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La battaglia di Little Bighorn nei ricordi degli indiani

A cura di Sergio Mura
Quella mattina, una stupenda mattina estiva, Moving Robe era nella prateria della valle del Greasy Grass (Little Bighorn), appena fuori dal grande villaggio, per raccogliere rape. Con un bastone appuntito le estraeva dal terreno e le riponeva in una bisaccia. Ad un certo punto la sua attenzione venne distratta da una grande nuvola di polvere che saliva verso il cielo a est. La giovane figlia del guerriero Hunkpapa noto come Crawler aveva allora 23 anni. Si issò in piedi (1 – per le note si faccia riferimento alla cartina poco più sotto) e osservò con attenzione la nube ma ebbe pochi secondi per comprenderne il significato.
Passò un guerriero al galoppo urlando: “Stanno arrivando i soldati!”


George Armstrong Custer

In quei casi le donne e i bambini sapevano di doversi recare immediatamente in un luogo riparato, lasciando il campo ai guerrieri che avrebbero organizzato la difesa. Moving Robe non ci pensò su a lungo; gettò via le rape e corse verso il suo tepee.


I numeri tra parentesi sono riferiti a questa mappa degli eventi

Era il 25 giugno 1876, secondo il calendario dell’uomo bianco, e i soldati del 7° Cavalleria al comando del Tenente Colonnello George Armstrong Custer stavano avvicinandosi velocemente al campo indiano. Troppo velocemente! Per i soldati, i cui orologi erano regolati sull’ora di Chicago, erano le tre del pomeriggio; per i Lakota (Sioux) e i Cheyenne era “alto mezzogiorno”.
Black Elk (a sinistra)
La notizia dell’arrivo dei soldati creò un’enorme confusione nel grande villaggio. Le donne erano intente alle loro faccende. Pretty White Buffalo, moglie Hunkpapa di Spotted Horn Bull, stava preparando uno stufato di carne di bisonte per suo fratello e certo non si aspettava di trovarsi nel mezzo di una battaglia.
Il tredicenne Black Elk (Alce Nero) stava nuotando con i suoi compagni di gioco nelle acque del fiume quando i banditori attraversarono il lungo villaggio per avvisare tutti del pericolo incombente.
Anche i guerrieri, solitamente assai guardinghi, furono colti impreparati. Eagle Elk, venticinquenne nipote del capo di guerra Cavallo Pazzo, aveva trascorso l’intera notte a bighellonare e fare festa con i compagni ed era, finalmente sulla via del ritorno al campo, quando udì in lontananza l’eco delle prime scariche di fucileria.


Il Capitano Fredrick Benteen

Il Minneconjou White, già guerriero famoso a soli 26 anni, stava abbeverando i suoi cavalli a nord del villaggio. Sazio dopo un lauto pranzo, stava organizzando mentalmente il resto di quella che si annunciava come una pigra giornata quando sentì le prime grida d’allarme. Prese il suo cavallo più veloce, gli saltò in groppa e condusse il branco dei ponies in prossimità delle tende.
A destra: Rain In The Face
Rain In The Face, Hunkpapa quarantenne, stava mangiando nella tranquillità della sua tenda. “Stavo mangiando della carne, quando ho sentito gridare”, disse in seguito Rain In The Face. Buttò via il boccone e, rapido, corse a prepararsi per la battaglia.
La storia si ripeteva identica ovunque nell’accampamento che stava sul lato ovest del fiume. Wooden Leg, Cheyenne, stava dormicchiando nei pressi di un ombroso canneto.
One Bull era nel suo tepee a sistemarsi i capelli.
Low Dog dormiva nella tenda come pure Turtle Rib e Red Feather.
Era tutto così strano che, persino nel caos generale, Low Dog azzardò l’ipotesi di un falso allarme. “Non credevo possibile” – ricordò qualche tempo dopo – “che i bianchi ci potessero attaccare, forti come eravamo!”


Low Dog

Non ci fu dunque alcuna trappola organizzata dagli indiani ai soldati di Custer. Persino con un attacco in pieno giorno il “Figlio della Stella del Mattino” (così veniva chiamato Custer dai pellerossa) riuscì a sorprendere gli indiani nel loro accampamento.
I primi a scatenare l’attacco – da sud -, secondo le disposizioni impartite dallo stesso Custer, furono i soldati di un battaglione comandato dal Maggiore Marcus A. Reno.


Reno attraversò il fiume coi suoi soldati in questo punto

Un’ulteriore conferma del caos che questo attacco inatteso finì per scatenare nella parte superiore del villaggio (quella esposta a sud) arriva direttamente da Toro Seduto, grande e rispettato guerriero e uomo di medicina Hunkpapa, nonchè vero capo della coalizione di indiani che era al Little Bighorn.


