La Guerra Yamasee (1715 – 1717)

A cura di Pietro Costantini

“The Yamasee Indians in South Carolina” di Chester B. DePratter
La Guerra Yamasee fu uno dei conflitti più distruttivi e dirompenti dell’America coloniale. Fu una delle sfide più serie che gli Indiani americani lanciarono alla dominazione europea. Per oltre un anno la colonia della South Carolina fronteggiò la possibilità di essere annientata. Venne ucciso circa il 7% della cittadinanza bianca del territorio, rendendo questa guerra una seria aspirante al titolo di guerra più sanguinosa della storia americana in termini percentuali di popolazione uccisa.
La situazione geopolitica per le colonie inglesi, francesi e spagnole, come pure per i gruppi nativi del sud Est, fu radicalmente alterata. La guerra rappresenta la fine della prima era coloniale del Sud. La Guerra Yamasee e le sue conseguenze contribuirono alla progressiva insorgenza di nuove nazioni indiane confederate, come i Muscogee Creek e i Catawba.
L’origine della guerra fu di natura complessa. Le ragioni per cui combattere erano differenti tra i vari gruppi indiani che parteciparono al conflitto, come pure l’impegno profuso. I fattori comprendevano l’appropriazione di terre da parte degli Europei, il sistema mercantile, gli abusi nel commercio, la schiavitù per gli Indiani, l’esaurimento della selvaggina, l’aumento dell’indebitamento da parte degli Indiani in contrasto con l’incremento della ricchezza presso alcuni coloni, l’estendersi delle piantagioni di riso in agricoltura, la potenza francese in Louisiana, che offriva un’alternativa al commercio con gli Inglesi, i rapporti di lunga data degli Indiani con la Florida spagnola, la competizione per il potere fra vari gruppi indiani, unitamente a una incrementata rete intertribale di comunicazioni su larga scala e recenti esperienze in collaborazioni militari fra tribù in precedenza distanti tra loro.
La Guerra Tuscarora e il suo interminabile dopoguerra giocarono un ruolo fondamentale nello scoppio della Guerra Yamasee. I Tuscarora, tribù di lingua irochese, avevano iniziato ad attaccare i coloni della North Carolina nel 1711. I coloni della South Carolina avevano raccolto delle armate e avevano condotto due campagne contro i Tuscarora, nel 1712 e 1713. Queste armate erano state allestite per lo più con truppe indiane alleate. Per molti anni gli Yamasee erano stati forti alleati militari dei coloni della South Carolina. I guerrieri Yamasee costituivano il nucleo degli eserciti di entrambe le Caroline. Da una vasta area dei due Territori venivano reclutati altri Indiani da diverse tribù, che in certi casi erano tradizionali nemiche una dell’altra. Le tribù che mandavano guerrieri all’esercito della South Carolina includevano Yamasee, Catawba, Yuchi, Apalachee, Cusabo, Wateree, Sugaree, Waxhaw, Pee Dee, Cape Fear, Cheraw, Sissipahaw, Cherokee e vari gruppi Creek. La collaborazione militare portò gli Indiani dell’intera regione ad un contatto reciproco più stretto. Gli Indiani vedevano i disaggregarsi e l’indebolirsi delle colonie inglesi, visti i litigi di South Carolina, North Carolina e Virginia sui vari aspetti della lotta contro i Tuscarora. Sostanzialmente tutte le tribù che avevano supportato la South Carolina durante la Guerra Tuscarora si allearono per attaccare gli abitanti della colonia nella Guerra Yamasee, appena due o tre anni dopo. Gli Yamasee, benché spesso descritti come una tribù, erano un amalgama dei resti di tribù e gruppi tribali precedenti, come i Guale e le bande originarie delle provincie di Tama e Ocute, nella Georgia interna.
Indiano della Georgia
Gli Yamasee emersero nel corso del 17° secolo, nella contestata frontiera tra la South Carolina e la Florida spagnola. Dapprima alleati degli Spagnoli, gli Yamasee si spostarono a nord nel tardo 17° secolo e divennero presto il più importante alleato indiano della South Carolina. Essi vivevano in prossimità della foce del fiume Savannah e attorno a Port Royal Sound.
Per anni gli Yamasee avevano tratto profitto dalle loro relazioni con gli Inglesi. Nel 1715 cominciarono ad avere difficoltà nel procurarsi i due articoli commerciali più desiderati dagli Inglesi: le pelli di cervo e gli schiavi indiani. Alcuni storici hanno ipotizzato che, quando in quell’anno gli Inglesi fecero un censimento della popolazione Yamasee, molti temettero che ciò era per renderli schiavi in mano degli Inglesi. Con la domanda di pelli che cresceva in regioni sempre più ampie, il cervo era divenuto sempre più raro nel territorio Yamasee. In aggiunta, dopo la Guerra Tuscarora si erano ridotte per gli Yamasee le opportunità di rastrellare schiavi facendo delle incursioni. Gli Yamasee erano sempre più indebitati con i commercianti inglesi, che fornivano loro beni a credito. Nel 1715 le piantagioni di riso della South Carolina erano in pieno rigoglio e il riso aveva cominciato ad essere esportato come gli altri prodotti coltivati. Molte delle terre accessibili adatte per coltivare il riso erano state occupate. Agli Yamasee era stata garantita una vasta riserva di terreno ai confini meridionali della South Carolina, e i coloni cominciarono a bramare quel territorio, che essi ritenevano ideale per le piantagioni di riso. Gli storici non sono riusciti a determinare se gli Yamasee fossero tra i primi a fomentare gli Indiani inquieti e a fare piani di guerra.
I Creek Ochese (più tardi chiamati Lower Creek) potrebbero essere stati determinanti nel guadagnare aiuti per la guerra. Ognuna delle tribù indiane che partecipò alla guerra potrebbe aver avuto sue proprie ragioni, complicate e profondamente radicate nel passato come le avevano gli Yamasee. Sebbene le tribù non agissero con un coordinamento pianificato con cura, gli scontenti aumentavano e cominciarono scambi di comunicazioni intertribali circa la possibilità di fare guerra. All’inizio del 1715 le voci di un crescente interesse degli Indiani per la guerra erano preoccupanti al punto che alcuni Indiani amici misero in guardia i coloni del pericolo. Essi dicevano che gli istigatori erano i Creek Ochese.

