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Battaglia a Pryor’s Creek

A cura di Cesare Bracchi

Mitch Bouyer
Fu un atto del Congresso a stabilire la nascita della Northern Pacific Railroad nel 1864, ma fu necessario attendere fino al 1870 quando finalmente furono raccolti 100.000 $ per dare il via alla costruzione della seconda ferrovia transcontinentale.
I lavori iniziarono simultaneamente nel Minnesota ad est e nell’attuale stato di Washington ad ovest e, nonostante difficoltà nei finanziamenti e voci di corruzione, nell’inverno 1871/72 i binari erano stati posati fino a Moorhead sul Red River.
Verso la fine dell’estate del 1871 fu condotta una doppia rilevazione, sia da est che da ovest, del tratto successivo. I tecnici condussero il sopralluogo scortati da diverse centinaia di soldati partiti da Fort Rice e Fort Ellis. L’operazione si concluse senza problemi prima dell’inverno e l’unica segnalazione di indiani ostili fu l’avvistamento di un piccolo gruppo di scout di Toro Seduto.
Rimanevano quindi solo 225 miglia da rilevare, tra le attuali città di Billings e Glendive, che sarebbero state oggetto di esplorazione l’estate successiva.


Fort Rice

Il successo del 1871 portò un incremento nelle vendita delle obbligazioni della compagnia ferroviaria, determinato anche dalla convinzione che la possibilità di attacchi indiani fosse ormai remota e che nulla ostacolasse il completamento dei lavori per il congiungimento dei due tratti di strada ferrata.
Di tutt’altro avviso era Toro Seduto che aveva passato l’inverno a consultarsi con gli altri capi per arrivare infine alla decisione di impedire con la forza la costruzione della ferrovia nel bel mezzo dei territori di caccia Sioux. Ad aprile Toro Seduto inviò il capo dei Sans Arc, Aquila Chiazzata, ad un incontro con il Col. Stanley a Fort Sully affinché riferisse il suo chiaro messaggio: “ la ferrovia sarebbe stata distrutta e i suoi costruttori uccisi”.


Fort Sully

Questa minaccia non fu presa molto sul serio dai funzionari della compagnia che si sentivano sufficientemente protetti dalle scorte militari. I preparativi della spedizione per la rilevazione del terreno non furono né semplici né rapidi, prova ne è il fatto che la colonna si mosse da Fort Ellis solo il 27 luglio 1872. Il gruppo era formato da 68 carri, circa 500 uomini di cui 376 militari del 2° Cavalleria e del 7° fanteria oltre a 700 tra muli e cavalli. La compagnia mise a capo della spedizione John A. Haydon, un ingegnere quarantacinquenne che durante la Guerra Civile aveva prestato servizio come ufficiale nell’esercito Confederato. Il comandante della scorta militare era invece il Magg. Eugene Baker, ufficiale dalla discutibile reputazione, dedito all’alcool e tristemente noto per il suo ruolo nel Marias River Massacre (1)
Il Generale Philip H. Sheridan
Questo criticabile ufficiale era però nelle grazie del Gen. Sheridan, comandante della Divisione del Missouri, che anche in virtù della propensione di Baker al trattamento rude degli indiani, lo aveva personalmente nominato comandante di Fort Ellis.
Alla spedizione si aggiunse il Magg. John W. Barlow con la qualifica di Ufficiale Osservatore. Barlow era persona sensibile e intelligente con un eccellente ruolino militare, dotato anche di ottime qualità di scrittura.
A questo proposito, l’anno prima, aveva redatto un ottimo rapporto durante l’esplorazione della zona dello Yellowstone che sarebbe successivamente stato considerato documento primario nella futura costituzione dell’omonimo parco nazionale.
Maggiore John W. Barlow
La lunga carovana dunque si mosse da Fort Ellis il 27 luglio e l’appuntamento con l’equivalente spedizione partita da est, fissato sul Powder River per metà agosto, lasciava poco spazio ad ostacoli e ad ulteriori ritardi.
Il pericolo di attacchi indiani non era poi così remoto e trascurabile se è vero che poco dopo la partenza Baker attraversò il fiume Yellowstone per recarsi all’agenzia Crow nel tentativo, vano, di reclutare qualche scout. Si dovette quindi accontentare dei 2 scout arruolati a Fort Ellis, uno dei quali era il famoso mezzosangue Mitch Bouyer, destinato a finire i suoi giorni 4 anni più tardi a Little Bighorn.
La carovana si muoveva lentamente soprattutto a causa delle temperature torride e del terreno difficile. Infatti, il 2 agosto venne annotata una marcia di sole 7 miglia. Il programma prevedeva l’attraversamento del fiume Yellowstone all’altezza dell’attuale città di Big Timber, ma la portata d’acqua e la forza della corrente lo sconsigliarono assolutamente.
La marcia proseguì con lentezza e difficoltà di vario tipo e il 12 agosto raggiunse l’attuale Billings.
Il bilancio parlava di 16 giorni di marcia ad una media di meno di 10 miglia al giorno, dalla parte sbagliata del fiume, senza che i tecnici avessero rilevato un solo metro e soprattutto in pesante ritardo per l’appuntamento con la spedizione partita da est.
A metà luglio un gruppo di circa 2000 tende Sioux, Cheyenne, Arapaho e Kiowa si riunirono sul Powder River, in una posizione quasi equidistante dalle due spedizioni esplorative. Dopo una danza del sole, un migliaio di guerrieri, tra questi Cavallo Pazzo, partì per una spedizione di guerra contro i Crow, ma durante il tragitto localizzarono casualmente la colonna della spedizione di Baker.
Il 13 agosto Toro Seduto e gli altri capi si riunirono in consiglio per discutere come affrontare la questione della presenza di tutti quei soldati sulle loro terre. I capi anziani erano contrari a qualsiasi attacco, ma i giovani erano desiderosi di catturare le centinaia di cavalli al seguito della spedizione. Toro Seduto, che percepiva l’agitazione dei giovani guerrieri, predispose misure di controllo del campo. Tuttavia alcuni riuscirono a sfuggire seguiti ben presto da molti altri guerrieri. A questo punto, Toro Seduto si trovò a prendere una decisione: andarsene o seguire i guerrieri. Scelse di partecipare all’attacco alla carovana e all’alba, dopo aver attraversato a nuoto il fiume Yellowstone, si trovò insieme a circa 300 guerrieri che accerchiavano l’accampamento dei bianchi.


