I Rangers del Capitano Jack Hays contro i Comanches a Walker’s Creek

A cura di Gualtiero Fabbri, con la collaborazione di Giuseppe Santini

I Rangers di Hays durante la battaglia
Sul tamburo dei grossi revolver Walker e Dragoon della Colt è “rullato” lo svolgersi del combattimento sostenuto l’8 giugno 1844 dal Capitano Hays, e quattordici Texas ranger sotto il suo comando, contro un’ottantina di nativi Comanches,. Una battaglia che i Texas Ranger, così si dice, vinsero grazie ai nuovi revolver Paterson ricevuti in dotazione.
La battaglia di Walker’s Creek, questo è il nome col quale fu da allora ricordata, divenne un importante punto di svolta nella lunga lotta svoltasi tra gli indiani e i Texas Ranger.
Non tanto per la sua portata, che in fondo fu modesta, quanto invece per la superiore strategia di combattimento consentita dalle nuove armi.
Fino al momento dei fatti qui riportati i Ranger, come tutti gli altri che combattevano i nativi, in uno scontro erano nella situazione di deciso svantaggio perché le armi da fuoco utilizzate erano perlopiù “single-shot”, cioè a colpo singolo.
Questo significava che dopo aver fatto fuoco il combattente doveva impegnarsi nella laboriosa ricarica dell’arma, mentre il nativo era in grado di continuare il combattimento scagliando un alto numero di frecce in brevissimo tempo.
Nello scontro ravvicinato la dimestichezza con le armi ancestrali, lancia, mazza, scure, rendeva l’indiano assolutamente temibile in un eventuale, ma probabile, corpo a corpo.
L’invenzione del revolver, o meglio, la messa a punto di una efficace pistola a rotazione da parte di Samuel Colt, annullò di fatto lo svantaggio, i “bianchi” si trovarono a disposizione cinque-sei colpi da poter utilizzare in brevissimo tempo, raddoppiabili attraverso il possesso di una seconda arma analoga.


Un folto gruppo di Texas Rangers

La letalità delle nuove armi, abbinata alla determinazione e alla temerarietà di quegli straordinari personaggi, resero i Texas Ranger un vero incubo per le popolazioni native del sud ovest americano.
L’arma in questione era il revolver “Texas Paterson”, appellativo col quale fu in seguito conosciuto e chiamato, mentre la designazione assegnatagli in origine da Colt era: Holster Mod. Paterson Revolver Nº5. Il nome voleva indicare un’arma pesante ed adatta per l’Esercito, l’Holster si differenziava dagli altri modelli: il Pocket, in calibro 28 e canna lunga al massimo 4-3/4 pollici, e i modelli Belt in calibro 31 e canna più lunga, fino a 5-1/2.
Il “Texas”era in calibro 36 e la canna poteva essere lunga fino a 12 pollici, comunque la lunghezza standard andava da 7-1/2 a 9 “, era a cinque colpi, come tutti i Paterson; a differenza degli altri revolver di Colt, in cui veniva impresso il simbolo del Centauro, quest’ultimo aveva, rullata, sul tamburo, la scena dell’assalto alla Diligenza,. Fu prodotto fino al 1840 in un migliaio di esemplari.
Della sopracitata battaglia si possono recuperare scarse e inesaurienti notizie con rilevanza storica, in molti testi di autori vari, viene quasi sempre riportata soltanto la descrizione della dichiarazione che Colt utilizzò tempo dopo per pubblicizzare i suoi prodotti: < >


Un cofanetto con la Colt Paterson

Con poche varianti sostanziali, viene descritta più dettagliatamente così: < >


Il reggimento di texas Rangers alla guida del Capitano Hays

Ma chi può affermare con certezza come si sarà realmente svolta la battaglia avendo così scarse testimonianze?
Siccome quando i pochi, non solo non vengono soverchiati dai molti, ma addirittura li sconfiggono, è lecito mantenere un giusto scetticismo, perciò sono andato a cercare se esistesse qualche riscontro o verifica.
Una fonte “abbastanza” attendibile potrebbe essere quella di Ben Mc Culloch, il quale fu uno dei ranger coinvolto nella battaglia, e che, in seguito, divenne un Generale dell’Esercito Confederato.
Questo è il suo racconto:- All’incirca il primo Giugno del 1844 il Capitano dei Texas ranger, John Coffee Hays lasciò il quartier generale di San Antonio con quattordici uomini della sua Compagnia per effettuare un’esplorazione sulle colline verso nord e poi a ovest , con l’intento di cercare tracce, o notizie, del “Comanche War Party” che il capo Lupo Giallo aveva scatenato in quei giorni nella Contea di Bexar.
Il gruppo raggiunse il Pedernales River senza incontrare gli ostili e tornò indietro seguendo la pista chiamata Pinta, dove questa incrocia il fiume Guadalupe nella odierna Kendall County.
Il giorno nove Giugno, mentre il gruppo era accampato, il ranger A. Coleman salì su un albero per impossessarsi di un nido d’api che si trovava tra i suoi rami, da lì scorse un gruppo di Indiani intento a seguire le loro tracce.


