I molti miti da sfatare sulla battaglia di Little Big Horn

A cura di Renato Ruggeri

Al riguardo della grande battaglia svoltasi al Little Big Horn tra il 7° Cavalleria e la coalizione di indiani comprendente, tra gli altri, Sioux, Cheyenne e Arapaho, si sono dette e scritte molte cose. All’inizio, al tempo della battaglia, la stampa difettava di informazioni di prima mano e, comunque, viziava i resoconti con un’incredibile farcitura di emozioni e luoghi comuni. In seguito non sono stati fatti grandissimi passi avanti, se non abbastanza recentemente con un fitto intreccio di archeologia, studio delle fonti e il semplice ragionamento storico.
In tal senso, possiamo oggi ragionare in maniera abbastanza originale sugli eventi del Little Big Horn e della disfatta di Custer, arrivando a scalfire alcune certezze che hanno accompagnato gli ultimi 120 anni.
Di seguito vi proponiamo un articolo che è un misto di un saggio del notissimo storico Gregory Michno e di una lunga e articolata discussione portata avanti nel nostro forum ed elaborata da Renato Ruggeri.
Ai 10 miti da sfatare di cui si è iniziato a discutere, ne sono stati aggiunti degli altri, tutti interessantissimi.

Custer e tutti i suoi uomini furono uccisi

Il 7° Cavalleria contava, il 25 Giugno 1876, di 31 ufficiali, 586 soldati, 33 scout indiani e 20 civili. Non tutti morirono. Quando il fumo si diradò, 262 erano morti e 68 feriti, 6 dei quali perirono più tardi per le ferite riportate. Il battaglione di Custer, composto dalle compagnie C, E, F, I ed L, fu spazzato via, mentre la maggior parte delle altre compagnie, sotto il comando di Reno e Benteen, sopravvisse.


Gli attimi finali della battaglia

Su questo primo mito vi è poco da aggiungere. Il 7° non fu distrutto nella battaglia e buona parte dei suoi uomini scampò all’eccidio.

Custer disobbedì agli ordini

Molti nemici di Custer insistono sul fatto che violò gli ordini del Brigadiere Generale Alfred Terry. Dobbiamo solo leggere le istruzioni scritte per chiarire la situazione.
Terry scrisse di avere “così tanta fiducia nel suo zelo, abilità e energia da non imporgli ordini che avrebbero potuto ostacolare l’azione in vicinanza del nemico“.
Oltre agli ordini scritti, Terry entrò nella tenda di Custer prima che partisse per la marcia finale e gli disse “usa solo il tuo giudizio e fai quello che ritieni più giusto se incontrerai il sentiero“.
Custer, dunque, sembrerebbe non aver disobbedito agli ordini.
Il 2 Luglio, dopo la sconfitta, Terry dichiarò che Custer aveva attaccato troppo presto e aggiunse che ”se l’attacco fosse stato rimandato, non ho alcun dubbio che avremmo vinto”.
Ma ciò non corrisponde necessariamente a verità.
Il piano di Terry prevedeva una manovra a tenaglia. Il reggimento di Custer, la “Dakota Column”, più mobile e numerosa, avrebbe dovuto dirigersi a Sud, lungo il fiume Rosebud, e poi a ovest verso il Little Big Horn dove si pensava fossero gli ostili e colpirli.
La forza di Gibbon, la “Montana Column”, meno mobile (vi erano alcuni reparti di fanteria) e numerosa, avrebbe dovuto bloccare la fuga degli Indiani a nord. L’incudine e il martello. Agire in colonne separate e indipendenti era una tattica standard nella guerriglia contro gli indiani delle pianure. Ogni colonna era abbastanza forte da poter combattere gli indiani che venivano stranamente chiamati “ostili”, quando li avessero incontrati.
Ma la posizione del campo di Toro Seduto non era conosciuta ed era impossibile predeterminare un attacco simultaneo di due forze separate che stavano operando in un territorio impervio e mai praticato prima. Il piano, quindi, era flessibile, tanto che Terry, il 21 Giugno, scrisse a Sheridan: ”Spero solo che una delle due colonne trovi gli Indiani”.
A Custer non venne dato alcun ordine preciso, ma egli fu lasciato libero di scegliere in base alla situazione, la qual cosa fece, con disastrosi risultati, il 25 Giugno 1876.

Custer non diede ascolto ai suoi scout

Anche usando il binocolo dal Crow’s Nest, Custer aveva problemi a vedere chiaramente il villaggio nella vallata, dato che era distante circa 15 miglia.
I suoi scout gli dissero che un grosso villaggio era lì. Custer credette loro, ma voleva aspettare un giorno in più, fino alla mattina del 26 Giugno, per attaccare. Disse a Faccia Mezzo Gialla: “Voglio aspettare fino a quando arriva il buio.poi marceremo“. Lo scout Crow replicò: “Questi Sioux hanno visto il fuoco del nostro campo” e perciò suggerì di attaccare subito.
Custer voleva ancora aspettare. Un altro Crow ,White Man Runs Him, disse: “Il piano non è buono, i Sioux hanno già localizzato i tuoi soldati”. Stella Rossa, un Arikara, era concorde con il Crow e ritenne che Custer dovesse attaccare quel giorno e catturare i cavalli dei Lakota. Poco tempo dopo i soldati scoprirono degli indiani che stavano rovistando in alcune provviste che erano cadute sul sentiero. Custer pensò di conseguenza che i suoi scout avessero ragione, seguì i loro consigli e attaccò immediatamente.
Custer, dunque, diede ascolto agli scout.


