Le leggende non muoiono mai

A cura di Luca Barbieri

Jesse James
Il fatto che le leggende non muoiano mai è particolarmente vero per gli americani che neppure di fronte alla realtà dei fatti vogliono ammettere che i “loro” personaggi leggendari possano morire come qualsiasi altro essere umano (quale vero fan di Elvis Presley ammetterebbe mai che il “dio del rock’n’roll” è davvero defunto e non circola invece a piede libero sotto falsa identità?).
La storia del West è costellata di simili luoghi comuni; in questa sede vorrei dare un’occhiata alle voci riguardanti la “presunta” e chiacchieratissima morte di Jesse James.
Immediatamente dopo il suo omicidio cominciò a circolare la voce che l’uomo ucciso a tradimento il 13 Aprile 1882 da Bob Ford non fosse affatto il famoso fuorilegge, bensì un banditello da strapazzo, un tale Charlie Bigelow, che, sfruttando una vaga somiglianza con James, si spacciava spesso per lui per sfruttarne la fama.
Robert “Bob” Ford
I testimoni che identificarono il cadavere (tutti amici della famiglia James, per inciso) avrebbero dunque mentito spudoratamente per permettere a Jesse di sottrarsi una volta per tutte alla morsa della Legge, che si faceva di giorno in giorno più pressante.
Se tutto questo fosse vero, che fine avrebbe fatto il “Robin Hood del West”? Avrebbe assunto il cognome della madre (Dalton) e si sarebbe rifatto una vita, salvo ripensarci nel 1936 quando un anonimo vagabondo, coinvolto in una rissa fra ubriachi, reclamò minacciosamente indietro la propria, vecchia identità.
A riprova delle sue affermazioni quell’uomo mostrò a curiosi e giornalisti una serie di cicatrici sorprendentemente corrispondenti alle documentate ferite da armi da fuoco subite da Jesse James in giovane età (ma quelle cicatrici l’uomo avrebbe potuto procurarsele da sé) e rivelò anche particolari sconosciuti sulla vita del fuorilegge che, in effetti, si rivelarono poi veri (ma anche in questo caso le informazioni avrebbe potuto reperirle attraverso altri canali).
Il corpo di Jesse James
Il fatto, comunque, scosse l’opinione pubblica.
Jesse James infatti non era mai stato dimenticato dalla gente del Sud, che ne aveva fatto per anni il proprio eroe; costoro, più che credere che il fuorilegge fosse ancora vivo, se ne vollero convincere.
Il sedicente Jesse James morì nel 1951, lasciando tutti nel dubbio. A tagliar la testa al toro ci pensarono diversi anni dopo alcuni medici legali della George Washington University che esumarono il corpo sepolto a faccia in giù nel cimitero della città di Kearney ed eseguirono dei test di compatibilità del DNA, identificando quella salma come appartenente al sangue dei James con una probabilità del 90%. A questo punto delle due l’una: o quella tomba conteneva davvero Jesse James oppure Bigelow (ucciso erroneamente al suo posto secondo quanto raccontato da Dalton), aveva in comune anche il sangue con Jesse James, non solo l’aspetto fisico.

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