Svaghi e vita notturna a Tombstone e dintorni

A cura di Sergio Mura


La vita di una qualsiasi cittadina del vecchio west era quella facilmente immaginabile pensando ad un paesino dei giorni nostri. Gente che va e gente che viene dal lavoro, gente che fa acquisti negli store, gente che sposta bestiame o altre merci, gente che si trastulla senza avere nulla di meglio da fare che guardare il passaggio sulla main street, gente che passava il tempo dentro i saloon.
Questo di giorno… Di notte, invece, la vita era decisamente più movimentata e anche più pericolosa. Tutti quelli che di mattina erano impegnati in qualcosa, la sera e la notte si riversavano nei posti in cui era possibile riposarsi dalla stanchezza e dalle tensioni bevendo un goccio in compagnia, giocando a carte o altri giochi, cercando un pollo da spennare. A Tombstone tutto questo trovava dei luoghi di eccellenza in cui svilupparsi: i teatri! Erano alcuni e si sommavano agli innumerevoli saloon, ma il più imponente e meglio conosciuto teatro di Tombstone era lo “Schieffelin Hall”, ispirato nel nome all’amato fondatore della città. Per due decenni lo “Schieffelin Hall” è stato il più grande teatro esistente nella vastissima area geografica compresa tra El Paso e San Francisco. Il teatro era stato costruito completamente di mattoni di “adobe” a cavallo tra gennaio-febbraio e maggio del 1881. L’edificio, ricordato come il più alto tra quelli in muratura, era di due piani, in lunghezza misurava quasi 40 metri e il palco era di ben 13 metri. Uno stabile di queste dimensioni era generosissimo anche nella capacità di accoglienza e, infatti, poteva contenere 700 persone sedute e molte altre in piedi o in servizio.


Lo Schieffelin Hall

In città c’erano – come anticipato – anche altri teatri meno conosciuti. Su Allen Street c’era la “Danner and & Owens Hall” che disponeva di un grande auditorium con tanto di preziosi lampadari e palchi, tende e luci. Sulla Sesta Strada c’era un modesto Teatro dell’Opera, che in seguito venne chiamato “Fontana Dance Hall” oppure “Free and Easy”. Danze varie e riunioni, oltreché spettacoli di compagnie teatrali itineranti si svolgevano nella “Ritchies Hall” nella Quinta Strada o nella “Turn-Verein Hall” nella Quarta Strada.
Lungo Allen Street, nella parte più bassa, c’era il “Bird Cage”, un teatro alla mano che ospitava intrattenimenti per i lavoratori (che notoriamente disponevano di pochi quattrini).
Il “Bird Cage” aprì il 23 dicembre 1881 e per la costruzione erano stati stanziati appena 600 $ pagati da un personaggio particolare, l’interprete di teatro Billy Hutchinson.
L’intrattenimento era di abbastanza basso livello, come un po’ ovunque nel west… C’erano stuoli di ragazze che si alternavano in canti, balli, scenette che avevano come pubblico cowboy, ladri di bestiame, contrabbandieri, minatori e qualche altra categoria. Ma tra un canto, un ballo ed una scenetta c’era la “compagnia” nelle camere private per bere o per pura e semplice prostituzione con cui potevano arrotondare il magro stipendio.


Il Bird Cage Theater

Di una parte di quanto accadeva abbiamo una descrizione di prima mano da parte di un giornalista del “Tucson Star” che era stato a Tombstone nel mese di ottobre 1882:

“Una dama abbastanza disinibita si è avvicinata e si è seduta accanto a me e giocosamente ha gettato le braccia attorno al mio collo ed ha preso ad accarezzarmi in maniera decisa e sensuale mentre mi diceva paroline dolci e invitanti. Il suo seno era così pericolosamente vicino alle mie guance che ero convinto di esser tornato alla mia infanzia. Dopo aver bevuto un bel po’ di liquore, la dama decise di allontanarsi – visto che non le era stato possibile spingersi oltre – alla ricerca di qualche altro ingenuo disposto a concludere con lei la serata.”