In visita al Crow’s Nest anni dopo la battaglia

Quella che segue è una versione che ci sembra plausibile su ciò che accadde sul Crow’s Nest, il quale era un punto panoramico da cui si poteva scrutare l’intera vallata.
La sera del 24 Giugno Custer decide di inviare alcuni uomini a Crow’s Nest. Vi arrivano tra le 2 e le 3. Molti dei cavalieri, esausti, si mettono a dormire, ma due scout Crow, Hairy Moccasin e White Man Runs Him, si arrampicano sul punto più alto. Nella prima pallida luce, i due uomini studiano con attenzione la vallata. A nord-ovest vedono quella che sembra una vasta zona di erba bruciata. E’ la grande mandria di cavalli degli ostili. Vedono poi il fumo dei primi fuochi mattutini.
I due Crow svegliano gli Arikara e, subito dopo, il Tenente Charles Varnum. Al sorgere del sole (4.15 circa) l’intero gruppo si ritrova a scrutare l’orizzonte in cerca del campo nemico. Varnum non riesce a vedere la mandria, dato che ha gli occhi infiammati dalla mancanza di sonno, dalla polvere e dal sole. ”Guarda come fossero vermi che strisciano nell’erba” gli suggerisce un Arikara.
Alle 5 gli uomini del Crow’s Nest vedono il fumo alzarsi nella direzione opposta, distante circa otto miglia dall’accampamento dei soldati. Varnum scrive una nota che consegna a Forked Horn. Il vecchio Indiano invia Stella Rossa e Toro da Custer con il messaggio.
Subito dopo gli uomini vedono, a circa un miglio di distanza, due Sioux che si muovono verso l’accampamento dei soldati. Varnum, Charley Reynolds, Boyer e 2 scout Crow cercano di intercettarli, ma falliscono. Vedono, però, altri sette Sioux che si dirigono a est, verso Custer. Gli indiani scompaiono abbastanza rapidamente dalla vista. Varnum però crede che siano andati a allertare il villaggio. Sono in realtà Oglala in cerca di cavalli rubati che stanno facendo ritorno all’agenzia di Nuvola Rossa.
White Man Runs Him
Custer intanto legge il messaggio e lascia il campo con l’interprete Frank Gerard, Coltello Insanguinato e tre Arikara, Bob-Tailed Bull, Stella Rossa e Little Brave e raggiunge il Crow’s Nest circa alle 9. Salgono in cima, ma Custer non vede nulla, malgrado Boyer gli assicuri che nella vallata ci siano più indiani di quanti ne abbia visti in tutta la vita. Gerard dice di vedere la mandria, una larga macchia scura. Custer decide dunque di credere agli scout, ma pensa che il campo non sia stato allertato. Ma White Man Runs Him lo contraddice: “I Sioux ci hanno scoperto, sono buoni scout, hanno visto il fumo del nostro accampamento“. Custer risponde arrabbiato: “Ti dico un’altra volta che non ci hanno visto; voglio aspettare fino a quando sarà buio e poi marceremo“. Vuole colpire il villaggio all’alba del 26 con la stessa tattica del Washita, ma gli scout sono contrari.
Alle 10 Custer, Varnum e il gruppo lasciano Crow’s Nest. Nel frattempo una banda di Northern Cheyenne (guidata da Piccolo Lupo) che si sta recando al campo di Toro seduto per cacciare, trova alcune provviste cadute lungo il sentiero, ha una breve scaramuccia con i soldati e fugge, ma arriverà al campo in ritardo per dare l’allarme.
A questo punto Custer decide di attaccare, pensando che gli Indiani sarebbero fuggiti. La decisione fu dettata da circostanze improvvise e non da un piano prestabilito e i consigli degli scout contribuirono a determinarla.

Il villaggio era immenso

Tradizionalmente il villaggio sul Little Big Horn è stato dipinto come il più grande che si sia mai visto nel West. Un villaggio che fu descritto come lungo 6 miglia e largo 1 miglio. In realtà era lungo un miglio e mezzo e largo un quarto di miglio. Conteneva circa 1.200 tende e, forse, 2.000 guerrieri. Custer non fu un pazzo ad attaccare anche se è innegabile che fece un azzardo.
Gli indiani stessi ci hanno aiutato a comprendere e valutare l’ampiezza del villaggio. Pretty White Buffalo disse che i campi dei Cheyenne e dei Sans Arc era all’estremità inferiore del villaggio, di fronte al Medicine Tail Crossing. Two Moon raccontò che il villaggio si estendeva dal campo Hunkpapa a Shoulder Blade Creek fino al campo Cheyenne a Medicine Tail. Per Wooden Leg, il campo Cheyenne era un po’ più a monte e di fronte a Medicine Tail Coule, e dall’altra parte vi era il campo Hunkpapa, appena a nord-est della presente Garry Owen Station. Un soldato di nome Wolf disegnò il campo con il suo limite a nord di fronte a Medicine Tail. La mappa di Fears Nothing mostra l’intero villaggio da Medicine Tail, a Nord, a Shoulder Blade Creek a Sud. Standing Bear e Flying Hawk disegnarono mappe che mostravano il limite nord del campo a sud del Medicine Tail Creek.
Gli Indiani ci indicano anche che il campo era lungo, al massimo, un miglio e mezzo. Era un grande villaggio, ma non era lungo diverse miglia e in base a classiche considerazioni dell’esercito americano sul comportamento degli indiani, non sembrava inconquistabile.


Il villaggio indiano era molto grande e fitto di tende

Il villaggio sul Little Big Horn conteneva, probabilmente, circa 2.000 guerrieri in età da combattimento e 8.000 persone non combattenti. Vi erano al suo interno tutte le tribù Lakota, alcune Nakota e Dakota e un centinaio di tende degli Cheyenne Settentrionali.
I loro leaders erano Strada Grande, Cavallo Pazzo e Capo Coltello per gli Oglala, Toro Seduto, Re Corvo, Gall e Pioggia In Faccia per gli Hunkpapa, Hollow Horn Bear e Piccolo Falco per i Brulè, Lame Deer, Hump e White Bull per I Miniconjou, Spotted Eagle e Red Bear per i Sans Arc, Runs the Enemy dei Two Kettles, Scabby Head e Kill Eagle dei Blackfeet.


Il grande villaggio

I capi Cheyenne erano Two Moons, Old Bear, Ice Bear, Brave Wolf e Lame White Man, un valoroso Cheyenne Meridionale che era vissuto per lungo tempo con i suoi fratelli settentrionali.

