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Il sole Comanche sopra il Messico

A cura di Renato Ruggeri


In questo articolo viene narrata la storia poco conosciuta del capo Comanche Tave Tuk e della sua banda, la House of the sol, la casa del sole. La traduzione del nome è Bajo del Sol (sotto il sole). Fu chiamato così perchè non vi era nessun uomo, sotto il sole, coraggioso come lui. Il suo nome che terrorizzava tutti i cuori, nel Durango, era menzionato solo con sussurro. Essendo liberi di scegliere il loro leader, molti Comanches consideravano El Sol come un tekungniet, un capitancillo major. Facevano raids tutto l’anno, ma il periodo migliore era l’estate.
Il loro sport preferito era combattere i Rangers a Nord, scalpare messicani ai Tropici, rapire senoritas come mogli e donne e bambini come schiavi e rubare grandi mandrie di cavalli e muli da vendere ai comancheros.
La cosidetta House of the sol fece la sua comparsa all’orizzonte messicano negli anni 1840. Passando attraverso il Big Bend, penetrarono in Messico distruggendo, razziando e uccidendo e si fermarono nel Bolson del Mapimi, un’area desertica che aveva un ottimo clima e un facile accesso ai ranch circostanti. Sol fece di questa terra, situata tra l’Est Chihuahua, il Cohauila occidentale e il Nord del Durango, il loro santuario. Cercando pozze d’acqua e sorgenti nelle sierras del Bolson, ebbero una preferenza per la laguna de Jaco, nella parte più a ovest del Cohauila.
Dal Bolson del Mapimi i Comanches potevano pianificare la loro strategia e lanciare i loro raids. Avevano preferenza per l’Ovest attraverso Durango, Chihuahua, Zacatecas e poi nel Jalisco e San Luis Potosi, il cuore del Messico, dove trovavano più sorgenti, nascondigli, grandi mandrie, greggi e accordi con gli Haciendados.


Guerrieri Comanche di ritorno da un’incursione

Il 23 Febbraio 1852, durante il picco di questo regno del terrore, il Governatore del Durango, Josè Maria del Regato, implorò i suoi signori feudali di unirsi contro i Comanches, veri padroni dello Stato. Le bande del Sol avevano, infatti, stabilito temporanee basi di operazione nelle spopolate serranas del distretto minerario dello Stato, Mapimi, Nazas, Cuencamè, Santa Maria del Oro e Indè. Da qui, in piccoli parties, depredavano i ranch, i convogli di merci, i viaggiatori, le mandrie di bovini, di muli e di cavalli. In bande di una dozzina di guerrieri, i Comanches calavano sulle prede di notte. All’alba compivano veloci raids sui corrals e i pascoli, rapivano donne e bambini e lasciavano il loro sentiero marcato di vittime, uomini, bestiame, pecore, pollame. Rubavano coperte. ornamenti delle chiese, manufatti, vestiti insanguinati strappati ai cadaveri, mercanzie, selle. Questi parties attraversavano più volte il Tropico del Cancro e i confini del Chihuahua, Durango, Zacatecas, Jalisco e tornavano col loro bottino alle loro basi nel Bolson del Mapimi.
Dal Bolson del Mapimi. il bottino di quesei scorrerie veniva portato a Nord. I Comanches trovavano la miglior opporttunità di commercio al Presidio del Norte e a San Carlos, vicino al confine col Texas.


