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Gli indiani Alligewi

A cura di Gianni Albertoli

Gli indiani Alligewi sono particolarmente misteriosi e rappresentano ancor oggi un problema per gli studiosi. Le antiche tradizioni dei Delaware ci ricordano che quando si spostarono a est del grande Mississippi incontrarono questi indiani, erano i “Costruttori di Tumuli” o “Allegheny”, questo ultimo un termine che dette poi il nome alla omonima catena montuosa e all’omonimo fiume che l’Heckewelder chiamava “Allegewi Sipu”. Gli Alligewi erano di alta statura e di corporatura massiccia, ma fra loro furono notati molti guerrieri di dimensioni gigantesche. Dimostratisi troppo pericolosi e potenti, i gruppi Algonchini, e in particolare i Delaware, dovettero chiedere aiuto agli Irochesi, i “Mengwe” dei “Walum Olum” della nazione Delaware, avevano attraversato il Mississippi – che i Delaware chiamavano “Namaesi-Sipu” (il Mississippi o “il fiume dei pesci”, da “namaesi” significante “pesci” e “sipu” significante “fiume”) – stabilendosi proprio a nord dei Delaware.
Fu allora facile coalizzarsi per contrastare i signori incontrastati delle terre fra gli Allegheny e il grande fiume. Sembra che questi potenti nemici fossero una Confederazione tribale nota come “Alligewi” o “Talligewi” – ma anche “Talligeu”, “Talligew” o “Tallgewi” -, ovvero dei semi-civilizzati Costruttori di tumuli dell’Ohio Valley. Aventi grandi villaggi fortificati sulle rive orientali del Mississippi e lungo il corso dell’Ohio, nei loro insediamenti avevano grandi tumuli visibili anche da notevole distanze. Quando i Delaware si mossero all’interno del loro territorio, questi furono sorpresi e sgomenti nel vedere il gran numero dei nuovi arrivati, e soltanto allora dettero loro il permesso di attraversare il territorio; un’altra versione ci informa però che gli Alligewi avrebbero attaccato e respinto i primi gruppi Delaware che stavano addentrandosi nelle loro terre. Gli Irochesi avrebbero offerto il loro appoggio, e i Delaware lo avrebbero accettato senza batter ciglio.


