Gli Osage

A cura di Sergio Mura


Degli Osage e del loro destino ingrato si è sempre parlato abbastanza poco. Forse perchè non furono sufficientemente ostili nei confronti dei bianchi che avanzavano e che li tiravano all’interno di un vortice di relazioni pericolose; o forse perchè non furono protagonisti dei duri decenni della resistenza indiana nelle pianure. Attualmente gli Osage si trovano prevalentemente nella Osage County dell’Oklahoma, anche se è possibile incontrare piccoli insediamenti anche in altre parti del grande continente americano.
L’apice della loro potenza tribale fu raggiunto nel XVII secolo, quando gli Osage erano veramente forti e in grado di dominare un ampio territorio compreso tra gli attuali Arkansas, Missouri, Kansas e Oklahoma. Il famosissimo pittore ed etnografo George Catlin ebbe modo di incontrarli nel corso di una delle sue lunghe peregrinazioni tra gli indiani e disse di loro che “sono l’etnia più alta di tutto il Nord America, sia tra i popoli bianchi che tra quelli rossi, essendo veramente pochi quelli che tra gli Osage si collocano sotto il metro e ottanta centimetri di altezza, mentre ve ne sono parecchi che sfiorano il metro e novanta e alcuni superano persino i due metri!”
La lingua degli Osage è appartenente al ceppo Siouan, nella variante Dhegihan parlata oggi in Nebraska e Oklahoma.


Un guerriero Osage

Gli Osage vivevano originariamente tra i Kansa, i Ponca, gli Omaha e i Quapaw nella Ohio Valley.
Antiche leggende e la tradizione orale chi dicono che gli Osage usavano chiamarsi Ni-U-Kon-Ska, che significa “Piccolo popolo delle Acque di Mezzo”, ma è certo che sul finire del XVII secolo usavano il termine Wah-Zha-Zhe.
La prima persona bianca a lasciare una traccia scritta sugli Osage è stato un prete con la passione per le esplorazioni, il gesuita Jacques Marquette, che disegnò una mappa nel 1673 e in questa mappa il termine “Wah-Zha-Zhe” era tradotto conn “Ouchage”.
Passarono ancora pochi anni e ci fu un nuovo contatto con altri esploratori Francesi che ebbero l’occasione di visitare un piccolo villaggio degli Osage e ne approfittarono per definirli come “Ouazhigi”, da cui si passò in seguito al termine inglese “Osage”.


Primi scambi commerciali tra gli Osage e i bianchi

La gran parte dei gruppi degli Osage erano migrati verso il fiume Osage (Missouri occidentale) fin dal 1673, preferendo come nuova zona di riferimento quella del fiume Missouri. Dominarono sull’Oklahoma occidentale insieme a popoli del calibro dei Kiowa, dei Comanche e degli Apache, ma seppero insistere anche sull’Arkansas dove convissero insieme a Caddo e Quapaw.
Lo stile di vita degli Osage era in grado di farli competere con tutti gli altri popoli delle grandi pianure americane, anche se per molti versi non erano qualificabili come popolo delle pianure, quanto piuttosto popolo delle zone dei boschi e delle foreste. Ad esempio, se è vero che periodicamente si dedicavano alle grandi battute di caccia al bisonte o alla caccia di altra piccola selvaggina delle praterie, è ancor più vero che erano anche dei validissimi agricoltori che non si facevano mancare i principali prodotti della terra, compresi anche alcuni frutti selvatici che coltivavano con cura nei dintorni dei loro villaggi.
I primi europei a incontrare gli Osage furono il gesuita Jacques Marquette (che abbiamo citato prima) e l’esploratore Louis Joliet nel corso dei loro viaggi dal Canada verso sud, quando si tentava di accreditare più terre possibile alla Francia nella zona della valle del Mississippi.
Questi primi incontri consentirono di descrivere gli Osage e di definirne la posizione, ma soprattutto gettarono le basi per successive alleanze, che non mancarono (nel XVIII secolo), tra i Francesi e gli indiani. Gli Osage chiamarono i bianchi “Grandi Sopracciglia”, ricollegandosi alla barba che talvolta veniva lasciata incolta.


Bacon Rind, un guerriero, in un ritratto del 1900

Nel corso della prima metà degli anni 1720 l’amicizia tra gli Osage ed i Francesi si consolidò. Questi ultimi riuscirono persino a edificare un forte, Fort Orleans, in prossimità della loro zona di controllo nella regione del fiume Missouri. Ma anche l’alleanza militare, anche contro la Spagna, datata 1724 e volta a garantire la supremazia francese sulla zona è stata una pietra miliare. Perciò non ci si deve stupire se i Francesi, guidati da Sieur de Bourgmont, decisero di portare a Parigi una delegazione di Osage per mostrargli la “grandeur” francese. In quell’occasione gli indiani ebbero modo di restare stupiti nel vedere le meraviglie della città francese, di Versailles, Château de Marly e Fontainebleau. Nel corso della visita gli Osage furono invitati anche a caccia nel parco reale dal re Luigi XV! Qualche difficoltà di comprensione vi fu quando furono portati ad assistere ad un’opera teatrale…
Tra il 1794 e il 1802, grazie all’intenso lavoro diplomatico e di relazioni del mercante di pelli René Auguste Chouteau, gli Osage accettarono di scambiare merci solo ed esclusivamente con commercianti francesi.
I notissimi Lewis e Clark dissero che nel 1802 gli Osage erano composti dai raggruppamenti denominati Big Osage, Little Osage e Arkansas Band per un totale di almeno 5.500 individui.
Gli Stati Uniti mostrarono attenzione per questi indiani solo dopo l’ampio resoconto di Lewis e Clark e già nel 1804 nominarono un loro agente, il ricchissimo commerciante di pellicce Jean Pierre Chouteau, un fratellastro di René Auguste Chouteau. L’agente lavorò piuttosto bene con gli indiani a lui affidati, anche se non si deve immaginare chissà quale rapporto stretto. Semplicemente gli Stati Uniti avevano deciso che gli Osage dovevano avere un agente, ma loro, gli interessati, non avevano alcuna intenzione di riconoscergli alcuna autorità speciale.


