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Tierra de los Mansos

A cura di Gianni Albertoli

Il Beckett e il Corbett localizzavano gli indiani Mansos sulle rive del Rio Grande, nelle aree poste a sud di El Paso, nelle terre del Texas e del Nuovo Messico, con gruppi anche nelle zone di Hatch e Fort Selden. E’ possibile che la tribù vivesse anche sulle Organ Mountains, le cui asperità furono spesso conosciute come “Sierra de los Mansos”. Almeno fino al 1667 una “rancheria” della tribù si trovava più a ovest, nelle zone di Dening (Nuovo Messico), nelle vicinanze delle Florida Mountains.
I Mansos confinavano, a ovest e a sud-ovest, con i Janos e i Jocomes, mentre gli affini Sumas erano posizionati più a sud, con i Piros nelle aree di Socorro. Negli adiacenti territori vagavano invece gli Apaches veri e propri. L’Hickerson identificava i Mansos con gli antichi Tanpachoas incontrati dall’Espejo nel 1582; lo spagnolo li localizzava nelle terre paludose limitrofe ad El Paso del Norte. Secxondo l’Hickerson il termine “Tanpachoas” era una variante del termine “Mansos”.
Sembra comunque probabile che questi indiani Tanpachoas fossero invece un gruppo locale scacciato e poi assorbito dagli stessi Mansos. L’affiliazione linguistica di questi indiani è ancor oggi dibattuta, alcuni studiosi li considerano degli Athapaskan, mentre altri propendono per una affiliazione Uto-Aztecan. Il Diego Luxán considerava i Tanpachoas, etnicamente e culturalmente, affini ai Jumanos, da lui ricordati come “Otomoacos”. Nel 1581-82, padre Agustin Rodriguez seguì la spedizione di Francisco Sánchez Chamuscado che faceva rotta verso settentrione per raggiungere le zone del Rio Grande. Il cronista della spedizione, Hernán Gallegos, ricordava che seguendo il corso del grande fiume poterono visitare le attuali zone di El Paso e di Ciudad Juarez (Chihuahua), dove vennero notati almeno un migliaio di nativi che vivevano in abitazioni di paglia e si cibavano di fagioli, mais e pesci, questi ultimi pescati con piccole reti a strascico. Gli spagnoli sarebbero stati accolti amichevolmente e, “Nei tre giorni che passammo con loro, gli indiani ballarono ininterrottamente per giorni e notte con i loro mitotes”.


La mappa delle terre degli indiani Mansos

Sostanzialmente anche lo Swanton ricorda questi indiani affermando che il loro nome, chiaramente spagnolo, significava “mite”, e che i Mansos erano anche conosciuti come “Gorretas”, dallo Zarate-Salmeron, e “Lanos” dal Perea (1632-33). Lo Swanton affermava che i Mansos parlavano un dialetto della divisione Tanoan del gruppo Kiowa-Tanoan, ed era stanziata nella Mesilla Valley, presso Las Cruces (Nuovo Messico); il grande studioso non menzionava però alcun nome dei loro insediamenti; ma riportava che, nel 1659, i Mansos sarebbero stati raggruppati e portati nelle zone di El Paso da padre Garcia de San Francisco, mentre i pochi gruppi ancora liberi avrebbero dato vita ad alcuni villaggi con i Piros e i Tiwas. Ancora nel 1668, il Vetancourt valutava i Mansos in circa un migliaio di anime. Il 4 maggio 1598, mentre il Juan de Oñate era accampato sulle rive meridionali del Rio Grande, una quarantina di Mansos accolsero gli spagnoli, “… avevano archi rinforzati come i Turchi e portavano lunghi capelli”, gli indiani si avvicinarono pronunciando “manxo, manxo, micos, micos”, erano ben “felici di incontrarci” e di aiutarci ad attraversare il fiume. Questi indiani Mansos vennero ricordati anche da altri cronisti spagnoli come Gaspar Perez de Villagra e padre Alonso de Benavides, le loro descrizioni coincidono quasi perfettamente con altre giunteci nel corso della storia. Secondo molti studiosi moderni, i Mansos avrebbero cessato di esistere, come gruppo etnico separato, verso la metà del XVIII secolo, anche se però il loro nome continuò ad esistere per almeno un altro secolo.


Un indiano della tribù dei Mansos

Questi indiani, ritenuti dal Benavides, “alti e robusti, buoni e generosi”, sarebbero stati colpiti duramente dall’improvviso mutamento culturale avvenuto con l’arrivo dei bianchi; i missionari ebbero buon gioco nell’asservirli e cristianizzarli, inoltre, le continue guerre, i matrimoni misti, le varie epidemie e le sempre più frequenti incursioni degli Apaches, avrebbero portato alla scomparsa storica della tribù. Il professor Griffen dichiarava apertamente che le incursioni degli Apaches avrebbero avuto un ruolo significativo nell’assimilazione dei gruppi indigeni del Chihuahua e del Nuovo Messico. I razziatori apache avrebbero spostato o assimilato diversi gruppi di cacciatori-raccoglitori noti come “Sumas, Mansos, Chinarras, Sumanos, Jocomes e Janos”. Entro il 1683 i Mansos si sarebbero uniti ai Sumas e ai Janos per appoggiare le rivolte dei Pueblos, frammischiandosi poi con gruppi indigeni delle zone di El Paso, della Nueva Vizcaya e della Sonora, con alcuni insediamenti nel Nuovo Messico meridionale ancora nell’anno 1691. Le rivolte dei Mansos, appoggiate dai Janos e dai Sumas, si sarebbero protratte fino al 1685.
Famiglia di Mansos
La missione di “San Francisco de los Mansos” avrebbe poi operato negli anni 1691-93, mentre alcuni loro villaggi venivano localizzati nelle zone di La Unión, Doña Ana, Las Cruces e sulle Florida Mountains. Il 18 ottobre 1692 il Diego de Vargas raggiungeva un villaggio abbandonato dei Mansos, il territorio venne chiamato “Yerba de los Mansos”; tre anni dopo il capitano Juan Fernández de la Fuente, impegnato a combattere i Pimas, annotava che i Mansos si erano uniti ai Janos, ai Jocomes, ai Sumas, ai Chinarras e agli Apaches per compiere razzie ed incursioni contro gli insediamenti coloniali. Nonostante queste poche notizie, gli indiani Mansos meriterebbero maggior attenzione da parte degli storici. Le ricerche del Beckett e del Corbett indicano chiaramente che l’ultima menzione dei Mansos, come gruppo indipendente, dovrebbe risalire all’anno 1711. Il 16 novembre, i Mansos e i Janos avrebbero raggiunto le Organ Mountains ma, il 27 dello stesso mese, la tribù venne convinta a ritornare nelle loro antiche terre di El Paso. La loro successiva storia li avrebbe uniti ad altri gruppi indigeni che vivevano nelle zone della missione di Guadalupe eppure, ancora nel 1751, alcuni Rapporti spagnoli li ricordano come un gruppo etnico distinto di El Paso del Norte. Comunque, entro il 1766, le Organ Mountains erano ormai dominio assoluto degli Apaches. Gli indiani Mansos stavano velocemente scomparendo dalla scena storica.