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Sulle tracce del Popolo del Sole

A cura di Gianni Albertoli

Il significato del nome degli Yuchi è ancora oggi sconosciuto ma, secondo gli studi dello Speck, risalenti al 1909, sembrerebbe che potesse significare qualcosa come “Quelli che sono fuori Zona”; è però anche possibile che fosse una variante di “Ochesee” od “Ocheese”, un termine applicato dagli indiani di etnia Hitchiti ad una popolazione parlante una lingua diversa. I Cherokee li chiamavano “Ani’-Yu’-tsi” o “Chisca”, di cui questo ultimo termine era quasi sicuramente una traslazione delle lingue Muskhogean che dava il nome ad una delle loro bande. Il termine “Hughchee” era invece un antico sinonimo di cui nulla sappiamo. Gli inglesi li chiamavano “Round-Town-People”, il “Popolo delle Città Rotonde”, ma sembra che, in alcuni periodi storici, li avrebbero conosciuti come “Rickohockans”, il “Popolo della Terra delle Cave”, un termine riconducibile ad un gruppo della tribù, ma questa teoria non trova d’accordo molti studiosi.
Le popolazioni algonchine, tra cui i Delaware, li chiamavano “Tahogalewi”, un termine spesso abbreviato in “Hogologe” (“Hogoheegee”), ma anche in questo caso il termine indicava probabilmente un ramo della tribù. Gli indiani di lingua Siouan li conoscevano come “Tamahita” – anche questo termine piuttosto contrastato dagli storici -; ma infine il nome di una banda sarebbe poi servito per indicare l’intera popolazione Yuchi, era questo il termine “Tsoyaha”, significante il “Popolo del Sole”. Un altro nome con cui furono conosciuti fu quello affibbiato loro dai Cusabo, era questo il termine “Westo”, ma anche questa tesi sembra essere molto contrastata da parecchi studiosi. Altri nomi con cui erano conosciuti erano “Tongora” e “Oustack”, ma anche “Euchee”, “Uge” o “Uchean”. Sicuramente la loro lingua aveva un origine Siouan, in particolare appartenente al gruppo dei dialetti “eastern Sioux”, ma i loro dialetti sono stati inseriti in un gruppo distinto chiamato “Uchean”, probabilmente una serie di dialetti misti comprendente parecchi imprestiti delle lingue Muskhogean. La posizione geografica più antica di questi Yuchi sembra essere stata nel Tennessee orientale, nelle zone dell’attuale città di Manchester e sul fiume Hiwassee; è però accertato che vi erano gruppi affini anche più a est e a ovest. Molto difficili sono da stabilire le divisioni tribali della nazione in quanto i nomi delle bande del Tennessee, del Savannah e della Florida nord-occidentale non sono sopravvissuti alla storia.


Tra gli indiani Yuchi

La storia ci ha però preservato diversi nomi dei loro villaggi che, in genere, prendevano il nome di “Yuchi”, oppure sinonimi di questo termine. Nei tempi più recenti i Cherokee chiamavano “Tsistu’yl” un loro insediamento del Tennessee orientale, noto anche come il “Posto dei Conigli”; altri villaggi erano posti sulla riva settentrionale dell’Hiwassee, nella Polk County e nelle vicinanze del Chestua Creek, inoltre era famoso l’insediamento di “Euphassee”, o “Hiwassee”, e quello sul fiume Hiwassee chiamato “Savannah Ford”. La banda del Savannah aveva il suo insediamento sul Mount Pleasant, probabilmente nella Screven County della Georgia o presso la foce del Brier River, nella Barnwell County. Un altro villaggio era localizzato sul fiume Ogeechee, da cui la banda prendeva il nome, un nome comunque molto simile al termine “Yuchi”. L’Hawkins affermava che gli Yuchi avevano villaggi anche nelle zone di Pompon e di Saltketchers, nel South Carolina, ma non possiamo escludere che questi fossero invece insediamenti degli Yamassee. Quando la tribù si unì ai Lower Creek i loro villaggi divengono molto più noti e lo Swanton li ricorda nelle sue opere: “Arkansas River” in Oklahoma, “Big Pond Town”, “Polecat Creek” e “Sand Creek” nella Creek County dell’Oklahoma; “Blackjack Town”, “Deep Fork Creek” in Oklahoma; “Duck Creek Town”; “Intatchkalgi” sull’Opilthlako Creek a 28 miglia dalla sua giunzione con il Flint River, nella Schley County della Georgia; “Padshilaika” alla giunzione del Patchilaika Creek con il Flint River, nella Macon County della Georgia; “Red Fork” e “Snake Creek” in posizioni sconosciute; “Spring Garden Town” presso il George Lake della Florida; e “Tokogalgi” sul Kichafoonee Creek, un affluente del Flint River in Georgia. I cronisti della spedizione di Hernando de Soto ricordano la tribù Yuchi con il nome castigliano di “Chisca”, una tribù del Tennessee orientale con gruppi probabilmente anche nella Virginia sud-occidentale.


