“Se ci chiedete da dove veniamo”: origini dei Crow

Ma erano stati davvero gli Apsáalooke a rubare i cavalli di Clark? Il territorio su cui avvenne il furto (o “coup” che dir si voglia) era certamente quella terra che i Crow ritenevano esser stata donata loro da Iichikbaalia. Il solo membro della spedizione ad aver avvistato indiani durante quei giorni era stato Toussaint Charbonneau, che aveva vissuto a lungo con gli Hidatsa e aveva sicuramente familiarità con i Crow. Barney Old Coyote, uno degli storici tribali più anziani dei Crow, asserisce che non c’è certezza assoluta che gli Apsáalooke fossero gli autori del furto, ma altri storici tribali, come Howard Boggess sostengono che in effetti i Crow si impadronirono dei cavalli, ma non se ne vantarono particolarmente e nemmeno contarono l’azione come un vero “coup” perché “quegli uomini bianchi dormivano troppo e l’intera faccenda era risultata troppo facile”.


Il “petroglifico degli esploratori” nell’area della Thirty Mile Mesa a est di Billings, nell’area in cui Clark e successivamente Pryor persero i cavalli. I personaggi raffigurati sulla barca (la canoa di Clark?) hanno con sé un piccolo animale (un castoro? Seaman, il cane mascotte della spedizione che forse Lewis aveva lasciato a Clark?) e un fucile, cosa che li farebbe identificare come non – nativi. Non nativo è sicuramente il personaggio raffigurato a riva (con il cappello e il fucile – forse Nathaniel Pryor?) a sorvegliare alcuni cavalli.


Petroglifico Crow nell’area di Billings, nei pressi del luogo dove Clark si accampò alla fine del luglio 1806. La scena raffigurata mostra come la zona fosse considerata dai Crow come proprio territorio di caccia.

François Larocque in viaggio con gli “Indiani delle Montagne Rocciose”

William Clark non ebbe probabilmente mai modo di saperlo, ma il giovane mercante della Canadian West Company, che nel novembre 1804 aveva garbatamente chiesto loro una guida nella sua missione presso gli indiani della zona del Missouri, riuscì alla fine, al contrario dell’esploratore americano, ad avvicinare gli elusivi Apsáalooke e ad ottenere molto di più di quanto da lui stesso sperato.
François-Antoine Larocque, all’epoca poco più che ventenne (era nato nel 1784 a L’Assomption, in Quebec) rappresentava la Canadian North West Company presso il dipartimento dell’Upper Red River. Nel novembre 1804, dietro disposizione dei suoi superiori, aveva lasciato Fort Assiniboine insieme ai colleghi Charles Mackenzie, Jean-Baptiste Lafrance e ad altro quattro compagni di viaggio rimasti anonimi per recarsi nei villaggi Mandan sul Missouri e cercare di avviare un commercio di pellicce con gli Apsáalooke, da lui chiamati “indiani delle Montagne Rocciose”. Come già ricordato in precedenza, Larocque si incontrò con Lewis e Clark il 29 novembre presso un villaggio Mandan,senza grandi risultati: anche se i due esploratori americani acconsentirono a riparare la sua bussola e a prestargli temporaneamente i servizi del loro interprete Toussaint Charbonneau, respinsero decisamente la sua richiesta di unirsi a loro e lo diffidarono apertamente dal “consegnare medaglie o bandiere agli indiani e nominare dei capi tra loro”. La freddezza di Lewis e Clark fu abbastanza per far momentaneamente desistere il giovane canadese, che iniziò quindi a riflettere su una strategia alternativa da seguire. Nei mesi successivi, Larocque iniziò ad elaborare una strategia diversa da quella iniziale (commerciare con gli Apsáalooke attraverso la mediazione degli Hidatsa) e, dietro precise disposizioni del presidente della West Company Charles Chaboliez, alla fine di maggio del 1805 iniziò un nuovo viaggio mirato all’allacciamento di rapporti commerciali diretti con “gli indiani delle Montagne Rocciose”, come Larocque chiamava