Un villaggio di indiani Allegewi

La guerra divampò e gli scontri si susseguirono l’un l’altro, fin quando le forze coalizzate ebbero la meglio. I sopravvissuti si sarebbero spostati a sud per poi unirsi alle popolazioni stanziate fra il golfo del Messico e il fiume Tennessee. Un problema interessante è quello proposto dall’Hale il quale, e forse a ragione, non identifica il “Namaesi Sipu” con il Mississippi, ma con il San Lorenzo, ritenendo inoltre che non furono gli Irochesi ad aiutare i Delaware, ma gli “indiani Huron-Iroquois”. L’Hale ricordava che: “… il paese dal quale emigrarono i Lenape (Delaware) era Shinaki (ovvero “la terra degli abeti”), posta non nell’ovest ma nel nord”, in cui per “nord” si sarebbero intese le regioni boscose a est del lago Superiore. Gli indiani che si unirono ai Delaware sarebbero stati i “Talamatan”, identificati con gli Huron; il fiume che avrebbero attraversato era il “Messusipu” (“il grande fiume”), oltre il quale vi erano i “Tallegwi” che dominavano le terre dell’est. Che questo fiume non fosse il Mississippi sembrerebbe allora evidente. Per quanto riguarda la lingua degli Alligewi sembra che abbia delle affinità con quella degli Irochesi; ma più importanti sembrano essere i Cherokee, i quali sarebbero una popolazione comunque mista e, probabilmente, un amalgama fra indiani conquistatori e conquistati. Il periodo in cui questi indiani sarebbero stati scacciati dall’Ohio Valley è chiaramente dibattuto ancor oggi, ma le più probabili supposizioni ci portano a pensare al XV secolo. Dopo circa un centinaio di anni gli Alligewi vennero sconfitti, e la guerra si sarebbe protratta sotto la guida di ben quattro capi delaware succedutisi l’un l’altro, quindi circa 20-25 anni per leader del Consiglio tribale. Nel “The Bark Record of the Lenni Lenape” troviamo scritto: “Alcuni dei nostri andarono all’est e vennero massacrati dai Tallegwi, fu allora che iniziò la guerra. I Talamatan e i Nitilowan andarono uniti alla guerra sotto la guida di Kinnepehend (Sguardo Acuto), andarono al fiume e uccisero i Tallegwi, poi depredarono il loro villaggio. Il secondo capo, Pimokhasuwi (Agitato), fece molto potente il suo popolo e il successivo, Tenchkensit (Apre la Strada), guidò i guerrieri contro i nemici, i quali fuggirono abbandonandogli i villaggi; il quarto capo era Paganchihiella, e sotto di lui i Tallegwi fuggirono a sud.
Vita di ogni giorno
A sud dei laghi i Lenape si fermarono e stabilirono il Fuoco del Consiglio, a nord di loro si insediarono gli amici Talamatan”. Ma questi Alligewi scomparvero dalla scena storica? Quel che sappiamo è che i Delaware avrebbero continuato a chiamare “Alligewi” i Cherokee anche in tempi storici. Se l’identificazione degli Alligewi con i Cherokee può essere veritiera, allora dovremmo spostare le date del loro spostamento a sud alla fine del XVI secolo e all’inizio del XVII secolo. Se invece gli Alligewi erano gli Erie, come affermato da alcuni storici, ciò comproverebbe la teoria del XVI-XVII secolo, però, il loro spostamento a sud non avrebbe interessato le zone del basso Mississippi ma le terre della Virginia e delle due Caroline con l’avanzata di sconosciute popolazioni come i Richahokans e i Westo, senza comunque dimenticare gli Yuchi, spesso identificati con queste popolazioni. Le tradizioni dei Delaware lasciano cadere le notizie sui successivi spostamenti a sud degli Alligewi, ma le tradizioni dei Cherokee ci portano al Tennessee orientale e al North Carolina. Il problema degli Alligewi rimane comunque e, a quanto sembra, gli Irochesi, dopo aver occupate le nuove terre, per lungo tempo avrebbero tenuto sotto controllo i loro confini meridionali sull’Ohio e, dopo aver combattuto i Delaware, si sarebbero impegnati in una dura guerra contro i Cherokee. Un discorso a parte meriterebbero sicuramente le popolazioni dei “Mound Builders”, i quali, stando ad una antica leggenda dei Seneca, sarebbero stati i primi abitatori del loro territorio storico, erano questi gli stessi Alligewi, che dettero vita ai grandi complessi archeologici oggi conosciuti come “Hopewell” e “Adena”. Henry Schoolcraft scriveva che le antiche tribù del territorio erano gli “Alleghans”, un termine che poi si sarebbe perpetuato a catena attraversando anche le montagne; anticamente questi indiani avrebbero “controllato l’Ohio Valley e tutti gli affluenti del grande fiume, dove vi erano numerosi villaggi i cui resti sono stati scoperti dagli archeologi”, poi continuava dicendo che originariamente erano conosciuti come “Alli” o “Alleg”, da cui sarebbero derivati i termini “Alligewi” e “Talligewi”. Inoltre, anticamente, il nome delle loro terre era “Allegheny” o “River of the Alleghans”; il termine “Ohio” venne conosciuto successivamente e la sua origine è sicuramente irochese.