Il massacro di Pocotaligo

Quando l’allarme per una possibile sollevazione dei Creek Ochese raggiunse i governanti della South Carolina, essi ascoltarono e agirono. Il governo mandò una spedizione contro la città principale degli Yamasee, Pocotaligo (nelle vicinanze dell’odierna Yamasee). La speranza era di ottenere il sostegno degli Yamasee nell’organizzare un incontro d’emergenza con i capi Creek Ochese. La visita della delegazione a Pocotaligo innescò l’inizio della guerra.
La delegazione in visita a Pocotaligo era costituita da Samuel Warner e William Bray, inviati dal Consiglio dei Commissari. Essi furono raggiunti da Thomas Nairne e John Wright, due tra i più importanti rappresentanti del commercio con gli Indiani della South Carolina. Se ne aggiunsero altri due, Seymour Burroughs e uno sconosciuto personaggio di quel territorio. La sera del 14 aprile 1715, il giorno precedente il Venerdì Santo, gli uomini parlarono ad un’assemblea Yamasee, promettendo di fare ogni sforzo per rimediare ai torti subiti dagli Yamasee. Dissero anche che il governatore Craven era sulla strada per raggiungere il villaggio. Nella notte, mentre gli Inglesi dormivano, gli Yamasee discussero sul da farsi. Ci furono alcuni che non erano completamente convinti di muovere guerra, ma alla fine la decisione fu presa.


Mappa della Guerra Yamasee

Dopo che gli Yamasee ebbero applicato le pitture di guerra, le loro urla svegliarono gli Inglesi, che vennero subito attaccati. Due dei sei uomini fuggirono, tra cui Seymour Burroughs, che, sebbene ferito due volte, portò l’allarme negli insediamenti di Port Royal. Gli Yamasee uccisero Nairne, Wright, Warner e Bray. Il personaggio di cui non si sa il nome si nascose in una vicina palude, da cui fu testimone della tortura a morte rituale di Nairne. Gli avvenimenti delle prime ore del 15 aprile 1715, Venerdì Santo, sancirono l’inizio della Guerra Yamasee.