Toro Seduto e la sua famiglia

Egli non seppe decidere subito se uscire e combattere, contribuire a radunare e organizzare i guerrieri, guidare il resto della sua gente al sicuro sulle colline o, addirittura, provare a trattare con i soldati. Alfine afferrò il suo scudo di guerra e la mazza di pietra, li passò a suo nipote, One Bull, e gli disse: “Prendi il mio posto, cerca i soldati e prova a parlarci (2).”


One Bull (a sinistra)

Nel frattempo, sua moglie, Four Robes, era talmente spaventata che scappò via portando con se solo uno dei suoi due figli gemelli. Solo quando fu sulle colline si avvide dell’errore: aveva dimenticato l’altro figlio che, per questo, da quel momento venne chiamato The Abandoned One (L’Abbandonato).
A destra: Il Maggiore Marcus Reno
Toro Seduto, con le parole e nei fatti, dimostrò di non essere un capofamiglia che aveva organizzato una trappola ai soldati. Un attimo dopo la partenza di One Bull per la missione di pace, alcune pallottole vaganti colpirono a morte il cavallo grigio di Toro Seduto. “Ora il mio cavallo migliore è stato colpito” – disse ad alta voce – “ed è come se avessero colpito me stesso. Attaccateli!”
I guerrieri non ebbero bisogno di ulteriori incoraggiamenti. Saltati in groppa ai ponies galopparono incontro ai soldati di Reno fino ad affiancarli. Iniziarono subito una serie di violenti assalti che spinsero Reno a ordinare la sospensione dell’avanzata e a organizzare una linea difensiva, smontati da cavallo, in una valletta appena a sud dell’accampamento degli Hunkpapa. Moving Robe giunse finalmente al suo tepee, in tempo per essere avvertita della morte del fratello minore, Deeds, caduto nella carica iniziale. “Vendetta!”, gridò furente di rabbia e dolore. In fretta intrecciò i capelli dietro la schiena, colorò il viso con i colori di guerra e corse a prendere il suo cavallo. “Ero disperata” – disse – “Ero una donna ma non per questo mi sentivo impaurita.” La missione di pace di One Bull terminò bruscamente quando, sollevato lo scudo in un gesto di pace, venne accolto da una fitta scarica di fucileria. Non gli restò che levare al cielo un’invocazione: “Wakan Tanka aiutami a combattere la mia battaglia.” Poiché gli indiani stavano aumentando la pressione, ai soldati – che iniziavano ad essere difficilmente governabili – non restò altro da fare che arretrare attestandosi in un boschetto in prossimità del fiume, un punto in cui era più difficile colpirli.


La ritirata di Reno


Ancora una vista sulla ritirata di Reno

Gli indiani ebbero alcune perdite preziose. Three Bears e Hawkman caddero nei pressi delle tende degli Hunkpapa. Il Minneconjou Feather Earring fu tra i primi a giungere nel luogo in cui si combatteva ma suo fratello, Dog With Horns, venne colpito a morte dagli uomini di Reno e lui dovette allontanarsi alla ricerca di un posto in cui depositare il povero corpo, al riparo dalla furia della battaglia. Galoppando vicino a One Bull, Good Bear Boy venne ferito in maniera grave. One Bull lo assicurò al cavallo con una corda e tentò disperatamente di trascinarlo lontano dalla linea di fuoco (3). In quel momento anche il pony dell’amico cadde colpito dalle pallottole. Scese quindi dal suo cavallo e trascinò via l’amico a piedi, sporcandosi lui stesso con il sangue che fuoriusciva dall’amico e dal suo cavallo, ma la sensazione peggiore la ebbe sentendo le ossa di Good Bear Boy, già rotte dalle pallottole, scricchiolare sinistramente. Un brivido gli corse lungo la schiena.


Il grande villaggio indiano

Seguì un momento di impasse in cui agli indiani fu chiaro che era necessario escogitare qualcosa di diverso per riuscire a spuntarla con quei soldati. Da nord stava giungendo un altro gruppo numeroso di guerrieri provenienti dal villaggio. Mentre Black Elk e Iron Hawk strisciavano verso gli alberi udirono distintamente il suono stridulo dei fischietti d’osso d’aquila che annunciava l’arrivo di un guerriero importante. “Hoka-hey!” – gridavano gli indiani – “Sta arrivando Cavallo Pazzo!”


