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Gli indiani della Nuova Olanda

A cura di Pietro Costantini

Si presume che i primi abitanti di Long Island giungessero nella zona circa 20.000 anni fa. Conosciamo i nomi delle tribù e il loro linguaggio solo a partire dalle epoche storiche, ma non sappiamo con certezza se fossero le stesse genti giunte nella preistoria. Le informazioni che abbiamo in merito si basano principalmente su studi archeologici, e dimostrano che il modo di vivere praticato da quegli Indiani cambiò molto lentamente in un lungo periodo di tempo. Questi cambiamenti erano portati dalle periodiche migrazioni di nuovi popoli e l’introduzione di nuove idee, mutamenti dell’ambiente in cui gli Indiani vivevano, e la tendenza ad adattare lo stile di vita al mondo della natura che li circondava.
Un metodo per capire lo svolgersi della preistoria degli uomini di Long Island è la divisione in “periodi”, ciascuno dei quali caratterizza un modello di vita basato soprattutto sulla nostra conoscenza dei loro cibi, armi e strumenti.
Questi periodi sono quattro:

Questi periodi non sono ovviamente riferiti a specifiche tribù o gruppi linguistici, sono solo un mezzo per aiutarci a capire i fatti della preistoria nella zona di New York.


Paleo Indiani

Periodo Paleo – Indiano, o delle Grandi Cacce
Questo periodo deve essere visto nel contesto dell’intero Nord – Est, poiché si hanno solo scarse tracce di esso nella zona della Long Island. La migrazione dei popoli nel Nord Est avvenne lentamente, con il ritiro dei ghiacci dell’ultima glaciazione del Pleistocene in quell’area. La terra che si era liberata fu gradualmente popolata da piante e animali. Fitte foreste di conifere coprirono la maggior parte del Nord Est. Il clima era freddo e umido. Verso il 10.500 a.C. l’uomo potrebbe aver occupato la zona a sud di New York. La datazione col radiocarbonio mostra che esso era presente nella provincia della Nuova Scozia (Canada) nell’ 8.635 a.C.
La distribuzione geografica dei ritrovamenti dei più caratteristici manufatti dei Paleo Indiani, le punte di freccia scanalate, indica che gli Indiani si mossero nel Nord Est lungo i maggiori sistemi fluviali, come Allegheny, Susquehanna e Delaware. Essi probabilmente si spostarono anche verso nord lungo la costa atlantica, ma ogni prova di ciò è coperta da tempo dalle acque dell’oceano.


Periodo Paleo – Indiano, o delle Grandi Cacce

I Grandi Animali e le punte di freccia scanalate
Gli studi sui siti paleo indiani degli Altipiani dell’Ovest degli Stati Uniti hanno dimostrato che questi popoli vivevano cacciando grandi animali come il mammut e arcaiche razze del bisonte. E’ probabile che nel Nord Est, quando i primi Indiani entrarono in quell’area, fosse presente anche un altro grande animale, il mastodonte. Molti archeologi suppongono che i primi Indiani del Nord Est fossero cacciatori divisi in piccole bande che seguivano le migrazioni di animali come il mastodonte, il mammut, il caribù, l’alce e il cervo. Quest’ipotesi è confortata dalla presenza di punte scanalate, coltelli di pietra e raschietti per scorticare, attrezzi necessari per un’economia di caccia. Non si è ancora trovato un sito paleo indiano a Long Island, nonostante la presenza sul luogo di punte scanalate, mentre invece sicuramente i Paleo Indiani erano presenti nell’attuale Staten Island. A New York City vi sono stati ritrovamenti di ossa di mastodonte.
Il sistema di vita paleo – indiano scomparve gradualmente verso il 7.000 a.C. Il mammut, il mastodonte e molti altri animali del tardo Pleistocene si estinsero. L’estinzione fu dovuta in parte alla caccia intensiva da parte dei Paleo – Indiani, in parte ad un cambiamento climatico che generò temperature più calde e maggior aridità; e la graduale sparizione delle grandi foreste di conifere eliminò gli animali incapaci di adattarsi alle mutate condizioni del clima. Le tracce della popolazione paleo – indiana, che apparentemente non fu mai molto numerosa, scompaiono dall’archeologia a partire da quell’epoca. I restanti gruppi di questi cacciatori di grandi animali furono probabilmente assorbiti dai nuovi popoli indiani subentranti nell’area, portatori di una cultura e di un sistema di vita più adatti alla mutate condizioni del clima.


Le aree di New York e di Long Island

Periodo Arcaico, o dei cacciatori e raccoglitori
La prima traccia dell’Età Arcaica è stata rinvenuta a sud di New York, e risulta del 4.600 A.C. circa. Ci sono numerosi siti arcaici nella Long Island, sebbene pochi di essi sembrino datarsi prima del 2.000 a.C. Lo studio di piante fossili estratte da depositi acquitrinosi e paludosi indica che il clima era caldo e secco. La foresta dominante era di alberi d’alto fusto, come quercia, hickory (noce americano) e castagno. Le ghiande e i prodotti del sottobosco fornivano abbondanza di cibo per una vasta popolazione di cervi e tacchini selvatici. I siti arcaici di Long Island si trovano principalmente nelle zone lambite dalla marea e dai corsi d’acqua, sebbene si conoscono anche alcune stazioni nell’entroterra. Questi siti sono di piccole dimensioni, e suggeriscono bande di individui di cinquanta persone o meno. I residui di cibo ritrovati nei siti mostrano che gli Indiani potevano avvalersi di una larga varietà di sorgenti di alimentazione. I residui principali dei siti costieri arcaici sono le valve delle conchiglie. Venivano raccolti molluschi, ostriche e conchiglie, che poi si mettevano in buche scaldate con pietre roventi. Migliaia di frammenti di ossa di cervo indicano che questo era l’animale più comunemente cacciato. Se ne mangiava la carne, mentre le ossa venivano spezzate per estrarne il midollo, dolce e nutriente. Sono stati trovati anche ossa di uccelli e frammenti di gusci di tartarughe. In un sito sono state ritrovate molte lische di pesce e pietre scanalate usate come raschietti da usarsi congiuntamente alle reti scorticarie (grandi reti da pesca).
Ritrovamenti di noci carbonizzate di hickory e altri sedimenti suggeriscono che cibi vegetali selvatici potevano aver costituito una parte importante della dieta. Non è sicuro se gli insediamenti della Long Island fossero occupati stabilmente oppure da bande in movimento da luogo a luogo alla ricerca di varie risorse alimentari man mano che divenivano disponibili secondo la stagione. Quest’ultima pratica, conosciuta come “Giro Stagionale”, è documentata molto più tardi, nel XVII secolo.


