Wild Bill Hickok, la sua storia

A cura di Massimo Rossi

I colori del primo mattino rendono Deadwood particolarmente affascinante. Lungo la strada principale, così come 100 anni fa, passeggiano delle persone, alcuni indossano ancora dei vecchi cappelli, hanno dei grossi baffi spioventi e le pistole alla cintura.
Così come 100 anni fa, lungo la strada principale c’è una porticina con un’insegna: “Saloon No. 10”.
All’interno la luce è scarsa, c’è un grosso bancone sulla sinistra, dei tavoli e delle sedie nella sala. L’atmosfera è carica di magia e di mistero.
Le pareti sono piene di cimeli del vecchio West: fotografie d’epoca, armi, attrezzature.
C’è addirittura una sedia, in una nicchia in alto su una parete, una sedia speciale. In un’altra parete, più in basso, ci sono esposte delle carte da Poker: una coppia di assi ed una coppia di otto con su scritto “la mano del morto”.
Improvvisamente passato e presente si mescolano, il tempo ed il luogo ti rapiscono, si iniziano a sentire delle voci in sottofondo, la sala si anima, c’è del fumo, ci sono delle persone che bevono, altre che parlano, altre ancora che giocano a poker proprio ad un tavolo poco distante.
A destra: un libro su Wild Bill
Un uomo con i capelli lunghi e la corporatura robusta siede al tavolo con le spalle alla porta. Entra un giovane, si muove nella sala come se cercasse qualcuno. Si ferma vicino al tavolo dei giocatori, osserva per un po’, sembra interessato.
Improvvisamente indietreggia, estrae un revolver dalla tasca e spara, alle spalle, all’uomo con i capelli lunghi.
Questi sembra restare un attimo immobile, poi si lascia cadere all’indietro sulla sedia, una sedia speciale. Il suo corpo non ha più vita, le sue carte cadono a terra, una coppia di assi ed una di otto, la mano del morto.
Il suo nome era James Butler Hickok (Troy Grove, 27 maggio 1837 – Deadwood, 2 agosto 1876), la sua storia è leggenda.
La vita certamente preparò Hickok molto presto ad affrontare le pressioni della fama e del rischio di affrontare la morte ogni giorno. Nacque a Troy Grove, nell’Illinois, il 27 maggio del 1837, e fu battezzato James Butler Hickok da suo padre Alonzo, un diacono della Chiesa Presbiteriana.


Il momento dell’uccisione di Wild Bill Hickok

Gli Hickok furono i discendenti della famiglia Hiccocks di Stratford-onAvon, nel Warwickshire, Inghilterra, parenti di William Shakespeare. Una parte della famiglia emigrò in America nel 1635.
Alonzo Hickok nacque nel Vermont nel 1801 e sposò Polly Butler nel 1827 (sembra che Gorge W. Bush, 41° Presidente degli Stati Uniti, sia un discendente della madre di Hickok). La coppia ebbe cinque bambini oltre a James Butler, tre ragazzi e due ragazze.
Un giovane Wild Bill
Alonzo e Polly Hickok si trasferirono nell’Illinois nel 1833, ed alla fine si stabilirono a Troy Grove (all’epoca conosciuta come Homer), nella contea di LaSalle, lungo le alture del Little Vermillion Creek. A Troy Grove aprirono un emporio, il Green Mountain House, che andò abbastanza bene all’inizio ma fallì durante la crisi finanziaria del paese nel 1837. La famiglia si convertì allora all’agricoltura ed all’allevamento.
Per molti anni Alonzo Hickok si adoperò per aiutare gli schiavi fuggitivi a raggiungere la libertà. I suoi figli spesso lo assistevano in questo lavoro, e fu durante tale periodo che il giovane James cominciò a sviluppare il coraggio, l’astuzia e l’intraprendenza che ne caratterizzarono gli anni a venire. A James piaceva stare solo ed adorava le armi da fuoco. Così, mentre il resto della famiglia lavorava nella fattoria, egli si aggirava nei boschi, perfezionando la sua abilità nel tiro andando a caccia e provvedendo così ad una gran varietà di carne fresca per la famiglia.
Hickok lasciò Troy Grove a 18 anni per cominciare la sua vita nell’Ovest.
Vita che cambiò drasticamente nel 1855 quando Hickok si scontrò in una rissa con tale Charlie Hudson e, credendo di averlo ucciso, fuggì nel Kansas dove si unì ai Kansas “Free Staters” per combattere la sanguinosa guerra di confine tra Kansas e Missouri. Nonostante il suo coinvolgimento nella sparatoria a Rock Creek nel 1861 e la sua attività nella guerra civile, la vita di Hickok non fu consacrata all’immortalità fino a che uccise Dave Tutt nel 1865.