Al Bird Cage la favorita dalla gente era Pearl Ardine, una ballerina capace di danzare e raccogliere tutti i soldi che le venivano lanciati o infilati nel reggicalze, senza mai perdere un passo!
C’era anche la signora De Granville, che veniva annunciata come “la donna con la mascella di ferro.” Il suo spettacolo era sempre capace di riempire il teatro di gente.
Le cronache del tempo ricordano con divertimento il caso di Nola Forrest, una donna che teneva uno spettacolo da comico e che aveva involontariamente spezzato il cuore di un contabile di un’azienda del luogo e che aveva depredato il suo datore di lavoro di quasi mille dollari che erano stati utilizzati al fine di acquistare dei gioielli per lei.
In un’occasione (una delle tante, per la verità) era scoppiato il caos durante uno spettacolo. Accadde durante la rappresentazione dello Zio Tom, nel mese di giugno 1882. Accadde quando la piccola Eliza, inseguita da Simon Legree e dal suo cane segugio, stava attraversando il fiume ghiacciato. Proprio in quel momento si sentì uno sparo e il cane si accasciò morto… Era stato un cowboy ubriaco, particolarmente coinvolto nel dramma. Vedendo la piccola protagonista in difficoltà aveva pensato fosse giusto tirare fuori dalla fondina la sua pistola e sparare contro gli inseguitori. Il pubblico si sollevò contro il cowboy e per lunghi istanti si rischiò il linciaggio da parte della folla presente allo spettacolo. Ci volle tutto il sangue freddo di uno sceriffo che prese Legree e lo portò in prigione. Il giorno dopo il cowboy, ormai sobrio e pentito del caos che aveva scatenato, offrì il suo cavallo alla troupe, in compensazione per la morte del cane.


