Chippewa

I traders, dal canto loro, si muovevano in piccoli gruppi e visitavano i vari accampamenti Sioux per commerciare. Fu in quel periodo che il Cadotte si sarebbe imbattuto in una spedizione di guerra Sioux, “gli indiani erano già pronti a combattere”, si avvicinarono alla palizzata di tronchi, che “circondava le cabine”, “saltavano da un lato all’altro e gridavano i loro war-whoop”, poi, risposero al fuoco dei traders e “scaricarono nuvole di frecce… ben pochi erano armati di pistole”, e non poterono resistere al preciso fuoco dei fucili. Due traders vennero feriti leggermente, ma i bianchi non ebbero alcuna vittima e, alla fine, gli assalitori si ritirarono. Qualche tempo dopo i bianchi “piantarono la bandiera britannica nel terreno, mentre i Dakotas appesero una bandiera bianca su un palo”; le speranze del Cadotte non andarono deluse, “non appena vennero issate le bandiere, il fuoco cessò e, dopo una breve consultazione, un certo numero di guerrieri si avvicinarono cautamente alla palizzata”.


Dipinto di Don Oelze

Il Cadotte, “in piedi davanti alla porta della sua casa”, riferì loro, attraverso il “coureur du bois chiamato Rasle”, che ben conosceva la lingua Dakota, che “non era venuto nel loro paese per portare la guerra, ma soltanto per commerciare”. I Sioux replicarono che non intendevano accettare Chippewa nelle loro terre, avevano allora “riunito i guerrieri per scacciarli, ma non avevano alcuna intenzione di scontrarsi con gli uomini bianchi”. Alla fine, il Cadotte, grande conoscitore del carattere tipico degli indiani, decise di accettare le loro richieste, e allora chiese di poter parlamentare con i capi della tribù. Fu allora che i capi Dakota vennero invitati ad entrare nella capanna del Cadotte, il quale, comunque preoccupato, teneva “all’erta i suoi uomini”. I bianchi distribuirono munizioni e tabacco agli indiani, allora i Dakota dettero loro il benvenuto. Il capo Sioux insistette per accompagnare il Cadotte con i suoi guerrieri “in segno di grande onore e rispetto”, allora dovette accettare e fu “incapace di resistere alle offerte indiane”; la spedizione si mosse con gli indiani, “insieme lasciarono il campo e spesso si fermarono per fumare e riposare”. In una zona del territorio, “improvvisamente il capo Dakota si fermò, nelle vicinanze vi era una macchia scura di alberi e arbusti”, il capo si fermò “sul ciglio della strada, si sedette e incominciò a riempire di tabacco la sua pipa, invitando i suoi fratelli bianchi ad andare avanti”. Il Cadotte e i suoi si insospettirono, soprattutto quando il Rasle si mostrò dello stesso parere “sospettando il tradimento”. Il Rasle aveva notato che già alla mattina, quando lasciarono il campo, molti guerrieri erano “scomparsi” e, secondo lui, già durante la notte avevano tenuto Consigli di guerra; inoltre, ricordava che la boscaglia vicina era l’ideale per una imboscata, mentre il capo e gli altri guerrieri, sarebbero poi intervenuti “alle nostre spalle”. Il Cadotte rimase comunque molto sospettoso e mise in guardia i suoi uomini, dovevano controllare le mercanzie, temeva un attacco a sorpresa dei Sioux e bisognava “prepararsi ad un attacco improvviso”. Avvicinandosi al capo che “fumava tranquillamente”, il Rasle gli disse che temeva un tradimento, ma che “i primi a cadere in battaglia sarebbe stato lui e i suoi uomini”, inoltre lo invitò a consegnare le armi. Il capo, “in un primo momento respinse le accuse” poi, quando i bianchi disarmarono i suoi uomini, “scoppiò in lacrime pregando per la sua vita e quella dei suoi guerrieri”; qualche istante dopo “un gran numero di guerrieri dipinti emersero dal bosco e tranquillamente, in singola fila, mossero verso il loro accampamento attraverso la grande prateria”. Il capo e i suoi sarebbero stati presi come ostaggi, ma poi rilasciati con doni di tabacco e altre mercanzie. Il Cadotte e i suoi rimasero nel territorio tutto l’inverno, i Sioux non gli avrebbero dato alcun problema, anche se spesso bande guerriere furono avvistate nelle vicinanze. In primavera i Dakotas evacuarono il territorio, mentre la spedizione seguì il corso del Leaf River per giungere all’Otter Tale Lake e discendere poi il Red River. Due anni dopo (1794-95) il Cadotte avrebbe svernato sul fiume Assiniboine (20 settembre-23 aprile), per poi raggiungere il Rainy Lake, costruire nuove canoe durante l’estate, e raggiungere il “Grand Portage”, il principale deposito della Northwest Company nel territorio. Nel 1796 la Northwest Company costruiva una postazione fortificata sul Sandy Lake e, poco dopo, un’altra sul Leech Lake; queste rappresentavano gli immediati risultati delle operazioni del Cadotte; da allora le bande Chippewa dell’Upper Mississippi avrebbero commerciato con i traders di queste postazioni, riducendo le periodiche visite a Sault St. Marie. Il “vecchio e intelligente capo della Red Lake band”, “Wa-won-je-quon”, fu spesso in contatto con questi commercianti, ricordando che continuavano ad esplorare tutte le terre circostanti. Le bande del Lac Coutereille e del Lac du Flambeau erano stanziate in villaggi nelle vicinanze dei laghi e dei fiumi del territorio, e praticavano anche una certa forma di agricoltura, specialmente mais e patate, coltivazioni introdotte presso di loro dai commercianti bianchi. I vecchi della tribù ricordavano che la loro avanzata verso occidente avrebbe portato all’acquisizione di nuove terre appartenenti alla tribù nemica. Le fonti ricordano il primo commerciante bianco che passò l’inverno con questi Chippewa sull’alto corso del Chippeway River. I primi bianchi avrebbero svernato, agli inizi dell’anno 1784, sul fiume “Num-a-ka-gun”, un tributario del St. Croix, era posta sotto il “portage”, sulla pista che conduceva al Lac Coutereille. Da questa posizione i commercianti entravano in contatto con i gruppi del Chippeway e del St. Croix, barattavano pellicce in cambio di mercanzie provenienti da Michilimackinac e dal Flambeau River, anche chiamato “Manidowish”. Alcuni anni dopo i traders si accamparono nel periodo invernale sul Chippeway River, fiume conosciuto come “Puk-a-wah-on-aun”, a poca distanza dalla foce del Flambeau.

