Quando muoiono le leggende

A cura di Domenico Rizzi

La Conquista Del West
Se ne sono andati quasi insieme, l’uno il 24 marzo e l’altro il 5 aprile 2008, dopo una lunghissima carriera costellata di successi. Richard Widmark e Charlton Heston appartenevano alla schiera dei grandi attori del palcoscenico, quelli che hanno lasciato, con le loro inimitabili interpretazioni, un’impronta indelebile nella storia della cinematografia americana e mondiale.
Gli appassionati del genere western li conoscevano bene, per le numerose pellicole che la loro impareggiabile bravura ha trasformato in trionfi di portata universale. Widmark, che era nato nel 1914, recitò da protagonista in diverse pellicole girate dal 1948 al 1972, fra le quali ricordiamo “Cielo Giallo”, “Uomo Bianco tu vivrai”, “Il prigioniero della miniera”, “La lancia che uccide”, “L’ultima carovana”, “Ultima notte a Warlock”, “La battaglia di Alamo”, “Cavalcarono insieme”, “La conquista del West”, “Il grande sentiero”, “Alvarez Kelly”, “La via del West”…
Fra questi, ci piace sintetizzare alcune immagini che caratterizzano la sua figura di biondo “vichingo”, originario delle terre del Nord Europa eppure maledettamente convincente nelle parti di americano proiettato verso la conquista del West. Alludiamo al timido tenente di cavalleria Jim Gary di “Cavalcarono insieme” (John Ford, 1961) all’intrattabile colonnello Jim Bowie del colossal “La battaglia di Alamo” (John Wayne, 1960) spalla di un ancor più provocatorio John Wayne (Davy Crockett); al vendicativo Comanche Todd de “L’ultima carovana” (Delmer Daves, 1956).


La Battaglia Di Alamo

Ma vogliamo pensarlo anche nei panni del coraggioso sceriffo di “Ultima notte a Warlock” (Edward Dmytryk, 1959) contrapposto ad un cinico Henry Fonda ed all’istrionico Anthony Quinn, come pure nelle vesti del cattivo Dude di “Cielo Giallo” (William A. Wellman, 1948) o del perplesso capitano Thomas Archer de “Il grande sentiero” (John Ford, 1964).
Il ruolo di Widmark non è mai stato completamente negativo, neppure quando si è assunto l’interpretazione di personaggi odiosi. Spesso, come avviene ne “L’ultima carovana” e “Ultima notte a Warlock”, il “cattivo” riesce a trasformarsi addirittura in difensore di cause giuste, anticipando di alcuni anni gli stereotipi di Sergio Leone.


Richard Widmark con John Wayne

Impossibile non pensare a lui come ad un gigante del western, al pari di Gary Cooper, John Wayne, James Stewart e di tutti gli altri che furono suoi contemporanei.
Charlton Heston – vero nome John Charles Carter, nato nel 1923 – è universalmente noto per capolavori come “I dieci comandamenti”, “Ben Hur”, “55 giorni a Pechino”, “El Cid”, “Il tormento e l’estasi”, solo alcuni dei 120 film da lui interpretati dal 1941 al 2001. E’ stato anche regista de “All’ombra delle piramidi” (1972) “I predatori della vena d’oro” (1982) e “Un uomo per tutte le stagioni” (1988) sebbene il suo vero ruolo fosse quello dell’attore.
Charlton Heston
Nel western si è distinto in almeno una dozzina di suggestive pellicole che riportano alla fase più classica della storia della Frontiera. Fra questi, “Il giuramento dei Sioux”, “Pony Express”, “La freccia insanguinata”, “Il grande paese”, “Costretto ad uccidere”, “Gli ultimi gigante”, “I giganti del West”. Come Widmark, anche Heston ha lavorato in film giudicati dalla critica “B movies” (fra i quali vanno annoverati “Pony Express” e “Il giuramento dei Sioux”) ma non si deve dimenticare che il genere è stato considerato adulto soltanto dagli Anni Novanta in poi, dopo le affermazioni di Costner con “Balla Coi Lupi” e “Gli spietati” di Eastwood, vincitori rispettivamente di 7 e 4 Oscar.
Il sanguigno Heston si cimentò spesso nell’interpretazione di personaggi storici, quali Buffalo Bill (“Pony Express”, di Jerry Hopper, 1953), il capitano William Clark (“I due capitani”, Rudolph Matè, 1955), il generale Andrew Jackson (“I bucanieri”, di Anthony Quinn, 1958), ma il suo film di maggior pregio è senz’altro “Sierra Charriba”, girato nel 1965 sotto la direzione di Sam Peckinpah. L’attore vi impersona la granitica figura del maggiore Amos Dundee, emblema dello spietato ufficiale americano impegnato nelle campagne contro gli Apache, esasperando le caratteristiche dei personaggi interpretati in alcuni film precedenti, soprattutto l’indimenticabile maggiore Matt Lewis di “55 giorni a Pechino”, girato nel 1962 sotto la regia di Nicholas Ray.
Sierra Charriba
Richard Widmark e Charlton Heston, diversissimi sia nel temperamento che nella recitazione, eppure stilisticamente perfetti, hanno dato entrambi un notevolissimo contributo all’ascesa, al perfezionamento e alla maturità di questo tipo di cinema, prima che l’avvento degli improbabili Trinità e Sartana lo trasformassero in una tragica farsa.
La loro scomparsa dalle scene fu dovuta, più che altro, proprio all’involuzione subita dal genere, che, da romantico-avventuroso qual era stato dalle origini, divenne sempre più asservito ad esigenze puramente estetiche e spettacolari.
Widmark ed Heston, come molti altri attori che cavalcarono con loro attraverso le polverose praterie del West, si ritirarono prima che il modello tradizionale, tanto caro al pubblico di mezzo mondo, conoscesse il proprio inesorabile declino.
I loro nomi, insieme a quelli di Gary Cooper, John Wayne, Burt Lancaster, James Stewart e molti altri, sono ormai scritti nelle pagine della leggenda.
E le leggende, a dispetto del titolo di un film interpretato proprio da Widmark nel 1972, non muoiono mai.

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