Interno del Bird Cage Theater

Una sera il proprietario del teatro Billy Hutchinson, che era a sua volta una sorta di artista, intervenne dal palco contro un tizio che da un palchetto fischiava sonoramente e urlava a più non posso. L’intervento di Hutchinson non venne evidentemente accolto bene, visto che fischi e schiamazzi continuavano… Billy chiamò allora due buttafuori e subito dopo si udirono dei forti rumori dentro il palchetto e subito dopo uno sparo. Infine, un corpo precipitò dal palchetto tra le urla di terrore del pubblico. In realtà si trattava di un pupazzo di paglia. E Billy Hutchinson rise di gusto per questo piccolo siparietto dentro lo spettacolo principale.
Un altro fatto buffo accadde una sera in cui Pat Holland, recentemente eletto “coroner” di Tombstone, si trovava dietro le quinte nel Bird Cage mentre un tiratore si preparava per il suo numero che consisteva nel colpire una mela posta sulla testa di una giovane donna.
Infastidito perché il tiratore stava prendendo troppo tempo nella preparazione del suo tiro, Pat prese un vecchio fucile da scena e, pensando che fosse stato caricato solo con polvere da sparo con nient’altro che polvere da sparo e ovatta, sparò un colpo. Quel fucile, però, risultò essere carico perché un dipendente l’aveva utilizzato per la caccia ad un coniglio quel giorno stesso.
Il colpo non solo spaccò la mela in mille pezzi, ma strappò un ciuffo di capelli alla giovane e finì la corsa sulla parete opposta.
Arrivò il bel giorno in cui Hutchinson decise di vendere il “Bird Cage” ai nuovi proprietari, Joe Bignon e la sua bella moglie Minnie. Minnie era per la verità alquanto robusta e abbastanza bassa, ma poiché Joe era ancor più basso, lei risultava slanciata.
Minnie era famosa per le sue passeggiate a Tombstone con i suoi collant rosa. Minnie aveva un buon cuore ed era una brava persona con un’anima semplice e perciò era molto amata in città. Lei e Joe hanno organizzato spettacoli teatrali apprezzati e la folla prese a benvolerli.
Ed Schieffelin, fondatore di Tombstone
Tra le altre cose, Minnie era capacissima anche di gestire i facinorosi che nelle notti di Tombstone non mancavano mai. Una sera un ubriaco mise un centesimo sul bancone del bar chiedendo di avere un drink. Il barista rifiutò di servirlo e il tipo, sentendosi offeso, tirò fuori la sua pistola e minacciò di sparare. “Me ne occupo io”, disse Minnie mentre camminava verso l’ubriacone. Arrivata accanto a lui lo sollevò in peso, lo portò fino alla porta e lo gettò a metà strada nella Allen Street.
Le ragazze (“working girls”) impiegate nei diversi locali di Tombstone erano onestamente un gruppo abbastanza vivace e variopinto che comprendeva anche Blonde Marie, Lizzette the Flying Nymph, Madame Mustache e Crazy Horse Lil. Questi affascinanti esemplari di donna non solo erano tollerati, ma erano letteralmente ben accolti a Tombstone, una cittadina in cui l’arte di farsi i fatti propri era stata elevata a vero mestiere.
Queste “hostess” venivano impiegate nei bar dei locali o nei saloon ed erano lì per incontrare, intrattenere e soddisfare le esigenze lussuriose dei vari clienti. Ufficialmente il loro compito principale era quello di far acquistare bevande ai clienti che intrattenevano e per tali acquisti ricevevano una piccola commissione, 2½ centesimi per ogni ordine. A volte finivano per ricevere anche il 20% di ciò che un uomo aveva speso per i liquori! La maggior parte di queste ragazze completava il reddito con la prostituzione. Durante il giorno stavano in misere baracche dietro i saloon dove riuscivano a moltiplicare le occasioni di “incontro” con i clienti. Non c’era nessuna ispezione medica e le malattie veneree, sia nei maschi che nelle donne, erano assai diffuse. A causa dei pessimi liquori che bevevano, delle droghe che assumevano, delle malattie e delle durissime condizioni generali in cui vivevano, queste povere ragazze morivano assai presto. Le più fortunate riuscivano ad uscire dal girone infernale della prostituzione prima che droga, malattie ed alcool le uccidessero.
Il giro delle donnine era gestito dalle “madame” (“madam”) di cui alcune erano vere imprenditrici, buone e persino oneste, capaci di provare affetto e avere attenzioni preziose nei confronti delle ragazze. La più nota tra loro era Cora Adams. Aveva circa trentacinque anni, era carina e capace di buone maniere. Ciò che rendeva la sua “casa” (di appuntamenti) importante era la regola severa dell’onestà quando si parlava di denaro. Quando un cliente finiva per ubriacarsi, i suoi oggetti di valore venivano trattenuti dalla signora Adams e venivano emesse due bolle di consegna, una per il cliente ed una per la casa. Al momento di concludere la serata (o, più facilmente, la nottata) i beni del cliente venivano prontamente restituiti.


