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Le “boom-towns”

A cura di Luca Barbieri
Una boom-town
Il fenomeno è ben noto agli appassionati del West: città che sorgono in tempi brevissimi, dette appunto “boom towns” per via del loro sviluppo “esplosivo”.
Queste cittadine erano, per usare una metafora un po’ inconsueta, come le piante di bamboo: andavi a letto la sera dopo aver visto un piccolo germoglio affiorare dalla terra ed il mattino dopo ti trovavi di fronte ad una pianta alta una spanna e verde come un folletto irlandese.
Il record nel settore spetta senza alcun dubbio a Guthrie (Oklahoma), edificata nel 1889, in un giorno soltanto, da diecimila pionieri sciamati come locuste in un territorio strappato agli indiani e poi concesso dal governo ai primi che se ne fossero appropriati.
Lo spettacolo, all’alba di quella mattina d’Aprile, dovette essere eccezionale: al segnale di partenza, dato dalle autorità militari, migliaia di disperati a cavallo, a bordo di ogni genere di carri, oppure a piedi, cercarono di superarsi l’un l’altro per accaparrarsi le terre migliori.


Dawson, un classico esempio di boom-town

Una storia che sembra un romanzo e che appartiene invece alla realtà dei fatti, magistralmente raccontata, tra gli altri, da Giancarlo Berardi nel volume a fumetti “Oklahoma!” (albo speciale di Tex Willer edito dalla Sergio Bonelli).
Ma questi scoppi improvvisi di dinamite spesso non sopravvivevano oltre il diradarsi della povere dell’esplosione; come dire che le città venivano abbandonate altrettanto rapidamente di come erano state costruite.
Ci sono eccezioni importanti, certo: Dodge City o Denver, ad esempio, o addirittura San Francisco, che nel giro di un anno passò da 500 a 25.000 abitanti, trasformandosi dall’insignificante villaggio spagnolo di Yerba Buena in una metropoli, ma sono gocce nel mare: l’US Ghost Town Project ha censito alcune migliaia di città abbandonate negli Stati Uniti, trecento nella sola California.


Una boom-town

Molte di queste sono oggi attrazioni turistiche (come Steins nel New Mexico, Gold Point in Nevada o Bodie in California), protette dalle autorità e preservate dal disfacimento, ma della maggior parte non è rimasto molto di più di qualche rottame rugginoso sepolto da un pugno di sabbia e da qualche arbusto.
Solitamente sorgevano vicino a miniere d’oro o d’argento, e si riempivano in fretta di una fiumana di minatori che poi se ne andavano una volta esauriti i filoni; altre volte nascevano lungo i binari della ferrovia, intorno ad una stazione di posta o di cambio cavalli, oppure come avamposti militari di frontiera.
Ma tutte hanno lo stesso denominatore comune, quello di essere state un tempo un agglomerato urbano e di esser state poi abbandonate.