i Crow. Dopo aver raggiunto prima Fort Assiniboine e successivamente Fort Montagne à la Bosse (nell’odierno Saskatchewan meridionale). Da lì, il 2 giugno 1805 iniziò la parte più difficile del viaggio, che comportava l’attraversare i territori dei potenzialmente ostili Lakota e Assiniboine; Larocque e i suoi compagni riuscirono tuttavia a superare la zona senza incidenti e a raggiungere i villaggi Hidatsa situati alla confluenza del Knife River con il Missouri il 12 giugno, appena in tempo per evitare il gruppo di Lewis e Clark che erano partiti solo cinque giorni prima dell’arrivo dei canadesi. La prima mossa di Larocque fu quella di assicurarsi l’appoggio dei capi più influenti del villaggio per avviare un dialogo proficuo con il gruppo Apsáalooke la cui visita nel villaggio era attesa a giorni. Con grande stupore, Larocque si rese conto che gli Hidatsa sin dal suo arrivo avevano iniziato trattative frenetiche per ottenere le mercanzie più rare e pregiate del gruppo francese. Al giovane mercante canadese bastò poco tempo per rendersi conto che gli Hidatsa “volevano privarci di tutta la merce prima dell’arrivo degli Indiani delle Montagne Rocciose, per estrometterci completamente dalle trattative con loro”. A quel punto Larocque si vide costretto ad assumere una posizione radicale: annunciò ai capi Hidatsa che non avrebbe acquistato nulla nei loro villaggi fino all’arrivo del gruppo Crow, che poi avrebbe seguito nei suoi territori di caccia. Avrebbe “fumato con loro la pipa di pace e amicizia” ma nulla più: il suo vero scopo era quello di “accompagnare gli Indiani delle Montagne Rocciose nelle loro terre”. A quel punto gli Hidatsa cambiarono tattica, e iniziarono una sistematica opera di scoraggiamento: (22)
Uno dei capi pronunziò un lungo discorso per dissuadermi dall’andare in quei posti e descrisse gli Indiani delle Montagne Rocciose nel peggiore dei modi, definendoli ladri e bugiardi. Disse inoltre che non sarei arrivato vivo in quei posti perché gli Arikara o gli Cheyenne mi avrebbero ucciso prima.
Larocque si mostrò tuttavia irremovibile: avrebbe seguito gli Indiani delle Montagne Rocciose, anche a costo della vita. Gli Hidatsa cercarono ancora una volta di persuaderlo a vender loro le sue merci, dicendo che l’arrivo degli Apsáalooke era tutt’altro che sicuro, ma Larocque tenne il punto.
Il 25 giugno la sua pazienza fu premiata. Una splendida parata composta da 654 cavalieri Apsáalooke, vestiti di pelli finemente decorate fece il suo ingresso nel villaggio, che attraversarono solennemente fino a raggiungere un ampio terreno dove innalzarono le loro tende, iniziando ad accendere i fuochi, accompagnati dalla generale ammirazione degli Hidatsa che, come annotò Larocque, lasciarono di corsa il loro villaggio “dove non rimasero nemmeno venti persone; uomini, donne e bambini si precipitarono tutti al nuovo accampamento portando grandi quantità di mais che scambiarono con pelli, vesti e carne secca”. Larocque, nonostante l’ostruzionismo degli Hidatsa, proseguì con il suo piano e convocò un concilio con i Crow. A questo punto gli Hidatsa cercarono di cambiare le carte in tavola e di ritagliarsi un ruolo decisivo nell’impresa del mercante canadese. Un importante capo Hidatsa di nome Kokookis (Un Occhio), conosciuto con il nomignolo francese di Le Borgne (Il Guercio), assunse per sé il ruolo di patrocinatore e garante di Larocque:
Rispose alle mie richieste, assicurandomi che gli indiani delle Montagne Rocciose erano brava gente, che nelle loro terre c’era grande abbondanza di castori e che un suo figlio adottivo, che era il più grande dei capi di questi indiani, si sarebbe preso cura di noi dal momento che egli, Le Borgne, gli avrebbe raccomandato di prendersi a cuore la sorte di (noi) bianchi e proteggerci.