Un grande campo indiano

Presidio del Norte era una scialba città di fango con circa 800 abitanti. Oggi è chiamata Ojinaga, ed è il più vecchio villaggio bianco dell’area. Chiamati nortenos, i suoi abitanti vivevano su una collina sopra la confluenza del Conchos col Rio Grande. Non molto distante, alcune miglia più a sud, vi era la piccola cittè di San Carlos, oggi Manuel Benavides. Il Gen. George Brech, dell’ottavo Distretto Militare, la definiva la chiave del Bolson. I carelanos di San Carlos accoglievano i Comanches del Sol e vendevano loro armi, polvere da sparo, striscie di ferro con cui fabbricavano punte di freccia e lancia. i Comanches portavano, dalla laguna di Jaco, le mandrie di cavalli catturate e le vendevano prima qui, poi al Presidio del Norte e quindi in New Mexico. In questi 2 villaggi, poi, trovavavo cittadini, genitori, parenti, agenti statali e governativi pronti a riscattare gli eventuali prigionieri. I Comanches li vendevano anche ai nortenos e ai carelanos, che poi li mandavano alle famiglie, dietro pagamento di un adeguato riscatto. Inoltre intorno ai 2 villaggi gravitavano altri Indiani, Kiowas, Shawnees, Delawares, Rajados, Gileno e Mescalero Apaches, che venivano a ritirare le razioni governative. I Comanches del Sol erano, inoltre, abilissimi diplomatici e a San Carlos trovavano agenti governativi nazionali, statali e municipali e hacendados ansiosi di trattare con loro la cessazzione dei raids e azioni da compiere contro tribù ostili. Facevano trattative con singoli villaggi e ranchos da cui ricevevano cibo, vestiti e bestiame. A volte i nortenos e i carelanos li accompagnavano nelle loro scorrerie, o mettevano spie nei villaggi per avvisarli dei movimenti dell’Esercito.
I Comanches del Sol e i Messicani spesso stringevano accordi diplomatici ciontro gli Indiani delle sierras. I cosidetti proyecytas de guerra erano centrati sulle state’s bounty laws. La politica delle taglie era un’istituzione antica, in Messico. Era iniziata durante la rivolta dei Tepehuanes nel 1616-18. Gli Spagnoli prima e i Messicani poi, pagavano taglie per le teste, nel Durango, per gli scalpi negli altri stati.


Cavalieri Comanche

Per esempio. nel 1849, il Governatore del Chihuahua Don Angel Trias e quello del Durango, Jose Hernandez, approvarono 2 statuti che autorizzavano il pagamento di 200 pesos per la testa e lo scalpo di ogni barbaro invasore Indiano”, consegnate al più vicino magistrato. I proyectas interessavano i Sols in 2 modi. Da un lato potevano essere uccisi, insieme alle loro famiglie, dappertutto, anche in New Mexico e in Texas, perchè i confini, per i cacciatori di scalpi, non significavano nulla. Infatti molti Messicani e Tejanos cacciavano scalpi Apache e Comanche ben prima che il nome del Sol apparisse nelle cronache Messicane. Dall’altro lato, alcuni capitancillos strinsero accordi con i proyectas governativi per combattere gli indiani nemici. Diventarono così una specie di “impresari” che potevano arricchire la tribù consentendo ai propi guerrieri la caccia a teste, scalpi e orecchie soprattutto Apaches.
Dopo il trattato col Chihuahua, con le spalle coperte, i Sols colpirono in modo ancor più duro il Durango. Ai Comanches si erano aggiunti, tra l’altro, un buon numero di Tawakonis e circa 200 guerrieri di una tribù che si faceva chiamare Como Perros (mangiatori di cani) , probabilmente Arapahoes che i Sols chiamarono “selvaggi che parlavano un linguaggio incomprensibile”. Nel Coahuila, invece, ebbero più problemi.


