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Old Scarbreast

A cura di Marco Aurilio


Old Scarbreast
Nel 1884 una vasta e remota area desertica fu annessa alla grande riserva navajo, A.W. Barber partecipò alla spedizione che aveva il compito di delimitare tale area. Il quarto giorno, dopo essere giunti al trading post di Willow Springs, il gruppo arrivò ad un isolata pozza naturale, alla base di una roccia. Lì vicino, in una gola, abitava il vecchio proprietario, piuttosto debole a causa di una polmonite.
Ogni volta che vedeva dei bianchi avvicinarsi, gli andava incontro per riscuotere il pedaggio. Un quarto di dollaro per abbeverarsi, un dollaro per una botte d’acqua della sorgente da portare via, ancora più moneta per non essere attaccati. Lui e i suoi uomini ronzavano intorno a tutti i passanti e se alle loro richieste fosse seguito un rifiuto, sarebbe sparito qualche cavallo, restituito solo dopo una buona ricompensa. Il vecchio uomo era noto come Old Scarbreast, per via di una lunga ferita sul petto rimediata in uno lontano scontro con gli Utes. Barber scrive di come in una delle tante razzie che aveva condotto nel sud dello Utah, fu ferito ad un polmone, ma riuscì ugualmente a salvarsi attraversando il fiume Colorado a nuoto. Nato come Todachene Nez nel 1812, figlio di un capo, da ragazzino fu fatto prigioniero in uno scontro con i Paiutes, presso i quali crebbe. Sposò una nipote del capo Kanosh e rimase con i Paiutes fino alla morte della moglie, quando tornò dai Navajos con una figlia ed un figlio. Nel 1833 era già tornato nella sua tribù, quando combattè la “Three War Peaks Battle” sconfiggendo un contingente di invasori Utes molto più numeroso dei suoi guerrieri. In Questa battaglia catturò un pony ornato di oggetti spagnoli ed i Navajos lo iniziarono a chiamare Spanish Horse. Alcune fonti riportano di un suo attacco al pueblo di Oraibi, nel 1835 (da non confondere con il più noto attacco portato dal capo Narbona nel 1837).
Nel 1858 i mormoni guidati da Jacob Hamblin entrarono nel suo territorio. Scarbreast gli andò incontro e si pose loro in maniera amichevole, tanto da offrirgli ospitalità presso il suo accampamento. Fu per via di un errore nella traduzione dell’interprete paiute di Hamblin, Naraguts, che il leader mormone lo citerà nei suoi scritti come Spaneshank (e non come Spanish Horse). C.L.Christensen of Moab, missionario tra gli indiani, lo ricorderà invece con il nome Da-Nish-Yant (che significa “ha detto il vero”) ma a volte viene citato anche come Tanigoots.
Negli anni a seguire Hamblin si sarebbe fermato spesso al suo campo, quando si recava in visita dagli Hopi. Durante uno di questi soggiorni il capo gli diede in sposa la figlia, che essendo per metà paiute, veniva considerata inferiore e trattata male dai Navajos. La donna si chiamava Sarah Maraboots, dopo il matrimonio assunse il nome di Sarah Dyson. Il capo, in seguito ad un sogno, affermò anche di credere nel mormonismo. La sua amicizia con i religiosi lo mise però in cattiva luce agli occhi degli americani, come egli stesso riferì ai due mormoni Haskell e Shelton, il 10 Dicembre 1859, quando li intercettò nel suo territorio. Nel suo diario Haskell riferisce di aver ricevuto da lui una cattiva impressione, dato che sembrava interessato in realtà solo a ricevere tabacco o altri regali. Nel 1860 in uno di questi viaggi i mormoni furono attaccati dai Navajos e George A. Smith perse la vita. Hamblin si rifugiò da Scarbreast che lo protesse dal capo del gruppo degli assalitori, nientemeno che il suo bellicoso figlio Peokon. Pochi giorni prima alcuni soldati provenienti da Camp Floyd in Utah avevano attaccato i Navajos e ucciso alcuni di loro. Essendo giunti da nord, Peokon li scambiò per mormoni; aveva intenzione di ucciderne tanti quanti i suoi compagni caduti nell’ attacco subito. Di fronte alla maggiore autorità del padre però, dovette abbandonare il campo inveendo contro di lui. Scarbreast continuò a proteggere Hamblin in quegli anni di scontri tra Navajos e Americani, ma la loro amicizia terminò nel 1872. Un suo figlio, con altri tre navajos, si era recato in Utah per commerciare e sulla via del ritorno avevano ucciso un vitello che apparteneva ad un colono bianco. Per tutta risposta il gruppo fu attaccato, suo figlio ucciso e solo un navajo riuscì a salvarsi. Da allora Scarbreast odiò profondamente anche i mormoni e passare nei suoi territori divenne per loro molto pericoloso. Durante l’ultima guerra contro la sua tribù condotta da Kit Carson, molti gruppi navajo non si arresero ed evitarono la deportazione a Bosque Redondo sul fiume Pecos e fra questi anche i Navajos dell’ovest di Scarbreast. Sembra che in quegli anni partecipò ad una vittoriosa battaglia contro un gruppo di scouts indiani. I Navajos anche dopo il ritorno da Bosque Redondo e lo stabilimento della loro riserva, continuarono a razziare gli insediamenti dei coloni del sud Utah. Scarbreast fu a capo di molti di questi raids, in particolare gli viene attribuita una grossa razzia di circa 1500 capi di bestiame. L’Utah Territorial Militia dell’Iron District dovette spesso attuare campagne militari contro di loro. In una di queste nel 1869, Edwin G.Wolley annotò il nome di Navajo Mountain come “Spanny Shank Mountian” a testimonianza dell’ancora sua forte leadership nell’area nord-ovest del territorio navajo.


Navajos davanti il Trading Post di Chinle, Arizona

Tra il 1881 ed il 1923 il capo paiute Old Posey fu protagonista di numerosi scontri sia con coloni americani che con i Navajos. In uno di questi fu sconfitto proprio da Scarbreast. Affiancato da altri due noti capi dell’area di Kaibeto, Blackwhiskers e Daghaa’ Sicaad (Dugy Sacadi), nonostante l’ inferiorità numerica, grazie alla sua abilità riuscì a respingere i razziatori. I Paiutes furono spesso vittima di suoi attacchi tanto che veniva anche chiamato “Il Terrore dei Paiute”.
Dieci suoi guerrieri aiutarono inoltre nella cattura del noto fuorilegge Jim Parker. Per il resto dei suoi giorni continuò a tenere lontani gli stranieri dai suoi territori. In una lettera al pioniere e missionario Kumen Jones, Aquila Nebeker (Presidente del Senato dello Utah) ricorda l’uccisione di un cercatore d’oro da parte di “Old Scarbreast”, nei pressi di Lee’s Ferry. Da quando ruppe i rapporti con Hamblin, solo due uomini bianchi riuscirono a considerarsi suoi amici, i traders McAdams e Joe Lee. Fu con il secondo che instaurò i migliori rapporti. Lee lo visitava spesso anche quando si spostò con il suo trading post. Nel Maggio 1910 Scarbreast ormai molto anziano capendo che gli restava poco da vivere, inviò un messaggero all’amico trader, invitandolo al suo hogan. Lee si precipitò ma non arrivò in tempo. Il giorno dopo fu sepolto con numerosi oggetti d’argento; due selle ed il suo fucile preferito pendevano sulla sua tomba appesi ai rami di un vicino albero.