Il “Comanche War Party” è in movimento…

Dette subito l’allarme ai compagni gridando che centinaia di indiani stavano per raggiungerli. La reale consistenza dei nemici non è mai stata accertata con esattezza e varia, secondo le diverse fonti, da quaranta a duecento. I ranger sellarono rapidamente e montarono a cavallo, predisponendosi alla battaglia.
A loro volta i Comanches, appena vista la presenza dell’esiguo gruppo di bianchi, si affrettarono a nascondersi nella macchia sperando nella possibilità di tendere loro un agguato.
Hays, ormai ben allerta, mandò avanti solamente un cavallo verso la sua sinistra, a poche centinaia di yarde dal luogo dove supponeva nascosti i nativi, sperando che tradissero la loro presenza. Vistisi ormai scoperti, una ventina di loro uscì dai nascondigli e cominciò ad insultare ed a schernire i bianchi sfidandoli al combattimento. Gli altri però rimasero nascosti in agguato tra la vegetazione, ma i ranger non caddero nel trabocchetto, non si mossero, rimanendo fermi e schierati in attesa degli eventi. Visto fallire il loro espediente, anche quei Comanches balzarono fuori disponendosi all’attacco.
Dopo un poco Hays dette l’ordine, e la linea dei suoi uomini iniziò ad avanzare al trotto verso i nativi.
La manovra lasciò perplessi ed incerti gli indiani, i quali decisero di spostare l’eventuale scontro in una posizione a loro più favorevole,. Alle loro spalle c’era un piccolo burrone, e al di là di questo, una collina alberata piena di rocce, un’ottima posizione difensiva. Perciò si ritirarono lassù e, forti di quei ripari, ricominciarono ad insultare i rangers, alcuni lo facevano anche in spagnolo, sperando di indurli ad eseguire un attacco frontale.
Il capitano John Coffee Hays
Hays, giunto al burrone vi fece scendere i suoi uomini, ed al riparo della vista degli indiani li condusse dalla parte opposta della collina. Quindi attaccò sorprendendo gli indiani alle spalle.
Dice Mc Culloch: “la lotta venne condotta palmo a palmo su per la collina, fu molto aspra e confusa, con degli alti e bassi, dovemmo respingere due contrattacchi che i Comanches ci fecero ai fianchi…..”
La battaglia durò circa un’ora, poi i nativi abbandonarono il campo e fuggirono, i ranger li inseguirono per almeno tre miglia bersagliandoli pesantemente con i nuovi revolver mentre Hays li incitava a non dare loro tregua.
Non si conoscono con esattezza le perdite indiane, a seconda delle fonti variano da venti, tra morti e feriti, a cinquanta. Nella battaglia perse la vita anche il capo Lupo Giallo.
Le perdite dei Texas Ranger furono di un morto e quattro feriti gravi. Due dei feriti erano destinati a diventare in seguito personaggi famosi nella frontiera, Samuel Walker e Robert Gillespie. Entrambi furono trafitti in modo grave da colpi di lancia, ma contrariamente alle previsioni tutti e due sopravvissero.
Il libro su Hays
Almeno nel caso della battaglia di Walker’s Creek, pare che la realtà abbia superato la fantasia e il mito: non solo non furono i Comanches i vittoriosi assalitori, ma anzi dovettero subire l’assalto di quei pochi, che, sottrattisi temporaneamente alla vista del nemico più numeroso, non lo fecero per dileguarsi, bensì per poterli attaccare in modo più favorevole.
Certamente l’armamento giocò a favore dei Ranger, i nativi a quel tempo, come armi da fuoco al massimo erano in possesso di fucili monocolpo ad avancarica, probabilmente dei “trade gun” a canna liscia, inefficaci già alle medie distanze. Però erano Comanches che, come ha scritto qualcuno, era la migliore cavalleria del Mondo. In quell’occasione sicuramente più numerosi dei ranger sebbene Hays non seppe mai dire esattamente quanti nemici si trovò a fronteggiare. In qualsiasi modo tutto ciò sia realmente avvenuto, e valutando buona o meno la tesi del vantaggio consentito dai revolver per come egli agì appare chiaro che la parola ritirarsi non l’abbia neppure presa in considerazione.
Da episodi come questo si può capire perche i messicani avessero affibbiato ai Texas Ranger l’appellativo di “diablos Tejanos”!

Piccola nota aggiuntiva
Samuel Walker diventò famoso per il contributo dato alla realizzazione del revolver Colt che porta il suo nome. In seguito fu ucciso nella Guerra contro il Messico dove si recò a combattere con il grado di capitano. Secondo la leggenda perì nel duello combattuto con il Sindaco della città di Huamantla (1847), in questo scontro ancora una volta venne trafitto, e questa volta ucciso, da un colpo di lancia! In realtà pare sia invece morto per la fucilata di un “cecchino”.
Robert Gillespie, anche lui combattente nella guerra contro il Messico col grado di Capitano, che si distinse nella Battaglia di Monterey (1846) perché fu il primo a salire sulla vetta di Indipendence Hill, fu un altro personaggio noto che morì in quella battaglia.

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