Oggetti e strumenti dell’Età Arcaica

La gente dell’Età Arcaica aveva anche addomesticato il cane. In un sito sono stati trovati frammenti di ossa di cane sparsi per tutto il deposito, segno che il miglior amico dell’uomo veniva occasionalmente mangiato. Sfortunatamente non è stata trovata traccia di abitazioni indiane nei siti della Long Island. Un’ipotesi probabile è che essi vivessero nei wigwams, piccole capanne sagomate a cupola fatte con frammenti di arbusti e coperte con fasci di erbe, stuoie intrecciate o corteccia d’albero. E’ certo che gli Indiani della Long Island non usarono mai tende coniche o tepee.
Gli strumenti e gli utensili arcaici erano di pietra, di osso, di legno e fibre vegetali. I manufatti rinvenuti più comunemente sono le punte di pietra, che venivano usate come armi. Esse venivano ricavate per scheggiatura da ciottoli di quarzo, e qualche volta ottenute per sfaldamento. Si ritiene che esse venissero usate come punte di lance, che venivano scagliate con l’aiuto di un bastone da lancio. Spesse schegge di quarzo con i bordi lavorati perché fossero taglienti servivano come raschietti o come strumenti per lavorare il legno. Sottili trapani di pietra erano usati per forare legno, cortecce e pietre non dure. Questi trapani probabilmente avevano un bastoncino come manico e venivano fatti roteare fra i palmi delle mani. Sottili lame di quarzo erano probabilmente montate su un manico e usate come coltelli. Durante l’Età Arcaica furono introdotte asce scanalate o lisce. Erano montate su un manico e usate per tagliare piccoli alberi e modellare il legno.
In quest’epoca fu probabilmente introdotto l’uso della canoa. Le pelli animali venivano forate e cucite con punteruoli d’osso o con aghi. Gli Indiani adoperavano pezzi di corno per sfaldare il quarzo, e qualche volta costruivano punte di lancia con l’estremità di un corno. Anche qualche raro ciondolo di conchiglia intagliata, usato come articolo decorativo, risale probabilmente a quest’epoca.


Punte di pietra per la caccia al caribù dell’Età Arcaica

Il Periodo di Transizione
Questa Era è datata, da esami al radiocarbonio, a circa il 1.000 a.C., sebbene non si conosca la sua durata. E’ un’Età intermedia fra l’Era Arcaica e l’Era delle Terre Boscose, e racchiude alcune delle caratteristiche di entrambe. La tradizione di caccia e di raccolta dell’Era Arcaica continua, come confermano i rinvenimenti nei depositi alimentari. La raccolta di conchiglie e molluschi sembra diventare più importante che nelle epoche precedenti, poiché sembra che gli Indiani abbiano imparato a sfruttare più pienamente le risorse della battigia marittima.
Nello stesso periodo, l’introduzione di vasellame in ceramica anticipa una delle caratteristiche dominanti del periodo successivo. Nel corso dell’Era di Transizione arrivarono nuovi popoli e furono introdotte nuove idee dalle regioni della Pennsylvania e del New Jersey. La Cultura Orientale, che potrebbe essersi propagata dal New England del sud, è quella meglio conosciuta come Cultura dell’Era di Transizione nella Long Island. Siti archeologici “Orientali” sono stati trovati lungo insenature marittime e corsi d’acqua, nelle parti settentrionale ed orientale della Long Island. Il loro contenuto riflette uno stile di vita essenzialmente simile ai primi siti arcaici. Comunque, in contrasto con la semplice cultura della caccia e della raccolta, i siti funerari orientali suggeriscono un elaborato ritualismo, associato al particolare posizionamento del defunto.
Impressionanti sono i rinvenimenti di fosse comuni sulla cima delle colline nella Contea di Suffolk. Parte delle ossa umane sepolte nelle fosse, prima vennero certamente cremate; altre possono rappresentare sepolture di ossa affastellate di individui di cui erano state lasciate in precedenza decomporre le parti carnose. Le gente poteva essere sepolta individualmente o a gruppi. Offerte di cibo, utensili e forse abiti erano gettati intenzionalmente nella pira funebre. Altri manufatti, come vassoi di pietra incavati erano rotti sul luogo. I resti della cremazione, compresi i manufatti distrutti, veniva messi nella fossa, spesso assieme ad un concentrato di ocra rossa polverizzata. Anche sepolture in piccole fosse individuali contenevano offerte. I manufatti arsi con il morto includevano punte di lancia per la caccia, azze per la lavorazione del legno, quarzi, utensili per l’accensione del fuoco, vassoi per cucinare, pietre di grafite ed ematite ad uso cosmetico – in breve gli strumenti necessari per la vita nell’Aldilà.
I popoli Orientali usavano piccoli contenitori di steatite, lavorati a mano, simili nella forma ai moderni piatti da tavola. Il tipo di pietra usata, la tecnica di fabbricazione e l’assenza di resti di steatite nei siti della Long Island, indicano che queste stoviglie erano fabbricate e importate dal New England del Sud. Probabilmente questo fu il primo modello di commercio nella zona di New York. Stranamente, in questa cultura sono assenti i cosiddetti “raschietti”.

