Chi ha ucciso Pat Garrett?

A cura di Omar Vicari

Patrick Floyd GarrettLa morte di Pat Garrett avvenuta il 29 febbraio 1908 vicino Las Cruces (New Mexiso), è ancora oggi, a distanza di centocinque anni, uno dei più intricati enigmi mai risolti della storia del sud-ovest degli Stati Uniti. Cinque sono le persone strettamente legate al caso in questione: Wayne Brazel, Carl Adamson, W.W. Cox, Print Rhode e per ultimo il pluriomicida Jim Miller.
I familiari di Garrett hanno sempre sostenuto che a premere il grilletto fosse Carl Adamson anche dopo la confessione di Wayne Brazel.
La maggior parte degli storici sostiene invece che fu Jim Miller a uccidere Garrett. Ulteriori nuove prove hanno puntato il dito anche contro Cox e Rhode.
In pratica nessuno ritiene che Wayne Brazel possa aver fatto tutto da solo e ancora che il solo Brazel abbia confessato per intero il delitto.
L’inchiesta ufficiale e i documenti del processo sono andati perduti. Soltanto le cronache dei vari giornali dell’epoca sono disponibili. Secondo quelle versioni, Carl Adamson, nel momento in cui sentì gli spari, si girò e vide Garrett cadere all’indietro. In quel preciso istante disse di aver visto Brazel che stava in sella sul proprio cavallo con una .45 fumante in mano. Nel momento in cui Adamson si precipitò a esaminare il corpo di Garrett, Brazel smontò da cavallo e gli diede la sua .45.


Wayne Brazel, seduto, tra Jim Lee e Will Craven

“Questo è un grosso guaio” disse Wayne Brazel.
In terra, con gli occhi semichiusi, Pat Garrett si lamentò ancora per pochi attimi, poi morì. Carl Adamson coprì pietosamente il corpo con una coperta e lo lasciò in terra. Saliti sul carro, con il cavallo di Brazel legato dietro, i due corsero verso Las Cruces, dove Wayne Brazel si consegnò al vice sceriffo Felipe Lucero.
Anni dopo, Felipe Lucero disse che si stava preparando il pranzo quando Wayne Brazel spinse la porta del suo ufficio dicendo: “Mettimi sotto chiave, ho appena ucciso Pat Garrett”.
Rivolto all’incredulo vice sceriffo, Brazel disse che lo aveva fatto per legittima difesa e che Carl Adamson era stato testimone del fatto. Lucero mise Brazel in una cella e poi subito raggiunse il luogo del delitto. Dopo una preliminare ricognizione da parte del Dr. W. C. Fields, il corpo di Garrett fu portato in città.


Carl Adamson e il Vice sceriffo Felipe Lucero

Il 3 marzo 1908 presso il tribunale della contea di Dona Ana, a Brazel fu richiesto di esporre i fatti e di difendersi dall’accusa di omicidio. Per un attimo, Brazel sembrò non capire, ma quando fu ripetuta la richiesta, egli prontamente si dichiarò “non colpevole”.
Quel pomeriggio, presso il tribunale, fu tenuta un’udienza condotta dal procuratore Mark Thompson assistito dal procuratore generale del New Mexico James M. Hervey.
Da Santa Fe era arrivato George Curry, governatore dello stato, per partecipare ai funerali e assistere alle indagini.
Herbert B. Holt, William A. Sutherland e Edward C: Wade facevano parte del collegio di difesa, assistiti occasionalmente dall’avvocato Albert B. Fall.