Un Comanche tenta di colpire un Osage (a sinistra)

Sul campo delle guerre gli Osage sapevano di essere forti e temibili, ma non ebbero moltissime occasioni di battaglia. Nella loro storia recente (quella collegata più tipicamente al far-west) ebbero comunque più occasioni per configgere con altri indiani, mentre si schierarono piuttosto in fretta con i bianchi.
Importante fu il momento in cui, armi alla mano, impedirono ai Kickapoo di stare con loro nella riserva del Missouri, costringendoli a restare nelle cosiddette “terre cedute” dell’Illinois.
Un nemico speciale degli Osage fu il capo dei Choctaw, Pushmataha, che si guadagnò la stima della sua tribù lottando proprio contro gli Osage.
Un’altra storica occasione di conflitto si verificò allorquando le Cinque Tribù Civilizzate furono trasferite nel Territorio Indiano, entrando in contatto con raggruppamenti di Osage.
Nel 1833 gli Osage combatterono duramente contro i Kiowa nei pressi delle Wichita Mountains (attuale Oklahoma meridionale) nella battaglia nota come Cutthroat Gap Massacre. Come gesto estremo vennero asportate le teste dei Kiowa morti e furono sistemate all’interno di una fila di pentoloni ove vennero cucinate… In quell’occasione nessun Osage perì in battaglia, ma non molto tempo dopo ci fu la dura rappresaglia dei Kiowa, stavolta alleati con i Comanche.


Contatti tra esploratori bianchi e guerrieri Osage

Ad accorgersi dell’indubbio valor militare degli Osage e a valorizzarne la loro esperienza come esploratori, oltrechè la conoscenza del territorio, fu Custer che nel 1867 ne assunse un buon numero come scout del 7° Cavalleria nella campagn a contro i Cheyenne di Pentola Nera (Black Kettle) e contro gli Arapaho. I soldati di Custer e gli indiani al loro seguito sorpresero Pentola Nera e i suoi nel sonno nei pressi del Washita River (Oklahoma occidentale), quando questi erano convinti di trovarsi ben lontani dalle ostilità. Grazie anche all’opera degli Osage i soldati riuscirono a sorprendere i Cheyenne e a ucciderne parecchi insieme al loro capo in quello che fu poi chiamato il Massacro del Washita.
Gli Osage intrattennero buoni rapporti coi bianchi, fidandosi di loro e siglando importanti accordi commerciali da un lato e di cessione di terre dall’altro. Il primo trattato è datato 1808 e prevedeva una grossa cessione di terre appartenenti agli Osage nel Missouri. In quell’occasione l’intero popolo si trasferì più a occidente, sempre nel Missouri, nella zona chiamata Three Forks.
Successive cessioni di terra si verificarono a metà degli anni 1820 spostando gli Osage sempre più a ovest e in uno spazio sempre più ristretto, ma soprattutto trascinando gli indiani in un delicato meccanismo di vicinanza agli effetti delle leggi dei bianchi che li ridusse a vivere in spazi davvero ristretti. Successive modifiche ai trattati già siglati e la firma di ulteriori trattati spostò gli Osage in quella che venne chiamata Piccola Riserva Osage, nel Kansas sud-orientale laddove oggi sta la città di Indipendence.


La Osage County nel 1878

Questa “piccola riserva” venne poi ancor più ristretta nei suoi confini finchè con un colpo di mano venne fatto firmare un trattato (nel settembre 1870 nei pressi del Drum Creek nella contea di Montgomery, Kansas) con cui tutta la terra residua veniva ceduta ai bianchi e gli Osage accettavano di essere trasferiti nel Territorio Indiano con un incredibile passaggio di denaro che non aveva precedenti nella storia dei trattati. In poche parole, la terra degli Osage veniva acquistata dagli Americani che tenevano per sé il denaro, considerandolo come giusto pagamento della riserva concessa nel Territorio Indiano!
Quella sarebbe diventata la nuova terra degli Osage, per sempre. Purtroppo, però, quel nuovo trasferimento costò alla tribù notevoli sofferenze, per via del cambiamento climatico, della difficoltà a reperire cibo a sufficienza e della completa mancanza dell’assistenza sanitaria promessa dal Governo. Negli anni successivi, gli agenti che seguirono gli Osage non poterono fare a meno di evidenziare una riduzione della popolazione fino al 50% degli effettivi registrati al momento dell’ultimo trasferimento.
D’altronde l’Oklahoma, nella parte destinata alle riserve indiane, era veramente povero di risorse e di difficile sfruttamento agricolo. Per fortuna la diffusione del bestiame agevolò il recupero delle terre a fini di pascolo e consentì a quegli sfortunati indiani di godere di un minimo benessere.

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