Arriva Cavallo Pazzo! Una sagoma dell’artista Thom Ross

Ci fu una gran gioia tra gli indiani al pensiero di essere condotti alla vittoria dal loro capo di guerra più prestigioso, ma i soldati non restarono ad attendere la sorte. Vista la mala parata e impauriti dall’arrivo di nuovi gruppi di nemici, schizzarono fuori dal boschetto puntando dritti alla sommità di una collinetta lì vicino.
Wooden Leg pensò che quelli si fossero accordi delle sue manovre e pensò di girare rapidamente il suo cavallo per sfuggire ai soldati… Ma quelli non inseguivano lui, stavano scappando. Nella confusione della fuga, il combattimento si era trasformato in una caccia al bisonte. Era grandioso! Wooden Leg e i suoi amici sentirono un guerriero adulto gridare ai “wasichu” (uomini bianchi): “Siete solo ragazzi; non dovreste combattere. Avreste dovuto portare con voi un maggior numero di Crow e di Shoshone!”


La linea d’attacco in cui lottava Wooden Leg

Wooden Leg fece correre il suo pony verso un cavalleggero in fuga e, raggiuntolo, gli colpì la testa con il manico di corno d’alce della frusta e, quando quello cadde a terra, gli prese il fucile (4). Finalmente ne aveva uno!
Anche One Bull aveva ripreso a combattere dopo aver deposto il corpo di Good Bear Boy. Riuscì a uccidere due soldati in fuga dalla valle.


Isaiah Dorman, caduto da cavallo, sta per essere ucciso

Un Lakota Two Kettle, Runs The Enemy, notò un uomo di colore (era l’interprete Isaiah Dorman) che cadeva da cavallo nel corso della precipitosa fuga dal boschetto. Anche Eagle Elk notò la cosa e corse a vedere la scena da vicino. C’era il soldato di colore a terra, sovrastato da una donna – identificata poi come Her Eagle Robe – alla quale implorava di lasciarlo vivere (5). Lei gli rispose ad alta voce: “Se non volevi rischiare di morire, che bisogno c’era di venire qui per combatterci?”
Crow King
La battaglia proseguì. Stavolta i soldati tentarono di mettersi in salvo aldilà del fiume, formando una linea difensiva lungo la sponda orientale del Greasy Grass. Molti soldati erano già morti, ma anche gli indiani avevano avuto le loro perdite. Young Black Moon e Chased By Owls erano morti e così pure Swift Bear e White Buffalo, i due fratelli minori del famoso capo Hunkpapa, Crow King. Una donna indiana fu vista allontanarsi dal corpo, ormai mutilato, del soldato di colore. Gli avevano sparato nelle ginocchia, gli avevano levato la pelle in alcuni punti e perforato i testicoli con un ferro appuntito. Anni dopo la battaglia, Moving Robe ebbe a dire: “Non mi sono mai vantata delle azioni compiute quel giorno terribile.” Ma se davvero fu lei a mutilare il povero corpo dell’interprete, bisogna considerare che agì per impulso di vendetta, per vendicare la morte del suo piccolo fratello, Deeds. I soldati finirono di attraversare il fiume, inseguiti da un piccolo gruppo di indiani. Gli altri pellerossa rimasero indietro a saccheggiare i corpi dei militari rimasti uccisi. In prossimità del fiume One Bull fu notato dallo zio, Toro Seduto (6), che si preoccupò alla vista del suo corpo macchiato di sangue. “Nipote, tu sei ferito!” – gli disse – “Corri dalle donne a farti medicare.” One Bull rise di gusto e rispose che tutto quel sangue era del suo amico. Aveva, però, desiderio di andare al campo a riposarsi, ma prima ancora voleva sincerarsi di come andavano le cose con i soldati. Sulla collinetta One Bull ebbe una sgradita sorpresa.


Il biglietto con cui Custer chiedeva l’intervento di Benteen

Vide una gran quantità di truppe arrivare da sud, cariche di vettovaglie e rifornimenti e, peggio ancora, ne vide altre (le cinque compagnie comandate direttamente da Custer) provenienti da nord e dirette in una zona posta tra i guerrieri che combattevano e la parte bassa del villaggio. Anche gli altri indiani sulle collinette circostanti (i bluff) notarono preoccupati l’arrivo del nuovo pericolo. “Mi sembrò che fossero migliaia” – disse Runs The Enemy – “e pensai che certamente saremmo stati battuti.” L’Oglala Short Bull si trovava in cima al colle ed esultava per la vittoria, quando arrivò Cavallo Pazzo. “Troppo tardi!” – gli gridò Short Bull – “Ti sei perso la battaglia.” Cavallo Pazzo gli rispose ridendo: “Mi spiace di non esserci stato, ma è in arrivo un’altra grande occasione di lotta da laggiù.” E gli indicò il nord. Così anche Short Bull si accorse del pericolo incombente (7): “Pensai che erano proprio tantissimi!”