Il Periodo delle Terre Boscose
L’Era delle Terre Boscose può considerarsi estesa approssimativamente dal 1.000 a.C. all’epoca del contatto con gli Europei. Essa è caratterizzata, specialmente dopo il 1.000 d.C., dall’espandersi dell’agricoltura, dalla presenza di villaggi abbastanza grandi permanenti o semi permanenti, e dall’uso estensivo di vasellame di ceramica d’argilla. Come nelle prime ere, i siti sono ubicati nelle baie marittime e lungo i corsi d’acqua. Numerosi siti spesso estesi per parecchi acri fanno chiaramente pensare ad una popolazione crescente in numero.
I molluschi continuano ad essere la principale risorsa alimentare. Vi è anche evidenza che la pesca fosse molto praticata, a giudicare dalle lische e scaglie di pesce rinvenute alla rinfusa nelle fosse, come dalle pietre usate per la pulizia delle reti da pesca, ami d’osso e qualche arpione di corno.
L’agricoltura fu introdotta da sud o da ovest in un certo momento di questa Era. Aree boscose furono ripulite per far posto a piccoli campi di cereali e forse fagioli e zucche. Le attività agricole sono testimoniate da certi manufatti come scarpe, mortai di pietra poco profondi e pestelli. Sono stati rinvenuti resti di noci e nocciole. Si ritiene che la caccia fosse meno importante che nelle epoche precedenti, comunque l’arco e la freccia furono introdotti nella Long Island probabilmente in questo Periodo. Dopo il 900 d.C. la piccola, triangolare punta di freccia è il proiettile più importante. E’ presente anche l’ascia, sebbene non siano molto comuni i rinvenimenti di pietra per la lavorazione del legno.
Tra i numerosi strumenti di osso troviamo punteruoli, aghi, punte per squamare la pietra, dischi di guscio di tartaruga usati come attrezzi per la lavorazione del legno.
L’uso del tabacco è attestato da pipe tubolari o incurvate.
I modelli di abitazione dell’epoca Boscosa devono ancora essere identificati; da informazioni storiche si presume si trattasse di Wigwam ovali e circolari, e di “longhouses”. Contrariamente alla “Cultura Orientale”, i seppellimenti funebri erano semplici e raramente accompagnati da beni. Gli individui erano sepolti in posizione orizzontale o fetale.
L’Era delle Terre Boscose nell’Est è stata tradizionalmente divisa in tre sotto-Epoche: Prima – Mediana – Tarda. Ma per la Long Island ci sono dati limitati per la Prima e la Mediana Era Boscosa. Lo studioso Carlyle Smith, il primo ad occuparsi in maniera approfondita del materiale proveniente dalla zona di New York, identificò vari tipi di stoviglie in ceramica, ciò che indica la presenza delle due maggiori tradizioni culturali preistoriche: Windsor e East River.
Gruppi di Indiani provenienti da est o da sud, interruppero la cultura Windsor nella regione del Connecticut e della costa di New York, al tempo (o subito dopo) la Cultura Orientale. Queste genti si sparsero lungo tutta la Long Island. Le loro stoviglie di ceramica tendevano ad allungarsi con una base appuntita; le superfici interna ed esterna erano spesso levigate, o marcate con una spatola avvolta da una corda che lasciava una traccia regolare. I disegni decorativi consistevano di linee stampate sul bordo con scalpelli di conchiglia, oppure per levigazione o puntellatura.
Strumenti
Nuovi gruppi, chiamati “Cultura dell’East River”, che introducono un tipo di lavorazione della ceramica con caratteristiche diverse dalle precedenti, appaiono nella Grande New York e nella Long Island occidentale a partire dal principio della Tarda Età Boscosa, verso l’anno 1.100. L’arte ceramica comprende vasellame con il fondo a punta, ma anche boccali con alti bordi o con anelli applicati, un corpo più bombato e una base arrotondata. La superficie esterna sotto il bordo è spesso marcata in rilievo, a volte liscia. Gli interni dei recipienti sono levigati. Si trovano anche decorazioni a triangolo proprio sotto il bordo superiore.
Smith notò che la ceramica dell’East River era confinata nella metà occidentale della Long Island, mentre la Windsor rimase in uso, nel resto del periodo preistorico, nella parte orientale. D’altro canto, ritrovamenti in molti siti di vasellame dalle caratteristiche miste Windsor-East River, tendono a suggerire che le relazioni fra le due culture potrebbero aver favorito la pacifica commistione di popoli e idée, piuttosto che una occupazione del territorio e una rimozione fisica di una delle due culture.
In ogni caso, la tradizione Windsor può essere identificata con la tribù dei Nehantic, che abitava la costa del Connecticut, e la East River con la tribù Massapequa, che si trovava sulla costa sud della Long Island nel XVII secolo. La gente della cultura East River viene generalmente ritenuta antenata Algonchina delle tribù storiche della Long Island occidentale.


