I comancheros

A cura di Sergio Mura

I comancheros in un quadro di Joe Beeler
Alcuni storici e scrittori hanno detto che i “Comancheros” erano dei commercianti messicani. In realtà i commercianti provenienti dal Messico furono coinvolti solo occasionalmente nei traffici dei Comancheros, mentre è ampiamente dimostrato che la maggior parte di essi proveniva dal New Mexico, oppure erano ispanici o persone di etnia mista.
Qualunque fosse la loro provenienza, se mai c’è stata una figura veramente controversa agli occhi della gente della frontiera, ebbene questa figura è incarnata pienamente dai “Comancheros”.
La storia dei Comancheros può essere agevolmente divisa in due parti. Una abbastanza trasparente e, tutto sommato, anche “pulita”, ricca di commerci e scambi e persino di unioni familiari tra persone di popoli diversi. Un’altra, l’ultima, che come vedremo era perlomeno opaca, con interessi indegni da parte dei comancheros, interessi che portarono, tra l’altro, ad un aumento della conflittualità tra indiani e bianchi.
I Comancheros erano in origine commercianti che svolgevano la loro attività a nord e nel centro del New Mexico e che si guadagnavano da vivere commerciando con le tribù indiane nomadi delle grandi pianure. Ma da quelle basi si spostavano frequentemente verso il nord-est del New Mexico, il Texas occidentale e altre vaste zone delle pianure meridionali del Nord America. Il nome “Comancheros” gli era stato attribuito perché i Comanche erano considerati da tutti i loro migliori clienti, quelli con cui scambiavano la maggior parte delle loro merci e quelli con cui concludevano i migliori affari.
Trafficare con gli indiani in periodi in cui alla frontiera vi era sempre il rischio di perdere la vita in un attacco indiano era chiaramente foriero di odio. I “Comancheros”, infatti, commerciavano proprio con certe bande di indiani, rifornendole anche di preziosissime armi.
Uno dei comancheros più importanti del New Mexico fu Jose Piedad Tafoya (1834 – ca. 1913), a volte chiamato il “Principe dei Comancheros” per via dei suoi traffici sempre al limite e oltre il limite del legale con i Comanche e i loro alleati Kiowa. Con loro venivano scambiati cavalli rubati, bestiame e prigionieri.


Quattro comancheros messicani

All’inizio dei traffici dei comancheros – che erano spesso conclusi illegalmente – gli scambi erano limitati ad alcuni tipi di manufatti (strumenti di varia natura ma anche stoffa), farina, tabacco e pane, merci per le quali ricevevano dai Comanche pelli, bestiame e schiavi. Questo tipo di scambi incentivavano le razzie dei Comanche, indiani temutissimi in tutte le zone su cui si estendeva la loro presenza. Commerciavano anche armi, questo è storicamente provato, ma la relativamente scarsa capacità dei “Comancheros” di procurarne, rende difficile quantificare questo tipo di scambio assolutamente illegale in tutta la frontiera e per il quale si rischiava letteralmente la pelle.
La tremenda fama dei Comancheros è legata strettamente a come questa figura storica di commercianti senza scrupoli è stata descritta in miriadi di libri, fumetti e in alcuni film western. Citiamo, tra i film, “The Last Comanchero” (14 gennaio, 1958) e il film con John Wayne “I Comancheros” anche se in quest’ultimo i collegamenti con la realtà storica sono da considerarsi abbastanza leggeri.
Prima l’arrivo degli spagnoli, le genti che sarebbero state conosciute come Comanche non vivevano nel sud delle grandi pianure. I Comanche erano del ceppo Shoshonean e migrarono dal nord, distinguendosi come tribù a sé stante nei primi anni del XVIII secolo, in gran parte come frutto della grandissima capacità di allevare e cavalcare i cavalli ottenuti storicamente in seguito alla Rivolta Pueblo del 1680. I Comanche migrarono verso sud attraverso le Montagne Rocciose fino alle pianure meridionali, dove con i loro parenti di ceppo Shoshonean, gli Ute, cominciarono ad apparire durante occasioni di scambi nella zona di Taos intorno al 1700. Durante la prima metà del XVIII secolo il popolo Comanche si diffuse gradualmente in tutte le pianure meridionali e in ampie zone del Texas, dove finirono per allontanare i popoli tribali che avevano vissuto lì prima della venuta degli spagnoli, per lo più Apache.