Dave Tutt provoca Wild Bill


Il duello tra Hickok e Tutt

Da quel momento tutto cambiò.
Nella primavera del 1866, Hickok fece da guida al Generale William T. Sherman durante il suo tour nell’Ovest. Tra il 1867-68, Hickok fece da scout sia per il Generale Winfield Scott Hancock sia per il Colonnello George Armstrong Custer. Custer fu impressionato da Hickok e più tardi scrisse di lui: “Sia a piedi che a cavallo egli rappresentava uno dei più perfetti esempi di prestanza fisica che io non abbia mai visto. Sul suo coraggio non ci potevano essere dubbi. La sua abilità nell’uso della carabina e della pistola era infallibile.
Non parlava mai di se stesso a meno che non gli si chiedesse di farlo. La sua conversazione non sconfinava mai nel volgare o nel blasfemo. La sua influenza fra gli abitanti della frontiera era sconfinata; la sua parola era legge; e molte erano le liti personali ed i disordini fra i suoi camerati che riusciva a controllare semplicemente dicendo – ‘questa questione è andata già abbastanza oltre’ -, se necessario, faceva seguito il minaccioso avvertimento che “se la lite continuerà ancora dovrà essere appianata con me…’ -.


Lo sguardo di ghiaccio del giovane Hickok

“Wild Bill portava sempre due splendidi e grossi revolver con il manico in avorio. Non fu mai visto senza di loro. So per certo che ha ucciso almeno mezza dozzina di uomini, altri sono stati seriamente feriti, eppure egli è sempre uscito illeso da ogni scontro.”
Le descrizioni di Custer, che apparvero nel suo libro del 1874 “La mia vita sulle pianure”, contribuirono ad alimentare la leggenda di Wild Bill, disegnandolo come una persona di estrema maturità e con il pieno controllo di se stesso.
Inoltre, la sua capacità nel sedare le liti guidò la successiva fase della sua vita: l’applicazione della legge.
Hickok lavorò di tanto in tanto come vice sceriffo tra il 1867 ed il 1870, ma fu in Hays City, Kansas, che egli riuscì veramente a provare il suo valore come tutore della legge. Il 23 agosto 1869, Hickok vinse le elezione straordinarie indette per completare il mandato, non ancora scaduto, dello sceriffo di Ellis County, e decise di stabilire il suo quartier generale ad Hays.


Hays City

Poco dopo l’elezione, Hickok sparò a Bill Mulvey (o Melvin), un tipo poco raccomandabile di St. Joseph nel Montana, il quale dopo essersi ubriacato al Drum’s Saloon, cominciò a terrorizzare Hays, sparando a lampioni e finestre. Quando Hickok gli intimò di consegnare la sua arma da fuoco, Mulvey la ripose nella fondina e tentò di estrarre. Egli non aveva mai curato il cuoio della sua fondina, così morì con una pallottola nel petto, vittima della sua trascuratezza e del suo micidiale avversario.
Appena un mese più tardi, Hickok stava sedando dei disordini in un saloon, ma Samuel Strawhun tentò di colpirlo. Stesso risultato. Hickok impugnò le sue Colt e, prima che Strawhun riuscisse a premere il grilletto, gli piantò due pallottole in corpo. Hickok salvò anche un carrettiere dell’esercito da un linciaggio ad Hays, ed il comandante di Fort Hays gliene fu grato. Fu in questo periodo che Hickok cominciò a preoccuparsi della sua sicurezza personale, prese l’abitudine di camminare al centro della strada, controllando sia davanti sia dietro di sé e non permettendo ad alcuno di avvicinarsi troppo. All’inizio i giornali locali scrivevano “Hays City è sotto l’attenta sorveglianza di Wild Bill, è tranquilla e le cose vanno bene”. Ma le persone di Ellsworth County non sembravano apprezzare i metodi usati da Hickok per far rispettare la legge. Perse, così, le regolari elezioni di novembre a favore del suo vice, Peter Lanihan.