Gli Yamasee attaccano e la South Carolina contrattacca

Gli Yamasee organizzarono rapidamente due gruppi di guerra con parecchie centinaia di uomini che, nello stesso giorno, si misero in azione. Un gruppo attaccò gli insediamenti di Port Royal, ma Seymour Burroughs era riuscito a raggiungere la piantagione di John Barnwell e a far scattare l’allarme generale. Per caso si trovava ancorata a Port Royal una nave contrabbandiera catturata. Quando arrivarono gli Yamasee, molte centinaia di coloni avevano trovato rifugio sulla nave, mentre molti altri erano fuggiti in canoa. Il secondo gruppo invase la parrocchia di San Bartolomeo, saccheggiando e bruciando piantagioni, prendendo prigionieri e uccidendo oltre un centinaio fra coloni e schiavi. Nel giro di una settimana una grande armata Yamasee era pronta a ingaggiare battaglia con una milizia della South Carolina, assemblata frettolosamente. Altri Yamasee andarono a sud per trovare rifugio in forti improvvisati.
La Guerra Yamasee fu la prima grande prova per la milizia della South Carolina. Il governatore Craven guidava una forza di circa 240 uomini della milizia. I gruppi guerrieri Yamasee avevano poche possibilità se non si fossero uniti per combattere la milizia di Craven. Vicino alla città indiana di Salkehatchie, sul fiume Salkehatchie, venne ingaggiata una feroce battaglia in campo aperto. Era il genere di condizioni di battaglia che Craven e gli ufficiali della milizia desideravano e per le quali gli Indiani non erano quasi per nulla preparati. Parecchie centinaia di guerrieri Yamasee attaccarono i 240 uomini della milizia. Gli Yamasee tentarono di prendere di fianco gli avversari, ma si trovarono in difficoltà. Dopo che molti guerrieri furono uccisi, gli Yamasee abbandonarono la battaglia e si dispersero nelle paludi vicine. Sebbene le perdite fossero all’incirca uguali, 24 morti per ciascuna delle parti, il risultato pratico fu una vittoria decisiva per la South Carolina. Altre piccole forze della milizia misero in difficoltà gli Yamasee e ottennero una serie di ulteriori vittorie.
Alexander MacKay, che aveva esperienza di guerra indiana, guidò un gruppo armato verso sud. Trovò e attaccò una banda di circa 200 Yamasee che avevano trovato rifugio in un accampamento fortificato con palizzate. Dopo che una parte relativamente piccola del gruppo della Carolina ebbe fatto due sortite contro le palizzate del forte, gli Yamasee decisero di ritirarsi. Ma fuori del forte gli Indiani subirono un’imboscata e furono decimati da MacKay e un centinaio di uomini. Nell’estate 1715 ebbe luogo una battaglia più piccola, che divenne nota come “Daufuskie Fight”. L’equipaggio di un natante della Carolina in esplorazione riuscì a tendere un agguato a un gruppo di Yamasee, uccidendone 35 e subendo solo una perdita. In breve, gli Yamasee sopravvissuti decisero di spostarsi ulteriormente a sud, nelle vicinanze del fiume Altamaha.
Mentre gli Yamasee erano la maggior preoccupazione all’interno degli insediamenti colonici, i commercianti inglesi che operavano in tutto il Sud Est si ritrovarono coinvolti nel conflitto. La maggior parte di loro incontrò la morte. Dei circa 100 commercianti in campo allo scoppio della guerra, 90 furono uccisi nelle primissime settimane di guerra. Gli attaccanti includevano guerrieri Creek (Ochese, Tallapoosa, Abeika e Creek dell’ Alabama), Apalachee, Chickasaw, Choctaw, Catawba, Cherokee e altri.