Il figlio adottivo di Le Borgne era un leader Crow che fu presentato a Larocque con il nome di “Nakesinia” o “Red Calf” (Vitello Rosso) – padre Randolph Graczyk suggerisce però che la pronuncia corretta del nome fosse Da’ake Shi’ile, “Yellow Calf” (Vitello Giallo). Le Borgne presentò le richieste di Larocque al capo Apsáalooke, che subito convocò un consiglio cui parteciparono gli esponenti principali di entrambe le tribù e che Charles McKenzie, uno dei compagni di Larocque, così descrisse la scena:
La grande pipa del signor Larocque venne fatta passare in cerchio, come una preziosa offerta, e ciascuno dei presenti ne aspirò diverse boccate; a quel punto il signor Larocque offrì a Red Calf una bandiera, una pipa e altre mercanzie…
Larocque presentò poi ai Crow la mercanzia che aveva tenuto da parte per loro:
Erano presenti tutti i capi delle varie bande degli Indiani delle Montagne Rocciose e vennero loro regalate asce, coltelli, pettini d’avorio, tintura rossa, conchiglie “wampum”, anelli, acciarini e pietre focaie, punteruoli, perline blu, piume di gallo, tabacco, polvere da fuoco e proiettili… Mi ringraziarono e mi regalarono sei vesti, una pelle di leone di montagna, quattro casacche, due gonnelle, due pelle d’alce conciate. Rivestii a quel punto il capo degli Ererokas (Apsáalooke) con una bandiera e gli diedi altri “wampum”.
A quel punto Red Calf, mosso da una sorta di obbligo morale, adottò Larocque come “padre” e acconsentì a portarlo con sé nelle terre degli Apsáalooke. “dicendo al suo nuovo padre come avrebbe dovuto comportarsi per mantenersi in amicizia con gli altri e assicurare a tutti un viaggio tranquillo”. Larocque, con una mossa astuta e coraggiosa, dichiarò quindi ai suoi nuovi alleati che il suo superiore in Canada “sapeva in che stato miserabile essi vivessero e che non avevano armi per difendersi dai nemici, ma che qualora essi si fossero dimostrati bravi cacciatori, quello stato di cose sarebbe cessato. Se si fossero comportati bene con noi e avessero ucciso castori, lontre e orsi, in pochi anni sarebbero arrivati dei bianchi nelle loro terre che avrebbero trascorso con loro l’inverno e avrebbero fornito loro tutto ciò che desideravano”. Il desiderio di Larocque si era alla fine realizzato. Il 29 giugno il gruppo Apsáalooke si mise in marcia, diretto verso le proprie terre d’origine, seguito da Larocque e da soli due uomini del suo gruppo (William Morrison e un tale “Souci”); per due giorni, Le Borgne e i suoi Hidatsa li seguirono, per separarsi da loro quando il gruppo prese la strada per le sorgenti dello Heart River. Il viaggio nella “terra del castoro” era iniziato.


Mappa dell’itinerario seguito da Larocque e dai Crow

Man mano che il gruppo di Larocque procedeva in direzione sud-ovest, il giovane mercante non poté fare a meno di notare la particolarità del rapporto che i suoi compagni di viaggio intrattenevano con i propri cavalli e l’importanza che che gli animali avevano nell’economia della tribù. Larocque, che a differenza di molti mercanti aveva una buona cultura, iniziò a tenere un diario in cui registrò osservazioni e considerazioni sui sui nuovi ospiti. A proposito della loro abilità di cavalieri, ecco alcune note significative:
Tutti vanno a cavallo, uomini, donne e bambini. Le donne montano a cavalcioni, proprio come gli uomini. I bambini troppo piccoli per tenersi fermi in sella, vi vengono legati e, se necessario, sono capaci di restarvi tutto il giorno, andando anche al trotto o al galoppo. Adorano i loro cavalli…un uomo non si separerebbe a nessun prezzo da un cavallo prediletto, in cui confida sia durante gli attacchi che nelle le fughe.
…E’ considerato povero chi non possiede nemmeno dieci cavalli prima degli scambi sul Missouri [i.e. nei villaggi Hidatsa] e molti ne posseggono anche trenta o quaranta.