Il territorio in questione era ambito dai loro antichi padroni, i Dakotas, e per i cacciatori Chippewa era estremamente pericoloso inoltrarsi nella zona. La banda del Lac Coutereille navigava il Chippeway River per posizionare il campo presso un “trading house”, dove poteva incontrare quella del Lac Flambeau; in queste zone creavano un villaggio di grandi dimensioni per meglio difendersi dagli attacchi dei Dakotas. In questi anni, il basso fiume Chippeway era ancora considerato territorio di caccia dei Sioux, ma era ormai fortemente ambito dai Chippewa, i cui insediamenti stavano più a nord dove, grande influenza aveva il capo “Kishkemun”, o “Gishkiman”, appartenente alla banda del Lake Flambeau. Gli accampamenti erano sempre ben sorvegliati e al suo interno vi si poteva trovare anche un famoso trader di Prairie du Chien, si trattava di un vecchio pioniere noto come “La Roque” (Augustin Rock o Rocquebrunne), il quale viveva sul Lake Pepin. Gli scontri tra questi due gruppi Chippewa si sarebbero protratti contro i gruppi Dakota dei villaggi “Wabasha” e “Red Wing”; la guerra sarebbe stata molto sanguinosa per entrambe le parti, e avrebbe interessato parecchie tribù Sioux, quelle stanziate sul St. Croix e sull’Upper Mississippi, ovvero i “Kaposia, Warpeton e Sisseton Dakotas”. Secondo le fonti, quasi tutte le terre dei fiumi Chippeways e Menominee furono teatro di cruenti scontri e ripetuti agguati mortali; quando alcuni studiosi chiesero ai vecchi Chippewa, questi replicarono che, “il territorio è cosparso dalle ossa dei loro padri, ed è intriso del loro sangue”. Nel 1788-89, il Perrault fu impegnato seriamente nel tentativo di riappacificare i Chippewa del Lac Courte Oreilles con i Dakotas del Mississippi. Little Crow, capo di un gruppo Dakota, diceva che Bear Heart, leader dei Chippewa, guidava la sua gente sempre più verso occidente, sembra che i rapporti tra i due leader fossero buoni, ma soltanto “quando erano presenti i traders bianchi” e gli uomini delle due tribù potevano impegnarsi nella caccia senza temere alcun attacco. Però, qualche tempo dopo i Sioux avrebbero assalito e ferito due cacciatori Chippewa, ma ormai i Chippewa erano i veri padroni del territorio compreso tra il Lago Superiore e le “Lower Falls” del Chippeway River, a due giorni di marcia dal grande Mississippi. Solo saltuariamente le due tribù stipulavano trattati di pace. John Baptiste e Michel Cadotte, dalla parte dei Chippewa, e il La Roque per i Sioux, riuscivano a porre fine ai continui scontri. Nell’estate 1795, un capo di guerra del Lac Coutereille, “The Big Ojibway” organizzò una spedizione di guerra composta da 23 uomini, procedendo verso ovest, raggiunse la foce del Chippeway, i Chippewa rimasero sorpresi nel non vedere segni che indicavano la presenza dei nemici; giunti sul Mississippi, avvistarono sulla riva opposta un grosso accampamento, i guerrieri capirono dai canti che i Sioux stavano partendo per una nuova spedizione di guerra. Era un occasione da non perdere, e i Chippewa prepararono una imboscata in una foresta sulle rive del Chippeway. Gli scouts si posizionarono presso la foce, proprio di fronte al villaggio, dovevano osservare i movimenti dei Dakotas. La mattina successiva i Dakota si mossero sulle loro canoe, erano circa “duecento uomini” e procedettero seguendo la corrente del fiume; gli scouts Chippewa si mossero anch’essi per avvisare il capo del movimento dei nemici. I guerrieri cercarono di convincere “Big Ojibway” a desistere, “erano veramente troppi per le loro forze”, il capo fu inflessibile, accusò di codardia alcuni suoi uomini, giungendo addirittura a minacciarli di morte, poi si “preparò all’imminente scontro”. I pochi guerrieri restarono al suo fianco e si prepararono all’imboscata; i Sioux non sospettavano di nulla e continuarono a vogare lungo il fiume quando, “una improvvisa raffica di pallottole uccise tre guerrieri, ferendone parecchi altri”; i Chippewa sapevano di essere in pochi, alcuni sparavano e altri caricavano, “erano ottimi tiratori e continuavano a mietere vittime”. Però, nella confusione dell’attacco, speravano soprattutto di trovare il momento opportuno per fuggire; “rimasero delusi”, i nemici “non si persero d’animo, saltarono a terra e si misero a seguire le loro tracce”.


Indiani Santee

Il capo dei Chippewa era “un uomo grosso e corpulento, poco adatto a fuggire velocemente nelle foreste”, rimase indietro e “cominciò a sentire chiaramente le urla dei nemici Dakotas che lo inseguivano”, i suoi guerrieri decisero allora di attenderlo e di combattere. Il leader li invitò a lasciarlo, ma si rifiutarono fermamente, allora disse che, “le mie ossa avrebbero sbiancato la foresta, il suo spirito guardiano glielo aveva predetto in sogno”, voi, “miei guerrieri, dovete tornare dalle vostre famiglie”. Lo avrebbero “lasciato a malincuore”, ma le gesta di questo capo sarebbero rimaste per sempre nel cuore degli indiani Chippewa. “Big Ojibway” si “sedette su un ciuffo di erba alta, in un piccolo prato, per fumare tranquillamente la sua pipa”. Quando apparvero i guerrieri Dakotas, “improvvisamente si fermarono, iniziando poi a saltare da una parte all’altra per distrarlo”, il capo però “finse di non farci caso” e allora i guerrieri nemici attesero l’arrivo degli altri, “temevano agguati e non si fidavano dell’impavido nemico che continuava tranquillamente a fumare”. Il capo venne circondato e, quando si accorsero che era solo, iniziarono a “sparare contro di lui, alla prima raffica il capo cadde in avanti e i Dakotas cercarono di prendere il suo ambito scalpo”. I guerrieri si avvicinarono ma, “improvvisamente balzò in piedi, trascinò a terra un guerriero e lo uccise a coltellate … fin quando venne trafitto da punte di lancia e frecce spinate, allora cadde in ginocchio grondante di sangue”. “Big Ojibway” era morto, “venne scalpato e con i coltelli i Dakotas gli tagliarono la testa”. Le tradizioni Chippewa ci dicono che durante la lotta il capo avrebbe deriso i suoi nemici, e che quando venne ucciso e “la sua testa separata dal corpo, il suo viso era ancora avvolto in un sorriso”, infine, i guerrieri Dakota, impressionati dal valore del nemico ucciso, avrebbero tagliato il suo cuore in piccoli pezzi per poterlo inghiottire alfine di renderli “altrettanto forti di cuore”. Nello stesso periodo, in particolare nell’anno 1798, “una manciata di guerrieri Ojibway” avrebbero combattuto una grande battaglia contro i Sioux nelle vicinanze del Prairie Rice Lake. Questo lago fu spesso teatro di aspri scontri fra le due tribù. Nella “Nicollet’s map” viene chiamato “Mille Lacs”, e “svuota le sue acque” nel Red Cedar, un tributario del Chippeway River.