Toro seduto preparò una trappola

E’ stato detto che gli indiani sapevano che Custer stava arrivando e gli tesero una trappola. Ciò non sembra corrispondere a verità. Pretty White Buffalo disse che nessuno si aspettava un attacco. “Ho visto il mio popolo prepararsi per la battaglia molte volte e questo è quello che so, i Sioux, quella mattina, non pensavano di combattere“.
Toro Seduto
Moving Robe stava scavando rape selvatiche con altre donne ad alcune miglia dal campo quando osservò una nuvola di polvere oltre le colline a est. Vide un guerriero a cavallo che si avvicinava gridando che i soldati erano lontani solo poche miglia e che le donne, i bambini e gli anziani dovevano raggiungere le colline nella direzione opposta. Antelope Woman stava lavandosi nell’acqua come molti altri. Gli uomini, le donne e i bambini erano nell’acqua e non si aspettavano una battaglia. Molti stavano giocando o pescando lungo la riva.
Low Dog disse che il sole era circa a mezzogiorno e stava ancora dormendo nella sua tenda quando fu svegliato dalle grida dei soldati, ma pensò fosse un falso allarme. “Non pensavo fosse possibile che i bianchi ci attaccassero“.
Dopo colazione, White Bull lasciò la sua tenda e andò a prendersi cura dei cavalli, senza pensare a un pericolo imminente. Quando sentì un grido d’allarme, salì su una collina e vide i soldati che si avvicinavano. Saltò sul cavallo migliore e ricondusse i pony al villaggio.
Wooden Leg era stato a una danza la notte prima e dormì fino a tardi quella mattina. Insieme al fratello Yellow Hair andò al fiume e trovò molti indiani che sguazzavano nell’acqua. I due si sdraiarono sotto l’ombra di un albero e si appisolarono. Subito dopo un anziano arrivò e gridò: “I soldati sono qui, giovani andate a combatterli“.
Pioggia In Faccia ammise che i soldati arrivarono nella valle senza che ci fosse un allarme. “Fu una sorpresa“, disse.
Toro Seduto, il capo che alcuni dicono che avrebbe preparato l’imboscata, si trovò in mezzo alla confusione. Quando i soldati attaccarono,l a sua giovane moglie, Four Robes, fu così spaventata che afferrò uno solo dei due gemelli e corse verso le colline. Quando le chiesero dove fosse il secondo bambino realizzò che l’aveva lasciato indietro e corse alla tenda per recuperarlo. In seguito il bambino fu chiamato “Colui che venne abbandonato”.
E’ chiaro, stando alle reazioni indiane, che Custer sorprese il campo. Non ci fu un’imboscata. L’avvicinamento al campo fu coronato dal successo. Pur attaccando in pieno giorno, sorprese il villaggio.
Anche su questo punto c’è poco da aggiungere, Gall ebbe due mogli e tre figli uccisi nelle prime fasi della battaglia, a riprova della completa sorpresa in cui vennero colti gli Indiani.

La tattica di Custer era sbagliata

E’ stato detto che Custer, stupidamente, divise la sua forza e lasciò che il reggimento venisse sconfitto in parti separate. Ma inviare una parte delle forze a impegnare il nemico di fronte e mandarne un’altra parte a circondare il fianco, è una tattica standard degli eserciti.
Mentre Reno attaccava il lato sud del villaggio, Custer marciò a nord, sul fianco, lungo i crinali del fiume. Gli indiani, dopo la sorpresa iniziale, contrattaccarono Reno e lo inseguirono sulla riva est.
Quando si arrampicarono sul crinale ebbero un’altra sorpresa. Custer era già oltre loro, un miglio e mezzo a nord, più vicino al villaggio degli stessi Indiani.


Spedizione del 1874 nelle Black Hills

White Bull salì sul crinale e vide qualcosa di molto importante e disse: “Mentre eravamo in piedi sulla collina, vedemmo un’altra truppa muoversi da est verso nord, dove il villaggio si stava muovendo“.
One Bull trovò un posto vantaggioso sulle colline e vide molte truppe che venivano da sud, guidando quello che sembrava un treno di muli. Ma un problema più grande erano le truppe a nord. I soldati erano oltre gli indiani e stavano dirigendosi verso l’altro lato del campo.
American Horse era nella valle quando i superstiti di Reno scalavano la collina. Quando tornò verso il fiume sentì una voce che diceva che altre giacche azzurre stavano muovendosi per attaccare il villaggio più in basso, il popolo stesso di American Horse. Voltò subito il cavallo e si diresse a nord.
Runs the Enemy notò due indiani che agitavano coperte sul crinale a est. Li sentì chiaramente gridare che i soldati stavano venendo e stavano per catturare le donne e i bambini. Continuò sulla cresta ed ebbe una visione scioccante. Quando guardò lungo la linea delle colline, i soldati sembravano riempire un’intera collina. “Sembrava fossero migliaia e che noi saremmo stati sicuramente sconfitti.
Short Bull era impegnato a scacciare Reno dalla valle. Non aveva notato Custer fino a quando arrivò Cavallo Pazzo.
Troppo tardi, hai perso lo scontro!“, gli disse Short Bull.
Mi spiace di aver perso questo scontro“, rise Cavallo Pazzo, “ma un buon combattimento si sta preparando sulle colline.
Short Bull guardò dove indicava Cavallo Pazzo. Vide per la prima volta Custer. “Mi sembravano un milione“, disse.
La battaglia più grossa deve ancora cominciare, e non la perderemo!“, disse Cavallo Pazzo.
Molti Indiani che inseguivano Reno sulle colline realizzarono che vi erano già altri soldati a nord, tra il villaggio e i guerrieri. Lungo il crinale sopra Medicine Tail Coulee, lontano meno di due miglia, vi era il battaglione di Custer. Fu uno shock! Custer li aveva sorpresi non una, ma due volte. La sua tattica stava facendo il suo dovere.
Questo è forse il punto più controverso.
Per molte persone il mito potrebbe essere quello opposto, la tattica di Custer fu giusta.
Maggiore Marcus Reno
Nel corso dei decenni, molti sono gli errori che gli storici hanno attribuito al Generale. Aver diviso, per esempio, il suo reggimento. A Reno furono affidate tre compagnie e la maggior parte degli scout (175 uomini), a Benteen tre compagnie (125 uomini). Una compagnia e 6 uomini da ciascuna delle altre (circa 135 uomini) furono assegnati alla protezione del convoglio dei rifornimenti e a compiti di retroguardia, mentre Custer tenne sotto il suo comando solo 5 compagnie, circa 210 uomini. Benteen fu poi inviato a sinistra della forza principale, in una manovra che lo allontanò da Custer di diverse miglia e lo fece diventare una forza di riserva.
La stessa scelta dei 2 ufficiali non si rivelò particolarmente azzeccata. Reno fu in stato d’ebbrezza per quasi tutto il corso della battaglia e Benteen si rifiutò di obbedire al famoso messaggio “Come on. Big village. Be quick. Bring packs”.
Una volta arrivato a Weir Point, Custer divise ulteriormente le sue compagnie, una fu inviata al fiume, altre 3 furono dislocate sulla Calhoun Hill e disperse su una vasta area e questo frazionamento fu, probabilmente, un vantaggio per gli indiani.
Inoltre sorprendere anche 2 volte il nemico non è garanzia di vittoria. Custer poteva vincere e fu abbandonato o sbagliò tattica e condannò a morte i suoi uomini? Sono interrogativi e dilemmi che dureranno ancora per molto.