Una cerimonia religiosa

Anche una antica tradizione degli Oneida sembra indicarci questi indiani, un popolo di giganti chiamato “Ronnongwetowanea”, che avrebbe assalito un insediamento irochese sul fiume “Kanawaga” (il San Lorenzo). Parecchi studiosi sono piuttosto scettici su questa notizia ma, se fosse veramente veritiera, allora, questo attacco sarebbe avvenuto dopo l’insediamento degli Irochesi. Comunque, i “Ronnongwetowanea” vennero poi sorpresi dalla controffensiva irochese e distrutti, tanto che le tradizioni ritengono che la tribù abbia cessato di esistere. James Athearn Jones enfatizzava questi indiani “giganti” dicendo che “sulle rive del fiume del Pesci” viveva un potente popolo, stanziato in grandi villaggi “circondati da alte palizzate”; essi erano incredibilmente alti, sia uomini che donne, “avevano membra robuste” ed erano grandi guerrieri che avevano dato vita ad una Confederazione tribale, questi “erano chiamati Allegewy”. Ma erano veramente dei giganti? In effetti gli “Adena” avevano tratti somatici simili: mento massiccio e sporgente e spesso con prominente protrusione bilaterale; il secondo tratto distintivo era rappresentato dalle larghe dimensioni di molti uomini ed anche di parecchie donne; un maschio di “sei piedi” era piuttosto comune e alcuni individui potevano giungere anche a “sette piedi” di altezza. Gli “Adena people” avevano anche crani molto grandi aventi “una larga capacità craniale”. Molti studiosi hanno allora ritenuto che gli Alligewi discendessero proprio da questi indiani, che preferibilmente si dedicavano ad una sorta di orticoltura, con una possibile eccezione per la “Fort Ancient Culture”, che fortificava i propri villaggi anche se non erano permanenti. Gli “Hopewell people” non avevano sicuramente delle relazioni con il modello culturale della “Fort Ancient culture”, infatti alcuni studiosi hanno suggerito che alcuni gruppi della “Fort Ancient culture” si mossero verso l’Ohio da altri territori.


Esercitazione di un gruppo di guerrieri

Le popolazioni di Fort Ancient sembrano essere le più vicine agli Alligewi, ma restano ancora molti tratti oscuri su questa teoria. Sconfitti dalle nuove tribù avanzanti, e costantemente assaliti dai numerosi nemici, gli Alligewi caricarono le loro canoe e raggiunsero il Mississippi. Ma chi erano questi indiani? Secondo alcune tradizioni orali degli indiani del West Virginia, in particolare dei “Mingo”, con probabile riferimento ai Seneca, gli Alligewi sopravvissuti erano identificati con i Kickapoo. Alcuni storici propendono però per una affiliazione linguistica Siouan e quindi riconducibile ai Biloxi, pur non escludendo i Kickapoo di etnia algonchina; ma i Biloxi – di cui un gruppo avrebbe disceso il Mississippi per stabilirsi sul golfo del Messico – avrebbero poi dato vita agli indiani Omaha. Altri gruppi di Alligewi sarebbero fuggiti sulle montagne dell’Upper Potomac, per poi dar vita al gruppo Siouan dei Saponi della Virginia e del North Carolina, o forse per integrarsi con questi indiani. Recenti studi avrebbero evidenziato che il DNA degli “Hopewell people” potrebbe essere ricollegabile ai popoli Siouan. Come visto in precedenza i Cherokee sembrerebbero essere una popolazione mista costituitasi in epoche tarde, quindi potrebbero avere delle connessioni con gli Alligewi. I Cherokee si definiscono “Tsál?g?” che, secondo alcuni, potrebbe essere una corruzione dei termini “Alligewi” o “Talligewi”, comunque, di accertato vi è soltanto il fatto che sono stati in stretta relazione con gli indiani dei “Mound Builders”, in particolare con gli antichi “Hopewell”, vista l’antica leggenda cherokee di “Ani-kutani” ricordata dal Mooney. La leggenda parlava di una antica teocrazia sacerdotale che dominava sulla popolazione con metodi tirannici, dispotici ed oppressivi, ma che, alla fine, venne abbattuta da una rivolta popolare che covava da tempo – avvenuta circa 300 anni prima dell’arrivo dei bianchi -, guidata da un giovane guerriero.