Nel 1798, una piccola parte della banda del Lac Coutereille, sotto la guida di “Yellow Head”, si era ritirata sul Prairie Rice Lake per raccogliere riso selvatico, il villaggio era stato posizionato su una isola per evidenti problemi di difesa. Il capo chiamò a raccolta la sua gente e spiegò che, durante la notte, il suo “Spirito guardiano” gli era apparso in sogno, “i Dakotas erano molto vicini”; allora invitò i suoi uomini a non andare a caccia, poi inviò due giovani ad esplorare le rive del lago. Gli scouts si imbarcarono su una canoa quando, a circa un miglio dal villaggio, “avvicinandosi alla riva”, vennero attaccati dai Dakotas; uno venne ucciso alla prima scarica, ma l’altro, “anche se gravemente ferito”, riuscì a fuggire. I Chippewa udirono gli spari e si prepararono al peggio, 25 guerrieri, “molti dei quali erano vecchi”, salirono sulle canoe e “remarono verso il luogo dello scontro”, ma quando si resero conto che stavano per cadere in un altro agguato, preferirono ritirarsi nel villaggio, anche grazie alle segnalazioni delle donne. Yellow Head decise allora di assalire i nemici via terra, condusse i suoi guerrieri attraverso un boschetto, da dove poterono vedere i Dakotas che continuavano a sparare. I Chippewa continuarono ad avvicinarsi ai nemici quando, scoprirono una donna Sioux che “teneva in braccio un bambino di circa due anni, ben coperto con ornamenti d’argento e grandi quantità di conchiglie”. Era la moglie di un famoso capo di guerra dei Dakotas ucciso in battaglia dai Chippewa, la donna aveva seguito la spedizione della sua gente per vendicare la morte del marito, alfine di potersi “togliere il lutto dal suo volto”. I Dakotas si “nascosero nella macchia” proprio mentre la donna chiedeva aiuto, allora intervennero, erano circa un centinaio, ma un giovane guerriero affiancò la donna “e la pugnalò alla schiena, poi si chinò per tagliarli la testa”, che fece volare, allora i Dakotas gli furono addosso. Il giovane Chippewa venne raggiunto da colpi di lancia, ma Yellow Head, “da dietro un albero di pino”, attaccò il Dakota e lo uccise; “il guerriero caduto portava una camicia bianca, una medaglia d’argento sul petto e altri ornamenti d’argento sulle braccia”, era il capo di guerra dei Sioux, “un uomo importante”. La battaglia sarebbe continuata per lungo tempo, “i 25 coraggiosi si misero al riparo dietro gli alberi e i cespugli e combatterono per l’intera giornata”, al calar delle tenebre dovettero ritirarsi “lasciando sette morti sul campo di battaglia”. Alcuni giorni dopo i Chippewa trovarono un certo numero di corpi nemici, i Dakotas li avevano nascosti in una palude adiacente al campo di battaglia. Altri scontri si sarebbero verificati nella zona qualche tempo dopo. Una piccola loggia Chippewa, situata sulle rive del Prairie Rice Lake, venne assalita “da un gruppo di circa 200 guerrieri Dakotas”, i pochi abitanti vennero massacrati fino all’ultimo. Un’altra famiglia Chippewa venne massacrata nello stesso periodo; “Le-bud-ee”, il figlio di un vecchio guerriero ucciso dai Dakotas, avrebbe organizzato una spedizione di guerra per l’inverno dell’anno successivo, attaccando una grande loggia Sioux posta sulle rive del fiume Hay. Gli otto Sioux all’interno della loggia combatterono valorosamente, risposero al fuoco nemico e si “difesero ostinatamente”, “Le-bud-ee, con i suoi compagni, si precipitò in avanti all’impazzata, aprì con un coltello affilatissimo il cuoio della tenda ed entrò nella loggia assalendo i Dakotas ancora in vita”. Lo scontro fu durissimo e parecchi guerrieri perdettero la vita, i Sioux vennero tutti massacrati, ma due donne furono catturate prima che giungessero i rinforzi con la conseguente fuga degli assalitori. Qualche tempo dopo le due donne prigioniere sarebbero state restituite ai Dakotas. Nel frattempo, vari gruppi appartenenti alle bande del Lac Coutereille e Lake du Flambeau, si erano spostate a ovest, dando vita a nuovi insediamenti nel cuore del territorio rivendicato dai Sioux, soprattutto nelle zone dei fiumi Chippeways e Wisconsin. Le terre del Lac Shatac sarebbero state occupate da un gruppo che, gradatamente, si sarebbe reso autonomo dalle altre bande, così come pure il gruppo di “Ke-che-puk-wa-i-wah”, nelle zone del fiume Chippeway.

La banda del Lac Flambeau si sarebbe divisa ed una nuova comunità si sarebbe formata lungo il fiume Wisconsin, dove entrò in contatto con i Winnebago del Fox River, altri nemici storici della tribù che spesso si erano uniti ai Dakotas per combatterli. Un’altro considerevole gruppo si era stabilito a “Suk-a-aug-un-ing”, sulla pista che portava alla Green Bay, vennero poi conosciuti come “Pelican Lake band”. Questa banda veniva annotata come “Sokaogan”, o “More Lake”, e divenne nota per aver combattuto i Dakotas in una famosa battaglia, nell’anno 1806, per il controllo di una zona ricca di riso selvatico. Comunque, dopo lunghi periodi di cacce intensive e continui commerci, operati dai Chippewa del Red Lake, del Leech Lake e del Sandy Lake, durante il decennio 1780-90, la cacciagione avrebbe iniziato a scarseggiare e la situazione cambiò nuovamente. A partire dal 1789 i traders e i Chippewa iniziarono a setacciare nuovi territori di caccia, erano tutti lungo le frontiere con le terre dei Dakota.