Il fronte nord

Durante il primo mese di guerra, la South Carolina aveva sperato di ricevere aiuto dagli Indiani del nord, come ad esempio i Catawba. Ma la prima notizia che giunse dal nord era che Catawba e Cherokee avevano assassinato i commercianti inglesi che erano presso di loro. Catawba e Cherokee non avevano attaccato i commercianti così rapidamente come invece avevano fatto gli Indiani più a sud. Entrambe le tribù erano divise sulle iniziative da intraprendere. Alcuni commercianti della Virginia furono accusati di istigare i Catawba a far guerra contro la South Carolina. Infatti benché i Catawba uccidessero commercianti della South Carolina, risparmiavano quelli della Virginia.


Guerriero Catawba – stampa

Nel maggio 1715 i Catawba inviarono gruppi di guerra contro i coloni della South Carolina. Circa 400 guerrieri della tribù Catawba, Wateree e Sarraw, insieme a una settantina di Cherokee, terrorizzarono le parti settentrionali della colonia. Il missionario anglicano Francis Le Jau dichiarò che il 15 maggio una forza della South Carolina di 90 cavalieri, in maggior parte parrocchiani di Le Jau e comandati dal capitano Thomas Barker, marciarono a nord per contrastare gli Indiani. Gli armati erano guidati da un Nativo che, schiavo, era stato reso libero dal cognato del capitano Barker, il colonnello James Moore. Le Jau era dell’opinione che lo schiavo liberato, di nome Wateree Jack, il 17 maggio guidasse di proposito Barker e i suoi uomini in un’imboscata, tesa da un insieme che, egli disse, era composto da “Indiani del nord che erano un misto di Catawba, Sarraw, Wateree e altri, per un totale di 300 o 400”. Nell’imboscata il gruppo di guerra degli Indiani del nord riuscì a uccidere 26 uomini, tra i quali Barker; dieci di loro erano parrocchiani di Le Jau. La sconfitta di Barker provocò l’evacuazione dell’insediamento di Goose Creek, che venne completamente abbandonato, eccetto due piantagioni fortificate. Le Jau notò che, piuttosto che sfruttare il suo vantaggio, la banda degli Indiani del nord si fermò ad assediare un forte precario che si trovava nella piantagione di Benjamin Schenkingh. Il forte era guardato da 30 difensori, sia bianchi che neri. Alla fine gli attaccanti finsero di desiderare un colloquio di pace. Quando venne loro permesso di entrare nel forte, uccisero 19 dei difensori. Dopo di ciò, la South Carolina non ebbe più difese per il suo ricco distretto di Goose Creek, situato subito a nord di Charles Town. Prima che le forze indiane del nord attaccassero Charles Town, la maggior parte dei Cherokee si ritirò, avendo avuto sentore che i loro stessi insediamenti erano minacciati. I restanti Indiani del nord fronteggiarono una milizia di 70 uomini, rapidamente raccolta sotto il comando di George Chicken, comprendente anche il figlio di Le Jau. Il 13 giugno 1715 la milizia di Chicken tese un’imboscata a un gruppo Catawba e lanciò un assalto diretto contro il grosso dei guerrieri Catawba. Nella battaglia dei Ponds la milizia mise in rotta i Catawba. Ritornati ai loro villaggi, i Catawba optarono per la pace. Nel mese di luglio ambasciatori Catawba arrivarono in Virginia per informare gli Inglesi della loro volontà di fare non solo la pace, ma di assistere la South Carolina militarmente.