Wild Bill discute al tavolo da gioco

Hickok lasciò il suo ultimo segno ad Hays durante l’estate del 1870. La notte del 17 luglio due soldati del 7° Cavalleria, Jerry Lonergan e John Kile, apparentemente lo aggredirono in un Saloon. Secondo uno dei racconti, Kile tentò di sparare un colpo ma la cartuccia non esplose. Prima che Lonergan potesse sparare, o che Kile potesse premere di nuovo il grilletto, Hickok esplose due colpi: uno frantumò il ginocchio di Lonergan e l’altro ferì Kile, che morí il giorno dopo.
Quando Hickok fu eletto sceriffo di Abilene (il 15 Aprile 1871, con un salario di 150$ al mese) egli offriva a coloro che causavano guai una scelta: “Lascia la città sul primo treno diretto a est, sul treno diretto a ovest, o punta dritto a nord domattina.”
Ad eccezione di rari casi, i cowboy del Texas, generalmente gli elementi più violenti in città, decidevano di seguire l’avvertimento.
In realtà, i numerosi giocatori d’azzardo e prostitute di Abilene dettero ad Hickok ed i suoi uomini più guai dei cowboy. Infatti Hickok iniziò subito ad ostacolare le abitudini poco pulite di molti giocatori d’azzardo, comunemente tollerate nei saloon. Quando i giocatori cominciavano ad essere troppo brilli, Hickok interrompeva le partite al fine di impedire loro di perdere tutti i propri averi, annebbiati dai fumi dell’alcool.
Perciò il maggiore McCoy disse di Hickok “Egli era l’uomo più onesto che non abbia mai visto”.
A destra: Wes Hardin
Un Texano, comunque, fece infuriare Hickok.
Fu John Wesley Hardin, uno dei più prolifici e mortali pistoleri degli annali dell’Old West. Hardin seguí l’assassino di un suo compagno Texano per Sumner City, Kansas, lo uccise, e poi si spostò ad Abilene dove uccise un altro uomo senza ragione: russava addormentato sul tavolo di un saloon e lo disturbava. Hardin fuggì quando un furioso Hickok andò a cercarlo. Hardin più tardi sostenne che Hickok tentò di disarmarlo. Secondo la storia di Hardin, egli tese ad Hickok le sue pistole dalla parte del calcio e quando furono vicini, Hardin fece girare improvvisamente le armi nelle sue mani, impietrendo Wild Bill, disarmandolo e facendolo desistere da ogni intenzione.
Nel tempo Hardin riportò questa sua versione dei fatti nella sua autobiografia del 1895, quando Hickok era già morto. Sembra piuttosto inverosimile che un uomo dell’esperienza di Hickok potesse cadere in un tranello così banale e conosciuto.
Ben Thompson, un altro pericoloso bandito del Texas, frequentò il Bull Head saloon di Abilene e, nonostante non gli piacesse affatto Hickok, non ebbero mai occasione di misurarsi per testare la loro abilità con le armi.
Phil Coe, co-proprietario del Bull Head, si trovò in una disputa con Hickok quando tutti e due cercavano di accaparrarsi le attenzioni di miss Jessie Hazel, proprietaria di un costoso “bordello” in città.
Ben Thompson
In questo caso Hickok perse e la signora decise di partire con Coe per il Texas. La sera del 5 ottobre 1871, prima della partenza, Coe ed alcuni altri Texani parteciparono ad una sparatoria.
Quando Hickok li affrontò in strada, Coe commise un errore. Tutti e due gli uomini si spararono due volte da una distanza di pochi metri. Coe mancò tutti e due i colpi, ma Hickok infilò entrambi i proiettili nello stomaco del Texano, che morì due giorni più tardi.
Sebbene Hickok possa aver provato piacere nello sparare a Coe, quella fu comunque una tragica sera per lui.
Proprio mentre sparava a Coe, un altro uomo, impugnando un revolver, corse rapidamente verso di loro. Pensando che fosse uno degli amici di Coe, Hickok sparò ancora due volte e lo uccise. Quell’uomo era, invece, il suo vice e carissimo amico, Mike Williams. Wild Bill Hickok, il killer freddo come la pietra, pianse apertamente mentre portava Williams nell’Alamo Saloon e lo posò su un tavolo da biliardo, dove poco dopo morì. Hickok pagò le spese funebri per Williams, il quale probabilmente fu l’ultimo uomo che uccise.