Si scatena la battaglia intorno alle truppe

Gli indiani non erano soldati di mestiere; il loro scopo principale, nella guerra con i bianchi, era di salvaguardare la sicurezza delle proprie famiglie, per cui girarono rapidamente le loro cavalcature e, lasciati alcuni guerrieri a presidiare l’area in cui era asserragliato Reno (sarebbe stata chiamata la “Collina di Reno”), ripiegarono verso il villaggio per difenderlo dalla nuova minaccia. A valle, nel boschetto, Black Elk stava armeggiando vicino al corpo di un soldato. Passò un guerriero che lo vide e lo apostrofò: “Ragazzo, non perdere tempo. Levagli lo scalpo!” Black Elk mosse nervosamente il suo pony; non aveva mai fatto una cosa simile! Levò il coltello dalla guaina, si inginocchiò sul corpo del soldato e iniziò a incidere il cuoio capelluto. Sobbalzò subito dopo quando sentì il poveruomo digrignare i denti per il dolore: il soldato era ancora vivo! Completò lesto il taglio e strappò via lo scalpo, sollevandolo in aria. Non sapeva se esultare per il gesto o essere triste per la vita che aveva preso. Girò il pony e corse al campo da sua madre per farle vedere il trofeo.
Gli indiani che erano nel villaggio si erano ormai accorti del nuovo pericolo, o erano stati avvisati dai guerrieri che ritornavano dallo scontro con Reno. L’Oglala White Bull era con i suoi amici Cheyenne, Roan Bear e Bobtail Horse nella parte bassa del villaggio. Bobtail Horse fu il primo ad accorgersi dei soldati e gridò: “Arrivano attraverso il guado. Dobbiamo tentare di fermarli!” I tre corsero attraverso il villaggio in direzione del guado e da quelle parti incontrarono Lame White Man, un anziano Cheyenne.


Qui venne tentato l’attraversamento del fiume

Questo, con l’esperienza di cento battaglie, suggerì di usare la massima prudenza dato che i soldati erano troppi per loro. Bobtail Horse rispose: “Zio, solo la terra e il cielo durano a lungo. Se noi quattro possiamo fermare i soldati e impedirgli di attaccare il nostro accampamento, le nostre vite saranno state spese bene!” I guerrieri non rimasero soli nell’impresa. Furono immediatamente raggiunti da White Shield, Calf, Two Eagles, He Dog, Eagle Elk, Yellow Nose e altri. Tutti insieme si gettarono a capofitto nel fiume verso la sponda orientale. Tra i primi a entrare in contatto con i soldati guidati da Custer fu l’Ute-Cheyenne Yellow Nose, presto seguito da Contrary Bell e Comes In Sight. Un soldato di colore con un vessillo si fece avanti ma fu sopraffatto da Yellow Nose che gli prese la lunga asta, issandola perché tutti la vedessero (9). Questo primo scontro ebbe l’effetto di arrestare l’avanzata di Custer – che non raggiunse nemmeno il fiume – respingendo il 7° Cavalleria verso la collina dalla quale erano scesi poco prima. Altri indiani, sempre più numerosi, stavano arrivando, di ritorno dalla battaglia con Reno, a sud. Cavallo Pazzo era tra questi, con i suoi guerrieri. Tra loro vi erano Flying Hawk, Fears Nothing, Red Feather.
Nel momento in cui gli indiani, attraversato il fiume, entrarono vigorosamente in contatto con i soldati, a questi non restò altro da fare che dirigersi ancora più a nord, in preda al panico (10).


I soldati si ritirano verso i colli che circondano il villaggio

Nel villaggio, Antelope – una Cheyenne – andò da suo fratello, l’uomo di medicina Ice. “Fammi avere un cavallo”, lo pregò. Lo voleva perché aveva saputo che suo nipote (figlio di Ice), il 18enne Noisy Walking, si era allontanato dal gruppo che stava combattendo con Custer e lei voleva andare a incoraggiarlo con alcune canzoni, com’era in uso tra gli indiani delle pianure. Ice fu d’accordo, sia pure con una certa riluttanza, e Antelope corse verso il fiume.