La zona abitata dai Massapequa è oggi un parco della città di New York

Nel XVI secolo, quando gli europei giunsero nella regione di New York, qui vivevano due gruppi di tribù indiane entrambe appartenenti alla numerosissima famiglia linguistica algonchina: i Mahican o Moicani all’interno e le tribù Lenape sulla costa atlantica, oltre ai Mohawk di lingua irochese. A Long Island l’archeologia supporta l’evidenza di tre distinte lingue a contatto: i primi abitanti Quirip- Unquachog furono soppiantati prima dai Lenape-Munsee sul lato occidentale dell’isola, poi dai Mohegan-Pequot (i Mohegan non si devono confondere con i più settentrionali Mahican, parenti linguistici relativamente distanti) sul lato orientale. Sfortunatamente le identità etniche sono state oscurate in molta letteratura dall’applicazione di altri nomi come Montauk, Metoac, e così via a tutti gli indiani di Long Island (Snow, 1978).
Il Mahican era parlato dalle tribù moicane dell’alto corso del fiume Hudson, che i francesi chiamavano “ loups”, lupi e, nel XVIII sec., nei villaggi degli indiani cristiani Stockbridge sull’alto Housatonic e degli Shecomeco, nella parte nordorientale di Duchess County, Stato di New York. La lingua si diffuse a ovest con le migrazioni moicane, e ancora negli anni 1930 si poteva sentir parlare tra gli Stockbridge del Wisconsin. La variante munsee del Lenape (nota in seguito anche come Delaware) era parlata in un numero sconosciuto di dialetti, sembra, dalla costa occidentale di Long Island e la parte sudorientale dello Stato di New York, fino al Delaware Water Gap a est e al fiume Raritan a sud e ovest. L’area era abitata dai sottogruppi Canarsee, Wiechquaeskeck, Wappinger, Esopus, Tappan, Hackensack, Minisink e altri gruppi minori.

Le tribù presenti nell’area dell’attuale New York nel XVII secolo
Questa lingua fu nota nel XVIII sec. come Munsee, nome di un gruppo composto dai Minisink e dai loro vicini. Nel XIX secolo il Munsee divenne la lingua dei gruppi Delaware migrati in Canada, a Moraviantowm, Munceytown e nella riserva irochese di Six Nations, guadagnando la preminenza sulle lingue algonchine di altri emigrati.
Indiani Lenape
Il Munsee era parlato anche da piccoli gruppi in Wisconsin, in Kansas, in Oklahoma e tra i rifugiati presso i Seneca della riserva di Cattaraugus nello Stato di New York. I Delaware veri e propri, invece parlavano la variante Unami del Lenape, imparentata con il Munsee del New Jersey, di Staten Island e del Delaware (Goddard 1978).
Le aree costiere tra il New England e la Virginia erano abitate da popoli con un’economia agricola simile, ma con una diversa organizzazione sociopolitica: il loro sistema clanico assomigliava a quello irochese matrilineare, ma non diede mai luogo a entità politiche sovralocali. Mentre l’intera area nel XVII sec. era abitata da una miriade di piccole entità autonome unite solo dalla consapevolezza di essere Lenape, cioè “la gente” (talvolta Lenni Lenape, la vera gente), la maggior parte delle tribù storiche acquistò un carattere più permanente solo durante e a causa del contatto europeo.
Questo contatto, che avvenne per un periodo sconosciuto precedente alla prima documentazione scritta, tramite pescatori e pirati, causò un declino della popolazione di entità non precisabile, ma importante, a causa delle malattie, anch’esse ignote. I dati disponibili suggeriscono una densità di popolazione di circa 45 persone su 100 kmq nell’area coltivata costiera, mentre la zona montagnosa era disabitata e raramente visitata dai cacciatori, che la consideravano infestata dagli spiriti. Una unità locale, di circa 200 individui, utilizzava il bacino di un singolo fiume come proprio territorio. Benché queste stime siano da considerare dei minimi, sono certamente superiori a quelle delle parti più settentrionali della costa atlantica, abitate solo da qualche piccola banda di cacciatori.
Il racconto di Giovanni da Verrazzano del 1524 è la prima descrizione della Baia di New York che abbiamo e, dalla cartografia, appare evidente che altri Europei lo seguirono tra questa visita e quella di Hudson nel 1609. Nel 1614 venne istituito un posto commerciale presso l’attuale capitale dello Stato di New York, Albany, e negli anni successivi anche altri forti commerciali sui fiumi Connecticut e Delaware e, a causa della decimazione dei castori nelle aree costiere, sempre più a monte dei bacini fluviali. Quando il commercio delle pellicce costiero terminò, gli indiani di quest’area, da quel momento in poi, vennero considerati un disturbo. Gli olandesi cercarono in ogni modo di mantenere rapporti amichevoli con gli indiani dell’interno, non solo come clienti-fornitori, ma anche nella speranza di dirottare dalla loro parte il ricco commercio delle pellicce dalla valle del fiume San Lorenzo a quella dello Hudson, strappandolo ai francesi, una politica che sarà proseguita dagli inglesi (Brasser 1978).