Gli Apsáalooke dissero a Larocque di aver ottenuto i primi cavalli da un gruppo di indiani che viveva a sud; alcuni hanno identificato questo gruppo con i Comanche, anche se è più probabile che i Crow avessero ottenuto i primi esemplari attraverso la mediazione degli Shoshone e più tardi dei Flatheads (Salish). Il prezzo di un cavallo era piuttosto elevato, come scoprì lo stesso Larocque che per ottenerne uno dovette pagare al suo proprietario duecento pallottole, un moschetto, alcuni coltelli e vari capi d’abbigliamento.
I Crow avevano a quell’epoca già conosciuto le armi da fuoco tramite gli Hidatsa e i Mandan. Come Larocque notava:
Sono eccellenti arcieri, ma con le armi da fuoco hanno una pessima mira anche se negli ultimi anni si esercitano quotidianamente, avendo a disposizione più munizioni del solito. Non hanno mai avuto mercanti tra loro e prendono le armi, le munizioni e altre cose dai Mandan e dai Gros-Ventres in cambio di cavalli, vesti, gambali e casacche. Dai Gros-Ventres acquistano anche zucche, tabacco e mais, perché non coltivano affatto la terra.
Mentre lasciavano il territorio del Missouri, Larocque notò che si stavano addentrando in un “mare di erba e cespugli”, che probabilmente non avrebbero attraversato prima di alcune settimane. Dopo aver interrogato i suoi ospiti sulla composizione della tribù, Larocque apprese che:
…essa è formata da circa 2400 persone divise in trecento tende…prima però che una strana malattia arrivasse, la tribù contava 2000 tende che formavano un unico accampamento.
Il gruppo di circa 700 persone che accompagnava Larocque costituiva quindi un terzo dell’intera tribù. La “strana malattia” era sicuramente il vaiolo e l’epidemia, secondo quanto affermato da Raymond Wood sulla base degli studi archeologici di Donald Lehmer (1970), si sarebbe verificata intorno al 1781 (se poi si accetta la teoria secondo cui il sito di Cluny di cui si è parlato in precedenza fosse l’insediamento di una popolazione Siouan emgrata per sfuggire a un’epidemia di vaiolo, la prima pandemia si sarebbe verificata nell’area del Missouri addirittura intorno al 1740-50)
Dalle osservazioni di Larocque, che parla di spostamenti regolari dallo Yellowstone ai villaggi Hidatsa delle intere “due suddivisioni della tribù” è evidente che il mercante canadese si stava spostando con un gruppo di Mountain Crow; non è chiaro invece se l'”altra suddivisione” delle tribù fossero i Kicked In The Bellies, dato che la formazione di questo gruppo viene da alcuni datata poco prima dell’arrivo di Larocque. Lo stesso Larocque parla poi di una “terza divisione”, che viveva a nord dell’area dello Yellowstone e si spostava principalmente nell’area del Missouri superiore: si trattava indubbiamente dei River Crow che, come riportato nei diari del mercante canadese, parlavano la stessa lingua dei compagni di Larocque, ma avevano sviluppato rapporti più stretti con gli Hidatsa e i Mandan dei villaggi vicini.
Man mano che il viaggio proseguiva, Larocque iniziò a notare grandi mandrie di bisonti e, cosa per lui molto più interessante, tracce di castori nei corsi d’acqua della zona. Il 27 luglio il gruppo giunse nell’area del Powder River e la marcia rallentò, per permettere al gruppo di cacciare e procurarsi carne. Larocque non perse tempo e un giorno, dopo aver ucciso due castori, riunì il campo e mostrò agli Apsáalooke come conciarne correttamente la pelliccia. Pochi giorni dopo i Crow cominciarono a includere i castori tra le loro prede e le “donne si dedicarono alacremente alla conciatura delle pelli”.
Non si deve pensare tuttavia che Larocque godesse di un un’esistenza privilegiata; come egli stesso racconta, era stato “assegnato” (adottato) a una famiglia presso la quale rimase per tutta la durata del viaggia; partecipava alle cacce all’alce e al bisonte insieme agli uomini del gruppo ed era soggetto all’autorità del capo dell’accampamento di cui faceva parte la sua famiglia adottiva, un uomo di nome Spotted Crow/Corvo Maculato.