George Curry e Albert B. Fall

In accordo all’edizione del 7 marzo del “Rio Grande Republican”, Carl Adamson prese la parola mentre Wayne Brazel rimase in silenzio.
Alla richiesta di esporre i fatti, Adamson disse che fermò in un punto del sentiero il carro per urinare e che nel momento in cui scese, Garrett afferrò le redini del cavallo e che poi lo sentì dire:
“Dannazione a te, se non riesco a mandarti via in un modo, proverò in qualche altra maniera”.
“Garrett sedeva sul carro e Brazel stava in sella sul proprio cavallo”. Tutti e due stavano dietro di me”, continuò a dire Adamson.
“Poi ho sentito il primo colpo e ho visto Garrett barcollare e cadere di lato del carro”.
“E dove era l’imputato in quel momento?” chiese Hervey.
“Brazel stava in sella sul suo cavallo e ho notato che aveva una pistola in mano” rispose Adamson.
“Chi sparò il secondo colpo?” chiese Hervey.
“Non saprei dirlo perché uno dei miei cavalli strattonò all’improvviso ed io dovetti afferrare le redini per fermarlo, poi tornai verso Garrett che giaceva in terra”.
“E l’imputato dov’era?”
“Egli stava sempre in sella sul suo cavallo”.
“E Garrett disse qualcosa?”
“No, quando mi chinai su di lui, lo sentii soltanto gemere”.
Dopo l’interrogatorio di Carl Adamson, il Dr. Fields disse di aver trovato il corpo di Garrett a circa quattro migli dalla città. Egli dichiarò che Garrett non aveva guanti sulla mano sinistra, che i suoi pantaloni erano sbottonati e che stava evidentemente urinando nel momento in cui era stato ucciso.


W. W. Cox e Oliver Lee

Due proiettili calibro .45 lo avevano ucciso, il primo entrato nel retro della testa, il secondo nella schiena a livello dello stomaco.
Il procuratore generale Hervey fissò la cauzione per Brazel in 10.000 dollari. Il 13 aprile 1908 Wayne Brazel fu incriminato per omicidio. Il processo ebbe luogo esattamente un anno dopo nell’aprile del 1909.
Un testimone della difesa al processo affermò che Garrett aveva giurato più di una volta di uccidere Wayne Brazel. Lo stesso Brazel disse che aveva agito per legittima difesa affermando che Garrett lo aveva minacciato col fucile e che non gli aveva lasciato alcuna possibilità.
Brazel aggiunse che aveva sparato il secondo colpo per azione riflessa dovuta alla sua agitazione.


Marker nel punto esatto del sentiero dove Garrett fu ucciso

Il processo si svolse tra l’indifferenza e l’incompetenza. Gli avvocati della difesa e dell’accusa, per esempio, erano amici tra loro da lungo tempo e i loro interventi risultarono accomodanti.
Carl Adamson, tra l’altro, l’unica persona presente al fatto, non fu chiamato a testimoniare.
Mike Thompson, pubblico ministero, non insistette abbastanza sul fatto che Garrett, se avesse avuto l’intenzione di uccidere Brazel, avrebbe certamente caricato il suo”shot-gun” con pallettoni e non con pallini per uccelli. Inoltre Thompson non ricusò la tesi della legittima difesa invocata da Brazel che certamente non poteva temere Garrett che in quel momento stava urinando.
Capitano Fred Fornoff
Alle 5.30 del pomeriggio, dopo un sommario processo, il giudice sentenziò che Wayne Brazel non era colpevole del fatto.
Quella notte W. W. Cox festeggiò l’assoluzione di Brazel con un barbecue al “San Augustine Ranch” di sua proprietà.
Il governatore dello Stato del New Mexico, George Curry, quando seppe della morte di Garrett si precipitò a Las Cruces per i funerali. Con lui c’erano il procuratore generale Hervey e il capitano Fred Fornoff della polizia territoriale a cavallo.
Vista la complicità tra il pubblico ministero MikeThompson e l’avvocato difensore Albert B. Fall, il governatore Curry ordinò ulteriori investigazioni.
Carl Adamson condusse il procuratore Hervey e il capitano Fornoff sul luogo del delitto e spiegò di nuovo come si erano svolti i fatti. I due investigatori guardarono attentamente il posto in cerca di nuovi indizi. A poca distanza da dove il carro si era fermato, Hervey raccolse una cartuccia di winchester e si domandò se Garrett fosse stato ucciso con un fucile da qualcuno nascosto nei pressi.
I due tornarono a Las Cruces e chiesero a Wayne Brazel maggiori dettagli. Essi pensavano che il racconto di Brazel non avesse senso e ne parlarono col governatore.
I conti non tornavano e se Brazel non c’entrava nulla, Hervey, Curry e Fornoff cominciarono a pensare a una cospirazione piuttosto che all’azione di un solo uomo.