Nessuna pace venne stabilita nonostante un grande Consiglio tenutosi a Mackinac nel 1786. Robert Dickson, un trader, nel 1793, quattro anni dopo il primo movimento dei Chippewa verso il Red River, pose la sua attenzione sulle terre contese fra le due tribù, ricordava che non vi si poteva avvicinare per le continue spedizioni di guerra che imperversavano nel territorio. Nel 1798, cinque anni dopo il Rapporto del Dickson, e nel periodo in cui i Chippewa si mossero in gran numero verso i territori del Red River, il geografo della Northwest Company, David Thompson, scriveva: « Il 6 maggio siamo arrivati al Sand Lake River (Sandy Lake)… Da quando abbiamo lasciato il Red River, il giorno 9 aprile, non abbiamo visto molta selvaggina, pochi cervi e pochi castori … Gli indiani sono costretti a vivere con il riso selvatico, hanno scarsità di munizioni e usano ancora l’arco e le frecce. Gli indiani Nahathaways (Cree) sono a piedi nudi e vestiti molto male ». Nello stesso periodo i gruppi occidentali controllavano l’accesso ai villaggi degli Arikara, dove esisteva un fiorente commercio di cavalli. In pratica, i gruppi occidentali ottenevano dai loro fratelli orientali le merci europee che poi barattavano con gli Arikara per ottenere cavalli. Inoltre, è accertato che i Santee e i “Middle Dakota groups” ottenevano cavalli, schiavi e articoli vari delle pianure dai Tetons in cambio di prodotti europei. I vari gruppi Teton usavano poi i loro surplus per ottenere altri cavalli nei villaggi degli Arikara. Molti cavalli delle pianure erano commerciati con i Santee e i gruppi Nakota annualmente, quando venivano organizzati nuovi rendez-vous. Chiaramente, l’attrazione delle grandi Pianure diventava sempre più forte, infatti, i gruppi Nakota commerciavano spesso nelle zone del fiume James con gli altri gruppi affini. Quando nuovi traders estesero le loro attività sul Missouri (1790-1800), provenendo da St. Louis, l’importanza dei Tetons si sarebbe moltiplicata. Controllando la regione del medio Missouri i Dakota potevano bloccare l’accesso dei bianchi nei villaggi degli Arikara e, di conseguenza, imporre loro pesanti pedaggi. Inoltre, i Santee e i “Middle Dakota” (Yankton e Yanktonai), che spesso frequentavano le postazioni del fiume Minnesota, assunsero il ruolo di “agenti provocatori” proprio in riguardo alla situazione del medio Missouri. Secondo le descrizioni del Trudeau, (1796), “Le tribù Sioux sono quelle che cacciano maggiormente i castori sull’alto Missouri. Essi setacciano tutti i fiumi e i torrenti senza temere nessuno … Ogni primavera scambiano le loro mercanzie con gli altri Sioux del St. Peters e del Des Moines, postazioni frequentate dai canadesi”. Nel tardo decennio 1780-90, alcune bande di indiani Chippewa apparvero nella bassa vallata del “Red River of the North” e sui suoi tributari settentrionali (Manitoba). Nell’arco di due decadi questa bande avrebbero esteso i loro territori di caccia, sia verso ovest che verso sud fino alle grandi praterie ricche di bisonti dove, spesso, si scontravano con i Dakota. Il nucleo di questa regione era rappresentato nelle aree dove si uniscono i fiumi Red e Pembina, nelle zone dell’attuale Pembina (North Dakota), proprio a sud del confine tra il Canada e gli Stati Uniti. Nel 1801 a Pembina venne costruito un “trading post”. Negli anni successivi i Chippewa del territorio vennero conosciuti come “Pembina bands”; questi indiani avrebbero raggiunto le terre del basso corso dei fiumi Red e Assiniboine nel periodo compreso tra il 1798 e il 1800, poi si espansero nelle zone di Pembina e sul medio Red River nel periodo 1801-08, per continuare a commerciare pellicce con le Compagnie inglesi ed americane. Nel territorio vi si potevano trovare anche gruppi di Assiniboin provenienti dalle zone a ovest di Winnipeg (Manitoba). Nello stesso periodo, gli insediamenti del Rainy Lake erano posti a sud rispetto a quelli più isolati del nord, spesso, i Chippewa di queste zone non erano attivamente impegnati nelle guerre contro i Dakota, ma i loro parenti li rifornivano abbondantemente di tabacco per invitarli a prendere le armi ed unirsi a loro. Comunque, nel periodo 1790-1800 furono anch’essi sul sentiero di guerra. Il McKay, un trader, nel 1794, riferiva che 19 guerrieri del Rainy Lake stavano unendosi alle bande del nord per portare la guerra ai Sioux, vennero però dissuasi dai commercianti bianchi. Questi gruppi cacciavano spesso nelle regioni del Red River e, nel 1798, parteciparono ad un Consiglio di guerra con i gruppi del Red Lake e di altre zone vicine ma, ancora una volta sarebbero intervenuti i traders della Northwest Company. I vecchi Chippewa del territorio ricordavano le spedizioni contro i Dakota negli anni anteriori al 1775. Comunque, rispetto ad altri gruppi, i Chippewa del Rainy Lake non erano molto numerosi, ben più consistenti erano quelli del Minnesota meridionale. Un trader della Northwest Company, John MacDonell, nel 1793 descriveva l’incontro con un indiano, chiamato “Premier”, al cui fianco vi erano 20 giovani. Nel 1804-05, un altro bianco, che operava nelle zone del Rainy Lake, Hugh Faries, ricordava questo leader, la cui banda era accampata sul Black River; ma sembra però che non fosse il solo capo della banda, infatti al suo fianco vi era “Picotte”. Altre bande venivano ricordate. A parte la banda di Premier, nel 1793 il McKay ricordava che il “chief” della banda del “Lake of the Woods” era deceduto. L’anno dopo il McKenzie segnalava di aver incontrato due bande nelle zone del Wood Lake, tra queste vi era il gruppo di “Duck Indian” che vi passava l’inverno cacciando anatre selvatiche. Nel frattempo, altri gruppi Chippewa, provenienti dal Rainy Lake, dal Red Lake e dal Leech Lake, stavano penetrando nelle terre del basso corso del Red River, a nord della sua giunzione con il fiume Assiniboine. La Red River Valley divideva le terre dei Chippewa dalle bande Sioux che scorrazzavano nelle praterie tra il Red River e l’alto Missouri. L’Alexander Henry, “Younger”, nel 1800, localizzava la “frontiera settentrionale” dei Sioux lungo il corso del fiume Cheyenne. I Sioux stavano opponendosi all’avanzata Chippewa nelle regioni pianeggianti del Minnesota occidentale nel periodo 1780-1800 e, successivamente, anche più a ovest. I Chippewa, all’epoca mancavano quasi completamente di cavalli, fin quando, nel 1789, dalle regioni boscose a est del Red River iniziarono a spingersi più a ovest per raggiungere il Mississippi e il Crow Wing. Però, solo occasionalmente i gruppi del Leech Lake si avventuravano nelle pianure. Il Perrault, per esempio, ricordava che un gruppo di Chippewa del Leech Lake, nel 1784-85, venne duramente assalito dai Sioux mentre stava ritornando dalla caccia, dovettero allora abbandonare tutte le loro provvigioni. D’altronde, le terre del Red River, almeno fino al 1730, furono spesso teatro di grandi scontri tra i Sioux e i Cree e gli Assiniboin. Il La Vérendrye, che aveva stabilito due “trading post” sul Woods Lake e sulla foce del Red River nei primi anni del 1730-40, parlava di numerose azioni di guerra che interessavano i Cree e gli Assiniboin, in guerra contro i Sioux; il Woods Lake era molto vulnerabile agli attacchi dei Sioux che seguivano le piste del St. Pierre River. Le terre del Red River continuarono per anni ad essere attraversate da bande Sioux che fronteggiavano l’avanzata Chippewa verso il basso corso del fiume. John McDonell, della Northwest Company, ricordava che intorno alla metà del decennio 1790-1800, “Il paese lungo le rive del Fiume Rosso è molto frequentato dalle spedizioni di guerra … sia dai Sioux che dai Chippewa”. Nel 1793, lo stesso trader, spostandosi verso ovest, avrebbe trovato due logge indiane (Chippewa?) presso la giunzione dei fiumi Red e Assiniboine; il bianco rimarcava che dopo aver lasciato “il paese dei Scioux” raggiungeva il fiume Assiniboine, dove spesso si potevano trovare cacciatori Chippewa, Cree e Assiniboin. John Tanner, un bianco catturato dagli Ottawa, narrava che, dopo il 1797, i Sioux vagavano nelle terre fra i fiumi Red e Assiniboine per combattere i loro nemici.