Il 4 agosto cominciarono ad apparire le prime montagne: il gruppo aveva raggiunto l’area dell’odierna Sheridan, in Wyoming e davanti ai suoi occhi stupiti si delinava il profilo maestoso dei monti Big Horn. Gli accampamenti delle altre bande Crow si facevano più vicini e delle strane tensioni iniziarono a percorrere l’accampamento. Il 19 agosto Larocque riportò nel suo diario che “da quando ci siamo avvicinati ai monti, molte donne sono scappate nelle belle tende dei loro amanti, al di là delle montagne” e che “ora la gelosia sembra la più dominante delle loro [Crow] passioni”. Larocque aveva già avuto modo di notare la relativa libertà delle donne Apsáalooke “che stanno di gran lunga meglio rispetto alla misera condizione di quelle che appartengono alle nazioni che vivono nelle foreste” e che “dipendono dagli uomini solamente per il fatto che quest’ultimi posseggono cavalli; altrimenti sono assai più indipendenti delle donne delle tribù vicine”.
Si creò quindi una piccola frattura nell’accampamento di Larocque. Spotted Crow era deciso a inseguire le fuggitive e ad abbandonare l’itinerario originale, ma gli altri capi si opposero, dal momento che simili comportamenti non erano né condannati né tantomeno puniti nella società Apsáalooke. Dopo tre giorni di cammino, in cui le due diverse fazioni mantennero un’incerta separazione, venne convocato un grande consiglio in cui “Spotted Crow rinunciò al suo rango che gli consentiva di decidere il percorso da seguiire e un altro capo assunde l’incarico. Il nuovo capo dichiarò quindi la sua intenzione di seguire l’itinerario originale, che ci avrebbe portati al fiume della Roche Jaune [lo Yellowstone]” La marcia proseguì, con il gruppo che costeggiava il Lodge Grass Creek per poi proseguire lungo il corso del Little Big Horn. Ma i problemi erano tutt’altro che finiti.
Due giorni dopo le “dimissioni” di Spotted Crow uno dei membri della società guerriera incaricata della difesa dell’accampamento segnalò la presenza di tre nemici nelle vicinanze. Trenta guerrieri balzarono prontamente in sella, dirigendosi a gran velocità verso i monti Big Horn. Poche ore dopo, il gruppo fece ritorno segnalando una spedizione di guerra nemica. “In meno di quanto i messaggeri avessero impiegato per riportare la notizia, l’accampamento si svuotò e vi rimasero solo i vecchi e le donne” riportò Larocque. I messaggeri, sventolando delle coperte, indicavano la direzione in cui si muovevano i nemici e, in seguito ai proclami dell'”araldo” dell’accampamento, i guerrieri indossarono le loro vesti migliori, mentre le loro mogli porgevano loro le armi. Quindi “tutti partirono, ciascuno come e quando gli piaceva, inseguendo il nemico secondo quanto gli sembrava meglio”, annotò Larocque, probabilmente disapprovando la mancanza di disciplina e coordinazione militare degli indiani. Il mercante canadese, spinto dalla curiosità, seguì la spedizione Apsáalooke e si trovò davanti una scena che forse avrebbe preferito non vedere. Due guerrieri nemici (forse Assiniboine) erano stati uccisi e scalpati. “Ognuno voleva colpire i cadaveri per mostrare cosa avrebbe fatto loro qualora li avesse incontrati da vivi. In breve i resti di quei corpi non erano più riconoscibili come umani; ognuno dei giovani guerrieri aveva un pezzo della loro carne legato al fucile o alla lancia e con quello fecero ritorno al campo. Quella vista mi fece rabbrividire d’orrore per tali crudeltà e ritornai a casa con uno stato d’animo ben diverso da quello con cui ero partito”. Gli scalpi vennero portati in processione per tutto il giorno e la notte successiva, “impedendomi di dormire anche solo per poco” come ricordò un ben più prosaico Larocque e proseguirono a intermittenza per altri tre giorni, con danze che si susseguirono per tutta la giornata e la notte. ??Verso la fine d’agosto l’eccitazione per l’uccisione dei nemici passò e il gruppo si ritrovò davanti il fiume Big Horn, le cui acque furono definite da Larocque “profonde e limpide”. Gli anziani della tribù dissero a Larocque che la tribù era solita trascorrere la primavera e l’autunno sulle sponde del Big Horn e dello Yellowstone; d’inverno si disperdevano in piccoli accampamenti ai piedi delle montagne e l’estate si riunivano in grandi gruppi che spingevano a cacciare nelle pianure e a commerciare con gli Hidatsa nell’area del Missouri. La bellezza dei luoghi, la varietà e il gran numero delle specie animali che la popolavano non lasciarono che due aggettivi alla descrizione di Larocque: “grandioso” e “impressionante”.