La difesa di Calhoun Hill

Quando i soldati vennero spinti a nord lungo quella che sarebbe stata chiamata “Cresta Nye-Cartwright” e sulla Calhoun Hill, l’Hunkpapa Gall era ancora a valle, momentaneamente impegnato nella ricerca dei suoi familiari.
A destra: Gall
Li trovò poco dopo, due mogli e i bambini, tutti morti! La morte dei suoi lo fece quasi impazzire. “Mi ha fatto troppo male vedere quella scena” – raccontò in seguito – “e per questo, subito dopo ho ucciso ferocemente un certo numero di nemici con l’ascia.” Gall si unì alfine ai guerrieri che fronteggiavano Custer. Eagle Elk vide uno che si accostava ai soldati per colpirli e, un attimo dopo, veniva centrato alla mascella. Il cavallo di Red Feather fu ucciso mentre galoppava e il suo padrone fu costretto a proseguire il combattimento a piedi. Un altro, Hump, si batteva tra il sibilare delle pallottole, rischiando più volte di essere ucciso. Venne ferito e il suo pony colpito a morte (11). Quasi tramortito riuscì a verificare la sua ferita: una pallottola era penetrata nel ginocchio e, con uno strano percorso, era uscita dall’anca. Si distese a guardare il cielo sereno; quella carica era fallita!
Nonostante tutto, gli indiani avevano registrato poche perdite.
I combattimenti si erano sviluppati in un’ampia area e – ricordò Black Elk – “durarono almeno un’ora.” Si tentò anche un fitto lancio di frecce che colpirono uomini e cavalli.
Alcuni provarono a far fuggire i cavalloni americani e questa manovra riuscì parzialmente. Due guerrieri Minneconjou, Standing Bear e Flying By, catturarono alcuni di questi cavalli nel momento in cui si recarono a bere. Eagle Elk riuscì a portarne via due.
Lungo la cresta a nord, Runs The Enemy e altri trenta guerrieri rubarono un grosso gruppo di cavalli e li portarono al fiume ad abbeverarsi. Bobtail Horse ne prese due grigi e li guidò verso l’accampamento.
Seguì qualche attimo di pausa durante il quale alcuni soldati tentarono di cavalcare verso il fiume per fare scorta di acqua (12). Wooden Leg fu costretto alla ritirata mentre strisciava verso di loro. Antelope vide i soldati scendere verso l’acqua e gli indiani arretrare, temporaneamente. “Indiani e soldati, in piedi, si fronteggiavano a distanza”, disse Red Horse.


Lame White Man guida l’attacco

Era ora di riprendere l’iniziativa! Lame White Man galoppò verso i soldati. Sollevò le armi e gridò: “Venite tutti! Li possiamo uccidere tutti!” Antelope, che ancora vagava in zona alla ricerca di suo nipote Noisy Walking, vide distintamente Lame White Man incitare i suoi compagni, come pure stava facendo l’Arapaho Waterman. I guerrieri e Lame White Man aggredirono decisamente i soldati che erano scesi fino al greto del fiume e, dopo una breve ma intensa sparatoria, li costrinsero a voltare rapidamente le spalle e fare rientro sulla cima della collina, al riparo. Molte giacche azzurre caddero colpite dagli indiani, ma anche questi ultimi subirono numerose perdite.
Red Horse
Red Horse e Wooden Leg concordarono che quell’assalto fu il più sanguinoso – per gli indiani – dell’intera giornata di lotta. Lame White Man arrivò a ridosso dei soldati sulla cima, ma venne atterrato quasi subito da uno sparo. A est della collina altri indiani compivano i classici gesti coraggiosi per conquistare o rafforzare la propria credibilità tra la loro gente. White Bull si divertì a galoppare vicino ai soldati mentre le pallottole gli fischiavano attorno sollevando nuvolette di polvere. Andava e veniva senza che i soldati riuscissero a colpirlo. “Decisi di farlo ancora.” – ricordò White Bull – “Perciò raggiunsi Cavallo Pazzo per invitarlo a unirsi a me. Gli gridai che questa vita non dura per sempre.” Quindi partì nuovamente all’attacco. Il suo coraggio fu contagioso e Cavallo Pazzo e i suoi guerrieri lo seguirono (14).
Red Feather, He Dog, Two Moon, Lone Bear e altri si unirono alla carica. Tagliarono idealmente in due la cresta. Le gesta individuali di valore non si contavano. White Bull vide chiaramente un soldato mentre cadeva a terra, colpito da una pallottola.
Scese giù dal suo pony, colpì il soldato e afferrò le sue armi e le munizioni. Nuovamente in groppa, vide un altro soldato isolato sopra un cavallo; lo raggiunse, lo strattonò per la giacca blu e lo buttò giù dalla sella per rubargli il cavallo. Subito dopo tentò l’assalto ad un militare che armeggiava con la sua carabina. L’uomo si accorse della manovra e sparò, ma la fretta gli impedì di prendere correttamente la mira e mancò il bersaglio. Non altrettanto fece White Bull che, con precisione, lo colpì con il manico della frusta. In tutto poté “contare” in pochi minuti, che giornata!
Alfine, il suo pony – per sua fortuna solo il pony – venne colpito e White Bull rimase a piedi, frastornato per la caduta e per il caos della battaglia che infuriava attorno a lui.