Toro Seduto, sua madre (a sinistra), sua figlia ed un nipote

Ancora una volta, come accadde molto spesso nelle guerre indiane, un gruppo di guerrieri si trovava in procinto di ingaggiare battaglia con i soldati senza la minima strategia e organizzazione, con l’unico obiettivo di rubare più cavalli possibili.
Nell’accampamento i soldati dormivano ancora, mentre 26 uomini erano di guardia. Solo una tenda risultava illuminata: all’interno alcuni ufficiali stavano giocando a poker. Il comandante Baker era invece totalmente ubriaco e dormiva nella sua tenda.
Jack Gorman, uno degli addetti alle rilevazioni della Northern Pacific, nel dormiveglia, vide un giovane indiano che nell’oscurità stava cercando di rubargli il fucile che aveva appoggiato ad un albero. Prese lentamente la pistola che portava alla cintura e fece fuoco.
Immediatamente si scatenò un inferno di colpi d’arma da fuoco che i soldati interpretarono dapprincipio come spari di sentinelle nervose, ma quando cominciarono ad echeggiare nell’oscurità le terribili urla di guerra dei Sioux, fu chiaro a tutti che il campo era sotto l’attacco indiano.


La Northern Pacific Railway

Per fortuna dei soldati, gli ufficiali che stavano giocando a carte presero ben presto in mano il comando delle operazioni dopo che uno di loro, il Cap. Rawn, recatosi di corsa nella tenda del magg. Baker, ne era uscito poco dopo disgustato e furioso dall’aver constatato che il loro comandante non era nemmeno in grado di reggersi in piedi a causa della sbornia. I soldati, aiutati dai civili, riuscirono a radunare i cavalli e ad organizzare un fuoco di difesa costringendo gli indiani ad arretrare.
Questa schermaglia preliminare si esaurì intorno alle 4 del mattino.
Un piccolo gruppo di pellirosse rimase nascosto nei pressi del campo finché una squadra di fanteria lo individuò e lo fece oggetto di un fuoco massiccio che procurò diverse vittime tra i guerrieri.
All’alba Baker era sveglio, ma gli ordini che emanava erano assolutamente privi di senso.
Nel frattempo altri guerrieri avevano attraversato il fiume e si erano uniti ai compagni portando il loro numero ad equivalere quello dei soldati. I Sioux si posizionarono sui rilievi prospicienti il campo dei bianchi e da lì inviarono una pioggia di proiettili verso i soldati che dovettero proteggersi dietro dei grossi alberi sulla riva. Toro Seduto, che era arrivato a battaglia iniziata, trovò quindi una situazione di stallo: da un lato i soldati erano attestati in difesa, ma mancava loro la volontà e la leadership per tentare una sortita e allontanare gli assalitori, dall’altro lato i guerrieri si trovavano a fronteggiare circa 500 uomini bene armati e ben protetti da alberi e carri.
Spotted EagleUn ritratto di Spotted Eagle (Aquila Maculata)
Per cercare di dare una scossa alla situazione e per infondere un po’ di coraggio ai suoi, Toro seduto decise di uscire allo scoperto insieme ad altri 4 guerrieri, tra i quali White Bull, e portarsi con tutta calma a poche centinaia di metri dai soldati. Qui si sedettero per terra e si misero a fumare tranquillamente la pipa, mentre le pallottole fischiavano intorno e sollevavano la polvere a pochi centimetri da loro.
White Bull, che visse fino al 1947, ebbe poi modo di ricordare come l’unico del gruppo ad essere tranquillo fosse Toro seduto, mentre lui stesso, in quei momenti, aveva il cuore che batteva all’impazzata e cercava di fumare il più in fretta possibile.
Prima che gli indiani decidessero di lasciare il campo di battaglia, anche Cavallo Pazzo ebbe modo di mostrare il suo coraggio cavalcando il suo pony allo scoperto, davanti alle postazioni dei soldati.
Prima di mezzogiorno gli indiani se ne erano andati e la battaglia di Pryor’s Creek poteva dirsi conclusa.