Una zona del Comanche War Trail

Qui incontrarono i Seminoles di Wildcat (Coacoochee, Gato del Monte), i Seminole neri (Maroons o Mascogos) di John Horse (Juan Caballo, Gopher John) e i Kickapoos di Popicuan. Stavano lavorando sotto un contratto firmato a Mexico City il 17 Ottobre 1850 col Presidente Joaquin Herrera. In cambio di terra nello Stato, avrebbero dovuto combattere Comanches, Kiowas, Lipan e Mescalero Apaches. I Seminoles, soprattutto, erano semicivilizzati, parlavano Inglese e Spagnolo , erano dotati di estremo coraggio ed erano molto abili nello sparare col fucile e la pistola. Erano un osso duro per i Comanches. Lamberg aveva condotto Wildcat e Horse a Chihuahua City per avere un contratto, terra in cambio di scalpi, ma il Governatore Urquidi si era opposto, affermando di avere già abbastanza Indiani nello Stato.
All’inizio del 1852, i Sols sembravano inarrestabili. Il Boletin Oficial del Chihuahua riporta 42 scalpi Apaches pagati tra gennaio e Febbraio, 74 scalpi pagati fino a metà Maggio per l'”economico” prezzo di 18000 pesos. Il nuovo governatore Cordero affermava che, malgrado l’impoverimento del tesoro pubblico, il mettere gli Apaches contro i Comanches aveva un doppio vantaggio: distraeva gli Indiani delle pianure dal razziare lo Stato e aumentava la possibilità che le 2 tribù si distruggessero a vicenda. Il 1852 fu l’anno più terribile. Secondo il Col. Juan Galan di San Fernando, Coahuila, gli indiani raggiunsero 10 stati. Il 14 Luglio Bajo el Sol e i suoi guerrieri si scontrarono col Col. Herrasti e il 5 Battaglione a Boca del Mezquital, nel Sud del Durango, ma furono respinti. Il 23 Luglio i Comanches uccisero 42 soldati di Cerro Gordo e 7 ufficiali, compreso il comandante, il Col. Perez, a Tescate, nel Durango. Sembravano invincibili. Ma propio allora persero il loro capo supremo. Il giornale el Chiste (Chihuahua) dell’11 Dicembre 1852 riporta la notizia che alcuni Comanches, arrivati a San Carlos, avevano riferito della morte di Bajo del Sol. Avevano richiesto aiuto agli abitanti del villaggio per punire gli Apaches che avevano ucciso il loro capitancillo grande. Sembra che Bajo el Sol e 6 guerrieri avessero incontrato 30 Mescaleros appartenenti alla banda di Espejo nella Sierra Rica.
Un momento di pausa
Malgrado il numero inferiore, i Comanches avevano caricato, ma Bajo era stato colpito da una pallottola alla testa. Il fratello Mague, dopo la morte di Tave Tuk, divenne il nuovo capitancillo grande. Iniziò, insieme ai soldati Messicani, a colpire i Gileno e Mescalero Apaches. Passando attraverso il Big Bend, i Sols calarono su un villaggio apache e presero 37 scalpi. Costrinsero gli Espeyos a fuggire dalla Sierra Rica e a rifugiarsi in Texas, dove si unirono alla banda dei terribili Marco e Soldadito. Il nuovo Governatore, Zuloagas, confermò gli accordi coi Sols. Il 7 Settembre 1853 i Capitancilli Ecolloco e Juchiricote sconfissero il primo squadrone di San Luis Potosi a Arenal, nel Durango. Il giornale El Registro riportò, nel Novembre, che i Comanches erano passati attraverso il Durango e avevavo invaso i Dipartimenti di San Luis Potosi, Zacatecas e Jalisco, commettendo decine di saccheggi. Ma le perdite aumentavano da entrambi i lati. Il 20 Novembre il Col. Narbona, in servizio a Cerro Gordo, Durango, attaccò un villaggio di nomadi alla Mesa de las Godornices. Le perdite Comanche furono 10 scalpi, 2 teste, una mano e svariate orecchie. Alle colline del Penoles, il 3 dicembre, i capitancillos Cohiste, Pojoes e Ojatuvichi ebbero la testa tagliata. Ma fu nel cosidetto albaso grande del 13 Febbraio 1854 che la House of the Sols fu distrutta per sempre. A causa di un’epidemia Mague aveva spostato il suo campo dalla Laguna de Jaco alle sorgenti dell’Espiritu Santo, poste in un canyon con lo stesso nome, nel Sud del Chihuahua, vicino all’odierno Pueblito de Allende. Sembrava un posto sicuro, fuori dai confini del Durango, vicino a alcune haciendas con cui poteva commerciare. Alle 6 A. M del 13 Febbraio il Col Narbona, con circa 500 soldati del Durango, assalì i Comanches da 3 direzioni. I guerrieri tentarono di resistere, ma furono decimati. Persero 146 muli, 134 cavalli, 50 bovini e 28 prigionieri.


Comanche in battaglia

Il conto dei morti fu altissimo. Non contando i corpi che furono portati via, gli scalpi presi superarono il centinaio. Tra loro Mague, suo figlio Arapito e tutti i migliori capitancillos. Si salvò solo il figlio più piccolo di Mague. Il 6 Marzo il Cap. Tomas Baez e la sua fanteria marciarono da Cerro Gordo a Victoria del Durango con più di 70 scalpi, prigionieri liberati, cavalli, muli e oggetti presi ai Comanches. Nessuno parlò più, in seguito della House of the Sols.