Crollano le posizioni sulla Calhoun Hill

La rottura dell’ultima linea di difesa dei soldati, lungo i tre quarti di miglio che separano la cima della Custer Hill dalla Calhoun Hill finì per condurre al crollo della posizione delle truppe sulla stessa Calhoun Hill. Yellow Nose, Contrary Bell e Comes In Sight fecero delle incursioni coraggiose tra i soldati isolati dal resto delle compagnie e terrorizzati dalle urla dei pellerossa. Naso Giallo si prese gioco dei soldati per ben tre volte ma non sortì alcun effetto. “Andiamo all’attacco tutti insieme!”, gridò infine. La forte incitazione scosse i suoi compagni, che si unirono a lui nell’ennesima carica durante la quale Yellow Nose colpì i soldati che fuggivano con l’asta della bandiera di cui si era impossessato in precedenza.
Fu a questo punto che arrivò Gall con i suoi bravi, turbinando tra i soldati, ma la maggior parte di questi ultimi era già scappata via. Non era rimasto nessuno da uccidere!
Lungo la cresta (15) la lotta si era ridotta ad una seconda grave disfatta per le truppe, dopo quella di Reno in fuga dalla valle in occasione del primo assalto all’accampamento. “Sembrava di assistere alla fuga precipitosa di un branco di bisonti” disse Runs The Enemy. Il Cheyenne Little Hawk disse che i soldati venivano cacciati come bisonti, sempre con la schiena rivolta verso gli indiani. White Bull era ancora lì in mezzo, inesausto. Ne uscì solamente quando Bear Lice galoppò verso lui per portargli un pony, ma anche in quel momento non rinunciò ad una ghiotta occasione. Si avvide di un soldato ferito che caricava la pistola. Lo raggiunse facendogli un giro intorno e gli saltò addosso. Ne vide un altro, alto e biondo, che sparava agli indiani.


White Bull in tarda età

White Bull gli si gettò addosso, ma l’uomo era molto forte, oppose una strenua resistenza e riuscì persino a ferirlo ad una guancia. Lo agguantò persino per le trecce e gli tirò la testa, tentando di mordergli il naso. “Hey! Hey!” – gridò White Bull – “Venite ad aiutarmi…” Arrivarono Bear Lice e Crow Boy menando pugni a destra e sinistra, al punto che colpirono tanto il soldato quanto l’amico a terra. White Bull approfittò di quest’occasione per sottrarre la pistola al “wasichu” e con quella lo colpì due, tre, quattro volte, poi gli sparò un colpo in testa (16). “Ho Hechetu!”, disse, “E’ stata una dura giornata di lotta. La battaglia ci ha dato gloria e io ne ho goduto appieno. Ho collezionato piume a destra e a sinistra del mio capo.” I soldati sopravvissuti si spinsero ancora più a nord verso l’estremità della cresta per unirsi a quel che restava della Compagnia del “cavallo Grigio”, la “I”.


L’attacco a Keogh

Non vi era altro posto in cui scappare, ma nonostante la disfatta, come scoprì un giovane Cheyenne chiamato Big Beaver, erano ancora decisi a vendere cara la pelle.
Big Beaver strisciò non visto vicino a un Lakota appostato sulla collinetta. Arrivò appena in tempo per vederlo morire, centrato in mezzo alla fronte da una pallottola. A questo punto pensò bene di ritirarsi verso zone più tranquille. Sul sentiero verso valle vide due Cheyenne raggiungere un soldato e ucciderlo. Al morto fu quindi levato lo scalpo che finì ciondoloni su un cespuglio di salvia a guisa di un macabro trofeo di caccia. Big Beaver frugò nei vestiti del soldato morto e finì per trovare una pistola. La sollevò orgoglioso: era la prima pistola che avesse mai avuto tra le mani (17)!
Custer era vestito così quel giorno
Quando i soldati riuscirono alfine a raggrupparsi su quella che altri avrebbero chiamato “Custer Hill” (la collina di Custer) o “Last Stand Hill”, Two Moon chiamò a raccolta i suoi guerrieri per dare inizio ad un’altro attacco. L’attacco fu portato a nord della collina ma venne subito respinto dai soldati di Custer. Two Moon disse che “non era stato possibile spezzare in due la linea dei soldati”, quindi decise di riportarsi a valle, inseguito dal sibilare dei proiettili. “La Compagnia del ‘cavallo Bianco’ combatté con grande determinazione” – disse – “e se anche gli altri soldati avessero fatto altrettanto, penso che Custer avrebbe portato i soldati fin dentro il nostro accampamento.”
Erano là, dunque, gli ultimi soldati. Erano in piedi, rassegnati e ben decisi a dare battaglia con tutte le forze residue. “Stettero in piedi e combatterono bene”, confermarono Gall, Wooden Leg, Brave Wolf e Lone Bear. Fu quello il punto più critico per gli indiani, quel giorno. “Fu la cima della collinetta in cui si trovava Custer con i suoi”, disse Two Eagles. Della stessa opinione era anche Red Hawk: “Su quella cima combattemmo duramente!” Improvvisamente, in un ultimo, misero tentativo, i cavalleggeri fecero scappare via i cavalli che gli restavano, sperando di fare allontanare gli indiani appresso a loro.