Arrivo di Henry Hudson nella baia di New York

I Mahican
Il territorio Mahican o Moicano si estendeva dal lago Champlain verso sud nella parte occidentale di Duchess County, NY e dalla valle dello Schoharie Creek a ovest fino al Vermont centromeridionale a est. Tuttavia la maggiore unità degli Irochesi, causata dal contatto ostile con i Francesi nel XVI secolo e in particolare i rapporti marcatamente ostili con i Mohawk, rese impossibile ai Moicani usare il proprio territorio ad ovest dell’Hudson se non per la caccia. I Mohawk, d’altronde, non osavano stabilire villaggi oltre lo Schoharie Creek. Per lo più i Mahican vivevano in modo simile a quello dei loro vicini diretti, Mohawk, Esopus, Wappinger, Housatonic e Sokoki e, come organizzazione tribale e relazioni intertribali erano legati più strettamente ai Wappinger, agli Esopus e agli altri gruppi di lingua Munsee sull’alto corso del fiume Delaware. Di solito i Mahican vivevano in villaggi fortificati con robuste palizzate, edificati su cime collinose presso un fiume, contenenti dalle tre alle sedici lunghe case ciascuno, con una media di tre focolari/famiglie nucleari l’una. Le case dei capi erano più grandi, decorate con pitture e sculture e servivano anche come luoghi per riunioni cerimoniali.
Territorio Mahican
Ogni villaggio conteneva in media 200 persone e ogni 8-12 anni doveva essere spostato a causa dell’esaurimento degli orti fertilizzati col sistema del “taglia e brucia”, la penuria di legna da ardere e l’accumulo di rifiuti dentro e intorno al perimetro. Gli orti erano ricavati aprendo la foresta col fuoco, erano piuttosto piccoli e coltivati a colture miste di mais in primo luogo, fagioli, zucche e girasoli. Gli orti, che producevano una quantità relativamente alta di cibo, erano di fondamentale importanza nell’economia indiana, producendo intorno al 70% del fabbisogno alimentare insieme alla raccolta di frutti selvatici, ed erano, come quest’ultima, un’incombenza femminile. Gli uomini partivano dal villaggio in primavera e tornavano in agosto per il raccolto e le cerimonie del Grano Verde.
Dopo l’immagazzinamento del raccolto, mentre piccoli gruppi di guerrieri andavano in guerra, venivano organizzate cacce collettive autunnali seguite dal rituale del Sacrificio del Cervo e le offerte a particolari bambole sacre. A novembre le famiglie si sparpagliavano nei territori di caccia, anche se pare che qui il commercio delle pellicce, oltre a distrarre energie dalla produzione di cibo, non abbia dato luogo a un più preciso senso di territorialità familiare come più a nord.
Villaggio Mahican
A metà inverno le famiglie tornavano ai villaggi per il Sacrificio dell’Orso e in marzo gli uomini uscivano a cacciare l’alce e gli animali da pelliccia con lance, archi e frecce, e trappole. I territori di caccia si trovavano nelle aree pedemontane, mentre i monti, poveri di selvaggina e abitati da spiriti, erano evitati. Al villaggio i vecchi, restati a casa in inverno, producevano vari oggetti di artigianato utilitario in legno (gli uomini) o intreccio di fibre, pelle e ceramica (le donne), mentre i cacciatori tornavano prima del disgelo, per aspettare il passaggio dei piccioni migratori. L’uso dello zucchero d’acero fu assai incrementato dall’introduzione delle pentole metalliche europee.
La lunga casa era occupata da un certo numero di famiglie strettamente imparentate in linea femminile, che costituivano un lignaggio o un suo segmento. I matri-lignaggi possedevano il diritto ereditario di usufrutto di tratti specifici e nominati di terreno agricolo lungo i fiumi, un diritto inteso come possesso dagli europei, che avvicinavano il capo lignaggio per l’acquisto. I confini di queste proprietà di lignaggio distanti dal fiume erano vaghi e non abbiamo indicazioni di un possesso separato dei terreni di caccia.
I Mahican e i Munsee del XVIII sec. avevano un sistema di tre matriclan simile a quello Mohawk ed è possibile che i clan Mahican abitassero in origine in villaggi separati come quelli dei Munsee. All’inizio del contatto con gli europei sembra che i Mahican fossero organizzati in tre gruppi locali: 1) intorno alla confluenza dei fiumi Mohawk e Hudson, con il villaggio principale chiamato dagli europei Castello Monnemin; 2) intorno a Fort Orange (Albany) con il Castello di Unawat come villaggio principale; 3) nella Rensselaer County meridionale e nella Columbia County settentrionale con il villaggio principale di Schotak. I villaggi Mahican nel XVII sec. tendevano a essere comunità autonome connesse soprattutto per via di matrimonio esogamo (fuori dal proprio clan) e, in quanto consapevoli di avere una cultura e una lingua comuni, questi tre villaggi costituivano una “tribù”. Quando i Mohawk cacciarono i Mahican dalla parte occidentale del loro territorio i tre clan matrilineari, Orso, Lupo e Tartaruga, persero il loro carattere localizzato nel processo di integrazione politica Mahican.


I Mahican spiano l’arrivo degli Europei

Le fonti olandesi registrano un sistema graduato di capi: ogni lignaggio riconosceva un maschio anziano come rappresentante e ciascuno dei tre clan aveva un capo, che un tempo poteva essere anche il capo villaggio. I capi ereditavano per via femminile e il prestigio del lignaggio del capo si esprimeva in termini di “aristocrazia”, anche se i Mahican e i loro vicini non possedevano la rigida stratificazione sociale dei gruppi indiani del New England e della Virginia. Nel XVII sec. questi capi ereditari avevano un’autorità limitata, legata al consenso popolare, e ristretta agli affari civili e religiosi, mentre le ostilità erano guidate da un capo di guerra elettivo. Secondo gli Olandesi nel 1610 i Mahican avevano 1600 “guerrieri”, cioè maschi adulti e quindi una popolazione di 4000-4500 persone.