Custer fu ucciso al fiume

Una delle più grandi mistificazioni sul Little Big Horn è che Custer fu colpito durante una carica in mezzo al fiume.
Questa idea venne da 2 fonti: una dal Lakota White Cow Bull e l’altra da 2 scout che non erano lì. Mentre altre testimonianze di Indiani che erano lì non ci dicono nulla del genere.
Two Moon raccontò che le sentinelle Cheyenne erano già sul lato est del fiume quando Custer scese giù. Inoltre molti Lakota erano già passati sul lato est. I guerrieri stavano attraversando il fiume, alcuni a valle e altri a monte, cercando di circondare i soldati. Yellow Nose disse che lui e i suoi compagni erano già sul lato est quando i soldati spararono verso di loro.
La discesa di Custer
Dal lato est del fiume White Shield vide che le truppe stavano venendo dritte verso di loro e pensò che avrebbero tentato di raggiungere l’altra sponda. Ma i “cavalli grigi” (la compagnia E) arrivarono vicino al fiume, smontarono e i 2 schieramenti iniziarono a sparare. Bobtail Horse raccontò che i soldati iniziarono a sparare quando si avvicinarono al guado. Disse: “Mettiamoci in linea dietro questo crinale e cerchiamo di fermarli. Se entreranno nel campo uccideranno molte donne e bambini“. Bobtail Horse affermò che il suo gruppo non era avanzato verso Custer, ma era dalla stessa parte di Custer. “I soldati si avvicinavano, ma i dieci indiani stavano sparando furiosamente e uccisero un soldato” spiegò Bobtail Horse che afferrò il cavallo dell’uomo morto. I soldati si fermarono. Tutto ciò avvenne sul lato est.
Red Hawk stava combattendo Reno, ma si diresse a nord in tempo per vedere un secondo gruppo di soldati che discendevano il crinale in 3 divisioni. Non lo fecero fino al fiume. Solo una divisione arrivò a un punto distante da mezzo miglio a tre quarti di miglio dalla riva.
Lone Bear disse che i soldati arrivarono vicino alla riva, smontarono e iniziarono a condurre i cavalli, ma non arrivarono al fiume. Lone Bear vide molti guerrieri attraversare il fiume e attaccare Custer prima che raggiungesse il fiume. Kill Eagle disse che “gli indiani attraversarono il fiume e il fuoco cominciò“.
Wooden Leg raccontò che i primi 3 Cheyenne ad attraversare il fiume furono Bobtail Horse, Roan Bear e Buffalo Calf e spararono a Custer mentre era lontano sul crinale. He Dog disse che 15-20 guerrieri combatterono a est, vicino al torrente in secca, ma non vicino al fiume. Standing Bear affermò che gli indiani attraversarono il fiume quando videro Custer. Presero posizione dietro un basso crinale. Non ci fu un combattimento nel fiume.


Wooden Leg

Due anni dopo la battaglia, Hump, Brave Wolf e Ice raccontarono al Tenente Owen Long che gli indiani attraversarono il fiume prima che Custer potesse guadare.
E’ chiaro, dalle spiegazioni degli indiani, che gli uomini di Custer non attraversarono mai il fiume, né sembra che ci entrarono.
Da dove viene l’idea che Custer fu ucciso nel fiume?
Soprattutto da White Cow Bull. La sua storia ha causato più confusione di tutte le altre circolate dopo la battaglia.
E’ solo White Cow Bull che disse che lui e Bobtail Horse colpirono nel fiume un soldato che indossava una giacca di pelle. Ma nè Bobtail Horse nè gli altri indiani menzionarono il fatto, nè che White Cow Bull fosse lì. Inoltre White Cow Bull affermò di aver fermato la carica della cavalleria in mezzo al fiume. Ma altri Lakota e Cheyenne non videro ciò.
Gli scout Crow Goes Ahead e White Man Runs Him raccontarono storie di Custer che morì in mezzo al fiume. Il racconto di Goes Ahead venne dalla moglie Pretty Shield che non era lì e che disse dell’altro… che Custer bevve molto, cadde nell’acqua e morì. White Man Runs Him non vide Custer, ma sentì dopo che Custer fu colpito al fianco e cadde nel fiume. Da racconti così crebbe il mito che Custer fu ucciso nel fiume. Ciò non avvenne.
Il guado di Mrdicine Tail Coulee (“coulee” erano chiamate quelle profonde spaccature o canaloni che dalle colline scendevano al fiume) è, con Deep Ravine, il luogo più misterioso del Little Big Horn. A far credere difficile la morte di Custer al fiume contribuiscono diversi motivi.
1) Le numerose testimonianze Indiane che affermano di aver combattuto Custer sul lato est del fiume. Inoltre non vi è neppure la certezza che Custer, quel giorno, vestisse con la giacca di pelle, che era abitualmente indossata anche da altri ufficiali del 7°. E’ possibile che il soldato ucciso sia stato il Tenente James Sturgis, il cui corpo non fu mai trovato o identificato. Il soldato Theodore Golden raccontò, in seguito, che a un’estremità del villaggio fu trovato un grosso fuoco e all’interno, tra le ceneri, 2 o 3 crani bruciati, e vicino un pezzo di una camicia blu di flanella con le iniziali JCS.
2) Non prendo neppure in considerazione l’ipotesi di Pretty Shield che sia svanito, mezzo ubriaco, nel fiume; Custer, infatti,era solito brindare a acqua e limonata, ma se anche fosse stato colpito, per esempio alla tempia, il corpo sarebbe caduto nell’acqua e sarebbe stato quasi impossibile recuperarlo sotto il fuoco nemico. Nel caso di una ferita, per esempio al fianco, allora non sarebbe morto al guado.
3) Le testimonianze dei bianchi che trovarono il suo cadavere sulla collina, vicino a quello dell’assistente di reggimento Cooke, del trombettiere-capo Henry Voss e del portatore del suo stendardo personale.
4) Se Custer fosse morto al guado, il comando sarebbe passato a Keogh. Ma il suo corpo fu ritrovato, insieme ai suoi uomini della compagnia I, più in basso rispetto alla Stand Hill, dove, evidentemente, l’aveva distaccato Custer.