Creek e Cherokee

Gli Indiani Ochese erano stati probabilmente gli istigatori della guerra almeno quanto lo erano stati gli Yamasee. Allo scoppio della guerra essi avevano subito ucciso tutti i commercianti della south Carolina che si trovavano nel loro territorio, e così avevano fatto gli altri Creek, i Choctaw, i Chickasaw e i Cherokee.
Assalto a fattoria colonica
I Creek Ochese erano stati allontanati dalla South Carolina da diversi gruppi indiani meno numerosi, come Yuchi, Shawnee del fiume Savannah, Apalachee e Apalachicola. Nell’estate del 1715 questi Indiani condussero con successo parecchi attacchi contro gli insediamenti della South Carolina. Generalmente i Creek Ochese erano cauti, dopo che i contrattacchi dei coloni si erano dimostrati efficaci. I gruppi indiani più piccoli si rifugiarono nell’area del fiume Savannah. Molti trovarono rifugio tra i Creek Ochese, presso i quali vennero formulati piani per le mosse successive nella guerra. Gli Upper Creek non erano così determinati a intervenire nella guerra, ma avevano un forte rispetto per gli Ochese. Avrebbero potuto unirsi a loro in un’invasione se le condizioni fossero state favorevoli. Una questione irrisolta era il commercio dei beni. Il popolo Creek ormai dipendeva dal commercio di beni inglesi con la South Carolina. Di fronte ad una possibile guerra con gli Inglesi, i Creek guardavano a Francesi e Spagnoli come possibili fonti mercantili. Francesi e Spagnoli erano più che disponibili a rifornire i Creek, ma non erano in grado di provvedere la stessa quantità o qualità di beni che potevano offrire gli Inglesi. Servivano soprattutto moschetti, polvere da sparo e pallottole, se i Creek volevano invadere la South Carolina. Gli Upper Creek restavano riluttanti ad andare in guerra. Ciò nonostante i Creek stabilirono legami più stretti con Francesi e Spagnoli durante la Guerra Yamasee. Gli Ochese Creek avevano altri contatti, come Chickasaw e Cherokee. Ma i Chickasaw, dopo aver ucciso i mercanti inglesi che stavano presso di loro, erano stati rapidi nel fare pace con la South Carolina. Essi scaricarono sui Creek la colpa dell’assassinio dei commercianti nei loro villaggi – una debole scusa che venne accettata con gioia dalla South Carolina. A questo punto divenne strategicamente importante la posizione dei Cherokee.


Indiani Creek

I Cherokee erano divisi. In generale i Lower Cherokee, che abitavano quasi tutti in South Carolina, tendevano a sostenere la guerra. Alcuni parteciparono agli attacchi dei Catawba contro gli insediamenti del fiume Santee. I Cherokee Overhill, che vivevano in zone più lontane dalla South Carolina, tendevano ad appoggiare un’alleanza con la South Carolina e la guerra contro i Creek. Uno dei leader Cherokee più favorevoli all’alleanza con i coloni era Caesar, capo di una città delle “Middle Towns”.
Verso la fine del 1715 due commercianti della South Carolina visitarono i Cherokee e tornarono a Charles Town con una folta delegazione di quella tribù. Venne stipulata un’alleanza e sviluppati piani d’azione per una guerra contro i Creek. Ma un mese dopo i Cherokee mancarono ad un appuntamento che era stato stabilito a Savannah con rappresentanti della South Carolina. Allora questo Territorio mandò una spedizione di oltre 300 soldati, che arrivò nelle terre Cherokee nel mese di dicembre. Essi visitarono le città più importanti Lower, Middle e Overhill Cherokee, e si resero conto rapidamente di quanto i Cherokee fossero divisi. Nel corso dell’inverno il capo Caesar viaggiò per tutte le città Cherokee, sollecitando l’appoggio per la guerra ai Creek. Altri capi Cherokee prestigiosi e rispettati predicavano cautela e pazienza. Molti Cherokee delle Lower Towns erano aperti alla pace con i bianchi, ma erano riluttanti a combattere con tribù che non fossero gli Yuchi e gli Shawnee del fiume Savannah.


La distribuzione delle città Cherokee. Le Overhill Towns sono nel Tennessee, le Lower Towns in South Carolina, tutte le altre in North Carolina

Agli abitanti della South Carolina venne detto che dalle Lower Towns era stata inviata una “bandiera di tregua” ai Creek e che una delegazione di Creek eminenti aveva promesso di partecipare ad un incontro. Cheritey Hagey e i suoi seguaci sembravano volersi offrire come mediatori nei negoziati di pace fra i Creek e i bianchi. Essi convinsero i rappresentanti della South Carolina ad modificare i propri piani di guerra. Invece i Caroliniani passarono l’inverno cercando di dissuadere Caesar e gli altri Cherokee pro – guerra.