Un quadro raffigurante un villaggio di Allegewi

La casta fece rapire la moglie del giovane leader della cospirazione, una donna bellissima che poi venne violentata e disonorata mentre il marito era impegnato nella caccia. Al suo ritorno tutti gli appartenenti alla casta, chiamata dei “Nicotani” (“Ni-go-ta-ni”), sia giovani che vecchi, vennero brutalmente massacrati fino all’ultimo. Da allora all’interno della tribù Cherokee non venne più tollerato alcun privilegio ereditario, anche se i clan cherokee rimasero per sempre strettamente legati alle credenze degli “Ani-Kutani” (la cui forma più antica era “Ah-ni-ku-ta-ni”). Questi “Nicotani” – o “Nigutani” – erano anche chiamati “Ani-kutani” o “Ani-Yunwiya”, termini di difficile traduzione, ma che potevano significare “il popolo che viene dalla terra del sole”. Alcuni storici ritengono che nelle epoche più antiche una popolazione occupava l’intera valle del Mississippi, la quale si sarebbe estesa fino ai confini messicani, questa popolazione sarebbe stata governata proprio da una teocrazia sacerdotale con il “culto del Sole”.


Mappa degli insediamenti

Il James Mooney, nella sua opera “Myths of the Cherokee”, parlava spesso degli “Ani’Kuta’ni” o “Ani’Kwata’ni”, adducendo al fatto che questi indiani paleo-storici sarebbero stati un antico popolo che avrebbe preceduto i Cherokee e che, in epoche antiche, sarebbe stato dedito alla costruzione di tumuli. Su questo fatto lo stesso Mooney mette in risalto che potevano anche essere stati semplicemente un clan dominante, poi distrutto da pestilenze e da altre calamità; questa tesi dichiara che gli “Ani-Kutani” erano un clan sacerdotale ereditario, che si tramandava di padre in figlio tutte le cerimonie religiose degli antichi Cherokee. Ma il Mooney dava anche un’altra versione. Gli “Ani-Kutani” erano ormai decisi ad uccidere la dea-sole “Sutalidihi”, ma questa mancanza di rispetto avrebbe portato ad una lunga serie di “misteriose malattie incurabili” che avrebbero falcidiato la popolazione. Un appartenente agli “Ani-Kutani” sarebbe diventato il “serpente Uktena”, il cui compito era quello di avvelenare “la figlia di Sutalidihi”; alla fine, dopo il viaggio nelle “terre delle ombre”, un “Ani-kutani” avrebbe aperto una scatola per recuperare l’anima di Sutalidihi, ma il suo spirito sarebbe fuggito e con lui anche i poteri magici degli “Ani-Kutani”.
Lavori alla capanna
Il grande Sequoya viene generalmente accreditato di aver dato vita al vocabolario della lingua Cherokee e la tribù è oggi convinta che sia stato ispirato proprio dagli “Ani-Kutani”, inoltre, la tribù è convinta che questi antichi antenati avessero già un sistema di scrittura che non condividevano con la gente comune. Sebbene siano stati distrutti, un piccolo gruppo dei loro discendenti avrebbe raggiunto il corso del Mississippi, nelle zone di Cape Girardeau (Missouri), fuggendo nei boschi circostanti per fondare una piccola comunità nelle paludi vicino al fiume. La loro comunità venne chiamata “Kla-da-tsa-yi”, termine significante “il posto della pantera” o “la pantera della palude”. Secondo le antiche profezie, il fiume Mississippi rappresentava il confine occidentale delle terre dei Cherokee; la tribù non poteva attraversare il grande fiume, se lo avrebbe fatto lo “Spirito Creatore” avrebbe maledetto la tribù, avrebbe scatenato lotte intestine e non avrebbe più ritrovato la pace e la serenità.