Arriva Cavallo Pazzo coi suoi e la battaglia si conclude

In quest’ultima fase della battaglia il ruolo decisivo fu giocato da Cavallo Pazzo che guidò i suoi in un attacco ai soldati di Custer passandogli da dietro, dove non si aspettavano certo di essere attaccati. Con questo attacco che contribuì a chiudere i giochi rapidamente, Cavallo Pazzo ottenne un generale riconoscimento di ottime capacità tattiche e strategiche.
Standing Bear li vide correre; anche Little Hawk li vide. Sentirono l’urlo di qualche guerriero: “Stanno scappando!”, ma quelli che si allontanarono quando anche l’ultimo cavallo grigio della “Compagnia E” sparì nella polvere furono pochi; troppi altri rimasero al loro posto per dare l’assalto alle postazioni di Custer e dei suoi uomini. Pochi istanti dopo aver fatto scappare i cavalli, “una parte dei soldati abbandonò la postazione e, preda del terrore, prese a scendere lungo la collina attraverso le linee degli indiani” – disse Red Hawk, ma furono tutti uccisi prima che potessero infilarsi tra le rocce del fondo. L’Oglala Fears Nothing li vide correre giù inseguiti dagli indiani che, raggiuntili, li uccisero con le mazze da guerra.


I soldati nascosti nella Deep Ravine vengono uccisi dagli indiani

Rain In The Face vide altri soldati scappare (19) e riunirsi vicino al burrone per combattere duramente. “Anche questi furono raggiunti e fatti a pezzi”, disse. Rain In The Face aveva sempre pensato che gli uomini bianchi fossero codardi e non sapessero battersi, ma cambiò opinione: “Da quel giorno portai sempre un gran rispetto per loro.” Standing Bear si trovò proprio sul cammino dei soldati che scappavano precipitosamente verso fondo valle dalla Custer Hill. I nemici finirono per mischiarsi dando vita ad un furioso corpo a corpo, ma non ci fu storia: c’erano almeno tre o quattro guerrieri per ogni soldato! Un soldato tentò di schivare Standing Bear, che si trovava davanti a lui, ma l’indiano gli sbatté in testa il revolver e subito dopo lo finì con una pallottola mentre era a terra, stordito. Molti altri soldati tentarono il “tutto per tutto” nascondendosi in mezzo all’erba alta. Si trattava, chiaramente, di una manovra disperata di uomini che non avevano più scampo e che si rendevano conto di questo. I guerrieri si diressero prontamente verso loro. In quei pressi si trovava Iron Hawk che, ad appena 14 anni, stava combattendo la sua prima, vera battaglia. Quando vide un soldato dirigersi dalla sua parte, incoccò una freccia nell’arco e gliela scagliò addosso. Iron Hawk potè sentire distintamente il grido di dolore del soldato trafitto a morte. Altri soldati fecero la stessa fine tanto che Iron Hawk ebbe a dire: “Quegli uomini bianchi l’hanno voluto. Se l’hanno cercata e io gliela ho data (la morte, nda)!” Usò anche l’arco come una mazza, sbattendolo con forza ripetutamente sulle spalle di un soldato, ringhiando come un orso ogni volta che lo colpiva. Persino dopo che l’uomo cadde a terra, Iron Hawk continuò a colpirlo.