Interno di una loggia

Il commercio delle pellicce del XVII secolo rappresentò forse l’età dell’oro dei Mahican, che nel 1613 stipularono con gli Olandesi il primo trattato della storia nordamericana, di cui esiste il documento originale pubblicato (Brasser 1978), in cui gli Indiani approvavano la fondazione di un posto commerciale chiamato Fort Nassau su Castle Island nel 1614, di fronte a un villaggio Mahican. Questo trattato rinforzò la posizione monopolistica sulle merci europee dei Mahican, che costrinsero i Mohawk che volevano recarsi a Fort Nassau a pagare un tributo. Le continue aggressioni tra Mohawk e Mahican, oltre alle alluvioni, portarono all’abbandono di Fort Nassau nel 1617 e alla fondazione di Fort Orange sulla riva occidentale dell’Hudson nel 1621, con il concomitante spostamento del villaggio Mahican sulla riva opposta da cui poteva controllare il traffico commerciale. I Mahican, oltre alla terra e alla protezione, assicuravano agli Olandesi anche i rapporti con gli Algonchini “francesi” del fiume San Lorenzo, mentre gli Olandesi assicuravano, dalla costa, le forniture di perline wampum, usate come moneta di scambio nel commercio con gli Indiani. I Mohawk osservarono questi sviluppi con crescente allarme, finché decisero di fare la pace con i nemici Algonchini settentrionali e i Francesi e nel 1624 aggredirono i Mahican, scacciandoli dai loro territori occidentali e acquistando libertà di movimento con Fort Orange. Benché molti studiosi abbiano pensato che i Mahican diventassero tributari dei Mohawk, in realtà fu più una divisione tra le due potenze regionali del controllo del commercio delle pellicce e delle merci europee.
Maschera Mahican o Mohawk
Dopo il 1640 sia Mohawk che Mahican, rinforzati dalle armi da fuoco europee, dopo aver estinto i castori nei loro territori, cominciarono a conquistare gruppi vicini, ottenendo tributi in pellicce e facendoli così lavorare per loro. I Mahican ottennero in questo modo anche il controllo di alcune delle migliori fonti di wampum e, dopo il 1642, si unirono ai Mohawk per sottomettere gli indiani di Long Island. Nonostante l’alleanza con i Mohawk, i Mahican per il 1660 avevano ripreso il loro ruolo di mediatori con rapporti segreti con gli Indiani canadesi e complottavano contro i più forti Irochesi. Nel 1662 i Mohawk, irritati, attaccarono i Mahican, ma ebbero gravi perdite. Nel 1664, però, la Nuova Olanda terminava di esistere e la zona passava agli inglesi, cui i Mohawk chiesero di promuovere la pace con gli Indiani del fiume Hudson tributari dei Mahican e di non appoggiare le tribù del New England. I Mahican rifiutarono questo stato di cose e, organizzati in una confederazione, continuarono a fare la guerra ai Mohawk fino alla pace del 1675 a Albany. Anche se per il 1687 i Mahican avevano smesso di essere una grande potenza regionale, essi mantennero un alto status di rispetto tra le tribù orientali e del Midwest, nonostante il declino demografico causato da almeno tre epidemie. Vennero però ingrossati dai rifugiati della cosiddetta Guerra di Re Filippo nel New England e, in cerca di nuovi territori di caccia, si unirono ai Munsee e agli Irochesi nelle scorrerie contro le tribù della Virginia e delle aree pedemontane delle Caroline. Nel 1681 tornarono addirittura con pellicce prese presso la lontana frontiera spagnola. Intanto, fin dal 1669, avevano cominciato a esplorare il Midwest e a stringere rapporti di amicizia con gli Ottawa, i Miami e gli Shawnee.
Le malattie e le guerre commerciali avevano ridotto i Mahican a circa 500 persone nel 1700, la caccia commerciale aveva spinto gli uomini sempre più lontano e favorito la dispersione in piccoli villaggi e singole unità familiari abitative, mentre la lunga casa restava la residenza del capo e sede delle cerimonie comunitarie. Gli Olandesi, più mondani degli altri colonizzatori protestanti e assai più laici di quelli cattolici, non avevano fatto alcuno sforzo per convertire e acculturare gli indiani, ma le conseguenze negative della frontiera coloniale, l’alcolismo, le carestie e le malattie fecero vedere i missionari come una risorsa e il cristianesimo come una possibile spiegazione migliore del mondo, che la religione nativa non riusciva a coprire in modo soddisfacente, tanto che le chiese protestanti non riuscivano a far fronte alle richieste di evangelizzazione da parte delle comunità indiane. Intorno alle missioni si raggrupparono villaggi di indiani cristiani, tra cui il più noto Stockbridge, che dallo Stato di New York fu trasferito più volte, anche a causa della divisione tra “progressisti”e “tradizionalisti”, fino a fermarsi in Wisconsin dove esiste tuttora. Gli Stockbridge incorporarono una parte dei Munsee e nel 1843 ottennero la cittadinanza americana, mentre una minoranza riceveva la suddetta riserva a Shawano County in Wisconsin.
Tuttavia, già nel XIX sec. solo pochissimi indicatori culturali indiani esistevano anche presso i tradizionalisti: nel decennio 1870 nessuno indossava più abiti indiani e nel primo decennio del XX sec. moriva l’ultimo parlante la lingua Mahican. L’alto grado di integrazione con la comunità americana ha favorito i matrimoni misti, così anche se non estremamente ricca, la comunità Stockbridge-Munsee ha dimenticato la povertà. Nell’area ancestrale del fiume Hudson ancora nel 1783 esistevano alcuni gruppi Mahican, che hanno dato origine a parecchi gruppi meticci privi di riconoscimento legale, noti con nomignoli spregiativi come Van Guilders, Bushwackewrs e Jukes (Brasser 1978).

I Lenape Munsee
I linguisti hanno usato il termine “lingua Delaware” per identificare la forma di comunicazione usata dagli Indiani che abitavano Lenapehoking, la terra dei Lenape, noti anche come Delaware nel periodo storico. Le bande che vivevano in genere a nord del fiume Raritan parlavano un dialetto M o Munsee, mentre quelli che vivevano a sud parlavano un dialetto U o Unami. In seguito, nel XVIII secolo, mentre gli indiani migravano da Lenapehoking all’Ohio e l’Indiana, i nomi delle bande o piccole tribù come Lappan, Raritan, Minisink, ecc. furono dimenticati e per tutti fu usato il termine Munsee, con cui sono conosciuti ancora oggi. I nomi, infatti, avevano senso solo nel contesto geografico in cui abitavano i vari gruppi: i Manhattan erano quelli dell’isola collinosa, i Muscoota quelli del posto dei giunchi, i Minisink quelli dell’isola, i Sahnkians quelli del trapano da fuoco e gli Unami la gente a valle del fiume. Non sappiamo come si chiamassero in epoca preistorica, così gli archeologi li chiamano per convenienza proto-Munsee per il periodo dal 1000 al 1600 d.C., così come vi sono i proto-Unami. In seguito le varie bande Remkokes, Narantican, Mantaes, ecc., identificate dagli europei nel XVII secolo, diventano nel XVIII sec. gli Unami o Delaware veri e propri (Lenni Lenape, la vera gente). Gli archeologi riconoscono due distinte fasi del tardo Periodo delle Terre Boscose nell’area proto-Munsee: la fase Pahaquarra (1000-1350 d.C.) e quella Minisink (1350-1600 d.C.) (Kraft 1986). Secondo molti studiosi i Lenape giunsero nella regione medio atlantica circa 3000 anni fa; i Lenape, dal canto loro, ritengono che i loro antenati siano giunti nell’area di New York da occidente nel lontano passato (Grumet 1989).


