misero quindi mano ai coltelli e dopo essersi colpiti ripetutamente in maniera rabbiosa si uccisero.
Solo con questo episodio, tragico ed emblematico dei tempi della frontiera più selvaggia, lo “Hyde Park Gunfight” poté considerarsi finalmente concluso.

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