La tragica sparatoria con Phil Coe

Nel dicembre 1871, il consiglio comunale di Abilene decise di non aver più bisogno dei costosi servizi dello Sceriffo Hickok e lo scaricò.
Egli si diresse in Colorado e poi a Kansas City, dove perse tutto il suo denaro ai tavoli da gioco.
Ormai destituito, accettò un’offerta per apparire in scena nel “Sidney Barnett Wild West Show”, comparendo in due spettacoli a Niagara Falls, N.Y., il 28 e 30 agosto del 1872, ma odiava questi spettacoli per cui lasciò praticamente subito.
La primavera successiva girarono voci nel paese secondo le quali Hickok sarebbe stato assassinato a Fort Dodge, nel Kansas, per mano di alcuni Texani. Rispose scrivendo alcune lettere a diversi giornali. In una lettera in particolare si rivolse al famoso scrittore Ned Buntline: “Ned Buntline sta tentando di assassinarmi da anni. Avendo finora fallito, sta tentando con alcuni Texani.”


Wild Bill (secondo a sinistra) con il Wild West Show

Nonostante Hickok avesse una vera avversione nei confronti della scena, “Buffalo Bill” Cody riuscì a persuaderlo ad unirsi al suo gruppo teatrale nell’Est nel settembre 1873. Hickok girò con Cody per cinque mesi poi lasciò tutto per tornare nell’Ovest.


Da sinistra: Wild Bill Hickok, Texas Jack Omohundro, Buffalo Bill Cody

In quel periodo iniziò ad indossare degli occhiali, a suo dire necessari a causa della forte illuminazione delle scene. In realtà Hickok aveva seri problemi alla vista. A Cheyenne si fece visitare da un oculista e la diagnosi fu impietosa: imminente cecità da glaucoma. Questo condizionò tutto il resto della sua vita.
Tra il 1874 ed il 1875, Hickok trascorse parte del suo tempo a Cheyenne, Wyoming Territory. Fu lì che incontrò Agnes Lake, una signora che aveva già incontrato diversi anni prima ad Abilene. La signora Lake era rimasta vedova nel 1869 quando il marito William Lake Thatcher (un artista del circo) fu ucciso in un litigio con un tale nel Missouri.
Agnes Lake
Agnes Lake aveva raggiunto fama internazionale come amazzone, funambola, ballerina e domatrice di leoni. Quando Hickok la incontrò ad Abilene, nel 1871, era la proprietaria del circo.
Il 5 marzo 1876, non molto tempo dopo essersi incontrati di nuovo a Cheyenne, Wild Bill e Agnes si sposarono. La cerimonia ebbe luogo a Cheyenne, nella casa di S.L. Moyer, e fu officiata dal Rev. F.W. Warren della Chiesa Episcopale Metodista.
Subito dopo la luna di miele di due settimane a Cincinnati, ospiti nella casa del genero di Agnes Lake, Gilbert Robinson, Hickok partì per le Black Hills determinato a guadagnare abbastanza denaro attraverso il gioco d’azzardo e la prospettiva di trovare dell’oro, per dare al suo matrimonio delle buone basi finanziarie.


