Oklahoma, il Territorio Indiano


Deportazione di indiani nel Territorio Indiano
Il nome dato al Territorio Indiano ai tempi della conquista del west, Oklahoma, deriva da parole indiane di diversa provenienza. Ad esempio, in lingua Cherokee si pronuncia òkàlàhoma. Le parole Choctaw “okla” e “humma” letteralmente significano “persona rossa”. Negli Stati Uniti è anche conosciuto con il soprannome di “The Sooner State”. Nato dall’unione tra il Territorio dell’Oklahoma e il Territorio indiano, il 16 novembre 1907, l’Oklahoma divenne il 46º stato dell’unione.
I suoi abitanti sono noti con il nome di Oklahomans o meno formalmente Okies.
La maggior parte dello stato dell’Oklahoma è situata nella regione delle Grandi Pianure.
A causa dell’intensa dislocazione di nazioni di nativi americani, in Oklahoma vengono parlate più di 25 lingue native americane.
Come abbiamo detto, il nome Oklahoma deriva dalle parole Choctaw “okla humma”, che letteralmente significa “terra delle persone rosse”. Allen Wright fu il primo a suggerire il nome nel 1866, durante i trattati con il governo federale riguardo alle sorti del Territorio indiano, che si voleva che fosse totalmente controllato dagli Stati Uniti.


La mappa del Territorio Indiano

In origine, dunque, il termine indiano okla humma veniva usato per indicare le popolazioni che vivevano nel territorio. In seguito, Oklahoma divenne di fatto il nome assegnato a tutto il territorio e venne adottato ufficialmente nel 1890, due anni dopo l’inizio della colonizzazione intensiva da parte dei bianchi con l’apertura dei confini e l’assegnazione gratuita degli appezzamenti di terra. Erano ormai finite le guerre indiane e le tribù erano prevalentemente state confinate nelle riserve a cui, tra l’altro, venivano continuamente sottratte quote di terra in costante violazione dei trattati.
Esistono delle fonti che provano il passaggio attraverso lo stato di diversi popoli indigeni già a partire dall’ultima glaciazione.
Antenati di tribù Wichita e Caddo vivevano nel territorio che oggi è incluso nell’Oklahoma.


Indiani deportati verso l’Oklahoma

Il centro più occidentale della Cultura del Mississippi era Spiro Mounds, che si trova presso la città di Spiro. L’esploratore conquistatore spagnolo Francisco Vázquez de Coronado attraversò lo stato nel 1541, ma gli esploratori francesi nel 1700 reclamarono il territorio e così l’Oklahoma rimase sotto dominio francese fino al 1803, quando l’intero territorio francese ad ovest del fiume Mississippi è stato acquistato dagli Stati Uniti durante le complesse e lunghe trattative per l’acquisto della Louisiana.
Nel corso del XIX secolo migliaia di nativi americani furono espulsi dalle loro terre ancestrali da tutto il Nord America e deportati nel cosiddetto Territorio Indiano, uno spazio che è poi divenuto lo stato dell’Oklahoma. Un totale di 17.000 Cherokee e 2.000 dei loro schiavi neri furono lì deportati.


Tulsa, nel Territorio Indiano, 1893

Utilizzato come riserva indiana a partire dal 1830, gran parte del territorio fu assegnato alle cosiddette “Cinque tribù civilizzate”, ossia Chickasaw, Choctaw, Creek, Seminole e Cherokee; ed è proprio per questo che lo stato era anche noto come “Indian Territory” o “Indian Country”.
All’interno del Territorio Indiano vennero dislocati anche altri raggruppamenti di tribù indiane, talvolta anche semplici bande. Parliamo di Shawnee, Ottawa, Potawatomi, Sauk e Meskwaki (Fox), Kickapoo, Miami, Lenape. Curiosamente, si devono anche ricordare episodi di segno opposto, quale ad esempio quello dei Seneca che con il secondo trattato Buffalo Creek (1838), cedettero le loro terre del Territorio Indiano per essere dislocati nello stato di New York.
In Oklahoma non vennero solo deportate intere tribù, ma vennero imprigionati anche indiani di diversa provenienza per aver resistito all’avanzata dei bianchi con le armi. Ad esempio, un caso famosissimo riguarda Geronimo che dopo essere stato arrestato dalle truppe americane finì per essere trasferito a Fort Sill in Oklahoma nella “Missione Apache” per prigionieri di guerra.


Geronimo a Fort Sill

L’occasione per colonizzare anche questa regione fu data dalla Guerra di Secessione americana. Infatti, molte tribù dell’Oklahoma possedevano schiavi e parteggiarono per i Confederati sudisti. Con la sconfitta, tali tribù furono private di gran parte della regione occidentale del territorio che fu data ad altre tribù ed in parte agli europei. La schiavitù nello stato venne abolita nel 1866. Fu però con la costruzione della ferrovia (1870-1872) che fu facilitata la grande penetrazione dei coloni bianchi. Nel 1881 quattro dei cinque sentieri principali del bestiame sulla frontiera occidentale attraversavano il paese. Nel 1889 il presidente Harrison fece assegnare una larga striscia del territorio a 20.000 coloni.
Per favorirne ulteriormente la colonizzazione, sempre nel 1889, fu indetta la cosiddetta “corsa alla terra dell’Oklahoma”, a cui parteciparono circa 100.000 persone per il possesso di 42.000 poderi.


La corsa per la terra dell’Oklahoma del 1890

Molti partecipanti alla corsa, contravvenendo alle regole della stessa, si accaparrarono in anticipo gli appezzamenti, da qui il soprannome “The Sooner State”, lo Stato di quelli che arrivarono prima).
All’inizio del XX secolo il quartiere Greenwood di Tulsa era una delle comunità afro-americane più prosperose degli interi Stati Uniti.
Il territorio fu allora suddiviso in due parti: il Territorio indiano e quello dell’Oklahoma, divenendo poi, nel 1906, un’unica entità-stato che il 16 novembre 1907 entrò a far parte dell’Unione come 46º stato.

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