La Deep Ravine come appare oggi

5) C’è da chiedersi anche se, nel caso di morte di Custer al fiume, i soldati non si sarebbero ritirati verso Weir point, dove avrebbe dovuto essere Benteen, piuttosto che proseguire verso la fatidica collina. E più probabile che Custer si sia diretto a nord alla ricerca di un secondo guado, con lo scopo intercettare i non combattenti che stavano fuggendo dal villaggio e che l’azione della compagnia E sia stata un tentativo sia di rendere sicuro il guado, in attesa dell’arrivo di Benteen, sia di alleggerire la pressione su Reno.

Cavallo Pazzo cavalcò a nord

Una storia usuale sulla battaglia è la leggendaria cavalcata di Cavallo Pazzo. La storia racconta che Cavallo Pazzo, con le sue capacità tattiche, comprese la situazione rapidamente, raccolse centinaia di guerrieri, andò a nord, lungo la vallata, attraversò il fiume, girò a est e sorprese Custer da nord, travolgendo lo stupefatto comandante.
Molti storici e romanzieri hanno seguito questo scenario: George Hyde, Mari Sandoz, Stephen Ambrose, James Welch, Robert Utley e tanti altri.
Una piccola variazione viene da Richard Fox, secondo cui Cavallo Pazzo si avvicinò da Deep Ravine.
Se tutti questi racconti furono concordi nel corso degli anni, la storia acquisisce credibilità. Ma pare che le cose non siao andate così.
Cosa accadde veramente? I guerrieri che erano là ci dicono da dove venne Cavallo Pazzo. Dopo aver combattuto Reno, Cavallo Pazzo e Falco Volante tornarono al villaggio per portare alcuni guerrieri feriti. Subito dopo andarono al guado di Medicine Tail, dove Short Bull e Pretty White Buffalo videro Cavallo Pazzo attraversare il fiume. Fu poi localizzato nell’area di Calhoun Hill da numerosi indiani che combatterono con lui quel giorno. Foolish Elk, Lone Bear, He Dog, Piuma Rossa e Falco Volante.


La galoppata di Cavallo Pazzo

White Bull cavalcò dalla collina dove si era ritirato Reno direttamente a nord sul lato est del fiume. Si avvicinò a Calhoun Hill da Deep Coulee e raggiunse Cavallo Pazzo e i suoi uomini che già combattevano. Se Cavallo Pazzo avesse fatto il mitico giro a nord non avrebbe potuto trovarsi a Calhoun Hill in questa fase della battaglia. Cavallo Pazzo fu molto reticente a parlare coi bianchi. Il suo portavoce, Horned Horn, disse che l’assalto fu una sorpresa. Cavallo pazzo credeva che Custer avesse scambiato le donne e i bambini che fuggivano a nord, lungo la valle, per il corpo principale degli indiani. I guerrieri si divisero in due gruppi, uno si frappose fra Custer e i non combattenti, l’altro circondò la retroguardia.
Solo dopo il collasso delle posizioni di Calhoun e Keogh, Cavallo Pazzo cavalcò a nord dove potrebbe aver combattuto gli ultimi uomini di Custer. O forse no.
Falco Volante raccontò che durante la fase finale dello scontro Cavallo Pazzo saltò sul suo pony e inseguì uno degli ultimi fuggitivi. Probabilmente non ebbe nulla a che fare con il combattimento finale sulla Last Stand Hill.
La maggior parte di questa storia errata viene da Gall. Edward Goffrey raccontò che Gall gli disse: “Cavallo Pazzo venne dall’estremo nord del campo, girò a destra, salì un canalone molto profondo e giunse molto vicino ai soldati dal lato nord.” Si ricordi che il lato nord del campo era a Medicine Tail Coulee, non 3 miglia più lontano, come molti storici credevano e nord, per molti Indiani, equivaleva a est per i bianchi.
Perchè questo sbaglio? Dipende da molti fattori. Opposta percezione del terreno tra nativi e bianchi, esagerazioni dei bianchi sulle reali dimensioni del villaggio, esame povero dei resoconti e riluttanza nello spendere tempo a riesaminare le fonti primarie. Una premessa non corretta fu accettata e perpetuata e Cavallo Pazzo cavalcò diritto dal regno della storia alla terra della fantasia.

Non ci fu l’Ultima Resistenza

Di recente ci sono stati studi archeologici che hanno portato nuova luce su alcuni momenti della battaglia. Uno di questi, fatto da Richard Fox, ha stabilito che durante la battaglia non ci fu la famosa “Ultima Resistenza” e che la Last stand è un mito determinato, principalmente, da oggetti trovati raggruppati e dal fatto che alcuni uomini corsero verso il fiume alla fine dello scontro.
Certamente non vi fu una Last Stand come quella del film del 1941 “They died with their boots on”, ma ci fu una resistenza.
Good Voiced Elk disse: “Non ci fu resistenza fino a quando i soldati giunsero alla fine del crinale“.
Lone Bear affermò che il combattimento su Custer Hill fu a distanza ravvicinata e “fu fatta una buona resistenza“.