Comunque, la prima penetrazione Chippewa in queste regioni si ebbe nel periodo 1789-90, purtroppo abbiamo ben poche notizie su questa avanzata. Quando, nel 1800, il Mackenzie giunse nel territorio avrebbe subito notato due gruppi Chippewa, uno proveniente dal Leech Lake e l’altro dal Red Lake. I traders del Minnesota, fra i quali il Jean Bapitste Perrault, affermavano che grossi gruppi Chippewa avevano abbandonato il territorio per spostarsi sul Leech Lake nel 1791. Il Perrault ricordava che un trader, Joseph Reaume, si muoveva proprio in quelle zone, dove accadde un incidente importante. « Alcuni anni fa, sul fiume Schian (Cheyenne River), Monsieur Reame ha tentato da riappacificare le due nazioni », ma i Sioux attaccarono i Chippewa, ne uccisero alcuni e poi concordarono una specie di tregua grazie “all’intervento dei bianchi”. Purtroppo, le attività dei Chippewa nelle regioni del Red River, tra il 1789 e il 1796, sono scarsamente documentate. Un documento spagnolo del 1795 parlava di un migliaio di Chippewa stanziati lungo l’intero corso del Red River. Il Tanner affermava che i suoi Ottawa si erano da tempo alleati con i Chippewa del Red River, con i quali cacciavano lungo l’Assiniboine e i suoi affluenti nel periodo 1780-90. Il Macdonell ricordava le zone del Netley Creek (“Riviere aux Morts”, Death River), erano ritenute ottime per stabilire accampamenti indiani, infatti ricordava che, “In genere vi troviamo gruppi sbandati di Sauteux o Pilleurs (la Pillager band del Leech Lake) proveniente dal Lago Rosso (Red Lake), che generalmente barattano pelli per avere liquori”. In un altro passaggio ricordava: « Presso i Sauteux del fiume Assiniboil le superstizioni prevalgono sul loro stile di vita e sui loro costumi, essi provengono dal Rainy Lake e dal Red Lake ». Questi Chippewa non erano però da identificare con quelli che stavano penetrando verso ovest, appartenevano ai gruppi del Minnesota orientale; i gruppi che si spingevano a ovest attraversavano il fiume Assiniboine. Gli ufficiali spagnoli (1796), ricordavano che i Chippewa, i Sioux e gli Assiniboin erano ostili ai loro traders e facevano l’interesse degli inglesi. Il Macdonell li chiamava “roving Sauteux” e diceva che, “gli indiani che commerciano sul La Souris sono gruppi misti di nazioni del fiume Assiniboils, ma fra loro i Krees sono i più numerosi. Gli altri sono gli itineranti Sauteux”. Questi “roving Sauteux” commerciavano a Fort Dauphin, sull’omonimo lago del Manitoba sud-occidentale, ma alcuni gruppi si spostavano sul “Lac du Manitouba” e con gli “Assiniboils” raggiungevano anche il “Fort des Prairies”, sul fiume Saskatchewan. Il John Tanner, il bianco prigioniero che con una piccolo banda di Ottawa era migrato nelle terre del Red River da Saginaw (1796), ricordava che spesso i Chippewa si spingevano fin sulle Montagne Rocciose per assalire i “Fall Indians” (Atsina), una loro incursione così a ovest venne segnalata prima della fine del XIX secolo. Inoltre, il Tanner ricordava anche spedizioni di guerra dei Chippewa, Ottawa, Cree e Assiniboin, alleati con i Mandan, che si spingevano a combattere gli Arikara del Missouri, come è ben documentato dalle fonti spagnole. Nei Rapporti della Hudson’s Bay Company(1795-96), il McKay menzionava la morte di due capi Chippewa della “tribù di Musquash”, il che significava che questo “Musquash” (“Topo Muschiato”) era un leader e non un “animale totemico” che distingueva il gruppo. Alcuni anni dopo, nel 1823-24, il McLoughlin ricordava la “Rat’s band” che cacciava nelle zone del Woods Lake; tuttavia, lo stesso McLoughlin riferiva di un gruppo familiare di 10-12 persone sullo Sturgeon Lake che cacciava con altre 5-6 famiglie dei “Rats of Mille Lac”. Indiscutibilmente si trattava di gruppi diversi della stessa banda. Un altro riferimento parlava di un capo chiamato “Spaniard”, il quale aveva grande influenza nel territorio, spesso affiancato da un altro leader chiamato “Hunter”, anche questi capi sembra facessero parte dei gruppi dei “Rats”. Qualche tempo dopo sarebbero apparsi sulla scena i figli di “Hunter”, di cui uno era noto come “Chasseur”. La banda di “Spaniard” cacciava principalmente sul suolo americano e commerciava, al “Grand Portage” con la American Fur Company. Nei loro primi anni di vita, nelle terre del Red River, i Chippewa si dedicarono alla ricerca di sistemi di vita migliori. Nel 1797, diverse centinaia di Chippewa, con qualche gruppo Ottawa, cacciarono castori lungo i corsi dei fiumiciattoli del territorio, nei tributari orientali del Red River ed anche in quelli occidentali, in particolare nel Souris River (Manitoba occidentale), e sul Red Deer River, un fiume che confluisce nel Lake Winnepegosis, a nord del Manitoba Lake. Il Chaboillez, della Northwest Company, all’epoca si era stabilito presso la foce del fiume Pembina (1797), questi ricordava diversi gruppi Chippewa che cacciavano nelle zone della “Rivière le Biche” (Red Deer River); il Tanner ricordava che molto spesso i Chippewa e gli Ottawa cacciavano a ovest del Souris River, dove gli indiani avevano un accampamento. I gruppi più occidentali ponevano i loro accampamenti di caccia nelle terre dei Cree e degli Assiniboin. Lo