Il massacro di Tugaloo

Il 27 gennaio 1716 i coloni della South Carolina vennero convocati a Tugaloo, dove constatarono che la delegazione Creek era arrivata e che i Cherokee avevano ucciso 11 o 12 dei suoi membri. I Cherokee dichiararono che la delegazione Creek nei fatti era un gruppo di guerra composto da centinaia di Creek e Yamasee, che erano quasi riusciti a tendere un’imboscata ai delegati della South Carolina. Non si conosce tuttora cosa avvenne esattamente a Tugaloo. Che i Cherokee e i Creek si incontrassero in separata sede, senza la presenza dei bianchi fa supporre che i Cherokee fossero ancora divisi sulla decisione di unirsi ai Creek e attaccare la South Carolina o allearsi alla South Carolina per attaccare i Creek. E’ possibile che i Cherokee, i quali erano relativamente nuovi ai commerci con gli Inglesi, sperassero di rimpiazzare i Creek come principali interlocutori nel commercio con la South Carolina. Qualsiasi fossero i fattori che ne stanno alla base, le uccisioni di Tugaloo derivarono da un’imprevedibile e accesa disputa che, come il massacro di Pocotaligo, terminò in una situazione di stallo risolta tramite l’omicidio. Dopo il massacro di Tugaloo la sola soluzione possibile era la guerra tra Cherokee e Creek, con l’alleanza dei Cherokee con la South Carolina.
L’alleanza dei Cherokee con la South Carolina bloccò la possibilità di una grande invasione Creek di quel territorio.
Capo Creek
Nello stesso tempo la South Carolina era ansiosa di recuperare relazioni pacifiche con i Creek e non aveva intenzione di entrare in guerra contro di loro. Mentre la colonia riforniva i Cherokee di armi e beni commerciali, questi non fornivano il supporto militare che i Cherokee favorevoli alla guerra avevano sperato. Ci furono vittorie Cherokee nel 1716 e 1717, ma i contrattacchi dei Creek indebolirono la volontà di combattere dei Cherokee, che erano stati divisi fin dall’inizio. Ciò nonostante Creek e Cherokee continuarono a lanciarsi vicendevoli incursioni in scala ridotta per generazioni.
In risposta al massacro di Tugaloo e agli attacchi dei Cherokee, all’inizio del 1716 i Creek Ochese modificarono la loro strategia difensiva, trasferendo tutti i loro siti dal bacino del fiume Ocmulgee al fiume Chattahoochee. I Creek Ochese erano originari del fiume Chattahoochee, ma verso il 1690 si erano spostati sull’Ocmulgee e il suo tributario, l’Ochese Creek (da cui ebbe origine il nome “Creek” della tribù), in modo da essere più vicini alla South Carolina. Il loro ritorno al fiume Chattahoochee nel 1716 fu così non tanto una ritirata, quanto un ritorno alle condizioni precedenti. La distanza fra il Chattahoochee e Charles Town li proteggeva da possibili attacchi della South Carolina. Negli anni 1716 e 1717, poiché non si verificarono grandi attacchi di Cherokee e Inglesi, i Lower Creek si trovarono in una posizione di aumentata potenza e ricominciarono a fare incursioni contro i loro nemici: Inglesi, Cherokee e Catawba. Ma, tagliati fuori dal commercio con gli Inglesi, cominciarono ad avere problemi nel rifornimento di munizioni, polvere da sparo e armi da fuoco. D’altro canto i Cherokee erano ben provvisti di armamenti inglesi. La lusinga del commercio con i Britannici indebolì la fazione degli elementi anti-Inglesi fra i Creek. All’inizio del 1717 emissari da Charles Town si recarono nel territorio Lower Creek e alcuni Creek andarono a Charles Town, dando inizio al processo che avrebbe portato alla pace. Nello stesso tempo altri Lower Creek cercavano il modo si continuare la lotta. Sul finire del 1716 un gruppo rappresentante di molte bande della nazione Creek Muscogee fecero tutto il viaggio fino al Territorio di New York per raggiungere le Sei Nazioni Irochesi.