Una rappresentazione della Last Stand, l’ultima resistenza

Gall si avvicinò al crinale dove gli ultimi soldati stavano resistendo e in seguito disse: “Stavano combattendo bene“.
Lights affermò che la resistenza fatta a Custer Hill fu più lunga di qualsiasi altra sul campo di battaglia. Two Eagles disse che la resistenza più ostinata dei soldati fu a Custer Hill. Iron Hawk vide 20 uomini a cavallo e circa 30 a piedi sulla Last Stand Hill. “Gli Indiani premevano e li circondavano, ma non erano ancora pronti a morire. Resistettero a lungo“.
He Dog partecipò all’inseguimento che infranse la linea dei soldati e aiutò a ricacciare le truppe lungo il crinale. All’estremità gli uomini di Custer combattevano valorosamente.
Red Hawk disse che solo dopo un combattimento disperato su Custer Hill gli ultimi soldati si ritirarono più in basso.
Falco Volante raccontò che incalzarono i soldati che fuggivano finchè giunsero dove Custer stava combattendo. Lì i sopravvissuti furono circondati.
Sebbene le impressioni sulla lunghezza e sul grado di intensità siano differenti tra gli osservatori, il fatto che avvenne non può essere cancellato. I soldati difesero la porzione più settentrionale del crinale, infliggendo agli indiani la maggior parte delle perdite da loro registrate. La difesa migliore non fu fatta a Calhoun Hill. La durata del combattimento e l’intensità della sparatoria sono le evidenze di cui abbiamo bisogno per dimostrare che difesero il terreno tenacemente. L’interpretazione secondo cui furono trovate poche cartucce dell’esercito su Custer Hill non può cancellare il fatto.
Anche se alcuni dei soldati fuggirono, essi difesero la posizione e combatterono il più a lungo possibile. I guerrieri che vi parteciparono, la chiamarono la Last Stand.
Gli scout del Tenente James Bradley e i superstiti della battaglia che arrivarono sulla Last Stand Hill, raccontarono di aver trovato in cima alla collina 36 cavalli uccisi. Dietro di loro vi erano circa 40 soldati, tra cui George e Tom Custer, Yates e Cooke. L’ipotesi che non vi sia stata un’”Ultima Resistenza”, basata sulla mancanza di reperti recenti, non pare valida.


La ritirata verso la Last Stand

Oltre alle testimonianze oculari, furono costruite negli anni, sulla collina, una strada, un parcheggio e una grossa cisterna d’acqua. Molti reperti possono essere andati perduti durante le costruzioni e moltissimi altri saranno stati raccolti dai milioni di visitatori che nel corso dei decenni si sono recati sul luogo della battaglia.
I principali quesiti riguardano la durata e l’intensità dello scontro e su questi punti gli storici hanno dato diverse interpretazioni.

Ventotto soldati morirono nella Deep Ravine

Recenti visitatori del campo di battaglia possono aver camminato, in basso, lungo il Deep Ravine Trail, fino alla sua estremità e aver letto il cartello interpretativo.
Il cartello perpetua un altro mito, che 28 soldati morirono nella stretta gola. Ci sono dei racconti di indiani e soldati che dissero di aver visto dei corpi nella ravine. Quello che non è stato recepito sono i racconti dei testimoni oculari che dissero che solo pochi, o nessun corpo, erano lì.
Reperti e ossa sono stati trovati praticamente in ogni parte del Little Big Horn. Dove non sono stati trovati è proprio nella Deep Ravine. Visto che la documentazione archeologica combacia con i racconti storici, dovrebbe essere chiaro che nella Deep Ravine i corpi furono pochi o forse nessuno. Dal momento che non vi è nessun riscontro fisico di corpi nella Deep Ravine, il cartello dovrebbe contenere l’appropriato commento.
Il guerriero Oglala He Dog disse: “Solo alcuni soldati che fuggivano furono uccisi più in basso, verso il fiume“.
Lone bear disse che Custer Hill “fu l’unico punto in cui i soldati cercarono di fuggire e a farlo furono pochi di loro“.


La morte nella Deep Ravine

Waterman affermò che “pochi soldati cercarono di scappare e raggiungere il fiume, ma furono tutti uccisi“.
Flying By raccontò che “i soldati stavano correndo attraverso le nostre linee cercando di fuggire, ma solo 4 raggiunsero la gola vicino al fiume“.
Red Hawk spiegò che “alcuni soldati passarono in mezzo agli indiani e corsero verso il fiume, ma furono tutti uccisi prima di raggiungerlo.
Iron Hawk disse: “La pietra tombale più lontana mostra dove giace il secondo soldato che uccisi, probabilmente l’ultimo uomo di Custer a morire. Vi fu solo un soldato che si nascose nella gola“.
Probabilmente la testimonianza più evidente sull’assenza di corpi nella Deep Ravine viene da un testimone oculare, il Tenente Charles Roe che fu lì subito dopo la battaglia e che ritornò sul campo nel 1881 per riseppellire i morti ed erigere il monumento sopra di loro.
In una lettera a Walter Camp nel 1911, rispondendo alla persistente e non corretta domanda di Camp circa i corpi nella ravine, Roe scrisse: “Ho messo i markers vicino alla Deep Ravine di cui parli. Non vi furono mai 28 uomini morti dentro la gola, ma vicino al suo imbocco e solo 2 o 3 all’interno“.
Deep Ravine è, forse, il più grosso mistero della battaglia. Anzi, i misteri sono due: quando i soldati si avvicinarono e quanti di loro vi entrarono.
In uno dei libri più recenti sul Little Big Horn, ”A terribile glory”, James Donovan ipotizza due movimenti separati. Uno prima dell’ultima resistenza, quando Custer avrebbe mandato gli uomini della compagnia E, i cavalli grigi, giù dalla collina verso il fiume a formare una linea, la cosiddetta “skirmish line”, che era una formazione difensiva in cui i soldati si disponevano a 4 metri l’uno dall’altro. Vi sono testimonianze precise di soldati che trovarono i corpi allineati a circa 3 metri l’uno dall’altro, come se si fossero disposti proprio in questo modo.
La versione di Roe mi sembra, poi, decisiva. Scrisse che “dall’imbocco della ravine, uomini morti e cavalli erano allineati in direzione della collina più in alto”. E’ probabile che alcuni soldati, quando la linea fu travolta, si siano nascosti nella gola. Vi sarebbe stato poi, al termine della resistenza finale, la fuga di alcuni uomini, tra cui Mitch Boyer, Boston Custer e Autie Reed, verso il fiume ed è possibile che alcuni di loro siano riusciti a entrare nella Deep Ravine. Quanti e se davvero riuscirono a raggiungerla non è possibile saperlo.
Insomma, siamo di fronte ad un vero rompicapo!