stesso Tanner ricordava che la sua gente spesse volte cacciava con i Cree, ma solo occasionalmente con gli Assiniboin, lungo i corsi dei fiumi Souris e Assiniboine. Il commercio delle pellicce era la loro principale attività, infatti, nel 1796, il Tanner diceva chiaramente che i gruppi Chippewa avevano migrato verso il Red River soltanto per cacciare i castori. Il Warren affermava che Flat Mouth (Bocca Piatta), un capo civile dei Chippewa del Leech Lake, aveva visitato, in età giovanile, i villaggi del Missouri con i suoi alleati Cree. Chiaramente i due gruppi scambiavano armi da fuoco per ottenere cavalli. La visita di Flat Mouth sarebbe avvenuta ben prima dell’inizio del XIX secolo. Questo capo apparteneva al gruppo del Leech Lake infatti, nel 1805, sarebbe stato incontrato anche dallo Zebulon Pike, dal quale seppe che si spostava spesso sul Red River. Nel periodo 1789-96 un indeterminato numero di Chippewa, dei laghi Rainy, Leech e Red, entrava nelle grandi Pianure a ovest del Red River, stabilendosi lungo il fiume Assiniboine e i suoi affluenti, da dove potevano cacciare e commerciare attivamente. Gli indiani preferirono non spingersi a sud del fiume, evitarono così la Red River Valley e preferirono non varcare il corso del fiume Cheyenne per timore di attacchi nemici. Nell’autunno del 1797 il Charles Baptiste Chaboillez erigeva un “trading post” presso la giunzione dei fiumi Pembina e Red. La postazione del Chaboillez era sita sul Red River durante l’inverno del 1797-98, mentre la rivale Hudson’s Bay Company aveva costruito un forte alla foce del fiume Pembina. Il Pembina era importante per la sua posizione centrale, si buttava nel Red River da ovest e permetteva così l’accesso alle Pembina Mountains (“Chaboillez’ Montagne”), circa 40 miglia a ovest del Red River, montagne che si estendevano dal North Dakota settentrionale al Manitoba meridionale. Il Chaboillez menzionava anche i nomi di alcuni leader, alcuni dei quali, con le loro bande, venivano dalle zone dei laghi Leech, Rainy e Red, il più noto ed influente era Wiscoup (“Sweet, Sucre”), intenzionato ad attaccare i Sioux; Zebulon Pike lo riteneva il capo del gruppo del Red Lake. Vi erano anche referenze per i gruppi del Rainy Lake. Il Chaboillez menzionava “Wesiniwaganse”, impegnato a commerciare a Pembina durante l’inverno; senza dimenticare “Boiteux”, la cui banda vagava presso la foce del fiume Forest. Altri leader menzionati erano “Old Menominee” e “Charalo” che facevano parte dei gruppi “Pilleurs” (“Pillagers”) del Leech Lake. Tra gli altri capi erano ben noti “Old Wild Rice, Old Necklace, Little Chief, Charlo e Corbeau (“Coues, New Light”)”, menzionati dall’Henry agli inizi del XIX secolo. Il Chaboillez menzionava praticamente gli stessi leader chiamando “Menominee” il capo Old Wild Rice, “Nabaquiwock” l’Old Necklace e “Charlo” il Charalo. L’Hugh Facies ricordava invece i capi “Boiteux, Little Chief, Cedar e Blackbird”, ovvero i “Boiteux, Little Chief, Cenigob e Blackbird” del Chaboillez. Il Chaboillez avrebbe notato che, quando terminava la stagione dei commerci, gli indiani si ritiravano più a nord per stabilirsi in un grande accampamento presso la giunzione dei fiumi Assiniboine e Red, dove si dedicavano alla pesca e alla caccia nelle terre a ovest dell’Assiniboine River. Durante la stagione dei commerci, da settembre ai primi di maggio, i Chippewa si spostavano in un vasto territorio contiguo alla Red River Valley, specialmente sui tributari Morris, Roseau, Sale e Rat, tutti fiumi del Manitoba. Spesso questi indiani cacciavano sul fiume Goose, ma anche sul Tongue, dove correvano il pericolo di trovarsi di fronte i Sioux. Nel territorio operava ancora la banda Ottawa del Tanner, la quale si univa ai Chippewa per cacciare a nord del fiume Assiniboine; il Tanner menzionava, nel 1790-1800, campi sul fiume Souris e alcune spedizioni di guerra nelle terre degli Atsina e degli Arikara. Le guerre ebbero un ruolo importante nella storia dei Chippewa occidentali. I bianchi notarono subito che il territorio a nord del fiume Assiniboine era continuamente attraversato da bande guerriere Chippewa e Sioux; il Tanner (estate 1797) era particolarmente preoccupato nel scendere in canoa il corso del fiume che andava a gettarsi nel Red River, soprattutto perché “le due forcelle dei fiumi erano frequentate dalle spedizioni di guerra Sioux”. I Sioux rappresentarono un grosso ostacolo alla penetrazione verso sud dei Chippewa e, inoltre, avevano grandi vantaggi dovuti alla quantità di cavalli a loro disposizione. Quando l’Henry giunse nel territorio, nel 1800, rimarcava che gli “indiani Saulteurs” non avevano alcun cavallo anche se, qualche tempo dopo, la “Red Sucker’s band” ne possedeva alcuni. Anche il David Thompson, che visitò la postazione del Chaboillez a Pembina (marzo 1798), per poi spostarsi sul Red Lake, citava il capo della banda, il quale diceva che i Sioux erano fortemente avvantaggiati perché avevano molte cavalcature. Il Thompson riportava una frase del capo “Sheshepaskut”: « Finché non avremo i cavalli come loro dobbiamo continuare a vivere nelle foreste; troppe volte danno fuoco alle pianure e dobbiamo fuggire precipitosamente ».