Il Crystal Palace Saloon

I cittadini di Tombstone facevano un grande e pubblico vanto, quasi un orgoglio civico, del fatto che le loro prostitute erano superiori nelle attenzioni, nel decoro, nell’onestà e nelle buone maniere a quelle di città come Bisbee, Charleston e Tucson.
I cittadini più abbienti frequentavano la casa di una bella signora francese, Blonde Marie. Blonde Marie non aveva un bar e nella sua casa non faceva distribuire alcolici di alcun tipo, in modo che le risse erano effettivamente alquanto rare. Naturalmente, la signora teneva per sé e per i suoi ospiti speciali una riserva di ottimo whisky ben nascosta!
Marie faceva parte di un gruppo di padroni case francesi che veniva controllato da San Francisco. Faceva anche frequenti viaggi a Parigi e da lì tornava sempre con nuove ragazze francesi che la gente del posto chiamava “carne fresca”…
Marie lavorò duramente negli anni d’oro di Tombstone e riuscì ad accumulare ingenti risparmi che, intorno a metà degli anni 1890, le consentirono di far ritorno alla sua Parigi ove continuò la sua vita in mezzo agli agi.
Crazy Horse Lil era una donna decisamente diversa, ruvida, spigolosa, spiccia. Amava le risse e quando ve n’era una non mancava di fare la sua parte, tanto che una parte della sua vita la trascorse in carcere. Il suo fidanzato era un giovane irlandese di nome Con O’Shea. Una notte, durante un festino a cui erano stati invitati alcuni cittadini di alta classe, tre ladri entrarono nella “casa” e rapinarono i presenti per alcune centinaia di dollari. Lil si lamentò duramente e pubblicamente di questo fatto, ma quando una cosa simile successe un altro paio di volte, la gente cominciò a storcere il naso e a dubitare dell’integrità della “madam”, ma non se ne fece nulla perché le ragioni della riservatezza dei maschi (che avevano lasciato a casa le mogli) erano evidentemente più pressanti del danno patito.
Un altro modo per estorcere il denaro ai frequentatori delle prostitute era quello di minacciarli di fare i loro nomi alla stampa locale. In genere il gioco funzionava, ma le cronache di Tombstone riportano anche il caso di un signore che non si fece intimidire dal rischio dello scandalo e all’appuntamento per consegnare i 100 $ richiesti (era quella la cifra) fece trovare un poliziotto che poté procedere all’arresto di uno della banda di ricattatori. Dal suo interrogatorio emerse che il 50% delle cifre ottenute in quel modo andava a Con e Lil, la coppia di colombi. Ma prima di un intervento della giustizia la signora chiuse tutto e si trasferì a Bisbee dove aprì un bordello nella vicina Lowell.
Un’altra figura caratteristica di Tombstone e dintorni di quegli anni era Burt Alvord, una persona piccola, con la testa pelata e – si diceva – con un’intelligenza assolutamente inferiore a quella della sua età. Burt era sempre allegro ed era dotato di un buon senso dell’umorismo. Era stato aiutante dello sceriffo John Slaughter nella contea di Cochise e proprio lo sceriffo diceva di lui che non conosceva il termine paura, anche se specificava che erano molti altri i termini che non conosceva. Gli interessi principali di Burt sembra che fossero la birra, il poker, i cavalli, le pistole e gli scherzi.
Per capire il tipo, basta ricordare quella volta che lui e il suo grande amico Matt Burts inviarono un telegramma a Tombstone annunciando: “I corpi di Burts e Alvord arriveranno con la diligenza da Bisbee questo pomeriggio.”


La licenza concessa ad un bordello

Com’era ovvio in quei tempi turbolenti, la gente del posto pensò che i due fossero morti durante una sparatoria e alcuni si organizzarono per accogliere le salme e poi brindare in qualche saloon alla loro vita ultra-terrena. Potete immaginare la sorpresa dei molti accorsi all’arrivo della diligenza quando dalla portiera aperta scesero Alvord che Burts… vivi! “I nostri corpi sono arrivati. Non andiamo mai da nessuna parte senza di loro”, dissero i due. da nessuna parte senza ‘em “.Ci volle poco per trasformare la sorpresa in un’opportunità per ridere insieme dello scherzo davanti a qualche buon bicchiere di liquore!
Ma lo scherzo peggiore di Burt fu quello con il quale lui e un certo Biddy Doyle, un ex soldato, ex-pugile, ex wrestler e anche lui burlone straordinario, tramarono per imbrogliare i buoni cittadini di Bisbee, sottraendo loro i sudati risparmi mettendo in scena un incontro di wrestling truccato. La boxe e wrestling erano gli sport più popolari nei campi minerari e nelle cittadine del west e c’era sempre un sacco di soldi in palio per il vincitore dell’incontro.
Biddy si avvicinò a Bisbee e cercò subito un promotore locale dell’incontro. C’era bisogno anche di un avversario che venne identificato in “Cousin Jack”, forzuto e corpulento minatore originario della Cornovaglia muscolare che lavorava per la “Copper Queen Mine”. A quel punto, prima di dare il via alle scommesse (che erano il vero fulcro di qualsiasi sfida) si doveva individuare anche un posto adatto per l’incontro. L’unico punto disponibile era un luogo in cui veniva accatastato il letame dei muli appena fuori dalla miniera, a Tombstone Canyon.
A guardare i due contendenti era ben chiaro a tutti che era impossibile per il piccolo Biddy Doyle competere con quel minatore gigantesco, ma Biddy aveva organizzato tutto in maniera tale da favorire l’accendersi delle scommesse, ovviamente tutte contro di lui. Le probabilità vennero fissate presto a 20 a uno in sfavore di Biddy. Moltissimi erano quelli provenienti da Tombstone e tutti fecero la loro puntata.
Burt e Biddy stavano per fare una piccola fortuna… bastava solo che il loro piano filasse liscio, perché ovviamente avevano un piano!
Burt – che era lì in qualità di allenatore di Biddy – aveva corrotto “Cousin Jack” affinché perdesse la partita e poi aveva puntato tutto il denaro di cui disponevano su Biddy vincente.
Iniziò l’incontro e l’esito apparve inizialmente favorevole al grosso minatore, ma ad un certo punto Biddy ruotò il corpo e si posizionò dietro “Cousin Jack”. da quella posizione, tenendolo bloccato come meglio poteva, gli spinse la faccia in avanti e gliela schiacciò sul letame, costringendolo alla resa. La sfida era vinta. Mentre gli spettatori erano ancorae storditi dalla sorpresa, i due giovani di Tombstone afferrarono la borsa contenente le diverse centinaia di dollari di posta e corsero ai loro cavalli, abbandonando la cittadina in una nuvola di polvere.