Il corpo di Custer non fu sfregiato

Il corpo di Custer fu trovato in cima alla collina, nudo, in posizione semiseduta, appoggiato di schiena a due soldati.
Presentava due ferite d’arma da fuoco. Una al costato sinistro, all’altezza del cuore. La pallottola, probabilmente, gli perforò il polmone sinistro, provocando un’emorragia che gli rese difficile la respirazione.
La seconda ferita, il colpo di grazia, era alla tempia sinistra.
Il corpo presentava un profondo taglio alla coscia destra e una punta di freccia era stata inserita nel pene. Non era stato scalpato; si era, infatti, fatto tagliate i capelli corti prima della partenza.
Kathy Bighead, una Cheyenne, raccontò che due donne della tribù, alla fine della battaglia, si avvicinarono al cadavere di Custer e gli perforarono i timpani con un punteruolo d’osso. Così avrebbe sentito meglio, nell’aldilà, l’avvertimento che alcuni Cheyenne, anni prima, gli avevano fatto e cioè che sarebbe morto se li avesse assaliti un’altra volta. Videro anche un Sioux che gli tagliava il dito di una mano.


Il trasporto del corpo di Custer a Est per il funerale

A Tom Custer andò peggio. Non era riconoscibile! Venne scalpato e il cranio fu fracassato e appiattito a colpi di mazza o con un masso. Gli venne tagliata la gola, gli fu aperto l’addome e esposti gli intestini. I genitali furono recisi. Il corpo fu riempito di frecce. Una penetrò così profondamente nel cranio che non fu possibile estrarla.
Fu riconosciuto per un tatuaggio, la scritta TWC, su un braccio.

Combatterono solo Sioux e Cheyenne

La maggior parte dei guerrieri che parteciparono alla battaglia appartenevano a questi due popoli. Nel grande campo sul Little Big Horn erano presenti anche uomini e donne di altre tribù.
Alcuni Assiniboine si erano sposati con Nakota e Dakota fuggiti dalla rivolta del Minnesota avvenuta alcuni anni prima ed erano accampati con gli Hunkpapa. Avevano legami soprattutto con il gruppo di Inkpaduta che aveva vagabondato attraverso le loro terre per molto tempo.
Vi erano pure alcuni Gros Ventre e cinque Arapaho che erano venuti a combattere gli Shoshone e che in un primo tempo erano stati scambiati per scout dei washicu.


Sioux e Cheyenne al Little Big Horn

Nella rivista Wild West, poi, è stata pubblicata una notizia curiosa. Alla battaglia presero parte la moglie e il fratello di un capo Yakima, Qualchan, che era stato impiccato a tradimento nel 1858, durante la guerra Yakima, dai soldati del Colonnello Wright. Si presero una parziale rivincita 18 anni dopo!

Nathan Short riuscì a fuggire dal Custer Battlefield

In molti testi si legge che il soldato Nathan Short, della compagnia C del 7° Cavalleria, riuscì a fuggire per morire da solo sul Rosebud Creek, a circa 70 miglia di distanza.
La storia nacque col ritrovamento di un cavallo morto, avvenuta da truppe della forza Terry-Gibbon, il 3 Agosto 1876, vicino alla confluenza tra lo Yellowstone e il Rosebud, a est del corso di quest’ultimo. Era un cavallo ucciso da un colpo in fronte, adagiato sul lato sinistro, con sella ed altro equipaggiamento, e una carabina a lui vicina. La notizia era confermata da vari ufficiali del 7° Fanteria, tra cui il Capitano Clifford e il Tenente Charles Booth, che poi avrebbero scritto al ricercatore Walter M. Camp nel 1911. Si ipotizzò che il suo cavaliere fosse stato preso dagli indiani o fosse riuscito a fuggire. Scrivendo a Camp nel 1908 il Tenente Edward Godfrey aggiunse che legata alla sella era una borsa di tela contenente biada per il cavallo, usata dai soldati del 7°.
Pian piano tra i soldati cominciò a circolare la notizia che fosse stato trovato anche il corpo di un caduto vicino al cavallo. Il Sergente Kanipe, corrispondendo con Camp, dette per scontata la voce e aggiunse che il ritrovamento su un cappello chiaro del numero 50 e che l’insegna sul davanti era disegnata a mano. Questi elementi facevano attribuire il corpo a Nathan Short, della compagnia C di Tom Custer. Da notare che Kanipe dette solo notizie ottenute per sentito dire, anche perchè lui lasciò il campo il 2 Agosto in battello, per malattia. Un altro informatore di Camp, l’ex soldato della Compagnia M del 7°, Frank Sniffin, gli disse che il cappello sembrava appartenere, invece, a Oscar T. Warner, un altro componente della Compagnia C. La scoperta del cappello fu fatta lungo la linea di marcia del 7° sul Rosebud, e si può concludere che il cappello fu perso o gettato prima del fatidico 25 Giugno. Così la scoperta di un cavallo morto e di un cappello originarono la storia del ritrovamento di bestia e cavalleggero morti.
L’11 Agosto la colonna unita Terry-Gibbon-Crook scoprì due gruppi diversi di resti umani sul fiume Tongue e queste scoperte rinfocolarono il nascente mito del soldato morto sul Rosebud. A seconda delle testimonianze l’uomo era stato ucciso e bruciato dagli indiani forse un anno prima (Tenente Charles King) o era un minatore ucciso con un colpo in testa agli inizi di Giugno (John Finerty, giornalista).
Il 13 Agosto 1886 dei rancher scoprirono uno scheletro semisepolto lungo la riva est del Rosebud, circa 8 miglia a monte della giunzione con lo Yellowstone. Il corpo fu identificato come quello di un certo Mitchell, che lavorava per la ferrovia, che sarebbe stato ucciso con un proiettile in testa per rubargli la paga di 1.000 dollari, da poco incassata. Invece successe che Camp attribuì il corpo ritrovato al solito Nathan Short asserendo che pezzetti dell’uniforme blu furono ritrovati sulle ossa (cosa non detta nel primo originale resoconto della scoperta pubblicato sul Daily Yellowstone Journal di Miles City) . E’ finita che nel 1983, vicino alla anonima tomba, comparve il memoriale a Nathan Short! D’altronde non si può pensare che il morto fosse un messaggero inviato da Custer, perchè l’uomo si sarebbe diretto a sud lungo il Big Horn, dalla cui direzione muovevano Terry e Gibbon, non certo molto ad est come invece fu. Il cavallo morto ritrovato il 3 Agosto 1876 era verosimilmente quello di uno sconosciuto disertore, mentre Nathan Short non sfuggì al triste destino dei soldati di Custer.