Il primo settembre un nuovo avvenimento causò eccitazione tra i Crow. “Si presentò uno Snake (Shoshone) che era stato assente dalla primavera scorsa quando si era allontanato per incontrarsi con altri Snake che commerciano con gli Spagnoli”. L’improvvisato mercante indiano portò con sé merci nuove: una sella spagnola, un’ascia, una coperta spessa e pesante e una scorta di perline blu che gli Apsáalooke sembrarono apprezzare particolarmente. Quest’ultimo particolare colpì Larocque, che si assicurò un campione delle perline per mostrarle ai suoi superiori della North West Company. Le perline venivano presumibilmente dal New Mexico e dal Texas ed erano una delle merci più importanti del commercio tra spagnoli e Comanche, Kiowa e Shoshone. E’ evidente poi che gli Shoshone anche in questo caso costituivano un importantissimo anello di congiunzione tra le merci europee e gli ancora isolati Apsáalooke. Il 2 settembre Larocque annotò nel suo diario che “le foglie iniziano a cadere” e iniziò a pensare seriamente al ritorno. Le sue scorte stavano terminando ed era da escludere che un’eventuale rete commerciale della North West Company potesse espandersi oltre. Larocque iniziò ad acquistare sempre più pellicce, informandosi presso gli anziani circa i loro piani per l’anno successivo e i luoghi dove poter eventualmente costruire posti di scambio. Quando il 14 settembre il gruppo si accampò presso l’area dell’odierna Billings, Larocque convocò un consiglio, dove annunziò la sua partenza:
Li ringraziai per la loro ospitalità e dissi che sarei tornato entro dodici mesi. In quel periodo di tempo, avrebbero dovuto dar la caccia a castori e orsi e conciarne le pelli come avevo mostrato loro; io poi le avrei acquistate e dato loro in cambio tutto quello che volevano…c’erano molti buoni motivi che dimostravano quanto fosse nel loro stesso interesse fare ciò. Se al mio ritorno non li avessi trovati, sarei andato alla montagna che chiamavano “Amanchabé Chijie” e avrei acceso quattro falò per quattro giorni di seguito ed essi sarebbero quindi venuti in quattro, non di più altrimenti avremmo dovuto difenderci, e se i fuochi accesi fossero stati meno di tre, avrebbero dovuto capire che non eravamo noi, ma dei nemici.
“Amanchabé Chijie” è la resa del termine Awaxaawe chiiche, “la montagna degli scout”, probabilmente corrispondente a un picco dei monti Pryor. Circa un anno dopo, degli esploratori Crow videro dei falò nella zona e risposero, probabilmente pensando che Larocque era ritornato, mantenendo la sua promessa. Il campo era invece quello di William Clark e presumibilmente, non appena i Crow si resero conto che c’erano delle disparità con i segni concordati con Larocque, celarono la loro presenza e alla prima occasione si impadronirono dei cavalli del gruppo.
Larocque da parte sua non fece mai più ritorno nella terra degli Apsáalooke. La North West Company lo trasferì a Montreal, dove più atardi avrebbe inziato un’alterna carriera di commerciante e militare. Anche la North West Company avrebbe rinunciato ai suoi piani d’espansione commerciale nella terra dei Crow, ma la strada si era ormai aperta e sempre più “occhi gialli” sarebbero giunti tra gli Apsáalooke, portando novità e drammatici cambiamenti. L’isolamento dorato del “popolo bello” era definitivamente terminato.


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