Chi “Ha Paura Dei Suoi Cavalli”? I nomi tra i Lakota

Nomi femminili

Sempre in Spotted Tail’s Folk (p.125), George Hyde riporta il caso esemplare di una giovane donna Lakota il cui nome risulta completamente stravolto in alcune fonti a causa di un preconcetto culturale euro-americano. Il nome di questa giovane, figlia del capo Sicangu Coda Chiazzata e nota agli euro-americani per un suo supposto amore non corrisposto per un ufficiale di Fort Laramie, venne reso in vari resoconti come “Falling Leaf” (Foglia che Cade/Foglia Autunnale). Il suo nome indiano, così come reso da Susan Bettelyoun (in With My Own Eyes: A Lakota Woman Tells Her People’s History, p.41), suona semplicemente come Hinziwin (“Donna Bruno-Gialla” (6)). Come nota lo stesso Hyde, la fantasia euro-americana attribuisce alle donne nativo-americane nomi tanto poetici quanto improbabili come “Cerbiatto Bianco” o “Luna Splendente”, mentre in realtà, esattamente come avveniva per i nomi maschili, i nomi personali femminili venivano scelti in relazione alla realtà quotidiana, sociale o naturale che fosse, o in omaggio a persone o eventi legati alla famiglia di origine. Così, ad esempio, la figlia maggiore di Nuvola Rossa venne chiamata Wapahun Win (“Wears War Bonnett”/ “Indossa il Copricapo da Guerra” o “il Copricapo di Penne”) probabilmente in ricordo dell’impresa dopo la quale al padre venne concesso di indossare il copricapo riservato ai capi di guerra. Anche il nome dell’unica figlia di Cavallo Pazzo, Kokipapi (“Hanno paura”), allude probabilmente al timore ispirato in battaglia dal capo di guerra Oglala, più che a un tratto attribuito alla bambina (le traduzioni italiane “Hanno Paura di Lei” o “Essi la Temono” suonano poco plausibili, considerato anche il fatto che “l’ispirare paura” tra i Lakota non era certo una qualità ideale o desiderabile per una giovane donna).
Come gli uomini, anche le donne potevano cambiare più volte nome nel corso della propria esistenza. Un esempio è la moglie di Nuvola Rossa, conosciuta dagli americani come “Pretty Owl” (Gufo Grazioso, Hinhan Hopa (7)): questo nome sarebbe stato portato dalla donna solo in gioventù, dato che nelle didascalie dei suoi ritratti fotografici in età avanzata viene chiamata Win Tamahe?a (“Lean Woman”/Donna Esile) o Ocanku Waste Win (“Good Road Woman”/Buona Strada” – quest’ultimo nome, assieme a quello cristiano di Mary, è quello riportato sulla sua pietra tombale) (8). In questo caso assistiamo a ben tre cambiamenti di nomi nel corso di un’esistenza.


Gufo Grazioso/Buona Strada/Mary Red Cloud, moglie di Nuvola Rossa, in una foto del 1900

Il suffisso Win (donna) veniva largamente usato nei nomi femminili, anche se non era un marcatore di genere obbligatorio, come testimoniato da nomi come Peta Omniciye (“Council Fire”/Fuoco del Consiglio – nome della moglie del capo della banda Oglala dei Wagluhe Blue Horse/Cavallo Blu) e Wakan Najin (“Standing Holy”/Sacra in Piedi – la figlia prediletta di Toro Seduto).


Standing Holy/Sacra in Piedi, figlia prediletta di Toro Seduto, ritratta da D. Barry nei primi anni del decennio 1880-90

L’onomastica in un gruppo familiare Lakota – il tiyospaye (famiglia allargata) di Nuvola Rossa