Deadwood nel 1876

I due sposini non ebbero più modo di rivedersi.
Harry Young, barista del Carl Mann Saloon No. 10 di Deadwood, più tardi scrisse dell’arrivo di Hickok: “Circa a metà di luglio, il mio vecchio amico Wild Bill arrivò a Deadwood. E’ difficile immaginare qualcosa di più curioso dell’immagine di Hickok a cavallo. Non era mai stato a nord di Cheyenne prima d’ora, sebbene molti a Deadwood ne conoscevano la reputazione. Un gran numero di pistoleri erano in città ed il suo arrivo causò quasi commozione ed agitazione. Hickok cavalcò fino al saloon dove stavo lavorando, e conobbe il proprietario, Carl Mann. Mann lo salutò con molto entusiasmo e gli chiese di fare del Saloon il suo quartier generale. Questo significava denaro per Mann. Hickok acconsentì.”
Una volta a Deadwood, Hickok si accampò nei sobborghi della città con i suoi cari amici “California Joe” Anderson, “Colorado Charlie” Utter e Steve Utter. Trascorse con loro un po’ di tempo, ma, come al solito, il fascino dei tavoli da gioco era più forte.
La presenza di Hickok in diversi Saloon rappresentò una minaccia per i fuorilegge presenti in città.
Deadwood, così come Abilene diversi anni prima, era dominata da banditi, giocatori d’azzardo ed ogni tipo di truffatore conosciuto. Essi vivevano sull’oro dei minatori onesti e non volevano nessuna pulizia della città per mano di Hickok o chiunque altro.
Tim Brady e Johnny Varnes, due leader dei bassifondi di Deadwood, promossero una congiura per uccidere Hickok, in modo che non potesse essere nominato sceriffo. Il lavoro fu offerto a Jim Levy e Charlie Storms, due noti banditi, ma non accettarono. Avendo avuto notizie sui problemi di vista di Hickok, forse avrebbero fatto bene ad accettare.
Wild Bill in azione
Appena alcuni mesi prima, Hickok commentò con un conoscente: “I miei occhi stanno andando veramente male. I giorni delle grandi sparatorie sono finiti.”
Hickok, vedendoci sempre meno ed avendo intuito aria di guai intorno a sé, fece affidamento sulla sua reputazione per tenere la situazione sotto controllo. La reputazione di Hickok funzionò da deterrente e lavorò sui sei banditi del Montana che dicevano di volerlo uccidere. Hickok, accompagnato dalle sue Colt gemelle, parlò loro con la sua franchezza usuale: “Io capisco che dei pistoleri del Montana possano avere qualche problema nei miei confronti, ma vi vorrei far osservare che se non saranno fermati, presto ci saranno un certo numero di funerali economici a Deadwood. Non sono venuto in questa città in cerca di fama e notorietà, ma nemmeno per sopportare gli insulti, voglio solo vivere in pace.”
Hickok non cercava né fama né amore, e non ebbe nessuno rapporto “romantico” con Martha Jane Cannary, la famosa Calamity Jane. Egli voleva semplicemente tornare al più presto da sua moglie con un po’ di denaro in tasca, come provato da alcune frasi della lettera che le scrisse da Deadwood il 17 luglio 1876 : “Mia adorata moglie Agnes… Vivo solo per il tuo amore… Ed allora saremo felici. J.B. Hickok”


Pistola, cinturone e fondina appartenuti a Wild Bill Hickok

La lettera di Hickok del 1° agosto fu a dir poco profetica, forse più di quanto Hickok non si sarebbe mai aspettato: “Cara Agnes, se dovesse accadere che non ci incontrassimo mai più, mentre sparerò il mio ultimo colpo, sussurrerò con delicatezza il nome di mia moglie e perfino i saluti per i miei nemici, poi mi tufferò e tenterò di nuotare verso l’altra sponda. J.B. Hickok – Wild Bill”
Il giorno dopo aver scritto la lettera alla moglie, il 2 agosto 1876 alle 16, si unì ad una partita di poker nel Carl Mann Saloon No. 10. Gli altri giocatori erano Charles Rich, un pistolero, il col. Stapleton, Carl Mann stesso ed il cap. Willie Massie, un pilota dei battelli a vapore del Missouri.