Un ritratto di Yuchi

I Chisca sarebbero entrati in contatto con un avanguardia della spedizione inviata sull’alto corso del fiume Tennessee dal de Soto (1542); sembra che l’esito non sia stato positivo per gli spagnoli, aggrediti ed obbligati a ritornare sui loro passi, fu allora che il de Soto decise di non addentrarsi ulteriormente nelle loro terre. Quando il Governatore seppe che nelle terre poste più a nord gli indiani Chisca “producevano e commerciavano oro in grande quantità”, inviò una piccola avanguardia nel territorio per investigare; il risultato non fu certamente chiaro, in quanto i cronisti della spedizione non concordano minimamente fra loro, si passava dal pessimismo del Ranjel e dell’Elvas alle esagerazioni del Garcilaso de la Vega, il quale parlava di tre miniere di rame e di grosse quantità di oro e di argento. Anche le truppe del Juan Pardo avrebbero avuto simili esperienze con questi bellicosi indiani (1567-68). Nell’aprile 1567 il Governatore, ritornato a Santa Elena (South Carolina), ricevette una disperata lettera da parte del sergente Moyano, il quale lo avvisava di aver avuto parecchi scontri con gli “indiani Chiscas” e ricordava che estraevano grandi quantità di oro dalle loro miniere. Il sergente avrebbe assalito un loro villaggio con 15 uomini ben armati, “bruciando le capanne e uccidendo parecchi abitanti”. Dalle descrizioni sembra che il territorio dei Chisca fosse posto al di là delle montagne, “a nord di Joara”, in una zona che includeva tutte le terre dell’alto corso del fiume Nolychucky. Dalle fonti a nostra disposizione non possiamo, come afferma l’Hudson, localizzare questo insediamento distrutto della tribù. Non si capisce il perché il Pardo si sarebbe nuovamente spinto nell’interno vista la grande vittoria militare del Moyano; comunque, prima di giungere a Joara, il Governatore venne informato che un “cacique delle montagne” minacciava di uccidere e mangiare tutti gli spagnoli che entravano nelle sue terre, e così anche i numerosi cani del Moyano. Molto significativo è il fatto che quando la spedizione del de Soto entrò in quelle terre, gli affamati soldati si rifocillarono mangiando i cani degli indiani. Non sappiamo con certezza se questo bellicoso “cacique delle montagne” fosse un capo dei Chisca, ma era comunque un leader ben deciso a vender cara la pelle. Gli spagnoli riuscirono comunque ad entrare vittoriosamente nell’insediamento, ma il Moyano venne ferito di striscio sulla guancia e sulla bocca, ed altri nove soldati sarebbero stati leggermente feriti.
Juan Pardo
Quando gli assalitori entrarono all’interno della palizzata, gli indiani si ritirarono nella capanna principale, da dove impegnarono gli spagnoli in cruente schermaglie; gli indiani ebbero la peggio e molti perirono all’interno della capanna data alle fiamme. Una stima esagerata delle perdite indiane parlava di ben 1.500 morti. Nei resoconti della spedizione del Juan Pardo viene ricordato anche un leader di nome “Uchiri Orata”; il termine “orata” era una parola delle lingue Timucuan significante “capo”, ma “Uchiri”, secondo l’Hudson, era indiscutibilmente un nome ricollegabile al termine “Yuchi”, per cui “Uchiri Orata” era un leader tribale di “lingua Yuchian”. Secondo il Charles Hudson, il villaggio di Uchiri doveva essere sito nelle vicinanze di Cofitachiqui, visto che il Pardo avrebbe ordinato al loro capo di portare mais proprio in questo villaggio. All’epoca di queste prime spedizioni spagnole, i bianchi notarono un intenso commercio di sale nel territorio che, da Joara, una pista portava alla Chisca distrutta dal Moyano, sul fiume Nolichucky, e poi raggiungeva le saline presso l’odierna Saltville della Virginia. E’ possibile che gli indiani di Joara commerciassero vantaggiosamente proprio il sale, molto richiesto dalle tribù dell’interno, ma è anche possibile che gli Yuchi ne traessero anche essi grandi vantaggi. E probabile che il termine “Chisca”, o “Chiscas”, fosse un nome usato dalle genti Muskhogean per indicare genericamente tutte le popolazioni delle montagne e delle colline dell’alto corso della Tennessee Valley. Nei mesi successivi, quando il Pardo entrò in collisione con il potente “Chiefdom” di Coosa, questi indiani vennero accusati di cospirare contro gli spagnoli e che al loro fianco vi erano anche gli “indiani Uchi”, ma quando il Governatore raggiunse il villaggio di Olamico, riferì ai suoi uomini che alla testa della cospirazione vi erano gli “indiani Chiscas”, notizia estremamente interessante ma non confermata dal Guillermo Rufín. Comunque, per la prima volta i termini “Chiscas” e “Uchi” (Yuchi) sembrano essere intercambiabili e sembrano indicare la stessa popolazione; inoltre sembrano avere rapporti amichevoli con le genti di Coosa e con quelle di “Casque” (Casquin), questi ultimi di incerta identificazione ma, probabilmente, da collegare agli indiani chiamati “Caskinanpo”.

