Belle Star, la regina dei banditi

A cura di Luca Barbieri

Belle Star
In un mio articolo ho speso qualche parola sull’affascinante Annie Oakley, e, a proposito di donne armate, un piccolo cenno merita anche Belle Star, popolarmente nota come “la regina dei banditi”.
La “regale” signora in questione si costruì una solida fama assaltando banche, diligenze e treni, e comandando un feroce gruppo di ladri di cavalli e di bestiame nel Territorio Indiano, prodezze che in una qualunque sala da tè di Boston sarebbero però state trattate con una certa sufficienza, il che dimostra come la reputazione di una ragazza non sia un immobile macigno quanto piuttosto una foglia al vento.
All’Est, ad esempio, non avrebbe trovato uno straccio di marito, ma in Territorio Indiano ne ebbe invece una pletora, ovviamente uno più malfamato dell’altro: Cole Younger della banda James; Jim Reed; il mezzo Cherokee Sam Starr, che le diede il cognome; il texano Middleton, che aveva ucciso Starr; l’indiano Creek Jim July.
Ma quali furono i motivi che spinsero una ricca ragazza borghese ad indossare stivali e spolverino e a cominciare a sparare su qualunque stella di latta nel raggio di un miglio? Myra Belle Shirley, com’era stata battezzata a Carthage (Missouri) il 5 Febbraio 1848, aveva avuto modo di assaporare gli agi di una ricca esistenza presso la locale Accademia Femminile.
Un volto da vero duro
Quando durante la guerra civile la sua famiglia cadde in disgrazia, rovinata dalle continue incursioni dei guerriglieri, e dovette fuggire di corsa nel Texas, la ragazza probabilmente valutò attentamente i modi che aveva a disposizione per non perdere quei privilegi che tanto amava. E la a vita da fuorilegge non dovette, tutto sommato, sembrarle così brutta, visto che poteva procurarle denaro a carrettate.
Le sue azioni criminali furono innumerevoli, e sarebbe anche noioso ripercorrerle una per una in questa sede, ciò che conta è che attirarono su di lei il lungo sguardo del giudice Isaac Parker (l’arcinoto “Hanging Judge”) che si fece punto d’onore di metterla dietro le sbarre e, in tal modo, le procurò involontariamente un bel po’ di pubblicità. Come spesso accadde nel West fu la stampa a trasformarla da oscura criminale a celebrità: il suo mentore fu Richard Fox del Police Gazette, che le attribuì l’appellativo di “Bandit Queen” e ne fece una sorta di eroina popolare, una “western folk hero” alla stregua di Jesse James, in definitiva una sorta di Robin Hood al femminile.
Bandito in gonnella
L’immagine di Belle Star, fatalmente, si distaccò da ciò che la donna era, e fu consegnata all’immaginario collettivo del pubblico in cerca di emozioni forti e di icone da applaudire. Transitò anche lei attraverso l’imprescindibile percorso del Wild West Show, e i suoi crimini vennero dimenticati, scomparvero come mai esistiti, bruciati nel falò delle vanità del rutilante spettacolo di William Cody.
Toccò al destino, allora, esigere il dovuto: Belle Star venne assassinata all’età di 41 anni, il 3 Febbraio 1889, in un’anonima stradina di campagna. Forse fu il suo stesso ultimo marito, Jim July, a sparare, incollerito dalla tempestosa relazione che aveva con lei: era arrivato, in precedenza, addirittura ad offrire 200 dollari per la testa della moglie e, quando la sua offerta venne rifiutata, giurò che l’avrebbe uccisa lui stesso e si sarebbe bevuto in whisky i dollari della taglia. La verità, in ogni caso, morì con lui, quando un proiettile esploso dallo sceriffo che ne seguiva le tracce pose fine all’esistenza terrena di Jim July.

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