I soldati contavano un sergente ucciso e alcuni feriti oltre ad un morto tra i civili. Il bilancio da parte indiana fu senz’altro più alto anche se non è certo il numero delle vittime.
Baker ordinò un inseguimento, ma poco dopo cambiò idea o più probabilmente si dimenticò dell’ordine stesso.
Aldilà del puro conteggio delle vittime, risultò subito chiaro che il vero risultato della battaglia era stato quello di bloccare l’attività della ferrovia. Tuttavia, anche se l’obiettivo minimo era stato raggiunto, ancora una volta gli indiani si erano dimostrati tanto audaci quanto privi di strategia e incapaci di modificare le loro abituali modalità di combattimento per far fronte alla minaccia dei soldati.
Immediatamente vennero inviati i rapporti alle superiori autorità sia militari che della compagnia ferroviaria.
John GibbonIl Colonnello John Gibbon
Il Col. Gibbon, comandante del distretto del Montana, una volta letto il rapporto, auspicò in una lettera al proprio superiore la sostituzione e l’arresto del Mag. Baker a causa del suo comportamento prima e durante la battaglia. Anche il presidente della Northern Pacific Railroad si lamentò della scorta militare assegnata ai tecnici della sua compagnia.
La stampa locale (Helena Herald e The Bozeman Avant Courier) diede parecchio risalto all’avvenimento corredandolo, tuttavia, di molte imprecisioni come indicare in Arapaho e Cheyenne le uniche tribù presenti (e i Sioux ?) o come sovrastimare le forze indiane in campo.
Nei giorni successivi, il capo della spedizione Haydon tentò, senza successo, di portare a termine l’esplorazione a causa nuovamente del comportamento del Magg. Baker che si rifiutò di spostare il campo dei soldati per seguire e proteggere i tecnici nei loro sopralluoghi.
Baker decise poi di portarsi a nord sul fiume Musselshell, in pratica costringendo i civili a fare altrettanto. La spedizione era miseramente fallita. Haydon si era giocato il posto e la carriera. Il Magg. Baker, al suo ritorno a Fort Ellis, fu messo agli arresti e in seguito distaccato a Omaha a occuparsi dell’acquisto dei cavalli per l’esercito.
L’equivalente spedizione che era partita da est non ebbe sorte migliore. Riuscì ad arrivare all’appuntamento sul Powder River ma come sappiamo, non trovò Haydon e Baker. Il Col. Stanley, che guidava la scorta, decise di tornare indietro anche perché era stato oggetto di diversi attacchi da parte dei Sioux del capo Gall.
Per gli indiani era stato importante poter dimostrare ai bianchi e anche a loro stessi di essere ancora in grado di cacciare gli intrusi dalle loro terre, in questo caso la ferrovia.
Per la Northern Pacific Railroad era stato un assoluto fallimento. La vendita delle obbligazioni crollò e con essa la fiducia degli investitori che ritenevano ormai impossibile attraversare con la strada ferrata le terre degli indiani “ostili”.
La compagnia si salvò a stento dalla bancarotta e con nuovi finanziatori riuscì in seguito nell’impresa di completare il percorso, ma questo avvenne solamente nel 1883. Nel frattempo la Southern Pacific Railroad aveva completato i suoi lavori e così la Northern si dovette accontentare di essere la terza ferrovia transcontinentale americana.

NOTE FINALI

  1. Il 23 gennaio 1870, al comando di 2 compagnie del 2° Cavalleria, il Col. Baker attaccò un villaggio di Piegan situato sul fiume Marias nel Montana, come ritorsione per alcune razzie dei Blackfeet. Il campo era devastato da una violenta epidemia di vaiolo e i suoi abitanti, quelli ancora in vita, erano estremamente debilitati. Quello che Baker e i suoi compirono fu un vergognoso massacro: 173 indiani uccisi di cui 90 donne e 50 bambini oltre a 140 prigionieri.