Lotta con l’orso

Alcuni concittadini si offesero malamente per quel che era accaduto, sostenendo che con il loro comportamento disonesto avevano macchiato la buona reputazione dell’intera città.
Burt ebbe poi una buona occasione per comportarsi bene e seriamente, quando lo sceriffo John Slaughter lo assunse su come aiutante. Ma nemmeno lì riuscì ad essere serio e, soprattutto, onesto, venendo coinvolto in alcune storie strane di furti e inganni.
Gli abitanti di Tombstone ricordarono a lungo quella volta in cui uno zingaro si mise a passeggiare lungo la via principale portando un orso al guinzaglio. Per cinque dollari – disse lo zingaro – i minatori e chiunque altro avrebbero potuto lottare con l’orso. L’orso bruno sembrava piccolo, ma quando si metteva in piedi era comunque alto più di 180 cm. I presenti credevano di aver capito che sarebbe bastato sollevare una delle zampe posteriori dell’orso per farlo cascare a terra, ma nessuno aveva realizzato che ad un orso è sufficiente stringere una persona con le zampe anteriori per stenderla in pochi istanti. Così accadde che decine di monete d’oro da cinque dollari si trasferirono nelle tasche del furbo zingaro. I minatori, ansiosi della rivincita, lo pregarono di ritornare l’indomani per nuove sfide, ma il giorno dopo non vi era più traccia né dell’orso né dello zingaro. In serata, infatti, lo zingaro era stato convocato da alcuni proprietari di saloon ed era stato pagato per andarsene, visto che a causa della sua presenza vi era stato un drammatico calo dei consumi di liquore.
C’era da sempre una notevole rivalità tra la città mineraria di rame di Bisbee e Tombstone. Gli anziani ricordavano bene quando un uomo proveniente da Bisbee era giunto a Tombstone con un puma al guinzaglio. Entro infine in un saloon e tutti i presentis capaprono dalle finestre in preda al panico. Tutti tranne uno! E mentre il tipo di Bisbee gridava “Pensavo che la gente di Tombstone fosse gente dura”, quell’unico avventore rimasto al suo posto infilò la mano sotto la camicia ed estrasse un serpente a sonagli lungo più di un metro e mezzo, gettandolo ai piedi dell’intruso. Di fronte a quel serpente, sia lui che il suo puma scapparono a gambe levate e non si fermarono fino a raggiungere Bisbee.
Questi di cui abbiamo parlato sono solo alcuni dei modi che nelle cittadine della frontiera erano utilizzati per svagarsi. La vita era durissima e dopo il lavoro restava ben poco, perciò era necessario trovare modi non troppo pericolosi per trascorrere qualche ora di relax. Purtroppo non sempre le cose filavano lisce e quando il meccanismo del divertimento si inceppava, era facile che si spalancasse la porta della violenza

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