Tom Powers a El Paso

Brazel sembrava più la vittima del caso invece che il killer. Alcune settimane dopo, il procuratore Hervey, trovandosi a El Paso, ebbe l’occasione di parlare con Tom Powers al quale rivelò i suoi sospetti sulla morte di Garrett. Gli chiese se poteva assumere un detective per raccogliere maggiori indizi sul caso. Powers accennò a un sorriso e si tirò indietro.
Imperterrito, Hervey tentò di avvicinare Emerson Hough, amico di lunga data di Garrett al quale chiese di collaborare sul caso. Anche Hough, come Powers, si scusò negando la sua collaborazione. Egli invece mise in guardia il procuratore dicendogli che avrebbe trovato il proiettile giusto se fosse andato avanti nelle indagini.
Emerson Hough
Il procuratore Hervey rimase impressionato, ma comunque ordinò a Fornoff di continuare a investigare sul caso nelle sue ore libere.
Il capitano raccolse alcune informazioni a El Paso su W. W. Cox, un ricco ranchero della zona che si vociferava avesse pagato qualcuno per l’uccisione di Garrett.
Mannen Clements, noto fuorilegge, fu probabilmente l’uomo giusto per l’occasione. Clements avrebbe incontrato Cox a El Paso e avrebbe incassato 1500 dollari per portare a termine il lavoro. Clements avrebbe poi incaricato Jim Miller, suo cognato e pluriomicida, per fare il lavoro sporco e avrebbe pagato Carl Adamson per la parte del testimone. Inoltre Cox avrebbe risarcito Brazel per addossarsi la colpa.
Il capitano Fornoff annotò quello che aveva scoperto in un documento confidenziale per il procuratore Hervey. Per ragioni ignote, quel documento non fu posto agli atti nel processo Brazel.
Alcuni storici sono concordi nel pensare che la cospirazione ai danni di Garrett iniziò con una riunione tenuta tempo prima presso il St. Regis Hotel di El Paso. A quella riunione erano presenti Oliver Lee, Jim Miller, Carl Adamson, Mannen Clements, Wayne Brazel, W. W. Cox e Albert B. Fall.


Jim Miller e Mannen Clements

L’oggetto di quella riunione era Pat Garrett e di come sarebbe stato possibile eliminarlo.
W. W. Cox disprezzava Garrett a causa dell’uccisione di Norman Newman per una questione di terreni, ma soprattutto perché Garrett era vicino alla verità sull’assassinio di Albert Fountain, un fatto di sangue in cui sembra fosse coinvolto l’avvocato Albert B. Fall.
W.W.Cox avrebbe pagato di tasca sua l’eliminazione dell’ex sceriffo, ma l’assassinio di Garrett doveva apparire come un atto di legittima difesa. Bisognava dunque provocare Garrett.
A tale scopo, Oliver Lee suggerì a Wayne Brazel di affittare il Bear Canyon Ranch di Garrett. In un secondo tempo Brazel avrebbe dovuto portarci un gregge di capre, e la cosa non sarebbe piaciuta a Garrett, il quale, in seguito, più di una volta minacciò di ucciderlo se non avesse portato via quelle maledette capre. La scusa ora era stata trovata e Brazel poteva dormire sonni tranquilli nel caso Garrett fosse morto. Tutti quindi avrebbero saputo che Brazel avrebbe eventualmente ucciso Garrett solo per legittima difesa. Ma Wayne Brazel non era un killer di professione, per cui tutti puntarono il dito su Jim Miller. Lui e soltanto lui avrebbe fatto il lavoro sporco.