Infatti, il Perrault, nel 1789-90, affermava che un’intera famiglia di Chippewa del Leech Lake avrebbe trovato la morte, “bruciata viva ai margini della prateria”. Nel 1789 l’Alexander Henry rimarcava che i Chippewa non potevano opporsi allo strapotere dei Sioux nelle praterie e stavano cercando disperatamente di procurarsi cavalli. Lo stesso Tanner, in una occasione, avrebbe richiesto un cavallo ai traders per unirsi ad una spedizione di guerra contro i Sioux. Egli annotava che i Chippewa si unirono ai Cree e agli Assiniboin per attaccare gli Atsina verso la fine dell’anno 1790, la spedizione ebbe grande successo e gli assalitori rientrarono con “180 cavalli e 150 scalpi”. Nel 1797-98 fu il Chaboillez a prestare alcuni cavalli ai Chippewa, il trader li aveva ottenuti dai Cree o dagli Assiniboin. L’Henry ricordava che, durante la sua permanenza a Pembina, i Chippewa commerciavano pistole e medicinali, provenienti dal Lago Superiore, con gli Assiniboin e ricevevano in cambio cavalli di ottima qualità; inoltre ricordava anche il capo Charlo, il quale ricevette cavalli dalla Hudson’s Bay Company sul fiume Souris. Nel 1804, una banda di 65 Chippewa del Red River vagava a ovest di Pembina con soltanto 10 cavalli. Nel 1798 il Chaboillez annotava che i cacciatori Chippewa del territorio non possedevano cavalli e che usavano soltanto canoe o viaggiavano a piedi; uno dei loro capi era “Carpe Rouge” (Red Carp o Red Sucker) che, qualche tempo dopo, aveva ottenuto qualche cavalcatura per la sua gente. E’ accertato che, qualche piccola banda Chippewa aveva a disposizione i cavalli e così poteva spingersi nelle pianure per cacciare i bisonti, ma la maggior parte dei gruppi del Red River viveva ancora come nei tempi più antichi. Comunque sia, anche i Cree e gli Assiniboin cercavano di opporsi all’avanzata Chippewa verso ovest e sud, le due tribù cercavano di controllare queste terre con ogni mezzo. Il Tanner parlava di un “abituale sentimento ostile” verso i Chippewa e i suoi Ottawa. Il Chaboillez ricordava uno dei suoi cacciatori, “Challifoux”, ucciso quasi sicuramente dagli indiani “Stony” mentre cacciava nelle zone del Pembina. Anche l’Henry era dello stesso parere e lo ricordava nei suoi scritti affermando che i Cree non vedevano di buon occhio i Chippewa nelle Pembina Mountains; nel 1801, scriveva che gli Assiniboin non visitavano la sua postazione perché sapevano che vi erano i Chippewa. Quattro anni dopo, Lewis e Clark dicevano che i Chippewa del Leech Lake erano “parzialmente in guerra” con gli Assiniboin, ma si alleavano spesso con loro contro i Sioux e gli Arikara.

Queste spedizioni di guerra però, spesso e volentieri, fallivano miseramente per i forti contrasti interni fra le tribù. L’Henry ricordava sempre l’insicurezza dei Chippewa sul medio corso del Red River; nelle zone comprese tra i fiumi Rat e Morris, un grosso gruppo di Chippewa individuò parecchie carcasse di bisonti uccisi dai Sioux, così si accamparono in una vantaggiosa posizione in caso di attacco. Nelle zone del fiume Roseau, a nord di Pembina, i Chippewa dell’Henry erano costantemente allerta per timore di attacchi. Qualche tempo dopo giunsero segnalazioni riguardanti una spedizione nelle zone dell’attuale Kittson County (Minnesota). Anche questa volta era un falso allarme. Nelle zone del Park River, l’Henry scriveva che, “… i miei indiani sono preoccupati, non hanno intenzione di cacciare i bisonti per timore di nuovi attacchi nemici”. I Chippewa erano convinti che le bande Sioux si trovavano sulle rive orientali del Red River; un indiano parlava di tracce fresche che portavano ad un grande accampamento sul Park River. Secondo l’Henry i timori dei Chippewa erano infondati, parlava di “croniche paure”, infatti, non vi era alcuna traccia di Sioux. L’Henry avrebbe continuato a commerciare con i Chippewa appartenenti a due bande del basso Red River, che il trader chiamava “Saulteurs” e “Red Suckers”, ma anche con un piccolo gruppo del Red Lake guidati da Maymiutch. Nonostante i frequenti allarmi, sembra che i Sioux non fossero presenti nel territorio, anche se gli indiani dicevano che stavano setacciando le terre della Red River Valley, tra il fiume Morris e il Red Lake. Verso la fine di ottobre i Chippewa decisero di contrattaccare e, al “Bois Percé”, invitarono alla guerra anche i Cree e gli Assiniboin. Il mese dopo gruppi di Cree e Assiniboin si radunarono presso le Pembina Mountains, ma numerosi contrasti portarono al rinvio della spedizione nella primavera seguente. In gennaio, “Berdache”, un Chippewa degli accampamenti del fiume Assiniboine, entrava in un campo sul Park River, portava tabacco per fomentare una nuova guerra contro i Sioux. Purtroppo non abbiamo a disposizione alcuna notizia su questo evento; l’Henry non riporta assolutamente niente, mentre il Tanner, per quell’anno, non ricorda alcuna guerra intertribale. Non vi sarebbe stata nessuna rappresaglia immediata e, a quanto sembra, nessuna spedizione Sioux venne avvistata. I Chippewa furono spesso al fianco dei loro alleati per organizzare spedizioni contro i nemici Sioux, ma nessuna offensiva su larga scala venne organizzata almeno fino all’anno 1804. I Sioux, tuttavia, attaccarono i Chippewa per ben due volte nella regione del Red River. Nel maggio 1802, sette Chippewa perdevano la vita nelle vicinanze del Red Lake; l’Henry affermava che erano accampati nei pressi della postazione di Pembina e che ormai erano “in preda alla costernazione”. Nel novembre dell’anno successivo, altri tre Chippewa venivano massacrati mentre stavano cacciando sul Wild Rice. Il primo di questi attacchi era sicuramente da ricondurre ad una forte ripresa dei Chippewa che stavano stabilendosi permanentemente nelle zone del Grand Forks, dove i bianchi avevano dato vita ad una postazione commerciale. La seconda era probabilmente una azione di vendetta per il fatto che i Chippewa stavano allargandosi anche a sud del Wild Rice, dove la selvaggina era abbondante e il potenziale commercio notevole. Ormai, nel periodo 1801-05, i Chippewa stavano occupando parecchie zone che interessavano anche ai Sioux, anzi, che erano sempre state in mano ai Sioux. Questi Chippewa penetravano ormai a fondo nel territorio nemico per cacciare, poi tornavano a Pembina per commerciare e cacciare nei piccoli corsi d’acqua della zona; altri gruppi restavano invece nelle terre del Red River. Le bande di Pembina stavano prendendo piede in tutto il territorio e, nell’estate del 1804, veniva segnalata una spedizione di guerra contro