Le vivandiere della Guerra Civile

Questo fu il caso di Molly Divver che era una piccola orfana di nove anni che venne adottata dal 7° Reggiment New York State Militia.


Marie Tepe nei pressi di Cemetery Ridge, a Gettysburg nel 1863

Della cinquantina di vivandiere nordiste e della quindicina sudiste di cui si conoscono i nomi, sono pochissime le foto che si posseggono e molte sono state scattate alcuni anni dopo la guerra.
La consuetudine di tenere Vivandiere fu adottata presto anche da Reggimenti non zuavi.
Un aspetto curioso e interessante è che sono state scoperte uniformi originali di Vivandiere Zuave con i pantaloni, che venivano indossati sotto la gonna, che erano formati da due parti cucite insieme: la parte superiore, che arrivava fino al bordo della gonna, era di cotone di un colore qualunque e la parte che spuntava sotto alla gonna (e che era l’unica parte che si vedeva), fatta di lana e del colore, rosso o blu, tipico dei pantaloni portati dai soldati del Reggimento di appartenenza.


La belga Catherine dei Volteggiatori francesi nel 1865 in Messico

Pare che le Vivandiere siano state viste in circolazione soprattutto nei primi due anni, ma sempre meno con il procedere della guerra, specialmente quando le campagne di guerra per i Nordisti si svolgevano sempre più lontano da casa. Infatti pare anche che molte Vivandiere se ne tornassero a casa in inverno per tornare tra i soldati solo ad inizio primavera.
Quando il Generale Grant assunse il comando nel teatro di guerra dell’Est, non volle più tenere Vivandiere e allontanò dai campi tutte le donne, svolgenti qualsiasi mansione.
Le Vivandiere “mascotte”, che erano bambine di 9 o 10 anni, non furono quasi mai viste sui campi di battaglia; mentre quelle adulte, specie se erano le mogli degli ufficiali o dei soldati, sì.
Una vivandiera re-enactor sudista
Fra le Vivandiere della Civil War, “French Mary” è la più conosciuta e fu tra quelle pochissime che rimasero in attività per tutta la durata della guerra.
Il suo soprannome presso i soldati si deve al fatto che Marie Brose nacque in Francia, a Brest, il 24 Agosto del 1834, da madre Francese e padre Turco. Il padre morì che Marie aveva solo dieci anni e così la madre decise di abbandonare la Francia e migrare negli States.
Si sposò a vent’anni con un certo Bernardo Tepe (detto Tebe) che faceva il sarto a Philadelfia e quando scoppiò la guerra, nonostante la volontà del marito, non rimase a portare avanti la loro piccola sartoria, ma volle seguirlo come vivandiera con il 27° Pennsylvania nel quale si era arruolato. Aveva 27 anni. Una notte però successe che alcuni soldati entrarono nella sua tenda e la derubarono. I ladri vennero presi e condannati: tra loro c’era anche suo marito! Marie non ne volle più sapere né del marito, né del suo Reggimento e si fece trasferire come Vivandiera nel 114° Pennsylvania Volunteers, gli Zuavi di Collis, nonostante le insistenze dei soldati affinché rimanesse tra loro.


Berretto di foggia militare e borraccia al posto del barilotto…

Le sue mansioni di Vivandiera consistevano, durante i momenti di vita al campo, nel cuocere i pasti, fare il bucato, rammendare e riparare i vestiti. Per tutto ciò veniva regolarmente pagata e poteva guadagnare 25 Cents in più al giorno quando le era richiesto di prestare servizio come infermiera o inserviente al Quartier Generale.
Ma il suo stipendio, che si aggirava sui $ 21,45 al mese, saliva quando il reggimento si spostava e lei, vestita di tutto punto con la sua bella e sgargiante uniforme zuava e il suo barilotto a tracolla, passava tra i soldati a offrire vino, sigari e tabacco da masticare, tutti generi che l’esercito non passava.
Se poi era riuscita a procurarsi del whisky, il suo commercio si faceva prospero perché poteva guadagnare anche $ 5 per ogni pinta (un po’ più di mezzo litro).
Marie era una donna forte, robusta fisicamente, e non si lasciava scoraggiare dalle difficoltà: si era procurata un vecchio mulo per riuscire a trasportare il suo armamentario di roba senza troppi problemi quando (spesso) si dovevano guadare dei fiumi.


La canzone di Lora Hudson per gli “Ellsworth’s Avengers” Zuavi di New York

Della sua presenza nell’Esercito c’è traccia nelle lettere che i soldati scrivevano a casa per parlare di lei, perché vedere una donna vestita in uniforme in guerra era una cosa che faceva sempre notizia.
A Fredericksburg, nel Dicembre 1862, dopo aver partecipato ad allestire l’ospedale da campo prima della battaglia che si profilava imminente, fu vista muoversi con coraggio tra i soldati che sparavano. E fu qui che si prese una pallottola in una caviglia e si guadagnò una coppa d’argento che gli venne consegnata dal Tenente Colonnello Cavada, con su scritto:
“A Marie per la nobile condotta sul campo di battaglia”.
E subito dopo ricevette una lettera dal Colonnello Collis, comandante del Reggimento, che la lodava e la ringraziava per il coraggio mostrato.
La vivandiera Juanita Leisch
Ma il coronamento della sua dedizione avvenne dopo la battaglia di Chancellorsville, nel Maggio del 1863, quando era tra le poche donne che ancora seguivano l’esercito.
Non solo contribuì fattivamente al lavoro nell’ospedale da campo, ma fu di nuovo vista in prima fila vicino ai soldati che combattevano, a distribuire coraggiosamente sostegno e soccorso. Dopo la battaglia ricevette la “Croce di Kearney” al valore militare che vediamo al suo petto nelle rare foto che la ritraggono.
La sua presenza a Gettysburg, nel Luglio1863, è documentata da una fotografia che la riprende appoggiata a un palo nei pressi di Cemetery Hill, dopo che era stata nell’ospedale da campo dietro alla famosa collina “Round Tops” teatro di cruenti scontri.
Nei quartieri invernali, racconta un soldato, “…il gioco d’azzardo era molto diffuso e anche la “nostra” Marie, la cantiniera, si lasciò attirare a tentare la fortuna, ma invece di vincere continuava a perdere e dopo quest’esperienza, più povera di cinquanta dollari, non si lasciò mai più acchiappare e non la si vide mai più giocare!”
Nella Primavera del 1864 partecipò alla battaglia di Spotsylvania: “…sotto il tiro nemico, quando i proiettili che arrivavano mettevano alla prova anche i più saldi di nervi tra i nostri, lei si aggirava tra i soldati a soccorrere i feriti… la sua sottana era crivellata di buchi.” Così ne scrisse un ufficiale che la vide sul campo di battaglia.



Un completo per Vivandiera nordista

Si pensa che “French Marie” fosse presente con i suoi Zuavi anche durante la grande parata militare che si tenne a Washington D.C. nel Maggio del 1865 per festeggiare la vittoria, a cui seguì dopo pochi giorni lo scioglimento del reggimento. Marie si risposò con un veterano di Cavalleria del Maryland nel 1872, dal quale avrebbe divorziato nel 1897. Nel 1893 fu fotografata a una riunione per commemorare la battaglia di Fredericksburg. Visse da sola a Pittsburg, in Pennsylavania, gli ultimi anni della sua vita e nel 1901, a Maggio, forse anche provata dai reumatismi e dalla sofferenza della sua vecchia ferita, si tolse la vita bevendo un pesticida.

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