Plenty Coups incontra… il Generale Armando Diaz!

A cura di Anna Maria Paoluzzi

Plenty Coups e Armando Diaz
Washington, 16 novembre 1921. Il generale Armando Vittorio Diaz, capo dello stato maggiore dell’esercito italiano, ha realizzato oggi un suo sogno di ragazzo, quando, abbigliato da indiano, è oggi stato adottato dalla tribù dei Crow ed è diventato uno dei suoi capi. Gli indiani non avrebbero potuto immaginare un onore più grande per il vincitore del Piave che quello di dargli il nome di Molti Trofei, uno dei leader della loro nazione. I due gruppi, quello del generale Diaz e dei suoi aiutanti e quello composto dal vero capo Molti Trofei e da altri capi della nazione Crow, si sono incontrati questa mattina in una grande sala dell’Hotel Willard per la cerimonia d’adozione.
Si è iniziato con la “Danza dell’Adozione”, eseguita dall’anziano capo e da Russel White Bear, Red Neck e White Faced Bear, tutti rappresentanti della nazione Crow.
Sono stati quindi eseguiti tre canti, il “Canto di Guerra”, il “Canto della Vittoria” e il “Canto della Patria”, con cui si dà il benvenuto a un nuovo capo di ritorno da una caccia fruttuosa o da una guerra vinta.
L’unico accompagnamento alle canzoni indiane era il tam tam di un tamburo; il generale Diaz ha dato segni di grande emozione quando è stato rivestito con un abito indiano, decorato con complicati ornamenti, una collana di ossa di pescecane (!) e un copricapo di guerra di penne di quelli che indossano i capi.


L’articolo del New York Times sull’evento

Sono seguiti poi discorsi in tre lingue. Molti Trofei ha parlato in Crow e Russel White Bear ha tradotto in inglese il suo discorso che è stato poi tradotto in italiano al generale Diaz.
“In qualità di capo della nazione Crow, io ti saluto, generale Diaz, capo dell’esercito italiano” ha detto il capo Molti Trofei, che non ha ottenuto per caso il suo nome – le strisce di ermellino che pendono da ogni punto immaginabile del suo costume simboleggiano infatti gli scalpi presi in guerra- “Per decisione del concilio della tribù degli indiani Crow, ho l’onore di adottarti come membro della nostra gente e quello di darti il mio nome, Molti “Coups”, che nella mia lingua ha il significato di “Molti Atti di Valore”. Accogliamo anche il grande generale italiano come uno dei nostri capi”.
I due capi hanno quindi fumato la pipa della pace e, tramite i due interpreti, hanno avuto una lunga conversazione.
“Quando ero ragazzo, nella lontana Napoli” ha detto il generale Diaz “ero solito divorare libri sugli Indiani e sulla loro storia. Ammiravo intensamente il loro coraggio, la loro energia e molti dei miei sogni di ragazzo avevano come protagonisti capi indiani, la loro energia, la loro saggezza, il loro valore, le loro tende, i calumet e tutti gli oggetti che portano in guerra.


La tumulazione del milite ignoto, cerimonia a cui parteciparono entrambi

Non ho parole per esprimere quanto io apprezzi questa occasione e spero che lei e i suoi compagni di tribù ricordiate quest’occasione con la stessa mia gioia. Una volta a Roma, farò indossare l’abito indiano a mio figlio, nell’auspicio che, una volta adulto, sia un capo coraggioso come lei, Molti Trofei”
Il capo Molti Trofei si è quindi affrettato a dire al generale Diaz che avrebbe mandato in Italia un abito indiano completo per suo figlio.
“Dì al prode generale italiano che qualche giorno prima del massacro in cui fu ucciso Custer, io combattei per due giorni di seguito contro i Sioux. Mi uccisero due cavalli. Di coloro che quel giorno combatterono con me solo trenta sono vivi ora. Sono felice che il generale Diaz sia un capo e abbia accettato il costume indiano che gli è stato offerto oggi e so che mai lo darà via”
Il generale Diaz ha replicato:
“Considero un grande onore fare parte di un popolo di combattenti che si sono fatti onore e grande gloria hanno acquistato in passato. Sono onorato di essere stato adottato nella vostra nazione e che le gesta da me compiute nel mio paese mi abbiano fatto considerare degno di quest’adozione. Parleremo l’uno dell’altro con i nostri vecchi compagni d’armi.


La foto completa dell’incontro

E’ inoltre mio grande piacere dirvi che uno dei miei antenati salpò con Cristoforo Colombo nel suo primo viaggio verso l’America. E’ con cuore orgoglioso e commosso che oggi rinnovo l’amicizia che il mio antenato e i suoi parenti stabiliono con gli Indiani. E’ quindi con grande orgoglio che mi è ora cosentito di indossare questo abito, come amico e compagno d’armi.”
I due capi “Molti Trofei” hanno quindi fumato di nuovo la pipa della pace; Molti Trofei il vecchio, insieme ai suoi compagni, si è quindi incamminato verso la Casa Bianca per raccontare tutto al Grande Padre Bianco.

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