Questi indiani Chisca sarebbero velocemente scomparsi dalla scena storica anche se lo studioso Steven G. Hahn li ricorderebbe ancora negli anni 1620 quando, “… i Chiscas, un gruppo nomade originario delle montagne della Virginia… entrarono in guerra con gli Apalachicola”, e “recentemente avrebbero ucciso una dozzina di Apalachicola”.


Il difficile contatto tra culture diverse

Questa era la prima menzione dei Chisca in terre molto più a sud. Secondo l’Hahn gli “enigmatici indiani Chiscas” si sarebbero mossi dalle loro terre delle Appalachian Mountains “lungo le frontiere della Virginia e del North Carolina” per giungere nella Florida settentrionale “prima del 1624” e poi collocarsi nella Florida nord-occidentale dopo il 1651 al fianco dei Lower Creek. Un altro gruppo Yuchi venne localizzato, insieme ai Creek, lungo il corso dell’Ocmulgee ma, intorno al 1715, stava ormai muovendosi verso le terre del fiume Chattahoochee; un’altra banda era stanziata sul fiume Savannah, nelle vicinanze dell’attuale città di Augusta, questo gruppo divenne noto come “Hogolege”, comunque, anche questi Hogolege, nel 1716 si sarebbero mossi per stabilirsi con gli Yuchi del Chattahoochee. Questa ultima banda era probabilmente quella che, per un certo periodo, avrebbe vissuto sul fiume Tallapoosa e nelle vicinanze di un piccolo villaggio di indiani Shawnee; sembra che questi due gruppi si sarebbero poi uniti per dar vita ad una unica banda. Il gruppo Yuchi del Savannah si era stabilito nelle terre fra i Silver Bluff e l’Ebenezer Creek, entrando in contatto con la banda Creek dei Kasihta. Il capo dei Kasihta, chiamato Captain Ellick, avrebbe poi sposato tre donne Yuchi, la cui banda stava spostandosi verso le terre dei Lower Creek; ma il Governatore della Georgia, Oglethorpe, garantì loro alcune terre soltanto dopo il 1740 e, di fatto, questi indiani preferirono non spostarsi, avrebbero raggiunto quelle terre soltanto nel 1751. Il ricordo di questi indiani nelle terre del Savannah è ancora notevole, nel 1793 il Filson diceva che, “Gli Uchee occupano quattro zone differenti: alla testa del St. Johns, presso la forcella del St. Mary, alla testa del Cannouchee (Cannochee) e presso la testa del St. Tilles (Satilla)”. Una tranquilla migrazione verso sud degli Yuchi venne anche notata dal Governatore spagnolo nel 1639, dalla lettera sembra che questi spostamenti non creassero alcun problema alla supremazia spagnola nel territorio. Questi Yuchi, di cui abbiamo parlato in precedenza, si sarebbero stabiliti nella Florida nord-occidentale, in particolare sul fiume Choctawhatchee, dove vennero però assaliti dalle truppe nel 1677, quando gli spagnoli organizzarono una spedizione punitiva contro gli Apalachee; dalle poche notizie a nostra disposizione, sappiamo però che questa banda avrebbe avuto pesanti perdite umane. La banda avrebbe continuato a vivere nella zona almeno fino al 1761, quando risalì a nord per unirsi agli Upper Creek del Tukabahchee, infatti, il nome “Eucheeanna”, nella Walton County della Florida, sembrerebbe preservare ai posteri il loro nome. Un piccolo gruppo di Yuchi sarebbe però rimasto nel Tennessee, nelle zone di Muscle Shoals, dove si sarebbero uniti ai loro vecchi nemici Cherokee per dar vita ad un villaggio chiamato “Tsistu’yl”, ma anche “Hiwassee” e “Savannah Ford”. Nel 1714 un indiano di questa banda uccise alcuni Cherokee istigati dagli inglesi, ciò avrebbe portato alla distruzione della banda e i pochi sopravvissuti sarebbero fuggiti in Florida; è però probabile che alcuni di loro siano rimasti coraggiosamente nel Tennessee, venendo poi deportati in Oklahoma con la nazione Cherokee. Un’altra piccola banda Yuchi si sarebbe unita ai Seminole, partecipando poi alla loro guerra contro gli americani; questa banda apparve per la prima volta nella Florida occidentale al fianco dei Mikasuki, il loro insediamento era sito nello Spring Garden della Volusia County; anche questo gruppo sarebbe poi stato deportato in Oklahoma.