Territorio e dialetti Delaware

Nella parte settentrionale dell’area Lenape – il nord del New Jersey e il New York sudorientale – i Munsee erano così distribuiti: gli Esopus occupavano l’area occidentale dello spartiacque del fiume Hudson, tra le montagne Catskill e gli altipiani a West Point e i loro sottogruppi comprendevano i Waorameck, i Warranawankong e altre piccole tribù. Gli Indiani delle Catskill a nord erano, pare, di lingua Mahican. Nell’interno, alle sorgenti del fiume Delaware, oltre Delaware Water Gap, abitavano i Minisink, a sud degli altipiani a ovest dell’Hudson vivevano gli Haverstraw, i Tappan e gli Hackensack. I Raritan vissero sul basso corso del fiume Raritan fino al decennio 1640, poi migrarono a causa delle alluvioni e degli attacchi degli Indiani del Delaware (lo stato attuale) e degli Olandesi; dopo il 1649 i “Raritan” furono in realtà immigrati Wiechquaeskeck provenienti da est del fiume Hudson. I Navasink abitavano negli altopiani proprio a sud di Sandy Hook Bay. Tutti i Munsee, dagli Haverstraw ai Navasink, erano strettamente associati politicamente. Un altro gruppo di lingua Munsee abitava a est dell’Hudson: i più settentrionali oltre ai Nochpeem erano i Wappinger, su gran parte delle contee di Dutchess e Putnam; in seguito Wappinger divenne sinonimo di Indiani degli Altipiani. Andando a sud c’erano i Kichtawank nella contea di Westchester settentrionale, i Sinsirk intorno a Ossining, i Wiechquaeskech nell’area di Terrytown-Dobbs Ferry e i Rechgawawank tra Yonkers, il Bronx e Manhattan. A est i Munsee si spingevano fino a Five Mile River (Darien-New Canaan), oltre il quale vivevano gli indiani Norwalck di lingua Quiripi. Gli indiani di Long Island erano legati culturalmente, politicamente e linguisticamente a quelli dell’area attorno Manhattan: i Nayack, i Marechkawieck e i Canarsaee a Brooklyn, talvolta raggruppati sotto il nome generico di Canarsee, poi i Rockaway da Newtown a parte di Hampstead e forse i Messapequa a Flushing, North Hampstead, Oyster Bay meridionale e Hungtington e i Matinecock a nord dei Messapequa.
Le tribù dell’area di New York
Nel XVII secolo i Lenape vivevano in villaggi di qualche centinaio di persone, ma benché agglomerati di gruppi locali interagenti fossero in effetti tribù nascenti, mancavano di organizzazione politica stabile e non riuscirono mai a creare confederazioni durevoli. Entro ciascun gruppo locale un particolare lignaggio forniva il capo, un primo tra pari capi di famiglie estese, mediatore di conflitti, esecutore di riti e, all’inizio, portavoce presso gli europei, anche se in seguito si svilupparono nuovi leader nell’interazione con i nuovi venuti. I capi dirigevano la caccia con il fuoco, ma le decisioni erano prese in un consiglio generale di maschi adulti, anche se gli Esopus decidevano dopo aver consultato separatamente gli uomini adulti (i guerrieri), le donne e i giovani. Vi erano capi di guerra nominati in base alle doti dimostrate in combattimento. L’economia e il ciclo stagionale erano simili a quelli dei Mahican; in guerra, prima che i fucili li rendessero inutili, i guerrieri indossavano un elmetto di legno e un grande scudo di legno o pelle d’alce che copriva tutto il corpo. I Lenape, come i loro vicini, vestivano poco anche l’inverno; usavano cinture di cuoio semplici o decorate con wampum, cinture di pelle di serpente e decorazioni di “pinna di balena” e “osso di balena”. Gli uomini indossavano un perizoma e le donne gonne senza cuciture; presto le coperte olandesi sostituirono gli indumenti di pelliccia cuciti insieme. Sono menzionati mantelli di piume di tacchino, dipinte o meno, legate a un ordito di canapa, mocassini di pelle e calzature temporanee di paglia, indumenti di pelle dipinta e/o ricamata con wampum, collane, bandane, cinture e tracolle di wampum, ornamenti di rame, anelli, braccialetti e ornamenti nasali. Gli uomini indossavano sulla testa bandane di pelle di serpente, piume e copricapi di penne erette a cerchio e “roach” di pelo di cervo dipinto su una base di canapa.
Lappawinsoe, capo Delaware, 1737
Secondo Goddard (1978) le case Lenape differivano di dimensioni e tipo a seconda del periodo dell’anno: le lunghe case erano costruite per i villaggi semipermanenti invernali, talvolta arroccati in cima a colline e difesi da palizzate. Le case dei capi avevano facce e immagini scolpite, ma l’archeologo Kraft (1986) sostiene che, nonostante termini come villaggio e città fortificata, insediamento circondato da palizzate, tende di corteccia e wigwam siano usati spesso per descrivere le abitazioni Lenape dai primi testimoni oculari, fino al 1968 gli archeologi non avevano ancora trovato testimonianze di schemi abitativi Lenape. Le illustrazioni usate più spesso per descrivere i villaggi Minisink sono le silografie della mappa di Willem Janszoon Blaeu del 1635 “Nova Belgica et Anglia Nova”, la mappa di Nicholas J. Visscher del 1656 “Novi Belgi Novaque Angliae”, le modifiche del 1673 di Hugo Allard della mappa Visscher e la mappa di John Seller del 1675 “A Mapp of New Jersey”. Queste silografie sono inaccurate e mostrano una palizzata rettangolare munita di bastioni che comprende dodici lunghe case con tetto a volta con le porte alle estremità e tre alberi al centro e tutte, tranne la mappa Seller, contengono sedici persone. Sotto questo raggruppamento ve n’è un altro con sei case simili racchiuse da una palizzata circolare. Nelle mappe Visscher e Allard questi villaggi fortificati sono posti a ovest del fiume Susquehanna, fuori dei confini di Lenapehoking, mentre una rappresentazione più accurata di una lunga casa Lenape si trova in una mappa del New Jersey meridionale del 1639, disegnata probabilmente da Johannes Vingboons, cartografo della Compagna delle Indie Occidentali. I cartografi del XVI e XVII secolo usavano disegnare animali e altre immagini accattivanti senza attinenza con la realtà per riempire la “terra incognita”.


