L’assedio al Grand Canyon del Colorado

Da un lavoro di Kevin Fedarko per National Geographic


Uno dei luoghi simbolo della natura americana è oggi sottosposto ad un prepotente rischio di essere deturpato dal turismo e dalla speculazione.
Non si tratta di pericoli remoti, ma come vedremo insieme con lo scorrere delle fotografie, si tratta di pericoli immanenti e concreti. Centinaia di voli di elicottero ogni giorno, un flusso di turisti poco gestito e attento più ai selfie che alla vera bellezza di un luogo che ha una sua sacralità. Un flusso di turisti spesso poco abituato al rispetto dei luoghi ed alla sua salvaguardia.
E quando i flussi del turismo crescono in maniera incontrollata, automaticamente aumentano le pressioni per le speculazioni di ogni tipo, specialmente immobiliari, con la scusa del supporto necessario ai turisti stessi, bisognosi di comfort e sicurezza.


Un tratto del Colorado detto Conquistador Aisle – clicca per INGRANDIRE

Ma la speculazione non è solo immobiliare! C’è anche quella legata allo sfruttamento intensivo delle risorse contenute nell’ecosistema del Grand Canyon.
Alcuni Havasupai, che vivono in una riserva interna all’area del Grand Canyon, protestano davanti a una miniera che dovrebbe cominciare a produrre uranio nel 2017. In passato le miniere hanno avvelenato alcune fonti d’acqua della regione, ma la società che gestisce la nuova struttura assicura che non presenta pericoli.


Havasupai della riserva interna all’area del Grand Canyon – clicca per INGRANDIRE

Nella foto che segue possiamo osservare un tratto del Grand Canyon centrale: la parte più profonda della gola interna è composta di “scisto di Visnù”, una roccia formatasi circa 1,7 miliardi di anni fa. Grazie ai 1.800 metri di quota che separano il fiume Colorado dalla cima del North Rim, il bordo settentrionale, il canyon può vantare una varietà di ecosistemi unica: è come passare dai deserti del Messico alle regioni boreali del Canada soltanto spostandosi in verticale.
«Lasciatelo com’è», implorò il presidente Theodore Roosevelt durante una visita al Grand Canyon nel 1903. «È opera dei millenni, e l’uomo potrebbe solo sfigurarlo».


Un tratto del Grand Canyon centrale – clicca per INGRANDIRE

La primavera scorsa, in una zona soprannominata Helicopter Alley (“il corridoio degli elicotteri”), numerosi testimoni posso confermare che ci son stati circa 260 voli nell’arco di appena cinque ore. In un giorno trafficato questi numeri possono crescere esponenzialmente fino a diventare 450 e anche più.


Turisti scesi dall’elicottero a Grand Canyon West – clicca per INGRANDIRE

Questa immagine riprende lo spettacolo rappresentato da La Confluence, quel punto dove le acque azzurre del Little Colorado si uniscono a quelle del Colorado; è un luogo sacro per i nativi americani. Ma un gruppo di imprenditori punta a costruire qui un complesso di negozi e ristoranti e una funivia per trasportarvi 10.000 turisti al giorno.


La Confluence – clicca per INGRANDIRE

Jason Nez (sullo sfondo) e Renae Yellowhorse ritratti nel punto in cui – qualora i progetti presentati alle autorità fossero approvati – sarà costruita la funivia che porterebbe i turisti verso la Confluence. “Non siamo contrari allo sviluppo”, dice Yellowhorse, “ma qui non è opportuno”.


Il progetto della funivia a La Confluence – clicca per INGRANDIRE

Quando si sorvola la parte alta del Grand Canyon lo sguardo riesce a spingersi fino ai confini della riserva degli indiani Navajo (nella foto è sul lato opposto). Non esiste un punto da cui il Grand Canyon sia visibile nella sua interezza. Ma le dimensioni imponenti non devono ingannare l’osservatore perché l’ecosistema soffre di una sua fragilità. «La sfida più seria – dice Roger Clark del gruppo ambientalista Grand Canyon Trust – è far capire quanto sia vulnerabile questo territorio».


Il Grand Canyon visto dall’alto – clicca per INGRANDIRE

Appena fuori dal territorio del parco, la miniera “Arizona 1” estrae uranio dalle terre pubbliche. Dopo la scoperta dell’uranio nell’area, avvenuta nel 1940, l’attività mineraria è continuata incessante per decenni in vari punti della regione. Nel 2012 il segretario all’interno del governo degli Stati Uniti ha vietato la concessione di nuovi diritti minerari su circa 405.000 ettari di territorio federale nelle vicinanze del parco.


Una miniera ai bordi del parco – clicca per INGRANDIRE

Gli indiani Hualapai gestiscono piccole attività collegate ai giri in barca sul fiume Colorado nei pressi della loro riserva. In teoria il fiume divide la riserva dal Grand Canyon National Park, ma le autorità della tribù e quelle del parco sono in disaccordo su dove passi il confine preciso: per gli indiani, il loro territorio arriva fino alla metà del fiume; per il Park Service, termina al segno del colmo di piena sulla riva sud.


Indiani Hualapai – clicca per INGRANDIRE

Scavato dall’acqua che scorre sulle rocce, l’Olo Canyon è come nascosto all’interno del Grand Canyon. Nel suo affascinante paesaggio sono comprese sorgenti naturali, anfiteatri e cattedrali di roccia.


Un’immagine dell’Olo Canyon – clicca per INGRANDIRE

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