Tre Cherokee – stampa del 1762

Impressionati dalla diplomazia dei Creek, gli Irochesi mandarono 20 dei loro emissari ad accompagnare il ritorno a casa dei Creek. Gli Irochesi e i Creek erano principalmente interessati ad organizzare attacchi contro i loro comuni nemici indiani, come Catawba e Cherokee. Ma per la South Carolina un’alleanza Creek – Irochesi era qualcosa da evitare ad ogni costo. Per tutta risposta, la South Carolina mandò un gruppo di emissari ai villaggi dei Lower Creek, con un grosso carico di regali di tipo commerciale.

La frontiera non sicura

Dopo aver respinto gli Yamasee e i Catawba, la milizia della South Carolina rioccupò gli insediamenti che erano stati abbandonati cercò di rendere sicura la frontiera, trasformando un certo numero di fattorie delle piantagioni in fortini improvvisati. La milizia aveva ben operato nel prevenire una grande offensiva, ma non era in grado di difendere la colonia contro i gruppi di incursori. Componenti della milizia cominciarono a disertare in gran numero nel corso dell’estate 1715. Alcuni erano preoccupati per le loro proprietà personali e per la famiglie, mentre altri semplicemente lasciarono definitivamente la South Carolina. Il governatore Craven prese provvedimenti contro le carenze della milizia, rimpiazzandola con un esercito professionale (cioè un esercito i cui soldati erano pagati). Nell’agosto 1715 il nuovo esercito della Carolina del Sud poteva contare su circa 600 cittadini della colonia, 400 schiavi neri, 170 Indiani amici e 300 uomini di truppa della North Carolina e della Virginia. Questa era la prima volta in cui la milizia della South Carolina veniva dismessa e un esercito di professionisti assemblato. Tra l’altro è da rimarcare in questo esercito l’alto numero di schiavi neri armati (e i loro padroni pagati) per intraprendere la guerra.


Truppe coloniali della Virginia (ricostruzione)

Ma anche un’armata così non era in grado di rendere sicura la colonia. Gli Indiani ostili semplicemente si rifiutavano di combattere in campo aperto, preferendo invece imprevedibili incursioni e imboscate. In aggiunta, gli Indiani occupavano un territorio così vasto che era effettivamente impossibile mandare un esercito contro di loro. L’esercito venne disciolto dopo che fu stabilita l’alleanza con i Cherokee all’inizio del 1716.

Fine del conflitto

Poiché nella guerra era implicato un così grande numero di tribù diverse, che spesso cambiavano le loro alleanze e le decisioni sulla partecipazione al conflitto, non ci fu una fine singola definitiva alle ostilità. Sotto certi aspetti il momento principale della crisi si risolse nel giro di un mese o due. I Lords Proprietari della colonia pensavano che dopo le prime settimane il territorio non si trovasse più in un pericolo mortale. Per altri fu l’alleanza con i Cherokee dell’inizio del 1716 a segnare la fine della guerra. Trattati di pace vennero stabiliti con varie bande Creek e altri gruppi Muskogean verso la fine del 1717. Ma alcune tribù non aderirono mai alla pace e tutte rimasero armate. Gli Yamasee e Apalachicola si erano spostati più a sud, ma continuarono ad attaccare gli insediamenti della South Carolina fin ben oltre il 1720. La mancanza di sicurezza della frontiera restava un problema.
Benché occorressero molti anni perché arrivasse alla fine, la Guerra Yamasee portò direttamente alla perdita di potere dei Lords Proprietari. Nel 1720 il processo di transizione da colonia di proprietari a colonia della Corona era già cominciato. Occorsero ben nove anni, ma nel 1729 le Caroline del Nord e del Sud erano diventate ufficialmente colonie del Regno Unito di Gran Bretagna. I coloni della South Carolina erano scontenti del sistema proprietario prima della Guerra Yamasee, ma la richiesta di un cambiamento divenne pressante nel 1715, dopo la prima fase della guerra, e divenne clamorosa negli anni seguenti.