La ricostruzione di un villaggio

Gli Yuchi che si erano uniti ai Creek seguirono anche essi la deportazione nel Territorio Indiano, per stabilirsi nella parte nord-occidentale della riserva Creek dell’Oklahoma. Intorno al 1650 gli Yuchi erano stimati dal James Mooney in circa 1.500 individui, stanziati in alcune terre della Georgia, dell’Alabama e del Tennessee; ma in questa cifra non venivano inclusi i Westo e gli Stono, popolazioni probabilmente loro collegate, che sembra ammontassero a circa 1.600 anime. Un censimento coloniale del 1715 parlava di due insediamenti della tribù, i quali contavano complessivamente circa 400 anime, di cui 130 uomini, è però probabile che in questa stima non fossero comprese tutte le bande della nazione. Nel 1730 si menzionava la banda del Tennessee avente almeno 150 uomini; nell’anno 1760, circa 50 uomini erano presenti negli insediamenti del Lower Creek e 15 in quegli degli Upper; nel 1777 il Bartram stimava circa 500 guerrieri Yuchi nei villaggi dei Lower Creek, con una popolazione complessiva di circa 1.500 anime; nel 1792 il Marburg riportava circa 300 uomini con una popolazione complessiva di un migliaio di unità; l’Hawkins, nel 1799, affermava che la banda stanziata presso i Lower Creek aveva almeno 250 uomini.