Impiccagione di Jim Miller (ultimo a sinistra)

Nel frattempo mentre Fornoff continuava a investigare a El Paso, Hervey incaricò un altro investigatore di avvicinare Joe Beasley, un noto bandito della zona.
Beasley riferì che Jim Miller era stato visto nei dintorni di Portales (New Mexico) il giorno in cui Garrett era stato ucciso. Egli aggiunse che Jim Miller avrebbe raggiunto quello stesso giorno Las Cruces e poi Fort Worth. Da quella città, distante da Las Cruces seicento miglia, gli avrebbe poi spedito un telegramma per crearsi un alibi.
Il procuratore Hervey non credette alle dichiarazioni di Beasley poiché sarebbe stato impossibile percorrere a cavallo in poche ore, in una regione selvaggia, le duecento miglia che separavano Portales da Las Cruces. Ancora più improbabile coprire, sempre nello stesso giorno, le seicento miglia sino a Fort Worth dove, per crearsi un alibi, Miller avrebbe spedito il telegramma a Beasley.
Tutta quell’improbabile cavalcata si basava sulle parole di Joe Beasley, noto fuorilegge e ancor più noto bugiardo. Quel 29 febbraio, giorno dell’omicidio, Miller fu invece visto per le strade di El Paso, città assai più vicina a Las Cruces di Fort Worth e questo potrebbe convalidare il suo eventuale coinvolgimento nell’uccisione di Garrett.
Un tentativo di collegare Jim Miller alla morte di Garrett, fu il ritrovamento di una cartuccia di winchester nel luogo dell’omicidio. Ma questa non era una prova certa poiché Miller, per i suoi lavori sporchi, usava sparare con uno “shot-gun”.
Insomma, come si può capire, l’omicidio di Garrett è e rimarrà un fatto insoluto. John Scanland, giornalista e amico di Garrett, scrisse nel suo libro Life of Pat Garrett, “che un mistero aleggia su questa tragedia, sulla quale non si saprà mai la verità”.
Un fatto verificatosi un anno dopo, sembrò gettare un po’ di luce sull’intera faccenda: la confessione stessa di Jim Miller.
Il 19 aprile 1909, Miller fu prelevato dal carcere di Ada (Oklahoma) e impiccato assieme a tre dei suoi complici per l’assassinio di A. A. Bobbitt, un agente di polizia.
Prima di morire, Miller sembra avesse confessato l’omicidio di Pat Garrett ma Walter Gayne, incaricato dell’impiccagione, affermò che nulla uscì dalla bocca di Miller.
“Dovrei saperlo”, disse Gayne, “perché l’ho impiccato io”.
Se Jim Miller non uccise Garrett, rimane la domanda: chi è stato allora? Jarvis Garrett, figlio di Pat, è convinto che Carl Adamson tirò il grilletto. Egli ha sempre pensato che Wayne Brazel non poteva essere l’assassino perché non ne aveva la stoffa e che si prese la colpa solo per i soldi di W. W. Cox. Un’altra storia legata alla morte di Garrett sembra provenga da Denver(Colorado).


Jarvis Garrett, con la pistola del padre in mano (1972)

W. T. Moyers, sceriffo per molti anni nel New Mexico, affermò che fu lo stesso W. W. Cox a uccidere Garrett. Ma anche quest’asserzione non è suffragata da prove certe.
E allora la chiusura del cerchio ci riporta a Wayne Brazel. Un accurato esame di tutte le teorie, ci conducono all’inevitabile conclusione che egli fu, in verità, il killer di Pat Garrett. Egli ammise la colpa e mai cambiò la sua confessione.
In ottobre 1909, Brazel acquistò un ranch a Lordsburg (New Mexico), sposò Olive Boyd e nel 1911 ebbe un figlio. Dopo la morte della moglie per polmonite, nel 1913 Brazel vendette il ranch e scomparve letteralmente. Nel 1935, il figlio affermò che il padre fu ucciso in Sud America, forse da un componente della banda di Butch Cassidy.

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