La fase finale su Custer Hill

White Bull, come sempre, era nel mezzo dell’azione. Gli passarono vicino due soldati e lui riuscì a “contare colpo” su uno di loro; era il settimo colpo andato a segno quel giorno. Arrivò il momento di gettarsi addosso a quelli che ancora erano vivi in cima alla Custer Hill. “Nessuno di loro fuggì, erano troppo esausti, Erano tutti bravi soldati”, disse il Brulé Lakota chiamato Hollow Horn Bear che si trovò in mezzo ai guerrieri che portarono a compimento l’ultimo assalto. Questo si svolse in un raggio d’azione molto ristretto, uno contro l’altro, nel caos delle frecce, delle pallottole, della polvere e del fumo che impedivano di avere una chiara visione di quanto stava accadendo. Qui fu ucciso il nipote di Turtle Rib e qui Waterman uccise l’unico soldato che gli riuscì di colpire. Gli saltò addosso e presto lo uccise, ma non gli tolse lo scalpo “perché gli Arapaho non prendono lo scalpo a chi tiene i capelli corti” – disse – “ma solo a chi li tiene lunghi!” Runs The Enemy notò che i soldati bianchi e i guerrieri indiani erano così avvinghiati l’uno all’altro, da rendere difficile persino distinguerli nella confusione. Quando anche l’ultimo soldato fu ucciso disse: “Il fumo aleggiava sopra le nostre teste e i soldati giacevano morti, accatastati l’uno sull’altro.”
Wooden Leg descrisse la scena finale: “Fu come se mille cani fossero stati scatenati uno contro l’altro. Ad un certo punto un soldato grassoccio con una gran barba nera sulle guance si sollevò appena da terra, poggiando su un gomito per guardarsi, stupito, intorno a sé. Alcuni indiani si spaventarono perché pensavano che fosse “ritornato” dalla morte. Un altro Lakota, invece, si avvicinò velocemente e gli sparò decisamente in testa (20). Penso che quello sia stato davvero l’ultimo a morire quel giorno di grandi battaglie.”


L’ultima difesa di Custer

Improvvisamente calò il silenzio, le raffiche di fucileria diventarono spari sporadici; non vi era più alcuno contro cui battersi. Nessun indiano seppe mai dire se tra i caduti in battaglia ci fu l’uomo chiamato Custer. Fu solo uno dei tanti wasichu uccisi. Black Elk riapparve sul luogo dell’ultimo assalto. Si era abituato a osservare la sofferenza, era un ragazzo diventato guerriero in un solo giorno. Incoccò la sua ultima freccia e la scagliò in mezzo alla fronte di un soldato ferito. In quei pressi vi erano suo padre e un altro uomo ed erano così arrabbiati per via delle ferite riportate dal figlio di quello che andarono addosso al soldato appena ucciso e lo fecero a pezzi. Era così grasso che “la carne sembrava persino buona da mangiare”, disse Black Elk. Wooden Leg ispezionò la cima del colle e altri punti in cui ci fu battaglia, finché trovò un soldato che aveva le basette enormi (era il tenente W. W. Cooke, attendente di Custer). “C’é un nuovo tipo di scalpo”, disse e iniziò a tagliare via le lunghe basette.
Quando Wooden Leg si mosse verso il basso finì per incappare nel corpo senza vita di Lame White Man.
Lame White Man (a destra)
Il Cheyenne aveva pagato il suo orgoglio e il suo coraggio con un buco di proiettile nel petto, numerose ferite di arma da taglio e lo scalpo. Evidentemente, realizzò subito Wooden Leg, era stato scambiato per uno degli scout indiani al servizio di Custer e per questo era stato ucciso. Antelope aveva insistito nella ricerca di suo nipote finché qualcuno le disse che il suo corpo si trovava in fondo al burrone, a valle, distante dalla Custer Hill. Due ore di ricerca potevano dirsi concluse. Noisy Walking era stato abbattuto da una fucilata e colpito con un pugnale ma era ancora vivo. Venne riportato, agonizzante, al villaggio. Quella stessa notte Wooden Leg lo visitò. “Ti sei comportato da grande guerriero”, gli disse. Il padre di Noisy Walking, un uomo di medicina che tanto aveva fatto e faceva per gli altri, quella notte non poté fare nulla per il suo unico figlio. Rimasero tutti svegli a controllarlo, ma Noisy Walking morì quella stessa notte.
Ci fu una grande festa al villaggio “perché era stata vinta una grande e importante battaglia”, spiegò Pretty White Buffalo. Tuttavia che gioia ci poteva essere tra chi aveva pagato un alto tributo di vite umane nella propria famiglia per ottenere quella vittoria? “Le donne” – disse – “non riuscivano a sentirsi confortate nel sapere che i loro uomini avevano raggiunto i grandi guerrieri morti, là nelle praterie del cielo.”
In troppi erano morti quel giorno. Moving Robe, al rientro al villaggio, pensò lungamente al suo piccolo fratello morto e, anni dopo, considerò che si era trattato di una vittoria duramente conquistata sul campo, non di un massacro come dicevano i bianchi. “Validi soldati spediti a punire gli indiani avevano combattuto con altrettanto eroici guerrieri e i primi erano stati battuti.” Ma tutto fu inutile. Un anno dopo quasi tutti gli indiani che avevano partecipato alla grande battaglia del Greasy Grass erano stati infine sconfitti e Moving Robe capì che, una volta ancora, avevano perso.