Un esempio di quanto esposto sopra lo si può ricavare esaminando l’onomastica personale e familiare del grande capo Oglala Mahpiya Luta “Red Cloud”/Nuvola Rossa.
Come testimoniato dallo storico George Hyde e dallo storico-antropologo Edmond Meany, Nuvola Rossa ricevette appena nato il nome Wa Numpa, “Due Frecce” (9), già appartenuto al nonno paterno, celebre guerriero e sciamano le cui imprese sono state riportate in diverse “cronache degli inverni” (10). Secondo la testimonianza di Cavallo Americano (11) anche il padre del famoso capo Oglala, un capo di guerra Brulé, si sarebbe chiamato Nuvola Rossa (il nome Išna Wi?asa, “Lone Man”/”Uomo Solitario” arrivatoci attraverso le testimonianze del nipote di Nuvola Rossa Šunka Bloka [”He Dog”/Cane Maschio], potrebbe essere un altro nome o un soprannome) Durante la sua prima spedizione militare, all’età di appena sedici anni, il giovane Due Frecce si distinse catturando un cavallo ai nemici e meritandosi così di portare il nome del padre defunto, Mahpiya Luta, Nuvola Rossa.


Nuvola Rossa ritratto intorno al 1877

La convinzione diffusa secondo cui i nomi indiani erano necessariamente derivati da eventi curiosi o particolari verificatosi nell’esistenza di chi li portava fece tuttavia diffondere spiegazioni diverse sul nome di Nuvola Rossa. Secondo il dottor Valentine Trant McGillycuddy, che fu agente a Pine Ridge tra il 1879 e il 1886, Nuvola Rossa “prese il nome dalle coperte rosse dei suoi guerrieri che coprivano le colline come una nuvola” (12). Considerando che, come dichiarato dallo stesso Nuvola Rossa al suo amico Sam Deon (13), il capo Oglala prese questo nome all’età di sedici anni, un’età improbabile per un condottiero di spedizioni di guerra considerevolmente numerose. George Hyde provò ad avanzare un’ipotesi alternativa, suggerendo che il nome di Nuvola Rossa potesse essere stato originato dalla caduta di un meteorite durante l’inverno 1821-22. L’ipotesi è suggestiva ma, anche non considerando le testimonianze che assicurano che “Mahpiya Luta” fosse un nome passato da una generazione all’altra, i “winter count” di quell’anno parlano tutti di una “stella schiantatosi con grande fragore” (un meteorite roccioso), senza particolari riferimenti al colore.
Per quanto riguarda i propri figli – o meglio, le figlie – Nuvola Rossa ne scelse i nomi come sorta di “celebrazioni” per le proprie imprese di guerra. Ecco perché troviamo dunque nomi come Wapahkton Win, “Wears War Bonnet Woman” “Indossa il Copricapo di Penne”, Sunka Ska Ota Win “Many White Horses” “Molti Cavalli Bianchi” (probabilmente il bottino di una razzia) e via dicendo. L’unico figlio maschio, poi noto come Jack Red Cloud/Jack Nuvola Rossa, ricevette invece il nome di Wi?asa Wankan , “Man Above”, “Uomo Superiore” (14), anche se si guadagnò ben presto il soprannome derisorio di Wokeya Wani?a, “Without Lodge”, “Senza Tende”, forse riferito alla sua incapacità di farsi dei seguaci e formarsi una banda propria.


Jack Red Cloud in un ritratto fotografico giovanile, realizzato intorno al 1880

Anche Nuvola Rossa non sfuggì alla pratica dei soprannomi. Secondo quanto riportato da John Colhoff (White Man Stands in Sight), il soprannome Ite Šica, “Bad Face” o “Faccia Cattiva/Brutta”, originariamente assegnato a suo cugino Spotted Bear (Orso Macchiato) dalla moglie esasperata e gelosa e poi passato a designare l’intera banda, era divenuto dopo il 1880 l’appellativo comune con cui ci si riferiva (e si apostrofava) Nuvola Rossa. Il capo Oglala non rinunciò tuttavia al proprio nome personale nemmeno nel 1903 quando, con una solenne quanto ineffettiva cerimonia, cercò di passare il proprio nome e il proprio status di capo al figlio. Jack Red Cloud divenne così anch’egli, come il padre e il nonno, Mahpiya Luta; questo comprova tra l’altro la testimonianza di Cavallo Americano riportata da Ricker, secondo la quale “Il padre di Nuvola Rossa si chiamava anch’egli Nuvola Rossa, e lo stesso Nuvola Rossa ha un figlio di nome Nuvola Rossa…”

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