i Sioux. I Chippewa ritenevano ormai che le zone di Pembina erano allora abbastanza sicure e che potevano contare sull’aiuto dei bianchi; infatti, nel maggio 1804, l’Henry dichiarava che, presso Pembina, “le donne indiane stanno preparando il terreno per seminare patate, mais e zucche… inoltre, stanno bruciando i rovi”. Il 7 maggio l’Henry osservava che gli indiani stavano levando i loro campi sulle “Hair Hills” (Pembina Mountains); il giorno dopo affermava che i Chippewa si stavano muovendo “in una fila lunga più di un miglio con 65 uomini e donne, 10 cavalli e 60 cani”. Nell’autunno del 1804 ricordava che, “i nostri indiani sono stati in guerra per tutta l’estate nel paese dei Sioux, ma i loro obiettivi non sono stati raggiunti”. Il Tanner descriveva un loro ennesimo insuccesso quando, durante l’estate, “Muskegoes”, un Cree, probabilmente appartenente ad una banda del Woods Lake, aveva organizzato una spedizione di Cree e Chippewa contro i Sioux. Il gruppo si sarebbe sciolto ben presto perché “Tabashaw”, un “capo ostile a Muskegoes”, aveva abbandonato il Consiglio di guerra. Comunque, in agosto, una spedizione avrebbe lasciato Pembina per entrare nelle zone del “Sheyenne River”, dove però non vi era alcuna traccia dei Sioux; questa spedizione era composta da Chippewa e da Assiniboin, e comprendeva circa 300 guerrieri, di cui la metà a cavallo. In tutto il territorio questa spedizione venne ricordata come la più grande lanciata contro i nemici. Il largo numero di cavalli sembra essere da ricondurre alla presenza degli Assiniboin. La spedizione non avrebbe oltrepassato il fiume Cheyenne, ritenuto allora la “frontiera dei Sioux”. Nell’anno 1801 l’Henry avrebbe sposato la figlia di un cacciatore Chippewa, tal “Liard”; qualche anno dopo, nel 1805, il Liard e la sua famiglia vennero massacrati da una spedizione Sioux. Fu allora che l’Henry, infuriato, decise di appoggiare una spedizione contro i nemici di sempre; decise di distribuire regali ai capi più influenti, e molti abiti pregiati e grandi quantità di liquori entrarono nei villaggi Chippewa. Alcuni di questi capi, in particolare “Aisainse” (“Little Shell”), “Payjick” (“Buffalo”) e “Tabashaw”, furono particolarmente importanti in quegli anni. Però, anche questa volta gli odiati nemici non furono intercettati. Lewis e Clark si riferivano a questi gruppi come “Chippewa del fiume Pembena”, e affermavano che erano uno dei tre gruppi della tribù “Chipaways”; le altre due divisioni erano quelle dei laghi Red e Leech. Nel 1805 i gruppi del Red River venivano considerati come una divisione separata, un gruppo distinto da quelli di Pembina. A partire dal 1805 la selvaggina iniziò a scarseggiare seriamente, lo stesso Henry ne era cosciente, così i Chippewa furono costretti a spingersi sempre più verso sud, in particolare nelle zone del Minnesota occidentale, tra i fiumi Red e Minnesota. Questa nuova espansione trovava nuovamente l’opposizione dei Sioux. L’Henry ricordava che, mentre i suoi cacciatori stavano impegnandosi a sud del Wild Rice, i Sioux attaccarono di sorpresa e uccisero tre Chippewa. L’anno 1805 sarebbe così stato piuttosto turbolento, raggiungendo punte mai viste nel territorio. Se l’attività di guerra dei Chippewa, e dei loro alleati, fu sporadica nel 1804, l’estate del 1805 vide i Sioux all’offensiva, quando assalirono di sorpresa un gruppo di cacciatori sul Tongue, gli assalitori uccisero e catturarono 14 uomini, donne e bambini, tra i quali una parente dell’Henry. Anche in quell’epoca, i Sioux erano abbondantemente riforniti di cavalli, mentre i Chippewa erano in genere appiedati, e i guerrieri potevano circondare i Chippewa per tagliare loro qualsiasi tipo di ritirata.

Una spedizione di rappresaglia venne subito organizzata dai Chippewa, dagli Assiniboin e dai Cree, secondo l’Henry era composta da “300 guerrieri, di cui molti a cavallo”, lo stesso trader vi avrebbe contribuito con “polveri e munizioni” per “incoraggiare i guerrieri”. Il John Tanner, che fece parte della spedizione, ricordava circa 400 guerrieri che lasciavano Pembina, erano “un centinaio di Assiniboin e circa 300 Crees ed Ojibbways con alcuni Muskegoes”, inoltre vi erano anche una ventina di “indiani Ottawas” che il Tanner, probabilmente, includeva tra i guerrieri Chippewa. Anche questa volta i nemici non vennero intercettati, ma la spedizione si spinse a fondo nelle terre dei Sioux; nelle zone delle “Chief Mountain”, un prolungamento meridionale delle Pembina Mountains, a ovest del Lake Traverse (South Dakota), per poi spostarsi sull’alto corso del Minnesota. Il Tanner, che ben conosceva la situazione, descriveva le solite dispute fra i vari capi, ma questa volta metteva in risalto l’inesperienza dei giovani guerrieri che, “contribuirono al fallimento dell’impresa”. I Chippewa abbandonarono la spedizione e furono poi seguiti dagli Assiniboin i quali, non contenti, razziarono alcuni cavalli ai loro stessi alleati. Nelle zone del Lake Traverse, prima di avanzare nelle Chief Mountains, della spedizione facevano parte ormai circa 120 uomini, tre soli guerrieri Assiniboin, una ventina di Cree e Ottawa, e circa 80 Chippewa. Sulle Chief Mountains venne lanciato un attacco contro un villaggio Sioux, il leader di guerra era “Black Duck”, un capo Chippewa, gli assalitori si resero ben presto conto che il villaggio era stato abbandonato da tempo e così poterono soltanto dare alle fiamme le tende rimaste. Il Tanner ricordava che, quando la spedizione ritornò a Pembina, almeno un centinaio di guerrieri Sioux li stavano seguendo ad una certa distanza. Nel febbraio 1806, secondo l’Henry, “Pishawbey”, il capo del piccolo gruppo di Ottawa del Red River, stava ormai spostandosi verso l’Otter Tail Lake, un territorio da lungo tempo conteso dai Chippewa e dai Sioux. Il Lawrence Taliaferro, l’Agente Indiano della “St. Peters Agency” – posta presso la giunzione dei fiumi Mississippi e Minnesota -, nel 1836, avrebbe vietato alla American Fur Company di costruire una postazione per i Chippewa presso l’Otter Tail Lake. Il Taliaferro, Agente Indiano dei Sioux, ben conosceva la situazione e ben sapeva che i suoi indiani si sarebbero scatenati. Comunque, gli Ottawa di “Pishawbey”, con altri cacciatori, si sarebbe spostato sul fiume Pelican che sfociava nell’Otter Tail River per poi entrare nell’Otter Tail Lake. L’Henry ricordava che gli Ottawa cacciarono nel territorio con ottimi risultati, ma che “avevano avvistato parecchie volte i Sioux”.

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