Il punto esatto in cui si trovava il Saloon No. 10

Hickok ebbe una breve conversazione al bancone con Harry Young, prima di accomodarsi. Fu l’ultimo a sedersi e l’unica sedia rimasta libera dava le spalle alla porta posteriore.
Hickok, che per precauzione sedeva sempre con le spalle al muro, domandò a Charles Rich di scambiarsi di posto. Rich sorrise, prendendo in giro Hickok insieme agli altri, e restò al suo posto.
Un vagabondo del posto, tale Jack McCall, entrò nel salone inosservato, era conosciuto, di tanto in tanto faceva qualche lavoretto nel locale.
McCall iniziò a muoversi piuttosto casualmente, andò poi verso la porta posteriore, dietro la sedia di Hickok. Una volta là, si fermò e guardò il gioco per alcuni minuti. Hickok e Massie stavano discutendo sull’abitudine del capitano di allungare lo sguardo sugli scarti degli avversari. Gli altri giocatori erano concentrati sulle loro carte.
Nessuno stava facendo attenzione a McCall.
Jack McCall
Improvvisamente nel locale si udì un fragore forte, McCall aveva tirato fuori dalla tasca del suo soprabito un revolver di calibro 45 ed aveva sparato a Hickok colpendolo alla testa da meno di un metro di distanza.
Hickok rimase sospeso per un momento, come se il tempo si fosse fermato, poi si riversò all’indietro e le carte che teneva in mano caddero sul pavimento. Quella mano, che comprendeva un paio di assi ed un paio di otto, diventò famosa come “la mano del morto”.
Il movente per il quale McCall uccise Wild Bill Hickok è sconosciuto. Esistono solo alcune congetture. C’è chi dice che fu assoldato dai cosiddetti cospiratori di Deadwood, che volevano Hickok morto. Altri sostengono che McCall voleva semplicemente vendicarsi di aver perso 110$ il giorno prima in una partita a poker proprio con Wild Bill.


Il primo processo a McCall

Jack McCall fu accusato una prima volta da una corte illegale di minatori a Deadwood il 3 agosto e fu considerato non colpevole.
Successivamente fu giudicato a Yankton, Dakota Territory, e questa volta fu riconosciuto colpevole. Fu impiccato il 1 marzo 1877.


L’impiccagione di Jack McCall


Il momento finale dell’impiccagione

La morte di Hickok ebbe un effetto devastante sulla sua famiglia. Diversi mesi dopo la sua morte, sua moglie Agnes scrisse: “Lo vedo giorno e notte vicino a me. Più tempo passa dalla sua morte e più mi sento peggio.” In Kansas, la sorella di Hickok, Lydia, rimpianse che suo fratello non trovò la morte con Custer a Little Bighorn, piuttosto che sul pavimento di un saloon, per mano di un balordo. E quando la brutta notizia giunse a Troy Grove, sua madre ebbe un’emorragia al polmone. Morí due anni più tardi.
Wild Bill Hickok fu sepolto nel cimitero di Mount Mariah di Deadwood.


Calamity Jane

Fu volontà di Calamity Jane, dopo la sua morte, essere sepolta accanto ad Hickok per l’eternità, a conferma del fatto che forse “il diavolo dello Yellowstone” era veramente innamorata di Wild Bill.
Dopo la morte lo scultore Alvin Smith realizzo una scultura a grandezza naturale che fu posta sulla tomba nel 1906.


La statua dedicata a Wild Bill

In poco tempo, però, fu quasi distrutta da cosiddetti fans che prelevarono parti della statua come cimeli, al punto che fu deciso di portarla all’interno del più sicuro Adam Museum, lasciando al suo posto una semplice lapide di granito.

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