Le trattative di Oglethorpe

La Guerra Yamasee aveva anche condotto alla nascita della colonia della Georgia. Anche se vi furono altri fattori coinvolti nella fondazione della Georgia, è certo che essa non sarebbe stata possibile senza il ritiro degli Yamasee. I pochi Yamasee rimasti divennero noti come Yamacraw. James Oglethorpe fece trattative con gli Yamacraw per ottenere il sito dove fondò poi la capitale, cioè la città di Savannah.

Le conseguenze per gli Indiani

Nel primo anno di guerra gli Yamasee avevano perso circa un quarto della loro popolazione, uccisa o fatta schiava. I sopravvissuti si erano spostati a sud, sul fiume Altamaha, in una regione che era stata la loro madrepatria nel secolo XVII. Però non riuscirono a trovare là la sicurezza, e presto divennero profughi. Come popolo, gli Yamasee erano sempre stati etnicamente misti e nel dopoguerra si sparpagliarono: circa un terzo degli scampati scelsero di stabilirsi presso i Lower Creek, divenendo infine parte dell’emergente Confederazione Creek. La maggioranza dei restanti, insieme a profughi Apalachicola, nell’estate del 1715 si spostò nelle presso le missioni spagnole di St. Augustine, nei villaggi di Tamaja, Pocosapa e Pocotalaca. Altri migrarono invece più a Ovest, nelle vicinanze del forte spagnolo di Saint Marks, nel Florida Panhandle, dove fondarono un insediamento chiamato Tamaxle dagli ispanici. Nonostante i molti tentativi di arrivare ad una pace, effettuati sia da individui della South Carolina che degli Yamasee, il conflitto fra le due parti durò due decenni. Col tempo gli Yamasee della Florida spagnola furono indeboliti dalle malattie e da altri fattori. Entro gli anni ’20, gli Yamassee di Saint Augustine si erano consolidati in due missioni presso la città, Tolomato e Nuestra Senora de la Leche. Quando le due missioni furono evacuate, nel 1763, 11 Yamassee seguirono gli spagnoli a Cuba, stanziandosi nella comunità di Guanabacoa. I pochi Yamassee di Tomaxle presso Saint Marks e quelli chiamati Yamasee Apalachinos dei villaggi di Escambe e Punta Rosa vicino a Pensacola (una cinquantina in tutto) migrarono con gli spagnoli in Messico a Veracruz nel 1763, dove fondarono l’insediamento di San Carlos presso Tempoala.
Le varie tribù Creek Muskogean si avvicinarono di più fra loro, dopo la Guerra Yamasee. La ri-occupazione del fiume Chattahoochee da parte dei Creek Ochese, insieme ai rimanenti Apalachicola, Apalachee, Yamasee e altri, per gli Europei sembrò rappresentare una nuova identità tribale, che necessitava di un nuovo nome. Agli Spagnoli sembrava una reincarnazione della “Provincia Apalachicola” del XVII secolo. Fra gli Inglesi divenne comune il termine Lower Creek. La Confederazione Catawba emerse dalla Guerra Yamasee come la forza nativa più potente della regione del Piedmont, anche perché i Tuscarora erano migrati a nord, per congiungersi agli Irochesi. Nel 1716, un anno dopo che i Catawba avevano fatto la pace con la South Carolina, alcuni Indiani Santee e Waxhaw avevano ucciso alcuni coloni. In risposta il governo della Carolina del Sud aveva chiesto ai Catawba di “abbattersi su di loro e distruggerli”, cosa che i Catawba fecero.


Mappa delle tribù indiane della South Carolina

I Waxhaw sopravvissuti allora si unirono ai Cheraw o si spostarono a sud, in Florida, con gli Yamasee. C’è un’altra teoria, riportata dalla “Storia della Contea di Union” di Robert Ney McNeely, pubblicata nel 1912, che afferma che i Waxhaw continuarono come tribù indipendente fino a dopo il 1740, ma a questa affermazione manca il sostegno di affidabili fonti d’informazione. Quanto a quel che rimaneva dei Santee, si riporta che si congiunsero alla tribù Ittiwan, suggerendo un possibile assorbimento in quella tribù. I Cheraw, infine, restarono generalmente ostili ancora per anni.

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