La danza della guerra degli Yuchi

Un censimento del 1832-33 parlava di 1.139 anime in due insediamenti e, nel 1909, lo Speck affermava che gli Yuchi superavano ancora le 500 unità; ma un Rapporto ufficiale del 1910 ricordava soltanto 78 individui; nel 1930 si parlava ancora di 216 indiani Yuchi. Il Bartram valutava attentamente i rapporti degli Yuchi con i Creek, e dichiarava in questi termini, “Sono in Confederazione con i Creek, ma non si mescolano con loro; a causa della loro potenza e del loro numero fanno ingelosire tutti i gruppi della Confederazione dei Muscogulge, e si mantengono sempre autonomi, ma sono abbastanza saggi per unirsi ai Creek nel combattere i nemici comuni e nell’interesse generale della Confederazione”. Per lungo tempo si disse che gli Yuchi erano “schiavi dei Creek”, ciò era falso e irriguardoso nei loro confronti, infatti nel 1813 i loro capi parteciparono ai Trattati degli Upper Creek con gli americani. L’Hawkins ricordava spesso che erano indiani aventi “grande moralità”, sicuramente più dei Creek; “Questa gente è più civile ed ordinata dei loro vicini, le loro donne sono più caste e gli uomini sono migliori cacciatori; gli uomini partecipano al lavoro delle donne e solo raramente avviene un divorzio tra le coppie”. Alcuni riferimenti interessanti ci vengono dal libro del William L. Traxel, “Footprints of the Welsh Indians. Settlers in North America before 1492”.
Il ritratto di uno Yuchi
Dal testo, da prendere con i dovuti punti interrogativi, possiamo trarre alcune notizie, per lo meno, interessanti. L’autore diceva che, nel 1682, l’Old Stone Fort venne menzionato dal La Salle, il quale dichiarava che in quel periodo era occupato dagli indiani Yuchi, ma l’autore riteneva anche improbabile che il francese abbia visitato la zona. Le fortificazioni di Old Stone Fort erano state costruite in epoche piuttosto antiche e, stando allo studioso, per un breve periodo sarebbero state occupate anche dai gallesi del principe Madoc che si stavano spostando verso nord. E’ accertato che in quel periodo gli Yuchi, o almeno un ramo della nazione, vivessero nelle terre del Middle Tennessee, che lo storico conosceva come “Chisca tribe”, e che fossero sottoposti alla forte pressione operata dai Cherokee. La lotta dei Cherokee contro i “White Indians”, come affermava Oconostata, fu cruenta e alla fine questi indiani sarebbero stati sconfitti e costretti a spostarsi verso nord. Il Traxel ritiene che gli Yuchi furono al fianco dei “White Indians” contro gli antenati Cherokee di Oconostata, ma che non avrebbero subito una devastante sconfitta tanto da essere dispersi in quanto il La Salle li ricordava ancora in quelle terre. Sentiamo il Traxel: < < La lingua degli Yuchi è di incerta origine e relazione con altre >>; il Pritzker diceva che la lingua Yuchean è “una famiglia linguistica isolata, probabilmente collegata alla famiglia Siouan”, mentre il Van West riportava che era però anche somigliante al ceppo Muskhogean. Le fonti riportano che avessero una cultura simile a quella dei gruppi Catawba del North Carolina. Una eventuale relazione tra gli Yuchi e i “White Indians” ci verrebbe suggerita dai nomi simili che gli Shawnee usavano per indicare le due tribù, “Talegewi per i Welsh Indians, dal significato sconosciuto, ma forse indicante gli stranieri; e Tahogalewi per indicare gli Yuchi”. E’ quindi probabile che i “Welsh Indians”, gli Yuchi ed anche i Creek siano stati impegnati in epoche antiche a fronteggiare l’avanzata dei nemici Cherokee. Il Traxel continuava affermando che gli indiani Chisca (Yuchi) sarebbero stati spinti sul fiume Savannah dai Cherokee, mentre un altro gruppo, conosciuto come “Tomahittans” avrebbe raggiunto la vallata dell’Holston, in Virginia dove, nel 1673, sarebbe stato incontrato dai commercianti inglesi James Needham e Gabriel Arthur.
Un’immagine di un villaggio
I Tomahitan dissero agli inglesi che, “A otto giorni di viaggio su questo fiume vive il Popolo Bianco che ha lunghe barbe, baffi, basette, e vestiti logori; e su un altro fiume vivono genti con molti capelli e peli sul corpo”. Gli indiani continuarono e dissero che, alcuni anni prima, mandarono “Venti uomini carichi di pelli di castoro dagli uomini bianchi, ma questi ne uccisero dieci e catturarono gli altri”, soltanto due riuscirono a fuggire e a ritornare dalla nazione madre. Raccontarono che gli uomini bianchi avevano una campana e si radunavano spesso alla mattina e alla sera, inoltre ricordavano che con loro vi erano “uomini neri, maiali e bovini”, ma anche “numerose ostriche e conchiglie”, e avevano “abitazioni di mattoni”. Il Traxel ricorda allora, “Per questa ragione è possibile che i gallesi abbiano occupato le zone di Old Stone Fort entrando in contatto con gli Yuchi e con gli indiani Coosa”. Difficile giungere ad una logica conclusione, la storia deve prendere il sopravvento e quella del “Popolo del Sole” resta ancor oggi da decifrare completamente. Resta comunque il fatto che i dialetti “Uchean, Mosopelean e Mandan” restano comunque isolati, ma rientrano sempre nell’ambito delle lingue Siouan. Perché il Traxel continua imperterrito a dichiarare: < < I Welegens (gallesi) si mescolarono liberamente con gli Yuchi e le tribù Creek, e la loro lingua, probabilmente Siouan, venne poi *****cata nella lingua dei Mandan… >>.