Un comanchero (quadro di C. Michael Dudash)

Nel 1719, i Comanche eseguirono il primo raid di cui si ha notizia presso alcuni insediamenti della valle del Rio Grande per razziare un gran numero di cavalli. Da quel momento e per i successivi 60 anni, le relazioni tra le tribù Comanche e gli insediamenti spagnoli o Pueblo fu un continuo alternarsi di scambi commerciali convenienti per entrambi e furibonde lotte all’ultimo sangue. Durante la seconda metà del XVIII secolo (1750-1780), le incursioni delle bellicose tribù di indiani delle pianure meridionali – in particolare Comanche, Apache e anche altri gruppi tribali – divennero una costante per l’area in cui vi erano insediamenti spagnoli o di indiani Pueblo; lo scopo era ormai il solito, la razzia dei cavalli. Tutto questo è andato avanti per lunghi anni, fino al 1779, quando un esercito di 500 uomini (inclusi circa 200 indiani) al seguito del nuovo giovane governatore, Juan Bautista de Anza, intraprese una spedizione punitiva contro il più grande e più attivo gruppo di predoni Comanche, guidato da un guerriero famosissimo, conosciuto come Green Horn (Cuerno verde). La spedizione si concluse con una sonora sconfitta per i Comanche, presi di sorpresa nel loro campo, e con la morte del capo Cuerno Verde. In seguito a questa drammatica batosta, molti capi di guerra Comanche decisero di aderire ad un trattato di pace e alla fine del 1785 tutte o quasi tutte le bande Comanche avevano accettato di firmarlo. Il trattato tra spagnoli del New Mexico e i Comanche venne firmato il 28 febbraio del 1786 a Pecos Pueblo e la firma venne apposta dal governatore de Anza e dal capo di guerra Comanche chiamato Ecueracapa, che aveva avuto l’incarico di rappresentare tutti i Comanche.
Questo trattato è da tutti gli studiosi posto alla base del futuro traffico tra indiani Comanche e comancheros.
Prima di questo momento, il commercio nel New Mexico con il popolo Comanche era stato essenzialmente limitato alla semplice somma di scambi effettuati durante fiere o manifestazioni a Taos e Pecos Pueblos, oppure agli scambi con i coloni spagnoli a Santa Cruz, Santa Fe, Valencia e Tome.


Un comanchero tenta di avviare degli scambi

Alcuni studiosi sostengono che anche prima del trattato ci fu commercio tra i piccoli gruppi di Pueblo e gli spagnoli con varie bande di Comanche nelle pianure meridionali e questo, come abbiamo scritto, è tutto sommato incontestabile, ma il vero e proprio commercio dei “Comancheros” crebbe e fiorì dopo quell’anno.
Dal 1780 fino alla metà del XIX secolo, il commercio dei Comancheros fiorì in diversi luoghi delle pianure meridionali, in particolare nel nord-est del New Mexico a Cejita de Los Comancheros nell’attuale Harding County e nella zona di Palo Duro Canyon nel Texas vicino a Quitaque nell’odierna Briscoe County.
I Comancheros, per i loro traffici, seguivano piste ben conosciute; una andava da Santa Fe al fiume Pecos e, attraversando il Llano Estacado, raggiungeva il Canyon del Rescate dove oggi sorge Lubbock, Texas. Un’altra pista battuta dai comancheros procedeva a est fino all’odierna Quitaque, sempre in Texas; un’altra ancora correva lungo il confine tra New Mexico e Texas e passava per Palo Duro Canyon. Un’ultima pista raggiungeva Las Tecovas, a ovest di Amarillo.
Queste, più o meno, altro non erano che le rotte già storicamente percorse dagli abitanti delle pianure per raggiungere i pueblos del New Mexico, veri e propri centri commerciali.
Quando il governo degli Stati Uniti iniziò la sua guerra contro i Comanche – a conclusione della guerra civile americana – i loro alleati e talvolta anche parenti Comancheros si schierarono con gli indiani supportandoli con la vendita di armi da fuoco e munizioni alle tribù.
Il comportamento dei comancheros – sopportato con difficoltà in condizioni normali – divenne inaccettabile nel periodo delle guerre indiane. A tutti i bianchi era chiaro che armare con armi modernissime le bande di indiani che erano in guerra con l’esercito era un esercizio insopportabile. In mille modi si cercò di arginare questi traffici, ma il denaro che vi era dietro, rendeva difficile il contrasto. Anche l’esercito degli Stati Uniti ottenne pochissimi risultati, almeno fino a quando nell’inverno del 1874-1875, le truppe guidate dal generale Ranald Mackenzie attaccarono e sconfissero cinque diverse bande di Comanche a Palo Duro Canyon, bruciando le tende e le scorte e catturando e uccidendo ben 1400 cavalli.


Un gruppo di Comanche fa scambi di merci con i comancheros

Questa sconfitta e la perdita dei loro cavalli, delle tende e tutte le scorte di cibo, portarono i Comanche ancora in armi (i Kwahada al seguito di Quanah Parker) ad arrendersi e ad accettare di essere confinati nella riserva di Fort Sill in Oklahoma.
Fu questo drammatico episodio a mettere la parola la fine ai traffici che venivano fatti dai comanchero con i comanche da quasi 100 anni.

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