La mappa di Blaeu “NOVA BELGICA ET ANGLIA NOVA” – 1635 (la vista è da nord, per cui troviamo l’Atlantico a sinistra e il continente a destra)

Visscher e Allard, per esempio, sistemarono i villaggi Mahican, sempre uno rettangolare e uno circolare, presso il fiume Susquehanna, quando in realtà essi occupavano un vasto territorio su entrambe le rive del fiume Hudson, dai monti Catskill, Stato di New York al Lago Champlain, Vermont. Dato che i Mahican erano anch’essi di lingua algonchina, forse li hanno confusi con i Munsee. Comunque, secondo Kraft (1986) non vi sono testimonianze storiche o archeologiche che i Munsee alla fine del tardo Periodo delle Terre Boscose e del primo contatto con gli Europei vivessero in grandi villaggi né che le loro case fossero protette da palizzate. Secondo Lindeström, un geografo e ingegnere della Nuova Svezia (1654-56) erano i Susquehannock, detti anche Minquas, di lingua irochese, ad avere villaggi fortificati. Relativamente di recente gli archeologi hanno scavato insediamenti Lenape e le scoperte danno ragione di credere che essi vivessero in piccole fattorie sparse prive di fortificazioni e relativamente prive del pericolo di aggressioni, fino al tempo del contatto europeo. Tuttavia l’olandese de Laet affermava che i Sankhikan, che abitavano nella porzione centrale del New Jersey, erano “mortali nemici” dei “Manatthans” di New York e l’archeologia ci restituisce talvolta i segni di scorrerie, come gli scheletri trovati a Staten Island nel 1895.


Mappa della Nuova Olanda – 1685

I Lenape erano in guerra perenne con gli Irochesi da prima dell’arrivo degli Olandesi ma, secondo Zeisberger, un missionario moravo del XVIII secolo che trascorse 60 anni tra i Lenape/ Delaware e gli Onondaga, i Lenape erano sempre riusciti a contenerli, fino a quando l’arrivo delle armi da fuoco europee, accessibili con facilità ai Mohawk e non ai Lenape, capovolse la situazione. I Lenape, troppo poco numerosi, dispersi e privi della capacità di far fronte ai cambiamenti con una risposta politico-organizzativa simile a quella irochese, Mahican, e di altre confederazioni indiane, ebbero la peggio.
Non conosciamo quando i Lenape vennero in contatto con gli europei, ma i gesti degli indiani verso Giovanni da Verrazzano nel 1524 nella baia di New York mostrano che avevano già avuto commerci con navi di passaggio. Il commercio delle pellicce fu la ragione della colonizzazione olandese, che ebbe presto un fondamentale impatto sull’economia e la cultura materiale Lenape. Presto la caccia eccessiva distrusse i castori delle aree costiere e già a metà del XVII secolo questi animali erano cercati sempre più all’interno. Le merci olandesi che i Lenape ottenevano in cambio divennero presto parte della loro cultura, sostituendo spesso del tutto l’equivalente indigeno. Anche parti di vestiario come le camice maschili, oltre alla stoffa, furono presto adottate e così vari prodotti agricoli e animali come i polli e i maiali si fecero strada nei villaggi indiani. La frizione tra Lenape e Olandesi divenne più grave mentre la colonia aumentava di popolazione e le rivalità intertribali si esacerbavano. Queste guerre portarono i Lenape a spostarsi dai loro territori e il trend di rilocazione e vendita di terre già evidente alla fine del periodo olandese continuò e peggiorò durante le guerre franco-indiane, in cui i Lenape Delaware, sia Munsee che Unami, divennero vassalli degli Irochesi, che addirittura collaborarono a alienare le loro terre a favore degli inglesi in Pennsylvania con il famigerato Walking Purchase del XVIII secolo. La rivoluzione americana li vide spaccarsi in due fazioni, filo-inglese e filoamericana, che si divisero e andarono a vivere in territori diversi, che vanno dall’Oklahoma all’Ontario, Canada.
Per il 1970 i Delaware si erano completamente integrati nella società americana e canadese e non sopravvivevano pratiche culturali distinte significative, tranne la lingua ancora parlata in alcune famiglie dai più vecchi e i tentativi periodici di farla rivivere a scuola (Goddard 1978).