I Sioux combatterono strenuamente in difesa della loro terra

Anche questo è un mito. La valle del Little Big Horn faceva parte del tradizionale territorio dei Crow e i Sioux li avevano scacciati.
Così si era espresso, il 10 Marzo 1876, l’Agente Indiano Dexter Clapp, della Crow Agency in Montana: “I Sioux stanno ora occupando l’area orientale e migliore della riserva e con la loro costante guerriglia paralizzano tutti gli sforzi fatti per indurre i Crow a intraprendere l’agricoltura e altre forme di autosostentamento“. Aggiunse, anche, che i Crow si aspettavano un attacco in massa all’agenzia.
Mi sembra, quindi, più giusto dire che i nativi che combatterono a difesa del loro territorio furono i 6 scout Crow, o meglio, i 2 che presero parte alla battaglia, Half Yellow Face e White Swan. Gli altri indiani lottarono per terre di cui si erano appropriati con le classiche lotte tribali.

Sopravvisse solo un cavallo

Il cavallo di Keogh, Comanche, ferito, fu curato e sopravvisse.
Un altro cavallo di nome Nap, della Compagnia E, fu trovato in vita e riportato a Fort Lincoln. Come pure un bulldog di nome Joe Bush, mascotte della Compagnia I.


Comanche, il cavallo sopravvissuto

Gli indiani catturarono altri cavalli. Uno di questi, chiamato Custer, divenne proprietà della North West Mounted Police dopo l’arrivo di Toro seduto in Canada.

Curly fu l’ultimo a vedere Custer

Per molto tempo lo scout Crow Curly fu ritenuto l’ultima persona ad aver visto Custer. Ma, come è ben noto, ciò non è assolutamente vero! Secondo una versione attendibile, Curly lasciò i soldati a Reno Hill, nello stesso momento del Sergente Daniel Kanipe, incaricato di portare un messaggio alle salmerie e prima del trombettiere di origine italiana Giovanni Martini.


Curley, scout Crow di Custer

Lo scout Crow White Man Runs Him disse che Curly lasciò il gruppo di Custer sul Reno Creek e di aver udito molte persone affermare che si unì a alcuni scout Arikara che fecero fuggire una grossa mandria di pony Sioux. Secondo gli Arikara, Curly li avrebbe accompagnati solamente fino alla giunzione del Rosebud con lo Yellowstone.

Ci fu uno spettatore bianco della battaglia

L’8 Settembre 1876 apparve, in un articolo del Minneapolis Tribune, l’intervista a un uomo di nome H. D. Ridgeley.
Questi raccontò di essere stato catturato dai Sioux nel Marzo di quell’anno mentre faceva il trapper nella regione dello Yellowstone e portato al campo di Toro Seduto. Disse di aver assistito alla battaglia da una collina distante circa un miglio.
Descrisse lo svolgimento e raccontò anche che gli indiani ritornarono al villaggio con sei soldati prigionieri e li bruciarono vivi. Il 25 Settembre fu pubblicato un altro articolo in cui un uomo di nome T. A. Ward affermava di conoscere bene Ridgeley visto che era stato suo dipendente fino al Settembre 1875 e di averlo incontrato nel mese di Aprile 1876 sul fiume Platte mentre lavorava come boscaiolo per i fratelli Hill.
Ward disse, inoltre, di aver ricevuto una lettera da lui, in data 3 Luglio. Nella lettera Ridgeley lo salutava e gli chiedeva informazioni su un eventuale nuovo lavoro.
Lo accusò apertamente di essersi inventato tutto. Ridgeley, evidentemente imbarazzato, non rispose.
Vi sono testimonianze di soldati che osservarono quelle che sembravano indicazioni di torture.
Ryan vide ossa e uniformi legate ai pali. All’interprete Isaiah Dorman spararono alle gambe mentre era ancora vivo.
Il soldato Henry Jones disse, o sentì dire, che ossa carbonizzate, crani, dita e unghie furono trovate in tutto il campo indiano. Anche il soldato Goldin scrisse di aver visto, in un fuoco all’estremità inferiore del villaggio, dove vi erano le tende Cheyenne, 2 o 3 crani bruciati.
Gli Indiani negarono.
Two Moon diede una spiegazione che ci sembra razionale e credibile. Alcuni cadaveri erano stati portati nel villaggio dal campo di battaglia, tagliati a pezzi e bruciati in una grande danza.

Custer si suicidò

Ancora un mito.
Secondo alcuni suoi detrattori, Custer si sarebbe sparato per non essere catturato vivo e il suo corpo non sarebbe stato violato poiché gli indiani credevano che il suicidio fosse una potente, cattiva medicina. Ma Custer era destrorso ed è assai poco probabile che sia sia appoggiato la canna della pistola alla tempia sinistra.


Custer non era mancino. Difficile pensare al suicidio.

Gli Indiani raccontarono di altri soldati che si uccisero.
Vi sono molte storie su un soldato che fuggì a cavallo dal campo di battaglia e si uccise con un colpo di pistola. Cavallo Pazzo così raccontò al Dottor McGillycuddy: “Un soldato che non era smontato, cavalcò a est per alcune miglia, inseguito da una dozzina di giovani guerrieri e sarebbe potuto scappare montando un cavallo forte e robusto, ma era terrorizzato, si sparò e fu trascinato via dal cavallo quando sembrava avercela ormai fatta.

Per i Commenti è possibile usare il nostro forum